Il Rifugio Paradiso, inaugurato nel giugno del 2006, è situato in Località Regazzina nel territorio del comune di Casto (BS).
La zona è famosa principalmente per:
- le sue ferrate disposte ad anello con tratti indipendenti per complessivi 500 metri di dislivello (al termine di ogni tratto si esce su un sentiero)
- le vie di arrampicata
- i "ponti tibetani" e le teleferiche "zip-line"
- la "Stretta di Luina", canyon lungo 300 metri, largo da uno a due metri e profondo circa 30 metri attraversabile con un percorso attrezzato
- le "Gola del Pisot" percorribile a piedi tramite ponticelli, passerelle e un passaggio sotto la cascata (vedi il primo itinerario)
- il "Parco delle Fucine", un complesso industriale del quale rimangono i ruderi (formato da sei fucine, un forno fusorio, una calchera e un mulino)
attivo fino al 1930 che produceva utensili in ferro utilizzando l'acqua del torrente come forza motrice (vedi il secondo itinerario)
- alcuni sentieri che consentono di effettuare giri ad anello
Come si vede ce n'è per tutti i gusti. Io mi limiterò a descrivere tre sentieri facili che conducono al Rifugio Paradiso con delle belle passeggiate.
Primo itinerario: sentiero blu in senso orario
Usciamo dall'autostrada A4 a Ospitaletto (km. 206.2) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente. Ci immettiamo poi nella SP 345 della Val
Trompia e andiamo a sinistra. Superate Gardone e Marcheno, arriviamo a Brozzo. Qua, al km. 29.2, deviamo a destra (cartello: Casto a km. 15) per imboccare la
provinciale III con la quale superiamo Lodrino e proseguiamo verso Casto.
Lasciamo a sinistra la strada per Comero (fraz. di Casto) e superiamo la località Dos del Grom e la frazione di Briale.
Prima di arrivare a Casto giriamo a destra (cartello Alone a km. 4, Rif. Paradiso).
Subito dopo aver superato il ponte sul Torrente Nozza ci troviamo davanti la Corna Zana, una parete di roccia attrezzata. Lasciamo la macchina in un
ampio spazio sterrato (m. 460).
Alla sinistra parte il sentiero blu (senso orario) descritto nel primo itinerario e, poco più avanti il sentiero rosso (descritto nel terzo
itinerario). Alla destra parte invece il sentiero blu (senso antiorario) descritto nel secondo itinerario.
Ci incamminiamo verso sinistra passando accanto all'insegna del Parco delle Fucine collocata sotto ad un tettuccio, a due cartelli che mostrano cartine della zona, ad
un leone di legno ai cui piedi c'è una fontana con l'acqua che cade in un tronco scavato e ad una riproduzione in legno dell'auto dei Flintstones.
Lasciamo a sinistra un baitello di legno e alla destra la Baita del Parco (info e attrezzature a noleggio) e il Ristoro "Càa dele Strèe".
Alla sinistra troviamo una scultura raffigurante un orso.
Poco dopo arriviamo ad un trivio. A sinistra si scende verso un laghetto sopra al quale scorrono delle zip-lines; a destra vengono segnalati il
percorso attrezzato n. 18 e il sentiero delle dispense. Prendiamo il sentiero in mezzo, contrassegnato da bolli blu e segnalato da un cartello che
indica il Rifugio Paradiso a 800 metri.
Saliamo sei gradini.
Poco dopo, alla destra inizia la ferrata n. 2 segnalata da un cartello marrone. Un altro cartello indica diritto le ferrate 3 e 4. Continuiamo quasi in piano con
un sentiero tra gli alberi. In basso alla sinistra vediamo il Torrente Pizzotto.
Superiamo una semicurva verso destra con vista su di una cascatella. Una roccetta affiora nel mezzo del sentiero.
Subito percorriamo una semicurva verso sinistra protetti da una staccionata.
Alla destra troviamo un tavolo e l'attacco delle ferrate 3 e 4. In alto vediamo una madonnina.
Su di un ponticello in cemento e con le sponde di legno attraversiamo il torrente verso sinistra (m. 470).
Subito dopo saliamo nove gradini, agevolati dalla presenza di un corrimano alla sinistra.
Alla destra c'è una scultura di legno posizionata sopra una
roccia.
Continuiamo in leggera salita con il torrente alla destra.
Quasi in piano raggiungiamo uno slargo dove troviamo un tavolo con due panche in legno. C'è anche una bacheca con tettuccio alla quale è stato affisso
un cartellone intitolato "Fauna minore" che mostra le foto dei seguenti animali: natrice del collare, colubro, vipera, ramarro, rospi,
salamandra, rana, lumaca, lucertola e gambero.
Tramite un ponticello in cemento con le sponde di legno passiamo alla destra del torrente.
Saliamo quindici gradini di legno infilandoci nella gola. Alla sinistra ci sono delle protezioni che fungono anche da corrimano.
Continuiamo quasi in piano a lato del torrente (m. 480).
Poco dopo lo attraversiamo per due volte (la prima verso sinistra e la seconda verso destra) con altrettanti ponticelli.
Raggiungiamo un crocefisso collocato sopra ad un masso e lo aggiriamo alla destra (m. 485).
Con uno zig-zag destra-sinistra saliamo 3+3 gradini in cemento e, tramite un altro ponticello, passiamo alla sinistra del torrente dove troviamo una scultura in legno
raffigurante un uomo privo delle braccia.
Con il successivo ponticello torniamo alla destra del torrente.
Lasciamo a sinistra una cascatella.
Ora camminiamo, quasi in piano, sopra al torrente, su una lunga passerella in cemento e con le sponde di legno. Un cartello marrone preannuncia l'arrivo alla
Cascata Pisot (m. 495).
Raggiungiamo la cascata che scende davanti a noi. Le passiamo accanto, alla destra, e mentre veniamo raggiunti da alcuni spruzzi ci infiliamo in una grotta/tunnel.
Camminando alla destra del corso d'acqua, usciamo dall'altra parte.
Continuiamo in leggera salita su di un'altra passerella simile alla precedente e superiamo due semicurve sinistra-destra.
Il camminamento sospeso poi si sposta verso il bordo sinistro della gola. Sull'altro lato vediamo una grotta con una statua raffigurante una
madonnina (m. 505).
Terminata la passerella, proseguiamo con un sentiero a lato del torrente.
Troviamo una bacheca con tettuccio alla quale è stato affisso un cartellone intitolato "Piccoli mammiferi" che mostra le foto dei
seguenti animali: riccio, scoiattolo, moscardino e ghiro.
Per un tratto alla sinistra ci accompagna un cavo corrimano.
Usciti dalla gola, saliamo verso sinistra alcuni gradini di pietra.
Ignoriamo un sentiero che si dirige a sinistra verso un rudere.
Attraversiamo una passerella realizzata con tronchetti di legno (m. 515).
Proseguiamo su di una sterrata coperta da ghiaietto.
Ad un bivio i segnavia indicano a sinistra: Piani di Lò, Rifugio Fanti, Bione; diritto: Rifugio Paradiso, Casto. Continuiamo diritto (m. 520).
Troviamo un segnavia del Trofeo Nasego e ignoriamo un altro sentiero che sale a sinistra. Alla destra, uno sbarramento sul torrente forma una pozza.
Con il fondo lastricato attraversiamo il letto di un'altro corso d'acqua che troviamo asciutto.
Passiamo accanto all'insegna del Rifugio Paradiso, scolpita su una tavola di legno.
Continuiamo con poca pendenza tra gli alberi.
Troviamo un'altra bacheca con tettuccio alla quale è stato affisso un cartellone intitolato "Roditori" che mostra le foto dei seguenti animali:
lepre, topo giallo, topo campagnolo e talpa.
Alla sinistra troviamo due altalene e uno scivolo, alla destra due tavoli con relative panche.
Alla destra ci sino una tettoia e il monumento agli
alpini.
Davanti abbiamo il rifugio sul quale leggiamo: "Benvenuti in Paradiso" (m. 530).
Sul retro del rifugio ci sono una madonnina, una fontana con l'acqua che cade in un tronco scavato e una bacheca con tettuccio alla quale è stato
affisso un cartellone intitolato "Predatori" che mostra le foto dei seguenti animali: donnola, faina, tasso e volpe.
Tempo impiegato: ore 0.20 - Dislivello m. 70
Data escursione: ottobre 2020
Secondo itinerario: sentiero blu in senso antiorario
Come descritto nel primo itinerario, arriviamo a Casto e al Parco delle Fucine.
Parcheggiata la macchina nello slargo dopo il ponte (m. 460), seguendo un cartello che indica il Parco delle
Fucine, prendiamo il sentiero che scende a destra verso il Torrente Nozza.
Lasciamo poi a destra una passerella che consente di attraversare il torrente e proseguiamo diritto lungo la sponda sinistra.
Più avanti con un'altra passerella passiamo sulla sponda destra.
Proseguendo a lato del torrente arriviamo ad un bivio. Il nostro percorso continua verso sinistra con un una passerella che ci riporta
alla sinistra del torrente. Vale però la pena di fare una piccola deviazione verso destra, sfruttando altre passerelle accanto alla parete rocciosa
che ci consentono di raggiungere una calchera. Poco più avanti c'è una zona dove troviamo un manichino che raffigura un boscaiolo intento a tagliare
della legna con una scure, mentre altra legna, sistemata sotto un paiolo appeso con una catena alla roccia soprastante, sembra aspettare che qualcuno
accenda il fuoco per fare la polenta.
Passati alla sinistra del torrente, troviamo i ruderi delle Fucine Nöe, davanti alle quali un incudine fa ancora bella mostra di sé (m. 455). Qui,
come nei pressi delle altre fucine che incontreremo, dei cartelli, posti a cura del comune di Casto, parlano del lavoro che vi si svolgeva e degli
utensili che venivano prodotti.
Proseguiamo in leggera salita e poi, in discesa, raggiungiamo un ruscello che scorre alla nostra sinistra. Alla destra c'è sempre il Torrente Nozza.
Anche qui, con un ponticello, è possibile effettuare una piccola deviazione e attraversare il torrente per vedere sulla sponda destra quanto resta
della Calchera Dolcetti.
Proseguendo invece alla sinistra del torrente, saliamo alcuni gradini di legno e dopo una passerella raggiungiamo i ruderi della Fucina Furche, posta sulla
sinistra. Attorno vediamo parecchio muschio che indica quanto questa zona sia umida e quasi sempre in ombra.
Superiamo altre due passerelle la prima delle quali su un ramo del torrente.
Poco prima di arrivare ad una gola, con un ponticello ci portiamo alla destra del torrente.
Proseguiamo con una passerella, sospesa sopra il corso d'acqua, accanto alla parete alla destra. A protezione verso sinistra ci sono dei paletti di
ferro che reggono un tubo nero. Alzando gli occhi vediamo in alto un ponte su cui scorre la carrozzabile.
Al termine della gola, un segnavia indica sulla sinistra l'inizio della "Stretta di Luina" e il sentiero giallo attrezzato (m. 480).
Proseguiamo in piano alla destra del torrente e raggiungiamo la "Tina de l'Ora" ovvero un tino per produrre aria.
Un cartello ne spiega le caratteristiche: "Era un marchingegno semplice e geniale. Sfruttava lo spostamento d'aria provocato dalla caduta
violenta dell'acqua dentro un piccolo abitacolo. L'aria così prodotta, veniva insufflata all'interno della fucina mediante tubazioni. Era utilizzata
per alimentare e rafforzare la fiamma dei fuochi ... ".
Con delle passerelle attraversiamo altre volte il torrente passando accanto ai ruderi della Fucina Boca e della Fucina Cereseol.
Saliamo poi alcuni gradini e raggiungiamo una grotta con una statua raffigurante una madonna. Alla destra il torrente forma una piccola cascata.
Proseguiamo verso sinistra con altre passerelle. Passiamo accanto ad una roccia sporgente.
Saliamo alcuni gradini di legno e sulla destra troviamo una pozza, con una piccola chiusa, a monte della cascata.
Poco più avanti arriviamo sulla carrozzabile asfaltata Casto-Alone. Un cartello indica che ci troviamo in località Sapei (m. 500).
Senza attraversare la strada, la seguiamo verso sinistra e, fatti pochi passi, prendiamo un sentiero che si stacca a sinistra tra gli alberi,
inizialmente in leggera salita e poi con maggiore pendenza. Alla sinistra c'è una alta parete di roccia.
Giunti in cima, camminiamo su delle passerelle. Alla destra, dove la parete scende ripidamente, ci sono delle protezioni realizzate con dei paletti
che reggono due tubi di gomma.
In seguito è una transenna di legno a fare da protezione.
Proseguiamo poi in leggerissima salita. Altri due sentieri confluiscono in quello che stiamo percorrendo, uno per lato.
Poco dopo raggiungiamo nuovamente la strada asfaltata. Un cartello indica Sapei nella direzione dalla quale proveniamo (m. 525).
Anche questa volta non attraversiamo la carrozzabile ma proseguiamo con una stradina sterrata sulla sinistra. Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione.
Vediamo tre bolli di colore blu, giallo e rosso. Percorriamo un tratto in piano e poi iniziamo a scendere con il fondo in cemento.
Dopo una curva a sinistra la stradina torna ad essere sterrata e quasi in piano.
Raggiungiamo un piccolo ponte senza sponde con il quale attraversiamo un torrente (m. 485). Alla sinistra si stacca un sentiero. I segnavia indicano a
sinistra: Stretta di Luina; davanti: Rifugio Paradiso; dietro: Sapei.
Più avanti, superata una curva verso destra, torniamo a salire e raggiungiamo un altro bivio dove i segnavia indicano a destra i Piani di Alone e la
Cascata Pos de l'Acqua a km. 2. Proseguiamo diritto.
Più avanti troviamo uno slargo sulla destra. Percorriamo un tratto dove il bosco è più fitto.
Ignoriamo un sentiero sulla destra e continuiamo in piano (m. 500).
Torniamo poi a salire e troviamo un cartello che indica verso sinistra: Stretta di Luina, Ferrate 5 6 7 8 9 10, Ponte Tibetano. Proseguiamo diritto.
Subito dopo c'è una curva a sinistra mentre sull'altro lato c'è un rudere nei prati.
Proseguiamo in salita alternando tratti con maggiore o minore pendenza. Vediamo dei bolli di colore blu e giallo. Alcune canaline metalliche per lo
scolo dell'acqua attraversano la stradina. Alla sinistra c'è un bosco mentre alla destra, oltre pochi alberi, ci sono dei prati.
Raggiungiamo un altro bivio (m. 560) dove i segnavia indicano a sinistra: tutte le ferrate, Corna Zana (parcheggio), Sentiero Dispense. Qui si innesta
il sentiero rosso descritto nel terzo itinerario.
Pochi passi più avanti, lasciato un baitello a sinistra, troviamo un altro bivio. I segnavia indicano a sinistra: Rifugio Paradiso; a destra: Paisego,
Prealba. Andiamo a sinistra in leggera salita.
Troviamo poi sulla destra, un po' discosto dalla strada, una baita sulla quale c'è un pezzo di legno che reca le seguenti iscrizioni: "Loc. Luina,
Lat. Nord 45 gradi 41 primi 24,29 secondi; long. est 10 gradi 18 primi 31,11 secondi; alt. 590 mt. l.m."
Continuiamo in salita fino a trovare un cartello che indica davanti: Rifugio Alpini Paradiso; dietro: ferrate 5 6 7 8 9 10.
Proseguiamo quasi in piano tra alberi di castagno, querciole, roverelle e alcuni agrifogli.
Poi, in leggera salita, raggiungiamo uno slargo panoramico, con dei parapetti in legno sulla sinistra, dal quale la vista spazia verso l'abitato di Casto (m.
590).
Passiamo sotto una rudimentale porta di ferro tenuta in piedi da due catene e iniziamo a scendere.
Troviamo poi un altro piccolo slargo dove, sulla sinistra, c'è una cisterna di colore nero parzialmente interrata (m. 580).
Proseguiamo dapprima in leggera discesa e poi con maggiore pendenza. In basso a sinistra tra gli alberi, cominciamo a intravedere il Rifugio Paradiso.
Con un tratto pianeggiante raggiungiamo un inutile cancelletto in legno posto al lato della stradina.
Percorriamo altre due curve e poi riprendiamo a scendere.
Ignoriamo un sentiero che si stacca sulla destra.
Infine raggiungiamo lo spiazzo dove sono posizionati i servizi igienici del rifugio.
Giriamo a sinistra e, passando sotto una tettoia, arriviamo sul retro del Rifugio Paradiso (m. 530).
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello m. 180 -110
Data escursione: marzo 2011
Terzo itinerario: sentiero rosso
Come descritto nel primo itinerario, arriviamo a Casto e al Parco delle Fucine.
Parcheggiata la macchina nello slargo dopo il ponte (m. 460), ci incamminiamo verso sinistra.
Lasciamo a sinistra un baitello di legno e alla destra la Baita del Parco e il Ristoro "Càa dele Strèe".
Poco dopo arriviamo ad un trivio. A sinistra si scende verso un laghetto sopra al quale scorrono delle zip-lines; al centro un cartello indica il Rifugio Paradiso a
800 metri (vedi il primo itinerario); alla destra vengono segnalati il percorso attrezzato n. 18 e il sentiero delle dispense. Andiamo a destra in salita.
Ignoriamo il sentiero per la ferrata 2 che si stacca alla sinistra (m. 475).
Passiamo tra due rocce (m. 495).
Ad un bivio non segnalato andiamo a destra entrando in un boschetto di alberelli e percorrendo un tratto con poca pendenza.
Torniamo poi a salire; qui il sentiero è incassato nel terreno circostante.
Finalmente troviamo un bollo rosso che conferma che ci troviamo sul giusto percorso (m. 510).
Terminato il tratto incassato, continuiamo in leggera salita. Poi la pendenza aumenta.
Percorriamo un tratto pianeggiante protetto a destra con delle transenne in legno verso il ripido pendio.
Dopo un'altra breve salita, proseguiamo in piano. Il sentiero di divide ma solo per aggirare un masso.
Raggiungiamo l'uscita della ferrata 11, indicata da un cartello. A destra ci sono delle transenne (m. 540). Qui dobbiamo prestare attenzione ad
un sentiero non molto evidente, contrassegnato con un bollo rosso, che si stacca sulla sinistra. Prendiamo questo sentiero lasciando quello che
prosegue diritto verso l'uscita delle ferrate 10 e 5.
Dapprima in leggera salita nel bosco e poi con maggiore pendenza ci portiamo sulla stradina sterrata del percorso blu (m. 560).
Giriamo a sinistra e continuiamo, come giù descritto nella seconda parte del secondo itinerario, fino al rifugio.
Tempo impiegato: ore 0.40 - Dislivello m. 130 -60
Data escursione: marzo 2011
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