La Baita di Orimento è situata presso l'omonima sella tra il Monte Orimento (m. 1391) e il Pizzo della Croce (m. 1485).
E' raggiungibile sia in auto che a piedi con diversi sentieri che partono da Erbonne, dal Pian delle Noci e dalla Capanna Bruno.
Lasciamo la statale 340 Regina verso la fine di Argegno, al km. 17.8, per deviare a sinistra ed imboccare la provinciale 13 della Valle d'Intelvi
con la quale superiamo Dizzasco, Castiglione e S. Fedele.
Prendiamo poi, sulla sinistra, la provinciale 15 (Erbonne) con la quale arriviamo a Casasco.
All'inizio de paese, prendendo una strada sulla destra (Via Terragni - cartello Orimento), continuiamo fino ad un bivio dove,
andando diritto raggiungiamo la Capanna Bruno (m. 1160) mentre girando a destra raggiungiamo dapprima il Rifugio
Cristè (m. 1150) e poi la Bocchetta di Orimento.
Se invece a Casasco proseguiamo diritto, superate le strette vie del paese, raggiungiamo dapprima l'Alpe di Cerano (m. 960) e poi
Erbonne dove la strada termina (m. 948).
Per raggiungere il Pian delle Noci invece, a S. Fedele dobbiamo proseguire per un altro chilometro. Arrivati e Pellio prendiamo
sulla sinistra la provinciale 13 diramazione Pian delle Noci, con la quale dopo aver attraversato in salita tutto il paese,
troviamo sulla sinistra i segnavia che indicano l'inizio del sentiero n. 6 (m. 892).
Primo itinerario: da Erbonne
Lasciamo l'auto all'inizio del piccolo abitato e prendiamo la stradina a sinistra con la quale, superato un lavatoio, arriviamo alla chiesa.
A sinistra è possibile scendere verso il cimitero e poi, con un ponte in legno che segna il confine italo-elvetico, superare il
torrente e continuare verso Scudellate.
Dobbiamo invece andare diritto con una stradina contornata da due bassi muretti a secco.
Poco dopo troviamo una palina segnavia (sarebbe stato molto più utile sistemarla accanto alla chiesa) che indica il percorso n. 4
(Cascina Genzago a ore 1 e Bocchetta di Orimento a ore 1.10).
Scendiamo verso il greto del torrente Breggia (m. 930), che troviamo in secca, e lo attraversiamo accanto a tre muraglioni sopra i
quali dovrebbe scorrere l'acqua.
Troviamo un bivio e andiamo a destra. Poco dopo dobbiamo superare nuovamente il corso d'acqua per riportarci sul lato destro.
Continuiamo quasi in piano e troviamo altri segnavia che indicano la Cascina Genzago a 0.35, la Bocchetta d'Orimento a 0.45 e S.
Fedele a 2.25.
Iniziamo a salire tra prati e qualche albero e poi ci addentriamo in una faggeta.
Continuiamo con il sentiero che alterna tratti più o meno ripidi lungo il versante occidentale del Pizzo della Croce.
Superiamo un tratto con maggior pendenza durante il quale ignoriamo un sentiero a sinistra e continuiamo poi in lieve salita.
Troviamo una pietra sulla quale è dipinta una freccia rossa che indica la direzione dalla quale proveniamo.
Torniamo poi a salire ripidamente e raggiungiamo una vecchia baita abbandonata che precede la Cascina Genzago ormai diroccata (m. 1210).
Aggirato l'edificio, saliamo verso una rete metallica e la seguiamo in lieve salita.
Per prati, seguendo poi una recinzione con del filo spinato, arriviamo alle prime case di Orimento.
Un segnavia indica a sinistra: Pesciò Basso a 0.20 e l'Alpe Squadrina a 0.50.
Continuiamo invece diritto tra le case e arriviamo alla meta.
Tempo impiegato: ore 1 - Dislivello: m. 327
Data escursione: gennaio 2007
Secondo itinerario: dalla Capanna Bruno per il Pizzo della Croce
Lasciamo l'auto nel parcheggio della Capanna Bruno al termine della carrozzabile asfaltata (m. 1160).
I vecchi segnavia su fondo giallo indicano, a sinistra: Mulattiera per Mater, Monte Crocione e Orimento; a destra lungo il fianco occidentale del monte: Alpe Orimento a ore 0.45, S. Fedele a ore 2.15;
dietro: Ermogna a ore 0.45, Cernobbio a ore 7.
Altri segnavia più recenti indicano a sinistra con la VML 1 (Via dei Monti Lariani): Orimento a ore 1.30, Pizzo della Croce a ore 1.30, Monte Generoso a ore 3; dietro con la VML1: Cascina Calolza a
ore 0.40, Bolla di Ermogna a ore 1.20, Alpe di Cerano a ore 1.50.
Ci incamminiamo in leggera salita su di una sterrata attorniata dai prati.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso e proseguiamo verso due tralicci dell'energia elettrica.
Continuiamo in salita. Alla sinistra, poco sotto, ci sono una casa e delle antenne (m. 1170).
Ad una biforcazione prendiamo la stradina più a sinistra.
Continuiamo con poca pendenza lasciando a destra un traliccio (m. 1185).
Incrociamo un'altra stradina e proseguiamo diritto (m. 1195). Comunque anche se andiamo a sinistra, dopo due tornanti destra-sinistra, torniamo ad immetterci sul percorso principale.
Proseguiamo su di una larga mulattiera (m. 1200).
Poco dopo, presso un tornante sinistrorso, ignoriamo una stradina che continua diritto (m. 1210).
Entriamo in un bosco (m. 1220).
Proseguiamo quasi in piano. Su di una roccia alla destra vediamo una freccia rossa che indica la nostra direzione (m. 1225).
Percorriamo una curva verso sinistra molto ampia, nella prima parte della quale c'è un muretto di rinforzo che scende a sinistra.
Continuiamo in lievissima salita con una curva verso destra molto ampia.
Subito dopo percorriamo un tratto con poca pendenza su fondo lastricato.
Proseguiamo con un tratto sterrato (m. 1230) ed uno lastricato (m. 1235).
Dopo una curva verso destra continuiamo quasi in piano (m. 1240).
Tra gli alberi alla sinistra riusciamo a vedere il Sasso Gordona. Torniamo a camminare su mulattiera.
Superiamo un'ampia semicurva verso sinistra e continuiamo con poca pendenza (m. 1245).
Usciamo dal bosco e percorriamo una curva verso destra molto ampia (m. 1255).
Poco dopo entriamo in un boschetto (m. 1260).
Su di una pietra alla destra vediamo uno dei pochi bolli bianco-rossi che abbiamo trovato lungo il cammino (m. 1265).
Percorriamo una curva verso sinistra all'interno della quale ci sono gli alberi mentre sull'altro lato sale un pendio coperto dai prati e da qualche albero (m. 1275).
Continuiamo con una curva verso destra molto ampia e rientriamo nel bosco (m. 1280).
Superiamo due semicurve sinistra-destra vicine tra loro (m. 1295).
Proseguiamo con il bosco alla sinistra e pochi alberi alla destra.
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1300).
Torniamo nel bosco.
Con pendenza minima percorriamo una semicurva verso sinistra.
Continuiamo in salita (m. 1310).
Superiamo un tratto con poca pendenza seguito da uno in salita (m. 1315).
Poco dopo il fondo diventa lastricato.
Alla sinistra vediamo il Lago di Como con la Penisola di Balbianello e una lunga catena di monti in fondo alla quale ci sono le Grigne e il S. Primo.
Gli alberi terminano e torniamo a camminare su mulattiera (m. 1330).
Poco prima di raggiungere una croce, lasciamo la stradina e con un tornante destrorso ci immettiamo sulla dorsale (m. 1335). Prendiamo il sentiero più alto che sale seguendo la larga, prativa e
panoramica cresta meridionale del Pizzo della Croce. Potremo così ammirare tutte le vette che ci circondano ed in particolare a sinistra, oltre la Val Breggia, le cime del Monte Generoso.
Lungo il cammino troveremo postazioni e trincee, alcune ben conservate, della Linea Cadorna che doveva servire a difendere i nostri confini durante la Grande Guerra.
Percorriamo un ripido tratto (m. 1355).
Lasciamo a sinistra una trincea e continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 1370).
Raggiunta una cimetta (m. 1395) proseguiamo in leggera discesa.
Superiamo un breve tratto quasi in piano (m. 1390).
Dopo un tratto con poca pendenza proseguiamo in salita fino a raggiungere delle trincee e una solitaria betulla (m. 1400).
Percorriamo un tratto in leggera salita (m. 1410).
Continuiamo in salita. Alla destra troviamo, distanziate una dall'altra, le fondamenta di tre costruzione militari (m. 1420-1430-1435).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido. Alla destra troviamo altre fondamenta (m. 1445) e una trincea (m. 1455).
Superiamo una pietra che fa da gradino (m. 1465).
Raggiungiamo la vetta del Pizzo della Croce (m. 1485). Vi troviamo una croce in ferro, un cippo dedicato al V° Alpini BTG
Valle Intelvi 1915-1940 e un altare di pietra.
Bellissimo il panorama a 360 gradi sul Generoso, il Disgrazia, il Legnone, le Grigne, il Bisbino, il Galbiga e il Sasso Gordona.
Dopo una doverosa sosta per scattare qualche foto, riprendiamo il cammino e iniziamo a scendere l'opposto versante in direzione della stazione a monte di un vecchio impianto di risalita.
In leggera discesa passiamo accanto ad un'altra trincea (m. 1465).
Quasi in piano aggiriamo alla sinistra la recinzione del vecchio impianto in disuso.
Giunti in fondo percorriamo pochi passi in salita.
In piano passiamo tra la ruota al termine dello skilift e il cancello d'ingresso (m. 1450).
In leggera discesa superiamo due semicurve destra-sinistra.
Proseguiamo in discesa lungo la prativa cresta nord ovest del Pizzo della Croce.
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1430).
Continuiamo dapprima in leggera discesa e poi in discesa (m. 1420).
Dopo un altro tratto quasi in piano (m. 1395), in leggera salita raggiungiamo una trincea.
Torniamo a scendere (m. 1405). In basso cominciamo a vedere le poche case di Orimento dietro alle quali si erge il Monte d'Orimento.
Tra l'erba troviamo anche dei cespugli e qualche alberello (m. 1350).
Superiamo un tratto quasi in piano e proseguiamo in leggera discesa (m. 1320).
Ora scendiamo in modo abbastanza ripido.
Giunti in basso troviamo alcuni segnavia che indicano,
dietro: arrivo skilift a ore 0.30, Pizzo della Croce a ore 0.40, Rifugio Giuseppe e Bruno; a sinistra con la VML1: Capanna Bruno a ore 1/1.10, Alpe di Cerano a ore 2.40, Rifugio Prabello a ore 3.30,
Mater a ore 0.40, Pian d'Alpe a ore 2.30; diritto: Barco dei Montoni a ore 0.05, Alpe di Gotta a ore 0.20, Vetta Monte Generoso a ore 1.25. Andiamo a destra.
Dopo pochi passi quasi in piano superiamo una stanga.
Alla destra c'è una nevera e alla sinistra la Baita di Orimento (m. 1275)
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. +335 -220
Data escursione: febbraio 2020
Terzo itinerario: dalla Capanna Bruno aggirando sulla destra (nordest) il Pizzo della Croce
Lasciata l'auto nel parcheggio della Capanna Bruno, tra i vari segnavia (vedi itinerario precedente) osserviamo che verso destra
viene indicata Orimento a ore 0.45.
Notiamo che lungo il fianco occidentale del Pizzo sono ben visibili due sentieri che scorrono paralleli e optiamo per quello più a
monte.
Seguendo tracce di sentiero o semplicemente risalendo il prato, ci incamminiamo verso un traliccio dell'alta tensione.
Dopo averlo raggiunto, proseguiamo in leggera salita verso destra con una stradina.
Arrivati ad un tornante, anziché girare a sinistra, abbandoniamo la stradina per proseguire diritto con un sentiero.
In alto a sinistra è ben visibile l'edificio della stazione a monte di un impianto di risalita; in basso a destra una pozza
d'acqua e una fattoria.
Presso un ansa della montagna (m. 1265) giriamo a destra e iniziamo un traverso quasi in piano.
Raggiunto un boschetto di pini, lo attraversiamo in lieve discesa.
Usciamo poi allo scoperto per attraversare una pista da sci e subito rientriamo nel bosco.
Più avanti i pini lasciamo il posto a faggi e betulle.
Continuiamo in lieve discesa e poi in piano ed usciamo dal bosco per attraversare un prato (m. 1240).
Oltre il prato raggiungiamo un altro bosco con faggi e betulle.
Dopo pochi passi in piano, riprendiamo a scendere e superiamo i ruderi di due baite ormai completamente distrutte (m. 1195).
Raggiungiamo poi una casa recintata, chiamata Il Roccolo (m. 1165) e infine una piccola radura dove troviamo un quadrivio (m.
1155).
Prendiamo la stradina a sinistra e ricominciamo a salire.
Superiamo un trivio, prendendo in percorso in mezzo (m. 1180) e, più avanti, ignoriamo un sentierino che sale a sinistra verso un
cassottello.
Continuiamo alternando tratti con poca pendenza ad altri leggermente più ripidi. Di tanto in tanto vediamo una striscia di colore
rosso sui sassi del sentiero.
Superiamo un breve strappo più ripido e continuiamo con minor pendenza passando accanto ad un segnavia a bandierina che indica il
sentiero n. 1.
Raggiungiamo un pilone dell'alta tensione e passiamo sotto i fili.
Siamo ormai arrivati ad Orimento. Lasciamo a sinistra le prime due case e arriviamo alla meta.
Tempo impiegato: ore 0.45 - Dislivello: m. 225 - 110
Data escursione: marzo 2007
Quarto itinerario: dal Piano delle Noci (segnavia n. 6)
Il percorso si svolge lungo carrarecce sterrate e sentieri non sempre ben visibili.
Lasciamo l'auto nel parcheggio al bordo della strada.
Superato un cancelletto di legno, entriamo nei prati e ci incamminiamo tenendoci sulla sinistra.
Su vaghe tracce di sentiero, procediamo in leggera salita fino a trovare un cancello di legno, superato il quale raggiungiamo una
cascina.
Sul cancello c'è un segnavia che indica Lanzo nella direzione dalla quale proveniamo mentre sulla cascina un cartello informa
che siamo all'Alpe Lissiga (m. 950).
Continuiamo in piano su una stradina con una recinzione di filo spinato sulla destra e, dopo un centinaio di metri, raggiungiamo
una sterrata.
Una palina segnavia indica i seguenti percorsi:
- a sinistra il sentiero 5c (Pellio Superiore a ore 0.40) e 6a (Piano delle Noci a ore 0.10 e Lanzo a ore 0.40)
- a destra il sentiero 5c (Trincee Linea Cadorna a ore 1.20, Alpe Gotta a ore 2.20 e Monte Generoso a ore 4)
- in obliquo verso sinistra (cioè andando a sinistra e subito dopo a destra) il sentiero 6 (Alpe Nuovo a ore 0.50, Orimento a ore
1.50 e Monte Generoso a ore 3.20)
Prendiamo quest'ultima direzione e superiamo un cancello bianco e rosso.
Al successivo bivio andiamo ancora a destra (segnavia 6a: Alpe Nuovo a ore 0.50, Orimento a ore 1.50, Monte Generoso a ore 3.20).
Continuiamo in lieve salita seguendo una recinzione con del filo spinato poi, dopo aver percorso un breve tratto con maggior
pendenza, entriamo in una pineta.
Sempre seguendo la recinzione raggiungiamo un altro bivio. I segnavia indicano a destra: Alpe Nuovo a ore 0.30, Orimento a ore
1.30, Monte Generoso a ore 3 mentre a sinistra viene indicata Pellio a 1 ora.
Troviamo poi un sentiero sulla sinistra con il quale è possibile fare un giro più alto passando per il Monte Prada e tornare poi a inserirsi sulla
stradina nei pressi di una pozza d'acqua in località Cristè (vedi la variante descritta nella scheda del Rifugio
Cristè).
Continuiamo con la stradina in piano fino al termine della recinzione, poi iniziamo a salire ed entriamo nel bosco.
Ignorato un sentiero sulla sinistra, aggiriamo una valletta e raggiungiamo un bivio.
A sinistra viene indicato: Alpe Nuovo a ore 0.10, Alpe Grande a ore 0.30 e Orimento a ore 1. A destra invece: Roccolone a ore 1
e Orimento a ore 1.30. Andiamo a sinistra.
Dopo un tratto, nel quale la stradina è incassata nel terreno, usciamo dal bosco e ci troviamo in una vasta conca prativa.
Raggiungiamo un'altra palina segnavia che indica davanti a noi: Alpe Grande a ore 0.30 e S. Fedele a ore 1.10 mentre sulla destra:
Roccolone a ore 0.30, Orimento a ore 1 e Monte Generoso a ore 2.30
In fondo a destra vediamo una cascina accanto alla quale c'è una nevera all'ombra di faggi secolari.
Continuiamo diritto verso una fitta pineta. Non dobbiamo raggiungerla ma cominciare a salire la collina sulla sinistra seguendo
tracce di sentiero.
Continuando il percorso diviene più evidente e si trasforma in una stradina con la quale ci avviciniamo alla pineta che
successivamente attraversiamo in leggera salita.
Il bosco termina in località Cristè nei pressi di una pozza d'acqua (m. 1117).
Vediamo vari segnavia; quelli che ci riguardano indicano a destra la prosecuzione del cammino lungo la Via dei Monti Lariani n. 1
(VML1: Orimento a ore 0.40 e Monte Generoso a ore 2.20).
Continuiamo in piano e poi in leggera salita. A sinistra, più in basso, c'è la strada asfaltata che corre parallela.
Il nostro sentiero la sfiora presso un tornante e prosegue in cresta lungo il Filone del Monte Cristè passando dietro al Rifugio
Cristè (segnavia: Orimento a ore 0.30 e Monte Generoso a ore 2.10).
Continuando in leggera salita superiamo un tratto recintato con un cassottello e alcuni alberi ai quali sono state appese delle
gabbiette.
In ripida salita raggiungiamo un altro tornante della strada asfaltata poco dopo aver superato una palina segnavia che indica la
VML1 (Cristè, Alpe Grande e S. Fedele) nelle direzione dalla quale proveniamo.
Davanti a noi ci sono due case bianche, una per lato.
A questo punto continuando lungo l'asfalto in quindici minuti arriviamo alla meta.
Tempo impiegato: ore 2.00 - Dislivello: m. 383
Data escursione: febbraio 2007
Variante
Se vogliamo evitare di percorrere un tratto di strada asfaltata, possiamo farlo aggirando sulla destra (nord) il Monte Orimento.
Accanto alla casa sulla destra parte una stradina sterrata chiusa da una stanga.
I segnavia indicano: Barco dei Montoni a 0.30, Alpe di Gotto a 0.40, Monte Generoso a ore 1.40.
Ci incamminiamo in piano lungo questa stradina ed entriamo nel bosco.
Superiamo la Baita Luigi circondata da una staccionata.
Ignoriamo poi un sentiero che scende a destra verso l'Alpe Nuovo, Pellio e Lanzo e continuiamo alternando due tratti in piano ad
altrettanti in salita.
Raggiungiamo così prima la nevera e subito dopo la cascina dell'Alpe Bol (m. 1391).
Abbandoniamo la stradina che prosegue verso il Monte Generoso e, superata una recinzione a sinistra, scendiamo per prati con un
sentierino fino alla sottostante sterrata con la quale ci dirigiamo verso sinistra. Di fronte abbiamo ora l'ondulato versante nord
occidentale del Pizzo della Croce.
Percorso un lungo tratto in piano arriviamo alle Baite di Orimento avendo impiegato una mezzora in più rispetto al tratto
asfaltato.
Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 499 - 116
Data escursione: febbraio 2007
Ad Orimento abbiamo potuto osservare anche qualche vecchia nevera (vedi foto). Si tratta di costruzioni in pietra, rotondeggianti,
che internamente si stringono a imbuto. Prima dell'invenzione del frigorifero venivano utilizzate per conservare la carne e i
prodotti caseari.
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