Rifugio Passo del Vivione

Il Rifugio Passo del Vivione è situato presso l'omonimo valico.
E' raggiungibile in auto tramite la stretta provinciale 294 che mette in comunicazione Schilpario in Val di Scalve con Forno di Allione in Val Camonica.

Qui di seguito trovi la descrizione di due sentieri che si possono unire ad anello: il sentiero 415 che aggira da ovest il M. Busma e i sentieri 426 delle Miniere + 427 delle Torbiere che invece lo aggirano da est.

Primo itinerario: da Schilpario (chiesa di Santa Elisabetta) col sentiero 415
Venendo da Clusone tramite il Passo della Presolana e da Boario con la provinciale 294, arriviamo a Schilpario.
All'inizio del paese prendiamo la strada sulla destra (Via Corniola) con la quale aggiriamo l'abitato evitandone il centro.
Giunti al termine del paese lasciamo la macchina in un grande parcheggio sulla destra situato subito prima di un campo di tennis e di uno di calcio (m. 1125).

Ci incamminiamo nella stessa direzione e poco più avanti, alla sinistra della strada, troviamo una fontana e la chiesa di Santa Elisabetta risalente al XV° secolo (m. 1135). Il sentiero ufficiale inizia poco più avanti sulla sinistra ma di questo ci accorgeremo solo al ritorno.
Prendiamo invece la stradina asfaltata che, passando sotto i cavi della corrente, aggira la chiesa. Lasciamo poi a sinistra una casa con un grande affresco raffigurante un paesaggio montano.
Giriamo a destra, passando tra due vecchie cabine di una funivia e in leggera salita superiamo alcune case.
Attraversiamo un prato e raggiungiamo il bosco all'inizio del quale, tramite una passerella di legno, attraversiamo un torrente (m. 1155).
Seguendo tracce di sentiero saliamo verso sinistra dove scorre il torrente e poco dopo vediamo un sasso con un bollo giallo (m. 1185).

Più avanti ci immettiamo su di un ampio sentiero e andiamo a destra in leggera salita mentre alla sinistra c'è un ponticello (m. 1200).
Vediamo un segnale che indica il pericolo di incendi.
Subito dopo, con un ponticello con le sponde in ferro, attraversiamo il letto di un torrente che troviamo in secca.
Incrociamo un altro ampio sentiero. Un cartello indica il sentiero 415 nella nostra direzione di marcia. Cominciamo a trovare i primi bolli di colore bianco rosso che ci accompagneranno lungo tutto il cammino.
Dopo un tratto quasi in piano, ne percorriamo uno con poca pendenza seguito da un altro in salita.
Torniamo a camminare in leggera salita (m. 1230) poi giriamo a sinistra e superiamo uno strappetto oltre il quale, seguendo il bolli, dopo una breve discesa verso destra, continuiamo quasi in piano.
In leggera salita, percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo dapprima quasi in piano e poi con poca pendenza. Passiamo sotto le fronde di un albero nato alla sinistra del sentiero e poi cresciuto in obliquo verso destra.

Un sentiero sale e si immette dalla destra (m. 1255).
Poco più avanti guadiamo un ruscello e subito torniamo a salire agevolati da alcune radici che fanno da gradino.
Prima di una curva a sinistra vediamo una piccola freccia bianca con il segnavia 415 che indica la nostra direzione di marcia (m. 1275).
Camminiamo quasi in piano. Nel sottobosco ci sono varie felci.
Riprendiamo a salire mentre il sentiero si biforca. Un bollo indica verso destra ma comunque poco dopo le due tracce si ricongiungono.
Percorriamo un tratto incassato, terminato il quale la pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1310).

Ad un bivio andiamo a sinistra con pochi passi in ripida salita camminando sopra delle radici. Vediamo una freccia bianca con il n. 415 (m. 1335).
Poi giriamo a sinistra nei pressi di un segnavia a bandierina. La pendenza diminuisce ma solo un poco.
Il sentiero si divide solo per aggirare alcuni alberi poi si riunisce e sale in modo abbastanza ripido passando accanto ai resti di un muro di pietre coperte da muschio (m. 1350).
La pendenza diminuisce un poco. Percorriamo un tornante destrorso ignorando una traccia che prosegue diritto (m. 1365).
Poi riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1380) seguito da uno destrorso più ampio (m. 1400).
Il sentiero si divide solo per aggirare alcuni alberi. Tre radici fanno da gradino.
La pendenza diminuisce un poco.

Ad un bivio (m. 1410) preferiamo lasciare a destra una ripida scorciatoia e proseguire con il sentiero a sinistra che sale in modo più agevole.
Dopo un tornante destrorso ritroviamo la scorciatoia che rientra nei pressi di un piccolo slargo.
Riprendiamo a salire e dopo una curva a sinistra la pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1425).
Ad un bivio possiamo scegliere il ripido sentiero diritto o quello a sinistra con pendenza un poco minore. Più avanti si riuniscono (m. 1445).
Saliamo in modo abbastanza ripido e superiamo un tornante sinistrorso.
Percorriamo alcuni zig-zag e lasciamo a sinistra un sentiero chiuso da un albero abbattuto.
Dopo un tornante destrorso (m. 1465) percorriamo un tratto incassato tra terra a sinistra e pietre a destra e vediamo una freccia bianca con il n. 415.
Saliamo con altri zig-zag e poi percorriamo un tratto incassato tra terra e radici affioranti (m. 1485).
Su di un albero vediamo un segnavia a bandierina con il n. 415 capovolto.
Una traccia esce e rientra da sinistra dopo aver aggirato alcuni alberi.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1500) e poi un tornante destrorso presso il quale su di una pietra vediamo un rettangolo bianco (m. 1530).
Poco dopo il sentiero si divide in tre tracce che salgono a zig-zag e poi si riuniscono. Vediamo un'altra freccia bianca con il n. 415.
Superiamo tre tornanti ravvicinati sx-dx-sx, sempre in modo abbastanza ripido (m. 1550).
Il sentiero ancora si divide per aggirare alcuni alberi (m. 1565). La pendenza diminuisce un poco.
Percorriamo un tornante destrorso ignorando un piccolo sentiero che prosegue diritto. Su una lastra di pietra vediamo un bollo.

Salendo ripidamente il sentiero si sdoppia; possiamo andare a sinistra camminando su delle lastre di pietra o a destra sopra delle radici.
Poi si riunisce e, in modo abbastanza ripido camminando sopra lastre di pietra, percorriamo un tornante destrorso (m. 1585).
Superiamo due tornanti sinistra-destra ravvicinati.
Percorriamo pochi passi con il sentiero leggermente incassato nel terreno circostante (m. 1600).

Raggiungiamo una radura dove, tra erba e alcuni alberi, ci sono i ruderi del Roccolo di Busmino (m. 1640).
In leggera salita lo aggiriamo alla destra e rientriamo nel bosco.
Un cartello su di un albero indica una zona a maggior tutela. Vediamo anche un'altra freccia bianca con il n. 415.
Percorriamo un tratto quasi in piano e dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire (m. 1675).

Alternando tratti al sole e all'ombra, in leggera salita arriviamo al guado di un torrente (m. 1705) oltre il quale saliamo con alcuni rudimentali gradini di pietra.
Percorriamo un altro breve tratto tra gli alberi dapprima quasi in piano e poi in salita. Il bosco è principalmente alla sinistra mentre sull'altro lato è decisamente più rado. Procediamo con qualche saliscendi.

Raggiungiamo un prato con vari cespugli di lamponi. Alla destra c'è un paletto di legno con appoggiate due scalette. Alla sinistra ci sono altri paletti.
Superati alcuni alberi entriamo in un altro prato. Inizialmente ci teniamo sulla sinistra (m. 1735) poi iniziamo a salire a zig-zag in modo abbastanza ripido. Alla destra in un valloncello scorre un torrente. Dietro possiamo ammirare un bel panorama verso il Pizzo Camino.
Passiamo accanto ad un paletto con un bollo bianco-rosso dipinto sulla parte alta (m. 1770).
Ci avviciniamo al torrente e presso un tornante sinistrorso (m. 1780) troviamo un cartello che indica: sentiero CAI 415, Laghetti delle Valli a ore 0.30, Passo del Vivione a ore 1.30.

Arrivati in cima al prato (m. 1790) proseguiamo tra abeti, larici e mughi dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Dopo un tratto quasi in piano (m. 1800), in salita attraversiamo un altro prato e poi proseguiamo tra mughi e radi larici (m. 1820).
Superiamo un tratto con un maggior numero di alberi poi, in leggera salita attraversiamo una radura tra erba e pietre (m. 1835).
Passiamo accanto ad un paletto di legno e riprendiamo a salire.
La pendenza diventa abbastanza ripida e, camminando tra i mughi, arriviamo in cima alla salita (m. 1860).

Ora proseguiamo quasi in piano tra erba, mughi e larici.
Continuiamo in leggera salita e poi nuovamente quasi in piano con vista su Schilpario in basso nella vallata.
Torniamo poi a salire camminando tra l'erba e qualche larice sempre più rado.
Vediamo un'altra freccia bianca col segnavia 415 (m. 1880). Ogni tanto vediamo anche il numero 8 dipinto su qualche masso.
Proseguiamo tra l'erba e passiamo sotto i rami dell'ultimo larice poi saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1905).
Percorriamo un breve tratto quasi in piano e riprendiamo a salire.

Raggiungiamo l'insellatura (m. 1950) aperta tra il M. Gaffione e il Monte Busma.
Quasi in piano, con un sentiero tra l'erba raggiungiamo il primo dei Laghetti delle Valli. Lo aggiriamo alla destra e proseguiamo dapprima con poca pendenza, poi in salita con un dosso erboso alla sinistra.
Poi, quasi in piano, lasciamo un altro dosso alla destra e in leggera salita raggiungiamo il secondo laghetto, più grande del precedente (m. 1980).
Il sentiero si alza un poco e aggira il laghetto dalla destra.
Dopo un tratto in leggera discesa, tornati al livello dell'acqua, in piano superiamo un tratto su roccia e poi torniamo a camminare tra l'erba in leggera salita, volgendo le spalle al lago.
Continuiamo in salita fino a raggiungere un paletto di legno con i segnavia bianco rossi (m. 1995). Alla sinistra c'è il terzo laghetto che troviamo privo di acqua.
In piano raggiungiamo una palo con alcuni segnavia che indicano davanti: Passo del Vivione a ore 0.40: a sinistra: Lago di Valle Asinina a ore 0.50; dietro: Schilpario-Chiesa di S. Elisabetta a ore 1.50. In alto a sinistra possiamo notare il circo glaciale della Valle Asinina dal quale scende un ruscello.

Passiamo accanto ad un altro paletto con i segnavia e iniziamo a scendere verso il Passo del Vivione, tra erba e alcuni cespugli di rododendro, alternando tratti quasi in piano ad altri in leggera discesa.
Dopo un tratto con maggiore pendenza, scavalchiamo un rivolo (m. 1940).
In lontananza cominciamo a vedere il tracciato della provinciale 294.
Continuiamo a scendere generalmente con poca pendenza e anche con qualche tratto in piano.
Poi, in discesa tra erba, rododendri e pietre, cominciamo a vedere il rifugio e il laghetto al Passo del Vivione, ancora lontani (m. 1925).
Alterniamo altri tratti con poca pendenza e quasi in piano.

Ora scendiamo a zig-zag in modo abbastanza ripido (m. 1855).
Poi, con minore pendenza, raggiungiamo un ponte (m. 1820) prima del quale dalla destra arriva il sentiero 427 descritto nel secondo itinerario.
Superato il ponte, troviamo vari segnavia che indicano diritto in direzione della Malga Gaffione: Lago di Valbona a ore 0.40, Passo del Venerocolo a ore 2, Rifugio Tagliaferri a ore 4; a destra seguendo la sponda sinistra del torrente con il sentiero 415: Passo del Vivione a ore 0.30; a destra seguendo la sponda destra del torrente con il sentiero 427: I Fondi (Miniere) a ore 1.30, Sentiero delle Torbiere; dietro con il sentiero 415: Laghetti delle Valli a ore 0.50, Schilpario a ore 2.

Potremmo anche andare diritto raggiungendo la malga e poi con un semicerchio quasi pianeggiante evitare di scendere per poi risalire; decidiamo invece di proseguire con il sentiero 415 e iniziamo a scendere con poca pendenza alla sinistra del torrente.
Poi tra l'erba ce ne allontaniamo iniziando ad attraversare una zona infangata. In alto a sinistra vediamo la Malga Gaffione.
Passiamo accanto a dei ruderi e a due baitelli, quanto resta della vecchia malga, e seguendo i bolli continuiamo a scendere con percorso sovente acquitrinoso.
Giunti in basso scavalchiamo un rivolo e poi raggiungiamo una passerella di legno con la quale attraversiamo il Torrente Gaffione, emissario del Lago di Valbona (m. 1790).

Sull'altra sponda torniamo a salire e poi proseguiamo quasi in piano tra erba e rododendri (m. 1800).
Percorriamo un tratto abbastanza ripido poi la pendenza diminuisce.
Ci immettiamo su di un ampio sentiero pianeggiante (m. 1820). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 416: Rifugio Tagliaferri a ore 4.40, Rifugio Curò a ore 9; dietro con il sentiero 415: Malga Gaffione a ore 0.15, Laghetti delle Valli a ore 1.15, Schilpario a ore 2.30. Andiamo a destra.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso con il quale ci mettiamo in direzione del rifugio che torniamo a vedere.
Alla destra, dopo un'area pic-nic con barbecue, tavoloni e relative panche e alcune panchine, c'è il Laghetto Vivione, costeggiando il quale raggiungiamo la strada asfaltata e il rifugio.

Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 910 - 207
Data escursione: agosto 2012
 
Secondo itinerario: da Schilpario (miniere) coi sentieri 426+427
Come descritto all'inizio del precedente itinerario arriviamo a Schilpario e proseguiamo in direzione del Passo del Vivione per altri 3 km circa.
Al km. 29.5 della provinciale 294 e già in vista delle case di Forni, troviamo sulla sinistra l'inizio della stradina che porta alle miniere (m. 1250). I segnavia indicano con il sentiero 426-427: Sentiero delle Miniere ore 1.30, Sentiero delle Torbiere Passo del Vivione ore 2.

Lasciata la macchina, superiamo una stanga e ci incamminiamo su di una sterrata in leggera salita tra gli abeti.
Raggiungiamo il Parco Minerario Ing. Andrea Bonicelli - Miniera Gaffione. Vi troviamo un piazzale sterrato e alcune costruzioni, vecchi carrelli, uno scavatore ed un tunnel dal quale esce aria molto fresca.
Giunti in fondo al piazzale, un paletto con dipinti segnavia bianco rossi indica alla destra l'inizio del sentiero (m. 1260).
Entriamo nel bosco e cominciamo a salire.

Poco dopo arriviamo ad un bivio (m. 1280). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 426 la Valle Gaffione a ore 0.45 e con il sentiero 427 il Passo del Vivione a ore 1.30; a destra con il sentiero 426 la Miniera Stentata a ore 0.25. Possiamo prendere entrambe le direzioni in quanto in seguito i due percorsi si ricongiungono. Decidiamo di andare a destra.
Saliamo in modo abbastanza ripido. Troviamo un altro sentiero che sale dalla destra (m. 1325).
Superiamo alcuni rudimentali gradini. Poi saliamo a zig-zag in modo ripido.

Quasi in piano raggiungiamo la Miniera Clossa (m. 1390). Un cancelletto di ferro apribile permette di entrare. Accanto, sulla parete di un edificio c'è una targa sulla quale leggiamo: "Miniera Clossa. Ogni miniera aveva un suo nome, per distinguerla dalle altre. Questa è una delle miniere più recenti, nella quale il trasporto del minerale all'esterno veniva effettuato da trenini elettrici. Per lo scavo si usavano rivoltelle ad aria compressa, che veniva convogliata dai fondi, dove erano collocati i compressori, per mezzo di tubi che salivano lungo il bosco. Per puntellare la roccia nei tratti a roccia più friabile, si utilizzavano tronchi di larice. Il materiale di scarto, ammucchiato all'interno delle miniere antiche, in questo caso veniva scaricato all'esterno, formando una discarica".

Lasciata a sinistra la miniera arriviamo ad un altro bivio dove i segnavia indicano con il sentiero 426 a destra la Miniera Stentata e dietro il Piazzale Gaffione. Andiamo invece a sinistra e riprendiamo a salire.
Superiamo due tornanti destra-sinistra.
Il successivo tornante destrorso ha un corrimano alla sinistra e ci conduce ad una bella baita. Alla destra c'è una teleferica di servizio (m. 1420).
Saliamo in modo abbastanza ripido e percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1430).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Alla destra troviamo un muro di pietre (m. 1470).
Percorriamo un tratto quasi in piano; alla sinistra ci sono delle vecchie protezioni in legno (m. 1485).
Superato uno slargo percorriamo un tratto in leggera discesa seguito da un altro in leggera salita (m. 1490). Su di una pietra vediamo il segnavia a bandierina con il n. 426.
Proseguiamo in discesa e sulla destra troviamo un muro di pietre a rinforzo.
Dopo una curva a destra, continuiamo con minore pendenza e poi quasi in piano, alti sul torrente che scorre in basso a sinistra; il sentiero è un po' esposto.
Usciamo dal bosco e proseguiamo tra erbacce dapprima in leggera discesa e poi in salita.

Raggiungiamo uno stretto ponte con il quale attraversiamo il Torrente Gaffione (m. 1495).
Sull'altra sponda, dopo una breve discesa, proseguiamo quasi in piano.
In leggera salita arriviamo ad un bivio (m. 1500). I segnavia indicano a destra con il sentiero 427: Passo del Vivione a ore 0.45; dietro con il sentiero 426: Miniera Stentata a ore 0.20; il sentiero a sinistra non è segnalato.
Andiamo a destra con dei ripidi tornantini. In seguito la pendenza aumenta ancora.
Presso un tornante destrorso il sentiero ci concede un attimo di respiro (m. 1520), poi riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido con il fondo pietroso.
La pendenza diminuisce un poco e dopo pochi passi quasi in piano (m. 1540), torniamo a salire, ben presto in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un altro tratto quasi in piano (m. 1555), seguito da uno in salita e da un altro breve ancora pianeggiante.
Dopo una curva a destra (m. 1570) riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido.
Torniamo a fiatare preso un tornante destrorso ma subito riprendiamo a salire ripidamente (m. 1590).
Continuiamo alternando tratti in salita ad altri abbastanza ripidi.
Poi proseguiamo con alcuni saliscendi tra erba ed alberi ora più radi. Il sentiero è un po' esposto (m. 1645).
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido ed usciamo dal bosco.
Ora camminiamo in un prato. Passiamo accanto ad un paletto con i bolli (m. 1660).

Alternando tratti quasi in piano ad altri con poca pendenza, tra erba cespugli e alcuni alberi arriviamo al primo guado del Torrente Gaffione (m. 1665).
Giunti sulla sponda destra riprendiamo a salire tra l'erba, inizialmente con poca pendenza.
Poi la pendenza aumenta. Passiamo accanto a due paletti con i bolli.
Dopo una curva a sinistra continuiamo tra l'erba in leggera salita. Troviamo un altro paletto segnavia (m. 1700).
Percorriamo un tratto in salita seguito da un altro quasi in piano (m. 1725).

Dapprima in discesa tra radi alberi, poi con minore pendenza tra l'erba e poi in discesa tra erba e massi, arriviamo al secondo guado con il quale torniamo alla sinistra del torrente (m. 1710).
Passando accanto ad un paletto e successivamente ad un ometto di pietre, riprendiamo a salire volgendo le spalle al torrente.
Scavalchiamo un rivolo, poi giriamo a destra e proseguiamo con minore pendenza tra erba e rododendri (m. 1725).
Percorriamo un tratto quasi in piano nel quale vediamo il segnavia 427 su di una pietra.
Dopo un tratto in salita, quasi in piano superiamo un tratto fangoso (m. 1755).
Torniamo a salire seguendo vari ometti e camminando tra grosse pietre, erba e rododendri.

Alterniamo tratti quasi in piano ad altri con poca pendenza, a volte camminando su lastre di pietra, altre passando accanto a qualche larice, terminando l'accerchiamento del Monte Busma. In alto a destra riusciamo a distinguere la provinciale.
Più avanti, quasi in piano, ci avviciniamo ad un torrente (m. 1790).
Nuovamente in salita, tra erba rododendri e pietre, seguiamo altri paletti con i bolli.
Vediamo il segnavia 427 dipinto su di una pietra e percorriamo alcuni passi in leggera discesa.

Raggiungiamo il ponte dove incrociamo il sentiero 415 descritto nel primo itinerario (m. 1820).
Superato il ponte troviamo vari segnavia che indicano a sinistra con il sentiero 415: Laghetti delle Valli a ore 0.50, Schilpario a ore 2; diritto in direzione della Malga Gaffione: Lago di Valbona a ore 0.40, Passo del Venerocolo a ore 2, Rifugio Tagliaferri a ore 4; a destra seguendo la sponda sinistra del torrente con il sentiero 415: Passo del Vivione a ore 0.30; nella direzione dalla quale proveniamo con il sentiero 427: I Fondi (Miniere) a ore 1.30, Sentiero delle Torbiere.

Proseguiamo diritto con un sentiero quasi in piano tra l'erba e raggiungiamo la Malga Gaffione (m. 1830).
Lasciata la malga, in leggera salita ci immettiamo sull'ampio sentiero 416. I segnavia indicano a sinistra: Rifugio Tagliaferri a ore 4.30, Rifugio Curò a ore 9; a destra: Passo del Vivione a ore 0.10. Andiamo a destra.
Dapprima in discesa e poi in piano raggiungiamo il guado del Torrente Gaffione che attraversa il percorso su un letto di pietre e cemento.
Pieghiamo a destra assecondando l'ansa della montagna e proseguiamo il leggerissima salita.
Alla sinistra troviamo un muro di pietre e poi un barbecue. Vediamo il segnavia 416.
Dopo alcune curve ritroviamo il sentiero 415 che sale da destra. I segnavia indicano a destra in discesa con il sentiero 415: Malga Gaffione a ore 0.15, Laghetti delle Valli a ore 1.15, Schilpario a ore 2.30; dietro con il sentiero 416: Rifugio Tagliaferri a ore 4.40, Rifugio Curò a ore 9. Proseguiamo diritto.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso.
Alla destra dopo un'area pic-nic con barbecue, tavoloni e relative panche e alcune panchine c'è il Laghetto Vivione, costeggiando il quale raggiungiamo la strada asfaltata e il rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 620 -42
Data escursione: agosto 2012

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • alla Malga Gaffione (m. 1830) ore 0.25
  • ai Laghetti delle Valli (m. 1980) in ore 1.10
  • al Passo del Gatto (m. 2416) ore 1.45
  • al Passo del Venerocolo (m. 2314) ore 2.50
  • al Passo del Vo (m. 2368) in ore 3.30
  • al Rifugio Tagliaferri (m. 2328) in ore 5
  • al Rifugio Curò (m. 1895) ore 9.30
Dati del Rifugio Passo del Vivione

Altezza:
m. 1828
Gruppo:
Orobie
Ubicazione:
Passo Vivione
Comune:
Schilpario (BG)
Carta Kompass:
94 A7
Coordinate Geo:
46°02'12.20"N
10°11'59.20"E
Gestore:
Gianantonio Pizio
Telefono gestore:
0346 55301
Telefono rifugio:
333 8984490
Posti letto:
20
Apertura:
giugno-settembre
Pagina inserita
il: 11/08/2012
Il Rifugio Passo Vivione I ruderi del Roccolo Busmino Il Primo Laghetto delle Valli Il Secondo Laghetto delle Valli Le Miniere Gaffione La Miniera Clossa Panorama dal sentiero n. 427 La Malga Gaffione Panorama dalla Malga Gaffione Il Laghetto del Vivione Insegna dal rifugio

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