Il Rifugio Giuseppe e Bruno è situato sulle pendici nord-orientali del Pizzo della Croce (m. 1491), lungo la VML1 (Via dei Monti Lariani 1).
Primo itinerario: in auto
Lasciamo la statale 340 Regina verso la fine di Argegno, al km. 17.8, per deviare a sinistra ed imboccare la provinciale 13 della Valle d'Intelvi con la quale superiamo
Dizzasco, Castiglione e S. Fedele.
Prendiamo poi, sulla sinistra, la provinciale 15 (Erbonne) con la quale arriviamo a Casasco.
All'inizio de paese, prendendo una strada sulla destra (Via Terragni), continuiamo fino ad un bivio dove, andando diritto
raggiungiamo il Rifugio Giuseppe e Bruno (m. 1160) mentre girando a destra raggiungiamo dapprima il Rifugio Cristè (m. 1150) e poi la Bocchetta di
Orimento (m. 1275).
Secondo itinerario: dall'Alpe di Cerano (Pian delle Alpi)
Invece di girare a destra all'inizio di Casasco, come precedentemente descritto, proseguiamo diritto.
Attraversate le strette vie del paese, proseguiamo in direzione di Erbonne.
Un centinaio di metri prima di arrivare all'Alpe di Cerano, troviamo sulla destra l'inizio di due mulattiere (m. 960).
Lasciamo pertanto l'auto nei prati accanto alla vasta area pic-nic e, a piedi, retrocediamo fino a trovare due vecchi cartelli che indicano la mulattiera per
Erbonne e la mulattiera per Ermogna e Calolza.
Prendiamo la prima in quanto, pochi passi più avanti, già vediamo un'altra palina con i seguenti segnavia: VML1, Bolla Ermogna a ore 0.30, Rifugio Giuseppe
Bruno a ore 1.40, Orimento a ore 3.10.
In salita entriamo nel bosco. La mulattiera in questo primo tratto è lastricata.
Poco dopo incrociamo un sentiero. Un segnavia indica a sinistra: Erbonne a ore 0.20. Proseguiamo diritto. Il bosco diventa più fitto.
Percorriamo un breve tratto in piano durante il quale ignoriamo prima un sentiero che si stacca a destra e poi un altro a sinistra (m. 1005).
Riprendiamo a salire. In questo punto la mulattiera è incassata nel terreno circostante (m. 1025).
Continuiamo quasi in piano lasciando a destra un sentiero. Ora il bosco è più rado e gli alberi in prevalenza sono faggi.
Dopo una curva a destra percorriamo un tratto in salita e poi, quasi in piano arriviamo ad un bivio (m. 1045). Qui i segnavia indicano la VML1 in entrambe le
direzioni; a sinistra (con la mulattiera che nel frattempo è diventata una stradina sterrata): Alpe di Cerano a ore 0.30, Erbonne a ore 0.30; a destra con un
sentiero: Cascina Calolza a ore 0.30, Rifugio Giuseppe Bruno a ore 1.10, Orimento a ore 2.40.
Possiamo utilizzare entrambi i percorsi ma prendiamo quello a destra che è un po' più breve.
Dopo un tratto in leggera salita, continuiamo con maggiore pendenza e ritroviamo la stradina che avevamo lasciato all'ultimo bivio (m. 1075). Qui non ci
sono segnavia. Andiamo a destra quasi in piano.
Poi in leggera salita percorriamo una curva con il fondo lastricato. In alto passa un cavo dell'Enel.
Continuiamo quasi in piano su fondo sterrato. Gli alberi sono diminuiti e si trovano non troppo vicini al percorso.
Ignoriamo una stradina che si stacca alla sinistra poi, seguendo una recinzione con paletti di legno e filo spinato, continuiamo diritto tra prati e pochi
alberi.
Verso la fine della recinzione, troviamo un cancelletto.
Poco più avanti sempre sulla sinistra, c'è la Bolla di Ermogna, parzialmente recintata; un ampio catino naturale adattato dall'uomo allo scopo di raccogliere
l'acqua piovana per abbeverare il bestiame (m. 1085).
Passiamo tra un palo dell'Enel (Cabina Ermogna) e una doppia vasca in cemento, e proseguiamo in leggera salita.
Sulla sinistra troviamo una vecchia cascina ormai malandata e una nevera, ovvero una costruzione rotonda in pietra che anticamente veniva riempita di neve e poi
utilizzata come frigorifero.
In alto, a sinistra tra i prati, vediamo un baitello. Continuiamo tra gli alberi lasciando a sinistra un cassottello e una casa in pietra (m. 1100).
Poi su una comoda carrareccia, in lievissima discesa raggiungiamo un cancelletto che dobbiamo aprire e richiudere.
Attorno ci sono prati e alcuni alberi.
In leggera salita, dopo una curva a destra, ci dirigiamo verso alcune costruzioni, seguendo un muretto a secco.
Lasciamo a sinistra due ruderi tra gli alberi e raggiungiamo la cascina Calolza, tuttora abitata, davanti alla quale ci sono due vasche abbeveratoio (m. 1085).
Poco più avanti, in alto a sinistra, vediamo un'altra nevera.
Continuiamo sulla stradina seguendo i pali e i cavi dell'Enel. Alla sinistra oltre il muretto a secco ci sono dei prati.
Sulla sinistra troviamo poi un cassottello in legno e una vecchia stalla con fienile. Altre costruzioni si intravedono in alto tra prati e alberi.
Raggiungiamo un altro cancello identico al precedente. Apriamo e richiudiamo. Ignoriamo un sentiero che subito dopo scende a destra.
Percorriamo ora un lungo tratto monotono tra gli alberi alternando parti quasi pianeggianti ad altre in lieve discesa, la prima delle quali ha il fondo in
cemento.
Poi una apertura tra gli alberi alla destra consente di vedere una parte del Lago di Como. Subito dopo sulla sinistra troviamo una villetta, seguita
da altre abitazioni.
Camminando tra due recinzioni, arriviamo ad un bivio (m. 1020). I segnavia indicano a sinistra: Rifugio Giuseppe e Bruno a ore 0.40, Orimento a ore 2, Monte
Generoso a ore 3.30; dietro: Cascina Calolza a ore 0.20, Erbonne a ore 1.20, Alpe di Cerano a ore 1.20. Proseguendo diritto invece, dopo alcune centinaia di
metri, si raggiunge la
strada asfaltata (Via Terragni).
Andiamo a sinistra, in leggera salita, su una mulattiera acciottolata e inerbita. Alla sinistra c'è una recinzione e alla destra un prato.
Proseguiamo tra prati, dove pascolano delle mucche, e qualche cespuglio. La pendenza aumenta. In alto a sinistra vediamo il Ristoro Alpino.
Con minore pendenza, dopo due curve, ci immettiamo sulla strada asfaltata davanti ad una casa di colore ocra (m. 1090). I segnavia indicano nella direzione
dalla quale proveniamo: Cascina Calolza a ore 0.30, Bolla di Ermogna a ore 1.10, Alpe di Cerano a ore 1.40.
Ignoriamo una stradina che prosegue diritto e giriamo a sinistra seguendo l'asfalto.
Alla destra troviamo una recinzione realizzata con paletti e cavi, anche di filo spinato. Sempre a destra, più in alto, vediamo l'edificio del Ristoro Alpino,
mentre in basso c'è un pozza.
Raggiungiamo un ampio tornante destrorso e passiamo sotto i fili della corrente (m. 1125). Alla sinistra ci sono una manica a vento e un prato utilizzato dagli
amanti del parapendio per il decollo dei loro voli. Alla destra, dopo un cassottello in cemento, ci sono tre croci. Davanti vediamo il Sasso Gordona e alla
sinistra una parte del Lago di Como.
Ora potremmo continuare seguendo la strada asfaltata che termina nei pressi del rifugio. Preferiamo però tagliare l'ultimo tornante prendendo una stradina poco
visibile tra l'erba che sale a sinistra in modo abbastanza ripido.
Superiamo un gruppo di noccioli e sbuchiamo in un prato dal quale cominciamo a vedere il rifugio (m. 1160).
Con minore pendenza attraversiamo il prato verso sinistra poi torniamo a salire e ci riportiamo sull'asfalto. Con pochi passi verso sinistra arriviamo al
rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.40 - Dislivello: 280 -80
Data escursione: luglio 2010
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