Il rifugio è situato nella Conca del Monte Farno.
Con la provinciale 671 risaliamo la Valle Seriana. Dopo aver superato Gazzaniga, all'altezza del km. 19.3, prendiamo sulla destra la provinciale 42 della Val
Gandino.
Dopo Leffe, arriviamo a Gandino. Seguendo la segnaletica, puntuale ad ogni bivio, ci dirigiamo verso il Monte Farno.
Poi, con una strada di recente costruzione, aggiriamo sulla destra la frazione Barzizza.
Superato l'abitato, all'esterno del primo tornante sinistrorso, parte il sentiero 549 descritto nel secondo itinerario (m. 880).
Continuando invece con la carrozzabile, fin quasi al termine dell'asfalto, raggiungiamo i parcheggi del Monte Farno (m. 1236).
La sosta è soggetta al pagamento di € 2 tramite "gratta e sosta" acquistabile presso: La Spiga d'Oro, Caffè Centrale,
Edicola Bar Antica Fontana, Il Vizio, Bar Sport e presso i Rifugi Monte Farno e Parafulmine.
Primo itinerario: in auto fin nei pressi
Lasciamo la macchina nell'ultimo parcheggio a fianco di una bacheca che riporta due cartine della zona in versione estiva ed invernale.
Ci incamminiamo lungo l'asfalto, in leggera salita, seguendo il segnavia n. 545.
Poco dopo troviamo sulla destra la stradina, con il fondo in cemento, dalla quale proviene il percorso descritto con il secondo itinerario (sent. 549A).
Proseguiamo diritto. Un segnale stradale indica che il transito è consentito solo ai mezzi autorizzati. Una scritta scolpita nel legno indica il
Rifugio
Parafulmine (km. 5 ore 1.30). Un altro cartello riporta le seguenti indicazioni: Pizzo Formico a ore 1.30 (sentiero 542), San Lucio a ore 2 (sentiero 508),
Rifugio Parafulmine a ore 1.30 (sentiero 545), Campo d'Avene a ore 1.40 (sentiero 545), Malga Longa a ore 2.40 (sentiero 545).
In leggera salita tra alcune case e prati recintati arriviamo ad un bivio dove lasciamo a sinistra la stradina che sale verso il roccolo del Morét (cartello:
Guagiöla).
Pochi passi più avanti troviamo una rudimentale cartina della zona scolpita nel legno e raggiungiamo il Rifugio Farno.
Tempo impiegato: ore 0.05 - Dislivello m. 14
Data escursione: dicembre 2009
Secondo itinerario: dal primo tornante della strada Barzizza-Monte Farno (sentiero 549+549A)
Lasciamo la macchina alla destra del primo tornante sinistrorso che troviamo lungo la strada che sale da Barzizza verso il Monte Farno.
All'interno del tornante c'è una grande pietra trasformata in monumento alla montagna. Nei pressi, una bacheca riporta una cartina della zona (m. 880).
Ci incamminiamo su di una stradina sterrata all'inizio della quale c'è una sbarra che troviamo aperta. Un cartello indica: 549 Guazza. Alzando gli occhi è già
possibile vedere la grande croce situata nei pressi del Bivacco Baroncelli e della Tribulina della Guazza.
Dopo pochi passi in piano, lasciato un cancello a sinistra, continuiamo in discesa con un sentiero tra gli arbusti.
Subito troviamo dei bolli bianchi e rossi che indicano a sinistra il sentiero con il quale risaliremo la montagna.
Nella prima parte dell'itinerario dovremo prestare un poco di attenzione (soprattutto al ritorno in discesa), perché il sentiero ha il fondo in pietrisco ed è
decisamente scivoloso.
Superato un boschetto di alberelli, percorriamo un breve tratto in piano con vista sulla vallata.
Poi giriamo a sinistra e saliamo ripidamente. Un cartello indica il divieto di transito ai mezzi motorizzati.
Troviamo subito un bivio senza indicazioni ed andiamo a sinistra. Poco dopo un cartello di legno con il segnavia 549 conferma che procediamo nella giusta
direzione.
Usciamo dal bosco. Pieghiamo a destra e, salendo a zig-zag, torniamo tra gli alberi.
Troviamo un palo, posto a terra a lato del sentiero per rinforzarlo (m. 930).
Continuiamo tra i noccioli con minore pendenza.
Sulla destra troviamo una piccola grotta (m. 945). Il bosco diventa più fitto.
Raggiungiamo il punto in cui il sentiero si affianca al letto di un torrente in secca (m. 960). Poi gira a sinistra (catene passamano all'esterno) e se ne
allontana.
Con alcune serpentine percorriamo un ripido tratto.
Troviamo una pietra con dei gradini, in mezzo al sentiero. C'è anche una piccola freccia rossa che indica la nostra direzione di marcia (m. 1005).
Percorriamo un breve tratto nel quale il sentiero sembra scavato nella roccia circostante. In questo punto vediamo un segnavia a bandierina con il n. 549 ed un bollo rotondo,
rosso all'interno e bianco all'esterno.
Un'apertura tra gli alberi lascia vedere il sottostante abitato e la vallata.
Percorriamo un traverso a sinistra (m. 1040) al termine del quale riprendiamo il ripido zig-zag.
Ancora un altro traverso, sempre a sinistra ma con minore pendenza. Il bosco diventa più fitto.
Riprendiamo a salire (m. 1080). Il sentiero si sdoppia, e prendiamo il ramo di destra più agevole. Poi torna a riunirsi.
Superiamo un altro tratto incassato nella roccia e alcune ripide serpentine.
La pendenza diminuisce (m. 1125).
Dopo una curva a sinistra, per un attimo usciamo dal bosco e percorriamo pochi passi tra erba e mughi. Continuiamo poi tra i noccioli (m. 1140).
Riprendiamo a salire con altre serpentine. Percorriamo un tratto incassato tra le rocce.
Continuiamo su sentiero sterrato, in leggera salita, e ancora nel bosco.
Poi riprendiamo a salire a zig-zag. Il bosco si infittisce.
Successivamente torniamo allo scoperto, quasi in piano, tra cespugli e alberelli (m. 1210).
Lasciamo a sinistra una ripida scorciatoia e continuiamo diritto. Dopo un tornante a sinistra tra pini mughi, ritroviamo i noccioli e la scorciatoia che si
innesta da sinistra.
All'uscita dal bosco davanti a noi vediamo la grande Croce dei Pastori.
Tra prati e qualche albero, pieghiamo a sinistra. Superiamo un paletto sul quale è stata dipinta una bandierina. Davanti vediamo la Tribulina della Guazza e la
bandiera del Bivacco Baroncelli.
Torniamo a salire e troviamo un cartello che indica il sentiero 549 Girù alle nostre spalle.
Poco dopo raggiungiamo una fontana e la tribulina. All'interno della cappella c'è un affresco, opera del pittore Ignazio Nicoli, raffigurante una madonna e la
scritta Mater Decor Carmeli. Sotto una veranda c'è una rudimentale panca fatta con una trave. Poco a destra c'è il Bivacco Baroncelli (m. 1260).
Alcuni segnavia indicano diritto la Capanna Ilaria e a sinistra il Monte Farno. Prendiamo dunque il sentiero 549A che, in piano, si dirige a sinistra.
Poi in leggera salita passiamo tra alcuni alberelli. Oltre il boschetto continuiamo quasi in piano e ben presto torniamo a camminare circondati da altri piccoli
alberi.
Terminati gli alberi proseguiamo tra i prati mentre alla sinistra il pendio precipita ripidamente tra erba e cespugli.
Nuovamente circondati da piccoli alberi, superiamo alcuni brevi saliscendi.
Dopo un tratto in leggera salita ed uno quasi in piano (m. 1285), scendiamo in un valloncello dove attraversiamo un rivolo (m. 1270) e risaliamo l'altro
versante.
Poi la pendenza diminuisce ed usciamo dal bosco.
Dopo due passi in discesa ed una breve salita continuiamo quasi in piano dapprima tra erba e cespugli e poi ancora circondati da piccoli alberi. In alto,
davanti, è ben visibile una grande casa.
Presso un ansa della montagna scendiamo verso sinistra e guadiamo un ruscelletto (m. 1280), poi risaliamo la sponda opposta.
Terminato il bosco, troviamo un bivio e prendiamo il sentiero a sinistra quasi pianeggiante tra prati, cespugli e alcuni alberi.
Con alcuni brevi saliscendi superiamo un altro boschetto poi continuiamo tra prati e cespugli alternando tratti in piano e in lieve salita. Volgendo lo sguardo
a sinistra, possiamo ancora vedere in lontananza la croce e il bivacco.
Troviamo un cartello che indica il sentiero 549A e la Tribulina Guazza nella direzione dalla quale proveniamo. Sulla destra c'è uno slargo. Ci immettiamo su di una
stradetta che, sulla sinistra, ha delle protezioni in ferro.
Poco più avanti ignoriamo una stradina con due strisce in cemento che sale a destra.
Continuiamo diritto con un prato alla destra. Troviamo poi un altro slargo, sempre a destra, mentre a sinistra lo sguardo può spaziare sulla vallata.
Lasciamo a destra un'altra stradina con due strisce in cemento e continuiamo in piano.
Troviamo poi un ampio sentiero che scende a sinistra.
Più avanti raggiungiamo una stanga che chiude l'accesso ai veicoli che dovessero provenire nella direzione opposta. Ci sono anche un cartello indicante che il
transito è consentito solo ai mezzi autorizzati e un sentiero che retrocede sulla destra (m. 1295).
Passiamo tra alcune case, dapprima in leggera discesa e poi in piano.
Giriamo poi a destra, ignorando un sentiero che si stacca sulla sinistra, e riprendiamo a scendere.
Oltre le case continuiamo tra i prati. Sulla destra troviamo un cartello con la scritta: Doss e Penaci m. 1250.
Passiamo tra una baita in legno e una grande ruota e raggiungiamo la strada asfaltata. Alla sinistra, poco più avanti, ci sono i parcheggi del Monte Farno.
Andiamo invece a destra in leggera salita seguendo le indicazioni per il Rifugio Parafulmine e, come descritto nel primo itinerario, in pochi minuti
raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.40 - Dislivello m. 465 -95
Data escursione: dicembre 2009
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