Il Rifugio Fanti di Bione è situato nei pressi della Cappella della Madonna del Salto.
Il complesso del rifugio e formato principalmente da un grande capannone, sempre aperto, che contiene parecchi tavoloni con relative panche.
Prima dell'ingresso, su di una grande lastra di marmo sono stati incisi i nomi dei Fanti di Bione caduti o dispersi durante la seconda guerra mondiale.
Di fronte al rifugio, sull'altro lato della strada, c'è una pozza ottenuta con il parziale sbarramento di un ruscello.
I primi due percorsi, di seguito descritti, prendono avvio dalla Pieve di Bione e pertanto possono essere uniti per formare un anello.
Primo itinerario: da Bione (con Via Salto)
Usciamo dall'autostrada A4 a Ospitaletto (km. 206.2) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente.
Dopo il ponte sul Mella, giriamo a sinistra e ci immettiamo nella SP 345.
Superiamo Concesio e proseguiamo fino a Sarezzo dove, al km. 9.5 prendiamo la strada alla destra.
Seguiamo sempre le indicazioni per la Val Sabbia.
Più avanti la strada diventa la SP 79.
Superiamo alcune gallerie e il viadotto sul Garza.
Alla rotonda di Agnosine giriamo a sinistra e continuiamo con la SP 31 fino a Bione.
Arrivati alla Pieve di Bione, troviamo alla sinistra il Municipio e la Chiesa di Santa Maria Assunta. Lasciamo la macchina nel parcheggio sul lato destro della strada (m. 600).
Alla sinistra tra il municipio e la chiesa parte Via Avis. Alcuni cartelloni parlano di Bione.
Sono intitolati: "L'arte e i luoghi della devozione", Dimore signorili e architetture tradizionali", "Il
territorio e gli abitati", "Conca d'Oro. Itinerario cicloturistico per mountain bike". Su di un pannello davanti alla chiesa leggiamo tra l'altro: "Sorta intorno
al IV-V sec. la chiesa si innalza tuttora, con il medesimo orientamento, nel sito originario. In quel periodo attorno alla chiesa si stendeva il cimitero. La Pieve, inizialmente isolata, divenne intorno al
sec. X il centro di un piccolo castello, dove trovavano rifugio le popolazioni rurali in occasione delle scorrerie degli Ungheri. Nonostante i continui restauri alla fine del XVI sec. l'edificio era
malandato ed insufficiente; venne così decisa la costruzione di una nuova chiesa. Nel 1595 si posò la prima pietra e nel 1629 la chiesa venne consacrata."
Prendiamo Via Avis che subito gira a sinistra passando accanto ad un segnavia che indica la località Piano di Lò.
Proseguiamo in salita lasciando a destra l'Oratorio di Bione. Alla destra della strada c'è un muro mentre alla sinistra ci sono delle protezioni.
Ad un bivio trascuriamo Via Bersenico Sopra che continua diritto e seguiamo Via Avis che gira a destra (m. 615).
Subito dopo prendiamo la mulattiera che si stacca alla sinistra (Via Ricchino) e lasciamo l'altro percorso (descritto nel secondo itinerario) che continua con Via Avis.
Saliamo tra due recinzioni. Alla destra ci sono degli alberi.
Percorriamo una curva verso destra (m. 625).
Al termine della mulattiera sbuchiamo su Via Martinelli e andiamo a destra tornando a camminare sull'asfalto.
Dopo un centinaio di metri giriamo a sinistra in Via Pergola.
Lasciamo a sinistra una santella.
Poco dopo davanti ad un lavatoio la strada si divide e prosegue a sinistra con Via Salto e a destra con Via Bersenico di Sopra. Andiamo a sinistra in leggera salita con Via Salto che ci condurrà fino al
Rifugio dei Fanti.
Continuiamo quasi in piano su sterrato (m. 645). Alla sinistra troviamo una panchina e un parcheggio con cinque posti auto. Un cartello segnala che da questo punto la strada è agro-silvo-pastorale.
Proseguiamo in leggera salita con il fondo in cemento.
Dopo aver superato un tratto tra gli alberi, troviamo in sequenza: una casa alla sinistra, un vigneto alla destra e un'altra casa alla sinistra.
Lasciamo a destra una casa recintata con un muro di pietre sormontato da una rete metallica (m. 660).
Percorriamo una curva verso sinistra.
Continuiamo su sterrato. In basso a sinistra vediamo le case di Bione.
Quasi in piano, alla destra troviamo una cappella con un portico. La cappella contiene un affresco raffigurante una Madonna con Bambino tra due santi (m. 670).
Subito dopo, un segnale stradale avverte che la strada è priva di segnaletica e di barriere protettive.
Alla destra troviamo la prima stazione (non starò a segnalarle tutte) di una Via Crucis che ci accompagnerà fino alla Cappella della Madonna del Salto.
Percorriamo una curva verso destra.
Superiamo un tratto in leggera discesa con il fondo in cemento.
Continuiamo quasi in piano su sterrato.
Presso una curva verso destra, alla destra troviamo la seconda stazione della Via Crucis. Su di una casa alla sinistra c'è una grande freccia che indica la direzione per Bione.
Proseguiamo in leggera discesa con il fondo in cemento.
Presso una curva verso sinistra guadiamo un ruscello che attraversa la strada su di un letto di cemento e pietre (m. 665).
Percorriamo un tratto con il fondo sterrato. Alla destra c'è una casa.
Continuiamo in leggera discesa con il fondo in cemento. Alla destra troviamo una vecchia costruzione rotonda, senza porta e senza tetto, realizzata con pietre massicce (m. 660).
Poco dopo alla sinistra troviamo un cartellone intitolato: "Bione. Segni del lavoro e di antichi abitatori."
Ignoriamo una stradina che si stacca alla destra.
Quasi in piano, con il fondo sterrato, superiamo una semicurva verso sinistra (m. 655).
Proseguiamo in leggera salita. Una sterrata, che si stacca alla destra, sale verso una casa che vediamo più in alto (m. 665).
Dopo un tratto quasi in piano continuiamo con poca pendenza.
Lasciamo a sinistra un vecchio fabbricato. Passiamo accanto alla sesta stazione della Via Crucis.
Alla destra c'è uno slargo.
Continuiamo quasi in piano. Un segnale stradale indica il pericolo di caduta massi.
All'interno di una curva verso destra troviamo un casello dell'acquedotto seguito da una grotta con una scultura raffigurante il volto di Paolo VI (m. 670).
In salita percorriamo una curva verso destra, con il fondo in cemento.
Torniamo a camminare su sterrato. Quasi in piano superiamo una curva verso sinistra.
Passiamo accanto alla settima stazione della Via Crucis (m. 675).
Dopo un tratto in leggera salita proseguiamo in lievissima discesa. Su di una roccia vediamo un segnavia rosso e verde.
Quasi in piano passiamo accanto all'ottava stazione della Via Crucis.
Ignoriamo una stradina cementata che scende a sinistra.
Raggiungiamo la nona stazione (m. 675).
Continuiamo in leggera salita.
Percorriamo un tratto in salita con il fondo in cemento.
Continuiamo quasi in piano con il fondo sterrato. Alla sinistra ci sono delle protezioni in ferro mentre alla destra ci sono degli alberi. In uno slargo alla sinistra troviamo l'undicesima stazione
della Via Crucis.
Proseguiamo in salita con il fondo in cemento. Alla sinistra ci sono delle protezioni di ferro e alla destra delle rocce.
Quasi in piano percorriamo una curva verso destra.
La strada torna ad essere sterrata. Continuiamo in leggera salita con delle protezioni di ferro alla sinistra.
Quasi in piano passiamo accanto all'ultima stazione della Via Crucis. Alla sinistra vediamo un ruscello che scorre parallelamente alla strada.
Lasciamo a sinistra una sterrata che si stacca in salita.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra troviamo un ponticello a schiena d'asino sul ruscello. Attraversandolo e poi salendo quattordici gradini si raggiunge la Cappella della Madonna del Salto.
All'interno ci sono tre quadri: quello centrale, sopra al piccolo altare, raffigura una Madonna con Bambino mente i due laterali illustrano episodi di guerra.
Dopo aver visitato la cappella continuiamo con la sterrata e, lasciamo a sinistra un'altro ponticello analogo al precedente.
Superiamo una semicurva verso destra.
Proseguiamo quasi in piano e, poco dopo, alla destra troviamo il Rifugio dei Fanti di Bione (m. 700).
Tempo impiegato: ore 0.55 - Dislivello: m. 115 -15 - Distanza: km. 2,170
Data escursione: marzo 2020
Secondo itinerario: da Bione (per i Piani di Lò)
Come descritto nel precedente itinerario parcheggiamo accanto dalla Chiesa di Santa Maria Assunta (m. 600).
Tra il Municipio e la Chiesa prendiamo Via Avis che subito gira a sinistra passando accanto ad un segnale stradale che indica il Piano di Lò.
Proseguiamo in salita lasciando a destra l'Oratorio di Bione. Alla destra della strada c'è un muro mentre alla sinistra ci sono delle protezioni.
Ad un bivio trascuriamo Via Bersenico Sopra che continua diritto e seguiamo Via Avis che gira a destra (m. 615).
Subito dopo lasciamo a sinistra la mulattiera (Via Ricchino) con la quale prosegue il primo itinerario più sopra descritto. Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua e continuiamo con la strada
asfaltata tra le case.
Alla destra vediamo la chiesa dall'alto.
Ad un bivio andiamo a sinistra come indicato da una freccia gialla (m. 625).
Camminiamo tra due muri sormontati da reti metalliche.
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 630).
Ad un altro bivio lasciamo a sinistra Via Bersenico Sopra e andiamo a destra in salita con Via Emigrati del Lavoro (m. 640).
Alla sinistra abbiamo una rete sorretta da pali di legno e alla destra un prato.
Poco dopo un cartello segnala che siamo a Navezze. La strada si divide e andiamo a sinistra seguendo l'indicazione per i Piani di Lò (m. 645).
Continuiamo con minore pendenza. Alla sinistra abbiamo ancora la recinzione con pali di legno e una rete mentre alla destra c'è un muro.
Raggiungiamo un altro bivio (m. 655). I segnavia indicano, diritto in discesa: Via del Salto; a destra in salita: Via Pian di Lò. Andiamo a destra passando su di una grata. Un
segnale stradale vieta il transito ai mezzi con peso superiore alle 5 tonnellate.
Subito ignoriamo una stradina, coperta da due strisce in cemento, che si stacca alla sinistra e percorriamo una curva verso destra aggirando una casa recintata.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua.
Alla sinistra abbiamo alberi ed erba mentre alla destra sopra ad un cordolo in cemento c'è una rete di recinzione.
Troviamo un'altra grata. Lasciamo a destra una casa recintata (m. 675).
Continuiamo con il fondo in cemento. Alla sinistra c'è un muretto a secco.
Superiamo una grata formata da cinque tombini allineati e percorriamo una curva verso destra. Vediamo una freccia verde e una rossa (m. 680).
Presso un tratto quasi in piano lasciamo a sinistra un piccolo slargo (m. 685).
Torniamo a salire tra prati e alberi. Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 695).
Dopo una semicurva verso sinistra, raggiungiamo una biforcazione all'interno della quale troviamo una cappella con un piccolo campanile. All'interno un affresco raffigura San Gottardo attorniato
dalla scritta: "Sterne resistentes stante rege tolle iacentes" (m. 705).
Percorriamo un tratto in lievissima discesa e continuiamo quasi in piano. Alla sinistra ci sono delle protezioni mobili mentre alla destra vediamo un bollo giallo su un muretto.
Proseguiamo con poca pendenza ed entriamo in un bosco. Un segnale stradale avverte del possibile pericolo di frane; un altro indica il divieto di transito fuori dei tracciati stradali. Alla sinistra
c'è una staccionata di legno. Alla destra vediamo una madonnina dentro una nicchia nella roccia (m. 710).
Di tanto in tanto troviamo un bollo giallo.
Ignoriamo un sentiero che retrocede verso destra e, poco dopo, una stradina con il fondo in cemento che scende a sinistra (m. 720).
Pochi passi più avanti lasciamo a destra un sentiero segnalato da un cartello della "24 h Prealba Up and Down". Passiamo sotto a tre cavi e proseguiamo con delle serpentine appena accennate.
Continuiamo quasi in piano e, presso una curva verso destra, ignoriamo un sentiero che esce alla sinistra ed una sterrata che si stacca alla destra (m. 725).
Troviamo un cancelletto alla sinistra e uno slargo alla destra. Un segnale stradale avverte del possibile pericolo di frane. Un cartello informa che la raccolta dei funghi è consentita a tutti i non
residenti purché muniti dell'apposito permesso rilasciato dal Comune di Bione.
Subito percorriamo una curva verso sinistra. Alla sinistra ci sono dei paletti di ferro che reggono una rete a quadrotti.
Presso una curva verso destra riprendiamo a salire e passiamo sotto a tre cavi mentre alla sinistra c'è uno dei piloni che li sorreggono.
Attraversiamo un gruppetto di case. Alla sinistra troviamo un affresco raffigurante una Madonna che allatta Gesù Bambino (m. 740).
Continuiamo con poca pendenza. Alla destra vediamo una freccia gialla dipinta su di un muro di pietra.
Passiamo sotto tre cavi.
Un guard-rail inizia all'interno di una semicurva verso sinistra (m. 770).
Riprendiamo a salire. Alla destra ci sono delle roccette.
All'esterno di un tornante destrorso troviamo un piccolo monumento in memoria di due alpini. Un segnale stradale, rivolto verso coloro che percorrono la strada in senso contrario, segnala il pericolo di
frane (m. 790).
Terminate le rocce continuiamo nel bosco.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 795).
Quasi in piano, con il fondo di pietre cementate, superiamo una curva verso destra. In un prato alla sinistra troviamo una cappelletta contenente un affresco raffigurante la Crocifissione. Ignoriamo un sentiero
che si stacca alla destra (m. 805).
Passiamo sotto a tre cavi, la strada torna sterrata e raggiungiamo un bivio. Di fronte arriva il percorso da Casto descritto nel terzo itinerario. I
segnavia indicano, diritto: Piani di Lò, Rifugio Paradiso, Casto; a sinistra: San Bernardo, Rifugio Fanti, Bione.
Prendiamo la sterrata alla sinistra, quasi in piano.
Sul lato destro della strada c'è un cartellone che parla dei Piani di Lò e del grande roccolo Bonomini.
Proseguiamo in leggera discesa. Alla sinistra ci sono gli alberi. Alla destra, oltre una staccionata e una fila di giovani noci, c'è un grande prato in fondo al quale vediamo il Rifugio degli Alpini
Teresio Olivelli.
Un rivolo attraversa su di un letto in cemento (m. 800).
Continuiamo quasi in piano.
Presso un tornante sinistrorso lasciamo a destra una casa.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra ci sono gli alberi, alla destra c'è una rete di recinzione.
Presso una semicurva verso destra superiamo un canalino di ferro per lo scolo dell'acqua. Il fondo diventa in cemento.
Poco dopo arriviamo ad un bivio (m. 815). I segnavia indicano, diritto: Eremo San Bernardo, Bione; a sinistra: Rifugio Fanti, Bione; dietro: Piani di Lò, Rifugio Paradiso, Casto. C'è anche una strada
non segnalata alla destra.
Prendiamo la sterrata alla sinistra, quasi in piano.
Presso una semicurva verso destra ignoriamo una stradina che si stacca alla sinistra e conduce ad un baitello.
Troviamo una canalina di ferro dentro una in cemento, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua.
In leggera discesa superiamo una semicurva verso destra.
Quasi in piano, lasciamo a sinistra una casa recintata (m. 805).
Continuiamo in leggera discesa, tra gli alberi, con un sentiero inizialmente largo.
Vediamo un bollo rosso e verde su di una pietra nel mezzo del sentiero.
Percorriamo una curva verso sinistra quasi in piano (m. 795). I segnavia indicano, davanti: Rifugio Fanti, Bione; dietro: Piani di Lò, Rifugio Paradiso, Casto.
Dopo pochi passi ignoriamo un sentiero che sale a destra. Qui troviamo altri segnavia identici ai precedenti.
Proseguiamo in leggera salita. Alla sinistra, oltre alcuni alberi, vediamo una casa in un prato.
Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 800).
Alla sinistra, poco più in basso,vediamo un cassottello verde.
Presso una curva verso destra troviamo altri segnavia che indicano, davanti: Rifugio Fanti, Bione; dietro: Piani di Lò, Rifugio Paradiso, Casto; con un sentiero che sale a destra: Eremo San Bernardo (m. 805).
Continuiamo quasi in piano.
Vediamo un segnavia verde e rosso su di un masso alla sinistra.
Proseguiamo in leggera salita. Ora il bosco è più fitto.
Quasi in piano percorriamo due serpentine appena accennate sinistra-destra.
Superiamo due tratti in leggera discesa intervallati da uno quasi in piano.
Delle basse roccette affiorano in mezzo al sentiero (m. 800). Di tanto in tanto troviamo un segnavia rosso e verde.
Dopo un tratto in discesa, quasi in piano percorriamo due semicurve destra-sinistra (m. 780).
In leggera discesa superiamo uno zig-zag sinistra-destra.
Il sentiero si divide in due che continuano in parallelo; quello alla sinistra è protetto a valle da una staccionata. Seguiamo quello alla destra che ci sembra più agevole (m. 770).
Scendiamo in modo abbastanza ripido.
Lasciamo a sinistra una grande gabbia (m. 755).
La pendenza diminuisce un poco.
Alla sinistra vediamo un appostamento per la caccia sopra al tetto di un baitello (m. 745).
I due sentieri paralleli ora si ricompongono (m. 735).
Continuiamo in leggera discesa (m. 725).
In basso alla sinistra, tra gli alberi, vediamo i tetti del Rifugio dei Fanti.
Presso una curva verso sinistra in discesa, ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra (m. 715).
Per un tratto alla sinistra ci accompagna una robusta staccionata.
Percorriamo una curva verso destra all'esterno delle quale c'è una rete (m. 710).
Dopo un tornante sinistrorso andiamo a sbucare su Via Salto. I segnavia indicano dietro: Piani di Lò, Rifugio Paradiso, Casto. Di fronte abbiamo una pozza.
Seguiamo la sterrata verso sinistra, quasi in piano.
Poco dopo alla sinistra troviamo il Rifugio dei Fanti di Bione (m. 700).
Tempo impiegato: ore 1.20 - Dislivello: m. 230 -130
Data escursione: marzo 2020
Terzo itinerario: da Casto
Usciamo dall'autostrada A4 a Ospitaletto (km. 206) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente. Ci immettiamo poi nella SP 345 della Val
Trompia e andiamo a sinistra. Superate Gardone e Marcheno, arriviamo a Brozzo. Qua, al km. 29.2, deviamo a destra (cartello: Casto a km. 15) per imboccare la
provinciale III con la quale superiamo Lodrino e proseguiamo verso Casto.
Lasciamo a sinistra la strada per Comero (fraz. di Casto) e superiamo la località Dos del Grom e la frazione di Briale.
Prima di arrivare a Casto giriamo a destra (cartello Alone a km. 4, Rif. Paradiso).
Subito dopo aver superato il ponte sul Torrente Nozza ci troviamo davanti la Corna Zana, una parete di roccia attrezzata. Lasciamo la macchina in un
ampio spazio sterrato (m. 460).
La zona è famosa principalmente per:
- le sue ferrate disposte ad anello con tratti indipendenti per complessivi 500 metri di dislivello (al termine di ogni tratto si esce su un sentiero)
- le vie di arrampicata
- i "ponti tibetani" e le teleferiche "zip-line"
- la "Stretta di Luina", canyon lungo 300 metri, largo da uno a due metri e profondo circa 30 metri attraversabile con un percorso attrezzato
- le "Gola del Pisot" percorribile a piedi tramite ponticelli, passerelle e un passaggio sotto la cascata
- il "Parco delle Fucine", un complesso industriale del quale rimangono i ruderi (formato da sei fucine, un forno fusorio, una calchera
e un mulino) attivo fino al 1930 che produceva utensili in ferro utilizzando l'acqua del torrente come forza motrice
- alcuni sentieri che consentono di effettuare giri ad anello
Ci incamminiamo verso sinistra passando accanto all'insegna del Parco delle Fucine collocata sotto ad un tettuccio, a due cartelli che mostrano cartine della zona, ad
un leone di legno ai cui piedi c'è una fontana con l'acqua che cade in un tronco scavato e ad una riproduzione in legno dell'auto dei Flintstones.
Lasciamo a sinistra un baitello di legno e alla destra la Baita del Parco (info e attrezzature a noleggio) e il Ristoro "Càa dele Strèe".
Alla sinistra troviamo una scultura raffigurante un orso.
Poco dopo arriviamo ad un trivio. A sinistra si scende verso un laghetto sopra al quale scorrono delle zip-lines; a destra vengono segnalati il
percorso attrezzato n. 18 e il sentiero delle dispense. Prendiamo il sentiero in mezzo, contrassegnato da bolli blu e segnalato da un cartello che
indica il Rifugio Paradiso a 800 metri.
Saliamo sei gradini.
Poco dopo, alla destra inizia la ferrata n. 2 segnalata da un cartello marrone. Un altro cartello indica diritto le ferrate 3 e 4. Continuiamo quasi in piano con
un sentiero tra gli alberi. In basso alla sinistra vediamo il Torrente Pizzotto.
Superiamo una semicurva verso destra con vista su di una cascatella. Una roccetta affiora nel mezzo del sentiero.
Subito percorriamo una semicurva verso sinistra protetti da una staccionata.
Alla destra troviamo un tavolo e l'attacco delle ferrate 3 e 4. In alto vediamo una madonnina.
Su di un ponticello in cemento e con le sponde di legno attraversiamo il torrente verso sinistra (m. 470).
Subito dopo saliamo nove gradini, agevolati dalla presenza di un corrimano alla sinistra.
Alla destra c'è una scultura di legno posizionata sopra una roccia.
Continuiamo in leggera salita con il torrente alla destra.
Quasi in piano raggiungiamo uno slargo dove troviamo un tavolo con due panche in legno. C'è anche una bacheca con tettuccio alla quale è stato affisso
un cartellone intitolato "Fauna minore" che mostra le foto dei seguenti animali: natrice del collare, colubro, vipera, ramarro, rospi,
salamandra, rana, lumaca, lucertola e gambero.
Tramite un ponticello in cemento con le sponde di legno passiamo alla destra del torrente.
Saliamo quindici gradini di legno infilandoci nella gola. Alla sinistra ci sono delle protezioni che fungono anche da corrimano.
Continuiamo quasi in piano a lato del torrente (m. 480).
Poco dopo lo attraversiamo per due volte (la prima verso sinistra e la seconda verso destra) con altrettanti ponticelli.
Raggiungiamo un crocefisso collocato sopra ad un masso e lo aggiriamo alla destra (m. 485).
Con uno zig-zag destra-sinistra saliamo 3+3 gradini in cemento e, tramite un altro ponticello, passiamo alla sinistra del torrente dove troviamo una scultura in legno
raffigurante un uomo privo delle braccia.
Con il successivo ponticello torniamo alla destra del torrente.
Lasciamo a sinistra una cascatella.
Ora camminiamo, quasi in piano, sopra al torrente, su una lunga passerella in cemento e con le sponde di legno. Un cartello marrone preannuncia l'arrivo alla
Cascata Pisot (m. 495).
Raggiungiamo la cascata che scende davanti a noi. Le passiamo accanto, alla destra, e mentre veniamo raggiunti da alcuni spruzzi ci infiliamo in una grotta/tunnel.
Camminando alla destra del corso d'acqua, usciamo dall'altra parte.
Continuiamo in leggera salita su di un'altra passerella simile alla precedente e superiamo due semicurve sinistra-destra.
Il camminamento sospeso poi si sposta verso il bordo sinistro della gola. Sull'altro lato vediamo una grotta con una statua raffigurante una madonnina (m. 505).
Terminata la passerella, proseguiamo con un sentiero a lato del torrente.
Troviamo una bacheca con tettuccio alla quale è stato affisso un cartellone intitolato "Piccoli mammiferi" che mostra le foto dei
seguenti animali: riccio, scoiattolo, moscardino e ghiro.
Per un tratto alla sinistra ci accompagna un cavo corrimano.
Usciti dalla gola, saliamo verso sinistra alcuni gradini di pietra.
Ignoriamo un sentiero che si dirige a sinistra verso un rudere.
Attraversiamo una passerella realizzata con tronchetti di legno (m. 515).
Proseguiamo su di una sterrata coperta da ghiaietto.
Ad un bivio i segnavia indicano a sinistra: Piani di Lò, Rifugio Fanti Bione; diritto: Rifugio Paradiso Casto. Prendiamo il sentiero alla sinistra (m. 520).
Dopo pochi passi in salita continuiamo quasi in piano entrando nel bosco.
Giriamo a sinistra e attraversiamo un ruscello camminando sopra una passerella di legno.
Proseguiamo in salita con un largo sentiero.
Percorriamo una curva verso destra.
Dopo un breve tratto con poca pendenza continuiamo in salita.
Arriviamo ad un bivio dove trascuriamo il sentiero che prosegue diritto e continuiamo verso sinistra (m. 535). I segnavia indicano, a sinistra: Piani
di Lò, Rifugio Fanti, Bione; dietro: Rifugio Paradiso, Casto.
La pendenza aumenta (m. 545).
Percorriamo un tratto quasi in piano protetti a valle (sinistra) da una recinzione con pali di ferro che reggono tre cavi.
Presso un tornante destrorso trascuriamo un sentiero che continua diritto in discesa (m. 560). I segnavia indicano, verso destra: Piani di Lò, Rifugio
Fanti, Bione; dietro: Rifugio Paradiso, Casto.
Dopo un tratto in salita, percorriamo un tratto quasi in piano e uno con poca pendenza (m. 575).
Continuiamo quasi in piano seppur con lievi saliscendi (m. 580).
Superiamo un tratto in discesa e riprendiamo a salire (m. 575).
Proseguiamo quasi in piano. In basso a destra scorre un ruscello (m. 590).
Dopo pochi passi in discesa, quasi in piano percorriamo un ampio tornante sinistrorso allontanandoci dal ruscello.
Continuiamo in salita.
Percorriamo un lungo tratto con poca pendenza.
Presso una semicurva verso destra, un cartello indica le due direzioni: Rifugio Paradiso Casto e Rifugio Fanti di Bione (m. 625).
Poco dopo superiamo un tornante destrorso. Anche qui i segnavia segnalano i due rifugi.
Continuiamo con un tornante sinistrorso. Ora il sentiero è meno largo (m. 630).
Dopo un lungo tratto, percorriamo una semicurva verso sinistra (m. 660).
Stiamo camminando su di un crinale molto largo.
Continuiamo quasi in piano. Alla sinistra riusciamo a scorgere tra gli alberi dei ruderi in un prato. In lontananza vediamo il paese alla sinistra e
delle cime dall'altro lato.
Un'apertura tra gli alberi alla sinistra conduce in un prato. Continuiamo diritto con poca pendenza.
Superiamo due curve sinistra-destra (m. 670).
Alla sinistra troviamo un roccolo recintato al cui interno vediamo un appostamento per la caccia (m. 675).
Proseguiamo in lievissima salita.
Presso una curva verso sinistra i segnavia indicano, come al solito, le due direzioni. Continuiamo in leggera discesa.
Lasciamo a sinistra una piccola costruzione in cemento.
Percorriamo un tratto in discesa. Il sentiero, coperto dalle foglie, è poco visibile.
Ci immettiamo su di una stradina sterrata. Anche qui i segnavia indicano le due possibili direzioni (m. 670).
Quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo in discesa.
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso.
Andiamo ad immetterci su di un'altra sterrata (m. 665). Verso sinistra non ci sono indicazioni (stando alla cartina, andando a sinistra si arriva ad un
successivo bivio dove verso sinistra si va a Pile a verso destra a Pilette). I segnavia invece indicano a destra i Piani di Lò e dietro il Rifugio
Paradiso. Proseguiamo verso destra in leggera salita.
Vediamo un bollo bianco-rosso su di un albero (m. 675).
Il bosco termina.
Superiamo due semicurve destra-sinistra e continuiamo quasi in piano (m. 685).
Arriviamo a un quadrivio (m. 695). I segnavia indicano solamente: a destra i Piani di Lò e dietro il Rifugio Paradiso. La sterrata di fronte conduce verso una casa privata
che da lontano parrebbe una chiesa. Quella alla sinistra, stando alla cartina, si dirige verso Falghetto. C'è anche un cartello che segnala il divieto di pascolo.
Andiamo a destra in leggera salita.
Cominciamo a trovare delle canaline di ferro, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Ignoriamo una stradina che si stacca alla destra (m. 705).
Dopo due semicurve destra-sinistra trascuriamo una sterrata che esce alla destra in leggera discesa (m. 710). I segnavia indicano davanti i Piani di
Lò e dietro il Rifugio Paradiso.
Continuiamo in salita.
Ignoriamo una sterrata che si stacca alla sinistra (m. 725).
Presso un'ampia semicurva verso sinistra trascuriamo un sentiero che esce alla destra.
Guadiamo un affluente del Torrente Val Sorda che attraversa la strada (m. 735).
Continuiamo con poca pendenza.
Presso un tornante sinistrorso un cartello indica dietro: Falghet (m. 760).
Proseguiamo tra i faggi.
Superiamo due semicurve verso destra.
Da dietro-sinistra arriva un'altra sterrata (m. 765).
Percorriamo un'ampia semicurva verso sinistra (m. 770) seguita da altre semicurve dx-sx-dx con la sterrata incassata nel terreno circostante.
Quasi in piano, presso un tornante sinistrorso, attraversiamo il letto in cemento di un altro affluente che troviamo asciutto.
In leggera salita superiamo una semicurva verso destra (m. 790).
Continuiamo quasi in piano e ignoriamo un sentiero che sale a destra.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 795).
Proseguiamo in salita. La strada è coperta da due strisce di cemento.
Superiamo un'ampia curva verso destra.
Continuiamo in leggera salita con il fondo interamente in cemento.
Proseguiamo quasi in piano, su sterrato (m. 805).
Subito percorriamo due tornanti molto ampi, sinistra-destra.
Proseguiamo in leggera salita con la sterrata incassata nel terreno circostante.
Dopo un tratto quasi in piano continuiamo con poca pendenza. La sterrata si divide e si ricompone (m. 815).
Arriviamo ad un incrocio con cinque vie (m. 825). I segnavia indicano dietro il Rifugio Paradiso e a destra i Piani di Lò. Giriamo a destra e proseguiamo in discesa, con il
fondo in cemento, passando accanto ad un un cartellone intitolato: "Bione - La pecceta di Val dela Casina".
Superiamo delle serpentine appena accennate.
Un segnale stradale, rivolto verso coloro che procedono in senso contrario, vieta il transito ai veicoli e segnala che la strada è agro-silvo-pastorale.
Continuiamo con il fondo sterrato.
Ci immettiamo su di un'altra sterrata che in questo punto effettua una curva verso sinistra. Oltre la strada c'è una staccionata
che la separa dal grande prato dei Piani di Lò. I segnavia indicano, a sinistra: San Bernardo, Rifugio Fanti di Bione; dietro: Rifugio Paradiso,
Casto; a destra: Eremo San Vigilio. Continuiamo verso sinistra in leggera discesa. (m. 815).
Alla destra, oltre la staccionata, ci sono due altalene e uno scivolo; in lontananza vediamo una pozza.
Arriviamo ad un bivio. Di fronte arriva la strada descritta nel secondo itinerario (m. 805). I segnavia indicano, a destra: San Bernardo, Rifugio
Fanti, Bione; dietro: Rifugio Paradiso, Casto. Andiamo a destra e continuiamo come descritto nella seconda parte del secondo itinerario.
Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello m. 405 -165
Data escursione: ottobre 2020
|