Il Rifugio Alpetto di Torno è situato nella valle di Torno che dal Pian del Tivano sale verso l'Alpe Spessola e il Monte San Primo.
Primo itinerario: dal Pian del Tivano (anche in auto)
Con la provinciale 41 Vallassina, saliamo da Erba e superiamo il Lago del Segrino, Canzo e Asso.
Deviamo poi a sinistra, seguendo le indicazioni per Sormano e arriviamo alla Colma del Piano (m. 1124) dove terminava un tempo il fatidico Muro di Sormano che
toglieva il sonno anche ai più provetti ciclisti (pendenza 25%).
Continuiamo in discesa. All'inizio del Pian del Tivano, la strada spiana.
Poco dopo, sulla destra, superato l'agriturismo Binda, troviamo la stradina asfaltata che, risalendo la Valle di Torno, in due chilometri conduce al rifugio. I
segnavia indicano: Alpetto di Torno, Casello del Latte di Val Sorello, Alpe Grossa di Torno a ore 0.40, Alpe Spessola a ore 1, Monte S. Primo a ore 2.10. Siamo
a quota m. 985.
La stradina, con un po' di precauzione, è percorribile anche in auto. Bisogna però tener presente che è stretta, priva di protezioni a valle e l'asfalto non
sempre è in buone condizioni.
Chi intende salire a piedi, può lasciare la macchina nel grande slargo sterrato sulla sinistra della provinciale, proprio di fronte all'agriturismo.
Qui troviamo una bacheca con una cartina della zona. In lontananza la lunga costruzione del rifugio è già visibile.
Ci incamminiamo, praticamente in piano tra i prati, con due recinzioni ai lati fatte con paletti e funi metalliche.
Troviamo sulla sinistra le aziende agricole "Alp e Stavell" e "Munt del Pino" e poi l'allevamento "La Conca d'Oro".
La stradina passa tra le case e le stalle. Molti cavalli e altri animali pascolano nei pressi (m. 1000).
Continuiamo circondati da altre recinzioni, a volte con filo spinato.
Lasciamo a sinistra un pilone dell'alta tensione. Una freccia rossa sull'asfalto indica la nostra direzione.
Sulla sinistra troviamo una piccola costruzione utilizzata come deposito per mezzi agricoli. Su un albero, ben visibile a chi proviene dalla opposta direzione,
una freccia punta verso l'alto.
Dopo una curva, sulla sinistra troviamo un rudimentale cancelletto realizzato riciclando la rete di un letto.
Sulla destra c'è una protezione in legno verso il torrente che nel frattempo si è affiancato alla stradina.
Percorrendo un breve tratto in salita, lasciamo a sinistra i resti di una nevera e poi, in piano, le tre case dell'Alpe Pinot (m. 1025).
Troviamo due paletti ai lati (forse per tendere una catena) e un cartello che indica l'Alpetto di Torno davanti a noi.
Proseguiamo in leggera salita. In basso a destra ci accompagna il torrente.
Con un tratto quasi in piano raggiungiamo un tornante sinistrorso (m. 1055). Qui troviamo una mulattiera che prosegue diritto; seguendola per un centinaio di
metri possiamo raggiungere una fonte e l'Acquedotto dell'Alpe Scalot.
Continuiamo invece in salita seguendo la strada, dapprima tra alberelli e poi tra i prati.
Superato un tornante destrorso (m. 1080) davanti cominciamo a vedere il grande edificio del rifugio.
La pendenza diminuisce. Sulla sinistra, per un po', ci accompagna un muretto (m. 1100).
Poi riprendiamo a salire e percorriamo un tornante sinistrorso passando sotto i cavi dell'alta tensione.
Sulla destra troviamo un rudere davanti al quale c'è una vasca piena d'acqua.
Subito dopo superiamo un tornante verso destra. La pendenza diminuisce e, poco dopo, sulla sinistra troviamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 0.35 - Dislivello: m. 150
Data escursione: aprile 2010
Secondo itinerario: dalla Colma del Piano di Sormano (deviazione all'Alpe Spessola)
Come indicato all'inizio del precedente itinerario, arriviamo alla Colma del Piano (m. 1124).
Poco dopo troviamo due parcheggi a pagamento ai lati della strada (dalla ore 8 alle ore 20, tariffa minima Euro 0.80, 1 ora Euro 0.80, giornaliero Euro 6).
Alla destra del bar-ristorante alcuni segnavia indicano verso destra: Alpe Spessola a ore 1, Bocchetta di Terrabiotta a ore 1.20, Monte San Primo a
ore 2. C'è anche un cartello che indica l'Alpetto di Torno.
Ci incamminiamo in piano lungo una sterrata, che inizia disegnando un'ampia curva verso sinistra, tra alcuni alberi e con una recinzione con filo
spinato alla sinistra.
A destra, più in basso, scorre la provinciale. In questo primo tratto gli alberi sono in prevalenza betulle alla sinistra e faggi alla destra.
Lasciato a destra un grande faggio, percorriamo un breve tratto in leggera salita e con il fondo in cemento (m. 1130).
Ignoriamo poi un ampio sentiero sulla sinistra e continuiamo in piano su fondo sterrato.
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a camminare in leggera salita. Ora il fondo della stradina è ben sistemato con pietre e cemento.
Ritroviamo il fondo sterrato e continuiamo quasi in piano. Un sentiero si innesta dalla sinistra (m. 1175). Una freccia rossa su un faggio e altre
dipinte sulle pietre, indicano di proseguire diritto.
Nuovamente in piano, troviamo sulla sinistra uno slargo, seguito da un cancello e da una recinzione che chiudono l'accesso ad un prato nel quale
vediamo: una tettoia, una porta da calcio e una rete da pallavolo. Siamo alla Colma Cippei (m. 1185).
Percorriamo un tratto senza alberi, in leggera salita con il fondo in cemento e pietre poi, su fondo nuovamente sterrato, rientriamo nel bosco, qui
composto in prevalenza da alberelli. Una freccia rossa indica la nostra direzione di marcia.
In questo punto gli alberi sono in buona parte betulle. In alto a sinistra vediamo una piccola casa.
Con percorso quasi pianeggiante raggiungiamo uno slargo (m. 1205) dal quale sulla destra possiamo vedere i Corni e il Cornizzolo.
Rientriamo nel bosco e con pochissima pendenza superiamo un gruppo di abeti.
Raggiungiamo un prato dove incrociamo una stradina sterrata. I segnavia indicano: Colma del Bosco m. 1233; a sinistra: Alpetto di Torno; a destra:
Sormano a ore 1.20; diritto: Alpe Spessola a ore 0.20, Bocchetta di Terrabiotta a ore 0.40, Monte San Primo a ore 1.20. In basso a sinistra vediamo
gli edifici rossi dell'Alpe Grossa e il lungo edificio grigio del Rifugio Alpetto di Torno.
Per raggiungere l'Alpetto di Torno possiamo scendere a sinistra (vedi il terzo itinerario) ma decidiamo di proseguire fino all'Alpe Spessola dove
troveremo un percorso che porta al rifugio in modo più diretto.
Pertanto continuiamo diritto superando una fitta abetaia.
Poi troviamo altri alberi, in prevalenza betulle. La pendenza è quasi nulla.
Dopo una curva a sinistra, mentre camminiamo quasi in piano tra prati e radi alberi, possiamo vedere tutta la dorsale del San Primo.
Superiamo un bosco con faggi e alberelli vari, e poi altri prati (m. 1260).
Troviamo una stradina sterrata che si stacca sulla destra. Un segnavia indica, dietro di noi, Brunate a ore 5.50.
Continuiamo in leggera discesa tra gruppi di faggi. Una freccia rossa indica la direzione dalla quale proveniamo.
Subito dopo un sentiero scende a sinistra. Possiamo prendere questo sentiero oppure proseguire un poco, quasi in piano, fino a trovare una palina con
vari segnavia: Alpe Spessola m. 1237; diritto: Bocchetta di Terrabiotta a ore 0.20, Monte San Primo a ore 1; a destra: Sorgenti del Lambro a ore 1.10,
Magreglio a ore 1.35; a sinistra: Alpetto di Torno; dietro: Colma di Sormano a ore 0.40.
Scendiamo a sinistra, nei prati, seguendo una stradina inerbita. Attorno ci sono radi alberi. Davanti in lontananza vediamo il M. Palanzone. Il
Rifugio Alpetto di Torno e l'Alpe Grossa sono ben visibili in basso e saranno il principale punto di riferimento in quando il percorso non sempre è evidente.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo in leggera discesa (m. 1230) e dopo una a destra in discesa ci immettiamo su di una sterrata.
Continuiamo quasi in piano.
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Dopo un breve tratto in discesa, scendiamo con minore pendenza (m. 1215).
Un sentiero si immette provenendo da dietro-destra.
La stradina inerbita, piega a sinistra ed entra nei prati dove pascolano delle mucche. Seguendola possiamo scendere fino ad intercettare una sterrata
dove bisogna andare a destra. Preferiamo non disturbare gli animali e rimanere al margine destro del prato dove, senza sentiero, seguiamo una
recinzione con quattro cavi di filo spinato sotto ad una fila di alberi (m. 1190).
Sul tronco di un grande faggio, una freccia dello Sci Club Sormano invita a proseguire (m. 1185).
Ora seguiamo un sentiero dapprima in discesa e poi con minore pendenza.
Lasciamo a destra una grande pozza-abbeveratoio per gli animali al pascolo e, scendendo a sinistra, ci immettiamo su di una sterrata collegandoci al percorso che
arriva dalla Colma del Bosco descritto nel terzo itinerario (m. 1155).
Subito percorriamo una curva a sinistra.
Dopo un tratto quasi in piano, in leggera discesa superiamo due curve, entrambe verso destra.
Troviamo un cavo con una maniglia teso tra due pali per impedire il passaggio degli animali. Un cartello raccomanda di riagganciarlo dopo il transito.
Proseguiamo quasi in piano.
Percorriamo un tornante sinistrorso. Alla destra c'è una obliqua parete di roccia (m. 1145).
Un cartello segnala il divieto di caccia.
Continuiamo quasi in piano con delle semicurve.
Dopo una curva a destra proseguiamo in leggera salita.
Arriviamo all'Alpe Grossa. Alla sinistra c'è la casa dell'alpeggio. Un cartello indica dietro: M. S. Primo, Spezzola; una freccia l'Alpetto di Torno davanti.
Poco dopo lasciamo a destra le stalle dell'alpeggio e proseguiamo in leggera discesa su di una stradina asfaltata (m. 1145). Alla sinistra c'è una
recinzione con paletti che reggono quattro cavi mentre alla destra un muro di pietre.
Continuiamo accompagnati alla destra da un muretto alto una trentina di centimetri.
Percorriamo un tratto quasi in piano attorniati da alberi e prati.
In leggera discesa superiamo una curva a sinistra all'interno della quale c'è una staccionata.
Dopo altre tre curve: dx-sx-dx raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.15 - Dislivello: m. 141-130
Data escursione: aprile 2010
Terzo itinerario: dalla Colma del Piano di Sormano (deviazione alla Colma del Bosco)
Come descritto nel precedente itinerario arriviamo alla Colma del Bosco (m. 1235).
Lasciamo la sterrata che prosegue lungo la dorsale verso l'Alpe Spessola e il San Primo e prendiamo una stradina sterrata che, in leggera discesa, scende a
sinistra nel bosco.
Troviamo poi uno slargo senza alberi e un bivio. Una freccia rossa su una pietra indica verso destra ma dobbiamo invece andare a sinistra.
Percorriamo una curva a sinistra. Poco prima di arrivare in una piccola radura, troviamo un sentiero che si innesta dalla sinistra.
Proseguiamo quasi in piano e, superato un gruppo di faggi, troviamo sulla sinistra una pozza d'acqua (m. 1200).
Rientriamo nel bosco e, tra faggi e betulle, riprendiamo a scendere leggermente. Su un faggio vediamo dipinto il numero 18, su altri invece c'è una striscia
azzurra.
Sbuchiamo poi in un prato e proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra, oltre la valletta, vediamo il rifugio e l'Alpe Grossa. Potrebbe sembrare che ci stiamo
dirigendo nella direzione opposta, in realtà dovremo aggirare la valletta e poi piegare a sinistra.
Troviamo altri alberi, più radi. Poi, in leggera discesa, raggiungiamo una curva a sinistra (m. 1185). Qui un sentiero esce sulla sinistra e prosegue parallelo
ma più in basso rispetto alla stradina.
Prendiamo questo sentiero, che ben presto diventa ampio.
In leggera discesa raggiungiamo un torrente (m. 1165). Lo attraversiamo senza problemi in quanto non vi troviamo acqua ma solo un po' di fango.
Poi il percorso gira a sinistra e diventa pianeggiante. Davanti vediamo il rifugio.
Continuiamo in lieve discesa e troviamo, un po' più in alto verso destra, una palina con il segnavia n. 1 (m. 1155). Dalla destra arriva il percorso descritto
nel precedente itinerario con il quale continuiamo verso l'Alpe Grossa e il rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.15 - Dislivello: m. 114 -103
Data escursione: aprile 2010
Quarto itinerario: da Barni
Con la SP 41 che da Canzo-Asso porta al Ghisallo, arriviamo fino al km. 24 dove lasciamo la macchina in uno slargo alla destra della strada (m. 675).
Attraversata la provinciale, imbocchiamo una sterrata agro-silvo-pastorale all'inizio della quale un segnale stradale vieta il transito ai
veicoli. In questo punto non ci sono indicazioni.
Dopo alcuni passi in leggera salita, percorriamo un tornante sinistrorso entrando nel bosco.
Proseguiamo in salita seguendo i bolli rossi e cominciamo a trovare, di traverso alla sterrata, delle canaline di legno (vecchie e ormai interrate) per lo scolo dell'acqua.
Vediamo i bolli su due pietre alla destra (m. 685) e su di una roccetta alla sinistra (m. 700).
Continuiamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 715).
La pendenza diminuisce un poco.
Superiamo un tornante sinistrorso e arriviamo ad una biforcazione dove lasciamo la sterrata che piega a destra e proseguiamo diritto con una
mulattiera (m. 730). Due cartelli appesi al tronco di un albero indicano diritto: Capelina de Scengher, Alpe Spessola.
Vediamo un bollo rosso su di una roccetta.
Dopo alcuni passi con poca pendenza riprendiamo a salire.
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 750).
Lasciamo a sinistra una pietra aguzza.
Saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra.
Un altro sentiero arriva da dietro-destra e una freccia rossa indica la giusta direzione a colore che scendono (m. 770).
La mulattiera si divide per aggirare alcuni alberi e dopo alcuni metri si ricompone (m. 790).
Percorriamo un tornante destrorso seguito da uno sinistrorso molto ampio (m. 805).
Troviamo un albero nel mezzo del percorso.
Proseguiamo in leggera salita e, poco dopo, con una curva a destra, raggiungiamo il Bivacco Scengher (m. 820). Si tratta di una costruzione interamente in legno
contenente: un tavolo di legno, due panche in metallo e vari attrezzi. Sul soppalco, raggiungibile con una scala a pioli, ci sono pentole, stoviglie e
altri attrezzi. Illuminazione con corrente elettrica. All'esterno ci sono una fontana scavata in un grosso tronco, un barbecue e vari tavoli e panche
realizzati utilizzando la legna del bosco. Alla destra, a pochi metri di distanza, c'è la minuscola "Capelina de Scengher" contenente alcune
statuette e immagini a carattere religioso.
Proseguiamo passando a fianco del bivacco.
Pieghiamo leggermente a sinistra e continuiamo con minore pendenza.
Ignoriamo un sentiero che scende a sinistra (m. 840).
Torniamo a salire.
Alla destra ci sono delle rocce che affiorano dal terreno (m. 855).
In modo abbastanza ripido percorriamo una semicurva molto ampia verso destra (m. 860).
Ad un bivio, ignoriamo il sentiero che prosegue diritto e continuiamo in salita con un tornante destrorso come indicato da un bollo rosso (m. 880).
Tra gli alberi del bosco vediamo alcuni massi, da entrambi i lati.
Dopo un breve tratto con minore pendenza riprendiamo a salire.
Di tanto in tanto vediamo ancora qualche masso ai lati del sentiero.
Dopo un tratto con poca pendenza, pieghiamo leggermente a sinistra e proseguiamo in salita (m. 895).
Troviamo un altro gruppo di massi (m. 910).
Presso un tornante sinistrorso molto ampio, ignoriamo un sentiero che scende a destra e un altro che prosegue diritto in salita (m. 920).
Ora il sentiero è più largo ed è leggermente incassato nel terreno circostante. Nel mezzo, uno dopo l'altro, troviamo alcuni alberi che possiamo
aggirare da entrambi i lati.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
Vediamo un grosso masso alla sinistra e un altro nel mezzo del sentiero (m. 940).
Percorriamo un breve tratto con minore pendenza e torniamo a salire.
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra.
Continuiamo con un breve tratto quasi in piano ed uno in leggera discesa. Di tanto in tanto vediamo ancora qualche masso tra gli alberi.
Percorriamo un'ampia curva a destra e torniamo a salire (m. 955).
Continuiamo con delle semicurve appena accennate (m. 970).
Arriviamo ad un bivio e, seguendo i bolli, andiamo a destra ignorando l'altro sentiero che prosegue diritto (m. 985).
La pendenza aumenta.
Dopo alcuni passi quasi in piano, riprendiamo a salire (m. 1005).
Ad una biforcazione possiamo prendere il sentiero alla sinistra che procede diritto in modo abbastanza ripido oppure quello alla destra che sale con
pendenza minore (m. 1015). Se prendiamo quest'ultimo, percorriamo una curva a sinistra, seguita da una curva a destra incassata tra terreno e roccette,
dopo di che possiamo rientrare nell'altro sentiero subito o poco più avanti.
Continuiamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tratto con poca pendenza attorniati da alcuni massi (m. 1035).
Torniamo a salire.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido. Alla sinistra ci sono delle roccette affioranti dal terreno (m. 1045).
Dopo un tratto nel quale la pendenza diminuisce un poco, riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido.
Arrivati davanti ad una roccia, percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio al termine del quale risaliamo per un metro una roccetta gradinata (m. 1065).
Continuiamo con poca pendenza. Un'apertura tra gli alberi alla sinistra consente di vedere le Grigne, i Corni, il M. Rai e il M. Cornizzolo (m. 1075).
Riprendiamo a salire passando tra due piccoli dossi erbosi (m. 1085).
Subito dopo, girando a destra, bastano pochi passi per raggiungere un bel punto panoramico con vista sul lago (una parte del ramo di Colico ed una di
quello di Lecco) e sui monti circostanti.
Tornati sul sentiero, proseguiamo in salita.
Lasciamo a sinistra una roccetta e, dopo due ripidi passi, proseguiamo quasi in piano.
Continuiamo con delle serpentine appena accennate. Un'apertura alla destra tra gli alberi consente una veduta del M. S. Primo.
Superiamo una curva a sinistra in salita seguita da una a destra quasi in piano (m. 1100).
Proseguiamo con poca pendenza.
Un grande faggio alla sinistra mostra le sue possenti radici che affiorano del terreno (m. 1120).
Dopo pochi passi quasi in piano continuiamo in salita.
Vediamo un bollo rosso dipinto sul tronco di un albero tagliato.
Lasciamo a sinistra un masso e percorriamo un tratto di sentiero incassato nel terreno circostante che termina presso una curva a sinistra (m. 1130).
Continuiamo in leggera salita. Alla sinistra c'è un masso coperto dal muschio.
Passiamo accanto a tre paletti che formavano l'angolo di una recinzione che ora non c'è più.
Continuiamo in salita e troviamo un paletto dipinto di rosso.
Quasi in piano, raggiungiamo un altro paletto e percorriamo una curva a destra.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra ci sono alcuni massi coperti dal muschio.
Superiamo due curve sinistra-destra vicine tra loro (m. 1150).
Dopo due passi in leggera discesa riprendiamo a salire.
Passiamo sotto al tronco di un faggio sradicato.
Subito dopo, alla sinistra c'è uno slargo. Percorriamo un tratto con poca pendenza.
Torniamo a salire. Attorno ci sono dei massi.
Superiamo un'ampia curva a sinistra (m. 1175).
Continuiamo con pochissima pendenza.
Dopo un breve tratto quasi in piano proseguiamo in leggera salita. In basso a destra tra gli alberi riusciamo a scorgere una parte del lago.
In questo punto gli alberi sono più radi.
Rientriamo nel bosco. Alcuni faggi sono molto alti (m. 1195).
Riprendiamo a salire. In alto verso sinistra cominciamo a vedere la staccionata di legno che cinge la cascina dell'Alpe Spessola.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1220).
La pendenza aumenta. Alla destra c'è una recinzione con una rete e del filo spinato mentre più in alto c'è la staccionata.
Con un ripido tratto raggiungiamo l'Alpe Spessola. La lasciamo alla destra, oltre la recinzione. Alla sinistra c'è una vasca rotonda, in cemento. Una
freccia rossa indica il sentiero a chi scende (m. 1237).
Continuiamo in leggera salita costeggiando la recinzione, al termine della quale un sentiero si stacca alla destra. Proseguiamo diritto con una
stradina inerbita.
Tra gli ultimi alberi del bosco, ormai radi, raggiungiamo una lastra di pietra con la seguente incisione: "Valico Alpe Spezzola metri 1265 s/m.
Carica 25 mucche 1730 - 1961".
Proseguiamo diritto con pochi passi tra l'erba e andiamo ad immetterci sulla sterrata che alla sinistra scende alla Colma di Sormano mentre alla
destra prosegue verso il San Primo. Davanti, più in basso, vediamo le rosse costruzioni dell'Alpe Grossa seguite da quella grigia del Rifugio
Alpetto di Torno. Andiamo a destra in leggera salita seguendo la sterrata.
Poco dopo troviamo una palina con i seguenti segnavia: Alpe Spessola 1237 sm; diritto con il segnavia 1: Bocc. di Terrabiotta a ore 0.20, M. S. Primo a
ore 1; dietro: Colma di Sormano a ore 0.40; a sinistra: Rifugio Alpetto di Torno a ore 0.10; con un sentiero alla destra: Sorgenti del Lambro a ore
1.10, Magreglio a ore 1.35. Il sentiero per Barni che abbiamo percorso non viene indicato.
Proseguiamo in discesa verso l'Alpetto di Torno come già descritto nel secondo itinerario.
Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 570 -110
Data escursione: maggio 2017
Quinto itinerario: da Pian Rancio
Con la provinciale 41 della Vallassina, saliamo da Erba fino a Magreglio.
Alla chiesetta del Ghisallo dedicata ai ciclisti giriamo a sinistra e proseguendo in salita dopo km. 2.7 arriviamo a Piano Rancio.
Lasciamo la macchina nel grande parcheggio alla sinistra della strada (m. 960).
Ci incamminiamo, quasi in piano, lungo Via all'Alpe. Alla sinistra abbiamo un muretto sormontato da una rete metallica, alla destra una rete ed una fila di alberi, oltre i quali da ambo i lati ci sono dei prati.
Poco dopo ignoriamo una sterrata che si stacca alla destra.
Subito dopo alla sinistra c'è Via Menaresta. Alcuni segnavia indicano diritto: Capanna Maria, Parco S. Primo (sent. EE) ore 0.45; dietro: Pietra Luna, Pietra Lentina,
Civenna; a sinistra: Sorgenti del Lambro, Magreglio. Continuiamo diritto seguendo la strada asfaltata e camminando tra due recinzioni.
Lasciamo a destra Via Martinitt e proseguiamo con pochissima pendenza. Alla destra vediamo alcune case.
Alla sinistra esce la stradina che conduce al Ristorante "Il Diavolo" (m. 970). Qualche metro più in dentro rispetto a Via dell'Alpe prende avvio un sentiero all'inizio del quale i
segnavia indicano: Alpe Spessola a ore 1.15, Dorsale (1). Prendiamo questo sentiero lasciando la strada che continua verso il Rifugio Anna Maria già visibile più avanti.
Alla sinistra ci sono una fila di alberi e una recinzione con paletti di legno che reggono una diecina di cavetti mentre alla destra c'è un prato.
Dopo un tratto con poca pendenza cominciamo a salire.
Alla destra vediamo due case (quella più lontana è il Rifugio Anna Maria).
Giriamo a sinistra volgendo le spalle alle due case e proseguiamo in leggera salita. Alla sinistra c'è sempre la recinzione mentre alla destra c'è il bosco (m. 990).
Continuiamo quasi in piano. Alla sinistra troviamo un masso basso coperto dal muschio (m. 995).
Proseguiamo con poca pendenza. Attorno vediamo molte felci.
Superiamo due semicurve destra-sinistra e proseguiamo in salita (m. 1000).
Percorriamo una curva verso destra molto ampia (m. 1015) e una curva verso sinistra.
Continuiamo con poca pendenza. Alla destra c'è un masso coperto dal muschio.
Alla destra troviamo una fila di piccole pietre conficcate nel terreno a rinforzo del sentiero (m. 1025).
In lievissima discesa percorriamo un'ampia curva verso sinistra attraversata da un ruscello.
Continuiamo con poca pendenza fino ad un tornante destrorso oltre il quale riprendiamo a salire (m. 1030).
Arrivati davanti al letto di un torrente, che troviamo asciutto, un ometto ci indirizza verso sinistra (m. 1045).
Camminiamo tra il letto del torrente alla destra ed un altro solco parallelo alla sinistra.
Percorriamo un'ampia curva verso sinistra al termine della quale passiamo tra due grosse pietre (m. 1055).
Lasciamo a sinistra un grande faggio.
Subito dopo il sentiero si divide in due tracce parallele (quella alla sinistra scorre più in basso rispetto all'altra). Teniamo la sinistra in quanto il sentiero sembra più agevole.
Troviamo altri grandi faggi. Il sentiero di sinistra, dopo pochi ripidi passi su fondo roccioso, con uno zig-zag destra-sinistra, passando tra due massi, confluisce nell'altro (m. 1070).
Subito dopo percorriamo una curva verso destra molto ampia.
Aggiriamo una pietra situata nel mezzo del sentiero (m. 1075).
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra con il sentiero incassato nel terreno circostante (m. 1080).
Percorriamo una semicurva verso destra (m. 1090).
Ora gli alberi sono meno fitti. Di tanto in tanto, ai lati del sentiero, vediamo alcuni massi parzialmente coperti dal muschio.
Il sentiero si divide in due (m. 1105). Entrambi superano due semicurve destra-sinistra. Dopo un po' quello di sinistra con uno zig-zag destra-sinistra rientra nell'altro (m. 1120).
Alla destra troviamo una vecchia scala di ferro abbandonata.
Alla destra c'è una recinzione, formata da pali di legno e tre cavi, che salendo si allontana un poco dal sentiero (m. 1130).
Percorriamo un tratto con il fondo di pietre.
Continuiamo in leggera salita camminando sopra delle radici affioranti dal terreno e ignoriamo una traccia che retrocede verso destra (m. 1140).
Il sentiero si divide e si ricompone.
Proseguiamo in salita.
Passiamo tra un albero alla sinistra ed un masso con tre fori alla destra (m. 1150).
Subito dopo il sentiero si divide in due tracce parallele e seguiamo quella più a sinistra in quanto l'altra è invasa dai rami.
Camminiamo sopra delle radici affioranti dal terreno. In modo abbastanza ripido percorriamo una curva verso destra (m. 1170).
Vediamo un bollo rosso e aggiriamo un gruppo di quercioli cresciuti nel mezzo del sentiero (m. 1175).
La pendenza diminuisce un poco e superiamo delle serpentine appena accennate.
Troviamo una pietra che dalla sinistra entra un poco nel sentiero.
Continuiamo diritto o superiamo uno zig-zag destra-sinistra aggirando tre alberelli. Vediamo un bollo bianco-rosso su di una pietra (m. 1200).
Per un tratto la pendenza aumenta. Su di una pietra c'è un bollo rosso m. 1205).
La pendenza diminuisce un poco. Il sentiero si divide in due tracce parallele (meglio tenere quella alla sinistra).
Continuiamo in leggera salita. Il sentiero si ricompone (m. 1215).
Presso una ampia semicurva verso sinistra vediamo due bolli bianco-rossi su di un albero (m. 1220).
Più avanti, camminiamo con una staccionata di legno alla sinistra e superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1235).
In modo abbastanza ripido percorriamo una curva verso sinistra su fondo roccioso (m. 1240).
Alla sinistra ricomincia la staccionata che in parte è divelta.
Poco dopo, in leggera salita percorriamo un'ampia semicurva verso destra. Anche qui alla sinistra abbiamo la staccionata mentre dall'altro lato c'è una betulla che spunta dal terreno alla destra e poi si
erge sopra al sentiero. Per un attimo alla sinistra vediamo il Lago di Lecco (m. 1250).
Continuiamo con il sentiero incassato tra le rocce alla sinistra e il terreno coperto dall'erba alla destra.
Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra c'è ancora un pezzo di staccionata. Vediamo Bellagio e la parte centrale dei tre rami del lago. Percorriamo una semicurva verso destra (m. 1260).
Proseguiamo con poca pendenza tra prati e pochi alberi. Per un tratto alla sinistra precipita un alberato pendio.
Un cartello affisso al tronco di una betulla indica dietro: Pian Rancio, Civenna e Vassena.
Pochi passi più avanti, altri segnavia sul tronco di un larice indicano: davanti e dietro il sentiero n. 16; con il sentiero n. 2 che retrocede verso destra: S. Primo, Chevrio, Visnola, Bellagio.
Continuiamo diritto (m. 1270).
Risaliamo una gobbetta o la aggiriamo alla destra con il sentiero incassato nel terreno circostante. In entrambi i casi, dopo una curva verso destra, il sentiero si ricompone (m. 1285).
Continuiamo quasi in piano, a mezza costa, tra prati e qualche albero sparso. In lontananza, verso sinistra, vediamo la fila di paletti di una recinzione lungo il crinale che seguiremo in discesa.
Superiamo una semicurva verso sinistra. In basso vediamo Barni e il lago.
Percorriamo un tratto con poca pendenza, uno in salita ed uno abbastanza ripido.
Arriviamo ad un bivio. Prendiamo il sentiero inerbito che scende a sinistra verso un cancelletto. Nel caso l'erba alta (non tagliata) ci impedisca di notarlo possiamo proseguire diritto dapprima in
leggera salita e poi quasi in piano fino al primo albero di un boschetto dove troviamo un altro bivio e delle scritte illeggibili su di una pietra nel sentiero (m. 1315). Qui lasciamo il sentiero che
prosegue diritto (descritto nel successivo itinerario) e con un tornante sinistrorso prendiamo un sentierino accompagnato alla destra da una staccionata con paletti di legno e cavi di filo spinato.
Poco dopo raggiungiamo il cancelletto da richiudere dopo il passaggio (m. 1305).
Ci troviamo in un bel punto panoramico. Alla sinistra vediamo in lontananza le Alpi Retiche. Davanti abbiamo: il Legnone, la Grigna, la Grignetta, i Piani Resinelli, il Meregallo, la zona della
Madonnina di Crezzo, i Corni di Canzo, il Rai,
il Cornizzolo ed infine, piegandoci un poco a destra, il Palanzone che chiude la serie.
Scendiamo in modo abbastanza ripido seguendo delle tracce tra l'erba. Alla sinistra al margine dei prati, precipita un ripido pendio coperto dall'erba e da pochi alberi. Dei paletti di legno che
reggono alcuni cavi fanno da protezione.
Arriviamo ad un bivio dove possiamo continuare diritto o tagliare a destra con una scorciatoia nei prati (m. 1285).
Scegliamo di proseguire diritto in leggera discesa.
Alla sinistra troviamo due cartelli, uno bianco ed uno azzurro, con la scritta "La vetta ti aspetta". In basso alla sinistra vediamo il lago.
Percorriamo una curva verso destra e continuiamo in lievissima discesa (m. 1265).
Passiamo accanto a cinque termini sul secondo dei quali vediamo le lettere "A" da un lato ed "O" dall'altro.
Dalla destra rientra la scorciatoia (m. 1260). Proseguiamo in discesa e troviamo altri due termini con incise le stesse due lettere.
In leggera discesa raggiungiamo un grande faggio. Alla sinistra, oltre una recinzione, vediamo l'Alpe Spessola (m. 1240).
Pieghiamo a destra e andiamo ad immetterci su di una sterrata dove troviamo una palina con i seguenti segnavia: Alpe Spessola 1237 sm;
diritto: Rifugio Alpetto di Torno a ore 0.10; a sinistra: Colma di Sormano a ore 0.40; a destra con il segnavia 1: Bocc. di Terrabiotta a ore 0.20, M. S. Primo a ore 1; dietro con il sentiero fin qui
percorso: Sorgenti del Lambro a ore 1.10, Magreglio a ore 1.35.
Attraversiamo la sterrata e scendiamo nei prati, seguendo una stradina inerbita. Attorno ci sono radi alberi. Davanti in lontananza vediamo il M. Palanzone. Il
Rifugio Alpetto di Torno e l'Alpe Grossa sono ben visibili in basso e saranno il principale punto di riferimento in quando il percorso non sempre è evidente.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo in leggera discesa (m. 1230) e dopo una a destra in discesa ci immettiamo su di una sterrata.
Continuiamo quasi in piano.
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Dopo un breve tratto in discesa, scendiamo con minore pendenza (m. 1215).
Un sentiero si immette provenendo da dietro-destra.
La stradina inerbita, piega a sinistra ed entra nei prati dove pascolano delle mucche. Seguendola possiamo scendere fino ad intercettare una sterrata dove bisogna andare a destra. Preferiamo non
disturbare gli animali e rimanere al margine destro del prato dove, senza sentiero, seguiamo una recinzione con quattro cavi di filo spinato sotto ad una fila di alberi (m. 1190).
Sul tronco di un grande faggio, una freccia dello Sci Club Sormano invita a proseguire (m. 1185).
Ora seguiamo un sentiero dapprima in discesa e poi con minore pendenza.
Lasciamo a destra una grande pozza-abbeveratoio per gli animali al pascolo e, scendendo a sinistra, ci immettiamo su di una sterrata collegandoci al percorso che
arriva dalla Colma del Bosco descritto nel terzo itinerario (m. 1155).
Subito percorriamo una curva verso sinistra.
Dopo un tratto quasi in piano, in leggera discesa superiamo due curve, entrambe verso destra.
Troviamo un cavo con una maniglia, teso tra due pali per impedire il passaggio degli animali. Un cartello raccomanda di riagganciarlo dopo il transito.
Proseguiamo quasi in piano.
Percorriamo un tornante sinistrorso. Alla destra c'è una obliqua parete di roccia (m. 1145).
Un cartello segnala il divieto di caccia.
Continuiamo quasi in piano con delle semicurve.
Dopo una curva a destra proseguiamo in leggera salita.
Arriviamo all'Alpe Grossa. Alla sinistra c'è la casa dell'alpeggio. Un cartello indica dietro: M. S. Primo, Spezzola; una freccia l'Alpetto di Torno davanti.
Poco dopo lasciamo a destra le stalle dell'alpeggio e proseguiamo in leggera discesa su di una stradina asfaltata (m. 1145). Alla sinistra c'è una
recinzione con paletti che reggono quattro cavi mentre alla destra un muro di pietre.
Continuiamo accompagnati alla destra da un muretto alto una trentina di centimetri.
Percorriamo un tratto quasi in piano attorniati da alberi e prati.
In leggera discesa superiamo una curva a sinistra all'interno della quale c'è una staccionata.
Dopo altre tre curve: dx-sx-dx raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.45 - Dislivello: m. +355 -180
Data escursione: settembre 2018
Sesto itinerario: da Pian Rancio (variante di destra)
Questa è una variante del precedente itinerario dal quale esce a quota m. 1315 e poi rientra al bivio dell'Alpe Spessola (m. 1237).
Come descritto nel precedente itinerario arriviamo al bivio dove i due sentieri si dividono (m. 1315). Anziché scendere a sinistra verso il cancelletto, proseguiamo diritto.
Dopo alcuni metri in leggera discesa, percorriamo un lungo tratto dapprima in leggera salita e poi quasi in piano attorniati dai prati. Alla sinistra ci accompagnano dei paletti di legno.
Poi in leggera salita andiamo ad immetterci sulla sterrata che dalla colma di Sormano sale in direzione del M. S. Primo, nel punto in cui questa compie un tornente sinistrorso (m. 1340). Qui troviamo
una palina con dei segnavia che indicano dietro con il sentiero 2: Parco S. Primo a ore 1.05, Chevrio a ore 2.50, Visgnola - Bellagio a ore 3.50; davanti in discesa: Colma di Sormano, Alpe
Spessola ore 0.15, Brunate - Dorsale - 1. Proseguiamo in discesa.
Di tanto in tanto, di traverso alla sterrata, troviamo delle vecchie traversine ferroviarie riciclate come canaline per lo scolo dell'acqua.
La strada prosegue coperta da un fondo di cemento e pietre.
Subito dopo superiamo un tornante sinistrorso (m. 1320).
Continuiamo in leggera discesa percorrendo una curva verso sinistra molto ampia.
Proseguiamo in discesa. In basso alla destra vediamo gli edifici dell'Alpe Grossa che precedono il rifugio.
In leggera discesa superiamo un'altra curva verso sinistra molto ampia (m. 1285).
Continuiamo tra gli alberi (m. 1275).
Tornati allo scoperto, raggiungiamo un cancello di ferro. Uno stretto zig-zag alla destra consente il passaggio solo ai pedoni (m. 1260).
Uno dopo l'altro, trascuriamo due sentieri che salgono a sinistra.
Percorriamo un'ampia curva verso destra (m. 1245).
La strada diventa sterrata.
Poco dopo troviamo una palina con i seguenti segnavia: Alpe Spessola 1237 sm;
a destra: Rifugio Alpetto di Torno a ore 0.10; diritto: Colma di Sormano a ore 0.40; dietro con il segnavia 1: Bocc. di Terrabiotta a ore 0.20, M. S. Primo a ore 1; alla sinistra con il sentiero
descritto nel precedente itinerario: Sorgenti del Lambro a ore 1.10, Magreglio a ore 1.35.
Giriamo a destra e iniziamo a scendere verso il rifugio come descritto nella parte finale del precedente itinerario.
Tempo impiegato: ore 1.45 - Dislivello: m. +380 -205
Data escursione: settembre 2018
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