Il Rifugio Tita Secchi è situato ai piedi della parete sud del Cornone di Blumone (m. 2843), nei pressi del Lago della Vacca.
Su di una targa leggiamo: "TITA SECCHI Partigiano delle Fiamme Verdi, 16-06-1915 16-09-1944. Catturato con il suo gruppo nei pressi della Corna Blacca, viene portato a
Brescia e imprigionato. Condannato a morte avrebbe potuto salvarsi, lui solo, dietro il pagamento di un grosso riscatto: "O tutti o nessuno" la sua risposta e, all'alba
del 16 settembre 1944, viene fucilato con i suoi compagni."
Primo itinerario: dal Rifugio Tassara a Bazena (sentiero n. 1)
Questo itinerario, che inizialmente portava il n. 18, è stato aggiunto alla parte iniziale del sentiero n. 1 ed è pertanto diventato la prima tappa dell'Alta Via dell'Adamello.
Da Breno, a nord del Lago di Iseo, imbocchiamo la provinciale 345 per il Passo di Croce Domini.
Due km. circa prima del passo, di fronte al Rifugio Tassara in Bazena (m. 1802) parte il sentiero n. 1 (ex n. 18).
Sul lato sinistro della provinciale, di fronte al Rifugio Tassara, c'è un ampio parcheggio sterrato. Alcuni segnavia indicano: la Malga Val Fredda a ore 0.50,
il Passo Val Fredda a ore 1.40 e il Rifugio Tita Secchi a ore 2.50.
Ci incamminiamo lungo una stradina sterrata in leggera salita tra i prati. A sinistra c'è una bacheca e a destra una pozza d'acqua.
Superiamo una fontana con doppia vasca e ignoriamo un ampio sentiero che si stacca a sinistra. La pendenza aumenta.
Poi continuiamo in leggera salita tra prati e radi larici. Sulla destra c'è un casello dell'acquedotto.
Superiamo un'altra fontana con vasca e giriamo a destra ignorando due stradine che continuano diritto (m. 1870). La pendenza aumenta.
Di tanto in tanto la strada è attraversata da una canalina per lo scolo dell'acqua.
Percorriamo un tratto su fondo selciato, poi la strada ritorna sterrata. Un sentiero si innesta da sinistra.
Dopo un tornante verso sinistra continuiamo in leggera salita, poi la pendenza aumenta.
Al successivo tornante troviamo un altro sentiero che sale da sinistra. Attorno alla strada i larici ora sono più numerosi.
Troviamo un sentiero con gradini di legno che si immette da sinistra ed un cartello che avvisa che stiamo entrando nel Parco dell'Adamello.
Giunti ad un bivio (m. 2040), lasciamo il percorso che continua verso un laghetto e la Malga Val Fredda e proseguiamo sulla destra a mezza costa lungo le
pendici occidentali del Monte Mattoni.
Da questo punto troviamo a lato della strada alcuni piccoli cartelli che illustrano le principali caratteristiche di alcune specie botaniche situate nei
pressi. Possiamo così conoscere meglio: il salice reticolato, la sassifraga verdeazzurra, la parnassia, il camedrio alpino, il rododendro rosso, il raponzolo di Scheuchzer.
Percorriamo una doppia curva tagliabile con una scorciatoia a gradini in legno.
Troviamo altri cartelli indicatori che parlano della genziana minore, la linaiola alpina e la soldanella comune.
Ora il sentiero è quasi pianeggiante (m. 2105). Altri cartelli parlano della campanula di Scheuchzer, la pratolina d'alpe, la betulla verrucosa, l'ontano
verde, la genziana punteggiata, la primula di valdaone, il cinquefoglie fior d'oro.
Dopo un tratto in leggera salita il percorso ritorna quasi in piano e troviamo le ultime due indicazioni: il pino mugo e la felce di Villarrii.
In leggera discesa ci abbassiamo di una diecina di metri poi riprendiamo a salire con poca pendenza.
Tra pietre e qualche ciuffo d'erba percorriamo a mezza costa le pendici occidentali del M. Cadino.
Più avanti cominciamo a vedere davanti a noi il Passo di Val Fredda.
Dopo pochi passi in discesa, riprendiamo a salire ignorando un sentiero che si stacca a sinistra.
Poco dopo raggiungiamo il passo (m. 2321) e cominciamo a vedere davanti a noi il Cornone di Blumone.
Al passo ci sono una croce con del filo spinato e alcuni segnavia che indicano la prosecuzione del sentiero verso il Passo della Vacca a ore 1 e il Rifugio Tita Secchi a ore 1.20.
Percorriamo un breve tratto in discesa passando accanto ad una bacheca del Parco dell'Adamello.
Continuiamo poi con percorso quasi pianeggiante, compiendo un lungo giro a mezza costa lungo le pendici orientali del Monte Frerone. A destra, nel centro della
vallata, vediamo la Corna Bianca mentre sul versante opposto riusciamo a distinguere il sentiero n. 19 descritto nel successivo itinerario.
Dopo una curva a sinistra troviamo il sentiero 38 che sale a sinistra. Un cartello indica in quella direzione il Rifugio Gheza. Continuiamo diritto.
Percorriamo poi un tratto a lato di un precipizio. Il sentiero è molto largo e quindi possiamo procedere in tranquillità.
Più avanti troviamo una palina segnavia che indica sulla sinistra: il Sentiero Antonioli, le Case di Val Paghera e Scalassone a ore 4.40 e il Passo del Frerone
a ore 0.50; a destra: il Passo della Vacca a ore 0.15 e il Rifugio Tita Secchi a ore 0.30
Andiamo dunque a destra, in leggera salita, superando un ruscello e assecondando l'ansa della montagna.
Poco dopo, sotto le pietre, sentiamo scorrere un torrente.
Superiamo due pozze d'acqua. Il sentiero ora è pietroso.
Arriviamo al Passo della Vacca (m. 2359); si tratta di un valico ampio e lungo, all'inizio del quale c'è la formazione rocciosa che da il nome alla zona.
Troviamo anche un'altra bacheca a cura del Parco dell'Adamello e l'innesto del sentiero n. 19 descritto nel secondo itinerario. I segnavia indicano il
Rifugio Tita Secchi a ore 0.20 e il Passo di Blumone a ore 1. Su un sasso c'è l'indicazione del vecchio Rifugio Rosa.
Superiamo una pozza d'acqua e ci addentriamo nel valico. Ad un bivio, seguendo le indicazioni, andiamo a destra.
In lieve salita superiamo altre due pozze e vediamo di fronte a noi il rifugio, situato tra il lago e il Cornone di Blumone.
Dobbiamo ora scendere e, non essendo possibile transitare sopra la diga che chiude il lago, dobbiamo abbassarci fin sotto la stessa (m. 2350).
Con un ponticello in ferro oltrepassiamo il torrente emissario del lago e incontriamo il sentiero n. 17 che sale dalla Piana del Gaver (vedi il terzo itinerario).
Con l'aiuto di alcuni gradini, risaliamo l'opposto versante. Lasciamo a sinistra la casa dei guardiani della diga e camminando su alcuni lastroni di roccia arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. +620 -55
Data escursione: agosto 2008
Secondo itinerario: dalla Malga Cadino (sentiero n. 19)
Da Breno, a nord del Lago di Iseo, imbocchiamo la provinciale 345 per il Passo di Croce Domini.
Due km. circa prima del passo, di fronte al Rifugio Tassara in Bazena (m. 1802) parte il sentiero n. 1 (ex n. 18) descritto nel primo itinerario.
Continuando lungo la provinciale invece, raggiungiamo dapprima il Rifugio Croce Domini (m. 1890) e poi l'omonimo passo (m. 1950). Scendendo l'altro versante,
dopo un paio di chilometri arriviamo alla Malga Cadino della Banca (m. 1799) dove parte il sentiero n. 19.
Ricordo che gli ultimi chilometri prima e dopo il passo vanno percorsi con la massima prudenza in quanto la strada è stretta e priva di guard-rail.
Parcheggiata l'auto in uno slargo ai lati della strada, ci incamminiamo con una sterrata che, in direzione nord, si addentra nella Valle Cadino.
Percorreremo questa vallata tenendoci sul lato destro della nostra direzione di marcia.
Per i primi due chilometri la stradina è aperta al traffico veicolare il che consente di accorciare sensibilmente il percorso ma, in tal caso, è opportuno utilizzare un fuoristrada.
Una palina segnavia, posta all'inizio della sterrata indica: sentiero n. 19, Corna Bianca a ore 1, Passo della Vacca a ore 2, Rifugio Tita Secchi a ore 2.20.
Il primo tratto è quasi in piano tra i prati.
Troviamo una prima bacheca posta a cura del Parco dell'Adamello, con alcune carte indicanti le caratteristiche della zona. In fondo, cominciamo a vedere la Corna Bianca.
Superiamo 14 arnie poste nel prato alla nostra sinistra. La stradina comincia a salire con leggera pendenza.
Tagliamo una curva con una scorciatoia e continuiamo con un lungo tratto fino ad una seconda bacheca.
Arriviamo poi ai piedi di un cornetto che aggiriamo verso sinistra in piano.
Ad un bivio, ignoriamo il sentiero di sinistra per il Casinetto del Dossi a ore 0.30 e il passo dell'Asinina a ore 0.45.
Giunti ai piedi della Corna Piana, nei pressi della terza bacheca, troviamo una palina segnavia che indica a sinistra: il Lago della Vacca a ore 1.40 e il Passo
di Blumone a ore 2 mentre a destra: la Malga Laione a ore 0.20 e la Piana del Gaver a ore 1.15.
Continuiamo sulla sinistra con una bella mulattiera selciata.
In basso a sinistra vediamo i Laghetti di Moie (m. 1982), ma solo il più vicino, quello con la forma di un paio di occhiali, contiene acqua.
Per un tratto la mulattiera è ricoperta da sabbia finissima, poi riprende il suo aspetto normale.
Arriviamo ad un altro bivio. A destra vengono segnalate delle opere militari risalenti alla prima guerra mondale mentre a sinistra continuiamo verso il Passo
della Vacca segnalato a 1 ora e il Rifugio Tita Secchi a 1.20.
Evitando un percorso bloccato sulla destra, ci abbassiamo per una diecina di metri superando un avvallamento con parecchi cespugli di rododendro.
Poi iniziamo a salire su un pietroso sentiero, dapprima dolcemente poi in modo più ripido verso un'erta parete. Dopo un tratto in piano riprendiamo a salire e
raggiungiamo la base del monte.
A sinistra, sotto di noi, c'è il Lago Nero di Cadino (m. 2084), di fronte giù vediamo il Passo della Vacca.
Poco dopo troviamo un altro sentiero che sale da sinistra, proveniente dalla Malga Cadino.
Continuiamo verso la testata della valle sentendo di tanto in tanto il richiamo delle marmotte.
Con una brusca curva a destra iniziamo a salire verso il Cr.te di Laione (m. 2392). Guardando dal basso sembra che dobbiamo salire verso la montagna in modo
assai ripido e faticoso. In realtà non è così perché ci sono lunghi tornanti e la pendenza non è mai eccessiva.
Giunti in cima all'ultimo tornante, iniziamo un lungo traverso, quasi in piano, verso il passo ove la "vacca" ora si distingue nettamente.
Percorriamo tre brevi tratti su pietre franate e poi riprendiamo a salire.
Arriviamo al passo (m. 2359). Da sinistra arriva il sentiero n. 1. Continuiamo pertanto come descritto nell'ultima parte del primo itinerario.
Tempo impiegato: ore 2.20 - Dislivello: m. +614 -46
Data escursione: giugno 2006
Terzo itinerario: dalla Piana del Gaver (sentiero n. 17)
Lasciamo l'autostrada A4 all'uscita di Brescia Est (km. 228.8) e con la statale 45 bis continuiamo in direzione di Salò.
Al km. 65.7 circa, tra le gallerie che precedono Salò, seguendo le indicazioni per: Madonna di Campiglio, Val Sabbia, Lago d'Idro, lasciamo la
SS 45bis e proseguiamo con la SP 45ter che dopo alcuni chilometri diventa la SP 237.
Superiamo vari paesi: Nozza, Vestone, Lavenone, Idro, Anfo e costeggiamo la sponda occidentale del Lago d'Idro.
Verso la fine del lago (km. 52 circa) giriamo a sinistra sulla statale 669.
Dopo il km. 6, alla rotonda con il benzinaio Costantin prendiamo la seconda uscita.
Poco dopo il km. 22 lasciamo la statale 669, che prosegue verso il Passo Crocedomini, e prendiamo una sterrata pianeggiante che si stacca verso destra
con la quale dopo km. 1.3 raggiungiamo la Locanda Gaver nel cui parcheggio lasciamo la macchina (m. 1500).
In fondo al parcheggio attraversiamo un torrente su di un ponte di legno e ci incamminiamo su di un largo sterrato.
Alla destra c'è la Locanda Gaver. Davanti il Cornone di Blumone si impone maestoso.
Camminando tra alberi di conifere troviamo due staccionate, la prima alla destra della strada e la seconda alla sinistra.
Un cartello indica a 500 metri: diritto la Malga Blumone; alla sinistra la Malga Laione.
Superiamo un'area pic-nic; alla destra ci sono i bagni.
Alcuni segnavia indicano con il sentiero 17 verso sinistra: Rifugio Tita Secchi e Lago della Vacca a ore 2.15; a destra: Monte Telegrafo a ore 4,
Bagolino a ore 7. Andiamo a sinistra con un sentiero nei prati, tra tavoli e panche di legno.
Raggiungiamo la bianca chiesetta dedicata alla Madonna della Neve. La lasciamo a sinistra e proseguiamo in salita con un sentiero tra l'erba.
Alla destra troviamo un masso con i bolli bianchi e gialli (m. 1510).
Superiamo due semicurve sinistra-destra seguite da un tornante sinistrorso.
Per un tratto il sentiero è bagnato da un ruscelletto.
Percorriamo una curva verso destra.
Presso un tornante sinistrorso vediamo un segnavia ricurvo bianco-rosso (m. 1530).
Continuiamo con un tornante destrorso tra gli alberi (m. 1540).
Con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso presso il quale un altro sentiero si immette dalla destra (m. 1545).
Proseguiamo tra alti pini.
Riprendiamo a salire e percorriamo tre tornanti: destra (m. 1560), sinistra (m. 1565) e destra (m. 1570). Di tanto in tanto troviamo un bollo bianco-rosso.
Pieghiamo a sinistra e attraversiamo un prato.
Raggiungiamo una baita. Sul muro vediamo il segnavia 17 a bandierina. Alla destra c'è una fontana con vasca-abbeveratoio (m. 1595).
Subito dopo ci immettiamo su una stradina con il fondo lastricato. La seguiamo verso destra e con una curva aggiriamo la baita.
Continuiamo con il fondo sterrato. Un rivolo attraversa la stradina dentro una cunetta in cemento. Altre cunette le troveremo lungo il cammino, di tanto in tanto.
Proseguiamo attorniati dai prati mentre gli alberi sono un poco più lontani.
Con il fondo lastricato percorriamo un tornante sinistrorso e torniamo a camminare su sterrato (m. 1620).
Proseguiamo tra radi pini e larici (m. 1635).
Superiamo una semicurva verso sinistra e continuiamo in leggera salita (m. 1650).
Proseguiamo in salita con due strisce di cemento in corrispondenza del passaggio delle ruote. Un rivolo attraversa la stradina (m. 1665).
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
Dopo un breve tratto sterrato torniamo a camminare con il fondo lastricato (m. 1675). Di tanto in tanto troviamo anche delle canaline di ferro.
Con il fondo in cemento percorriamo un tornante destrorso (m. 1685).
Dopo un breve tratto lastricato percorriamo un tornante sinistrorso su cemento (m. 1695).
Proseguiamo con il fondo lastricato. Di tanto in tanto vediamo un bollo bianco e giallo.
Percorriamo una semicurva verso destra e continuiamo su sterrato (m. 1710).
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
In leggera salita percorriamo una curva verso destra molto ampia. Il bosco è più fitto (m. 1715).
Quasi in piano superiamo una curva verso sinistra molto ampia (m. 1720).
Proseguiamo con poca pendenza. Un rivolo attraversa la stradina (m. 1725).
Superiamo un'ampia semicurva verso destra seguita da una semicurva verso sinistra allo scoperto. Subito torniamo tra gli alberi (m. 1735).
Poco dopo continuiamo in salita.
Percorriamo una curva verso destra molto ampia e proseguiamo quasi in piano (m. 1755).
Alcuni passi più avanti superiamo una semicurva verso sinistra.
Dopo un breve tratto in salita ed un breve tratto quasi in piano, torniamo a salire (m. 1760).
Con poca pendenza superiamo una semicurva verso sinistra, seguita da una verso destra in leggera discesa.
Usciamo dal bosco e continuiamo in leggera salita con due tornanti sinistra-destra (m. 1775).
La sterrata, in questo punto sconnessa, attraversa in salita i pascoli della Malga Laione.
Percorriamo una curva verso destra (m. 1785).
Passiamo tra due rocce affioranti ai lati della sterrata (m. 1795).
Con poca pendenza superiamo una semicurva verso destra (m. 1800).
Proseguiamo in salita.
Al termine di un tornante sinistrorso molto ampio, alla destra troviamo la Malga Laione accanto alla quale c'è una bacheca con tettuccio con una cartina della zona. Alla
sinistra c'è una vasca-abbeveratoio (m. 1825).
Superiamo una curva verso sinistra.
Proseguiamo quasi in piano con due curve destra-sinistra.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1835).
Riprendiamo a salire.
Il fondo della stradina diventa selciato (m. 1860).
Lasciamo a destra una costruzione di pietra contenente un serbatoio d'acqua.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido su fondo sterrato e con pietre.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1890).
Continuiamo con poca pendenza attorniati da mucche al pascolo (m. 1905).
Superiamo un tratto in leggera discesa, uno quasi in piano ed uno in leggera salita (m. 1900). In basso a destra vediamo il parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina.
Dopo una semicurva verso sinistra, un rivolo attraversa la stradina. Continuiamo quasi in piano (m. 1915).
Superiamo un'altra semicurva verso sinistra (m. 1920).
Percorriamo un tratto quasi in piano ed uno con poca pendenza.
In salita attraversiamo un gruppetto di alberi.
Continuiamo allo scoperto in leggera salita. Alla destra, sull'altro lato della valle, vediamo un sentiero pianeggiante che conduce ad una diga. Sotto al sentiero scende
una cascata.
Dopo un tratto in salita, alla destra troviamo i ruderi della Malga Alta di Laione. Alla sinistra c'è una vecchia vasca-abbeveratoio di ferro e legno. Qui termina la sterrata (m. 1950).
Proseguiamo quasi in piano tra l'erba.
Vediamo un bollo bianco-giallo ed uno rosso. Prendiamo un sentiero che inizia con poca pendenza e con due semicurve destra-sinistra.
Continuiamo in salita tra alberelli, arbusti e cespugli (m. 1960).
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con pochissima pendenza (m. 1965). Vediamo un tubo nero che affiora dal sentiero.
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
Con poca pendenza arriviamo ad una semicurva verso destra e proseguiamo in salita attorniati dall'erba (m. 1980).
Superiamo una curva verso sinistra ed una verso destra (m. 1990).
Ignoriamo una ripida traccia che sale a sinistra.
Il sentiero si divide e si ricompone (m. 2000). Per un tratto è leggermente incassato nel terreno circostante.
Poco dopo un tornante sinistrorso, trascuriamo una traccia che esce alla destra (m. 2010).
La ripida traccia di prima rientra dalla sinistra (m. 2015).
Percorriamo un tornante destrorso molto ampio (m. 2020). Ora il sentiero è attorniato prevalentemente da arbusti.
In modo abbastanza ripido superiamo un breve tratto a zig-zag.
Continuiamo quasi in piano con un tornante sinistrorso (m. 2040).
Proseguiamo in salita con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Percorriamo un breve tratto quasi in piano (m. 2045).
Dopo una curva verso sinistra continuiamo in salita tra arbusti.
Superiamo un'altra curva verso sinistra.
Scavalchiamo un tubo nero che affiora dal sentiero (m. 2050).
Con poca pendenza superiamo una semicurva verso destra seguita da una curva verso sinistra (m. 2055).
Torniamo a salire e percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 2065).
Continuiamo con altri due tornanti vicini, destra-sinistra (m. 2070).
Davanti ad una roccia giriamo a destra (m. 2080).
Presso un tornante sinistrorso vediamo un segnavia bianco-giallo ricurvo (m. 2085).
Camminiamo su una roccetta con uno zig-zag sinistra-destra e continuiamo in salita su sentiero.
Superiamo un tornante destrorso.
Percorriamo un tornante sinistrorso passando sopra una roccia liscia (m. 2095).
Continuiamo in leggera salita su sentiero.
Saliamo dei rudimentali gradini di pietra.
Proseguiamo su sentiero, dapprima tra erba e cespugli e poco dopo attorniati solo dall'erba.
Presso una curva verso destra un rivolo bagna il sentiero (m. 2110).
Superiamo due curve destra-sinistra (m. 2115).
Su fondo pietroso percorriamo un tornante destrorso (m. 2020) subito seguito da uno sinistrorso.
Con poca pendenza superiamo altri due tornanti sinistra-destra vicini tra loro e continuiamo in salita.
Saliamo altri rudimentali gradini di pietra.
In leggera salita percorriamo un ampio tornante destrorso (m. 2130).
Per un tratto il sentiero è bagnato da un rivolo. Alla destra c'è una pozza.
Continuiamo in salita (m. 2135).
Attorno al sentiero ci sono le pietre di una vecchia frana (m. 2150).
Dopo una semicurva verso sinistra percorriamo un tornante destrorso.
Proseguiamo con un tornante sinistrorso salendo dei rudimentali gradini di pietra. Vediamo un segnavia bianco-giallo ricurvo (m. 2155).
Continuiamo con una dozzina di gradini ben sistemati (m. 2165).
Dopo una semicurva verso destra e pochi passi quasi in piano, torniamo a salire (m. 2170).
Percorriamo una curva verso sinistra e una serpentina destra-sinistra (m. 2175).
Superiamo un tratto con pochissima pendenza e dopo una semicurva verso sinistra torniamo a salire.
Proseguiamo con un'altra serpentina destra-sinistra. In alto alla destra cominciamo a vedere il tetto del rifugio (m. 2180).
Saliamo alcuni gradini di pietra (m. 2195).
In sentiero è un po' incassato nel terreno circostante.
Superiamo una semicurva verso destra e continuiamo con poca pendenza tra le pietre di una vecchia frana (m. 2200).
In basso alla destra vediamo una pozza (m. 2205).
Percorriamo alcuni passi in leggera discesa verso destra e alcuni passi quasi in piano (m. 2210).
Torniamo a salire tra pietre ed arbusti.
Continuiamo quasi in piano. Ora di pozze in basso alla destra ne vediamo due (m. 2215).
Attraversiamo una zona con pietre ben sistemate.
Saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra.
Quasi in piano passiamo accanto ad un palo metallico e ad un masso sormontato da un ometto (m. 2230).
Percorriamo un tratto in leggera discesa ed uno quasi in piano.
In leggera salita superiamo due curve destra-sinistra.
Continuiamo in discesa assicurati da una cavo fissato alla roccia alla sinistra e camminiamo su di una passerella metallica traforata.
Dopo un tratto in leggera discesa continuiamo quasi in piano.
Percorriamo una curva verso destra attorniati da pietre sotto alle quali sentiamo scorrere un ruscello (m. 2225).
Riprendiamo a salire.
Proseguiamo con due tornanti sinistra-destra tra pietre piatte ed erba.
Alla sinistra vediamo delle pietre franate e i ruderi di una baita (m. 2240).
In leggera salita superiamo un tornante sinistrorso.
Percorriamo altri due tornanti destra-sinistra e proseguiamo in salita.
Continuiamo con una curva verso destra seguita da un'ampia curva verso sinistra (m. 2255).
Presso un tornante destrorso troviamo i segnavia ricurvi sia bianco-rossi che bianco-gialli (m. 2260).
Alla sinistra abbiamo una parete rocciosa.
Dopo una semicurva verso sinistra proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 2270).
Passiamo tra alcune pietre.
Percorriamo un tratto con poca pendenza e continuiamo in salita (m. 2285).
Presso un tornante sinistrorso vediamo il segnavia ricurvo bianco-giallo. Subito percorriamo un tornante destrorso (m. 2290).
Camminiamo su delle pietre ben sistemate.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso aggirando una pietraia (m. 2305).
Continuiamo con un tornante destrorso (m. 2315).
Presso due semicurve sinistra-destra un rivolo bagna il sentiero (m. 2320).
Percorriamo una semicurva verso sinistra (m. 2330). Cominciamo a vedere la diga che chiude il Lago della Vacca e il Rifugio Tita Secchi.
Dopo un tratto con poca pendenza, quasi in piano raggiungiamo una palina piegata a terra. I segnavia indicano con il Sentiero Mons. G. Antonioli,
a sinistra: Case di Val Paghera - da Pierino a ore 5.15;
dietro: Bagolino a ore 8.15;
diritto: Rifugio Tita Secchi - Lago della Vacca a ore 0.15. Continuiamo diritto (m. 2335).
Un rivolo bagna il sentiero.
Proseguiamo in salita camminando sopra delle pietre lisce.
Continuiamo quasi in piano su pietre ben sistemate (m. 2350).
Troviamo dei vecchi segnavia che indicano,
a sinistra con il sentiero 18: Rifugio Bazena a ore 1.30, Case Paghera (per Val Listino) a ore 5, Scalassone (per Val di Braone) a ore 5;
a sinistra con il sentiero 19: Malga Cadino a ore 1.30;
dietro con il sentiero 17: Rif. Nikolajewka a ore 1.30.
Altri segnavia più recenti indicano, a destra con i sentiero 1-26: Passo Blumone e Passo Termine;
a sinistra con il sentiero 1: Passo Valfredda e Passo Crocedomini.
Giriamo a destra e attraversiamo il corso d'acqua emissario del lago su di un ponte metallico con il fondo traforato. Alla sinistra vediamo la diga.
Proseguiamo in salita con due semicurve destra-sinistra camminando sopra delle pietre ben sistemate.
Lasciamo a sinistra la casa dei guardiani della diga. C'è anche una fontana con vasca ma un cartello segnala che l'acqua non è potabile (m. 2355).
Percorriamo una curva verso sinistra in salita.
Ad una biforcazione proseguiamo verso destra con poca pendenza.
Percorriamo un tornante sinistrorso e raggiungiamo il Rifugio Tita Secchi (m. 2367).
Tempo impiegato: ore 2.50 - Dislivello: m. 880 -13
Data escursione: agosto 2020
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