Il Rifugio Laeng è situato nella splendida e selvaggia Conca di Varicla a piedi del Pizzo Camino.
Il rifugio è gestito dall'Operazione Mato Grosso, un movimento di volontari che dal 1967 lavorano gratuitamente in favore dei poveri di Brasile, Bolivia, Ecuador e Perù. Il ricavato dalla gestione è
devoluto interamente alle loro necessità.
Primo itinerario: da Borno (sentiero 82 A)
Lasciamo la statale 42 della Valle Camonica a Cividate e con la provinciale 345 raggiungiamo Malegno. Continuiamo poi con la provinciale 5 e dopo Ossimo arriviamo a Borno.
La stradina che sale al rifugio è Via San Fermo e parte nei pressi della chiesa. La zona centrale però è interamente pedonale. Pertanto, per aggirarla, proseguiamo con la provinciale fin quasi al
termine del paese (qui la SP5 si chiama Via dei Giardini).
Alla rotonda prendiamo la prima uscita a destra e subito troviamo un bivio con una chiesetta nel mezzo. Andiamo a sinistra in leggera salita seguendo la strada fino allo stop. Qui troviamo le
indicazioni per il lago di Lova e la trattoria Navertino.
Andiamo a destra e subito dopo a sinistra in Via Rumile che poco dopo si innesta sulla Via San Fermo. Procediamo verso sinistra in salita.
La strada è asfaltata e in buone condizioni fino a Navertino. Continua poi su fondo acciottolato con due vecchie strisce d'asfalto ai lati.
Siamo capitati qui dopo diversi giorni di pioggia e i sassi lisci e umidi hanno causato subito problemi di tenuta alle nostre ruote. Pertanto abbiamo lasciato quasi subito la macchina ed abbiamo
proseguito a piedi.
In situazioni migliori probabilmente è possibile proseguire ancora un poco. Comunque, a lato della strada, ci sono alcune piazzole per la sosta e pertanto ognuno può decidere da quale punto iniziare
a camminare.
Disponendo di un fuoristrada invece è possibile arrivare fin nei pressi del lago di Lova (m. 1300). Da questo punto il traffico è consentito solo a chi dispone di uno speciale permesso comunale.
Lasciata l'auto ci incamminiamo seguendo la stradina in salita (m. 1060).
Tra i prati superiamo alcune case e poi entriamo nel bosco.
Ignoriamo un sentiero a sinistra e passiamo accanto ad una stalla e a un grande prato sulla destra.
Trascurato un altro ampio sentiero a sinistra, seguendo una staccionata di legno raggiungiamo un'area pic-nic e la cappella dedicata alla Madonna di
Fatima. A destra il panorama ci regala una bella veduta su Borno e sulla vallata.
Superiamo una vecchia cascina davanti alla quale c'è una panchina con la scritta "Banca del Riposo". Continuiamo tra prati e alberi.
Raggiungiamo una casa davanti alla quale c'è una fontana, una madonnina e una panca; poi ignoriamo un altro ampio sentiero sulla sinistra.
Superiamo un ponte con un parapetto di legno. Accanto ci sono una fontana e una panca.
Il successivo tratto è decisamente ripido, poi la pendenza diminuisce.
Più avanti troviamo un bivio (m. 1285). I segnavia indicano a sinistra il Rifugio San Fermo a ore 1.30, il Rifugio Laeng a ore 1.30, il Passo Varicla
a ore 3, il Pizzo Camino a ore 3.30 e la Cima Moren a ore 3.30; a destra invece si va al lago di Lova. C'è anche un cartello che indica se il Rifugio Laeng è chiuso o aperto.
Per raggiungere il lago bastano un paio di minuti e pertanto vale la pena effettuare una piccola deviazione. Altrimenti ci accontenteremo di vederlo dall'alto, più avanti.
Continuando con la nostra stradina, troviamo un sentiero che proviene dal lago e si innesta da destra.
Poco dopo c'è l'ultima possibilità di parcheggio; da qui in avanti bisogna proseguire a piedi.
Con un ponte superiamo un torrente che scende dalla montagna.
Raggiungiamo una curva a destra dove trascuriamo una stradina che entra in un prato.
La pendenza aumenta. Superiamo nuovamente il piccolo corso d'acqua; questa volta con un ponticello di legno.
Ignoriamo altri due sentieri, uno per parte. Da destra proviene il rumore di un torrente che però non riusciamo a vedere.
Continuiamo alternando alcuni tratti più o meno ripidi.
Superiamo una grotta e poi quasi in piano raggiungiamo un bivio (m. 1480). A sinistra (segnavia 82) si va verso il Rifugio San Fermo in ore 1 e la
Cima Moren in ore 3. A destra (segnavia 82 A) verso il Rifugio Laeng in ore 1, il Pizzo Camino in ore 3 e il Passo di Varicla in ore 2.30.
Subito dopo a sinistra c'è l'ampio versante prativo del Pian di Mer.
Procediamo con poca pendenza contornando il prato. A destra tra gli alberi vediamo una baita, un tavolo e delle panche. La strada ora è sterrata.
Passiamo sotto un nastro posto di traverso per delimitare un area dove pascolano delle mucche.
Giunti all'altezza di una baita, posta più in basso a destra, vediamo sulla sinistra un cartello che indica il Rifugio Laeng (m. 1565).
Lasciamo quindi la stradina per imboccare un sentiero che risale il versante prativo del monte.
Alla prima curva a destra troviamo un'altra indicazione.
A destra in basso vediamo il Lago di Lova.
Proseguiamo con un altro paio di ripide svolte, ripassando sotto il nastro della recinzione, poi la pendenza si attenua.
In basso a destra c'è una polla d'acqua.
Superati alcuni radi larici, ci abbassiamo di una diecina di metri.
Continuiamo poi quasi in piano attraversando un bosco che sulla destra ricopre uno scosceso pendio.
Percorriamo alcuni lievissimi saliscendi con bella vista sulla vallata e arriviamo all'imbocco della Conca di Varicla (m. 1745).
Scendiamo ripidamente ai piedi di una grande rupe, perdendo trenta metri di quota, poi continuiamo in leggera salita cominciando a vedere il tetto del rifugio.
Da destra si innesta il sentiero 136 che proviene da Villa di Lozio e alcuni segnavia indicano da quella parte la Malga Onder a ore 0.45, Villa a ore 1.30, S. Cristina a ore 2.30.
Subito dopo troviamo un laghetto dalle acque cristalline nel quale si specchiano gli alberi circostanti.
Continuiamo tra pini mughi e cespugli di rododendro e raggiungiamo il centro della conca dove è situato il rifugio.
Tempo impiegato: ore 2.00 - Dislivello: m. +740 -40
Data escursione: giugno 2007
Secondo itinerario: da Villa di Lozio (sentiero 136)
Lasciamo la statale 42 della Valle Camonica a Cividate e con la provinciale 345 raggiungiamo Malegno.
Giriamo poi a sinistra per prendere la provinciale 5. Dopo un tornante sinistrorso, ad un bivio, proseguiamo verso destra con la provinciale 92 (i
segnali stradali indicano diritto: Borno, Ossimo; a destra: Lozio a km. 9).
Al bivio successivo ignoriamo la strada a destra per Sucinva e andiamo a sinistra (cartello Villa a km. 4).
Arriviamo ad un altro bivio dove, lasciata a destra la strada per Laveno (dove ha sede il municipio del comune di Lozio) proseguiamo verso sinistra
(cartello Villa a km. 3).
A Villa di Lozio, seguendo la stretta strada centrale, attraversiamo il borgo.
Alla fine dell'abitato, nei pressi di un B&B, troviamo alla destra un parcheggio realizzato sopra la copertura di un torrente e vi lasciamo la
macchina (m. 1030).
Ci incamminiamo su di una sterrata che si stacca alla destra, all'inizio della quale i segnavia indicano con il percorso n. 136: Malga Onder a ore 1,
Rif. G. Laeng a ore 2, Pizzo Camino a ore 4. Ci sono anche due pannelli che parlano del Sentiero della Ciaspolata e del Trekking dell'Altopiano del Sole.
La stradina sale con un muro alla sinistra e il torrente alla destra. Troviamo delle canaline in metallo, per lo scolo dell'acqua, di traverso al percorso.
Entriamo nel bosco lasciando a destra due baitelli, uno in pietra e l'altro in cemento (m. 1050).
Superiamo una canalina in cemento. La strada ora è asfaltata.
Alla sinistra, oltre alcuni cespugli, c'è un prato. Alla destra c'è un muro di pietre a secco.
Una strada con il fondo in cemento sale dalla sinistra. Su di un cartello leggiamo: "Loc. Madonina mslm 1074".
Subito dopo alla destra c'è una casa.
Ignoriamo una stradina che sale verso destra nel bosco. Alla sinistra c'è una villa recintata.
La strada torna ad essere sterrata.
Poco dopo usciamo dal bosco e proseguiamo in leggera salita. Troviamo due case alla destra ed una alla sinistra. Alla sinistra possiamo vedere la
vallata (m. 1095).
Quasi in piano rientriamo nel bosco. Alla sinistra c'è una rete metallica e alla destra un muro.
Superiamo un'altra canalina per lo scolo. Alla destra una stradina inerbita, chiusa da una catena, retrocede verso le ultime case (m. 1105).
Proseguiamo in leggera salita.
Percorriamo un tratto allo scoperto. Alla destra ci sono due case e sulla prima leggiamo: "Baita Elisa" (m. 1130).
Torniamo nel bosco.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua e proseguiamo in salita.
Alla sinistra troviamo il primo di una serie di pali in cemento che reggono un cavo. Su questo vediamo un segnavia a bandierina (m. 1145).
Troviamo poi alla sinistra due ville, un crocefisso di legno e, più avanti, un'altra casa (m. 1170).
La strada si biforca. Su di un cartello leggiamo: "Località Rodello mslm 1180". I segnavia indicano verso sinistra quasi in piano: Rifugio
Laeng a ore 2, Colmignone a ore 0.45; verso destra in salita: Malga Val Burnega; dietro: Villa di Lozio. C'è anche una panchina. Andiamo a sinistra.
Troviamo una casa alla destra e una rete metallica a sinistra.
Torniamo nel bosco. Continuiamo in leggera salita.
Una apertura tra gli alberi alla sinistra consente una vista sulla valle. Sul versante opposto vediamo lo "Chalet dei Soc" nei pressi del quale
transiteremo più avanti.
Un rivolo attraversa la sterrata.
Proseguiamo quasi in piano e usciamo dal bosco. Alla destra, oltre una recinzione con paletti di legno e tre cavi, c'è un prato. Alla sinistra c'è una stalla.
Rientriamo nel bosco e continuiamo in leggera salita. Su di un palo in cemento vediamo un segnavia bianco-rosso (m. 1190).
Quasi in piano, presso una curva a sinistra, attraversiamo il letto in cemento e pietre di un torrente che troviamo asciutto.
Percorriamo una curva a destra.
Presso la successiva curva a sinistra, con un ponticello in cemento senza sponde, attraversiamo un torrente. Un cartello indica il pericolo di piene improvvise.
Una stradina, chiusa da una stanga, scende a sinistra. Alla destra c'è una fontana con vasca in cemento sulla quale vediamo i bolli.
Riprendiamo a salire. Alla sinistra ci sono delle protezioni con paletti di ferro che reggono 1 cavo.
Quasi in piano, ignoriamo una stradina sterrata, chiusa da una stanga, che retrocede a destra in salita (m. 1205).
Subito dopo, appoggiato su dei pilastri in cemento, un grosso tubo nero scende dalla destra e passa sotto alla sterrata.
Usciamo dal bosco e troviamo alcune case, sulla prima delle quali leggiamo: "Località Cognolo". Alla destra c'è un crocefisso.
Proseguiamo tra due staccionate realizzate con pali di legno e quattro cavi.
Dopo un breve tratto nel bosco torniamo allo scoperto e, presso una curva a sinistra, guadiamo un torrente che scende dalla destra (m. 1220).
Torniamo a salire tra gli alberi. Alla destra ci sono dapprima dei tronchi, incastrati in orizzontale come rinforzo per prevenire smottamenti del
terreno, e poi un muro di massi.
Percorriamo un tratto con una staccionata protettiva alla sinistra (lato a valle). Poco dopo, troviamo un'altra protezione identica presso una curva a sinistra.
Quasi in piano, superata una curva a destra, arriviamo ad una biforcazione (m. 1235). Il nostro percorso prosegue verso destra in leggera salita. Un
cartello indica con la stradina pianeggiante a sinistra : "Chalet dei Soc"; si tratta della baita che avevamo precedentemente notato dal lato
opposto della valle.
Di tanto in tanto troviamo delle canaline di scolo in metallo, fissate alla strada con il cemento. Torniamo a salire e percorriamo due curve sinistra-destra (m. 1250).
Proseguiamo quasi in piano e alla sinistra vediamo il tetto dello chalet.
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire e dopo la successiva a destra proseguiamo con poca pendenza (m. 1270).
Di nuovo in salita percorriamo una ampia curva a destra (m. 1300). In alcuni punti il bosco non riesce ad espandersi sopra alla sterrata e di
conseguenza camminiamo al sole.
Ora la stradina è coperta da due strisce di cemento in corrispondenza del passaggio delle ruote (m. 1330).
Proseguiamo poi in modo abbastanza ripido camminando su delle piastrelle di porfido, a forma di "T", conficcate nel terreno (m. 1340).
Un ruscelletto attraversa la stradina (m. 1370).
Subito dopo percorriamo due curve destra-sinistra vicine tra loro.
Dopo un tratto allo scoperto con un praticello alla destra, la stradina torna sterrata (m. 1380).
Continuiamo con poca pendenza tra prati e alberi (m. 1390).
Alla destra ci sono alcuni massi.
Quasi in piano arriviamo ad una curva a sinistra oltre la quale proseguiamo in leggera salita con vista a sinistra sulla vallata. Davanti cominciamo a
vedere la Malga Onder.
Continuiamo quasi in piano tra prati e radi alberi. Alla destra, su di un rudere, vediamo il segnavia 136.
Presso una curva a destra troviamo altri due ruderi, uno per lato (m. 1405).
Percorriamo un tratto in leggera salita, incassato nel terreno circostante.
Proseguiamo con delle serpentine, dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Presso una curva a sinistra tra gli alberi, guadiamo un ruscello che attraversa la stradina. Alla destra c'è un cartello di legno privo di indicazioni (m. 1420).
In leggera salita percorriamo una semicurva a destra circondati dai prati. Davanti torniamo a vedere la malga preceduta da una lunga stalla.
Dopo una curva a destra, lasciamo la malga alla sinistra, in fondo al prato (m. 1430). Davanti, sopra agli abeti, spuntano le chiare rocce calcaree del Pizzo Camino.
Un dosso erboso alla sinistra per alcuni metri nasconde alla vista la malga. Camminiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Raggiungiamo una fontana con vasca in cemento ed un tavolo di legno con panche. Su di un cartello leggiamo: "Loc. Onder mslm 1443; dietro Villa di
Lozio a km. 3.1". La stradina si divide e andiamo a sinistra camminando su pietre ben sistemate.
Troviamo un sentiero che si stacca alla destra. I segnavia indicano: "Onder mslm 1450"; a destra: Rifugio Laeng a ore 1, Pizzo Camino a ore 3,
Monte Sossino a ore 3. Lasciamo la stradina che gira a sinistra e prendiamo il sentiero.
Passiamo accanto a dei larici. Sui loro tronchi vediamo due croci.
Il sentiero scompare mentre camminiamo, in leggera salita, sopra una zona con sedimenti alluvionali. Continuiamo diritto e poi lo ritroviamo, come pure i bolli.
Riprendiamo a salire.
Arrivati ad un bosco, con minore pendenza giriamo a destra e per un po' lo bordeggiamo (m. 1475).
Dopo un tornante sinistrorso, entriamo nel bosco e torniamo a salire (m. 1485).
Su di una pietra vediamo dei numeri in vari colori.
Percorriamo una curva a destra ed una a sinistra. La pendenza aumenta (m. 1500).
Continuiamo con due tratti con il sentiero incassato nel terreno circostante; il secondo dei quali termina presso una curva a sinistra (m. 1525).
Proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Giriamo a destra e superiamo, in modo abbastanza ripido, un altro tratto incassato tra erba e pietre (m. 1545).
Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 1555).
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1570).
Alla sinistra ci sono alberi e alla destra prati. Davanti torniamo a vedere il Pizzo Camino.
Camminiamo su delle roccette scure, tra l'erba.
Percorriamo un tratto sul fondo di una vallecola e poi ne usciamo verso destra (m. 1595).
Siamo arrivati ai prati di Malga Varicla. Alla sinistra ci sono i ruderi di due vecchie stalle. Il sentiero si divide e i segnavia indicano diritto il
Rifugio Laeng a ore 0.30 e a destra il Passo di Ezendola a ore 1. Dopo i due ruderi troviamo anche due stalle accanto alle quali pascolano alcuni asini.
Il sentiero ora attraversa prati di ortiche e qualcuno rimpiange di non aver indossato pantaloni lunghi.
Raggiungiamo due tronchi scavati con funzione di abbeveratoio, due tavoli in legno con relative panche e una fontana con due vaschette in cemento (m. 1615).
Proseguiamo in leggera salita tra erba e pietre, alcune delle quali ammucchiate.
Alla sinistra ci sono dei giovani larici (m. 1635). Il sentiero è poco visibile tra l'erba ma il percorso, segnato dai bolli, è obbligato. Risaliamo
infatti un largo canalone erboso: alla sinistra c'è il bosco, alla destra la fiancata sud del Monte Sossino e davanti ci sono il Passo di Varicla e il Pizzo Camino.
Lasciamo alla destra dei mucchi di pietre. Vediamo il segnavia 136 (m. 1650).
Ci teniamo sul margine sinistro dei prati, vicino agli alberi. La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1670).
Arriviamo ad un bivio (m. 1705). I bolli e due frecce su di una pietra indicano sia il sentiero a sinistra che l'altro che prosegue diritto. Entrambi
i percorsi conducono al rifugio; il primo passando per il laghetto più piccolo e l'altro per quello un poco più grande.
a - Il sentiero a sinistra entra nel bosco e sale ripidamente.
Al termine della salita raggiungiamo il laghetto nel quale si specchiano i larici circostanti (m. 1732).
Quasi in piano, lo aggiriamo alla sinistra.
Riprendiamo a salire e ci immettiamo sul sentiero descritto nel primo itinerario. Qui i segnavia indicano nella direzione dalla quale proveniamo:
Malga Onder a ore 0.45, Villa a ore 1.30, S. Cristina a ore 2.30.
Proseguiamo verso destra tra pini mughi e cespugli di rododendro e raggiungiamo il rifugio.
b - Proseguiamo nei prati seguendo i bolli, su pallide tracce di sentiero, tenendoci sempre sul margine accanto al bosco.
Passiamo accanto ad una pietra/ometto con i bolli.
Terminati i larici, alla sinistra la visuale si apre e abbraccia il Pizzo Camino (m. 1730).
Dopo un masso con i bolli ci spostiamo un poco a sinistra tra erba e rododendri.
Aggiriamo una buca (m. 1750).
Ora i bolli si dividono e marcano due diverse tracce. Seguiamo quelli a sinistra mentre gli altri puntano in alto verso il passo.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire tra radi larici, erba, rododendri e pietre.
Al termine della salita davanti vediamo il laghetto e verso sinistra il tetto del rifugio (m. 1770).
Proseguiamo quasi in piano.
Poi in discesa raggiungiamo il laghetto e lo aggiriamo alla sinistra, camminando tra erba e rododendri. (m. 1760).
Dopo un breve tratto in discesa ed uno in salita arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano a destra con il sentiero 82: Rifugio S. Fermo a ore 1.30,
Passo di Varicla a ore 1.30, Pizzo Camino a ore 2; a destra con il sentiero 6: Alta Via Orobie Orientali, Rifugio S. Fermo a ore 1.15, Borno a ore 3;
dietro con il sentiero 6: Cima Bagozza a ore 7, Bivacco Valbaione a ore 10. Davanti vediamo il retro del rifugio.
Percorriamo pochi passi in discesa ed altri in salita, tra mughi ed altri cespugli e dopo un tornante destrorso arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 2.15 - Dislivello: m. 730
Data escursione: giugno 2015
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