Il Rifugio-Albergo Monte Avaro è situato ai Piani dell'Avaro, un altopiano a nord di Cusio e ai piedi del Monte Avaro, con bella vista panoramica sulle Orobie.
Sugli ampi pascoli che lo circondano, durante il periodo estivo pascolano le mucche mentre in quello invernale vengono tracciate piste da fondo e
alcune facili e corte piste da discesa.
Primo itinerario: In auto
Con la statale 470 della Val Brembana arriviamo al bivio di Lenna (km. 39) e proseguiamo verso sinistra con la provinciale 1 in direzione del Passo San Marco.
Poco prima del km. 42 giriamo a sinistra (cartello: Averara, Santa Brigida, Cusio) e prendiamo la provinciale 8 che percorriamo interamente.
Dopo Cusio saliamo con vari tornanti fino ai Piani dell'Avaro. Occorre prestare attenzione per non mancare la colonnina erogatrice del ticket situata sulla destra, km. 1.6 prima della chiesa di
Santa Maria Maddalena. L'importo di due euro va pagato in contanti tenendo presente che la macchina non dà resto.
Secondo itinerario: da Cusio (Colle della Maddalena)
Come più sopra descritto arriviamo a Cusio.
Risaliamo il paese percorrendo la via principale: inizialmente Via Roma e poi Via Maddalena.
Al termine dell'abitato proseguiamo fino a trovare sulla sinistra l'Oratorio di Santa Maria Maddalena accanto al quale parcheggiamo la macchina (m.
1231). In realtà qui lo spazio è sufficiente solo per poche vetture ma possiamo lasciare la macchina anche poco più avanti, ai margini della strada.
La chiesetta, risalente al secolo XII°, curiosamente volta le spalle alla strada; la facciata infatti è sul lato opposto e guarda verso i prati.
A lato della chiesetta c'è una bacheca con una cartina della zona molto dettagliata. Alcuni segnavia indicano con un sentiero che si stacca verso
sinistra e che ignoriamo: Baite Püsnel a ore 0.20, Baite Taine a ore 0.30, Ornica a ore 0.40, Oratorio di S. Giovanni Battista a ore 0.30, Cusio Alto
a ore 0.40.
Ci incamminiamo seguendo la strada asfaltata in leggera salita. Alla destra su di una casa vediamo la targa "La Cola m. 1230"; alla sinistra ci sono
un bar e alcune altre case e, in basso, vediamo una pozza.
Percorriamo una curva a destra.
Poco più avanti, presso una curva a sinistra, ignoriamo una sterrata che prende avvio alla sinistra, all'inizio della quale i segnavia indicano: Area
di sosta a ore 0.30, Val Chiusuro-Ornica a ore 1.15, Val Inferno-Pizzo Tre Signori a ore 5. Un altro cartello informa che si tratta della strada V.A.S.P che dal Colle
della Maddalena conduce a Chiassuro sulla quale vige il divieto di accesso con esclusione degli autorizzati. Inoltre un cartello
di legno segnala l'agriturismo Ferdy d'Alpe.
Pochi metri più avanti, un'altra sterrata si stacca alla destra. Anche qui vige il divieto di transito ai veicoli e i segnavia indicano: Piani
dell'Avaro (15) a ore 1.15, Prati Taleggio (32-33) a ore 3, Monte Mincucco (32) a ore 4. C'è anche un segnavia a bandierina con il n. 105.
Prendiamo questa stradina che inizia con un muro di grosse pietre alla sinistra. Entriamo in una pineta (m. 1255).
Dopo alcuni passi arriviamo ad un ponte dove vediamo il segnavia 105 ed una freccia gialla che invitano a proseguire. Noi invece dobbiamo prendere la
mulattiera che sale alla sinistra subito prima del ponte (m. 1265).
Superiamo un tornante destrorso presso il quale, continuando diritto, dopo pochi metri si può raggiungere un tavolo di legno con relative panche.
Proseguiamo in salita. In basso alla destra scorre un torrente.
Percorriamo una curva a sinistra (m. 1275).
Passiamo sotto ad un cavo. Ora, alla destra, ci accompagnano i pali che lo sostengono (m. 1290).
La pendenza diminuisce ma solo per un tratto (m. 1305).
Cominciamo a notare dei bolli rossi, dipinti sulle pietre oppure sui tronchi degli alberi, che segnalano il percorso (m. 1320).
Proseguiamo con poca pendenza e ignoriamo un sentiero che sale a destra.
All'interno di una curva a destra troviamo una santella con un affresco, raffigurante una madonna con bambino, e un tavolo di legno con relative panche (m. 1340).
Proseguiamo in leggera salita.
Lasciamo a destra un muretto dal quale, in alto, esce un tubo.
Ci immettiamo sulla strada asfaltata e la seguiamo verso destra in leggera salita (m. 1350).
Subito percorriamo un tornante sinistrorso all'interno del quale, su di un albero, vediamo un tabernacolo di legno contenente una statuetta di
ceramica raffigurante una madonna a mezzo busto con in braccio il bambino. All'esterno del tornante troviamo uno slargo con due tavoli in legno e
relative panche e la mulattiera che, con tre gradini di legno, riprende a salire nel bosco accompagnata inizialmente da una protezione di legno alla
destra (m. 1355).
Saliamo in modo abbastanza ripido camminando sopra delle radici affioranti dal terreno.
Il percorso si divide in due tracce parallele. Una freccia rossa su di un albero indica quella a destra ma possiamo utilizzare anche l'altra.
La pendenza diminuisce un poco.
Alterniamo poi due tratti in salita ad uno con poca pendenza (m. 1400).
Troviamo una pietra, con un bollo rosso, in mezzo alla mulattiera e, pochi passi più avanti, altre due, aggirabili da entrambi i lati (m. 1415).
La pendenza aumenta.
Troviamo ancora un'altra pietra, sulla quale è stato dipinto un bollo rosso, nel mezzo del percorso e la aggiriamo (m. 1435).
Dopo pochi passi quasi in piano riprendiamo a salire. Un sentiero arriva dalla destra.
Raggiungiamo un bivio dove bolli e frecce indicano sia diritto che a destra (m. 1445). Proseguiamo verso destra con la mulattiera più larga.
Dopo un tornante sinistrorso aggiriamo un'altra pietra (m. 1450).
Ora saliamo in modo abbastanza ripido. Un sentiero esce alla destra e prosegue in parallelo.
La mulattiera invece continua diritto ed effettua uno zig-zag destra-sinistra presso il quale il sentiero rientra dalla destra.
Pochi passi più avanti ignoriamo un altro sentiero/scorciatoia che sale alla destra.
All'esterno di un tornante destrorso troviamo un traliccio e passiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1470).
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso presso il quale rientra il sentiero/scorciatoia.
Continuiamo con un tornante destrorso (m. 1480) e, in leggera salita, camminiamo con i cavi dell'alta tensione alla destra fino al successivo tornante sinistrorso.
Torniamo a salire.
Dopo un tornante destrorso (m. 1490) proseguiamo con poca pendenza e dopo il successivo sinistrorso riprendiamo a salire (m. 1505).
Percorriamo un tratto con poca pendenza e torniamo a salire.
Continuiamo con una curva a destra ed una a sinistra, ravvicinate tra loro (m. 1515).
Per un breve tratto la mulattiera scorre incassata tra pietre coperte dal muschio.
Dopo un tornante sinistrorso la pendenza aumenta (m. 1535).
Subito percorriamo altri due tornanti destra-sinistra.
Continuiamo con un ampio tornante verso destra. La pendenza diminuisce un poco (m. 1545).
Aggiriamo alla destra un pino caduto sul percorso.
Dopo una curva a sinistra la pendenza aumenta.
Percorriamo un'altra curva a sinistra (m. 1560) e poi una a destra (m. 1570).
Continuiamo in modo abbastanza ripido su più tracce parallele.
La pendenza aumenta ancora; ora saliamo ripidamente.
Sbuchiamo in un prato attorno al quale, inizialmente, ci sono ancora degli alberi (m. 1595).
La pendenza diminuisce un poco.
Proseguiamo diritto seguendo pallide tracce di sentiero tra l'erba. Davanti, in lontananza vediamo una bacheca.
Ci manteniamo a pochi metri di distanza dagli alberi alla nostra sinistra. Alla destra, nei prati, vediamo la Baita Arale mentre in lontananza spuntano
i tetti di altre due baite.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza.
Raggiungiamo una palina con alcuni segnavia che indicano verso sinistra: Piani dell'Avaro (n. 21) a ore 0.10, Laghetti di Ponteranica (n. 109) a ore
1.50, M. Avaro-Incrocio 101 (n. 109) a ore 1.25. Il sentiero a sinistra rientra nel bosco e, nel periodo invernale, oltre che in ombra è sovente
ghiacciato. Pertanto, approfittando della bella giornata di sole, decidiamo di fare un giro più lungo ma allo scoperto (m. 1645).
Proseguiamo pertanto con un sentierino tra l'erba puntando verso la Baita Arale.
Dopo un tratto in leggera discesa continuiamo quasi in piano.
Poi, con alcuni passi in discesa raggiungiamo e superiamo un varco tra due muretti di pietre (m. 1635).
Seguendo tracce di sentiero proseguiamo in salita.
Poi, quasi in piano, passiamo sotto ad un cavo e raggiungiamo la Baita Arale (m. 1640).
Lasciata a destra la baita continuiamo con una stradina sterrata inerbita.
Presso una curva a destra scavalchiamo un rivolo.
Poco dopo la sterrata scompare.
Torniamo a salire seguendo pallide tracce di sentiero tra l'erba e troviamo, uno dopo l'altro, due tombini in cemento.
Raggiungiamo la Baita della Foppa Buona (della quale precedentemente avevamo notato il tetto) e una lunga pensana (m. 1680).
Qui arriva una sterrata che proviene dai Piani dell'Avaro.
Prendiamo questa stradina e la seguiamo verso sinistra in leggera salita.
Presso una curva a sinistra troviamo una canalina di legno, di traverso alla sterrata, per lo scolo dell'acqua (m. 1700).
Quasi in piano percorriamo una curva a destra.
Lasciamo a sinistra un'area con tavoli e panche in legno e una bacheca.
Dopo un tornante destrorso cominciamo a vedere il rifugio.
In lievissima discesa percorriamo una curva verso sinistra e poi un'altra verso destra.
Quasi in piano raggiungiamo un tornante sinistrorso, all'interno del quale scende una sterrata. Alla destra invece sale uno skilift (m. 1690).
Proseguiamo in leggera salita piegando a sinistra e raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello m. 493 -20
Data escursione: gennaio 2015
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