Il Rifugio La Canua è situato sul versante orientale del M. Bregagno, poco a sud dell'Alpe Sumero.
Collocato di fronte al Legnone e il Legnoncino, gode di una splendida vista panoramica sul Lago di Como e il Pian di Spagna.
Il rifugio è una grande struttura a tre piani ed è stato ottenuto recuperando il vecchio edificio nel quale veniva conservato il latte per la lavorazione.
Nel Rifugio La Canua svolgono la loro attività di volontariato gli appartenenti all'Operazione Mato Grosso, un movimento di volontari che dal 1967 lavorano gratuitamente
in favore dei poveri di Perù, Brasile, Ecuador e Bolivia. Il ricavato della gestione del rifugio viene interamente devoluto per le loro necessità.
Nello specifico, gli introiti del Rifugio La Canua vengono devoluti alla Casa degli ammalati in Goiania, Brasile, una casa di accoglienza che serve sia gli ammalati
che devono essere ricoverati all'ospedale, sia i parenti che li accompagnano.
Primo itinerario: da Samaino/Piazzucco
La strada che collega Samaino a Piazzucco è agro-silvo-pastorale e, volendo, è percorribile con un fuoristrada [attenzione strada in alcuni punti con un fondo non dei
migliori, abbastanza stretta e con poche piazzole per lo scambio] previo pagamento di un pedaggio di 5 euro (giornaliero ma valevole fino alle ore 20 del giorno
successivo a quello del rilascio) e la compilazione di un formulario con i dati del conducente (compreso il codice fiscale).
Il pagamento si può effettuare presso gli Uffici Comunali (lunedì-sabato 8.30-12) oppure presso il Bar S. Vito situato all'incrocio tra la statale 340dir e la provinciale
6; il Bar S. Michele vicino al comune in una piazzetta con fontana; e il negozio alimentari Alex Pelizzari (negli orari di apertura di queste attività).
Da Como percorriamo la statale 340 Regina fino a Menaggio e successivamente la 340dir costeggiando la sponda occidentale del lago.
Venendo invece da Lecco o da Milano conviene utilizzare la statale 36 fino a Colico indi retrocedere sull'altra sponda del Lago di Como con la statale 340dir.
In entrambi i casi arriviamo a S. Vito dove al km. 9.8 della ss 340dir, accanto al Bar S. Vito, imbocchiamo la provinciale 6.
Saliamo con alcuni tornanti e superiamo le frazioni di: Ghiano, Posgnano e Cantone dove giriamo a destra seguendo l'indicazione "ai monti".
Dopo Somano troviamo due bivi e in entrambi i casi continuiamo seguendo la stessa indicazione.
Superata anche la frazione di Cadreglio, arriviamo a Samaino dove possiamo lasciare la macchina in un parcheggio con sette posti alla sinistra della
strada oppure proseguire per qualche centinaio di metri fino ad un tornante sinistrorso dove un evidente cartello segnala il divieto di transito a coloro che
non sono dotati dell'apposito permesso. Poco prima del tornante c'è la possibilità di parcheggiare alcune vetture sul lato destro della strada (m. 410).
Lasciata la macchina ci incamminiamo in leggera salita lungo la strada asfaltata che ora è più stretta.
Passiamo accanto ad alcuni orti. Poi alla destra ci accompagna un muro mentre alla sinistra possiamo vedere il lago.
La pendenza aumenta. Troviamo una grata per lo scolo dell'acqua; altre ne troveremo in seguito. Nel muro alla destra salgono alcuni scalini.
Entriamo nel bosco (m. 430).
Vediamo altri scalini nel muro, che poco più avanti termina (m. 445).
Ora alla destra c'è una recinzione oltre la quale pascolano delle pecore. A sinistra l'assenza di alberi permette la vista del lago. Anche alla sinistra c'è una breve recinzione.
Proseguiamo in leggera salita tra gli alberi.
Troviamo un'altra corta recinzione alla sinistra poco prima di una semicurva verso destra.
In alto vediamo degli orti. Percorriamo un'ampia curva verso sinistra all'esterno della quale una stradina con il fondo in cemento chiusa da una sbarra sale verso una proprietà privata (m. 480).
Riprendiamo a salire nel bosco. Alla destra ci accompagna un muretto in cemento.
Prima di arrivare ad una curva a sinistra, dalla destra scende un piccolo ripido torrente che però troviamo in secca.
Poco dopo un altro piccolo corso d'acqua attraversa la strada passandole sotto.
Alla destra vediamo delle reti utilizzate come gabbie per contenere delle pietre il cui scopo è di evitare un possibile smottamento del terreno (m. 500).
Percorriamo una curva a sinistra. Tra gli alberi alla sinistra, in alcuni punti riusciamo ad intravedere il lago.
Un rivolo passa sotto alla strada in un tubo.
Poco dopo alla destra troviamo un casello dell'acquedotto (m. 530).
Un altro torrentello attraversa la strada passandole sotto in un tubo.
Percorriamo un tornante destrorso. Alla sinistra ci sono delle protezioni dapprima in metallo e poi in legno (m. 550).
Ora il muretto è alla sinistra vale a dire, come sempre, sul lato a monte.
Troviamo altri due torrenti che passano sotto alla strada; accanto al secondo, alla sinistra c'è una protezione in ferro lunga solo un metro.
Lasciamo a destra una casa in costruzione percorrendo un tratto con gli alberi solo alla sinistra (m. 570).
Poi torniamo nel bosco che in prevalenza è composto da castagni.
Con pochissima pendenza arriviamo ad un tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è un traliccio mentre all'interno e subito dopo alla destra, ci sono delle roccette (m. 590).
Oltre al solito muretto alla destra, lato a monte, ce n'è anche uno alla sinistra che ben presto termina.
Poco dopo alla destra ci sono delle rocce.
Riprendiamo a salire. In questo punto alla sinistra l'asfalto è rattoppato con del cemento (m. 620).
Uno dopo l'altro troviamo altri tre rivoli che attraversano la strada mentre la pendenza aumenta un poco (m. 665).
Per un tratto il muretto alla destra è sostituito da un muro.
Percorriamo alcune semicurve mentre altri due torrenti passano sotto alla strada (m. 690).
Raggiungiamo un tornante destrorso all'esterno del quale c'è una proprietà privata recintata. In basso a sinistra e in alto a destra vediamo alcune baite (m. 695).
Poco dopo superiamo un tornante sinistrorso e passiamo sotto dei cavi.
Troviamo un altro rivolo che attraversa la strada passandole sotto e arriviamo ad un altro tornante destrorso dove ci sono alcune baite su una della
quali leggiamo la scritta "Casa Muma" (m. 710).
Poco dopo alla destra ci sono delle protezioni di legno. Ripassiamo sotto ai cavi.
Alla sinistra sale una gradinata che conduce alla casa più in alto. Proseguiamo con il basso muretto alla sinistra.
Percorriamo un tornante sinistrorso. Il muretto è sempre sul lato a monte; qui è a destra (m. 735).
Alla sinistra ci sono una siepe e una recinzione in legno con due cancelletti oltre i quali vediamo una baita.
Superamo un altro tornante destrorso. Ora alla destra ci accompagnano dei pali metallici che reggono un cavo. La pendenza aumenta.
Passiamo sotto dei cavi dell'alta tensione. A sinistra in alto vediamo una casa recintata con una rete verde e un cancello, a destra invece c'è una breve recinzione in legno (m. 765).
Superati altri due tornanti sinistra-destra, raggiungiamo alcune case di pregevole fattura che troviamo sulla sinistra all'interno di una recinzione
in legno. Alla destra vediamo un tavolone di legno con relative panche in un boschetto di betulle. Un cartello informa che siamo in località: "Monti di Marte m. 800".
La pendenza diminuisce un poco. Aggirando le case percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale tra gli alberi intravediamo una parte del lago.
Subito dopo alla destra troviamo un casello dell'acquedotto. Ora è alla sinistra che riusciamo a vedere il lago tra gli alberi. Al lato destro della
strada ci accompagnano dei pali che reggono un cavo.
Passiamo sotto tre cavi dell'alta tensione. La pendenza ora è minima.
Terminata la serie di pali, alla destra troviamo dapprima un manufatto in pietra dell'Enel e poi una parete di roccia. Subito dopo percorriamo una curva a destra.
In alto a destra vediamo una baita e un cartello informa che si tratta dello "Chalet Primlac". Oltre un cancelletto vediamo un sentiero che sale a
raggiungerla. Alla sinistra invece c'è una protezione di legno (m. 830).
Proseguiamo tra gli alberi. Da una roccia alla destra scende un rivolo che poi passa sotto alla strada.
Percorriamo una ampia curva a sinistra terminata la quale, è un piccolo torrente ad attraversare la strada passandole sotto.
Continuiamo con una ampia curva a destra, rinforzata con un muro formato da grosse pietre, dove ignoriamo un sentiero che scende a sinistra verso una baita (840).
Percorriamo una curva a sinistra passando su di un ponte con le sponde in metallo con il quale attraversiamo un torrente. Anche qui alla sinistra
riusciamo a intravedere il lago (m. 845).
Alla destra troviamo delle reti contenenti delle pietre a scopo di prevenire possibili smottamenti.
Subito dopo percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale vediamo un torrente. A fianco del torrente parte un sentiero. Al termine del
tornante scorrendo su delle roccette scende un rivolo (m. 855).
Alla destra oltre il lago vediamo il Legnone.
Presso una curva a destra troviamo un rivolo che scende da una roccia alla sinistra e poi passa sotto alla strada.
Presso la successiva curva a sinistra, una rete nera impedisce la caduta di sassi sulla strada.
La strada diventa sterrata (m. 870).
Poco più avanti dalla sinistra scende un rivolo. In questo punto troviamo anche un vecchio scavatore abbandonato.
Percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale un po' lontano vediamo delle vecchie baite. Un segnale stradale indica il divieto di sosta (m. 895).
Lasciamo a sinistra, sotto gli alberi, due vecchi ruderi.
Dalla roccia alla destra scende un rivolo; qui come per altri che vedremo in seguito, la zona attorno è recintata con pali di legno (m. 910).
Proseguiamo in salita. Troviamo altri due rivoli che scendono dalla destra anch'essi sbarrati.
Qui la strada è attraversata in diagonale da un profondo solco; è il punto meno agevole per chi decidesse di salire in fuoristrada (m. 925).
Lasciato a destra un altro rivolo identico ai precedenti, percorriamo un tornante destrorso e passiamo a valle di due vecchie baite.
Il fondo diventa in cemento (m. 940).
Lasciato alla sinistra un altro rivolo circondato da protezioni in legno, percorriamo un lungo tratto con una bassa parete di rocce alla sinistra.
Raggiungiamo un tornante sinistrorso completamente scavato tra la roccia. Alla destra c'è una protezione in ferro e una bella veduta del lago (m. 955).
Dopo il tornante la strada ridiventa sterrata e procede in leggera salita. In alto a destra vediamo una fila di baite.
Percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale c' è un muro di pietre.
Dalla sinistra scende un rivolo chiuso dal solito sbarramento. La pendenza aumenta.
Ora siamo circondati da prati e pochi alberi. Dietro cominciamo a vedere il M. Bregagno.
Poi torniamo tra gli alberi che in prevalenza sono betulle e castagni (m. 995). Di tanto in tanto alla destra vediamo alcuni scorci del lago.
Passiamo sotto tre cavi dell'alta tensione; alla destra c'è il traliccio.
Alla destra troviamo un cancello e l'inizio di una recinzione realizzata con dei pali di legno e una rete metallica. In alto a sinistra invece,
all'ombra di alcuni alberi, vediamo una casa recintata e una bandiera. In basso a sinistra a bordo della strada, alcuni paletti reggono una rete nera
allo scopo di trattenere cadute di materiale sulla strada.
Proseguiamo dapprima con un bosco di betulle e poi un prato, entrambi alla sinistra (m. 1010).
Un altro rivolo con protezioni scende dalla sinistra e passa sotto alla strada.
Troviamo poi una casa alla sinistra mentre dall'altra parte vediamo il Legnone e il Legnoncino. Tra le betulle percorriamo una curva alla sinistra e
subito dopo ignoriamo un sentiero che sale alla casa (m. 1025).
Continuiamo con poca pendenza verso il Bregagno e una baita in fondo che non raggiungeremo. In basso a destra vediamo altre due baite e il lago.
Percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è un muro di pietre (m. 1040).
Superato un ampio tornante destrorso continuiamo tra prati e betulle.
Incrociamo un sentiero che con pochissima pendenza sale da sinistra e prosegue sull'altro lato, poco evidente tra i prati (m. 1055).
Poco dopo lasciamo a destra un altro sentiero, più marcato del precedente, all'inizio del quale un segnale stradale indica il divieto di transito ai motocicli.
Alla sinistra vediamo un grande prato nel quale ci sono una fontana con vasca e, più avanti, una cascina.
Ad un bivio andiamo a destra in salita (m. 1065).
Superiamo una stanga che troviamo alzata.
Poco più avanti percorriamo un tratto con il fondo in cemento (m. 1070).
Ora le betulle sono rade e possiamo vedere un bel panorama sul lago.
Per due volte passiamo sotto i tre cavi dell'alta tensione nei pressi di un tornante destrorso alla cui sinistra ci sono delle protezioni in metallo.
Davanti vediamo alcune baite.
Dopo il tornante percorriamo un altro tratto con il fondo in cemento fino al punto in cui troviamo un sentiero che attraversa la strada. Da qui
continuiamo su sterrato (m. 1095).
Una apertura nel bosco di betulle consente una bella veduta dell'Alto Lario e del Pian di Spagna.
Con delle protezioni alla destra percorriamo un tornante sinistrorso ignorando un largo sentiero che prosegue diritto (m. 1115).
Percorriamo un altro tratto con il fondo in cemento mentre alla destra c'è una parete di roccia. Proseguiamo poi su sterrato.
Troviamo un sentiero che si stacca verso destra (m. 1130). Un cartello indica in quella direzione: "Rifugio La Canua mt 1520 s.l.m. ore 01.15".
Prendiamo questo sentiero in salita e poco più avanti sulla sinistra troviamo una bacheca in legno con tettuccio appesa alla quale c'è una cartina
della zona. Vediamo un segnavia a bandierina con il n. 3.
Raggiungiamo poi la chiesa di San Domenico situata in bella posizione panoramica (m. 1140). Appesa alla facciata sul lato destro c'è una piccola
campana. Una targhetta indica l'altezza del luogo in m. 1115.
Qui il sentiero piega a sinistra e prosegue con poca pendenza alla destra di un bosco di betulle. Davanti vediamo Piazzucco e il Bregagno.
In salita raggiungiamo le baite del piccolo abitato (m. 1160) all'inizio del quale sulla sinistra leggiamo una targhetta su di un cassottello: "Piazzucco m. 1130".
Ci addentriamo tra le baite e raggiungiamo una fontana la cui acqua cade in un tronco scavato.
Visitata la piccola frazione, a monte delle case si spostiamo verso sinistra e ci riportiamo sulla sterrata che seguiamo verso destra per un breve
tratto fino al punto in cui termina nei pressi di alcune case (m. 1180).
Non essendoci indicazioni, dei due sentieri paralleli che proseguono davanti a noi, prendiamo a caso quello a sinistra.
Più avanti tra l'erba di un prato troviamo un masso con dipinta una bandierina che essendo esattamente a metà tra i due sentieri non indica quale dobbiamo prendere.
Anche qui a caso prendiamo quello che gira a sinistra che sembra più evidente, lasciando l'altro che segue una recinzione con paletti di legno e una
rete a maglie larghe (m. 1195).
Entriamo in un bosco e tra betulle e felci saliamo in modo abbastanza ripido fino a sbucare in un prato che attraversiamo quasi in piano verso una cascina (m. 1215).
Dietro all'edificio, verso destra, vediamo più in alto un cartello, identico a quello collocato all'inizio del sentiero, che indica il rifugio verso
destra. Pertanto saliamo tra l'erba e lo raggiungiamo.
Proseguiamo verso destra con un sentiero che costeggia una recinzione realizzata con paletti di legno e una rete a maglie larghe, oltre la quale vediamo alcuni baitelli.
Terminata la recinzione proseguiamo in salita.
Poi la pendenza aumenta e tra rade betulle arriviamo ad un incrocio di sentieri dove sulla destra troviamo un baitello di pietra che ha per tetto una gettata di
cemento (m. 1255). Ignoriamo il sentiero che scende a destra ed un altro a sinistra che conduce verso il cancello di una casa.
Proseguiamo diritto quasi in piano e arriviamo ad un bivio dove un bollo a bandierina su di una pietra sembrerebbe indicare il sentiero a destra.
Lo seguiamo con poca pendenza ed entriamo in un bosco di betulle.
In salita arriviamo al termine del bosco e proseguiamo tra erba e cespugli su di un sentiero inerbito. Attorno ci sono alcuni alberi a qualche metro
di distanza e dietro vediamo il Legnone. Ci rendiamo conto che i bolli sono spariti e che pertanto era opportuno seguire l'altro sentiero.
Comunque proseguendo percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1285) presso il quale in basso a destra vediamo una casa all'ombra di alcuni alberi. Poi
in salita seguendo delle tracce tra l'erba ci riportiamo sul percorso principale che in questo punto scorre alla destra di un boschetto di betulle. I
bolli tornano subito ad essere abbondanti (m. 1305).
Oltre ai bolli c'è anche un cerchietto rosso. In basso a destra vediamo ancora la casa tra gli alberi.
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Terminati gli alberi, saliamo ripidamente seguendo delle tracce tra l'erba (m. 1325). Quasi su ogni masso che incontriamo vediamo una bandierina
rosso-bianco-rossa. Il panorama ormai abbraccia tutto il ramo settentrionale del Lago di Como e le cime circostanti.
Passiamo accanto ad un grande ometto che lasciamo a destra (m. 1355).
Il sentiero si divide in due tracce parallele che più avanti si riuniscono (m. 1375). Da questo punto i bolli stranamente spariscono.
Seguendo il sentiero continuiamo ripidamente e lasciamo a destra un masso più grande dei precedenti (m. 1400).
Ora siamo attorniati da piccoli cespugli. Una diecina di metri verso destra vediamo un sorbo degli uccellatori (m. 1420).
Dopo pochi passi quasi in piano torniamo a salire con minore pendenza (m. 1430).
A questo punto potremmo proseguire diritto tra l'erba, ancora in modo ripido. Il rifugio infatti è davanti a noi anche se per il momento non è
visibile. Ma non essendoci indicazioni, preferiamo seguire un evidente sentiero quasi in piano che si stacca verso destra.
Lasciamo poi alla destra una malconcia vasca abbeveratoio in cemento e percorriamo una curva a sinistra (m. 1445).
In lontananza, alla sinistra di un ruscello che scende incanalato artificialmente tra due file di reti contenenti delle pietre, vediamo su di un masso
una bandierina rosso-bianco-rossa. Proseguiamo pertanto in quella direzione.
Con pochi passi in discesa, ci portiamo poi su di un altro sentiero più evidente.
Guadiamo verso destra un piccolo ruscello e poi in salita passiamo accanto al masso con la bandierina che avevamo precedentemente notato.
Giunti in cima, su di una pietra vediamo una freccia bianco-rossa che punta a sinistra (m. 1455). Guardando da quella parte cominciamo a vedere il
rifugio riconoscibile anche dalla bandiera.
Lasciamo pertanto il sentiero che prosegue verso l'Alpe Sumero visibile davanti in lontananza e, volgendo le spalle al ruscello, saliamo a sinistra
nei prati.
Ci teniamo sul margine di un valloncello nel quale scorre il piccolo ruscello che avevamo precedentemente guadato. Davanti verso le stalle
dell'alpeggio vediamo diverse capre al pascolo.
Seguendo un piccolo sentiero che si abbassa nel valloncello, con pochi passi in discesa raggiungiamo il ruscello e lo scavalchiamo (m. 1475).
In leggera salita risaliamo l'altra sponda camminando tra i cespugli.
Con un piccolo sentiero, quasi in piano, seguiamo un rivolo tra l'erba. In questo punto del rifugio vediamo solo la bandiera (m. 1480).
Ora saliamo a vista tra l'erba inizialmente in modo abbastanza ripido e poi con minore pendenza.
Passiamo accanto ad una grande vasca abbeveratoio in cemento e arriviamo al rifugio.
Da Samaino (inizio strada a.s.p.): Tempo impiegato ore 3.20 - Dislivello: m. 1100
Da Piazzucco (fine strada a.s.p.): Tempo impiegato ore 0.50 - Dislivello: m. 330
Data escursione: ottobre 2012
Secondo itinerario: da Montuglio/Piazzuscel
Da Como percorriamo la statale 340 Regina fino a Menaggio e successivamente la 340dir costeggiando la sponda occidentale del lago.
Venendo invece da Lecco o da Milano conviene utilizzare la statale 36 fino a Colico indi retrocedere sull'altra sponda del Lago di Como con la statale
340dir.
In entrambi i casi arriviamo a San Siro (tra Menaggio e Dongo) dove al km. 6.4 della 340dir prendiamo Via Santina Barelli, la strada alla destra della
chiesa, inizialmente acciottolata e poi asfaltata.
Dobbiamo salire con vari tornanti, seguendo sempre le indicazioni "per i monti" e impiegheremo circa mezzora per arrivare al
primo parcheggio di Montuglio e poi al secondo in località Piazzuscel accanto a un laghetto.
Ignoriamo la deviazione per Mastena.
Superiamo varie località ben segnalate: Marena, Roncate, Soriano, Lucena (segnavia: La Canua), Gallio, Noledo e Treccione.
Poi nei pressi di una cappellina, lasciamo questa strada per imboccarne, con un tornante destrorso, un'altra più stretta, seguendo le indicazioni su
di un cartello "ai monti", Monte Galla e la scritta Canua su di una parete rocciosa.
In seguito troviamo due biforcazioni ed in entrambi i casi andiamo a sinistra ignorando le strade che a destra conducono, la prima a Maso e la seconda
a Camnasco.
Attraversiamo il vecchio borgo di Cavarzo con le case tutte di pietra.
Lasciamo poi a sinistra la deviazione per Monti Treccione.
Poco dopo parcheggiamo in uno slargo (m. 990). Alla sinistra ci sono ci sono alcune case. I segnavia su di un pannello di
legno, accanto ad un crocefisso, indicano, diritto:
Monte Bregagno a ore 3, Monte Grona a ore 2.15, Rifugio Menaggio a ore 2.15, Alpe Nesdale a ore 2, Sant'Amate a ore 1.45, Alpe Rescascia a ore 1.15,
Rifugio La Canua a ore 2. Altri segnavia indicano: Montuglio m. 980; con la tappa 3 della Via dei Monti Lariani, davanti: Monti Luina a ore 0.40, Labbio a ore
2.20, Garzeno a ore 5; dietro: Monti di Carcente a ore 0.25, Carcente a ore 1, Breglia a ore 2.
Ci incamminiamo in salita. La strada è ancora asfaltata. Vediamo alcune case da ambo i lati, tra prati e alberi.
Superiamo una semicurva verso destra (m. 995).
Su di un albero vediamo il segnavia 3 a bandierina che identifica la terza tappa della Via dei Monti Lariani.
Troviamo una casa alla sinistra e un'altra alla destra poco più in basso. Un rivolo attraversa la strada scorrendole sotto.
Un cavo passa sopra alla strada.
Continuiamo tra gli alberi e vediamo un bollo bianco-rosso. Un canalino per lo scolo dell'acqua ci accompagna alla sinistra della strada.
All'esterno di un tornante sinistrorso ci sono alcune case (m. 1015).
Ora il canalino è alla destra.
Un altro rivolo passa sotto alla strada.
Subito dopo percorriamo un tornante destrorso ignorando una sterrata che continua diritto in leggera discesa. Prima e dopo il tornante transitiamo
sotto ad un cavo.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra c'è ancora il canalino di scolo che, per un tratto, ha il fondo in cemento. Alla destra, tra gli alberi,
riusciamo a scorgere il Lago di Como.
Superiamo alcune semicurve appena accennate.
Riprendiamo a salire (m. 1045).
I faggi lasciano il posto alle betulle (m. 1070).
Con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1075).
Troviamo due vecchie cascine, una alla destra ed una davanti. Continuiamo in salita (m. 1085).
All'esterno di un tornante destrorso ci sono uno slargo e una casa (m. 1095).
Proseguiamo con poca pendenza.
Percorriamo un tornante sinistrorso seguito da un tornante destrorso molto ampio (m. 1100).
Subito dopo, all'esterno di un tornante sinistrorso molto ampio, vediamo una casa a una ventina di metri di distanza (m. 1115).
Continuiamo in salita.
Presso un tornante destrorso, un cartello segnala, con una strada che si stacca alla sinistra: Monti Bocciarino; seguendo il tornante: Alpe Rescascia.
Andiamo a destra (m. 1130).
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso e raggiungiamo il secondo parcheggio in località Piazzuscel. Alla destra c'è un laghetto
recintato da una staccionata.
Percorriamo un ampio tornante destrorso. I segnavia su di un pannello di legno indicano, diritto:
Monte Bregagno a ore 2.30, Monte Grona a ore 1.45, Rifugio Menaggio a ore 1.45, Alpe Nesdale a ore 1.30, Sant'Amate a ore 1.15, Alpe Rescascia a ore
0.45, Rifugio La Canua a ore 1.30; a sinistra: Monti Palù. La strada ora è sterrata. Un cartello segnala che si tratta di una strada
agro-silvo-pastorale e che il transito è consentito ai soli autorizzati (m. 1140).
Un rivolo passa sotto alla sterrata e va ad alimentare il laghetto accanto al quale vediamo dei tavoli in legno con relative panche e una postazione
per barbecue.
Proseguiamo tra pochi alberi e cespugli di ginestra.
In salita raggiungiamo un cartello di divieto di transito ai veicoli e una sbarra di colore giallo (m. 1150).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1160).
Proseguiamo con poca pendenza e, presso una curva verso sinistra, incrociamo un sentiero (m. 1185).
Continuiamo in salita.
Lasciamo a destra uno slargo.
Ai lati della strada ci sono betulle e cespugli.
Un rivolo passa sotto alla sterrata.
Di tanto in tanto troviamo un traversino in cemento.
Con poca pendenza superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1230).
Continuiamo in salita (m. 1240).
Attorniati dalle betulle, superiamo due semicurve verso destra.
La strada prosegue con il fondo in cemento ed è attraversata di tanto in tanto da una canalina in metallo per lo scolo dell'acqua (m. 1255).
Continuiamo tra betulle e ginestre.
Dopo una semicurva verso destra percorriamo un breve tratto con poca pendenza e riprendiamo a salire (m. 1270).
Presso un tornante destrorso cominciamo a vedere l'Alpe Rescascia ancora lontana (m. 1275).
Proseguiamo su sterrato. Superiamo un breve tratto con poca pendenza e continuiamo in salita.
Alla destra, all'interno di una staccionata di legno, c'è una stazione di rilevamento meteorologico, idrologico e nivologico dell'Arpa.
Subito dopo, in leggera salita, percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1290).
Continuiamo in salita. Alla destra abbiamo una parete di roccia. Alla sinistra vediamo Bellagio e una parte del lago.
Dopo una curva a destra la pendenza diminuisce un poco (m. 1305).
Davanti torniamo a vedere l'Alpe Rescascia.
Lasciamo a destra un grande masso (m. 1320).
Alla sinistra troviamo una vasca-abbeveratoio in cemento.
In un valloncello alla sinistra vediamo due tavoli di legno con relative panche. Un sentiero scende a raggiungerli (m. 1325).
Percorriamo una curva verso sinistra molto ampia (m. 1330).
Dopo un breve tratto quasi in piano, continuiamo con poca pendenza e superiamo un'altra curva verso sinistra molto ampia (m. 1345).
Percorriamo un secco tornante destrorso (m. 1350).
Continuiamo in leggera salita (m. 1360).
All'esterno di un tornante sinistrorso (m. 1370) si apre una finestra su alcune cime retiche (Pizzo Cengalo, Pizzo Ligoncio, Monte Disgrazia e Pizzo
Scalino) e sul più vicino Legnone.
Continuiamo in salita con vista su Bellagio, in basso a sinistra.
In leggera salita superiamo una semicurva verso destra (m. 1385).
Continuiamo in salita. Alla destra, una roccia affiora dal terreno (m. 1395).
Lasciamo a sinistra uno slargo prativo.
Proseguiamo con poca pendenza (m. 1410).
Arriviamo all'Alpe Rescascia (m. 1420). Alla sinistra, poco sotto, ci sono le quattro baite e la lunga pensana per il ricovero
degli animali. Ignoriamo la stradina che scende verso l'alpeggio.
Pochi passi più avanti lasciamo la sterrata e prendiamo un sentiero si stacca alla destra (m. 1425). I
segnavia indicano a destra: Rifugio Canua a ore 0.40, Alpe Sumero a ore 0.50, Palù a
ore 1.40, PTP (Percorso Trail Permanente - progr. km 10); diritto: S. Amate a ore 0.25, Rif. Menaggio a ore 0.55.
Dopo un tratto in salita ed un altro con poca pendenza, torniamo a salire circondati da molte ginestre e qualche betulla.
Il sentiero si divide e poco dopo si ricompone (m. 1440).
La pendenza aumenta (m. 1455).
Il sentiero si sdoppia (m. 1470). Scegliamo di andare a destra, quasi in piano tra prati e cespugli, e troviamo un cartello che indica il Rifugio La
Canua. Poi l'altro sentiero rientra. Alterniamo alcuni tratti quasi in piano ad altri in leggera salita.
Da questo punto, alla destra, una bella veduta panoramica sul Lago di Como e sui monti circostanti ci accompagnerà lungo il cammino.
Dopo un tornante sinistrorso continuiamo a mezza costa tra erba e cespugli.
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a destra.
Giriamo nuovamente a destra assecondando un'ansa della montagna.
Dopo un tratto in salita torniamo a camminare quasi in piano.
Percorriamo un tratto in lievissima discesa durante il quale scavalchiamo il tronco di una giovane betulla che sbuca dal terreno alla sinistra del
sentiero, vi si adagia sopra e poi si alza alla destra (m. 1480).
Proseguiamo in leggera salita attorniati da alberelli alla sinistra e cespugli alla destra.
Un altro sentiero sale e si immette dalla destra.
Continuiamo quasi in piano.
Giriamo a sinistra.
Dopo alcuni saliscendi percorriamo una curva verso destra (m. 1505).
Superiamo un tratto quasi in piano.
In discesa percorriamo una curva a sinistra.
Quasi in piano, presso una curva a destra, guadiamo un ruscello.
Il lungo tratto a mezza costa è terminato e i pendii prativi alla destra ora scendono in modo più dolce.
Percorriamo poi un altro tratto a mezza costa con alcuni saliscendi.
Il sentiero si biforca e andiamo a sinistra in salita (m. 1500).
Lasciamo a destra un orticello recintato e arriviamo al rifugio.
Dal primo parcheggio (loc. Montuglio): Tempo impiegato ore 1.40 - Dislivello m. 545-25
Dal secondo parcheggio (loc. Piazzuscel): Tempo impiegato ore 1.10 - Dislivello m. 395-25
Data escursione: settembre 2015 - maggio 2021
Terzo itinerario: da Montuglio/Piazzuscel passando per Sant'Amate
Come descritto nel precedente itinerario arriviamo all'Alpe Rescascia (m. 1420).
Pochi passi più avanti un sentiero si stacca alla destra (m. 1425). I
segnavia indicano a destra: Rifugio Canua a ore 0.40, Alpe Sumero a ore 0.50, Palù a
ore 1.40, PTP (Percorso Trail Permanente - progr. km 10); diritto: S. Amate a ore 0.25, Rif. Menaggio a ore 0.55. Proseguiamo diritto seguendo la
sterrata, scavata nel terreno come appare chiaramente dalla parete di terra sul lato a monte. A valle invece lungo il cammino ci
accompagna sempre una bella veduta panoramica sul sottostante Lago di Como e sulla cime che gli fanno da contorno, tra le quali spiccano il Legnone
e le Grigne.
Dopo un tratto in salita (m. 1435) continuiamo con poca pendenza. Alla destra abbiamo una parete di roccia (m. 1445).
Presso una curva verso sinistra, con pochi passi in leggera discesa raggiungiamo un torrente, lo guadiamo e proseguiamo in leggera salita (m.
1455).
Subito dopo percorriamo una curva verso destra.
Presso una curva a sinistra guadiamo un altro torrente (m. 1460).
Continuiamo in salita. In basso alla sinistra vediamo ancora l'Alpe Rescascia e la parte centrale del Lago di Como.
Superiamo una semicurva verso destra seguita da due serpentine appena accennate sx-dx (m. 1470).
Proseguiamo con poca pendenza. Un rivolo passa sotto alla sterrata (m. 1490).
Quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra. Un altro rivolo attraversa la sterrata passandole sotto (m. 1495).
Dopo un tratto in salita, con minore pendenza percorriamo due semicurve destra-sinistra (m. 1505).
Superiamo un'altra semicurva verso sinistra mentre un rivolo le passa sotto dentro ad un tubo (m. 1510).
Proseguiamo in salita, sempre con bella vista panoramica sul lago.
Superiamo una semicurva verso destra. Dopo un breve tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 1530).
Continuiamo con delle serpentine: dx-sx-dx (m. 1540).
Percorriamo una curva verso sinistra (m. 1550) e un tornante destrorso (m. 1560).
Superiamo due semicurve sinistra-destra. Anche in questo tratto la sterrata è stata scavata nel terreno come appare in modo evidente guardando la parete di terra
che ci accompagna sul lato a monte.
Continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 1570).
Lasciamo la sterrata presso una curva a sinistra dove una freccia gialla segnala un sentiero che sale a sinistra tra erba e arbusti (m. 1580).
Percorriamo un tratto quasi in piano e torniamo a salire. Troviamo dei bolli di colore giallo e rosso.
La pendenza diventa abbastanza ripida. Superiamo un tratto incassato tra le rocce (m. 1605).
Più avanti la salita termina di fronte al lato destro della chiesetta di Sant'Amate e accanto ad una palina con vari segnavia che indicano: Sant'Amate
(m. 1623); con il primo sentiero a sinistra: Monti di Breglia a ore 1.10, Breglia a ore 1.40; con il secondo sentiero a sinistra: Monte Grona a ore
0.40, Loc. Forcoletta a ore 1.15, Rifugio Menaggio a ore 0.30; davanti: Alpe Nesdale a ore 0.30, Alpe Bellarona a ore 1.40,
Alpe Leveja a ore 2.10; con il sentiero alla destra della chiesa: AVL, Monte Bregagno a ore 1.50, Rifugio Sommafiume a ore 7, Rifugio Il Giovo a ore 8.30.
La chiesetta risale al 1600 e sulla facciata ha un portico parzialmente chiuso. Ne approfittiamo per sostare un attimo al riparo dal vento.
Riprendiamo il cammino con il sentiero che si dirige verso il Bregagno. Seguiamo i bolli bianco rossi, camminando tra l'erba, e saliamo fino ad un
pianoro (m. 1650).
Attraversato il pianoro, proseguiamo in leggera salita.
Prima che la pendenza aumenti, arrivati ad un picchetto, lasciamo questo sentiero per prenderne un altro poco visibile che, quasi in piano tra l'erba,
si stacca alla destra.
Più avanti la traccia diventa più marcata.
Percorriamo un lungo tratto a mezza costa. In alcuni punti in pendio alla destra scende ripidamente. Bello il panorama con vista sul Lario, sul
Legnone, le Grigne e, in lontananza, sul Cornizzolo e i Corni di Canzo.
In basso vediamo due caselli di un acquedotto e, più sotto, l'Alpe Rescascia. Poco dopo vediamo un altro casello.
Percorriamo una semicurva a sinistra.
Con pochi passi in discesa raggiungiamo un ruscello e, dopo averlo scavalcato, proseguiamo quasi in piano (m. 1660).
Dopo un tratto con pochissima pendenza torniamo a camminare quasi in piano.
Percorriamo una curva a sinistra, oltre la quale cominciamo a vedere la parte alta del lago.
Dopo pochi passi in salita su fondo roccioso, iniziamo a scendere.
Alterniamo tratti quasi in piano ad altri in leggera discesa, con un ripido pendio alla destra.
Dopo un tratto in discesa ne percorriamo un altro quasi in piano (m. 1630).
Torniamo a scendere alternando due tratti in leggera discesa ad uno con maggiore pendenza. Cominciamo a vedere il tetto del rifugio e la grande vasca
abbeveratoio situata davanti alla sua facciata (m. 1585).
Poi lasciamo il sentiero e scendiamo a destra, seguendo pallide tracce tra l'erba, fino ad arrivare sul retro del rifugio.
Dal primo parcheggio (loc. Montuglio): Tempo impiegato ore 2.30 - Dislivello m. 670-150
Dal secondo parcheggio (loc. Piazzuscel): Tempo impiegato ore 2 - Dislivello m. 520 -150
Data escursione: maggio 2014 - maggio 2021
Quarto itinerario: da Breglia
Percorriamo la statale 340 Regina fino a Menaggio. All'uscita dalla galleria (km. 32.1), seguendo le indicazioni per Plesio, giriamo
due volte a sinistra e imbocchiamo la provinciale 7.
A Plesio, attraversiamo le frazioni di Piazzo, Logo e Ligomena dove prendiamo la strada sulla sinistra che sale a Breglia.
A Breglia, lasciando a destra il cimitero e poco dopo a sinistra la strada che sale ai Monti di Breglia e la Chiesa di San Gregorio Magno, raggiungiamo un grande
parcheggio (m. 750).
A piedi, torniamo indietro e troviamo vari segnavia che indicano: Breglia 749 m; dietro: Carcente a ore 0.50, Montuglio a ore 2; a destra (segnavia 3
barrato): Monti di Breglia a ore 0.50, Rifugio Menaggio a ore 2, Monte Grona a ore 3.10; davanti: Tempiglia a ore 1.40, Alpe Varoo a ore 0.30, Alpe
Logone a ore 5.45, La Piazza a ore 0.40, Barna a ore 1.20, Codogna a ore 1.50.
Imbocchiamo Via ai Monti di Breglia all'inizio della quale un cartello intitolato "sentieri e località agrosilvopastorali" indica: Monti di Breglia a ore 0.30,
Rifugio CAI a ore 1.30, Monte Grona a ore 2, Bregagno a ore 3. Accanto c'è anche la macchinetta che eroga il ticket (3 Euro) per salire in auto fino ai Monti di
Breglia e al successivo parcheggio.
Poco dopo un altro cartello indica il Rifugio Menaggio. La strada è asfaltata e sale tra le case.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso.
Ignoriamo due stradine che si staccano, una per lato.
Con poca pendenza superiamo un tornante destrorso (m. 770).
Torniamo a salire e, poco dopo, all'interno di un tornante sinistrorso, troviamo una fontana con una grande vasca in pietra. Accanto ci sono un tavolo e relative
panche, anch'essi di pietra. Una grata per lo scolo dell'acqua attraversa la strada (m. 780).
Su di un palo alla destra, vediamo il segnavia 3 del sentiero delle quattro valli con freccia rivolta a destra. Poco dopo lasciamo la strada asfaltata e prendiamo una
stradina sterrata alla destra.
Alla sinistra c'è un piccolo casello dell'acquedotto alla cui porta si accede salendo cinque gradini in cemento.
Poco dopo, alla sinistra, accanto ad un masso con dei bolli, una freccia gialla e le scritte "PTP" e "Rifugio", prendiamo un sentiero che
inizia con una curva verso destra in salita ed entra nel bosco (m. 790).
Superiamo un piccolo avvallamento camminando su un terrapieno e, con poca pendenza, arriviamo ad una curva verso sinistra oltre la quale torniamo a salire.
Cominciamo a trovare, di tanto in tanto, un bollo bianco-rosso (m. 800).
Una pietra affiora nel mezzo del sentiero.
Saliamo tre gradini, ci immettiamo sulla strada asfaltata e la attraversiamo (m. 815).
Subito dopo, seguendo il segnavia 3 barrato che indica il sentiero delle quattro valli, prendiamo sulla sinistra una stradina sterrata che conduce verso una casa bianca.
Arrivati davanti al cancello, in leggera salita percorriamo un tornante destrorso, come indicato dai bolli, e rientriamo nel bosco.
Passiamo accanto a un traliccio dell'altra tensione.
Subito dopo troviamo un bivio e andiamo a destra trascurando l'altro sentiero, contrassegnato dal segnavia 3 barrato, che poco dopo passa accanto ad una
cabina della corrente. I segnavia indicano a destra, P.T.P. (Percorso Trail Permanente), Rif. Menaggio a ore 1.50, S. Amate a ore 2.30 (m. 830).
Superiamo una curva verso sinistra (m. 845) e una verso destra (m. 850).
Con una curva verso destra ci immettiamo nuovamente sulla strada nel punto in cui questa effettua un tornante destrorso. Alla sinistra ci sono un cassottello verde
recintato e la partenza di una teleferica (m. 865).
Ignoriamo un ampio sentiero che si stacca alla sinistra e, seguendo le indicazioni, proseguiamo in salita sull'asfalto.
Alla destra c'è un muretto; alla sinistra invece si alternano tratti di muretto e di muro. Alla destra cominciamo a vedere il Lago di Como.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua e percorriamo una curva verso sinistra (m. 875).
Continuiamo con un'ampia semicurva verso destra e una semicurva verso sinistra.
Un torrente passa sotto alla strada.
Subito dopo prendiamo un sentiero, indicato da un bollo rosso-bianco-rosso, che sale a sinistra tagliando un tornante sinistrorso della strada asfaltata (m. 895).
Con un tornante destrorso, quasi in piano, raggiungiamo una casa dove troviamo un bivio e dei segnavia che indicano verso sinistra: P.T.P., Rifugio
Menaggio a ore 1.40, S. Amate a ore 2.20. Andiamo a sinistra in salita (m. 905).
Vediamo tre case (due a destra e una a sinistra).
Saliamo quattro gradini e torniamo ad immetterci sulla strada che nel frattempo ha effettuato il tornante sinistrorso.
Seguiamo la strada verso sinistra per un breve tratto in leggera salita.
Un rivolo attraversa la strada passandole sotto.
Subito dopo troviamo un cartello che indica il Rifugio Menaggio con un sentiero che si stacca alla destra (m. 925). Prendiamo il sentiero in salita che subito gira
a sinistra lasciando a destra un vecchio muretto a secco.
Troviamo un alberello nel mezzo del sentiero (m. 930).
Raggiungiamo un rudere e lo aggiriamo con un tornante destrorso (m. 940).
Dopo un breve tratto quasi in piano, superiamo una curva verso sinistra.
Continuiamo in modo abbastanza ripido passando tra due case (m. 950).
Percorriamo un tornante destrorso. Proseguiamo con poca pendenza.
Presso una curva verso sinistra, passiamo alla destra e poco più in basso di una casa che ha due arcate al piano terra. Vediamo altre case sparse (m. 965).
Ad un bivio possiamo andare a sinistra e salire alcuni gradini di pietra oppure continuare diritto con il sentiero. In entrambi i casi, ci riportiamo sulla strada
di fronte al ristoro La stalla del Nonno (m. 980).
Con poca pendenza, seguiamo l'asfalto verso destra. Da ambo i lati troviamo dei parcheggi privati, chiusi da paletti che reggono una catenella.
In basso a destra vediamo una baita e un baitello. Bella la vista sul Lago di Como, sul Legnone e sulle Grigne. Continuiamo in salita.
Alla destra troviamo un'area pic-nic con tre tavoloni in legno e relative panche, una fontana con vasca in pietra e una bacheca con tettuccio (m. 1000).
Qui, tempo fa, c'erano dei segnavia che indicavano a sinistra: Rifugio Menaggio a ore 1.20, Monte Grona a ore 2.10, Ferrata CAO (EEA). Possiamo
prendere il sentiero che riparte ripidamente passando sopra una placca rocciosa con frecce e bolli oppure possiamo continuare per un breve tratto e
prendere una strada con il fondo in cemento e pietre che si stacca alla sinistra con un tornante.
Se prendiamo il sentiero, dopo il primo ripido tratto proseguiamo con poca pendenza, rientriamo nel bosco e attraversiamo un ruscelletto.
Saliamo un gradino e continuiamo con una serpentina sinistra-destra.
Poco dopo sbuchiamo sulla strada, di fronte ad un cartello che indica a sinistra "rifugio" (m. 1010).
Con il fondo acciottolato raggiungiamo alcune villette e, con due curve destra-sinistra, proseguiamo in salita tra due steccati di legno.
Prima di giungere al cartello che indica la località "La Gomba", un altro cartello indica sulla destra il sentiero per il rifugio. Prendiamo
questo sentiero e saliamo con alcuni gradini alla destra di una staccionata (m. 1020).
In leggera salita entriamo in un bosco. Poco dopo la pendenza aumenta. Camminiamo tra betulle, alberelli e alcuni abeti.
Proseguiamo con poca pendenza fino ad un tornante sinistrorso presso il quale riprendiamo a salire (m. 1035).
Ora il bosco è composto in prevalenza da betulle. In basso alla sinistra vediamo alcune baite.
Il sentiero si divide in due tracce che, in leggera salita, dopo una diecina di metri in parallelo, si ricompongono (m. 1065).
In salita percorriamo una curva a destra (m. 1075).
Dopo un'altra curva verso destra divisa in due sentieri, raggiungiamo uno slargo dove troviamo: un tavolone in cemento, delle panche e una vasca-abbeveratoio.
Dalla destra arriva la strada che qui effettua un tornante destrorso e diventa sterrata. Chi è arrivato fin qui in auto ora deve lasciare la macchina nel
parcheggio alla sinistra del tornante e proseguire a piedi (m. 1085).
Prendiamo subito un ampio sentiero che sale alla sinistra della sterrata. I segnavia indicano davanti: PTP, Loc. S. Amate a ore 1.20, Alpe Nesdale a ore 1.50,
Monte Bregagno a ore 3.10, Rifugio Menaggio a ore 1, Monte Grona a ore 2; dietro: Monti di Breglia a ore 0.05, Breglia a ore 0.30.
Subito percorriamo un tornante destrorso.
Troviamo alcune betulle nel bel mezzo del sentiero che in questo punto è molto largo.
Dopo un tornante sinistrorso la pendenza aumenta (m. 1105).
Ci immettiamo sulla sterrata e con pochi passi verso sinistra raggiungiamo il bivio dove il percorso si sdoppia (m. 1125). I segnavia indicano
- diritto: Rifugio Menaggio con il Sentiero Basso a ore 0.45, Loc. Ponte a ore 1.10;
- a destra: P.T.P., Rifugio Menaggio con il Sentiero Alto a ore 0.50, Monte Grona a ore 1.50, Ferrata CAO (EEA), Loc. S. Amate a ore 1, Alpe Nesdale a ore
1.30, Monte Bregagno a ore 2.50;
- dietro: Monti di Breglia a ore 0.20, Breglia a ore 0.45.
Andiamo a destra con il Sentiero Alto.
Percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante.
In mezzo al sentiero troviamo una betulla aggirabile da entrambi i lati e subito dopo percorriamo un tornante destrorso (m. 1135).
Presso il successivo tornante sinistrorso troviamo un'altra betulla in mezzo al sentiero. Poco dopo ne troviamo altre due.
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Il sentiero si divide solo per aggirare una betulla; alla destra è incassato e su di una pietra vediamo un segnavia a bandierina. Subito dopo si ricompone
(m. 1150).
Proseguiamo con un tornante destrorso subito seguito da uno sinistrorso presso il quale il sentiero di divide e si ricompone (m. 1165).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Ignoriamo due stradine che si staccano verso destra; la prima in leggera discesa e la seconda in leggera salita (m. 1175).
Dopo un tornante destrorso, il sentiero torna a scomporsi e ricomporsi.
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra. La pendenza aumenta.
Per un breve tratto il sentiero scorre incassato nel terreno circostante (m. 1200).
Vediamo una pietra, con il segnavia a bandierina, nel mezzo del sentiero.
Aggiriamo una betulla sradicata e percorriamo un tornante sinistrorso.
Dopo alcune serpentine appena accennate, continuiamo con un tornante destrorso (m. 1210).
Per due volte il sentiero si divide solo per pochi passi. In entrambi i casi la traccia alla sinistra procede incassata nel terreno. Poi il sentiero
si ricompone (m. 1220).
Dopo un tornante sinistrorso tagliabile con un sentierino, percorriamo un tornante destrorso (m. 1230).
Aggiriamo un masso alla sinistra (m. 1245).
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Il sentiero si divide; alla destra è incassato e scorre più in alto; poi si ricompone (m. 1250).
Un sentiero esce alla destra, aggira un albero e rientra (m. 1275).
La pendenza aumenta (m. 1280).
Superiamo un tratto incassato nel terreno circostante (m. 1290).
In leggera salita percorriamo un tornante destrorso (m. 1295).
Arriviamo ad un bivio (m. 1305) dove i segnavia indicano
- a sinistra: Rifugio Menaggio a ore 0.20, Monte Grona a ore 1.20, Ferrata CAO (EEA);
- diritto: S. Amate a ore 0.40, Monte Bregagno a ore 2.30, Alpe Nesdale a ore 1.10;
- dietro: Monti di Breglia a ore 0.40, Breglia a ore 1.10.
Continuiamo diritto tra le ginestre.
La pendenza diminuisce. Ora camminiamo tra le betulle (m. 1325).
Dopo un tornante sinistrorso saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1335).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 1350).
Dopo una curva a destra usciamo dal bosco. Alla destra c'è un ripetitore (m. 1370).
Proseguiamo in un prato con poca pendenza.
Continuiamo poi in salita tra rade betulle e cespugli di ginestre (m. 1380).
Ripidamente percorriamo un tornante incassato nel terreno circostante (m. 1390).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Alla destra c'è una bella vista panoramica sul Lago di Como.
In leggera discesa percorriamo un tornante destrorso poi continuiamo in salita tra l'erba (m. 1410).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1430).
Troviamo poi alcuni cespugli, solo alla sinistra (m. 1440).
Davanti verso destra, poco più in basso, vediamo l'Alpe Rescascia.
Continuiamo a mezza costa. Superiamo uno zig-zag sinistra-destra con il sentiero che si divide e subito si ricompone (m. 1455).
Poco più avanti percorriamo un altro zig-zag sinistra-destra (m. 1465).
Raggiungiamo un'insellatura dalla quale già vediamo la chiesetta di Sant'Amate davanti in alto e l'Alpe Rescascia in basso a destra (m. 1475).
Proseguiamo dapprima quasi in piano, poi percorriamo un lungo tratto in leggera salita. Il sentiero è piuttosto stretto e il pendio precipita
ripidamente alla destra.
Alla sinistra, su di una roccetta, vediamo una croce ed una targa con foto a memoria di uno sfortunato escursionista (m. 1525).
Dopo un tratto in salita ne percorriamo un altro quasi in piano. Il sentiero è sempre stretto ed un po' esposto.
Continuiamo in leggera salita.
Scavalchiamo un lastrone di pietra.
Alterniamo due tratti quasi in piano ad altrettanti con poca pendenza (m. 1555).
Torniamo a salire e alla destra vediamo la sterrata, già descritta nel terzo itinerario, che proviene da Montuglio (m. 1580).
Percorriamo due tornanti sinistra-destra, vicini tra loro (m. 1590).
Continuiamo in modo abbastanza ripido con delle serpentine incassate nel terreno circostante.
Lasciamo a destra delle roccette (m. 1600).
Proseguiamo con il sentiero incassato tra il terreno erboso alla sinistra e delle roccette alla destra.
Raggiungiamo la chiesetta di Sant'Amate (m. 1623). Una palina reca i seguenti segnavia
- dietro: Monti di Breglia a ore 1.10, Breglia a ore 1.40;
- a sinistra: Monte Grona a ore 0.40, Loc. Forcoletta a ore 1.15, Rifugio Menaggio a ore 0.30;
- davanti: Alpe Nesdale a ore 0.30, Alpe Bellarona a ore 1.40, Alpe Leveja a ore 2.10;
- a destra: AVL, Monte Bregagno a ore 1.50, Rifugio Sommafiume a ore 7, Rifugio Il Giovo a ore 8.30.
- dietro a destra (senza indicazioni): il sentiero che arriva da Montuglio.
Proseguiamo verso destra, come già descritto nella seconda parte del terzo itinerario.
Da Breglia (m. 750) - Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 910-150
Dal parcheggio sopra i Monti di Breglia (m. 1085) - Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 575-150
Data escursione: gennaio 2015
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