L'eremo di San Vigilio è situato tra i Piani di Lò e il Monte Prealba in Val Sabbia.
L'unica porta dell'edificio, scendendo tre gradini, da accesso ad un locale adibito a bivacco che contiene due tavoloni di legno, quattro panche, un camino e parecchia legna.
Dentro al bivacco, la parete alla sinistra altro non è che l'antica facciata della chiesa con una porta (purtroppo chiusa e vandalizzata) tra due finestre con le inferriate attraverso le quali è
possibile vederne l'interno. In alto ci sono degli affreschi cinquecenteschi. Sull'altro lato invece, un'altra porta conduce in un ripostiglio. Il tetto purtroppo presenta alcune aperture che lasciano
passare la pioggia probabilmente causate da un incendio che ha bruciato anche alcuni dei faggi secolari circostanti.
Su di un cartello a cura del Comune di Bione leggiamo:
"Santuario S. Vigilio Sec XVI
Il Santuario è dedicato a S. Vigilio Vescovo di Trento. Sorge su un poggio circondato da faggi a 1120m s.l.m.. Secondo la tradizione S. Vigilio, mandato in valle da Papa Damaso nel IV secolo per
condurre la sua predicazione, avrebbe trovato rifugio in questo luogo. Il tempio venne consacrato nel 1513, ma esiste una citazione più antica che fa riferimento ad un Santuario in loco risalente al
1470. Il Santuario è suddiviso in tre ambienti. L'ingresso è posto ad occidente ed immette in un locale illuminato da una finestra, che faceva riferimento ad un porticato chiuso nel Cinquecento.
Questo vano presenta a destra una piccola stanza adibita a rifugio, ed a sinistra la chiesa, alla quale si accede attraverso una porta fiancheggiata da finestre con inferriate. Sopra la porta, sulla
facciata originaria della chiesa, affreschi cinquecenteschi raffiguranti 'S. Giovanni Battista, Madonna col Bambino, S. Vigilio e S. Antonio Abate' accanto sopra la finestra, parzialmente tagliato da
questa, S. Vigilio. L'interno della chiesa è ad unica navata con tetto a capanna e travatura a vista, presenta tre campate con archi traversi e presbiterio. Nel presbiterio è presente una nicchia con
statua lignea del Santo Patrono contornata da una semplice soasa affrescata del 700. Nella navata destra affreschi cinquecenteschi che ritraggono 'S. Antonio Abate e S. Vigilio', ed un affresco,
datato 1511, di singolare significato storico. E' un ex voto facente riferimento ad una grazia ricevuta da tale Giovanni Maria Abbiatici 'preso nella rota de Bresa da Francesi' e liberato da S.
Vigilio. Due croci dipinte sulla parete della navata rappresenterebbero i segni della consacrazione del 1513. Nella campata di mezzo 'Madonna col Bambino, S. Vigilio ed altri Santi'. All'esterno della
chiesa, dov'era una piccola cappella del 1535 ora demolita, permane la parete di fondo dell'altare con parte di un pregevole affresco raffigurante 'Madonna col Bambino, S. Bernardo, S. Vigilio, S.
Emiliano, S. Giovanni Evangelista e S. Rocco'. La festa del Santuario, dagli anni Settanta, si celebra la prima domenica di Luglio."
Primo itinerario: da Bione
Usciamo dall'autostrada A4 a Ospitaletto (km. 206.2) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente.
Dopo il ponte sul Mella, giriamo a sinistra e ci immettiamo nella SP 345.
Superiamo Concesio e proseguiamo fino a Sarezzo dove, al km. 9.5 prendiamo la strada alla destra.
Seguiamo sempre le indicazioni per la Val Sabbia.
Più avanti la strada diventa la SP 79.
Superiamo alcune gallerie e il viadotto sul Garza.
Alla rotonda di Agnosine giriamo a sinistra e continuiamo con la SP 31 fino a Bione.
Arrivati alla Pieve di Bione, troviamo alla sinistra il Municipio e la Chiesa di Santa Maria Assunta. Lasciamo la macchina nel parcheggio sul lato destro della strada (m. 600).
Alla sinistra tra il municipio e la chiesa parte Via Avis. Alcuni cartelloni parlano di Bione.
Sono intitolati: "L'arte e i luoghi della devozione", Dimore signorili e architetture tradizionali", "Il
territorio e gli abitati", "Conca d'Oro. Itinerario cicloturistico per mountain bike". Su di un pannello davanti alla chiesa leggiamo tra l'altro: "Sorta intorno
al IV-V sec. la chiesa si innalza tuttora, con il medesimo orientamento, nel sito originario. In quel periodo attorno alla chiesa si stendeva il cimitero. La Pieve, inizialmente isolata, divenne intorno al
sec. X il centro di un piccolo castello, dove trovavano rifugio le popolazioni rurali in occasione delle scorrerie degli Ungheri. Nonostante i continui restauri alla fine del XVI sec. l'edificio era
malandato ed insufficiente; venne così decisa la costruzione di una nuova chiesa. Nel 1595 si posò la prima pietra e nel 1629 la chiesa venne consacrata."
Prendiamo Via Avis che subito gira a sinistra passando accanto ad un segnavia che indica la località Piano di Lò.
Proseguiamo in salita lasciando a destra l'Oratorio di Bione. Alla destra della strada c'è un muro mentre alla sinistra ci sono delle protezioni.
Ad un bivio trascuriamo Via Bersenico Sopra che continua diritto e seguiamo Via Avis che gira a destra (m. 615).
Subito dopo lasciamo a sinistra una mulattiera (Via Ricchino). Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua e continuiamo con la strada asfaltata tra le case.
Alla destra vediamo la chiesa dall'alto.
Ad un bivio andiamo a sinistra come indicato da una freccia gialla (m. 625).
Camminiamo tra due muri sormontati da reti metalliche.
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 630).
Ad un altro bivio lasciamo a sinistra Via Bersenico Sopra e andiamo a destra in salita con Via Emigrati del Lavoro (m. 640).
Alla sinistra abbiamo una rete sorretta da pali di legno e alla destra un prato.
Poco dopo un cartello segnala che siamo a Navezze. La strada si divide e andiamo a sinistra seguendo l'indicazione per i Piani di Lò (m. 645).
Continuiamo con minore pendenza. Alla sinistra abbiamo ancora la recinzione con pali di legno e una rete mentre alla destra c'è un muro.
Raggiungiamo un altro bivio (m. 655). I segnavia indicano, diritto in discesa: Via del Salto; a destra in salita: Via Pian di Lò. Andiamo a destra passando su di una grata. Un
segnale stradale vieta il transito ai mezzi con peso superiore alle 5 tonnellate.
Subito ignoriamo una stradina, coperta da due strisce in cemento, che si stacca alla sinistra e percorriamo una curva verso destra aggirando una casa recintata.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua.
Alla sinistra abbiamo alberi ed erba mentre alla destra sopra ad un cordolo in cemento c'è una rete di recinzione.
Troviamo un'altra grata. Lasciamo a destra una casa recintata (m. 675).
Continuiamo con il fondo in cemento. Alla sinistra c'è un muretto a secco.
Superiamo una grata formata da cinque tombini allineati e percorriamo una curva verso destra. Vediamo una freccia verde e una rossa (m. 680).
Presso un tratto quasi in piano lasciamo a sinistra un piccolo slargo (m. 685).
Torniamo a salire tra prati e alberi. Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 695).
Dopo una semicurva verso sinistra, raggiungiamo una biforcazione all'interno della quale troviamo una cappella con un piccolo campanile. All'interno un affresco raffigura San Gottardo attorniato
dalla scritta: "Sterne resistentes stante rege tolle iacentes" (m. 705).
Percorriamo un tratto in lievissima discesa e continuiamo quasi in piano. Alla sinistra ci sono delle protezioni mobili mentre alla destra vediamo un bollo giallo su un muretto.
Proseguiamo con poca pendenza ed entriamo in un bosco. Un segnale stradale avverte del possibile pericolo di frane; un altro indica il divieto di transito fuori dei tracciati stradali. Alla sinistra
c'è una staccionata di legno. Alla destra vediamo una madonnina dentro una nicchia nella roccia (m. 710).
Di tanto in tanto troviamo un bollo giallo.
Ignoriamo un sentiero che retrocede verso destra e, poco dopo, una stradina con il fondo in cemento che scende a sinistra (m. 720).
Pochi passi più avanti lasciamo a destra un sentiero segnalato da un cartello della "24 h Prealba Up and Down". Passiamo sotto a tre cavi e proseguiamo con delle serpentine appena accennate.
Continuiamo quasi in piano e, presso una curva verso destra, ignoriamo un sentiero che esce alla sinistra ed una sterrata che si stacca alla destra (m. 725).
Troviamo un cancelletto alla sinistra e uno slargo alla destra. Un segnale stradale avverte del possibile pericolo di frane. Un cartello informa che la raccolta dei funghi è consentita a tutti i non
residenti purché muniti dell'apposito permesso rilasciato dal Comune di Bione.
Subito percorriamo una curva verso sinistra. Alla sinistra ci sono dei paletti di ferro che reggono una rete a quadrotti.
Presso una curva verso destra riprendiamo a salire e passiamo sotto a tre cavi mentre alla sinistra c'è uno dei piloni che li sorreggono.
Attraversiamo un gruppetto di case. Alla sinistra troviamo un affresco raffigurante una Madonna che allatta Gesù Bambino (m. 740).
Continuiamo con poca pendenza. Alla destra vediamo una freccia gialla dipinta su di un muro di pietra.
Passiamo sotto tre cavi.
Un guard-rail inizia all'interno di una semicurva verso sinistra (m. 770).
Riprendiamo a salire. Alla destra ci sono delle roccette.
All'esterno di un tornante destrorso troviamo un piccolo monumento in memoria di due alpini. Un segnale stradale, rivolto verso coloro che percorrono la strada in senso contrario, segnala il pericolo di
frane (m. 790).
Terminate le rocce continuiamo nel bosco.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 795).
Quasi in piano, con il fondo di pietre cementate, superiamo una curva verso destra. In un prato alla sinistra troviamo una cappelletta contenente un affresco raffigurante la Crocifissione. Ignoriamo un sentiero
che si stacca alla destra (m. 805).
Passiamo sotto a tre cavi, la strada torna sterrata e raggiungiamo un bivio. I segnavia indicano, diritto: Piani di Lò, Rifugio Paradiso, Casto; a sinistra: San Bernardo, Rifugio Fanti, Bione.
Continuiamo diritto.
Alla sinistra oltre una staccionata c'è un grande prato con una pozza attorno alla quale vediamo un gregge di pecore. Ci sono anche due altalene e uno scivolo.
In leggera salita arriviamo ad un bivio (m. 815). I segnavia indicano, a destra: Rifugio Paradiso; dietro: San Bernardo, Rifugio Fanti di Bione; a sinistra: Eremo San Vigilio. Andiamo a sinistra in leggera discesa. La strada
torna ad avere il fondo in cemento e pietre.
Subito dopo alla destra troviamo il Rifugio degli Alpini di Bione intitolato Teresio Olivelli (m. 815).
Continuiamo quasi in piano e percorriamo una curva verso destra aggirando il rifugio. Alla sinistra c'è una fontana con l'acqua che cade dentro un masso scavato.
La strada diventa sterrata.
Ad un bivio i segnavia indicano diritto San Vigilio. Ignoriamo pertanto sia la strada alla destra che quella alla sinistra che si dirige verso una casa.
Proseguiamo con poca pendenza ed entriamo in un bosco.
Percorriamo due semicurve destra-sinistra. Alla destra ci sono delle pareti di roccia. Alla sinistra intravediamo una baita tra gli alberi (m. 835).
Rientriamo nel bosco.
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 840).
Un cartello appeso ad un albero segnala "la via dei Gobi".
Dopo una semicurva verso destra arriviamo ad un bivio (m. 855). I segnavia indicano a sinistra: San Vigilio; dietro: Piani di Lò, Rifugio Paradiso, Casto; verso destra non ci sono indicazioni. Continuiamo
verso sinistra in una faggeta.
Pochi passi e troviamo un altro bivio. I segnavia e due frecce verdi e rosse indicano l'Eremo di San Vigilio alla sinistra.
Dopo una semicurva verso sinistra riprendiamo a salire.
Superiamo due semicurve destra-sinistra. Nel prato alla destra vediamo un appostamento per la caccia (m. 875).
Subito dopo lasciamo a destra la stradina che conduce verso l'appostamento e continuiamo diritto quasi in piano.
Ignoriamo un sentierino che si stacca alla destra (m. 880).
In leggera salita percorriamo una curva verso destra e una semicurva verso sinistra.
Troviamo un piccolo ometto (m. 895). Lasciamo la sterrata che poco dopo termina presso un appostamento e prendiamo il sentiero alla destra.
Inizialmente il sentiero sale incassato tra roccette e terreno.
Continuiamo nel bosco con poca pendenza. Di tanto in tanto, come segnavia, troviamo delle strisce rosse.
Più avanti, quasi in piano, superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 925).
Proseguiamo in leggera salita con due semicurve destra-sinistra (m. 930).
Mentre percorriamo pochi passi quasi in piano troviamo un sentiero che si immette salendo dalla sinistra (m. 935).
Il sentiero si divide in due tracce parallele ma dopo una ventina di metri si ricompone.
Superiamo un breve tratto in salita (m. 940).
Continuiamo dapprima quasi in piano e poi in salita.
Per un tratto il fondo è parzialmente roccioso.
Proseguiamo con il sentiero incassato nel terreno circostante (m. 955).
Continuiamo con poca pendenza e su fondo in prevalenza roccioso (m. 960).
Torniamo a camminare su sentiero sterrato (m. 965).
Riprendiamo a salire. Il sentiero si divide e subito si ricompone (m. 975).
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 980).
Ora siamo attorniati da alberi più bassi (m. 990).
Una roccetta affiora nel mezzo del sentiero (m. 995).
La pendenza aumenta e il sentiero diventa più largo. Alla sinistra un altro sentiero scorre parallelo.
Unitisi i due sentieri proseguiamo con poca pendenza. Ignoriamo un sentiero che sale a destra (m. 1010).
Poco dopo il sentiero si divide e si ricompone (m. 1015).
Superiamo alcune serpentine appena accennate. Il sentiero è incassato tra roccette e terreno coperto dall'erba.
Continuiamo in salita. Il sentiero si divide e dopo una diecina di metri si ricompone (m. 1030).
Il sentiero si divide nuovamente per aggirare una gobbetta seguita da una roccetta affiorante. Alla sinistra, poco più sopra, vediamo un altro sentiero (m. 1040).
Continuiamo con il sentiero incassato, che sembra il letto asciutto di un torrente, aggirando delle roccette.
Ignoriamo un ripido sentiero che sale a destra segnalato da un bollo rosso e verde su di una pietra (m. 1060).
Riunitesi le due tracce parallele arriviamo ad un bivio dove troviamo un cartellone intitolato: "Bione. Il Santuario di San Vigilio e il Monte Prealba" (m. 1065). In alto a destra vediamo
l'Eremo di San Vigilio. Qui abbiamo due possibilità: prendere il sentiero che sale alla destra o prendere il successivo (più facile) che parte poco più avanti accanto ad una palina con vari segnavia.
- Con il primo sentiero andiamo a destra seguendo i bolli. Il sentiero poco dopo si divide e teniamo la destra, più agevole (m. 1065).
Le due tracce si riuniscono e subito percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1075).
Pochi passi dopo una curva verso destra ci immettiamo sul secondo sentiero (m. 1080).
- Con il secondo sentiero in leggera discesa raggiungiamo la palina con i segnavia 370 che indicano, diritto: Monte Prealba a ore 0.40, Punta Camoghera a ore 1, Passo Cavallo a ore 1.35; a destra: Eremo
San Vigilio a ore 0.10; dietro verso sinistra: Campi Buoni a ore a ore 1, Passo del Cavallo a ore 1.20. Andiamo a destra in leggera salita.
Subito percorriamo una curva verso destra e proseguendo troviamo il primo sentiero che si immette dalla destra.
Riunitisi i due sentieri continuiamo con poca pendenza tra erba e radi alberi, alcuni dei quali recano ancora i segni di un incendio.
Vediamo un bollo bianco-rosso su di una pietra alla sinistra (m. 1090).
Passiamo accanto ad alcuni grandi faggi.
Presso un tornante sinistrorso vediamo dei segnavia su di una roccia. Continuiamo in salita (m. 1100).
Davanti abbiamo l'Eremo e con poca pendenza lo raggiungiamo (m. 1110).
Tempo impiegato: ore 1.50 - Dislivello: m. 510
Data escursione: marzo 2020
Secondo itinerario: da Casto
Usciamo dall'autostrada A4 a Ospitaletto (km. 206) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente. Ci immettiamo poi nella SP 345 della Val
Trompia e andiamo a sinistra. Superate Gardone e Marcheno, arriviamo a Brozzo. Qua, al km. 29.2, deviamo a destra (cartello: Casto a km. 15) per imboccare la
provinciale III con la quale superiamo Lodrino e proseguiamo verso Casto.
Lasciamo a sinistra la strada per Comero (fraz. di Casto) e superiamo la località Dos del Grom e la frazione di Briale.
Prima di arrivare a Casto giriamo a destra (cartello Alone a km. 4, Rif. Paradiso).
Subito dopo aver superato il ponte sul Torrente Nozza ci troviamo davanti la Corna Zana, una parete di roccia attrezzata. Lasciamo la macchina in un
ampio spazio sterrato (m. 460).
La zona è famosa principalmente per:
- le sue ferrate disposte ad anello con tratti indipendenti per complessivi 500 metri di dislivello (al termine di ogni tratto si esce su un sentiero)
- le vie di arrampicata
- i "ponti tibetani" e le teleferiche "zip-line"
- la "Stretta di Luina", canyon lungo 300 metri, largo da uno a due metri e profondo circa 30 metri attraversabile con un percorso attrezzato
- le "Gola del Pisot" percorribile a piedi tramite ponticelli, passerelle e un passaggio sotto la cascata
- il "Parco delle Fucine", un complesso industriale del quale rimangono i ruderi (formato da sei fucine, un forno fusorio, una calchera
e un mulino) attivo fino al 1930 che produceva utensili in ferro utilizzando l'acqua del torrente come forza motrice
- alcuni sentieri che consentono di effettuare giri ad anello
Ci incamminiamo verso sinistra passando accanto all'insegna del Parco delle Fucine collocata sotto ad un tettuccio, a due cartelli che mostrano cartine della zona, ad
un leone di legno ai cui piedi c'è una fontana con l'acqua che cade in un tronco scavato e ad una riproduzione in legno dell'auto dei Flintstones.
Lasciamo a sinistra un baitello di legno e alla destra la Baita del Parco (info e attrezzature a noleggio) e il Ristoro "Càa dele Strèe".
Alla sinistra troviamo una scultura raffigurante un orso.
Poco dopo arriviamo ad un trivio. A sinistra si scende verso un laghetto sopra al quale scorrono delle zip-lines; a destra vengono segnalati il
percorso attrezzato n. 18 e il sentiero delle dispense. Prendiamo il sentiero in mezzo, contrassegnato da bolli blu e segnalato da un cartello che
indica il Rifugio Paradiso a 800 metri.
Saliamo sei gradini.
Poco dopo, alla destra inizia la ferrata n. 2 segnalata da un cartello marrone. Un altro cartello indica diritto le ferrate 3 e 4. Continuiamo quasi in piano con
un sentiero tra gli alberi. In basso alla sinistra vediamo il Torrente Pizzotto.
Superiamo una semicurva verso destra con vista su di una cascatella. Una roccetta affiora nel mezzo del sentiero.
Subito percorriamo una semicurva verso sinistra protetti da una staccionata.
Alla destra troviamo un tavolo e l'attacco delle ferrate 3 e 4. In alto vediamo una madonnina.
Su di un ponticello in cemento e con le sponde di legno attraversiamo il torrente verso sinistra (m. 470).
Subito dopo saliamo nove gradini, agevolati dalla presenza di un corrimano alla sinistra.
Alla destra c'è una scultura di legno posizionata sopra una roccia.
Continuiamo in leggera salita con il torrente alla destra.
Quasi in piano raggiungiamo uno slargo dove troviamo un tavolo con due panche in legno. C'è anche una bacheca con tettuccio alla quale è stato affisso
un cartellone intitolato "Fauna minore" che mostra le foto dei seguenti animali: natrice del collare, colubro, vipera, ramarro, rospi,
salamandra, rana, lumaca, lucertola e gambero.
Tramite un ponticello in cemento con le sponde di legno passiamo alla destra del torrente.
Saliamo quindici gradini di legno infilandoci nella gola. Alla sinistra ci sono delle protezioni che fungono anche da corrimano.
Continuiamo quasi in piano a lato del torrente (m. 480).
Poco dopo lo attraversiamo per due volte (la prima verso sinistra e la seconda verso destra) con altrettanti ponticelli.
Raggiungiamo un crocefisso collocato sopra ad un masso e lo aggiriamo alla destra (m. 485).
Con uno zig-zag destra-sinistra saliamo 3+3 gradini in cemento e, tramite un altro ponticello, passiamo alla sinistra del torrente dove troviamo una scultura in legno
raffigurante un uomo privo delle braccia.
Con il successivo ponticello torniamo alla destra del torrente.
Lasciamo a sinistra una cascatella.
Ora camminiamo, quasi in piano, sopra al torrente, su una lunga passerella in cemento e con le sponde di legno. Un cartello marrone preannuncia l'arrivo alla
Cascata Pisot (m. 495).
Raggiungiamo la cascata che scende davanti a noi. Le passiamo accanto, alla destra, e mentre veniamo raggiunti da alcuni spruzzi ci infiliamo in una grotta/tunnel.
Camminando alla destra del corso d'acqua, usciamo dall'altra parte.
Continuiamo in leggera salita su di un'altra passerella simile alla precedente e superiamo due semicurve sinistra-destra.
Il camminamento sospeso poi si sposta verso il bordo sinistro della gola. Sull'altro lato vediamo una grotta con una statua raffigurante una madonnina (m. 505).
Terminata la passerella, proseguiamo con un sentiero a lato del torrente.
Troviamo una bacheca con tettuccio alla quale è stato affisso un cartellone intitolato "Piccoli mammiferi" che mostra le foto dei
seguenti animali: riccio, scoiattolo, moscardino e ghiro.
Per un tratto alla sinistra ci accompagna un cavo corrimano.
Usciti dalla gola, saliamo verso sinistra alcuni gradini di pietra.
Ignoriamo un sentiero che si dirige a sinistra verso un rudere.
Attraversiamo una passerella realizzata con tronchetti di legno (m. 515).
Proseguiamo su di una sterrata coperta da ghiaietto.
Ad un bivio i segnavia indicano a sinistra: Piani di Lò, Rifugio Fanti Bione; diritto: Rifugio Paradiso Casto. Prendiamo il sentiero alla sinistra (m. 520).
Dopo pochi passi in salita continuiamo quasi in piano entrando nel bosco.
Giriamo a sinistra e attraversiamo un ruscello camminando sopra una passerella di legno.
Proseguiamo in salita con un largo sentiero.
Percorriamo una curva verso destra.
Dopo un breve tratto con poca pendenza continuiamo in salita.
Arriviamo ad un bivio dove trascuriamo il sentiero che prosegue diritto e continuiamo verso sinistra (m. 535). I segnavia indicano, a sinistra: Piani
di Lò, Rifugio Fanti, Bione; dietro: Rifugio Paradiso, Casto.
La pendenza aumenta (m. 545).
Percorriamo un tratto quasi in piano protetti a valle (sinistra) da una recinzione con pali di ferro che reggono tre cavi.
Presso un tornante destrorso trascuriamo un sentiero che continua diritto in discesa (m. 560). I segnavia indicano, verso destra: Piani di Lò, Rifugio
Fanti, Bione; dietro: Rifugio Paradiso, Casto.
Dopo un tratto in salita, percorriamo un tratto quasi in piano e uno con poca pendenza (m. 575).
Continuiamo quasi in piano seppur con lievi saliscendi (m. 580).
Superiamo un tratto in discesa e riprendiamo a salire (m. 575).
Proseguiamo quasi in piano. In basso a destra scorre un ruscello (m. 590).
Dopo pochi passi in discesa, quasi in piano percorriamo un ampio tornante sinistrorso allontanandoci dal ruscello.
Continuiamo in salita.
Percorriamo un lungo tratto con poca pendenza.
Presso una semicurva verso destra, un cartello indica le due direzioni: Rifugio Paradiso Casto e Rifugio Fanti di Bione (m. 625).
Poco dopo superiamo un tornante destrorso. Anche qui i segnavia segnalano i due rifugi.
Continuiamo con un tornante sinistrorso. Ora il sentiero è meno largo (m. 630).
Dopo un lungo tratto, percorriamo una semicurva verso sinistra (m. 660).
Stiamo camminando su di un crinale molto largo.
Continuiamo quasi in piano. Alla sinistra riusciamo a scorgere tra gli alberi dei ruderi in un prato. In lontananza vediamo il paese alla sinistra e
delle cime dall'altro lato.
Un'apertura tra gli alberi alla sinistra conduce in un prato. Continuiamo diritto con poca pendenza.
Superiamo due curve sinistra-destra (m. 670).
Alla sinistra troviamo un roccolo recintato al cui interno vediamo un appostamento per la caccia (m. 675).
Proseguiamo in lievissima salita.
Presso una curva verso sinistra i segnavia indicano, come al solito, le due direzioni. Continuiamo in leggera discesa.
Lasciamo a sinistra una piccola costruzione in cemento.
Percorriamo un tratto in discesa. Il sentiero, coperto dalle foglie, è poco visibile.
Ci immettiamo su di una stradina sterrata. Anche qui i segnavia indicano le due possibili direzioni (m. 670).
Quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo in discesa.
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso.
Andiamo ad immetterci su di un'altra sterrata (m. 665). Verso sinistra non ci sono indicazioni (stando alla cartina, andando a sinistra si arriva ad un
successivo bivio dove verso sinistra si va a Pile a verso destra a Pilette). I segnavia invece indicano a destra i Piani di Lò e dietro il Rifugio
Paradiso. Proseguiamo verso destra in leggera salita.
Vediamo un bollo bianco-rosso su di un albero (m. 675).
Il bosco termina.
Superiamo due semicurve destra-sinistra e continuiamo quasi in piano (m. 685).
Arriviamo a un quadrivio (m. 695). I segnavia indicano solamente: a destra i Piani di Lò e dietro il Rifugio Paradiso. La sterrata di fronte conduce verso una casa privata
che da lontano parrebbe una chiesa. Quella alla sinistra, stando alla cartina, si dirige verso Falghetto. C'è anche un cartello che segnala il divieto di pascolo.
Andiamo a destra in leggera salita.
Cominciamo a trovare delle canaline di ferro, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Ignoriamo una stradina che si stacca alla destra (m. 705).
Dopo due semicurve destra-sinistra trascuriamo una sterrata che esce alla destra in leggera discesa (m. 710). I segnavia indicano davanti i Piani di
Lò e dietro il Rifugio Paradiso.
Continuiamo in salita.
Ignoriamo una sterrata che si stacca alla sinistra (m. 725).
Presso un'ampia semicurva verso sinistra trascuriamo un sentiero che esce alla destra.
Guadiamo un affluente del Torrente Val Sorda che attraversa la strada (m. 735).
Continuiamo con poca pendenza.
Presso un tornante sinistrorso un cartello indica dietro: Falghet (m. 760).
Proseguiamo tra i faggi.
Superiamo due semicurve verso destra.
Da dietro-sinistra arriva un'altra sterrata (m. 765).
Percorriamo un'ampia semicurva verso sinistra (m. 770) seguita da altre semicurve dx-sx-dx con la sterrata incassata nel terreno circostante.
Quasi in piano, presso un tornante sinistrorso, attraversiamo il letto in cemento di un altro affluente che troviamo asciutto.
In leggera salita superiamo una semicurva verso destra (m. 790).
Continuiamo quasi in piano e ignoriamo un sentiero che sale a destra.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 795).
Proseguiamo in salita. La strada è coperta da due strisce di cemento.
Superiamo un'ampia curva verso destra.
Continuiamo in leggera salita con il fondo interamente in cemento.
Proseguiamo quasi in piano, su sterrato (m. 805).
Subito percorriamo due tornanti molto ampi, sinistra-destra.
Proseguiamo in leggera salita con la sterrata incassata nel terreno circostante.
Dopo un tratto quasi in piano continuiamo con poca pendenza. La sterrata si divide e si ricompone (m. 815).
Arriviamo ad un incrocio con cinque vie (m. 825). I segnavia indicano dietro il Rifugio Paradiso e a destra i Piani di Lò. Giriamo a destra e proseguiamo in discesa, con il
fondo in cemento, passando accanto ad un un cartellone intitolato: "Bione - La pecceta di Val dela Casina".
Superiamo delle serpentine appena accennate.
Un segnale stradale, rivolto verso coloro che procedono in senso contrario, vieta il transito ai veicoli e segnala che la strada è agro-silvo-pastorale.
Continuiamo con il fondo sterrato.
Ci immettiamo sulla strada descritta nel primo itinerario che in questo punto effettua una curva verso sinistra. Oltre la strada c'è una staccionata
che la separa dal grande prato dei Piani di Lò. I segnavia indicano, a sinistra: San Bernardo, Rifugio Fanti di Bione; dietro: Rifugio Paradiso,
Casto; a destra: Eremo San Vigilio. Continuiamo verso destra con il fondo in cemento e pietre.
Poco dopo, alla destra, troviamo il Rifugio Olivelli (m. 815).
Continuiamo come descritto nella seconda parte del primo itinerario fino all'Eremo di San Vigilio con annesso bivacco (m. 1110)
Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello m. 675 -25
Data escursione: ottobre 2020
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