Bivacco Locatelli, Milani, Scaioli

Il Bivacco Locatelli, Milani, Scaioli è una costruzione in vetroresina a forma di igloo situata tra le cime del Monte Due Mani.
Contiene due tavolini, quattro panche e un armadietto. Il pavimento è in legno. Sopra le finestrelle ad oblò sono indicate le cime visibili; partendo dalla porta in senso orario: Monviso, Monte Rosa, Grignone, Grignetta, Legnone, Pizzo Tre Signori, Campelli, Sodadura, Arera, Alben, Costa di Palio, Resegone, Appennini. La vista spazia inoltre su Lecco e la Valsassina e sui Laghi di Pusiano, Annone e Garlate.
Conosciuto anche come Bivacco GEFO Olginate è in realtà intitolato a Marco Locatelli, Plinio Milani e Enrico Scaioli, periti a vent’anni sulla Cresta Segantini in Grignetta.

Primo itinerario: dalla strada per Morterone (sentiero n. 33)
Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova ss 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo sulla sinistra percorrendo la via principale del paese (SP 62) per un chilometro, fino a imboccare sulla sinistra la provinciale 63 per Morterone.
Questa strada è molto panoramica e sale con vari tornanti, a volte senza protezione a valle. Dopo dieci chilometri troviamo sulla destra uno slargo sufficiente per il parcheggio di quattro o cinque autovetture (m. 1125).

I segnavia indicano verso sinistra: Desio - Due Mani. Alla sinistra della strada c'è un muretto, sul quale è stata tracciata una freccia verde, e l'inizio del percorso che sale in una faggeta.
Il sentiero subito gira a destra e si divide. E' meglio tenere la sinistra in quanto la traccia alla destra è parzialmente franata.
Un cartello indica una "zona a maggior tutela". Una targa su di una pietra davanti ad un agrifoglio recita: "Albero piantato in memoria del Comandante di stazione del Corpo Forestale dello Stato di Lecco: Manuele Carbogno, a ricordo del suo impegno e della sua passione a difesa dell'ambiente e degli animali".
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra riunendoci all'altra traccia che arriva dalla destra.
Sul tronco di alcuni faggi vediamo un bollo rettangolare rosso.

Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1145).
Il sentiero prosegue incassato nel terreno circostante con quatto tornanti dx-sx-dx-sx, l'ultimo dei quali è ampio.
Continuiamo con delle serpentine (m. 1160).
In leggera salita arriviamo ad una curva a destra (m. 1175).
Percorriamo un tratto in discesa girando a sinistra.
Troviamo un faggio cresciuto obliquamente, da destra a sinistra, sopra al sentiero (m. 1170).
Dopo un tratto in leggera salita ed una semicurva a destra continuiamo in lievissima discesa. In alto alla sinistra cominciamo a vedere la grande croce ed il bivacco tra le cime del Monte Due Mani.

Proseguiamo quasi in piano con due curve destra-sinistra. Alla destra c'è una roccia mentre alla sinistra il pendio scende ripidamente.
In leggera discesa assecondiamo un'ansa della montagna.
Percorriamo tre curve sx-dx-sx vicine tra loro, tornando a camminare quasi in piano.
Dopo un tratto in salita continuiamo con minore pendenza.

Percorriamo un tornante destrorso (m. 1180).
In alto alla sinistra torniamo a vedere la croce e il bivacco.
Dopo un altro tornante destrorso continuiamo quasi in piano.
Percorriamo due curve sinistra-destra vicine tra loro. Ora il bosco è formato da alberelli.
Torniamo poi a salire.
Superiamo un tornante destrorso e continuiamo quasi in piano. Davanti, lontano, in cima, vediamo un baitello.

Presso una curva a sinistra, troviamo un ruscello che scende dalla destra. Su di un masso vediamo la scritta "CAI" in rosso (m. 1200).
Continuiamo in leggera salita e torniamo a vedere la croce e il bivacco.
Dopo una curva a destra proseguiamo quasi in piano rientrando nella faggeta.
Percorriamo una curva a sinistra.
Proseguiamo in leggera salita con altre due curve sinistra-destra.
Presso una curva a sinistra, quasi in piano scavalchiamo un rivolo che attraversa il sentiero.
Torniamo a salire.

Passiamo tra una roccetta alla destra ed un lastrone alla sinistra sul quale vediamo una freccia e la scritta "GAM" in rosso (m. 1220).
Continuiamo quasi in piano. Un rivolo attraversa il sentiero.
Riprendiamo a salire su sentiero roccioso e arriviamo ad un bivio dove vediamo un bollo rosso. Qui il sentiero si divide ma poco più avanti si ricompone.
Percorriamo una curva a destra.
Poi, in leggera salita, superiamo ad un tornante destrorso lasciando alla sinistra una pietra (m. 1235).
Il sentiero si divide e si ricompone (m. 1245).
Torniamo a salire e percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1255).
Camminiamo sopra le radici di alcuni faggi che affiorano dal terreno.
Continuiamo con una curva a destra seguita da un tornante sinistrorso.

All'esterno di un tornante destrorso (m. 1265) troviamo un poggio panoramico con bella vista sul Resegone.
Continuiamo quasi in piano.
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire. In questa zona ci sono meno alberi e in alto, davanti, vediamo il bivacco e la croce.
Il sentiero si divide in due tracce parallele (quella a sinistra scorre un po' più in basso ed è incavata nel terreno) poi si ricompone (m. 1280).
Poco dopo, il sentiero nuovamente si sdoppia ma solo per pochi metri (m. 1290).
Giriamo a destra. Per un tratto la pendenza è maggiore. Percorriamo delle serpentine.
Alcune radici formano dei rudimentali gradini (m. 1310).
Tra faggi e alcune betulle percorriamo due curve destra-sinistra vicine tra loro.
Continuiamo con tre tornanti ravvicinati dx-sx-dx (m. 1330).
Per due volte il sentiero si divide e si ricompone dopo aver aggirato dapprima alcuni alberelli e poi una bassa roccetta.

Davanti vediamo una palina con segnavia e poco dopo la raggiungiamo (m. 1340). I segnavia indicano a sinistra: Monte Due Mani a ore 1.05 (tempo eccessivo, bastano 45 minuti), località La Foppa a ore 1.15; diritto: Laghetto a ore 0.25, Cascina Rizzolo a ore 0.45, Maggio a ore 1.30 (vedi il quarto itinerario); a destra: Bocchetta di Redondello a ore 0.25; Culmine S. Pietro a ore 1.15, Cà Musciada a ore 0.35 (vedi il secondo e il terzo itinerario); non ci sono indicazioni riguardanti il sentiero fin qui percorso. Davanti vediamo una pozza recintata mentre alla destra ci sono i ruderi della Cascina Pranüra. [parziale fin qui: ore 0.40: dislivello 215]

Andiamo a sinistra in leggera salita. Attraversiamo una spazio erboso e proseguiamo tra rade betulle.
Riprendiamo a salire su sfasciumi con il sentiero che si scompone in due tracce. Nel periodo invernale in questo punto inizia un tratto sempre in ombra.
Arriviamo ad un bivio dove troviamo una palina con alcuni segnavia che indicano diritto: località La Foppa a ore 1.15, Maggio a ore 2.30; a sinistra (aggiunto a pennarello): Due Mani a 40 minuti. Andiamo a sinistra in salita (m. 1355).
Percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro e ignoriamo un sentiero che alla destra torna alla palina (m. 1365).

Rientriamo nella faggeta. Con una curva verso destra aggiriamo una roccia.
Troviamo poi una roccia alla sinistra. Saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1375).
Dopo una curva a sinistra la pendenza diminuisce un poco.
Continuiamo in leggera salita lasciando a destra delle rocce.
Presso un ometto giriamo a destra (m. 1385).
Riprendiamo a salire con delle rocce alla sinistra.
Continuiamo nella faggeta. Troviamo un altro sentiero che sale dalla destra e vediamo un bollo rosso (m. 1400).
Subito percorriamo un ampio tornante sinistrorso e torniamo al sole.
Proseguiamo in un bosco misto con faggi e betulle.

In leggera salita raggiungiamo un punto panoramico sulla valle e sul Resegone. Con un tornante giriamo a destra (m. 1415).
Lasciamo a destra un masso sul quale vediamo il segnavia 22 a bandierina ed una freccia rossa. Rientriamo nella faggeta e proseguiamo in salita.
Giriamo a sinistra e saliamo in modo abbastanza ripido. Il sentiero si divide e si ricompone.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1430).
Il sentiero ancora si divide e andiamo a sinistra in modo abbastanza ripido.
Camminando su fondo roccioso raggiungiamo un altro punto panoramico (m. 1445).
Giriamo dapprima a destra e, dopo alcuni passi con poca pendenza, a sinistra e torniamo a salire. Alla sinistra c'è una roccetta.
Subito percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
Superiamo una curva a destra.
Il sentiero si divide per aggirare una roccetta, sulla quale vediamo un bollo rosso, e subito si ricompone (m. 1460).
Percorriamo una curva a destra su sfasciumi, attorniati da erba e pochi alberi.
Il sentiero si scompone in due tracce parallele e teniamo quella più alta alla sinistra.

Su di una roccetta, che aggiriamo con un tornante sinistrorso, è stata dipinta una piccola croce rossa (m. 1475).
Subito percorriamo un altro tornante destrorso.
Continuiamo tra prati; in basso a destra ci sono gli ultimi faggi; alla sinistra, una dopo l'altra, troviamo qualche betulla isolata.
Superiamo un tornante sinistrorso.
Lasciamo a sinistra una roccetta (m. 1490).

Iniziamo a salire in modo abbastanza ripido, con il sentiero tra l'erba, percorrendo quattro paia di tornanti destra-sinistra. Alle nostre spalle il panorama mostra una lunga serie di cime mentre alla sinistra c'è sempre il Resegone.
Presso un tornante sinistrorso, su di una pietra vediamo il segnavia 22 a bandierina e l'indicazione che rimangono 15 minuti di cammino per arrivare in cima (m. 1510).
Subito percorriamo un tornante destrorso.
Dopo un'altra coppia di tornanti dx-sx la pendenza diminuisce un poco.
Al successivo tornante destrorso riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 1530).
Superiamo altri tre tornanti sx-dx-sx vicini tra loro.
Presso un tornante destrorso il sentiero si divide e subito si ricompone (m. 1545).

Ora saliamo ripidamente.
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 1555).
Presso una curva a destra vediamo una freccia rossa ed un bollo. I bolli rossi ci accompagnano regolarmente segnando il cammino.
Continuiamo con minore pendenza.
Percorriamo un tornante sinistrorso.

Quasi in piano arriviamo ad un bivio (m. 1570). Un sentiero prosegue diritto; l'altro, marcato da un bollo rosso, sale a destra. Possiamo utilizzare entrambi i sentieri tenendo presente che quello alla destra, rispetto all'altro, è più ripido nella parte iniziale e più esposto in quella finale.

- diritto (E)
Continuiamo diritto quasi in piano; poi riprendiamo a salire e troviamo un bollo rosso (m. 1575).
Il fondo diventa pietroso.
Proseguiamo quasi in piano con un erboso precipizio alla sinistra.
Dopo un tratto con poca pendenza continuiamo quasi in piano (m. 1595).
In alto a destra vediamo la parte superiore della croce.
Alla sinistra il pendio torna ad essere quasi verticale.
Percorriamo un tratto con poca pendenza su fondo pietroso seguito da un altro quasi in piano su sfasciumi.
Continuiamo su sentiero sterrato dapprima con poca pendenza e poi in salita.
In lievissima salita raggiungiamo la Sella di Cornalone, aperta tra due cime del monte, dalla quale cominciamo a vedere il panorama su Lecco e sui laghetti. Qui giriamo a destra con un tornante (m. 1625).
Il sentiero si divide e subito si ricompone.
Riprendiamo a salire e lasciamo a sinistra delle roccette.
Dopo una curva a sinistra vediamo la croce e il bivacco (m. 1640).
Percorriamo gli ultimi due tornanti sinistra-destra e li raggiungiamo.

- a destra (EE)
Andiamo a destra. Poco dopo riprendiamo a salire ripidamente (m. 1580).
Percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro.
Continuiamo con un tornante sinistrorso seguito da due zig-zag destra-sinistra (m. 1600).
Proseguiamo con altri tornanti dx-sx-dx-sx-dx.
Vediamo una freccia rossa su di una pietra. Alla destra ci sono due roccette con i bolli (m. 1640).
Troviamo un cavo nero steso raso terra.
Raggiungiamo la cresta dove il sentiero che stiamo percorrendo si unisce al n. 31 che proviene dalla destra (m. 1650). Andiamo a sinistra e dopo pochi passi troviamo una palina con dei vecchi segnavia che indicano dietro con il sentiero 31: Zucco di Desio, Balisio e con il sentiero 32-33: Culmine San Pietro, Forcella Olino.
Continuiamo a salire. Poi giriamo a destra e vediamo il bivacco e la croce.
Ora il crinale si restringe ed è esposto da entrambi i lati. Procediamo con cautela in leggera salita.
Passiamo accanto ad un ometto e poi, quasi in piano, raggiungiamo il retro del bivacco.

Tempo impiegato: ore 1.25 - Dislivello: m. 532
Data escursione: dicembre 2015
 
Secondo itinerario: dal Culmine San Pietro
Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova ss 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino al colle del Balisio. Qui prendiamo a destra la provinciale 64 Prealpina Orobica con la quale dopo aver superato Maggio e Moggio, deviamo a destra, passiamo accanto alla stazione a valle della funivia che sale ai Piani di Artavaggio e proseguiamo fino al Culmine San Pietro (m. 1258).

Il punto di partenza può essere raggiunto anche dalla Val Brembana imboccando a Sedrina (Val Brembilla) o a S. Giovanni Bianco (Val Taleggio) la provinciale 24. Superata Vedeseta continuiamo fino a raggiungere il Culmine S. Pietro.

Al passo, alcuni segnavia indicano verso ovest (destra per chi sale dalla Valsassina): Forcella di Olino a ore 1.20, Bocchetta di Redondello a ore 1.15, Monte Due Mani a ore 2.45, Müsc'ada a ore 0.45, Culmine di Palio a ore 2.20. Nella direzione opposta invece si va ad Artavaggio (da Maesimo) con il percorso alto (estivo) in ore 2.30 e con il percorso basso (invernale) in ore 2.10.

Prendiamo la stradina in cemento alla destra del ristorante Passo Culmine S. Pietro e, in leggera discesa tra due staccionate, ne attraversiamo il parcheggio.
Il fondo al parcheggio troviamo un segnale stradale che vieta in transito agli automezzi.
Proseguiamo in discesa lasciando a sinistra un boschetto di pini.
Al termine della discesa la strada diventa sterrata e si biforca (m. 1245). Teniamo la sinistra e continuiamo tra i prati dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.
Ignoriamo una stradina che scende a sinistra verso una cascina.
Un cartello indica: Località Culmine. Alla destra nei prati vediamo un baitello nero di legno.

Alla sinistra troviamo la Cassina Növa e una pozza d'acqua; in lontananza vediamo il Resegone.
Percorriamo due curve sinistra-destra vicine tra loro lasciando a sinistra l'agriturismo Stella Alpina.
Proseguiamo in leggera salita tra due staccionate di legno.
Troviamo un gruppo di pini alla sinistra ed una casa recitata dall'altro lato (m. 1255).
Proseguiamo quasi in piano. Troviamo altri pini. Alla destra, sull'altro lato della valle, vediamo Moggio e la provinciale 62 che sale al Culmine S. Pietro.

In leggera discesa raggiungiamo un gruppo di case. Proseguiamo quasi in piano tra la loro recinzione alla sinistra (un muretto sormontato da una staccionata e da una siepe) ed una staccionata alla destra (m. 1240). In basso a destra vediamo un rudere nel punto in cui termina il prato ed inizia il bosco.
Poco dopo, alla destra troviamo una villetta con un portico chiusi da una recinzione.
Dopo una curva a sinistra continuiamo in leggera salita.

In alto a destra vediamo un rudere e lo aggiriamo con una curva a destra.
Subito dopo trascuriamo una stradina che sale verso il rudere accanto al quale c'è anche una grande vasca di ferro e continuiamo diritto, tra i faggi, con pochissima pendenza. Alla destra ci accompagna una parete di roccia (m. 1270).
Presso una curva a destra, davanti vediamo il Resegone (m. 1280).
Continuiamo in leggera salita.
Percorriamo un'altra curva a destra e poco dopo una a sinistra.
All'esterno della successiva curva a destra c'è una protezione in legno (m. 1290).
Proseguiamo quasi in piano.

Presso un'ampia curva a sinistra, ignoriamo un sentiero che sale a destra (m. 1295).
Percorriamo un tratto in discesa abbassandoci solo di qualche metro.
Proseguiamo quasi in piano.
In lievissima salita arriviamo ad una curva a destra oltre la quale continuiamo quasi in piano.
Percorriamo due curve sinistra-destra vicine tra loro.
Transitiamo sotto i cavi dell'alta tensione.

Dopo una curva a sinistra la sterrata si biforca (m. 1290). I segnavia indicano a destra: Bocchetta di Redondello a ore 0.10, Bocchetta di Desio a ore 0.35, Due Mani a ore 1.40.
Andiamo a destra, in leggera salita, superando una sbarra di ferro di colore grigio che troviamo aperta.
Percorriamo poi un'ampia curva a sinistra (m. 1300).
In basso alla sinistra vediamo l'altra sterrata.
Troviamo un rivoletto sorgivo che sgorga alla destra della strada e la attraversa.

Una ventina di metri prima di arrivare alla Casera di Muschiada (m. 1309) dove la sterrata termina, troviamo sulla destra un sentiero. I segnavia indicano diritto con il sentiero 21: Forcella di Olino (vedi il terzo itinerario); a destra con il sentiero 32: Baita di Desio, Monte Due Mani; dietro: Culmine S. Pietro.
[parziale dal Culmine S. Pietro alla C. Muschiada: ore 0.40; dislivello +90 -39]

Andiamo a destra e dopo pochi passi in salita continuiamo con minore pendenza tra i prati.
Troviamo un gruppo di betulle (m. 1320).
Attraversiamo un altro prato.
Percorriamo una curva a destra e riprendiamo a salire tra radi alberi (m. 1335).
Dopo una curva a sinistra ed un tratto con poca pendenza, torniamo a salire. Il sentiero si divide e subito si ricompone.

Raggiungiamo una palina con dei segnavia (m. 1360) che indicano a sinistra: Bocchetta di Desio a ore 0.25, Monte Due Mani a ore 1.30, Località La Foppa a ore 1.40; diritto per la Valle di Dongoli: Maggio a ore 1.30, Casere a ore 1.40. Andiamo a sinistra.
Subito troviamo un tronco collocato di traverso per dirottare l'acqua piovana a lato del sentiero.
Iniziamo a risalire un dosso, troviamo un termine che segna il confine tra le province di Milano e Bergamo ed entriamo in un bosco.
Subito il sentiero si biforca e, dopo un tratto abbastanza ripido, le due tracce si riuniscono (m. 1375).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
La pendenza diminuisce un poco e continuiamo in salita tra erba e pochi alberi.
Passiamo accanto ad un altro termine (m. 1400).

In modo abbastanza ripido arriviamo in cima al dosso e vi troviamo un altro termine (m. 1410). Davanti, in alto, oltre la vallata, vediamo il Monte Due Mani sulla cui cima sono ben visibili il bivacco e la croce. Alla destra riusciamo anche a vedere il Bivacco Ferrario in cima alla Grignetta.
Scendiamo verso sinistra.
Poco dopo, quando davanti il pendio riprende a salire, giriamo a destra e continuando in discesa passiamo sotto ai rami di un grande faggio.
Troviamo alcune betulle.

Proseguiamo in leggera discesa (m. 1395). Entriamo in un bosco composto inizialmente da faggi e poi da betulle.
Percorriamo una curva a sinistra e continuiamo tra i faggi (m. 1380).
Passiamo accanto ad un grande faggio e, dopo un tratto in discesa, con minore pendenza percorriamo un'ampia curva a destra. Su alcuni faggi vediamo un bollo rosso.

Con una curva a destra usciamo dal bosco (m. 1350). Davanti vediamo il Grignone.
Continuiamo in discesa tra i prati. In alto, alla sinistra, vediamo il bivacco sul Monte Due Mani.
Percorriamo due curve destra-sinistra. Troviamo qualche betulla (m. 1330).
Presso un tornante sinistrorso, incassato nel terreno circostante, troviamo un cavo teso di traverso al sentiero per impedire il passaggio agli animali del vicino alpeggio. Un cartello invita gli escursionisti a richiudere il varco dopo il passaggio.
Percorriamo un tornante destrorso.
Dopo un tratto in leggera salita, giriamo a sinistra e continuiamo in leggera discesa.

Raggiungiamo l'Alpe di Desio e vi troviamo i ruderi di alcune stalle (m. 1320).
Continuiamo in discesa e dopo una curva a sinistra rientriamo nel bosco, inizialmente composto da betulle.
La pendenza diminuisce mentre le betulle lasciamo il posto ai faggi.
Quasi in piano percorriamo due curve destra-sinistra vicine tra loro (m. 1305).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire e percorriamo una curva a destra (m. 1315).
Continuiamo con due semicurve, entrambe verso sinistra.
Il sentiero si divide e dopo una diecina di metri si ricompone (m. 1335).

Usciamo dal bosco. Il sentiero si divide in due tracce parallele (quella a sinistra scorre poco più in basso rispetto all'altra) e poi si ricompone (m. 1345).
Rientriamo nel bosco per uscirne poco dopo.
Alla sinistra vediamo un cassottello raggiungibile con un breve sentiero. Proseguiamo diritto, quasi in piano. Davanti vediamo il Monte Due Mani.
Un cartello giallo indica una "zona a maggior tutela".
Dopo un tratto in leggera discesa continuiamo quasi in piano.
Percorriamo pochi passi su fondo roccioso. Vediamo un bollo rosso e due bolli azzurri.

Quasi in piano raggiungiamo i ruderi della Cascina Pranüra che lasciamo alla destra (m. 1340).
Troviamo anche una pozza recintata ed una palina con vari segnavia che indicano diritto: Monte Due Mani a ore 1.05, Località La Foppa a ore 1.15; a destra: Laghetto a ore 0.25, Cascina Rizzolo a ore 0.45, Maggio a ore 1.30 (vedi il quarto itinerario); dietro: Bocchetta di Redondello a ore 0.25, Culmine S. Pietro a ore 1.15. Da sinistra (non segnalato) arriva il percorso descritto nel primo itinerario.
[parziale da C. Muschiada a C. Pranüra: ore 0.40: dislivello +146 -115]
Continuiamo diritto come indicato nell'ultima parte del primo itinerario.

Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello: m. +553 -154
Data escursione: ottobre 2015
 
Terzo itinerario: dalla Forcella di Olino
Con la provinciale 63 (vedi l'inizio del primo itinerario) arriviamo fino alla galleria della Forcella di Olino (km 11.5), prima ma soprattutto dopo la quale è possibile parcheggiare sulla destra (m. 1158).

Pochi metri dopo il tunnel, in direzione di Morterone, su di un muretto alla sinistra della strada vediamo una bandierina gialla bianca e rossa con il segnavia 21 che indica l'inizio del sentiero.
Ci incamminiamo in salita tra radi alberi passando accanto ad una palina priva di indicazioni e subito percorriamo un tornante sinistrorso.
Poco dopo ne percorriamo uno destrorso, incassato nel terreno circostante.
Proseguiamo in leggera salita. Vediamo il segnavia 21 e superiamo un altro tratto incassato (m. 1170).
Due rami collocati in orizzontale fanno da protezione in un tratto altrimenti un po' esposto verso destra (m. 1175).
Subito dopo il sentiero si divide e continuiamo in salita tenendo la sinistra, come segnalato da alcuni bolli.

Dopo un tratto con poca pendenza, proseguiamo in salita con delle serpentine e con il sentiero incassato tra alcune roccette la prima della quali ha una forma appuntita (m. 1180).
Dopo le roccette giriamo a sinistra e, in leggera salita, entriamo in una faggeta (m. 1185).
Un altro sentiero si immette dalla destra (m. 1195).

All'uscita dal bosco, alla destra troviamo i ruderi di un vecchio alpeggio (m. 1205). Vediamo il segnavia 21 sull'angolo di un rudere. Giriamo a destra e proseguiamo con poca pendenza. Sola una parte di una delle case sembra ancora in discrete condizioni.
Continuiamo quasi in piano. Alla destra troviamo un masso con il segnavia 21 e, poco dopo, una pozza.
Passiamo sotto a tre cavi.
Rientriamo nel bosco.
In leggera salita percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante.

Dopo una curva a destra usciamo dal bosco e troviamo l'appostamento per la caccia 70158 con un baitello verde e varie gabbiette appese agli alberi (m. 1225).
Tra l'erba e circondati dagli alberi percorriamo uno zig-zag destra-sinistra e riprendiamo a salire verso una roccia bianca.
Per due volte il sentiero si divide e subito si ricompone (m. 1245).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire e arrivati alla roccia, la lasciamo alla destra (m. 1250). Vediamo il segnavia 21.
Un cartello indica una "zona a maggior tutela".
Percorriamo un tornante destrorso, seguito da uno sinistrorso incassato nel terreno circostante (m. 1260).
Continuiamo in leggera salita tra alberelli e qualche betulla. Il sentiero è sempre ben marcato con vari bolli e con il segnavia 21.
Torniamo a salire ed entriamo in una faggeta (m. 1280).
Proseguiamo tra alberelli e alcuni faggi e betulle (m. 1290).

Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire. Un'apertura sulla destra consente di vedere il Resegone (m. 1305).
Alterniamo due tratti con poca pendenza ad altrettanti in salita.
Presso uno zig-zag sinistra-destra il sentiero si divide e subito si ricompone (m. 1320).
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso seguito da uno destrorso (m. 1330).
Giriamo a sinistra e vediamo un bollo su di una pietra.
Attraversiamo una faggeta camminando a mezza costa, in leggera salita.
Presso una curva a sinistra troviamo un cartello giallo che indica: "Confine di Settore - Grigne Occidentali".

Dopo alcuni passi quasi in piano, il sentiero si biforca. Un cartello su di un faggio indica a destra il Culmine S. Pietro. Alla sinistra vediamo una casa situata poco più avanti. Andiamo a destra, in leggera discesa (m. 1350).
Passiamo a valle della casa camminando tra erba e alberelli dapprima quasi in piano e poi in leggera discesa.
Dopo pochi passi allo scoperto rientriamo nella faggeta (m. 1335).
Continuiamo con un tratto in discesa, uno quasi in piano ed uno in leggera discesa.
In discesa percorriamo una curva a sinistra.
Proseguiamo con una curva a destra presso la quale, in alto a sinistra, vediamo un baitello (m. 1300).

Quasi in piano usciamo dal bosco. Troviamo una fontana con una vasca in ferro sulla quale sono stati tracciati il numero 21 e una freccia che indica la direzione dalla quale proveniamo. Incrociamo una stradina. Non c'è alcun segnavia ma a destra si va verso il Culmine San Pietro e a sinistra verso la stessa casa del precedente bivio. Dobbiamo invece attraversare la stradina e puntare verso un vicino gruppo di case.
Le raggiungiamo con una stradina inerbita e le aggiriamo alla destra con un sentiero che passa tra la loro recinzione ed una vasca.
Troviamo poi una recinzione con dei paletti di legno che reggono un cavo. Un cartello raccomanda di richiudere il varco dopo il passaggio.
Continuiamo in lieve discesa tra i prati. In basso a destra vediamo la stradina che prosegue verso il Culmine.
Raggiungiamo una sorgente; alla sinistra l'acqua esce da un tubo mentre alla destra c'è una vasca di ferro (m. 1295).
Tra i prati percorriamo una curva a destra.
Lasciamo a sinistra degli spuntoni di roccia affioranti tra l'erba.

Poi in salita raggiungiamo la Cascina Muschiada (m. 1309). Alla destra c'è una fontana. Pieghiamo invece a sinistra e passiamo tra un rudere ed una vecchia casa.
Sull'altro lato della cascina troviamo la sterrata (descritta nel secondo itinerario) che proviene dal Culmine S. Pietro.
Dopo una ventina di metri, la lasciamo per prendere alla sinistra il sentiero 32. Qui i segnavia indicano diritto con il sentiero 21: Culmine di S. Pietro; a sinistra con il sentiero 32: Baita di Desio, Monte Due Mani; dietro con il sentiero 21: Forcella di Olino.
[parziale dalla Forcella di Olino alla C. Muschiada: ore 0.55; dislivello +206 -55]
Continuiamo verso sinistra con il sentiero 32 come precedentemente descritto nel secondo itinerario.

Tempo impiegato: ore 2.25 - Dislivello: m. +669 -170
Data escursione: ottobre 2015
 
Quarto itinerario: da Maggio (fraz. di Cremeno) Località Artigianelli
Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova ss 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino al colle del Balisio. Qui prendiamo a destra la provinciale 64 Prealpina Orobica.
Superato il bar-trattoria Casere, giriamo a destra su una stradina asfaltata che, passando per la Località Garabuso, giunge davanti al rudere di una grossa costruzione e prosegue verso sinistra.
Ignoriamo sulla destra una stradina all'inizio della quale alcuni segnavia indicano: Monte Tabor a ore 0.30, Località La Foppa a ore 1.20, Zucco di Desio a ore 2.45.
Lasciamo poi a destra anche Via Casere che si stacca con un tornante, e proseguiamo fino a raggiungere l'edificio della Colonia Pavoniani Artigianelli dove l'asfalto termina (m. 820).

Parcheggiata la macchina ci incamminiamo in leggerissima discesa lungo Via Molinetto, passando davanti al grande edificio di colore giallo.
Troviamo un segnale stradale che consente il transito solo ai veicoli dei proprietari dei fondi.
Giriamo a destra e proseguiamo quasi in piano camminando tra un prato recintato ed un muro.
Dopo una curva a sinistra, alla destra inizia il bosco.
Un rivolo scende da destra accanto ad un segnale stradale che indica il pericolo di caduta sassi.
Terminato il prato alla sinistra, ci addentriamo nel bosco. In basso a sinistra tra gli alberi riusciamo a scorgere il torrente che ci accompagnerà per buona parte del cammino.
Sulla sinistra, per un breve tratto, la sterrata è rinforzata da un muretto in cemento. Proseguiamo con alcune semicurve in piano.
Alla destra troviamo un manufatto in cemento dal quale scende dell'acqua che uscendo da una fessura va a cadere in una griglia.
Ora alla destra ci accompagna un muretto.
Poco più avanti, sulla sinistra, un sentiero scende al torrente e poi con un ponticello di legno lo attraversa.
Proseguiamo in leggera salita. Alla destra della sterrata troviamo una santella, formata da un contenitore di ferro situato sopra un palo, che contiene una statuetta raffigurante S. Giovanni Bosco. La santella è collocata in posizione leggermente sopraelevata e vi si accede con sei gradini di legno.

Quasi in piano arriviamo al livello del torrente. Poi la sterrata gira a sinistra e lo guada (vedi più sotto la descrizione della variante). Noi invece proseguiamo diritto con un sentiero, mantenendoci alla destra del torrente (m. 835).
Poco dopo arriviamo ad un bivio dove i segnavia indicano diritto in piano: Cascina Rizzolo a ore 0.35, Bocchetta di Desio a ore 1.45, Monte Due Mani a ore 2.50; a destra in salita: Località Piazzola a ore 0.25, Località La Foppa a ore 1.10, Monte Due Mani a ore 2.30.
Scegliamo il primo percorso e andiamo diritto camminando tra due recinzioni realizzate con dei pali di legno che reggono due cavi.

Più avanti guadiamo il torrente e, giunti sull'altra sponda, ignoriamo un sentiero che sale a sinistra.
Seguiamo il letto del torrente e poi lo guadiamo nuovamente tornando sulla sponda destra dove ritroviamo il sentiero che procede in leggera salita (m. 845). Ci troviamo sul fondo della valletta nella quale scorre il torrente.
Superiamo un passaggio rinforzato con due tronchi.
Percorriamo un breve tratto in salita seguito da un altro in discesa con il quale torniamo al livello del torrente dove troviamo un cartello che indica il divieto di caccia.

Due bolli rossi posti uno su ogni sponda del corso d'acqua ci invitano a guadarlo nuovamente portandoci sulla sponda di sinistra (m. 860).
Proseguiamo in leggera salita. Il sentiero si divide e subito torna ad unirsi.
Troviamo altri bolli rossi; ci accompagneranno lungo il cammino aiutandoci ad individuare il sentiero che a volte si perde tra l'erba nei prati o sotto le foglie nei boschi.
Superiamo un ruscello che scende dalla sinistra (m. 870).

Poco dopo, seguendo i bolli, torniamo a guadare il torrente riportandoci alla sua destra.
Percorriamo un tratto in salita, poi superata una pietra con un bollo rosso, continuiamo in piano fino ad arrivare ad un altro guado (m. 880). Anche qui c'è un cartello che indica il divieto di caccia.
Passiamo dunque nuovamente alla sinistra del torrente e riprendiamo a salire inizialmente in leggera salita.
Raggiunto un piccolo ometto, la pendenza aumenta. Pieghiamo a sinistra e saliamo con alcuni zig-zag.
Continuiamo poi in leggera salita, più in alto rispetto al torrente che ci segue alla destra (m. 895).
Ce ne allontaniamo un poco per poi tornare ad avvicinarci. La pendenza è minima (m. 905).
Torniamo a salire, con serpentine poco accentuate e poi con alcuni zig-zag in modo abbastanza ripido, mentre ci allontaniamo nuovamente dal torrente. In alcuni punti il sentiero è un po' incassato nel terreno circostante (m. 935).

Percorriamo un breve tratto pianeggiante alla fine del quale scavalchiamo un piccolo ruscello e riprendiamo a salire con alcuni zig-zag (m. 960). Per un po' rimaniamo alla destra del ruscello poi ce ne allontaniamo.
Con una curva a sinistra iniziamo una serie di serpentine abbastanza ripide (m. 975).
Il sentiero si divide in diverse tracce che ben presto tornano ad unirsi (m. 1000).
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire con altre serpentine. Alla sinistra ora c'è un prato.
Il sentiero si divide solo per aggirare un gruppo di alberi poi torna ad unirsi.
Con un piccolo sentiero tra l'erba attraversiamo il prato e raggiungiamo una cascina (m. 1025) dalla quale si può ammirare un bel panorama sulla Valsassina.
Seguendo dei bolli dipinti sugli angoli alla sinistra dell'edificio proseguiamo in leggera salita con un ampio sentiero. Alla sinistra scende un valloncello prativo e in lontananza vediamo le cime della Valsassina.

Piegando poi a sinistra raggiungiamo la Cascina Rizzolo (m. 1047). Alla sinistra c'è un baitello con un'ampia tettoia sotto la quale c'è un tavolo. Anche la cascina ha una tettoia. C'è anche una fontana con una grande vasca in cemento. Dalla sinistra arriva la sterrata che ci aveva lasciati quasi all'inizio guadando il torrente verso sinistra.
Seguendo i bolli rossi risaliamo il prato dietro alla cascina tenendoci sulla sinistra su esili tracce di sentiero. Ignoriamo un sentiero che piega a destra verso un bosco di betulle. Alla sinistra, oltre una valletta, vediamo una casa e la sterrata.
Ci spostiamo poi verso il centro del prato dove, su di una betulla, vediamo un grosso bollo rosso e una freccia rossa rivolta a sinistra (m. 1070).
Attraversata una zona con arbusti e alberelli troviamo un'altra betulla con un segnavia a bandierina. Qui il percorso si divide e vediamo un bollo su di una pietra situata alla confluenza tra i due sentieri. Proviamo ad andare a destra e poco dopo altri bolli su delle betulle confermano che quella è la giusta direzione.

Continuiamo in leggera salita seguendo altri bolli poi giriamo a sinistra lasciando a destra un cassottello in cemento (m. 1090). In questa zona gli alberi in prevalenza sono delle giovani betulle.
Proseguiamo quasi in piano. Sulla destra troviamo un grande faggio ed un agrifoglio situati uno accanto all'altro.
Qui il sentiero prosegue a mezza costa. Alla destra c'è un pendio alberato che precipita ripidamente.
In questo punto il sentiero, poco visibile ma ben marcato da vari bolli, si sposta un poco a sinistra allontanandosi dal precipizio.
Ignoriamo poi una traccia che prosegue diritto e saliamo a sinistra (m. 1110).
Passiamo tra un giovane faggio e una giovane betulla entrambi marcati da vari bolli rossi.
Dopo aver attraversato il bosco di giovani alberi, sbuchiamo in un prato dove ci sono anche degli arbusti.
Pieghiamo a destra seguendo un segnavia a bandierina dipinto sul tronco tagliato di una betulla. L'assenza di alberi alti consente una bella vista sulla Valsassina.
Entriamo in una faggeta e troviamo subito un bivio (m. 1130). Seguendo i bolli ignoriamo il sentiero che scende a destra e prendiamo quello a sinistra dapprima con poca pendenza e poi in salita.

Percorriamo pochi passi in piano (m. 1165) e poi alternando tratti con minore o maggiore pendenza raggiungiamo una radura nella quale c'è una pozza (m. 1185).
In piano attraversiamo la radura verso sinistra e rientriamo nel bosco.
Poi alternando tratti in leggera salita e in piano, camminiamo a mezza costa tra faggi e betulle mentre in basso a sinistra scorre un torrente.

Sbuchiamo su una sterrata, nel punto in cui questa è attraversata da una canalina in cemento con dipinte due bandierine bianco rosse (m. 1210). Se facciamo due passi a sinistra vedremo una grande casa in alto, in cima ad un prato. Passeremo da questa casa seguendo la strada e pertanto andiamo a destra in leggera salita tra gli alberi che in prevalenza sono delle betulle.
Dopo alcune curve arriviamo ad un tornante sinistrorso (m. 1230). All'esterno dei tornanti sinistrorsi c'è un sentiero che consente si salire direttamente a quello superiore. In salita non è ben visibile mentre sarà più facile individuarlo al ritorno in discesa.
Proseguendo con la sterrata, al successivo tornante, destrorso, troviamo un cartello che parla di una zona a maggior tutela. Adesso sulla destra ci sono anche degli abeti.
Superiamo altri due tornanti sinistra-destra (m. 1250).
Accompagnati da un pendio erboso alla sinistra arriviamo ad una curva, oltre la quale in fondo torniamo a vedere la casa che avevamo già notato immettendoci sulla sterrata.
Alla sinistra c'è sempre il prato e alla destra degli alberi. Alla destra sono ben visibili, davanti le cime del Due Mani e dietro la Grigna.

Raggiungiamo un grosso tubo in cemento sul quale vediamo un segnavia a bandierina con il numero 11, seguito alla sinistra da una tettoia e alla destra da un baitello.
Pochi passi più avanti c'è la grande casa bianca a tre piani (m. 1275).
Proseguiamo con la sterrata oppure possiamo prendere un sentierino che sale ripidamente su un dosso erboso, dietro alla casa.
Nel primo caso, prima di rientrare nel bosco, lasciamo la stradina per prendere un sentiero che sale a sinistra, rinforzato in un punto da due pezzi di legno e con un giro un poco più lungo arriviamo comunque in cima al dosso. Vi troviamo una cascina e due grandi vasche per abbeverare gli animali, una in ferro e l'altra in cemento (m. 1295).
Proseguiamo verso destra in leggera salita tra le betulle.
Dopo pochi passi allo scoperto rientriamo nel bosco. Camminiamo con pochissima pendenza tra faggi e betulle e vediamo un altro segnavia a bandierina con il numero 11.
Superata una curva a sinistra, continuiamo in piano (m. 1320). Davanti ci sono le cime del Monte Due Mani.
Poi vediamo anche i ruderi della vecchia Cascina Pranüra ed il baitello alla sua sinistra e con un sentiero in salita tra l'erba li raggiungiamo (m. 1340).

Pochi passi più avanti troviamo una palina nei pressi di un crocevia di vari sentieri. Davanti arriva il sentiero descritto nel primo itinerario e dalla sinistra quelli descritti nel secondo e terzo itinerario. I segnavia indicano a sinistra: Bocchetta di Redondello a ore 0.25, Culmine di S. Pietro a ore 1.15, Cà Musciada a ore 0.35; a destra: Monte Due Mani a ore 1.05, Località La Foppa a ore 1.15 per Sentiero dei Grigoni; dietro: Laghetto a ore 0.25, Cascina Rizzolo a ore 0.45, Maggio.
Proseguiamo verso destra come precedentemente descritto nell'ultima parte del primo itinerario.

Tempo impiegato: ore 2.45 - Dislivello: m. 837
Data escursione: aprile 2012
 
Variante lungo la sterrata
Come precedentemente descritto, arriviamo al punto in cui la sterrata gira a sinistra guadando il torrente. In questo caso non prendiamo il sentiero che prosegue diritto e la seguiamo (m. 835).
Poi ignoriamo un sentiero che scende a sinistra verso due baitelli e il torrente e proseguiamo in salita.
Troviamo dei vecchi cartelli; il primo è illeggibile, da un altro apprendiamo che la strada è agro silvo pastorale e pertanto il transito è consentito solo ai veicoli autorizzati.
Pochi passi più avanti c'è una stanga che troviamo alzata (m. 860).
Troviamo un altro sentiero che scende a sinistra verso il torrente.
Arriviamo poi ad un tornante destrorso dove ignoriamo un altro percorso, chiuso da una stanga, che prosegue diritto (m. 875).

Proseguiamo con varie curve. Più avanti, lasciamo a destra una stradina che scende verso una casa (m. 920).
Il bosco, fin qui composto da vari tipi di alberi, diventa una bella faggeta.
Superiamo due tornanti sinistra-destra non molto distanti fra loro (m. 930).
Poi il bosco termina. Ora alla sinistra ci sono dei prati e una recinzione realizzata con paletti di legno che reggono dei cavi (m. 965).
Sulla destra troviamo dapprima un piccolo slargo e poi un cancello di colore verde (m. 980).
La pendenza diminuisce. Ora camminiamo tra due recinzioni quella a sinistra è realizzata con pali di legno e quella a destra di ferro. Alla sinistra, oltre un prato, vediamo una vecchia casa con una tettoia di lamiera.
Riprendiamo a salire mentre le due recinzioni terminano (m. 1000).
Poi la pendenza diminuisce. Alla destra ci accompagna un basso muretto mentre camminiamo tra prati e rade betulle (m. 1040).
Terminato il muretto, alla destra inizia una recinzione oltre la quale vediamo una casa (m. 1050).

Con poca pendenza, lasciata la casa a destra, la sterrata compie un tornante a sinistra. Noi la abbandoniamo per seguire una stradina più piccola che prosegue diritto. Alla destra ci accompagna una staccionata di legno che protegge dal sottostante torrente.
In leggera discesa raggiungiamo un ansa della montagna dove giriamo a destra guadando un torrente.
Poi in leggera salita raggiungiamo una catena che, fissata con un lucchetto a due paletti di ferro, chiude il passaggio ai veicoli (m. 1055).
In leggera discesa superiamo un boschetto, poi proseguiamo tra due prati.
Presso una curva a destra vediamo sulla sinistra la piccola costruzione di un acquedotto e un rivolo che attraversa la stradina passandole sotto in un tubo.
Poi, camminando quasi in piano, raggiungiamo la Cascina Rizzolo (m. 1047) dove ritroviamo il sentiero precedentemente descritto con il quale proseguiamo.

Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 837
Data escursione: aprile 2012

ESCURSIONI PARTENDO DAL BIVACCO:
  • Nessuna: siamo in cima a un monte











Dati del Bivacco Locatelli, Miani, Scaioli

Altezza:
m. 1657
Gruppo:
Valsassina
Ubicazione:
Vetta M. Due Mani
Comune:
Ballabio - LC
Carta Kompass:
91 E6
Coordinate Geo:
45°53'54.15"N
9°26'56.22"E
Gestore:
CAI Ballabio
Telefono gestore:
-
Telefono bivacco:
-
Posti letto:
-
Apertura:
sempre
Pagina aggiornata
il: 16/12/2015
Il Bivacco Locatelli, Milani, Scaioli Interno del bivacco Le due cime del Monte Due Mani Il primo alpeggio dopo la Forcella di Olino La Casera Muschiada Autunno Ruderi Alpe Desio Ruderi della Cascina Pranüra Le Grigne in autunno Il laghetto a 25 minuti dalla Cascina Pranüra Salendo verso la cima La cresta tra le due cime Panorama su Lecco Panorama verso le Grigne

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