Il Rifugio San Fermo è situato su un panoramico poggio prativo, alla base della Corna di San Fermo (m. 2329).
Attaccata al rifugio c'è la chiesetta seicentesca dedicata al santo eremita.
Primo itinerario: da Borno, strada per il Lago di Lova (segnavia 82)
Lasciamo la statale 42 della Valle Camonica a Cividate e con la provinciale 345 raggiungiamo Malegno. Continuiamo poi con la provinciale 5 e dopo
Ossimo arriviamo a Borno.
La stradina che sale al rifugio è Via San Fermo e parte nei pressi della chiesa. La zona centrale però è interamente pedonale. Pertanto, per
aggirarla, proseguiamo con la provinciale fin quasi al termine del paese (qui la SP5 si chiama Via dei Giardini).
Alla rotonda prendiamo la prima uscita a destra e subito troviamo un bivio con una chiesetta nel mezzo. Andiamo a sinistra in leggera salita seguendo
la strada fino allo stop. Qui troviamo le indicazioni per il lago di Lova e la trattoria Navertino.
Andiamo a destra e subito dopo a sinistra in Via Rumile che poco dopo si innesta sulla Via San Fermo. Procediamo verso sinistra in salita.
La strada è asfaltata e in buone condizioni fino a Navertino. Continua poi su fondo acciottolato con due vecchie strisce d'asfalto ai lati.
Siamo capitati qui dopo diversi giorni di pioggia e i sassi lisci e umidi hanno causato subito problemi di tenuta alle nostre ruote. Pertanto abbiamo
lasciato quasi subito la macchina ed abbiamo proseguito a piedi.
In situazioni migliori probabilmente è possibile proseguire ancora un poco. Comunque, a lato della strada, ci sono alcune piazzole per la sosta e
pertanto ognuno può decidere da quale punto iniziare a camminare.
Disponendo di un fuoristrada invece è possibile arrivare fin nei pressi del Lago di Lova (m. 1300). Da questo punto il traffico è consentito solo a
chi dispone di uno speciale permesso comunale.
Lasciata l'auto ci incamminiamo seguendo la stradina in salita (m. 1060).
Tra i prati superiamo alcune case e poi entriamo nel bosco.
Ignoriamo un sentiero a sinistra e passiamo accanto ad una stalla e a un grande prato sulla destra.
Trascurato un altro ampio sentiero a sinistra, seguendo una staccionata di legno raggiungiamo un'area pic-nic e la cappella dedicata alla Madonna di
Fatima. A destra il panorama ci regala una bella veduta su Borno e sulla vallata.
Superiamo una vecchia cascina davanti alla quale c'è una panchina con la scritta "Banca del Riposo". Continuiamo tra prati e alberi.
Raggiungiamo una casa davanti alla quale c'è una fontana, una madonnina e una panca; poi ignoriamo un altro ampio sentiero sulla sinistra.
Superiamo un ponte con un parapetto di legno. Accanto ci sono una fontana e una panca.
Il successivo tratto è decisamente ripido, poi la pendenza diminuisce.
Più avanti troviamo un bivio (m. 1285). I segnavia indicano a sinistra il Rifugio San Fermo a ore 1.30, il Rifugio Laeng a
ore 1.30, il Passo Varicla a ore 3, il Pizzo Camino a ore 3.30 e la Cima Moren a ore 3.30; a destra invece si va al Lago di Lova. C'è anche un
cartello che indica se il Rifugio Laeng è chiuso o aperto.
Per raggiungere il lago bastano un paio di minuti e pertanto vale la pena effettuare una piccola deviazione. Altrimenti ci accontenteremo di vederlo
dall'alto, più avanti.
Continuando con la nostra stradina, troviamo un sentiero che proviene dal lago e si innesta da destra.
Poco dopo c'è l'ultima possibilità di parcheggio; da qui in avanti bisogna proseguire a piedi.
Con un ponte superiamo un torrente che scende dalla montagna.
Raggiungiamo una curva a destra dove trascuriamo una stradina che entra in un prato.
La pendenza aumenta. Superiamo nuovamente il piccolo corso d'acqua; questa volta con un ponticello di legno.
Ignoriamo altri due sentieri, uno per parte. Da destra proviene il rumore di un torrente che però non riusciamo a vedere.
Continuiamo alternando alcuni tratti più o meno ripidi.
Superiamo una grotta e poi quasi in piano raggiungiamo un bivio (m. 1480). A sinistra (segnavia 82) si va verso il Rifugio San Fermo in ore 1 e la
Cima Moren in ore 3. A destra (segnavia 82 A) verso il Rifugio Laeng in ore 1, il Pizzo Camino in ore 3 e il Passo di
Varicla in ore 2.30.
Andiamo a sinistra e, con un tratto asfaltato in salita, usciamo dal bosco. Alla nostra destra c'è l'ampio versante prativo del Pian di Mer. Alla
sinistra oltre i prati c'è una baita.
Vediamo diverse mucche al pascolo nei prati.
Lasciamo a destra una stradina chiusa da una stanga che sale verso una baita.
Da qui al rifugio cammineremo su di una stradina sterrata, a mezza costa tra i prati, a volte circondati da alcuni abeti. Alterneremo vari tratti con
percorso quasi pianeggiante con altri in salita. A destra ci accompagneranno le bastionate della Cima Moren (m. 2418) e delle Corna di San Fermo (m.
2329) mentre a sinistra la vista spazierà su Borno, il Lago di Lova e la cerchia dei monti oltre la sottostante vallata.
Superata una piccola croce, raggiungiamo Malga Morèn (m. 1565). Tra i prati ci sono due baite, una grande tettoia per gli animali e una fontana con
vasca. In alto, di fronte a noi, cominciamo a vedere in lontananza la croce, la bandiera del rifugio e il tetto della chiesetta di San Fermo.
Saliamo con un paio di tornanti, poi troviamo un segnavia che indica a destra il sentiero 82 B per la Cima Moren raggiungibile in ore 2.30.
Arriviamo ad un bivio e continuiamo diritto con il percorso principale; la stradina a destra invece sale verso una chiesetta.
Presso una curva troviamo una staccionata di legno a sinistra e il ripido letto di un torrente in secca sull'altro lato.
Il percorso diventa abbastanza ripido. Raggiungiamo un bivio: a sinistra si scende verso una malga mentre a destra si continua verso il rifugio.
A destra vediamo la croce di legno e poco dopo anche la bandiera.
Presso un tornante destrorso, un segnavia indica il sentiero n. 100 che scende alla Malga Zumella in ore 0.30 e alla Croce di Salven in ore 1.45 (vedi il secondo itinerario).
In salita percorriamo un ampio tornante sinistrorso, passando tra la bandiera e la croce (m. 1850).
Al termine del tornante arriviamo davanti alla facciata della chiesetta di San Fermo, aggirata la quale raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 2.00 - Dislivello: m. 808
Data escursione: giugno 2008
Secondo itinerario: dalla Croce di Salven (segnavia 101+100)
Lasciamo la statale 42 della Valle Camonica a Cividate al km. 83.5 e con la provinciale 345 raggiungiamo Malegno. Continuiamo poi con la provinciale
5, superiamo Ossimo e arriviamo a Borno.
Attraversato il paese, ad una rotonda proseguiamo diritto sempre con la SP 5 per altri km. 3.8 fino a trovare sulla destra il parcheggio che precede
l'edificio del Parco Naturale delle Doline e una fontana.
Accanto
alla fontana una strada si stacca verso destra e i segnavia indicano in quella direzione con il percorso 101: Malga Zumella a ore 1.30 e Rifugio S.
Fermo a ore 2.15.
Subito dopo, sempre alla destra ci sono la Croce di Salven e il valico che mette in comunicazione l'altopiano di Borno con la Val di Scalve (m. 1108).
Sull'altro lato della provinciale invece, con Via Val Sorda inizia il percorso che conduce al Rifugio Lorenzini.
Lasciata la macchina ci incamminiamo con pochissima pendenza seguendo il segnavia 101. La strada inizialmente è asfaltata. Alla destra oltre una
staccionata c'è il bosco. Alla sinistra c'è un prato chiuso da una recinzione formata da paletti di ferro che reggono due cavi di filo spinato e in lontananza vediamo la Presolana.
La pendenza aumenta di poco. Troviamo dapprima una cascina alla sinistra, poi una casa e una fontana con vasca in cemento alla destra (m. 1130).
Proseguiamo tra prati e alberi. Troviamo alla destra una casa e una fontana con vasca, poi alla sinistra una stalla ed un'altra fontana con vasca.
Continuiamo in salita tra gli alberi.
Presso una curva a sinistra un segnale stradale vieta di transito ai veicoli. Alla destra si stacca una mulattiera all'inizio della quale un cartello
indica il Rifugio San Fermo. Prendiamo la mulattiera, superiamo una sbarra che troviamo aperta ed entriamo nel bosco (m. 1180).
Ad un bivio lasciamo il percorso che prosegue diritto segnalato da una freccia bianca e seguendo il segnavia 101 a bandierina andiamo a destra (m. 1200).
La pendenza aumenta. Ignoriamo un sentiero che sale ripidamente all'interno di una curva a sinistra (m. 1220).
Continuiamo quasi in piano su sterrato.
Presso una curva a destra riprendiamo a salire, inizialmente con poca pendenza.
Percorriamo poi una curva a sinistra oltre la quale torniamo a camminare quasi in piano tra alberi alti e radi (m. 1235).
Prima che la sterrata inizi a scendere prendiamo sulla sinistra un sentiero indicato dal segnavia 101 (m. 1240).
Saliamo ripidamente tra i radi alberi del "Dossolungo" camminando sopra delle radici che affiorano dal terreno.
La pendenza diminuisce un poco (m. 1270), poi aumenta (m. 1285). Incrociamo un altro sentiero e proseguiamo diritto seguendo il segnavia 101.
In seguito ignoriamo altre tracce che si staccano dal percorso principale.
Seguendo i bolli saliamo ripidamente a sinistra lasciando l'ampio sentiero fin qui percorso che continua parallelo, in basso a destra, incassato nel terreno (m. 1300).
Poi la pendenza diminuisce e i due sentieri confluiscono (m. 1320).
Troviamo alcuni piccoli slarghi e vediamo felci e arbusti.
Ad una biforcazione i bolli indicano il sentiero più piccolo (m. 1350). Alla destra il pendio scende tra gli alberi.
Ci immettiamo su di una sterrata che sale dalla sinistra (m. 1375). Continuiamo diritto e cominciamo a trovare delle canaline di ferro per lo scolo
dell'acqua. Stiamo attraversando la conca della Val di Cala sovrastata dagli speroni rocciosi della "Riasa".
Dopo una curva a destra percorriamo due tratti quasi in piano intervallati da uno in leggera salita.
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra e proseguiamo in piano con la sterrata (m. 1395).
Dopo una curva a destra, continuiamo con pochissima pendenza senza alberi (m. 1400).
Poi percorriamo un'altra curva a destra tra i larici.
Continuiamo quasi in piano. Alla destra non ci sono alberi e possiamo così vedere la Presolana (m. 1415).
Torniamo a salire, tra i pini, in modo abbastanza ripido (m. 1420).
Lasciamo alla sinistra un piccolo slargo che precede una semicurva a destra (m. 1440).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Percorriamo un'ampia curva a sinistra (m. 1460).
Continuiamo quasi in piano. Alla destra c'è una piazzola per lo scambio.
In leggera salita superiamo una curva a sinistra.
Ne percorriamo poi un'altra sempre a sinistra, più ampia, con uno slargo all'interno (m. 1485).
Ora l'assenza di alberi alla destra consente la vista panoramica sulla valle e i monti.
Dopo una curva a sinistra continuiamo con pendenza minima (m. 1500).
Percorriamo un altro tratto senza alberi e alla destra possiamo vedere il Monte Altissimo.
Quasi in piano superiamo un'ampia curva verso sinistra.
Raggiungiamo uno slargo prativo dove incrociamo un'altra stradina e proseguiamo diritto ignorando anche un sentiero che sale a sinistra (m. 1510).
Camminiamo in leggera salita per un lungo tratto, tra erba e pini, con qualche scorcio panoramico alla destra. Siamo in località "Pendrizza".
Superiamo una curva a sinistra e proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita (m. 1545).
Quasi in piano, percorriamo una curva a destra con delle protezioni di legno all'esterno (m. 1565).
Dopo una curva a sinistra la strada inizia a scendere. Qui incrociamo il sentiero 100 e i segnavia indicano a sinistra: San Fermo a ore 0.45; a destra: Borno a ore
1.15; dietro: Croce di Salven a ore 1.15. Poco più avanti alla sinistra c'è la Malga Zumella attorno alla quale pascolano dei cavalli (m. 1565).
Visitata la malga prendiamo un piccolo sentiero che, volgendole le spalle, sale a sinistra nei prati.
Poi la pendenza diventa abbastanza ripida.
Arriviamo ai margini di una pineta (m. 1620). Qui giriamo a sinistra e la costeggiamo. La pendenza diminuisce un poco e alla sinistra vediamo un bel
panorama sulla vallata.
Poi girando a destra entriamo nel bosco (m. 1635).
Prima di una curva a destra, troviamo delle protezioni alla sinistra, realizzate con tronchi e sbarrette di ferro (m. 1645).
Ora saliamo in modo abbastanza ripido.
Dopo una curva a sinistra il sentiero si divide in più tracce. Il bosco diventa rado.
Attraversiamo una radura al termine della quale ignoriamo il sentiero che prosegue diritto e seguendo i bolli prendiamo l'altro che piega a destra (m. 1700).
La pendenza diminuisce un poco. Torniamo tra gli alberi.
Poi con un tornante sinistrorso usciamo dal bosco (m. 1715).
Seguiamo tracce di sentiero in un grande prato. In alto a destra vediamo la baita della Malga di San Fermo e la croce che precede il rifugio.
Attraversiamo il prato seguendo radi bolli. La pendenza aumenta e poi diventa abbastanza ripida (m. 1745).
Giriamo a destra verso la croce (m. 1785) ma prima di raggiungerla pieghiamo a sinistra verso la baita.
Percorriamo un tratto con poca pendenza poi, in salita, dopo una curva a destra, arriviamo alla baita (m. 1806). Dietro alla baita ci sono una
stalla e una lunga vasca abbeveratoio che nel complesso formano la Malga di San Fermo.
Ora possiamo salire tra l'erba puntando alla croce e prima di raggiungerla andare ad immetterci sulla sterrata descritta nel primo itinerario.
Il sentiero prosegue invece verso sinistra e si immette sulla sterrata poco più avanti quando questa compie un tornante destrorso. Qui troviamo i
segnavia che indicano dietro di noi la Malga Zumella a ore 0.30 e la Croce di Salven a ore 1.45. Davanti vediamo la bandiera del rifugio (m. 1840).
In salita percorriamo un ampio tornante sinistrorso, passando tra la bandiera e la croce (m. 1850).
Al termine del tornante arriviamo davanti alla facciata della chiesetta di San Fermo, aggirata la quale raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 2.00 - Dislivello: m. 760
Data escursione: ottobre 2013
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