Il Rifugio Pirlo è situato nell'entroterra gardesano, non lontano dal Passo Spino, sulle pendici meridionali del Monte Spino, su di un panoramico
sperone proteso sulla Val di Sur.
Il fabbricato, ex caposaldo della seconda linea del fronte italiano durante la prima guerra mondiale, è stato trasformato in rifugio a partire dalla
primavera del 1965 ed è stato dedicato alla memoria del Tenente Medico Giorgio Pirlo, caduto in guerra.
Primo itinerario: dal Palazzo Archesane (sentiero 2)
Lasciamo l'autostrada A4 al casello di Brescia Est (Km. 228.8) e prendiamo la Statale 45 Bis Gardesana Occidentale.
Tra le gallerie che precedono Salò ignoriamo l'uscita per Madonna di Campiglio (km. 65.7).
Un paio di chilometri dopo il termine della gallerie arriviamo a Salò (km. 68).
Successivamente seguendo il lago attraversiamo Gardone, Fasano e Maderno.
A Toscolano, giriamo a sinistra subito dopo il ponte sull'omonimo torrente, in direzione di Gaino.
All'inizio di Gaino, voltiamo a destra e subito dopo a sinistra. Attraversiamo il paese e ci dirigiamo verso la Valle delle Cartiere.
Superiamo due ponti sul Torrente Toscolano. La strada diviene sterrata.
Oltrepassiamo una santella e arriviamo al bivio di Maernì chiamato localmente "vie che spart" (m. 550).
A sinistra si continua verso la Valle di Archesane e il Rifugio Pirlo, a destra invece verso la Valle di Campiglio e il Rifugio
Campei de Sima.
Va da sé che se vogliamo fare l'intero giro dei due rifugi, andando da una parte e tornando dall'altra, occorre lasciare qui l'auto. Non c'è molto
spazio per parcheggiare ma possiamo trovare un piccolo slargo circa duecento metri avanti sulla destra.
L'intero percorso richiede diverse ore di cammino; noi ne abbiamo impiegate cinque e mezzo al netto delle soste. Il dislivello da superare invece,
considerati i vari saliscendi, è di circa 900 metri.
Se invece vogliamo semplicemente raggiungere il Rifugio Pirlo possiamo percorrere un altro tratto in auto.
Al bivio di Maernì proseguiamo sulla sinistra con una stradina nel bosco che alterna tratti sterrati ad altri con il fondo in cemento ignorando tutte
le possibili deviazioni che generalmente conducono verso delle baite isolate.
Dopo circa tre chilometri percorsi parte in piano e parte in leggera salita, arriviamo al Palazzo di Archesane dove termina la strada (m. 816).
Lasciamo l'auto nel vasto parcheggio. Un cartello indica se il Rifugio Pirlo è chiuso o aperto.
Superato l'edificio attraversiamo dei prati con bella vista sul M. Pizzocolo alla nostra sinistra.
In leggera salita raggiungiamo un'area pic-nic con tre tavoloni e relative panche in legno. C'è anche una bacheca con appeso un cartellone che parla
degli alberi della zona. Ignoriamo una deviazione e continuiamo sul percorso principale che diventa più ripido.
Da questo punto in avanti, di tanto in tanto troveremo accanto ad alcuni alberi un cartello che ne indica il nome e le principali caratteristiche; si
tratta di una iniziativa senz'altro utile e meritevole.
Il primo cartello parla del faggio (fagus sylvatica); poco dopo infatti entriamo in una faggeta.
Un altro cartello indica un acero montano (acer pseudoplatanus).
Ora la pendenza diminuisce un poco.
Troviamo un olmo (ulmus glabra) sulla sinistra e poi un frassino maggiore (fraxinus excelsior) in uno slargo sulla destra accanto ad una vasca.
E' poi la volta di un carpino nero (ostrya carpinifolia).
Più avanti un cartellone parla degli alberi della zona: acero, frassino, olmo, evonimo, lonicera, agrifoglio (m. 1000). Il bosco qui è composto
prevalentemente da faggi.
Superiamo in successione due tratti con uno steccato alla nostra destra, poi il cammino si fa più ripido.
Raggiungiamo il Doss de Montagnù (m. 1080). A sinistra c'è uno slargo con tavoli e panche; a destra invece viene indicato il Sentiero Forestale della
Valle Archesane che con un ampio giro ritorna al Palazzo di Archesane (ore 1.10).
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione e raggiungiamo una sbarra di colore verde che troviamo aperta.
La salita termina al Passo Spino (m. 1154).
Lasciamo a sinistra il percorso n. 5 che sale al Bivacco Due Aceri e al Monte Pizzocolo; il n. 8 che scende al Pirello e a S. Michele (vedi il terzo
itinerario); il n. 1 che scende a Verghere e a S. Michele (vedi il quarto itinerario).
Superiamo un rudere e continuiamo diritto. Sulla destra c'è la Cascina Spino; un cartello informa che si tratta di una stazione per la cattura e
l'inanellamento degli uccelli a scopo scientifico.
Più avanti sulla destra c'è una parete di roccia attrezzata, la ferrata Ernesto Franco.
Vediamo un altro edificio sulla nostra destra e delle bacheche dell'Osservatorio Ornitologico Duse.
Torniamo a salire e raggiungiamo un punto panoramico con bella vista sulle vallate da entrambi i lati (m. 1180).
Superiamo un cancello di legno e troviamo dei gradini che salgono verso destra; da qui arriva il percorso descritto nel secondo itinerario.
Alcuni segnavia indicano in quella direzione: sentiero n. 4 Cima M. Spino e n. 3 Passo Fabbiola, Cavallino della Fobbia, Val Degagna.
Continuiamo diritto e in leggera discesa e arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.00 - Dislivello m. 364 -15
Data escursione: aprile 2007
Secondo itinerario: dal Ponte sul Rilo (sentieri 22+3)
Lasciamo l'autostrada A4 al casello di Brescia Est (Km. 228.8) e prendiamo la Statale 45 Bis Gardesana Occidentale.
Tra le gallerie che precedono Salò ignoriamo l'uscita per Madonna di Campiglio (km. 65.7).
Un paio di chilometri dopo il termine della gallerie arriviamo a Salò (km. 68).
Successivamente seguendo il lago attraversiamo Gardone, Fasano e Maderno.
A Toscolano, giriamo a sinistra subito dopo il ponte sull'omonimo torrente, in direzione di Gaino.
All'inizio di Gaino, voltiamo a destra e subito dopo a sinistra. Attraversiamo il paese e ci dirigiamo verso la Valle delle Cartiere.
Superiamo due ponti sul Torrente Toscolano. La strada diviene sterrata.
Oltrepassiamo una santella e arriviamo al bivio di Maernì chiamato localmente "vie che spart" (m. 550).
Proseguiamo sulla destra nel bosco alternando tratti quasi in piano e in leggera salita.
Passiamo sotto una roccia sporgente e accanto a dei conglomerati incavati che formano delle piccole grotte.
Raggiungiamo il Torrente Rilo e lo attraversiamo con un ponticello.
Subito dopo sulla destra c'è uno slargo dove possiamo lasciare l'auto.
Un cartellone segnala l'inizio della Valle di Campei.
E' possibile continuare ancora in auto e, disponendo di un fuoristrada, arrivare fino al Rifugio Campei de Sima.
Noi invece abbandoniamo la stradina per imboccare sulla destra il percorso n. 22 (m. 580).
Ci incamminiamo quasi in piano e subito ignoriamo un sentiero che scende a destra passando sotto una grande roccia.
Rientriamo nel bosco e iniziamo a salire ripidamente. A sinistra da un tubo esce dell'acqua.
Superata una curva con il fondo selciato e delle transenne di legno a destra, lasciamo la stradina per imboccare un sentiero segnalato sulla sinistra.
Saliamo abbastanza ripidamente tra piccoli alberelli.
Di tanto in tanto, troveremo un cartello di legno infisso nel terreno con il nome dell'albero che sorge li accanto, in italiano, latino e dialetto
bresciano. Si tratta di indicazioni senz'altro utili in quanto non tutti sanno distinguere correttamente i vari tipi di alberi.
Il primo di questi cartelli indica un pino silvestre. Poco dopo ne troviamo un intero boschetto.
La pendenza si raddolcisce.
Il secondo invece indica un carpino nero posto accanto ad un baitello e ad un sentiero che si stacca sulla destra.
Continuiamo diritto come indicato da uno dei tanti segnavia che incontriamo lungo il cammino.
Dopo due passi in discesa continuiamo quasi in piano nel fitto bosco (m. 715).
Superiamo il cartello che indica un faggio e riprendiamo a salire.
Torniamo poi in piano, passiamo sotto una grande roccia e iniziamo a scendere tra i castagni.
Dopo esserci abbassati di una quindicina di metri raggiungiamo un bivio.
Andiamo a sinistra superando con un ponticello di legno il corso di un torrentello e torniamo in piano.
Continuiamo con vari saliscendi durante i quali altri due cartelli indicano un ginepro comune e un nocciolo.
Sulla sinistra distinguiamo nettamente il Dosso Verver (altezza m. 1029).
Dopo un tratto in discesa guadiamo un torrente (m. 800) e riprendiamo a salire ripidamente.
Tornati in piano superiamo un orniello (frassino) e, dopo una breve salita, un agrifoglio.
un'altra breve discesa ci porta ad un guado (m. 810) poi continuiamo quasi in piano e troviamo il cartello che indica un abete rosso.
Scendiamo ancora e superiamo un altro piccolo corso d'acqua.
Da destra si innesta un altro sentiero e a sinistra c'è una recinzione con del filo spinato.
Superiamo un frassino anch'esso segnalato e raggiungiamo uno spiazzo fuori dal bosco dove si gode una buona vista sulla vallata.
Un cartello indica che siamo a Campei de Font (m. 793).
Troviamo dapprima una baita diroccata e poi una cascina disabitata circondata da uno steccato. Da sinistra sale una stradina sterrata che termina qui.
Sull'edificio una scritta a firma G. De Abate recita: "E' nella pace dell'immensa sera che l'anima solitaria si riposa e in se stessa raccolta crede e spera".
Superata la recinzione e la cascina, troviamo una fontana e sostiamo un attimo per dissetarci.
Il sentiero continua ampio tra gli abeti in leggera salita. Superato un tratto ripido torniamo in piano.
Incontriamo un maggiociondolo (laburnum alpinum) e un acero montano, poi riprendiamo a salire ed ecco una betulla bianca.
Superiamo un baitello contenente un rudimentale camino; può essere un utile riparo in caso di intemperie (m. 910).
Ora ecco un biancospino (cralaegus oxyaganthia) presso un bivio. Andiamo a sinistra in leggera salita.
E' poi la volta di un ciliegio selvatico (prunus avium) e subito dopo di un pioppo tremulo (populus tremula).
Raggiungiamo un altro bivio (m. 935) e andiamo a sinistra in lieve discesa tra alberi e alcuni spazi erbosi.
In lontananza sull'altro lato della valle cominciamo a vedere Campei de Sima.
Quasi in piano superiamo un cancelletto di legno e dopo un tratto nel quale costeggiamo un ripido pendio che precipita sulla nostra sinistra,
riprendiamo a salire.
Il sentiero ora ha il fondo roccioso e attorno ci sono solo alcuni alberelli che diventano man mano più radi.
La salita continua tra arbusti poi quasi in piano raggiungiamo la Forcola Campei (m. 1040).
I segnavia indicano sulla destra il sentiero per la grotta "el bus del luf" e per la cima del Pracalvis (altezza m. 1161).
Noi invece andiamo a sinistra.
Dapprima in piano e poi in leggera discesa attraversiamo una faggeta e raggiungiamo la radura di Campei de Sima.
Lasciata a sinistra la chiesetta e la sterrata che sale dal fondovalle, raggiungiamo la fontana e il Rifugio Campei de Sima (m. 1017).
I segnavia indicano sulla destra: il sentiero n. 3 per il Dosso Corpaglione (m. 1179) in ore 1.15 e il Passo Cavallino Fobbia (m. 1090) in ore 2.15; e
sulla sinistra la sterrata per il fondovalle e il Sentiero dei Ladroni (n. 3) percorribile in ore 2.
Dopo un sosta al rifugio riprendiamo il nostro cammino iniziando a scendere con la stradina sterrata.
Troviamo un rivolo che attraversa il cammino e poi, in piano, raggiungiamo una sbarra verde che troviamo alzata (m. 940).
Poco dopo giungiamo ad un bivio; lasciamo la stradina che continua sulla sinistra verso il ponte sul Rilo e il fondovalle e continuiamo sulla destra
seguendo i segnavia che indicano il sentiero n. 3 per Fobbiola-Spino e n. 7 per Cecino-Degagna.
Dopo un tratto in piano riprendiamo a salire circondati da alcuni alberelli e infine quasi in piano arriviamo al Passo Fobbiola (m. 956).
Qua i segnavia indicano: diritto n. 7 Cecino Degagna; a sinistra sentiero 7B Ponte sul Rilo a 0.45; sempre a sinistra n. 3 Passo Spino e Rifugio Pirlo.
Lasciamo dunque la stradina che continua diritto e prendiamo il sentiero n. 3 (dei Ladroni) all'inizio del quale, sulla destra c'è un prato con una
bacheca e una panchina.
In leggera salita superiamo un baitello ed entriamo nel bosco. Troviamo alcuni gradini di legno e un tratto un poco più ripido.
Un sentiero si innesta da destra. Superata una curva con altri gradini (m. 1015) continuiamo con minore pendenza.
Percorriamo un tratto fuori dal bosco, quasi in piano tra betulle e faggi. Poi riprendiamo a salire e vediamo in lontananza, sull'altro lato della
vallata, il gruppo di baite di Campei de Sima.
Ora il sentiero a sinistra è aperto verso il fondo valle e, in alcuni tratti, un po' esposto.
Procediamo quasi in piano aggirando a mezza costa la testata della valle.
Superiamo un breve tratto con dei sassi franati ma ben sistemati e raggiungiamo una bacheca, una panchina e un cartellone che mostra sagoma, nome e
altezza dei monti che possiamo ammirare. Da sinistra verso destra vediamo:
M. Zingla (m. 1497), M. Manos (m. 1516), M. Bruffione (m. 2664), M. Carzen (m. 1505), M. Pallotto (m. 1366), M. Tombea (m. 1950), M. Pracalvis (m.
1161), M. Caplone (m. 1976), Cime Costone (m. 1743), M. Alberelli (m. 1165), M. Denervo (m. 1463), M. Comer (m. 1280), M. Baldo Punta Telegrafo (m.
2200), Dosso Ververs (m. 1029), M. Pizzocolo (m. 1579).
Oltre questo punto panoramico (m. 1135) continuiamo in leggera discesa tra i faggi.
Superiamo altre due bacheche, la seconda delle quali nel punto dove un sentiero si innesta da sinistra (m. 1080). Continuiamo diritto alternando
qualche tratto in piano e in leggera salita.
Un cartellone parla degli animali presenti nella zona: gufo, allocco, picchio e noctula.
Dopo una lieve discesa riprendiamo a salire con ripidi tornanti seguendo un parapetto di legno e arriviamo ad un bivio dove non ci sono indicazioni
(m. 1150). A sinistra c'è un sentiero con un cancello di legno aperto; decidiamo di proseguire diritto e con altri ripidi tornanti arriviamo su un
dosso (m. 1200) dal quale cominciamo a vedere di fronte a noi il Rifugio Pirlo. Sulla destra invece si può continuare verso la cima del M. Spino.
Proseguiamo diritto in leggera discesa e poi con alcuni gradini ci portiamo sulla sterrata proveniente dal Palazzo descritta nel precedente itinerario.
Qui ci sono dei segnavia che indicano nella direzione dalla quale proveniamo: sentiero n. 4 Cima M. Spino e n. 3 Passo Fobbiola, Cavallino della
Fobbia, Val Degagna.
Continuiamo verso destra in lieve discesa e arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 3.45 - Dislivello m. +852 - 267
Data escursione: aprile 2007
Terzo itinerario: dal Pirello (sentiero n. 8)
Lasciamo l'autostrada A4 al casello di Brescia Est (Km. 228.8) e prendiamo la Statale 45 Bis Gardesana Occidentale.
Tra le gallerie che precedono Salò ignoriamo l'uscita per Madonna di Campiglio (km. 65.7).
Un paio di chilometri dopo il termine della gallerie arriviamo a Salò (km. 68).
Al km. 70.5 deviamo a sinistra (nord) per imboccare la Strada Panoramica che sale a San Michele, ai lati della quale troviamo le quattordici
cappelline della Via Lucis (deturpate dai vandali).
Superata Serniga, arriviamo ad un bivio dove andiamo a sinistra in Via Val del Sur (indicazione Colomber).
Raggiungiamo il Ristorante-Bar Colomber situato all'interno di una biforcazione (m. 390). Entrambe le strade continuano verso il Passo Spino (a
sinistra percorso n. 1 e a destra n. 8).
Continuiamo verso destra. La strada, da qui al parcheggio del Pirello, presenta un'infinità di cunette artificiali per lo scolo dell'acqua. Ne abbiamo
contate ben 120 e in qualche caso si tratta di vere e proprie buche. Bisogna pertanto valutare se la nostra autovettura ha il fondo abbastanza alto
per poter continuare senza problemi. E' sicuramente un percorso più adatto ad un fuoristrada che ad un'auto comune.
Dopo un tratto ancora asfaltato, ad un bivio andiamo a sinistra e cominciamo a salire. Dapprima il fondo è in cemento, poi è quasi sempre sterrato.
Con varie curve e tornanti nel bosco, superiamo lentamente questi interminabili cinque chilometri che ci separano del parcheggio in località Pirello,
dove lasciamo la macchina in una piazzola sterrata (m. 1030).
Alcuni cartelli indicano a sinistra: il Passo Spino (segnavia n. 8) e il Pizzocolo (segnavia n. 8+5); a destra: San Urbano e Sanico (segnavia n. 6)
Prendiamo la stradina di sinistra che sale nel bosco con il fondo in cemento.
Troviamo una casa sulla destra. In questo punto, a sinistra, è possibile vedere il sottostante Lago di Garda.
La stradina diventa sterrata. Più avanti un sentiero che sale da sinistra si immette sul nostro percorso.
Poi gli alberi si diradano e torniamo a vedere il lago (m. 1130).
Arrivati ad un bivio, nei pressi di un cancello di legno, andiamo a sinistra; un segnavia infatti indica in questa direzione: n. 8, Passo Spino,
Pizzocolo, Rifugio Pirlo.
Passiamo accanto ad un altro cancello. Un cartello avverte di prestare attenzione agli animali al pascolo.
Superata una sbarra di ferro, che chiude il transito agli automezzi, percorriamo pochi metri in leggera discesa rientrando nel bosco. Continuiamo poi
in piano.
Più avanti lasciamo sulla destra il ripido sentiero segnalato come Variante Pizzocolo (m. 1130).
Proseguiamo con alcuni saliscendi. Presso una curva troviamo una bacheca che ricorda che ci troviamo nella Foresta Regionale Gardesana Occidentale.
Con altri saliscendi arriviamo ad un bivio (m. 1140). I segnavia indicano a sinistra il sentiero n. 1 che scende a San Michele in ore 1.45; diritto:
il Passo Spino e il Rifugio Pirlo; dietro: Pirello e S. Michele.
Continuiamo in leggera salita e raggiungiamo i ruderi di una vecchia stalla. Un cartello segnala la Malga Spino. Possiamo prendere il sentierino che
costeggia l'edificio sulla sinistra oppure possiamo entrare da un lato ed uscire dall'altro.
Arriviamo così al Passo Spino (m. 1154) dove ci immettiamo sul percorso n. 2 che proviene dal Palazzo di Archesane e continuiamo verso sinistra come
descritto nell'ultima parte del primo itinerario.
Tempo impiegato: ore 1.20 - Dislivello m. 160 -15
Data escursione: maggio 2008
Quarto itinerario: da Verghere (sentiero n. 1)
Lasciamo l'autostrada A4 al casello di Brescia Est (Km. 228.8) e prendiamo la Statale 45 Bis Gardesana Occidentale.
Tra le gallerie che precedono Salò ignoriamo l'uscita per Madonna di Campiglio (km. 65.7).
Un paio di chilometri dopo il termine della gallerie arriviamo a Salò (km. 68).
Al km. 70.5 deviamo a sinistra (nord) per imboccare la Strada Panoramica che sale a San Michele, ai lati della quale troviamo le quattordici
cappellette della Via Lucis (deturpate dai vandali).
Superata Serniga, arriviamo ad un bivio dove andiamo a sinistra in Via Val del Sur (indicazione Colomber).
Raggiungiamo il Ristorante-Bar Colomber situato all'interno di una biforcazione (m. 390). Entrambe le strade continuano verso il Passo Spino (secondo
la vecchia numerazione a sinistra con il percorso n. 1 e a destra con il n. 8). I segnavia con la nuova numerazione indicano a sinistra con il
percorso 286: Verghere (parcheggio), Passo Buco del Tedesco (no bikes), Rifugio G. Pirlo; a destra con il percorso 280: Pirello (parcheggio), Passo di
Spino, Rifugio G. Pirlo.
Continuiamo verso sinistra. Ben presto la strada si restringe e consente in passaggio di una sola macchina per volta.
Dopo 400 metri dal Ristorante Colomber diventa una sterrata in discrete condizioni. In seguito percorriamo un altro centinaio di metri su asfalto e
proseguiamo su sterrato fino a km. 2.3 dal Ristorante Colomber dove lasciamo la macchina in uno slargo accanto al Torrente Barbarano (m. 495). Da
questo punto la sterrata è percorribile sono con un fuoristrada.
Ci incamminiamo con pochissima pendenza seguendo la strada nel bosco e ignorando un'altra stradina che alla sinistra costeggia il torrente.
Dopo alcuni passi percorriamo un tratto in salita su asfalto.
Continuiamo su sterrato in leggera salita (m. 500).
Superiamo una semicurva verso destra. Siamo più alti rispetto al torrente che riusciamo a vedere tra gli alberi in basso alla sinistra.
Continuiamo quasi in piano (m. 540).
Più avanti guadiamo un torrente che scende dalla destra.
Sulla roccia, alla destra, vediamo dei bolli e una grande freccia rossa.
Poco dopo raggiungiamo lo slargo di Verghere (m. 545). I segnavia indicano diritto; con il sentiero 201: Rifugio G. Pirlo, Passo di Spino, Monte
Pizzocolo; con il sentiero 286: Passo Buco del Tedesco, Cecino, Collio. Ci sono anche una palina con un bollo giallo e delle scritte in rosso,
illeggibili, su di una parete di roccia.
Il Torrente Barbarano ora è a fianco della stradina. Vediamo il segnavia n. 1 su di una bandierina orizzontale. Alla destra ci sono la costruzione di
un acquedotto e una scala a pioli di ferro. Nel cemento del fondo stradale ci sono due tombini.
Continuiamo in leggera salita su fondo roccioso.
Una freccia gialla invita a proseguire. Il sentiero è incassato nel terreno circostante.
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra e proseguiamo diritto (m. 560).
Dopo pochi passi, lasciamo il sentiero che continua diritto per girare a sinistra e, saliti alcuni gradini, attraversiamo il torrente su di un
ponticello di tronchi che ha il corrimano solo alla destra.
Sulla sponda opposta troviamo un bivio. I segnavia indicano a destra, seguendo il torrente, con il sentiero 201: Passo di Spino (parcheggio) a ore
1.40, Rifugio G. Pirlo a ore 2, Monte Pizzocolo a ore 3; diritto con il sentiero 286: Passo Buco del Tedesco, Monte Spino, Cecino. Andiamo a destra.
Poco dopo il sentiero si biforca e, seguendo i bolli bianco-rossi, andiamo a destra in leggera discesa.
Continuiamo in leggera salita su fondo roccioso. Vediamo dei bolli gialli ed altri bianco-rossi.
Raggiungiamo uno slargo con un masso nel mezzo e guadiamo il torrente verso destra (m. 570).
Alla sinistra troviamo un masso con un bollo giallo mentre alla destra c'è una parete di roccia. Vediamo il segnavia n. 1 a bandierina. Di tanto in
tanto troviamo altri bolli.
Alla destra ci accompagna un basso muretto coperto dal muschio (m. 580).
Alla sinistra, oltre il torrente, vediamo un cartello che segnala il divieto di caccia.
Dopo pochi passi in salita proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Lasciamo a destra un casello dell'acquedotto sul quale vediamo una freccia gialla con due punte. Torniamo a salire (m. 595).
In mezzo al sentiero troviamo una pietra con i bolli. Alla sinistra l'acqua del torrente effettua un saltello (m. 605).
Il sentiero diventa una mulattiera.
Ad una biforcazione, una freccia gialla invita a proseguire verso destra in modo abbastanza ripido (m. 625).
La pendenza diminuisce un poco. Ad una successiva biforcazione ignoriamo il sentiero che scende a sinistra verso il torrente e proseguiamo diritto (m. 645).
Troviamo una pietra con i bolli gialli in mezzo al percorso (m. 655).
Continuiamo quasi in piano su sterrato (m. 670).
Dopo due passi in discesa proseguiamo in leggera salita su fondo roccioso. Vediamo il segnavia 1 a bandierina.
Alla destra c'è una madonnina nell'incavo di una roccia.
Proseguiamo su mulattiera.
Un cartello, collocato alla sinistra oltre il torrente, informa che ci troviamo in una foresta demaniale regionale.
Guadiamo un affluente del torrente principale (m. 680).
Continuiamo in salita (m. 695).
Percorriamo un'ampia curva verso sinistra seguendo il Torrente Barbarano che, su di un letto scalinato, forma una piccola cascata.
Proseguiamo con minore pendenza.
Vediamo il segnavia 1 su di un masso. Il percorso si biforca (m. 720). Un bollo bianco-rosso invita a proseguire verso sinistra guadando il torrente
ma potremmo anche prendere un sentiero-scorciatoia alla destra che più avanti rientra. Andiamo a sinistra camminando su di una stradina dissestata
coperta da piccole pietre smosse. Alla sinistra ci accompagna un muretto coperto dal muschio.
Guadiamo il torrente verso destra, con un tornante destrorso, e proseguiamo su sentiero.
Poco dopo, presso una curva a sinistra, ritroviamo la scorciatoia che rientra (m. 740).
La pendenza aumenta. Il sentiero torna ad essere più largo; è coperto da piccole pietre e, più avanti, è solcato da roccette affioranti (m. 780).
In salita percorriamo un tornante sinistrorso (m. 795).
Dopo con un tratto incassato nel terreno circostante, il sentiero prosegue sterrato.
Superiamo un tornante destrorso (m. 810).
Passiamo sotto ad un vecchio tronco caduto sul quale è stato dipinto un bollo giallo.
Il sentiero diventa una mulattiera (m. 825).
Poco dopo percorriamo una curva a sinistra e proseguiamo quasi in piano.
Continuiamo su sentiero sterrato, in leggera salita (m. 840).
Superiamo un tratto in salita su fondo roccioso. Vediamo una freccia rossa.
Proseguiamo quasi in piano su di un sentiero coperto da piccole pietre. Percorriamo una curva a sinistra. Torniamo a salire (m. 850).
In basso alla destra vediamo il letto in secca di un torrente.
Saliamo dei rudimentali gradini di roccia.
Percorriamo un tornante sinistrorso a fianco del torrente (m. 870).
Proseguiamo con un sentiero coperto da piccole pietre smosse.
Presso un tornante destrorso vediamo un bollo bianco-rosso ed uno giallo.
Presso un tornante sinistrorso saliamo alcuni gradini di roccia e passiamo accanto ad una piccola vasca di pietra (m. 890).
Continuiamo su sentiero sterrato.
Dopo un tornante destrorso percorriamo un tratto abbastanza ripido.
La pendenza diminuisce un poco e continuiamo su di una mulattiera (m. 915). Di tanto in tanto troviamo un bollo giallo oppure bianco-rosso.
Guadiamo il torrente presso un tornante destrorso. Vediamo una freccia gialla (m. 940).
Subito dopo, accanto ad una grande vasca in cemento, il sentiero si divide. I segnavia indicano: Loc. Gemelle 952; a sinistra con il sentiero 201 B:
Rifugio G. Pirlo a ore 0.20, Monte Spino a ore 1, Ferrata Spigolo Bandiera a ore 0.10; diritto con il sentiero 201: Passo di Spino a ore 0.15, Monte
Pizzocolo a ore 2; dietro con il sentiero 201: Verghere, San Michele. Anziché prendere la via diretta alla sinistra scegliamo il più comodo sentiero
che prosegue diritto in leggera salita verso il Passo Spino.
Poco dopo, quasi in piano, lasciamo a sinistra i ruderi di una vecchia cascina. Su di un cartellino a cura della Ersaf leggiamo: "Cascina Gemelle
961 m."
Percorriamo una curva a sinistra molto ampia.
Dopo un tratto in leggera salita, superiamo uno zig-zag destra-sinistra quasi in piano.
Torniamo a salire.
Presso un tornante sinistrorso ignoriamo un sentiero che continua diritto in discesa (m. 985).
La pendenza aumenta. Vediamo il segnavia 1 a bandierina sul tronco di un albero (m. 995).
Passiamo accanto ad un cartello sul quale leggiamo: "Zona Alpi Distretto Alto Garda. Comparto A".
Troviamo un picchetto di legno con la scritta verticale: "Egidio" ed un segnavia bianco-rosso nella parte inferiore (m. 1015).
Vediamo il segnavia 1 sul tronco di un albero (m. 1030).
Alla sinistra c'è un vecchio traliccio tra gli alberi. In leggera salita transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1035).
In alto alla sinistra, oltre la valle, vediamo il Rifugio Pirlo sulle pendici del Monte Spino.
Percorriamo un'ampia semicurva a sinistra seguita da un tornante destrorso (m. 1065).
Torniamo a salire con uno zig-zag sinistra-destra (m. 1075).
Poco dopo un tornante sinistrorso, ne percorriamo uno destrorso ignorando un sentiero che continua diritto (m. 1090).
Superiamo una curva a destra (m. 1100).
Dopo un tratto con poca pendenza proseguiamo in salita e arriviamo ad un bivio dove giriamo a sinistra con un tornante (m. 1115).
La pendenza aumenta.
Continuiamo quasi in piano. Davanti in alto vediamo una casa color arancione: la Cascina Spino (m. 1130).
Usciamo dal bosco e proseguiamo in leggera salita tra l'erba. Alla sinistra c'è una fontana con una grande vasca. Passiamo accanto ad un cartello
giallo con una punta che indica di proseguire diritto (m. 1140).
Saliamo in direzione della Cascina Spino. Alla sinistra scorrono i cavi dell'alta tensione, dietro verso sinistra vediamo il rifugio, in alto alla
destra c'è una lunga costruzione che un tempo era una stalla ed oggi è stata trasformata nel "Punto Espositivo Passo Spino".
Un cartello indica dietro: Verghere a ore 1.15, S. Michele a ore 1.45.
Ancora pochi passi e raggiungiamo la Cascina Spino ora "Osservatorio Ornitologico Regionale Antonio Duse" (m. 1154). I segnavia indicano
- a sinistra: Passo di Spino 1180 m, Sentiero dei Ladroni ore 2, Rifugio Giorgio Pirlo a ore 0.15, Passo Fabbiola;
- dietro verso destra con il sentiero 8: Pirello, S. Michele;
- dietro con il sentiero 1: Verghere, S. Michele;
- alla destra in discesa con il sentiero 2: Archesane, Camerate, Gaino;
- alla destra in salita con il sentiero 5: Monte Pizzocolo a ore 1.30.
Continuiamo con una sterrata quasi in piano verso sinistra.
Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Ignoriamo un sentiero che si stacca in leggera discesa alla sinistra e proseguiamo diritto in leggera salita superando un cancello. Alla sinistra ci
accompagna una staccionata.
Alla destra c'è una parete di roccia attrezzata: la via ferrata Ernesto Franco.
Continuiamo in salita tra radi alberi.
Terminati gli alberi, in alto a destra vediamo delle vecchie costruzioni. Un cartellone parla dell'"Inanellamento nello studio della migrazione".
Alla destra c'è una grande casa giallastra ridotta a rudere. Proseguiamo quasi in piano con vista panoramica da entrambi i lati (m. 1180).
Davanti abbiamo un dosso che possiamo aggirare sia alla sinistra che alla destra oppure risalire con un sentierino:
- se andiamo a sinistra troviamo subito un secondo cartellone che parla dell'"Andamento della migrazione" e della "Ricattura degli uccelli
inanellati".
- se andiamo a destra troviamo un cartellone che parla del "Sentiero dei Ladroni", una panca con due posti e un sentiero che scende a destra. I
segnavia indicano a destra: Campiglio di Cima, Fabbiola, Degagna; davanti: Rifugio G. Pirlo allo Spino; dietro Passo di Spino. Subito dopo alla
sinistra c'è il "casel del l'uselì".
Aggirato il dosso i due percorsi si riuniscono.
Superiamo due curve destra-sinistra.
In leggera salita passiamo accanto ad un rudere e troviamo un altro cartellone che parla della "Migrazione". Alla sinistra vediamo la Valle di
Sur mentre alla destra c'è la dorsale che inizia a salire verso il Monte Spino.
Proseguiamo in leggera discesa.
Percorriamo una curva a destra; alla sinistra c'è una staccionata
Subito dopo un sentiero sale a destra segnalato dal cartello: 4, Cima Spino dorsale sud-est.
Continuiamo con una semicurva verso destra.
Percorriamo una curva a sinistra tra gli alberi.
Raggiungiamo lo slargo che precede il rifugio. In alto a destra vediamo la cappelletta raggiungibile con alcuni gradini. Alla sinistra c'è un cartello
che parla della salita al Pizzocolo. Alla destra i segnavia indicano con il sentiero n. 9: Collio, B. del Tedesco, San Michele.
Dopo pochi passi, raggiungiamo il rifugio e troviamo altri segnavia che indicano a sinistra in discesa la ferrata Spigolo Bandiera a ore 0.10 e con il
sentiero n. 1 diretto: Verghere a ore 1.25, San Michele a ore 2.
Tempo impiegato: ore 2.05 - Dislivello m. 685 -15
Data escursione: aprile 2017
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