Rifugio Curò

Il Rifugio Curò è situato su di un dosso che sovrasta la sponda occidentale del Lago Barbellino, tra il Pizzo di Coca (m. 3050) a NW e il Pizzo Recastello (m. 2886) a SE.

Lasciamo la provinciale (ex statale) 671 della Val Seriana al bivio di Parre (km. 29) per continuare diritto con la provinciale 49 lungo il corso del Serio fino a Valbondione, ultimo comune di questa vallata.
Il percorso n. 305 parte in contrada Beltrame (m. 940).
Possiamo però evitare il primo tratto di strada (circa km 1.4) proseguendo in auto fino alla contrada Grumetti (m. 970) dove, in fondo alla Via Pianlivere, parte un sentiero che sale nel bosco e va ad immettersi sul n. 305 a quota m. 1150.

A Valbondione possiamo lasciare la macchina nei pressi del Campo Sportivo o in alcuni parcheggi lungo le vie del paese. Meglio comunque proseguire fino a Grumetti, in cima al paese, e parcheggiare lungo la Via Pianlivere o in fondo alla stessa nello slargo davanti alla Cappella Lisander.
Nei giorni di apertura delle Cascate del Serio (tre salti per complessivi m. 315; le seconde più alte d'Europa), il parcheggio è soggetto al pagamento di un ticket di 5 euro. Per il 2019 le date previste sono le seguenti: 16 giugno (ore 11-11.30), 20 luglio (22.00-22.30), 18 agosto (12-12.30), 15 settembre (11-11.30), 13 ottobre (11-11.30).

Primo itinerario: da Valbondione (Loc. Beltrame) - sent. 305
Arrivati a Valbondione, risaliamo le vie del paese.
Superata la chiesa, prendiamo sulla destra la strada per Lizzola all'inizio della quale alcuni cartelli indicano i Rifugi Curò e Barbellino e le Cascate del Serio.
Percorriamo in tornante destrorso e proseguiamo fino a trovare sulla sinistra Via Curò (m. 940). La possibilità di parcheggio in questo punto è praticamente nulla.
Alcuni segnavia indicano l'inizio dei percorsi: n. 305 per il Rifugio Curò, l'Ostello Curò e il Rifugio Consoli UEB tutti segnalati a ore 2.30; n. 305-308 per il Rifugio Barbellino a ore 3.30. Viene anche indicato se i rifugi sono chiusi o aperti. Un altro cartello indica le Cascate del Fiume Serio. C'è anche una bacheca con una cartina della zona.

Il primo tratto di Via Curò è asfaltato, in salita, tra case e recinzioni.
Superiamo, una dopo l'altra, delle grate per lo scolo dell'acqua e lasciamo a destra una fila di otto garages (m. 950).
La strada diventa sterrata e un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli. Alla sinistra scende una stradina asfaltata (m. 965).
Alla sinistra ci sono delle villette a schiera; alla destra un casello dell'acquedotto.

Entriamo nel bosco (m. 970).
Un rivolo, che troviamo asciutto, attraversa la sterrata in una cunetta.
Di tanto in tanto, un'apertura tra gli alberi consente di vedere il fondovalle e i monti sul versante opposto.
Percorriamo due serpentine appena accennate destra-sinistra (m. 980).
Troviamo un'altra cunetta con un rivolo che attraversa la strada.
Lasciamo a sinistra un corto muro di pietre (m. 1000).
Poco dopo, presso una semicurva a sinistra, troviamo uno slargo.
Un ruscelletto attraversa la strada (m. 1005).
Presso una semicurva verso destra, un sentiero si immette dalla sinistra e dopo alcuni metri riparte salendo alla destra (m. 1010).

Percorriamo un ampio tornante sinistrorso e attraversiamo un ruscello (m. 1015). In questo caso, come pure nei successivi che troveremo lungo il cammino, generalmente l'acqua è bassa per cui è sufficiente camminare sulle pietre che affiorano.
Alla destra c'è un muretto di sostegno.
Superiamo due semicurve, entrambe verso destra (m. 1030).

Più avanti, presso una curva verso sinistra, dell'acqua passa intubata sotto alla strada. Alla destra c'è un casello dell'acquedotto sormontato da una staccionata (m. 1060). Continuiamo con un muro di pietre alla destra.
Poco dopo superiamo due semicurve destra-sinistra e troviamo un altro casello, più piccolo del precedente (m. 1065).

Presso un ampio tornante sinistrorso guadiamo un torrente che scende dalla destra formando una cascata (m. 1070).
Percorriamo un tornante destrorso molto ampio (m. 1075).
Alla destra ci accompagna un muretto di pietre. Alla sinistra c'è un'apertura tra gli alberi e vediamo dei cavi dell'alta tensione.
Dopo una serpentina destra-sinistra lasciamo a sinistra un traliccio (m. 1095).
Superiamo una curva verso sinistra molto ampia seguita da una curva verso destra (m. 1110).
Su di una pietra vediamo un bollo e una freccia rossa che invitano a proseguire.
Percorriamo una curva verso sinistra e proseguiamo in leggera salita.
Presso una curva verso destra un sentiero sale dalla sinistra. Vediamo un bollo rosso dipinto sul tronco di un albero (m. 1125).
Proseguiamo in salita. Percorriamo una curva verso sinistra seguita da una semicurva verso destra.
Alla destra troviamo un casello dell'acquedotto e un muro sul quale è stato dipinto il segnavia 305 a bandierina.

Poco dopo, dalla sinistra sale e si immette il sentiero che proviene dalla Cappella Lisander in fondo a Via Pianlivere. Su si una pietra leggiamo: Grumetti (m. 1150).
Proseguiamo con poca pendenza. Superiamo due semicurve destra-sinistra e una curva verso destra (m. 1165).
Alla destra ci accompagna un muro in cemento.
Un altro muro scende a sinistra come rinforzo alla sterrata.

Proseguiamo in salita. All'interno di una curva molto ampia verso destra, ignoriamo un sentiero che sale a destra (m. 1170).
Percorriamo una curva verso sinistra. Il bosco ora è più fitto (m. 1185).
Superiamo un'ampia semicurva verso sinistra (m. 1195).
Percorriamo due tornanti destra-sinistra, entrambi molto ampi (m. 1210-1215).
Il muro in cemento alla destra termina. Continuiamo quasi in piano.
Su di una roccia in alto a destra, una freccia ed una scritta gialla indicano: "Maslana Osservatorio a 50 metri" (m. 1230).
Riprendiamo a salire e superiamo due semicurve sinistra-destra.

Troviamo la stradina proveniente dall'Osservatorio Faunistico e Floristico di Maslana che sale da sinistra, segnalata da una scritta gialla su di una pietra e dal cartello "Osservatorio" affisso ad un albero (m. 1240). Alla sinistra c'è un basso muretto con delle scritte in bianco che indicano: a destra un sentiero che sale nel bosco e conduce a Lizzola, dietro Valbondione, davanti Curò 305. In questo punto il bosco è aperto sulla sinistra dove c'è una staccionata al bordo della strada. Guardando in alto a sinistra possiamo vedere il Rifugio Coca che sembra un nido d'aquila appiccicato alla roccia. Davanti invece è visibile l'Ostello situato poco prima del Rifugio Curò.
Poco dopo rientriamo nel bosco che però alla sinistra non è più così fitto.
Proseguiamo in salita.
Troviamo poi una apertura tra gli alberi che consente di ammirare il panorama sul lato a valle.
Continuiamo con un lungo tratto nel bosco.

Percorriamo poi un tratto senza alberi alla sinistra con vista sui tre salti della cascata del Serio (m. 1320). In alto sono ben visibili il Rifugio Coca e l'Ostello del Rifugio Curò.
Torniamo nel bosco e troviamo un cartello che indica ai cacciatori che questa è una "Zona Alpi 'A' di maggior tutela"; altri cartelli uguali li troveremo in seguito.

Durante il successivo tratto allo scoperto, alla destra troviamo dell'acqua che esce da un tubicino grigio di plastica e bagna la strada (m. 1340).
Subito dopo, alla sinistra, tempo fa c'era un bar; ora ne rimangono solo le fondamenta.
Alla sinistra ci sono alberi bassi e possiamo così vedere il panorama.
Ai lati della strada troviamo le colate di pietre di una vecchia frana.
Rientriamo nel bosco (m. 1355).

Presso un tornante destrorso molto ampio, alla sinistra sotto una tettoia, troviamo la partenza della teleferica di servizio al Rifugio Curò. A destra c'è una bacheca in legno, con tettuccio, alla quale è appesa una cartina della zona (m. 1375).
Poco dopo, quasi in piano, presso una curva a sinistra guadiamo un ruscelletto che scende da una roccia alla destra.
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita. Un rivolo attraversa la strada.
Proseguiamo senza alberi alla sinistra della strada (m. 1405).
Scavalchiamo un altro ruscelletto.
Con pochissima pendenza, raggiungiamo un torrente. L'acqua scende da una cascata alla destra e passa sotto alla stradina in due tubi di ferro. C'è anche una fontana con la scritta: "acqua non potabile" (m. 1415).

La sterrata ora è più stretta e diventa una mulattiera.
Proseguiamo con poca pendenza e con una parete di roccia alla destra. Da questa roccia scende dell'acqua che bagna il percorso. Una catena assicura il cammino che nel periodo invernale potrebbe essere ghiacciato.
Presso una curva a sinistra, quasi in piano, guadiamo un torrente. Sul lato a valle, come rinforzo, ci sono alcune gabbie contenenti delle pietre (m. 1430).
Proseguiamo allo scoperto, in leggera salita.
Percorriamo una curva a destra e una a sinistra.
Poco dopo in salita torniamo tra gli alberi (m. 1440).
Continuiamo poi con dei prati alla destra (m. 1460).

Alla destra troviamo una piccola croce in ricordo di un escursionista deceduto.
Percorriamo una semicurva verso destra all'inizio della quale ignoriamo un sentiero che sale a destra (m. 1470).
Continuiamo a mezza costa dapprima circondati da prati e qualche pietra e poi con alberi e cespugli alla destra.
In salita rientriamo nel bosco (m. 1485).

Ora gli alberi sono radi. Alla sinistra di tanto in tanto troviamo un masso (m. 1505).
Con pochissima pendenza, presso una curva a sinistra, attraversiamo un rivolo. Alla sinistra, in lontananza, vediamo l'Arera ben riconoscibile dalle rocce più chiare rispetto a quelle delle altre montagne (m. 1520).
Torniamo a salire e percorriamo un tratto nel bosco, poi ne usciamo e continuiamo circondati da pendii erbosi da entrambi i lati (m. 1535).
Proseguiamo in leggera salita.
Percorriamo una semicurva a sinistra e pochi passi quasi in piano (m. 1555).
In leggera salita transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Superiamo un tornante destrorso (m. 1570).

Pochi metri più avanti troviamo il segnavia che indica alla sinistra il ripido sentiero della "direttissima". Anche questo sentiero è contrassegnato con il n. 305 e sale con alcuni tratti attrezzati, consentendo di evitare i successivi tornanti. Preferiamo continuare diritto con il "panoramico" e con bella vista sulla Valbondione.
Troviamo subito due grandi massi alla sinistra del sentiero.
Dopo pochi passi in leggera discesa proseguiamo in leggera salita, a mezza costa, tra pendii erbosi. Il sentiero è sempre largo almeno un metro (m. 1585).
Torniamo tra gli alberi e giriamo a sinistra (m. 1600).
Percorriamo un'altra curva a sinistra.
Usciamo allo scoperto e su di una roccia alla sinistra vediamo una scritta in giallo che dice "Freni!!"
Presso una curva a destra attraversiamo l'acqua di un ruscello che scola dalla montagna (m. 1615).
Camminiamo con poca pendenza tra alberelli.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo allo scoperto.
Percorriamo un'altra curva a sinistra. Alla destra vediamo ancora il Rifugio Coca.

Presso un tornante sinistrorso ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1640).
Ora il nostro sentiero attraversa una colata di pietre (m. 1655).
Percorriamo un tornante destrorso e riprendiamo a salire (m. 1665).
Poco dopo superiamo due tornanti sinistra-destra (m. 1680).
La pendenza aumenta. Camminiamo sempre con bella vista panoramica sulla vallata e sul paese di Valbondione. In lontananza spicca sempre l'Arera.
Continuiamo in leggera salita (m. 1695).
Percorriamo due semicurve sinistra-destra presso la seconda delle quali troviamo un muretto a protezione di una frana (m. 1720).
Vediamo una croce a ricordo di un'escursionista deceduto.

Con vista, in basso a destra, su due baite, arriviamo ad un tornante sinistrorso dove ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1748). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 305 seguendo il tornante: Rifugio Curò a ore 0.30; a destra, con il sentiero 304: Passo della Manina a ore 3, con il sentiero 401: Rifugio Albani a ore 7, con il sentiero 306: Lizzola a ore 2.30; dietro con il sentiero 305: Valbondione a ore 1.20.
Percorriamo due semicurve destra-sinistra (m. 1780).
Alla destra ricominciamo a trovare dei cartelli che indicano il divieto di caccia.
Percorriamo un breve tratto con delle pietre sul lato a valle (m. 1800).
Continuiamo con due semicurve destra-sinistra e troviamo alla destra un muretto di pietre a protezione di una frana (m. 1815).
Dopo pochi passi quasi in piano e una semicurva verso destra riprendiamo a salire.
Continuiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita (m. 1825).

Percorriamo una curva a sinistra tra gli sfasciumi trascinati da un torrente che scende dalla destra e che troviamo asciutto (m. 1850).
Lasciamo a sinistra una roccetta aguzza.
Presso una curva a sinistra, un ruscello attraversa il percorso passandogli sotto.
Continuiamo quasi in piano.

Ora alla sinistra c'è un verticale precipizio. Il sentiero comunque è molto largo.
Dopo una curva a destra, inizia una fune fissata alla parete, utile sicuramente in caso di gelo.
Troviamo altre roccette sul lato a valle.
Percorriamo una curva a destra. Il sentiero è letteralmente scavato nel fianco del Monte Verme.
In leggera salita giriamo a sinistra passando sotto una parete di roccia dalla quale gocciola dell'acqua (m. 1865).
Troviamo una targa in memoria di un quarantenne deceduto.
Al termine della fune percorriamo una curva a destra (m. 1875).
Poco dopo la fune riparte e ci accompagna fino ad una semicurva a destra.
Troviamo un'altra targa a ricordo di un giovane ventunenne.
Guadiamo un ruscello che scende da una roccia alla destra.
Percorriamo una curva a sinistra guadando un altro ruscello.
Presso una semicurva a destra un rivolo scola dalla roccia.

Con una semicurva a sinistra raggiungiamo il punto di arrivo della teleferica. Qui rientra il ripido sentiero della "direttissima".
Giriamo a destra passando sotto ai cavi della teleferica.
Transitiamo anche sotto ai cavi dell'alta tensione lasciando un traliccio alla sinistra.
Dopo una curva a destra, davanti vediamo l'Ostello e il Rifugio Curò.
Percorriamo un tratto con il fondo in cemento. Alla sinistra ci sono delle protezioni con paletti di ferro che reggono un cavo.

Troviamo una prima deviazione a sinistra che in leggera salita porta all'Ostello, poi prosegue in piano e infine con una breve salita termina davanti al Rifugio Consoli U.E.B. (Unione Escursionisti Bergamaschi).
Con la seconda deviazione o, poco più avanti con una gradinata, raggiungiamo il Rifugio Curò.
La terza deviazione, aggirando il dosso, conduce alla diga che chiude il Lago Barbellino. Alcuni segnavia, accanto ad una fontana (m. 1910), indicano in questa direzione anche il Rifugio Coca a ore 3 (sent. 303) e Valmorta (sent. 323) mentre nella direzione dalla quale proveniamo il Rifugio Albani a ore 7.30 (sent. 304-401). Altri segnavia indicano dietro: Passo Manina a ore 3.30 (sent. 304), Valbondione a ore 1.30 (sent. 305), Lizzola a ore 3 (sent. 306); proseguendo lungo la sponda destra del lago: Rifugio Barbellino a ore 1.30, Passo Caronella a ore 2.30 (sent. 308); Lago Malgina, Lago Gelt, Passo Caronella a ore 4 (sent. 310); Passo Pila, Malga Pila, Rifugio Tagliaferri a ore 4.30 (sent. 324); Val Cerviera, Passo Bondione, Passo Belviso, Passo Venano, Rifugio Tagliaferri a ore 4.30 (sent. 321) e le salite alpinistiche ai monti della zona: P. Recastello (2886 m), P. Tre Confini (2824 m), M. Gleno (2882 m), M. Costone (2836 m), P. Strinato (2835 m), M. Torena (2991 m), C. Caronella (2796 m), P. Diavolo Malgina (2926 m).

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 975
Data escursione: agosto 2016
 
Secondo itinerario: variante iniziale da Valbondione (Loc. Grumetti - Cappella Lisander)
Arrivati a Valbondione, risaliamo le vie del paese. Superiamo la chiesa e percorriamo Via Beltrame e Via Pianlivere.
Possiamo lasciare la macchina a lato di quest'ultima via o delle viuzze circostanti (m. 970 circa), oppure in uno slargo davanti alla Cappella Lisander al termine della stessa (m. 990).
Alzando gli occhi verso sinistra vediamo il Rifugio Coca e davanti l'ostello che precede il Rifugio Curò.

Un cartello con il fondo giallo informa se il Rifugio Barbellino al Lago Naturale è chiuso o aperto.
Ci incamminiamo in leggera salita e, con due curve destra-sinistra, aggiriamo la Cappella Lisander.
Proseguiamo in salita lasciando a sinistra una cabina e una vecchia santella.
Prendiamo un sentiero che inizia alla destra aggirando una casa.
Passiamo nell'apertura di una recinzione e proseguiamo con un prato alla sinistra e dei paletti di ferro che reggono un cavo alla destra dietro ai quali c'è una rete metallica.

Con alcuni ripidi passi ci immettiamo su di una stradina e andiamo a sinistra seguendo dei bolli bianco-rossi (m. 1005).
Poco dopo, ad una biforcazione, andiamo a destra, in un bosco di faggi, come indicato da un cartello che segnala il sentiero 305 per il Rifugio Curò.
Subito troviamo un masso alla destra e percorriamo un tornante destrorso.
Saliamo in modo abbastanza ripido.
Dopo un tornante sinistrorso la pendenza diminuisce un poco e proseguiamo con serpentine appena accennate (m. 1030).
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 1050).
Una freccia rossa invita a proseguire.
Lasciamo a sinistra un piccolo slargo e giriamo a destra (m. 1060).
Alla sinistra c'è una parete rocciosa coperta dal muschio.
Dopo una curva a sinistra, alla destra tra gli alberi, riusciamo a vedere una cascata.
Percorriamo una curva a sinistra molto ampia (m. 1070).

Con una curva a sinistra aggiriamo un traliccio e passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione. Alla destra c'è un masso (m. 1080).
Subito percorriamo un tornante destrorso e continuiamo con altre tre curve sx-dx-sx.
All'interno della successiva curva a destra c'è un masso (m. 1090).
Dopo una curva a sinistra il sentiero diventa largo e, nel mezzo, c'è un albero.

Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio che possiamo tagliare con un sentiero che prosegue diritto (m. 1105).
Continuiamo con una serie di zig-zag.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1125).
La pendenza diventa abbastanza ripida e superiamo un altro tornante destrorso.
Per un tratto il sentiero è incassato nel terreno circostante.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso seguito, con minore pendenza, da uno destrorso.
Poco dopo ci immettiamo sulla sterrata che costituisce il percorso principale, davanti a due sbarramenti artificiali su di un torrente. Seguiamo la strada verso sinistra come già descritto (m. 1150).

Tempo impiegato: ore 2.20 - Dislivello: m. 945
Data escursione: agosto 2016
 
Terzo itinerario: da Lizzola (sentiero 306)
Lasciamo la provinciale (ex statale) 671 della Val Seriana al bivio di Parre (km. 29) per continuare diritto con la provinciale 49 lungo il corso del Serio fino a Valbondione, ultimo comune di questa vallata.
A Valbondione, risaliamo le vie del paese. A una biforcazione teniamo la destra. Da questo punto la SP49 si chiama anche Via Pacati.
Alla fine del paese la strada gira a destra (cartello: Lizzola a km. 5) e sale con alcuni tornanti.
Giunti a Lizzola, subito dopo il cimitero, lasciamo la macchina in un grande parcheggio (mercato al sabato nei mesi di luglio e agosto) alla destra della strada (m. 1245).

Ci incamminiamo verso la chiesa di San Bernardino in cui campanile spicca sopra le case sul lato opposto della provinciale.
Attraversiamo il ponte sul Torrente Bondione e Via Pacati.
Dopo alcuni passi verso sinistra, giriamo a destra in Via San Bernardino. I segnavia indicano, a destra: Rifugio Curò a ore 3, Valbona a ore 0.30, Cascate a ore 1.30, Maslana a ore 1; in entrambe le direzioni: Sentiero dei Carbonai e dei Poiat.
In leggera salita tra le case percorriamo una curva verso sinistra seguita da un tornante destrorso. La strada ora ha il fondo di sampietrini.

Dopo la chiesa (m. 1255) prendiamo la strada in salita alla sinistra, all'inizio della quale i segnavia indicano con il percorso 306: Ostello al Curò a ore 2.45, Rifugio Curò a ore 2.45, Rifugio Barbellino a ore 4.
La strada poco dopo diventa asfaltata. Alla sinistra c'è un campetto di calcio recintato.
Percorriamo un tornante destrorso.

Pochi passi più avanti, davanti a un cancello, la strada termina (m. 1270). Prendiamo il sentiero che inizia con un tornante sinistrorso. Un cartello indica il Rifugio Curò a ore 3.
Superiamo subito uno zig-zag destra-sinistra.
Continuiamo con poca pendenza con gli alberi alla destra mentre alla sinistra vediamo la chiesa, il paese e il parcheggio nel quale abbiamo lasciato la macchina.
Saliamo 5 gradini di legno.
Percorriamo una curva verso destra in salita. Proseguiamo con altri 27 gradini di legno.

Continuiamo in leggera salita con un sentierino tra l'erba di un prato (m. 1285).
Presso una semicurva verso destra vediamo un bollo bianco-rosso su di un albero (m. 1295).
Troviamo una pietra con delle vecchie scritte illeggibili e un cartello che indica: Baite Valbona a ore 1, Cascate del Serio a ore 1.30, Rifugio Curò a ore 2.30, Rifugio Barbellino a ore 3.30.

Lasciamo a destra un vecchio impianto di risalita in disuso e continuiamo con il sentierino tra l'erba. La pendenza è minima.
Presso una curva verso destra molto ampia, percorriamo pochi passi in discesa e proseguiamo in lievissima salita (m. 1305).
Con poca pendenza superiamo due semicurve destra-sinistra.

Raggiungiamo una biforcazione (m. 1315). Dei vecchi segnavia su di un palo di legno indicano, a sinistra: Sentiero dei Carbonai e dei Poiat, Valbona a ore 1, Maslana a ore 1.30 [è il sentiero che abbiamo percorso al ritorno]; a destra: Rifugio Curò a ore 2.30, Barbellino a ore 3.30. Alla sinistra c'è una casa nascosta tra gli alberi. Andiamo a destra in salita.

Entriamo in un bosco umido (m. 1330). Da questo punto, di tanto in tanto, troveremo un bollo bianco-rosso.
Dopo un breve tratto in discesa, a una biforcazione teniamo la destra.
Percorriamo un tratto con poca pendenza e uno in salita. Vediamo delle pietre coperte dal muschio.
Superiamo un breve tratto quasi in piano (m. 1345), seguito da un tratto in leggera salita e uno in salita.
Continuiamo con tre breve tratti: uno quasi in piano, uno in leggera discesa e uno in salita.
Quasi in piano passiamo tra due pietre coperte dal muschio.

Alla destra troviamo un rivolo sorgivo (m. 1355).
In leggera salita camminiamo sopra delle radici che affiorano dal terreno.
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1355), uno con poca pendenza e uno in salita (m. 1360).

Quasi in piano passiamo sotto un albero, nato alla sinistra del sentiero e cresciuto obliquamente verso destra (m. 1380).
Il sentiero si divide solo per aggirare una roccetta affiorante.
Continuiamo in salita.

Arriviamo a una biforcazione (m. 1390). I bolli e la scritta "R. Curò" su di una pietra ci mandano a sinistra.
Proseguiamo quasi in piano (m. 1395).
Il sentiero si divide per aggirare un ceppo segato e si ricompone.
Dopo un tratto con poca pendenza continuiamo in salita tra alcune pietre (m. 1410).
Proseguiamo quasi in piano seppur con lievi saliscendi (m. 1415).

Percorriamo un tratto in discesa.
Continuiamo quasi in piano. Troviamo un albero nel mezzo del sentiero (m. 1405).
Proseguiamo in leggera discesa. Un cartello riguardante la caccia segnala una "zona a maggior tutela".
Continuiamo quasi in piano seppur con lievi saliscendi.

Con poca pendenza attraversiamo uno slargo nel quale vediamo delle radici che affiorano dal terreno (m. 1405).
Subito il sentiero si biforca e teniamo la sinistra.
Con tre passi superiamo una pietra liscia.
Uno dopo l'altro, troviamo due massi che sporgono dal terreno e li aggiriamo (m. 1415).
Continuiamo quasi in piano (m. 1425).
Il sentiero si divide per aggirare un albero e poco dopo si ricompone (m. 1430).

Su di un masso vediamo il segnavia 306 a bandierina (m. 1435).
Nuovamente il sentiero si divide, aggira un gruppetto di alberi e si ricompone (m. 1445).
Con pochissima pendenza passiamo tra due rocce affioranti dal terreno.
Aggiriamo alla destra una bassa roccia piatta.
Proseguiamo in leggera discesa. Un masso invade la parte sinistra del sentiero.
In leggera salita scavalchiamo alcune pietre.
Percorriamo due tratti quasi in piano separati da uno in leggera discesa (m. 1450).
Dopo due semicurve sinistra-destra riprendiamo a salire.
Subito percorriamo una curva verso destra seguita da un tornante sinistrorso.
Alterniamo alcuni tratti in leggera discesa ad altri in leggera salita.

Quasi in piano, lasciamo a destra uno slargo erboso (m. 1450).
Riprendiamo a salire.
Continuiamo con poca pendenza. Un'apertura nel bosco, in alto a destra, consente il passaggio dei raggi del sole (m. 1465).
Proseguiamo nel bosco.

Troviamo degli alberi caduti (m. 1480). Parte li scavalchiamo e parte li aggiriamo alla sinistra.
Torniamo a salire. Il sentiero si divide solo per aggirare alcuni alberi.

Passiamo accanto a un piccolo ometto (m. 1500).
Quasi in piano superiamo due semicurve sinistra-destra e continuiamo in leggera discesa.
Percorriamo una semicurva verso destra con il sentiero diviso in due tracce (m. 1495).
Continuiamo in salita con due curve destra-sinistra vicine tra loro (m. 1500).

Quasi in piano attraversiamo uno slargo (m. 1525).
Alterniamo alcuni tratti in salita ad altrettanti quasi in piano.
Superiamo due serpentine destra-sinistra (m. 1540).
Il sentiero si sdoppia solo per aggirare alcuni alberi (m. 1550).

Dopo alcuni passi quasi in piano percorriamo un tornante destrorso e continuiamo in salita su un tracciato che sembra realizzato di recente.
Poco dopo riprendiamo il vecchio sentiero.
Percorriamo due curve sinistra-destra e continuiamo quasi in piano (m. 1565).
Un cartello riguardante la caccia segnala una "zona a maggior tutela".
In leggera discesa, passiamo sopra un basso masso.
Continuiamo con un tratto quasi in piano e uno in salita.

Percorriamo una curva verso sinistra con il sentiero incassato tra roccette (m. 1575).
Dopo pochi passi quasi in piano, superiamo una semicurva verso destra riprendendo a salire.
Continuiamo con poca pendenza e con due semicurve sinistra-destra.
Torniamo a salire e superiamo una semicurva verso sinistra.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1585).
Con il sentiero incassato tra pietre e terreno coperto dall'erba superiamo una semicurva verso sinistra e un tornante destrorso.
Proseguiamo quasi in piano con un tornante sinistrorso e poi in salita con altri tornanti: sx-dx-sx.

Lasciamo a sinistra un rudere (m. 1600).
Dopo una curva verso destra continuiamo con delle serpentine appena accennate.
Percorriamo pochi passi quasi in piano. Alla sinistra riusciamo a intravedere tra gli alberi il Rifugio Merelli al Coca sull'altro lato della valle (m. 1610).
In salita superiamo delle semicurve: dx-sx-dx-sx.
Percorriamo un tratto in discesa (m. 1620) e uno quasi in piano (m. 1615).
Superiamo una curva verso sinistra e continuiamo in leggera discesa.

Saliamo in modo abbastanza ripido tra grandi pietre.
Quasi in piano percorriamo alcune semicurve (m. 1620).
Proseguiamo in salita con tre serpentine: dx-sx-dx.
Continuiamo quasi in piano (m. 1625).
Dopo un tratto con poca pendenza superiamo una curva verso destra e riprendiamo a salire.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1635).

Percorriamo due curve entrambe verso sinistra, la prima quasi in piano e l'altra in leggera salita (nell'insieme formano un tornante molto ampio).
Scavalchiamo una roccetta affiorante dal terreno.
Dopo una curva verso destra riprendiamo a salire.
Superiamo alcune semicurve.
Alla sinistra ci sono delle aperture tra gli alberi e torniamo a vedere il Rifugio Coca (m. 1645).
Continuiamo con delle serpentine appena accennate.

Passiamo accanto a un masso con il segnavia 306 a bandierina (m. 1660).
Continuiamo in leggera salita. Vediamo un cartello che indica una zona di caccia e arriviamo al termine del bosco (m. 1665).

Con un tratto in leggera discesa e uno in leggera salita raggiungiamo una vecchia frana.
La attraversiamo seguendo i bolli bianco-rossi, camminando tra massi e pietre alcune delle quali sono state ben sistemate in modo da rendere il passaggio più agevole.
Arriviamo al termine della frana (m. 1670).

Continuiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano tra erba, arbusti e qualche alberello. Il sentiero è stretto e procede a mezza costa.
Con poca pendenza percorriamo una curva verso destra; parte del sentiero è su fondo roccioso (m. 1685).
Dopo una semicurva verso destra riprendiamo a salire (m. 1695).
Con due passi superiamo una roccia. Continuiamo in leggera salita (m. 1705).

Percorriamo un tratto abbastanza ripido, alla sinistra su sentiero oppure alla destra su di una roccia. Subito le due tracce si riuniscono (m. 1710).
Continuiamo in salita con due tornanti destra-sinistra (m. 1715).

Con il sentiero, oltre che stretto anche un po' esposto, percorriamo un tratto quasi in piano, uno in leggera salita e uno in leggera discesa (m. 1725).
In discesa superiamo una semicurva verso destra.
Il sentiero si sdoppia solo per aggirare un cespuglio (m. 1720).

Attraversiamo il letto di un torrente che troviamo asciutto (m. 1710).
Superiamo due brevi tratti, uno in salita e l'altro quasi in piano.
Percorriamo un tratto con poca pendenza e un tratto quasi in piano.
Continuiamo in discesa.
Riprendiamo a salire (m. 1705).
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra. Torniamo a salire.
Dopo una curva verso destra continuiamo quasi in piano.
Saliamo dei rudimentali gradini.
Percorriamo un tratto quasi in piano e uno in salita.

Scavalchiamo una pietra e continuiamo quasi in piano (m. 1720).
Dopo un breve tratto in leggera discesa proseguiamo quasi in piano. Dopo un altro breve tratto in leggera discesa continuiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano (m. 1725).
Proseguiamo attorniati da alberelli con un tratto in leggera discesa, uno in leggera salita, uno quasi in piano e un altro in leggera salita.
Continuiamo tra erba e pietre.

Quasi in piano il sentiero attraversa una pietraia (m. 1750). Sull'altro lato della valle vediamo il Rifugio Coca abbarbicato alla roccia come un nido d'aquila e i tre salti delle cascate del Serio solcati da un arcobaleno.
Proseguiamo con poca pendenza tra alberelli e arbusti.
Riprendiamo a salire. Il sentiero è sempre stretto.

Risaliamo una roccetta aiutandoci con le mani (m. 1765).
Percorriamo un tratto in salita e uno con poca pendenza (m. 1775).
Continuiamo in salita tra erba e pietre.
Dopo un tornante destrorso proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1795).

Intercettiamo il sentiero 304 che proviene dal Passo delle Miniere. I segnavia dipinti sulle pietre indicano le tre direzioni: Curò davanti verso sinistra, Lizzola dietro, Manina a destra (m. 1810).
Quasi in piano superiamo due semicurve sinistra-destra.
Continuiamo in leggera salita.
Quasi in piano percorriamo altre due semicurve sinistra-destra. Proseguiamo in salita.
Dopo una curva verso sinistra continuiamo con una breve discesa.

In leggera salita camminiamo sopra un muretto di rinforzo al sentiero. Alla destra c'è una grossa pietra.
In piano passiamo sopra un altro muretto (m. 1830).
Saliamo sette gradini in cemento e pietre.
Proseguiamo quasi in piano, con una semicurva verso sinistra, camminando su di un altro muretto.
Torniamo su sentiero sterrato e superiamo una semicurva verso destra in salita.

Dopo un tratto in leggera discesa proseguiamo in discesa, dapprima solo tra arbusti e poi anche alberelli (m. 1815).
In leggera discesa superiamo una curva verso destra (m. 1810).
Percorriamo un tratto in discesa.
In leggera discesa superiamo una curva verso sinistra (m. 1785).

Troviamo un cartello che segnala il divieto di caccia. Superiamo una semicurva verso sinistra e attraversiamo il letto di un torrente che troviamo in secca (m. 1775).
Continuiamo in leggera discesa tra erba e rododendri.
Ora scendiamo in modo abbastanza ripido (m. 1760). In basso alla sinistra vediamo due baite nei prati.

Riprendiamo a salire (m. 1740).
Il sentiero attraversa le pietre di una vecchia frana.
Dopo due brevi tratti, il primo in leggera discesa e l'altro in leggera salita, continuiamo quasi in piano attorniati dall'erba.
Saliamo e scendiamo da un rinforzo in cemento.
Continuiamo in leggera discesa. Ai lati del sentiero c'è una vecchia frana.
Proseguiamo quasi in piano attorniati dall'erba.

Saliamo dieci gradini in cemento e pietre.
Quasi in piano percorriamo un tornante sinistrorso camminando su fondo roccioso (m. 1755).
Proseguiamo su sentiero sterrato.

Attraversiamo un tratto franato.
Percorriamo una curva verso sinistra camminando su di un muretto di rinforzo in cemento.
Superiamo un tratto con poca pendenza, uno quasi in piano, uno in leggera discesa e uno quasi in piano.

Ci immettiamo sulla stradina del percorso 305 (descritta nel primo itinerario) nel punto in cui questa effettua un tornante sinistrorso (m. 1748). I segnavia indicano, diritto con il percorso 305: Rifugio Curò a ore 0.30; dietro, con il sentiero 304: Passo della Manina a ore 3, con il sentiero 304+401: Rifugio Albani a ore 7, con il sentiero 306: Lizzola a ore 2.30; a sinistra con il sentiero 305: Valbondione a ore 1.20.
Proseguiamo come descritto nell'ultima parte del primo itinerario.

Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 830 -160
Data escursione: settembre 2019

RITORNO - Decidiamo di tornare a Lizzola per altra via. Dal Rifugio Curò seguiamo a ritroso la sterrata n. 305, descritta nel primo itinerario, fino a quota m. 1240 dove troviamo alla destra la stradina che scende a Maslana e a sinistra il sentiero per Lizzola.
Prendiamo il sentiero a sinistra che, nel bosco, alterna vari tratti in salita e in discesa. Di tanto in tanto troviamo uno dei cartelli del "Sentiero dei Carbonai e dei Poiat" numerati da 2 a 14.
Aggiriamo a monte le poche case di Valbona (m. 1300).
All'uscita dal bosco chiudiamo l'anello immettendoci sul sentiero dell'andata al bivio di quota m. 1315. Per tornane a Lizzola non resta che ripercorrere a ritroso la prima parte del sentiero 306.

ESCURSIONI/ASCENSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Rifugio Consoli (m. 1900) in ore 0.05
  • al Rifugio Coca (m. 1892) in ore 3 (sent. 303)
  • al Rifugio Albani (m. 1939) in ore 7.30 (sent. 304-401)
  • al Rifugio Barbellino (m. 2130) ore 1.30 (sent. 308)
  • al Rifugio Tagliaferri (m. 2328) in ore 4.30 (sent. 321)
  • al Passo Belviso (m. 2518) in ore 4 (sent. 321)
  • ai Laghi di Val Cerviera in ore 2 (sent. 321)
  • al Passo della Manina (m. 1795) in ore 3.30 (sent. 304)
  • al Passo Caronella (m. 2804) in ore 2.30 (sent. 308)
  • ai Laghi Malgina (m. 2339) e Gelt (m. 2562) in ore 4 (sent. 310)
  • al Pizzo Coca (m. 3050) normale F; creste Est/Nord PD
  • al Pizzo Recastello (m. 2886) normale EE; canale nord PD
  • al Monte Gleno (m. 2882) normale F
Dati del Rifugio Curò

Altezza:
m. 1.915
Gruppo:
Val Seriana
Ubicazione:
Lago Barbellino
Comune:
Valbondione - BG
Carta Kompass:
104 D3
Coordinate Geo:
46°03'43"N
10°02'52"E
Gestori:
Fabio Arizzi
tel. 333 1013878
Angelo Ghilardini
tel. 328 3265100
Telefono rifugio:
0346 44076
Posti letto:
92
Apertura
continuata:
30/5 - 2/10;
solo weekend:
23/4-29/5
e 7/10-6/11
Pagina aggiornata
il: 06/10/2019
Il Rifugio Curò La Cappella Lisander in fondo a Via Pianlivere Panorama sulla Valbondione Inizia il tratto assicurato da una fune attaccata alla roccia Il percorso è scavato nella roccia La chiesa di Lizzola Corpo franoso da attraversare Segnavia su di un masso Panorama dal sentiero Ostello del Curò Panorama dal rifugio La cappellina La spada nella roccia accanto alla cappellina Uno stambecco ci osserva Il Pizzo Re Castello Il Lago Barbellino Inferiore Particolare del Lago Barbellino Inferiore Il Rifugio Curò e il Pizzo Coca La cascata della Val Cerviera Il Torrente della Val Cerviera Dalla sponda opposta del lago (sullo sfondo il Monte Arera)

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