Il Rifugio Riella è situato sul versante ovest del Monte Palanzone in posizione panoramica sul sottostante Lago di Como e sulle Prealpi Lombarde.
Primo itinerario: dall'Alpe del Vicerè
Alla rotonda di Erba prendiamo la provinciale n. 639 in direzione Como.
Dopo due chilometri circa, giriamo a destra in Via Don Orione. Arrivati ad una rotonda proseguiamo sulla destra verso Albavilla.
Alla successiva rotonda andiamo ancora a destra seguendo le indicazioni per l'Alpe del Viceré e il Buco del Piombo.
Attraversando Albavilla, arriviamo in Piazza Fontana e giriamo a sinistra attorno alla chiesa di S. Vittore Martire. Raggiungiamo così due piazze unite:
Roma e Garibaldi. In fondo a quest'ultima prendiamo alla destra Via XX Settembre.
La strada poi cambia nome, diventa dapprima Via Roscio e poi Via Partigiana, e sale con vari tornanti fino al Parco del Viceré (m. 900).
All'ingresso del parcheggio troviamo un cartello con l'indicazione delle tariffe. Ore: 7.00-20.00 - Momentaneamente solo moneta.
Autoveicoli: 1.00 €/ora fino ad un massimo di 6 €/giorno periodo minimo di sosta 1 ora (corrispettivo minimo 1 €)
Motoveicoli: 1.00 €/ora fino ad un massimo di 2 €/giorno periodo minimo di sosta 1 ora (corrispettivo minimo 1 €)
Autobus: 5.00 €/ora fino ad un massimo di 30 €/giorno periodo minimo di sosta 1 ora (corrispettivo minimo 5 €)
C'è posto gratuito per una diecina di vetture sulla sinistra prima dell'ingresso.
Nei giorni di minore affluenza conviene proseguire con una strada asfaltata che, aggirando il parco sulla destra, dopo 400 metri conduce ad un altro
parcheggio gratuito, sotto gli alberi, nei pressi di un bar.
Lasciata la macchina, in ogni caso dobbiamo raggiungere quest'ultimo piccolo parcheggio e incamminarci in piano sulla stradina asfaltata. Un cartello
segnala il Rifugio Cacciatori a 150 metri.
Fatti alcuni passi, troviamo altri segnavia che indicano: Rifugio Cacciatori a ore 0.10, Capanna Mara a ore 1, Monte Palanzone a ore 2.10.
Camminiamo tra due recinzioni: alla sinistra c'è una staccionata e alla destra dei semplici cavi metallici,
Dopo pochi passi in salita, sulla sinistra troviamo una fontana. Continuiamo quasi in piano.
Lasciamo a destra un sentiero segnalato che scende alla Scala di Legno, Caino e alla Scala di Ferro. Un cartello segnala alla destra il confine della
Riserva Naturale; altri cartelli simili li troveremo in seguito.
Poco dopo, sulla sinistra, poco visibile tra gli alberi, c'è una madonnina.
Ancora pochi passi e raggiungiamo il cancello, generalmente aperto, che precede il Rifugio Cacciatori (m. 910).
La strada ora si restringe, diventa sterrata e procede in leggera salita. Di tanto in tanto troveremo una canalina per lo scolo dell'acqua. Un
cartello indica il divieto di accesso agli automezzi. Un altro segnala il percorso n. 23 per la Capanna Mara raggiungibile
in ore 0.40.
Successivamente lasciamo a sinistra un garage in lamiera.
Sulla destra invece, poco più avanti, troviamo una bacheca in legno con incisa la frase: "La montagna ci accoglie, viviamola con serenità". La stessa
frase la troveremo anche al bivio che precede la Capanna Mara.
Percorriamo un tratto in salita con il fondo in cemento e pietre, inizialmente con protezioni a destra.
Al termine della salita torniamo su fondo sterrato. Un cartello informa che ci troviamo al "Doss del Fràsan" (m. 955).
Proseguiamo con pochissima pendenza.
Troviamo poi, sulla sinistra, un monumento con gli stemmi dei comuni di: Tournon-sur-Rhone, Tain l'Hermitage, Fellbach e Erba. Una freccetta indica la
Mara su di una piccola piastrella. C'è anche un lungo sedile in pietra.
Subito dopo, sempre a sinistra, ci sono due panche in legno e una in pietra, accanto ad una fontana; un cartello avverte che l'acqua non è potabile.
Trascuriamo un sentiero sulla destra e riprendiamo a salire con il fondo in cemento e pietre.
Dopo una curva, ignoriamo un altro sentiero che si inerpica a sinistra (m. 965). Un cartello su di un albero segnala, in quella direzione, il
Bolettone. Un altro cartello, sul retro dello stesso albero, indica anche la Fonte Carrei e il Monte Broncino.
La stradina torna ad essere sterrata e procede dapprima quasi in piano e poi in leggera salita. In alto a destra, cominciamo a vedere tra gli alberi
il bianco edificio della Capanna Mara.
Percorriamo un breve tratto su pietre e cemento e poi torniamo a camminare su sterrato, quasi in piano e con delle protezioni in legno alla destra.
Alla sinistra troviamo una panchina (m. 980).
Proseguiamo in leggera salita su pietre e cemento. In due punti alla destra ci sono delle protezioni. Un ruscello attraversa passando sotto in un
tubo.
Percorriamo un breve tratto sterrato, poi continuiamo con il fondo in pietre e cemento e con delle protezioni alla destra.
Dopo pochi passi in leggera discesa, continuiamo in piano su sterrato. Alla sinistra vediamo una cavità sotto ad una roccia (m. 990).
Un cartello su di una betulla, informa che siamo arrivati a "Praa di Punt". Alla destra c'è una breve protezione in legno (m. 995).
Proseguiamo in leggera salita e, per un breve tratto, su pietre e cemento.
Poi, presso una curva a sinistra, troviamo una panchina sulla destra. La stradina ritorna sterrata (m. 1000).
Camminiamo in piano e poi in leggera salita. Il fondo ridiventa in pietre e cemento e poi ancora sterrato e pianeggiante. Alla sinistra vediamo una
pietra che può fungere da rudimentale sedile.
Nuovamente con il fondo in pietre e cemento, percorriamo una breve salita (m. 1020) che termina presso una curva a sinistra. Poco più avanti alla
sinistra, troviamo un'altra panchina. Proseguiamo quasi in piano su sterrato.
Attraversiamo una pineta. Un cartello avverte che siamo in località "Praa dal Panza" (m. 1025).
Dopo una curva a destra proseguiamo tra faggi, betulle e alberelli.
Dopo un tratto con poca pendenza, ne percorriamo un altro in salita con il fondo in pietre e cemento (m. 1035), seguito da un altro quasi in piano su sterrato.
Torniamo poi a salire nuovamente con il fondo in pietre e cemento.
Alla sinistra, presso una ampia curva all'esterno della quale c'è una staccionata di legno, troviamo una croce ai cui piedi una targa reca incisa
questa frase: "Io sono la via della verità e della vita. A ricordo dei pastori e contadini che con fatiche laboriose e oneste hanno coltivato questi
terreni. La parrocchia di Crevenna erige. 5 maggio 1991."
Siamo in località "La Lista" come indicato da un cartello su una betulla (m. 1065).
Proseguiamo in leggera salita su sterrato e troviamo altre due panchine sulla sinistra.
Poi la pendenza aumenta e il fondo diventa lastricato. Ignoriamo un sentiero che si stacca sulla destra (m. 1090).
Un cartello su un albero informa che siamo a "Praa Bosc" (m. 1105). Alla sinistra ci sono rade betulle e alberelli; alla destra degli abeti.
La Capanna Mara (m. 1125) è ormai di fronte a noi. Poco prima di raggiungerla la sterrata gira a sinistra. I segnavia indicano a sinistra: Bocchetta di Lemna a
ore 0.05, Bocchetta di Palanzo a ore 0.45, Rifugio Palanzone a ore 1; diritto, oltre la Capanna Mara: Monte Puscio a ore 0.20, Alpe del Prina a ore 0.45,
Caslino a ore 1.45. Sulla destra invece altri segnavia indicano in discesa il Sentiero della Dara: San Salvatore in ore 1.10, Erba FNM a ore 2.10.
Andiamo a sinistra e raggiungiamo il valico che mette in comunicazione la Val Bova e la Val di Gaggia (m. 1155). Siamo ad un bivio. Un cartellone
parla della Bocchetta di Lemna. Un cartello indica a sinistra il Rifugio Bolettone (da tempo chiuso) a 30 minuti e a destra il Rifugio Riella a 50 minuti. Altri
segnavia indicano a sinistra il Rifugio e il Monte Bolettone a 45 minuti. Alla sinistra ci sono tre rudimentali panche e una staccionata. Bello il
panorama verso nord sul Lago di Como e i monti della Valtellina e, sull'alto versante, sui laghetti che chiudono a sud il Triangolo Lariano.
Andiamo a destra in discesa. Di fronte vediamo il M. Palanzone sulla cui cima notiamo la cappelletta con il tetto a punta.
Scendiamo tra gli alberi fino alla Bocchetta di Lemma (m. 1115) dove incrociamo vari percorsi ben segnalati:
- diritto si prosegue lungo la dorsale verso la Bocchetta di Palanzo (a ore 0.30), il Rifugio Riella (a ore 0.40) e il Monte Palanzone (a ore 1.00)
- a sinistra il Sentiero dei Faggi retrocede aggirando il Bolettone da nord verso la Bocchetta di Molina (a ore 0.45)
- sempre a sinistra una stradina scende a Lemna (a ore 1.20 - Vedi la descrizione nella pagina dal Rifugio Capanna Mara)
- a destra un sentiero nel bosco ritorna alla Capanna Mara
- dietro vengono indicati il Rifugio e il Monte Bolettone (a ore 0.50)
Proseguiamo diritto quasi in piano. Tra gli alberi alla sinistra riusciamo a vedere il lago.
Dopo una curva a destra e prima della successiva a sinistra, alla destra troviamo un bel gruppo di rododendri e un masso sopra il quale è stata
collocata una madonnina.
Riprendiamo a salire e arriviamo ad una biforcazione (m. 1120). I segnavia indicano verso sinistra il sentiero che sale al Pizzo dell'Asino (a ore
0.15) e verso destra la prosecuzione della dorsale verso la Bocchetta di Palanzo (a ore 0.20). Seguiamo quest'ultima iniziando ad aggirare il pizzo
sul versante orientale dapprima quasi in piano e poi in salita.
Dopo una curva a sinistra, alla destra inizia una lunga protezione verso valle realizzata con paletti di ferro che reggono tre asticelle di legno.
Percorriamo poi una curva a destra oltre la quale proseguiamo con poca pendenza. Davanti vediamo il Palanzone; a destra le Grigne e il Resegone.
Dopo la successiva curva a sinistra percorriamo un tratto quasi in piano e privo della protezione a valle (m. 1155).
Torniamo poi a salire e, ad una curva a sinistra, la protezione ricomincia per poi terminare definitivamente alla successiva curva a destra (m. 1175).
Dopo un tratto quasi in piano, ne alterniamo altri due in salita ad uno con poca pendenza (m. 1185).
Riprendiamo a camminare quasi in piano e troviamo a sinistra il sentiero che scende dal Pizzo dell'Asino. I segnavia indicano davanti il Rifugio Riella a ore 0.15
e il Monte Palanzone a ore 0.30; a sinistra il Pizzo dell'Asino a ore 0.15 (dorsale per cresta); dietro la Bocchetta di Lemna a ore
0.25 e la Capanna Mara a ore 0.30.
Ancora pochi passi e raggiungiamo la Bocchetta di Palanzo che mette in comunicazione la Valle di Cairo a ovest e la Valle Piot a est (m. 1210).
Qui si innestano dalla sinistra una stradina con il fondo in cemento che sale da Palanzo (vedi il sesto itinerario) e, sull'altro versante, il
sentiero 5 da Caslino (vedi il quinto itinerario). I segnavia indicano a sinistra: Palanzo a ore 1.30; a destra: Alpe del Prina a ore 1, Caslino FNM a ore 1.50.
Pochi passi più avanti la stradina piega leggermente a sinistra mentre un ripido sentiero attacca la cima del Monte Palanzone e dalla destra arriva il
sentiero che sale da Rezzago (vedi il terzo itinerario). I segnavia indicano verso sinistra: Rifugio Riella-Palanzone (dorsale); diritto: Monte Palanzone
(dorsale per cresta); a destra: Bocchetta di Vallunga a ore 0.45.
Proseguiamo con la stradina iniziando ad aggirare il versante occidentale del M. Palanzone.
Tra radi alberi, alterniamo due tratti con poca pendenza ad uno quasi in piano.
Riprendiamo a salire su un fondo di pietre con bella vista alla sinistra sul Lago di Como.
Alterniamo due tratti in leggera salita su pietre cementate ad altrettanti quasi in piano su sterrato (m. 1245).
Dopo una curva a sinistra continuiamo tra prati scoscesi, con bella vista sul lago (m. 1255).
Torniamo a salire con il fondo in cemento e pietre (m. 1260).
Quasi in piano su sterrato percorriamo una curva a destra. Davanti vediamo la bandiera del Rifugio Riella.
Con un ultimo tratto in salita su cemento e pietre lo raggiungiamo.
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. 415 -40
Data escursione: dicembre 2012
Secondo itinerario: da Sormano
Con la provinciale 41 Vallassina, saliamo da Erba, superiamo il Lago del Segrino, Canzo e Asso.
Deviamo poi a sinistra, seguendo le indicazioni per Sormano e arriviamo alla Colma del Piano (m. 1124) dove terminava un tempo il fatidico Muro di
Sormano che toglieva il sonno anche ai più provetti ciclisti (pendenza 25%).
Poco dopo la colma troviamo due parcheggi a pagamento ai lati della strada (dalla ore 8 alle ore 20, tariffa minima Euro 0.80, 1 ora Euro 0.80,
giornaliero Euro 6).
Lasciata l'auto nel parcheggio alla sinistra, imbocchiamo un sentiero tra gli alberi, alla sinistra di una sterrata sbarrata. Il sentiero e la
sterrata sono divisi da una rete di colore verde.
In leggera salita ci immettiamo poi su di un'altra sterrata che arriva dalla colma e superiamo un cancello il cui scopo è quello di impedire il
transito ai veicoli.
Proseguiamo quasi in piano.
Dopo una ampia curva a sinistra, percorriamo un tratto in leggera discesa seguito da un altro in piano.
Iniziamo a trovare dei cartelli rossi con una punta che ignoriamo; si riferiscono al percorso della pista da sci di fondo che viene tracciata
d'inverno e che in parte copre la sterrata.
Raggiungiamo un incrocio. Alla sinistra ci sono un cancello di legno e il sentiero che scende dal Monte Falo; davanti ci sono una panchina ed un
pannello che parla del sistema carsico del Tivano; alla destra proseguono un sentiero e la sterrata. I segnavia indicano: Colma di Caglio m. 1129; a
destra: Rifugio Palanzone a ore 1.05, Monte Palanzone a ore 1.15, Grotte presso Colma Squarada; diritto: Caglio a ore 0.50; dietro: Colma di Sormano a
ore 0.15.
Continuiamo verso destra con la sterrata che dopo un tratto in piano prosegue in leggera salita. Un cartello su di un albero indica l'Alpetto di Torno
nella direzione dalla quale proveniamo (m. 1145).
Dopo un altro tratto quasi in piano, in leggera salita arriviamo ad un tornante sinistrorso dove ignoriamo due stradine che si staccano alla destra.
Proseguiamo in salita.
Percorriamo una curva a destra (m. 1160) e dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
La stradina ora è coperta da due strisce di cemento ai lati e da pietre ben sistemate nel mezzo (m. 1175).
In seguito ridiventa sterrata e prosegue dapprima in leggera salita e poi quasi in piano (m. 1210).
Attraversiamo uno slargo senza alberi e riprendiamo a salire nel bosco, ancora con il fondo in cemento e pietre.
Gli alberi diventano più radi. Alla sinistra c'è un sentiero che scorre in parallelo e poi si immette sulla stradina (m. 1230). Dietro viene indicato
il Rifugio Alpetto di Torno.
Proseguiamo con poca pendenza tra alcuni alberi. In alto a sinistra vediamo la cappella sulla cima del Palanzone e alla destra il M. San Primo.
Ignorando un sentiero a sinistra, con il fondo in cemento e pietre riprendiamo a salire nel bosco (m. 1240).
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire (m. 1260).
Percorriamo una ampia curva a sinistra (m. 1295) seguita da alcune serpentine poco accentuate.
Presso un ampio tornante sinistrorso vediamo un cartello che indica l'Alpetto di Torno nella direzione dalla quale proveniamo.
Terminata la salita, proseguiamo quasi in piano su sterrato. Attorno ci sono pochi alberi. In alto a destra vediamo la cima del Palanzone.
Superato un gruppo di faggi, ignoriamo un sentiero che prosegue diritto verso una palina che indica a sinistra in discesa il sentiero n. 1 e seguendo
la stradina giriamo a destra.
Ci troviamo ora su un ampio crinale dal quale possiamo ammirare il panorama sulle Prealpi Lombarde (m. 1335).
Iniziamo a trovare dei bolli giallo-rossi.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire, inizialmente con poca pendenza.
Al termine della salita (m. 1345) percorriamo un breve tratto in leggera discesa su cemento e pietre.
Continuiamo poi in discesa su sterrato, a mezza costa, alla destra della cresta prativa.
Indi con poca pendenza passiamo accanto ad alcuni alberi isolati.
Raggiungiamo la bocchetta di Caglio (m. 1297). Alcuni segnavia e delle scritte su un masso indicano davanti: Palanzone-Brunate; a sinistra: Caglio a
ore 1.30. Ignoriamo invece l'altezza indicata di m. 1124 che è palesemente errata.
Poco dopo il percorso si biforca e i segnavia indicano a sinistra: Dorsale per Cresta, M. Palanzone a ore 0.45, Bocchetta di Palanzo a ore 1; a
destra: Dorsale, Rifugio Palanzone a ore 0.30, Bocchetta di Palanzo a ore 0.40.
Lasciamo a sinistra la salita verso la vetta e proseguiamo verso destra quasi in piano tra gli alberi.
Troviamo un pendio prativo alla sinistra e poco più avanti una apertura tra gli alberi alla destra.
Rientrati nel bosco camminiamo con pochissima pendenza (m. 1310).
Percorriamo un breve tratto in leggera discesa con il fondo in cemento e pietre.
Alterniamo poi tratti in salita ad altri con poca pendenza.
Terminato il bosco, proseguiamo su sterrato quasi in piano con alcuni brevi saliscendi. Attorno ci sono pochi alberi.
Arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano davanti: Brunate; dietro: Colma-Bellagio, Colma di Sormano a ore 1.15, Monte San Primo a ore 3.15, a
destra: Piani di Nesso a ore 0.50, Monte Preaola a ore 0.45. Qui si innesta il percorso descritto nel quarto itinerario.
Poco più avanti, ignorando tracce di sentiero che, sulla sinistra, conducono verso la cima del Palanzone, raggiungiamo il Cippo Marelli e la Bocchetta
di Nesso (m. 1313).
Pieghiamo a sinistra e continuiamo in leggera discesa.
Passiamo accanto alla grata che chiude la Grotta Guglielmo (m. 1305).
Percorrendo un tratto privo di alberi cominciamo a vedere il rifugio e in basso a destra un tratto del Lago di Como.
Poi rientriamo nel bosco. Percorriamo una curva a destra quasi in piano (m. 1295).
Presso una curva a sinistra, ignoriamo una stradina che sale dalla destra.
Proseguiamo alternando tratti in piano o in lieve discesa. Una apertura tra gli alberi consente un'altra veduta sul lago.
Lasciamo a sinistra una fontana con vasca e poco dopo arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.20 - Dislivello: m. +252 -101
Data escursione: settembre 2012
Terzo itinerario: da Rezzago (sentiero 30)
Con la provinciale 41 Vallassina, saliamo da Erba, passiamo per il Lago del Segrino, Canzo e Asso. Deviamo poi a sinistra, prendendo la provinciale 44 per Rezzago.
Giunti in paese, superato l'Albergo Rezzago (di colore giallo, a tre piani), troviamo uno slargo sulla destra e vi lasciamo la macchina (m. 665).
Sull'altro lato della strada prendiamo Via Gorizia, una strada quasi in piano con una fila di parcheggi sul lato sinistro.
La strada poi diventa Via Maggiore e prosegue con il fondo di sampietrini.
Ad una biforcazione lasciamo a destra Via Carlantonio Binda e continuiamo diritto in discesa.
La strada diventa Via Annunciata Binda. Sulla parete di una casa c'è un affresco raffigurante una madonna con bambino (m. 660).
Ignoriamo Via del Torchio che sale a destra e continuiamo diritto in leggera discesa.
Alla destra troviamo una vecchia fontana di pietra con due canalini che la riempiono l'acqua (m. 655). Su di una lastra di pietra scolpita leggiamo: "Fontana dell'Acqua Bona. 1923. Potabile."
Alla sua sinistra un più recente ma meno prosaico cartello di latta dice: "Non bere. Acqua non potabile".
Subito dopo la strada si biforca. Alla sinistra si scende ad un parcheggio per cui, volendo, si potrebbe arrivare fin qui in auto tenendo presente che le strade sono piuttosto strette. Andiamo a destra con
Via per Enco, una strada asfaltata in salita all'inizio della quale superiamo due grate per lo scolo dell'acqua. I segnavia indicano a destra il Fungo n. 1 a 35 minuti; a sinistra i Funghi n. 2 e 3 a 30 minuti.
Dopo pochi passi un altro cartello segnala Enco a ore 0.35 con il percorso 32.
Troviamo un segnale stradale che preannuncia, fra 100 metri, il divieto di transito agli automezzi.
In modo abbastanza ripido percorriamo alcune semicurve.
Oltre l'abitato continuiamo con poca pendenza. Lasciamo a destra una stradina che sale verso una proprietà privata e proseguiamo diritto con delle protezioni alla sinistra. Da questo punto il traffico
è interdetto ai veicoli eccetto quelli ad uso agricolo e quelli autorizzati (m. 670).
Quasi in piano entriamo in un bosco e superiamo una grata per lo scolo dell'acqua; altre grate le troveremo più avanti, di tanto in tanto. Percorriamo una curva a sinistra (m. 680).
Alla sinistra ci sono delle protezioni formate da paletti di legno che reggono due cavi.
Troviamo altri tratti protetti alla sinistra. Passiamo accanto ad una panchina verde.
Percorriamo due semicurve destra-sinistra. Ai lati della stradina ci sono alcuni massi (m. 685).
Molto in alto scorrono dei cavi evidenziati da una palla di colore bianco e arancio.
Dopo un tratto su sterrato torniamo a camminare sull'asfalto. Alla sinistra ci sono delle protezioni (m. 695).
Al termine delle protezioni la stradina torna ad essere sterrata.
Percorriamo una semicurva verso destra.
In alto a destra vediamo una casa. Una stradina, con due strisce di cemento in corrispondenza del passaggio delle ruote, sale a raggiungerla.
Proseguiamo con delle semicurve appena accennate. Alla sinistra ci sono delle protezioni, alla destra c'è un muro di pietre a secco.
Ad una biforcazione, lasciamo a sinistra una stradina che scende al torrente e proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera discesa (m. 700).
Poco dopo, un'altra stradina si stacca alla sinistra, si congiunge all'altra scendendo verso il corso d'acqua che sentiamo rumoreggiare in basso.
Continuiamo quasi in piano.
Al termine delle protezioni alla sinistra, la strada prosegue in leggera salita su asfalto.
Alla destra troviamo una fontana con una vasca di pietra. Giriamo a sinistra e attraversiamo il torrente su di un ponte (m. 695).
Oltre il ponte la strada piega a destra. Alla sinistra, dopo una panchina scavata in un tronco, c'è un crocefisso e su di una targa leggiamo: "Associazione Nazionale Alpini Sezione di Como, Gruppo
Alpini Caglio-Rezzago e Giussano, 2 giugno 2010". Alla destra ci sono due panche, un masso e un tavolo con relative panche. Altre quattro panchine le vediamo più in basso alla destra.
Proseguiamo in salita e, dopo pochi passi, presso un tornante sinistrorso, ignoriamo una sterrata che prosegue diritto. Un cartello segnala, seguendo il tornante, l'Agriturismo Cascina Enco.
La pendenza diventa abbastanza ripida. Vediamo un bollo bianco-rosso su di un albero.
Percorriamo un tornante destrorso tagliabile con un sentiero (m. 715).
Alla destra ci sono alcune grandi pietre e una panca di legno. Alla sinistra scorre una piccola roggia per lo scolo dell'acqua.
Per alcuni metri un muretto di pietre fa da protezione alla destra.
Presso un tornante sinistrorso, alla destra troviamo dapprima delle pietre e poi un muretto. Ora anche la roggetta scorre alla destra della strada (m. 735).
In salita percorriamo un tornante destrorso che la roggetta taglia. Alla sinistra ci sono due panche di legno accostate ad angolo retto. In lontananza vediamo le Grigne (m. 750).
Alla sinistra c'è una corta staccionata.
In modo abbastanza ripido arriviamo ad un tornante destrorso, anche questo tagliato dalla roggetta e anche qui alla sinistra troviamo una corta staccionata. (m. 770).
In leggera salita raggiungiamo la Braga, una vecchia costruzione, contenente un camino e tre panche di pietra, che può essere un utile riparo in caso di intemperie. La troviamo alla destra della
stradina e vi si accede tramite un cancelletto chiuso da un chiavistello (m. 775). Qui c'è anche un bivio e i segnavia indicano
- diritto: Enco a ore 0.15, Monte Barzaghino a ore 1.10, Asso -da Enco- a ore 1.50, Agriturismo Cassina Enco;
- destra: Bocchetta di Vallunga a ore 0.40, Bocchetta di Palanzo a ore 1.30, Monte Palanzone a ore 2.00, Madonna di Campoè a ore 0.50, Caglio a ore 1.10;
- dietro: Rezzago a ore 0.35, Asso a ore 1.30.
Passando tra la Braga e un grosso masso squadrato, prendiamo la stradina sulla destra che ha il fondo di pietre cementate. Alla sinistra c'è un prato. Alla destra ci sono alcuni tavoloni e delle panche
tra gli alberi.
Percorriamo una curva a sinistra entrando in un bosco con radi alberi di castagno. Vediamo un bollo bianco-rosso (m. 785).
Cominciamo a trovare delle canaline di ferro per lo scolo dell'acqua di traverso alla stradina.
Superiamo una curva a destra (m. 795).
Vediamo un bollo bianco-rosso su di una pietra e delle targhette quadrate gialle sul tronco di alcuni alberi (m. 820).
Poco dopo ignoriamo una sterrata che sale a sinistra.
Ancora qualche passo e troviamo un cartello che segnala a sinistra: Cassina Enco; diritto: Caglio. Su di un masso, una freccia gialla e rossa e il segnavia 30 su fondo azzurro indicano davanti:
Palanzone, Rifugio Riella; dietro: Enco, Rezzago, Asso. Continuiamo diritto in salita con la stradina che ora è incassata nel terreno circostante (m. 830).
Troviamo alcune cunette poco profonde, di traverso alla stradina, per lo scolo dell'acqua.
Vediamo un segmento azzurro sul tronco di un albero ed un bollo bianco-rosso su di una pietra (m. 850).
Ora la stradina è incassata nel terreno in modo più profondo (m. 855)
In salita percorriamo una curva a sinistra molto ampia, seguita da una semicurva verso destra (m. 865).
La stradina diventa sterrata e procede quasi in piano. Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra.
Lasciamo a destra un cartellone con una cartina della zona, ormai illeggibile, posto a cura della Comunità Montana del Triangolo Lariano.
Subito arriviamo ad una biforcazione e proseguiamo diritto in leggera salita come segnalato da un bollo bianco-rosso, ignorando l'altra stradina che scende a destra.
Trascuriamo una traccia che sale a sinistra. Alla destra ci sono pochi alberi e possiamo vedere il panorama verso monti.
Arriviamo ad un bivio (m. 875). I segnavia indicano
- diritto in leggera salita: Bocchetta di Vallunga a 0.25, Bocchetta di Palanzo a ore 1.00, Monte Palanzone a ore 1.30;
- a destra in discesa: Madonna di Campoè a ore 0.30, Caglio a ore 0.45;
- dietro: Enco, Rezzago, Canzo, Asso.
C'è anche un picchetto di pietra sul quale è stata dipinta una crocetta in un cerchio azzurro. Continuiamo diritto con la stradina profondamente incassata nel terreno.
Poco dopo vediamo un bollo bianco-rosso.
Alla sinistra c'è un muretto di pietre. Superiamo una cunetta con in fondo in pietra, per lo scolo dell'acqua (m. 880).
Un'altra cunetta la troviamo all'inizio di una lunga curva verso sinistra. Vediamo un bollo bianco-rosso.
Presso una semicurva verso destra vediamo un bollo bianco-rosso (m. 905).
Il tratto incassato termina e arriviamo alla Bocchetta di Vallunga dove incrociamo altri percorsi (m. 910). I primi segnavia indicano a sinistra: Monte Barzaghino a ore 1.10, Croce di Pizzallo a ore
0.45, Enco, Dosso Mattone.
Pochi passi più avanti, altri segnavia indicano
- diritto: Cà della Volta, Bocchetta di Palanzo a ore 0.30, Rifugio Riella/Palanzone a ore 0.45, Colma di Sormano a ore 1.15;
- a sinistra: Foro Francescano a ore 0.40, Caslino FNM a ore 1.30;
- dietro: Enco a ore 0.25, Rezzago a ore 1, Asso FNM a ore 2.15.
Proseguiamo diritto con poca pendenza.
Riprendiamo a salire e percorriamo un tornante destrorso seguito da una semicurva verso sinistra (m. 915).
Dopo alcuni metri su cemento torniamo a camminare su sterrato. La stradina è profondamente incassata nel terreno circostante.
Superiamo una curva a sinistra (m. 935).
Subito dopo, incrociamo un sentiero e proseguiamo diritto dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Al termine del tratto incassato, percorriamo un tornante destrorso assai ampio (m. 945).
Superiamo una cunetta per lo scolo dell'acqua.
Percorriamo alcune serpentine.
Una stradina esce alla destra e subito rientra dopo aver aggirato alcuni alberi (m. 965).
Vediamo un bollo giallo-rosso su di una pietra (m. 970).
Troviamo una canalina che devia alla destra l'acqua piovana.
Lasciamo a sinistra un cancello (m. 980). Delle scritte in nero e delle frecce su di una pietra dipinta di giallo indicano davanti: Bocchetta di Palanzo; dietro: Asso. Continuiamo diritto con poca
pendenza. Ora la stradina è leggermente incassata nel terreno circostante.
Riprendiamo a salire e superiamo uno zig-zag sinistra-destra.
La stradina torna ad essere incassata nel terreno in modo più profondo. Percorriamo una curva a sinistra.
Continuiamo in leggera salita e superiamo una curva a destra (m. 990).
Subito dopo troviamo un'altra pietra con delle scritte e delle frecce in nero su fondo giallo: Località Cà della Volta; davanti: Palanzone; dietro: Asso. Alla destra c'è un rudere. Alla sinistra, un
po' in dentro e più in basso, vediamo una baita.
Continuiamo diritto in modo abbastanza ripido, su di un largo sentiero tra faggi e betulle, camminando sopra delle radici affioranti. Aggiriamo un albero, con un bollo bianco-rosso, cresciuto nel mezzo
del percorso (m. 1010).
La pendenza diminuisce un poco.
Percorriamo una curva a destra (m. 1020).
Vediamo un bollo bianco-rosso.
Superiamo tre tornanti: sx-dx-sx (m. 1040).
Con poca pendenza arriviamo ad un tornante destrorso oltre il quale riprendiamo a salire (m. 1050).
Una radice fa da gradino.
In leggera salita percorriamo una curva a sinistra incassata nel terreno e continuiamo con delle serpentine appena accennate (m. 1060).
Proseguiamo in salita camminando sopra delle radici affioranti.
Vediamo un bollo bianco-rosso su di una betulla nel punto in cui inizia un tratto incassato tra terreno e pietre (m. 1070).
Proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Passiamo accanto ad un piccolo ometto che precede uno zig-zag sinistra-destra (m. 1090).
Percorriamo un lungo tratto incassato nel terreno.
Presso due semicurve sinistra-destra lasciamo a destra un grande faggio (m. 1125).
Continuiamo con serpentine appena accennate (m. 1140).
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 1150).
Vediamo un bollo bianco-rosso sul tronco di un faggio (m. 1160).
Proseguiamo in leggera salita (m. 1190).
Ora camminiamo su delle radici affioranti mentre percorriamo il largo crinale alberato della Colma Piana, dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Proseguiamo quasi in piano e troviamo un bollo giallo-rosso (m. 1205).
Vediamo un bollo bianco-rosso su di una pietra e riprendiamo a salire.
Continuiamo con poca pendenza (m. 1215).
Arriviamo ad una biforcazione dove troviamo una madonnina posta a cura del Cai Asso e una targa con incisa questa preghiera:
"Signore amo la montagna perché proclama la tua magnificenza. I ghiacciai, le cascate, le immense distese di pini e di fiori annunciano la tua potenza e il tuo amore. Tutto questo, Signore dà
immensa certezza alla mia fede. Amo il sentiero che si inerpica fra i dirupi e la pista sul nevaio. Amo il rifugio che domina la valle perché caldo di ospitalità e amicizia elimina formalismi e
prevenzioni. Amo la guida che porta alle cime, perché ha il passo uguale e tenace. Tutto questo, Signore, ricorda che tu stesso sei "guida", che tu stesso hai tracciato e aperto una via. Signore, fa'
che tutte queste cose che io amo mi insegnino a rispettare sempre la montagna e a non sfidarla mai. Signore, fa' che porti sempre con me le voci dei monti, che mi avvicinano a te. Che io senta vivo il
senso di chi cammina con me."
I segnavia indicano
- verso sinistra aggirando il Monte Palanzone: Bocchetta di Palanzo a ore 0.10, Rifugio Palanzone e ore 0.25, Monte Palanzone a ore 0.40;
- diritto affrontando direttamente il ripido pendio che porta in vetta: Monte Palanzone a ore 0.25, Rifugio Riella a ore 0.35;
- dietro: Bocchetta di Vallunga a ore 0.20, Foro Francescano a ore 1, Caslino FNM a ore 1.25, Enco, Rezzago, Asso.
Poiché il Rifugio Riella si trova esattamente sul versante opposto, possiamo continuare salendo in vetta e scendendo l'altro versante oppure aggirando il Palanzone con uno stretto sentiero che si
dirige a sinistra verso la Bocchetta di Palanzo. La bocchetta viene qui segnalata a 10 minuti (ma ne occorrono il doppio) + altri 15 minuti per arrivare al rifugio.
Siamo in pieno inverno e pertanto riteniamo opportuno andare a sinistra aggirando il monte (m. 1220).
Con pochi passi ci abbassiamo verso sinistra per aggirare una placca di roccia sulla quale sono stati dipinti: bolli bianco-rossi e giallo-rossi, una freccetta nera e la scritta 30 Rif. Palanzone.
Proseguiamo con un sentiero in leggera discesa.
Superiamo un tratto dissestato in cui praticamente il sentiero si divide in tre parti.
Continuiamo con un buon sentiero tra alberelli.
Quasi in piano scavalchiamo un faggio sradicato (m. 1195).
Alla sinistra scende un ripido pendio alberato.
Superiamo un breve tratto in leggera salita ed uno in leggera discesa.
Proseguiamo quasi in piano attorniati solo da qualche albero (m. 1190).
Torniamo tra gli alberi e riprendiamo a salire.
Un segnavia su di una roccia indica dietro: 30 Asso.
Alterniamo due tratti con poca pendenza ad altrettanti quasi in piano. Vediamo un bollo giallo-rosso.
Percorriamo una curva a destra.
Continuiamo dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano tra prati e pochi alberi. Alla sinistra precipita un ripido pendio. Purtroppo la nebbia verso valle ci preclude il panorama (m. 1200).
Dopo alcuni passi in leggera salita, proseguiamo quasi in piano e rientriamo nel bosco.
In leggera salita percorriamo una semicurva verso destra e continuiamo quasi in piano.
Troviamo un altro albero sradicato e dobbiamo salire faticosamente alla destra per poterlo aggirare.
In leggera salita percorriamo una curva a destra.
Dopo un breve tratto in leggera discesa proseguiamo quasi in piano.
Con pochi passi in salita, raggiungiamo la Bocchetta di Palanzo che mette in comunicazione la Valle di Cairo a ovest e la Valle Piot a est (m. 1210). Qui giriamo a destra e ci immettiamo sul percorso
del primo itinerario. I segnavia indicano a destra con la stradina: Rifugio Riella, Palanzone, Dorsale; più a destra con un sentiero: Monte Palanzone -dorsale per cresta-; dietro: Bocchetta di Vallunga a
ore 0.45, Asso-Canzo FNM. Proseguiamo con la stradina iniziando ad aggirare il versante occidentale del M. Palanzone.
Tra radi alberi, alterniamo due tratti con poca pendenza ad uno quasi in piano.
Riprendiamo a salire su un fondo di pietre con bella vista alla sinistra sul Lago di Como.
Alterniamo due tratti in leggera salita su pietre cementate ad altrettanti quasi in piano su sterrato (m. 1245).
Dopo una curva a sinistra continuiamo tra prati scoscesi, con bella vista sul lago (m. 1255).
Torniamo a salire con il fondo in cemento e pietre (m. 1260).
Quasi in piano su sterrato percorriamo una curva a destra. Davanti vediamo la bandiera del Rifugio Riella.
Con un ultimo tratto in salita su cemento e pietre lo raggiungiamo.
Tempo impiegato: ore 2.20 - Dislivello: m. 645 -35
Data escursione: gennaio 2018
Quarto itinerario: dal Pian di Nesso
Con la provinciale 41 Vallassina, saliamo da Erba, passiamo per il lago del Segrino, Canzo e Asso.
Deviamo poi a sinistra, seguendo le indicazioni per Sormano e il Pian del Tivano e arriviamo alla Colma del Piano (dove inizia il secondo
itinerario descritto più sopra). Continuiamo poi in discesa raggiungendo il Pian del Tivano.
Superato tutto il vasto pianoro, iniziamo a scendere verso Nesso e ben presto troviamo una stradina asfaltata a sinistra (indicazione Pian
di Nesso, stabilimento Also/Enervit).
Prendiamo questa stradina, ignoriamo la deviazione a sinistra per l'agriturismo Locanda Mosè e continuiamo fino al bivio di fronte alla
Cappella degli Alpini dedicata alla Madonna della Neve. Qui termina l'asfalto.
Siamo in località Boccolo del Piano (m. 982). I segnavia indicano a destra: La Fregia a 0.45, Bocchetta di Nesso a 1.15, M. Palanzone a 1.45,
Bocchetta del Sciff a 1.30, M. Preaola a 2.10, M. di Palanzo a 2.10. Nessuna indicazione invece per quanto riguarda la stradina a sinistra.
Continuiamo pertanto sulla destra e, percorsi pochi metri, parcheggiamo la macchina nei pressi di un trivio.
Possiamo arrivare fin qui anche da Como con la statale 583 che costeggia la sponda interna del lago in direzione di Bellagio.
Superato Torno, prendiamo la provinciale 44 che sale a destra. Poco prima di arrivare al Pian del Tivano, giriamo a destra (indicazione Pian
di Nesso, stabilimento Also/Enervit) e proseguiamo come sopra descritto.
Nessun segnavia indica quale delle tra stradine sterrate dovremo percorrere.
Optiamo per la prima a sinistra e ci incamminiamo in piano tra due file di alberi.
Superiamo in successione tre cascine sulla sinistra e poi una a destra.
Arriviamo così in fondo al Pian di Nesso e continuiamo con un sentiero che si inoltra nel bosco e ben presto inizia a salire.
Percorriamo un tratto con poca pendenza incassato nel terreno e ignoriamo un sentiero a sinistra.
Poi la pendenza aumenta ma solo per un breve tratto.
Superiamo un cassottello di legno alla nostra sinistra procedendo in lieve salita tra prati e alberi.
Più avanti il bosco si infittisce e per un tratto il sentiero scorre ancora più basso rispetto al terreno circostante.
Quasi in piano superiamo un ruscello che troviamo in secca e subito riprendiamo a salire. Su di un albero un cartello indica il Palanzone.
Salendo ripidamente raggiungiamo un bivio accanto ad una vecchia baita diroccata. Dei cartelli indicano a sinistra la Fonte Fregia e a
destra il Palanzone.
Continuiamo verso destra quasi in piano e alla successiva biforcazione andiamo a sinistra.
Procediamo dapprima in leggera salita poi superiamo un tratto più ripido oltre il quale la pendenza torna a raddolcirsi.
Giunti in fondo alla valletta, troviamo un altro bivio ed andiamo a destra. Superiamo un ruscelletto (m. 1200) e continuiamo in piano
aggirando a mezza costa la valle.
Più avanti il sentiero gira a sinistra e continua sempre in piano tra faggi e betulle.
Più in basso sulla destra c'è la baita La Foppa; poco più avanti un rudimentale cancelletto chiude il sentiero che scende a raggiungerla.
Continuiamo in leggera salita e ci immettiamo su una stradina sterrata.
Un cartello indica il Palanzone a sinistra; pochi passi a destra invece portano alla Bocchetta del Sciff (m. 1254) dove incrociano quattro
sentieri e dove una palina segnavia indica sulla destra in discesa: Nesso per la Valle Nosè a 2.00; diritto: Bocchetta di Lavignac a 0.15,
M. Palanzo a 0.30, M. Preaola a 0.30; a sinistra: M. Palanzo per il Gaggio a 1.30; sulla nostra stradina invece:
Bocchetta di Nesso a 0.15, rif. Palanzone (Riella) a 0.30, M. Palanzone a 0.50.
Ci incamminiamo in piano verso il Palanzone sulla cima del quale si vede la parte alta della cappellina.
All'uscita del bosco, tra prati e qualche albero, saliamo ripidamente su fondo ben sistemato con pietre e cemento.
Quando la stradina ritorna sterrata e continua in lieve salita, notiamo sulla destra un sentierino che conduce al già visibile Cippo Marelli.
Possiamo prendere questo sentiero o continuare con la stradina che ben presto raggiunge la sterrata della Dorsale Lariana.
Nel punto di incontro vari segnavia indicano a sinistra la Colma di Sormano a 1.15 e il M. S. Primo a 3.15 mentre a destra vengono segnalati il
Rifugio Riella a 0.15, la Bocchetta di Palanzo a 0.30 e la Capanna Mara a 0.55.
Andiamo dunque a destra in piano.
Ignorando le tracce di sentiero che, sulla sinistra, conducono verso la cima del Palanzone, raggiungiamo la Bocchetta di Nesso e il Cippo Marelli (m. 1313).
Pieghiamo a sinistra e continuiamo in leggera discesa.
Passiamo accanto alla grotta Guglielmo e ad una fontana e arriviamo al Rifugio Riella.
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. +331 -38
Data escursione: marzo 2007
Quinto itinerario: da Caslino (sentiero 5 o 29)
Il paese di Caslino è raggiungibile in vari modi:
a) Alla rotonda di Erba proseguiamo diritto in Via Milano, alla sinistra del torrente. Raggiunta la successiva rotonda con fontana, prendiamo la terza uscita,
Via Volontari della Libertà. Allo stop giriamo a destra in Via Marconi. Troviamo poi un'altra rotonda e andiamo a sinistra in Via IV Novembre.
Entrati nel comune di Ponte Lambro, la strada cambia nome e diventa dapprima Via Fiume, poi Viale della Pace e infine Via Matteotti. Giunti al termine della
via, giriamo a sinistra e successivamente a destra immettendoci sulla provinciale 40. Andiamo a destra e poi prendiamo la prima a sinistra, Via IV Novembre,
dove inizia l'abitato di Caslino.
b) Alla rotonda di Erba imbocchiamo la provinciale n. 639 in direzione Como. Dopo km. 2 giriamo a destra in via Don Orione e continuiamo in leggera salita.
Raggiunta una rotonda, andiamo a destra immettendoci sulla provinciale 40. Dopo km. 4.3 troviamo a sinistra la Via IV Novembre di Caslino.
c) A Canzo prendiamo la provinciale 40 dall'inizio. Dopo km. 3.8 troviamo sulla destra Via IV Novembre.
Con la Via IV Novembre saliamo verso il centro di Caslino. Superato l'asilo, le strade diventano molto strette. Seguendo un cartello che indica un parcheggio,
percorriamo Via Matteotti e Via Garibaldi e raggiungiamo Piazza Mazzini dove lasciamo la macchina (m. 410).
Volendo, è possibile proseguire in auto fino all'Alpe Prina (m. 589). La strada è in parte asfaltata e in parte acciottolata. Bisogna però guadare un torrente e
ciò non è possibile in caso di acqua alta. A piedi invece non ci sono problemi in quanto è possibile passare su un ponticello alla sinistra.
Ricordo anche che, in questo tratto, passeremo per il Foro Francescano che merita sicuramente una visita e non un semplice attraversamento in auto.
Lasciata l'auto in Piazza Mazzini, ci incamminiamo verso il lavatoio. Qui, accanto ad una fontana, imbocchiamo Via San Giuseppe (praticamente è la prima strada
sulla destra entrando nella piazza).
Ben presto troviamo un bivio dove ci sono alcuni segnavia che indicano a sinistra (Via San Salvatore): San Salvatore a ore 0.50, Capanna
Mara a ore 2.30; e diritto (Via San Giuseppe): Foro Francescano a ore 0.15, Alpe Prina a ore 0.25, Capanna Mara a ore 1.55.
Poco dopo la strada diventa Via Palanzone. A sinistra ci sono il Parco degli Alpini e due fontane mentre a destra ci sono la Baita degli Alpini ed un altro
piccolo parcheggio. Un segnavia indica la Bocchetta di Palanzo a ore 2 (sentiero 29).
Superate le abitazioni del paese continuiamo tra gli alberi. A sinistra più in basso rumoreggia un torrente.
Sulla destra vediamo una targa che recita: "O pellegrino sali lento, lento, devotamente." Poco più avanti c'è un quadretto raffigurante la
Sacra Famiglia.
Dopo una curva a destra percorriamo un tratto in piano. Un cartello su un albero indica, davanti a noi, i sentieri: 5 Palanzone, 4 Capanna Mara, 3 Caglio.
Ora la strada non è più asfaltata. A sinistra c'è un cancello. Dell'acqua scende da destra.
Continuiamo in leggera salita e, superato un tratto transennato, troviamo sulla sinistra uno slargo e un casello dell'acquedotto.
Ignoriamo una stradina che sale a destra verso una casa. La strada torna ad essere asfaltata.
Poco dopo raggiungiamo la cappella del Cenacolo Francescano. La troviamo sulla destra. Ci sono anche un portico e una panchina (m. 495).
Arriviamo al guado (m. 505). Troviamo parecchia acqua e pertanto utilizziamo il ponticello in cemento con i parapetti in legno, parallelo alla strada, sulla
sinistra. Un cartello dice: Ponticello Val Lunga.
Ignoriamo un sentiero che sale a destra a lato di una villa bianca. Il fondo stradale ora è acciottolato. Il torrente scorre alla sinistra.
Un ruscello, ben incanalato, scende da destra e passa sotto la strada.
Percorriamo un altro tratto asfaltato con alcune case sulla destra, poi la stradina torna ad essere acciottolata.
Raggiungiamo il Foro Francescano (m. 540). A lato dell'ingresso, due piloni recano la scritta: "Pax Bonum".
Superiamo la Piazzetta delle Stimmate e percorriamo il Viale Maria Belli Gennari. A lato ci sono alcuni altari e varie edicole con rappresentazioni in cotto di
alcuni eventi della vita di San Francesco. I primi riguardano: Francesco rinuncia ai suoi beni; l'approvazione della regola; il santo istituisce il presepio;
San Francesco e il lupo di Gubbio.
Raggiungiamo un bivio. A destra vengono indicate Caglio e Sormano. Andando da quella parte, poco più avanti, altri segnavia indicano: Bocchetta di Val Lunga a ore 1.10,
Bocchetta di Palanzo a ore 1.40, Enco a ore 1.40.
Diritto invece vengono segnalate: Alpe del Prina a ore 0.15, Bocchetta di Palanzo a ore 1.45, Capanna Mara a ore 1.40.
Proseguiamo diritto e raggiungiamo la Piazzetta della Carità. A destra c'è una cappella, contenente un crocifisso, mentre a sinistra ci sono una fontana, una
panca e altre quattro edicole con le
seguenti raffigurazioni: il santo dona il proprio mantello; la morte del santo; il pianto della clarissa; la glorificazione.
Superato il foro e una piccola croce a memoria di una persona scomparsa, continuiamo nel bosco su strada male asfaltata.
Troviamo tre teleferiche che partono ai bordi della strada e salgono verso sinistra.
Ignoriamo un sentiero sulla destra all'inizio del quale un cartello indica il divieto di transito alle moto.
Siamo arrivati all'Alpe di Prina. Sulla destra c'è la trattoria Prina. Un segnavia indica davanti a noi la Bocchetta di Palanzo (sentiero 29).
Poco dopo troviamo un ponte in legno con il quale è possibile attraversare il torrente. Vari segnavia recitano: Alpe del Prina m. 589. Diritto: Bocchetta di
Palanzo a ore 1.20, Rifugio Palanzone a ore 1.35, Monte Palanzone a ore 1.50. A sinistra, oltre il torrente: Monte Puscio-Croce di Maiano a ore 1.25,
Capanna Mara a ore 1.30.
Andiamo dunque diritto. La strada ora è sterrata. Su un palo vediamo un segnavia a bandierina con il numero 5.
Lasciamo uno slargo a sinistra. Un cartello ribadisce il percorso 5 per la Bocchetta di Palanzo a ore 1.30. Da questo punto il transito è interdetto ai veicoli
(m. 600).
Percorriamo un tratto tra due recinzioni metalliche.
Un rivolo attraversa la strada. Lo scavalchiamo facilmente con un salto. A sinistra ci sono delle transenne.
Torniamo a salire e ben presto arriviamo ad un bivio dove un cartello indica a destra il percorso n. 5 per il Palanzone.
Subito dopo c'è un altro bivio e questa volta è una targhetta metallica a indirizzarci verso sinistra.
Più avanti attraversiamo il letto di un torrente in secca (m. 630).
Percorriamo un tratto incassato nel terreno e poi proseguiamo alla destra del torrente.
Raggiunta una valletta, la stradina termina.
Dobbiamo scendere a sinistra e attraversare il torrente. L'assenza di acqua ci evita un guado.
Sull'altra sponda troviamo un sentiero ed un cartello attaccato ad un albero che indica: n. 5, Palanzone, Rifugio Riella.
Saliamo nel bosco in modo abbastanza ripido.
Giunti ad un bivio, prendiamo il sentiero più ampio sulla destra (m. 695).
Più in basso a destra vediamo il letto del torrente che ci segue fino ad un tornante dove lo abbandoniamo girando a sinistra.
Troviamo poi un sentiero che sale da sinistra. Ad un tornante verso destra vediamo il segnavia a bandierina con il numero 5.
Il sentiero diventa più ripido. Giunti ad un bivio (m. 775) un cartello indica di andare a sinistra verso il Palanzone.
Poco dopo, iniziando a percorrere un lungo tratto incassato nel terreno, ne troviamo un altro che ribadisce la stessa indicazione.
Ignoriamo un sentierino sulla destra e arriviamo ad un altro bivio (m. 840). Il sentiero a destra è chiuso da alcuni tronchi e pertanto andiamo a sinistra.
Poco dopo vediamo una targhetta in metallo su di un albero che conferma la nostra destinazione: n. 5, Bocchetta Palanzone ore 1.
Terminato il tratto di sentiero più basso rispetto al terreno circostante, percorriamo alcuni metri quasi in piano. Un cartello di legno appeso ad un albero
informa che siamo alla Piana dà Bugèn (m. 860).
Torniamo subito a salire ripidamente tra faggi e betulle che più avanti lasceranno il posto ai castagni. Saliamo dapprima a zig-zag e poi in modo più ripido e
diretto.
Sotto una pietra obliqua e sporgente vediamo dipinte una bandierina e una freccia gialla che indica la nostra direzione di marcia.
Poi la pendenza diminuisce. Passiamo sotto ad un albero sradicato, posto di traverso, al quale è stato appeso un cartello che informa che ci troviamo in
Località Aröö (m. 935).
Poco dopo troviamo una madonnina sulla destra. Accanto ci sono due tronchi a guisa di rudimentali panche.
Torniamo a salire ripidamente. Il percorso è rinforzato con alcuni tronchi posti a sinistra, lungo il sentiero.
Alterniamo ora alcuni tratti pianeggianti con altri in salita. Alla sinistra il pendio è scosceso.
Troviamo un tubicino sulla destra dal quale sgorga dell'acqua fresca che poi attraversa il sentiero passandoci sotto (m. 990).
Saliamo con alcuni ripidi tornanti; poi, con minore pendenza, percorriamo un traverso verso destra.
Ad un bivio andiamo a sinistra in leggera salita (m. 1100).
Dopo un tornante verso destra, raggiungiamo una fontanella e una immagine sacra. Un cartello recita: "Funtanèn del Cavaèn - Signore dell'Alpe" (m. 1140).
Alterniamo altri due tratti in salita ed in piano; poi saliamo ripidamente verso sinistra con alcuni gradini di pietra e di legno fissati al suolo con degli
spezzoni di tubo.
Giunti quasi in cima troviamo un cartello che indica alle nostre spalle: Caslino e l'Alpe Prina.
Ancora pochi passi e raggiungiamo la Bocchetta di Palanzo (m. 1210) dove ci immettiamo sul percorso descritto nel primo itinerario. Qui i segnavia indicano
davanti a noi la stradina che scende a Palanzo in ore 1.30; alle nostre spalle: Alpe del Prina a ore 1, Caslino FNM a ore 1.50. Non ci sono altri segnavia
comunque a sinistra si va verso i Rifugi Capanna Mara e Bolettone e a destra verso il Rifugio Riella e
il Palanzone.
Andiamo dunque a destra, in piano.
Poco dopo troviamo sulla destra il sentiero 30 che sale da Rezzago (vedi il terzo itinerario).
Ignorato il ripido sentiero che sulla destra attacca la cima del monte, ne tagliamo il versante occidentale e, come descritto nell'ultima parte del
primo itinerario, arriviamo alla meta.
Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 865
Data escursione: marzo 2009
Sesto itinerario: da Palanzo (fraz. di Faggeto Lario)
A Como prendiamo la statale 583 con la quale costeggiamo la sponda interna del lago in direzione di Bellagio.
Dopo 8 km. arriviamo a Faggeto Lario dove imbocchiamo sulla destra la provinciale 43 che sale, con bella vista panoramica sul lago, verso le frazioni
di Molina, Lemna e Palanzo.
A Palanzo, prima di entrare in Piazza Fasola, troviamo i segnavia che indicano verso destra: Madonna del Soldo a ore 0.20, Lemna a ore 0.30, Bocchetta
di Palanzo a ore 2. Altri cartelli indicano la Strada Regia e il Percorso delle Pietre e dei Trovanti. Un segnale stradale vieta il transito ai veicoli.
Possiamo lasciare la macchina in questa piazza o, poco più avanti, nella attigua Piazza IV Novembre dove la strada termina accanto al cimitero (m. 545).
Seguendo l'indicazione per la Bocchetta di Palanzo ci incamminiamo verso il centro dell'abitato. Il fondo stradale è formato da sampietrini.
Subito troviamo una santella con la statua di una madonna. Qui la strada si biforca e continuiamo sulla sinistra in salita tra le case.
Più avanti sulla destra c'è una fontana (m. 565).
Un cartello stradale indica che stiamo percorrendo Via Pisciola. Su un muro ci sono tre piccoli segnavia: 1 rosso, 2 giallo, 3 azzurro.
Ora possiamo proseguire diritto con Via Bella verso la chiesa dedicata a S. Ambrogio e poi girare a sinistra con Via Palanzone, oppure prendere subito
una scorciatoia a gradini.
Troviamo poi un altro bivio (m. 580) dove i segnavia indicano a destra i percorsi n. 2 e 3, e a sinistra una stradina che poi diventa mulattiera e
sale con una ripida Via Crucis alla chiesa della Madonna del Soldo, bel punto panoramico sul lago a quota 636.
Andiamo a destra e saliamo in modo abbastanza ripido con un corrimano alla destra.
Lasciato un grande cancello alla sinistra, passiamo sotto un porticato dove sulla sinistra ci sono tre affreschi. Quello centrale, molto deteriorato
dal tempo probabilmente si riferisce ad una madonna, mentre i due ai lati raffigurano Santa Eurosia e San Grato.
Proseguiamo con una rete metallica alla destra. In basso a destra scorre un torrente.
Ignoriamo un sentiero a sinistra che conduce alla Madonna del Soldo in ore 0.15 e pieghiamo a destra attraversando il torrente con un vecchio ponte.
Subito dopo troviamo altri segnavia che indicano davanti la Bocchetta di Palanzo a ore 1.50 e la Bocchetta del Sciff a ore 1.20.
Un centinaio di metri più avanti Via Palanzone gira a sinistra, mentre un'altra strada più piccola prosegue diritto (m. 590).
Ora la strada è coperta da due strisce di cemento in corrispondenza del passaggio delle ruote.
Proseguiamo tra case e muretti di pietra ignorando un sentiero che si stacca alla destra (m. 605). Alla sinistra c'è un basso muretto.
Percorriamo un ripido tornante destrorso (m. 615) seguito da una curva a sinistra dove passiamo sotto dei cavi. Poi la pendenza diminuisce un poco.
Su di una casa torniamo a vedere i segnavia con i numeri 1, 2 e 3. Ora la strada è acciottolata.
Lasciamo a sinistra una stradina che si stacca tra le ultime case di Palanzo.
Alla destra c'è una rete metallica oltre la quale vediamo un cassottello.
All'inizio del bosco, troviamo sulla sinistra una cappella contenente un affresco che raffigura una madonna con bambino (m. 650).
Con il fondo in cemento percorriamo una curva a destra seguita poco dopo da un'altra a sinistra dove ignoriamo una stradina che prosegue diritto verso
una casa. Vediamo ancora i segnavia n. 1 e 2.
Saliamo in modo abbastanza ripido con le due strisce di cemento in corrispondenza del passaggio delle ruote. Poco più avanti sulla sinistra troviamo
un basso muretto di pietre.
Percorriamo alcune curve e semicurve. Da ambo i lati ci sono dei vecchi muretti.
Sulla sinistra vediamo dei muri di pietra di contenimento. La pendenza diminuisce un poco.
Alla destra si stacca un ampio sentiero (m. 705).
Vediamo un segnavia rosso-giallo-blu (m. 740).
Proseguiamo in leggera salita inizialmente con la strada incassata tra due muretti.
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra (m. 755).
Sulla sinistra troviamo una cappella contenente un pannello in cotto raffigurante una madonna (m. 760).
Poco dopo sulla destra c'è un cancello di legno e, più lontano vediamo una casa.
Riprendiamo a salire con due strisce di cemento.
Percorriamo una ampia curva a destra (m. 800).
Dopo una curva a sinistra, la strada diventa quasi pianeggiante.
Subito dopo arriviamo ad un bivio (m. 815). I segnavia indicano a sinistra in salita: Bocchetta di Nesso a ore 1.10; diritto in piano: Bocchetta di
Palanzo a ore 1.10. Entrambi i percorsi portano al rifugio. Scegliamo il secondo.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso con un muretto all'esterno.
Dopo una curva a destra torniamo a salire con due strisce di cemento, terminate le quali la strada diventa acciottolata (m. 830).
Proseguiamo in leggera salita. Presso una curva un rivolo attraversa la strada. Alla sinistra c'è una teleferica (m. 840).
Ora saliamo in modo abbastanza ripido con la strada rinforzata alla destra.
Poi la pendenza diminuisce un poco. Una teleferica la attraversa passandole sopra e termina la sua corsa alla destra (m. 860).
Ignoriamo un sentiero pianeggiante che si stacca verso destra (m. 880).
All'esterno di una curva a sinistra, vediamo un grosso masso coperto da rampicanti (m. 890).
Dopo un breve tratto con poca pendenza torniamo a salire.
Percorriamo ancora pochi passi quasi in piano con la stradina rinforzata verso destra dove precipita verso il sottostante torrente (m. 915).
Con due strisce di cemento percorriamo una curva a destra superando il letto del torrente che troviamo asciutto.
Poi riprendiamo a salire e superiamo un rivolo che attraversa (m. 935).
Torniamo a camminare quasi in piano con il sentiero inizialmente incassato nel terreno circostante. Poi ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra.
Accompagnati da vecchie protezioni in legno sulla destra arriviamo ad una curva a sinistra dove sulla sinistra troviamo un baitello di pietra privo
della porta e sul quale vediamo un bollo giallo-blu (m. 940).
Un tratto senza alberi, consente di vedere in alto a destra il Rifugio Riella e la cappella sulla cima del M. Palanzone.
Ignoriamo una sterrata che si dirige a destra verso una casa e dopo un tratto in leggera salita, riprendiamo a salire con le due strisce in cemento.
Superata una curva a sinistra, il percorso diventa abbastanza ripido e alla destra ci accompagna un torrente che scorre in un piccolo avvallamento (m. 965).
La pendenza diminuisce un poco e camminando su delle lastre di pietra arriviamo ad un tornante destrorso dove attraversiamo il torrente con un
ponticello di legno (m. 1000).
Ora saliamo ripidamente con le due strisce in cemento e con un muretto di pietre alla destra. Poi la pendenza diminuisce un poco.
Ignoriamo una sterrata che si stacca alla sinistra (m. 1040).
Camminiamo in leggera salita su delle lastre di pietra cementate.
Una apertura in alto tra i rami ci permette di tornare a vedere la cappella in cima al monte. Ora la pendenza è veramente minima (m. 1055).
Percorriamo un tornante destrorso guadando un torrente (m. 1075).
Poi superiamo un altro guado presso una curva a destra.
Percorriamo un tratto in salita con le due strisce in cemento seguito da un altro acciottolato con poca pendenza.
Lasciati a destra alcuni grandi faggi, riprendiamo a salire con le due strisce di cemento.
Presso una curva a sinistra troviamo una piccola baita sulla destra seguita da una stalla/fienile sulla sinistra (m. 1110).
Proseguiamo con una sola striscia di cemento, quella a destra.
Continuiamo alternando diversi tratti quasi in piano generalmente su sterrato ad altri con con poca pendenza o in salita accompagnati dalle due
strisce in cemento (m. 1125).
Ignoriamo poi un sentiero che sulla destra conduce verso un baitello (m. 1180).
Troviamo un altro baitello alla sinistra ed un prato alla destra.
Il fondo della stradina ora è interamente in cemento e alla destra vediamo un segnale stradale che indica il divieto di transito ai veicoli, rivolto
verso coloro che scendono.
Poco dopo raggiungiamo la Bocchetta di Palanzo (m. 1210). I segnavia indicano davanti: Alpe del Prina a ore 1, Caslino FNM a ore 1.50; dietro
Palanzo a ore 1.30. Non ci sono altri segnavia comunque a destra si va verso i Rifugi Capanna Mara e
Bolettone e a sinistra verso il Rifugio Riella e
il M. Palanzone. Qui ci immettiamo sulla Dorsale del Triangolo Lariano con la quale, come già descritto nell'ultima parte del primo itinerario, arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 730
Data escursione: maggio 2012
Note
Dopo esserci rifocillati ora è quasi obbligatorio salire in cima al Monte Palanzone.
|