Il Rifugio Croce di Campo, inaugurato nel 2008, è situato sul versante sud del Pizzo di Gino e della Cima Pianchette.
E' posto tappa sul Sentiero dei Gauni (alta via che collega Menaggio a Lugano), sul Sentiero delle 4 Valli e sull'Alta Via del Lario.
Primo itinerario: da San Nazzaro (loc. Tecchio) con la strada
Con la statale 340 Regina seguiamo il Lago di Como fino a Menaggio. All'uscita dalla galleria continuiamo, sempre con la stessa statale, verso Porlezza.
Superata la frazione di Croce ed il comune di Grandola ed Uniti, verso il km. 39 della statale troviamo sulla destra l'inizio della provinciale 10 con
la quale arriviamo a Carlazzo. Ad un bivio andiamo a destra (cartello Val Cavargna) e successivamente superiamo Cusino e San Bartolomeo.
Giunti a San Nazzaro, nel centro del paese, al km. 13 della provinciale, prendiamo sulla destra Via San Antonio, una stretta stradina asfaltata che si
stacca dalla provinciale. Superiamo le case e arriviamo alla chiesetta dedicata a S. Antonio dove imbocchiamo sulla destra Via Tecchio, una
strada asfaltata che sale con vari tornanti e si inoltra in una pineta.
Prima di arrivare al termine della pineta, presso una curva a destra, lasciamo la macchina in un piccolo slargo alla sinistra (spazio per tre auto e
cartello P1) e ci incamminiamo in
salita seguendo la strada (m. 1280).
Alla sinistra c'è un muro di pietre.
Arriviamo al termine del bosco e troviamo la prima di una serie di profonde cunette, per lo scolo dell'acqua, che di fatto impediscono il transito
a chi non dispone di un mezzo adeguato. Alla sinistra prende avvio il Sentiero del Bosco descritto nel secondo itinerario. Alla destra, una sterrata
conduce alle baite di Tecchio (cinque edifici, quattro vicini e uno un po' discosto, identici, con il tetto a punta, rivolti a valle) e ad un altro
parcheggio (m. 1295). Seguiamo l'asfalto.
Un cartello informa che siamo in Località Tecchio. Un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli.
Troviamo uno slargo alla sinistra. Qui si stacca un sentiero che, retrocedendo, si collega al Sentiero del Bosco. Su di un alberello, un cartello
indica davanti il Rifugio Croce di Campo. Alla destra alcuni gradini scendono verso le cinque baite. Volgendo le spalle, possiamo vedere in lontananza
la chiesa e il Rifugio San Lucio.
Proseguiamo tra cespugli di ginestre, erica, felci e more.
Presso una curva a sinistra troviamo una cunetta in cemento e pietre (m. 1325).
Sulla destra, oltre la vallata, distinguiamo la chiesetta della Madonna dei Monti e le case di Rus de Vora.
La successiva curva, che è molto ampia, termina con un tornante sinistrorso con il fondo in cemento e pietre. Alla destra ci sono dapprima delle
protezioni di ferro dipinte di grigio e poi un muro (m. 1340). Davanti, in alto, cominciamo a vedere il Rifugio Croce di Campo.
Dopo il tornante la strada prosegue asfaltata.
Attraversando un gruppo di alberi, superiamo un tornante destrorso con il fondo in cemento e pietre. Alla sinistra c'è un muro (m. 1355).
Subito dopo percorriamo una curva a sinistra oltre la quale la strada ridiventa asfaltata. In lontananza torniamo a vedere il rifugio.
Superiamo una cunetta, camminando tra radi alberi (m. 1375).
Proseguiamo tra ginestre, felci, erica e more.
Troviamo altre quattro cunette (m. 1390-1415). Frattanto il rifugio scompare e riappare.
La strada diventa sterrata e prosegue con poca pendenza.
Poco dopo dalla sinistra si immette il Sentiero del Bosco descritto nel secondo itinerario (m. 1450).
Presso una curva a destra, alla sinistra per un tratto possiamo vedere un bel panorama, poi un gruppo di alberi lo nasconde.
Al termine degli alberi, percorriamo un'altra curva a destra, ignorando un sentiero che prosegue diritto in salita. Alla destra vediamo una parte del
Lago di Como (m. 1465).
Continuiamo in salita e presso una curva a sinistra troviamo una cunetta (m. 1485).
Proseguiamo con poca pendenza e ne troviamo un'altra.
Percorriamo un tornante sinistrorso su fondo in cemento e pietre. All'esterno ci sono delle protezioni di ferro dipinte di grigio e, a seguire, un muretto di pietre (m. 1495).
Continuiamo in salita su sterrato.
Percorriamo un lunghissimo tornante destrorso (m. 1515).
Superate tre cunette (m. 1550-1580), alcune tracce si staccano alla sinistra in un prato nel quale vediamo una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.
Subito dopo troviamo un'altra cunetta e, dopo una curva a sinistra, ancora altre tre (m. 1595-1605).
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1615). La pendenza aumenta. Superiamo due cunette. In basso a destra vediamo Cavargna.
Presso una ampia curva sinistrorsa, dalla destra si innesta il sentiero descritto nel terzo itinerario (m. 1630). Anche qui c'è una cunetta.
Più avanti ne troviamo un'altra (m. 1640). Ora il lago è visibile da Como a Colico.
Superiamo un'altra cunetta.
Percorriamo un tornante sinistrorso con il fondo in cemento e pietre. All'esterno ci sono dapprima delle protezioni in ferro dipinte di grigio e poi
un muretto sul quale vediamo un bollo bianco rosso (m. 1660).
Continuiamo su sterrato.
Superiamo due cunette (m. 1680).
Poco dopo percorriamo una curva a destra e troviamo un'altra cunetta.
Presso una semicurva, una freccia e una scritta bianca preannunciamo un bivio al quale dovremo andare a destra.
Poco dopo, quasi in piano, arriviamo al bivio, Anche qui troviamo una freccia bianca che punta a destra (m. 1695). Pertanto lasciamo a sinistra la sterrata che
conduce all'Alpe Vacchera e andiamo a destra.
Dopo alcuni passi in salita continuiamo con poca pendenza.
Percorriamo un'ampia curva a sinistra oltre la quale torniamo a vedere il rifugio, ormai vicino (m. 1705).
A questo punto conviene prendere il sentiero che taglia tra i prati. Seguendo invece la strada, dopo una curva a sinistra (m. 1720) percorriamo un
ampio tornante destrorso al termine del quale con un ultimo tratto rettilineo raggiungiamo il cancello che da accesso al cortile del rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.15 - Dislivello: m. 460
Data escursione: agosto 2014
Secondo itinerario: da San Nazzaro (loc. Tecchio) con il Sentiero del Bosco
Come descritto all'inizio del primo itinerario, parcheggiamo la macchina in un piccolo slargo alla sinistra e ci incamminiamo in salita seguendo la strada (m. 1280).
Quando la strada esce dalla pineta (m. 1290), prendiamo un sentiero alla sinistra, all'inizio del quale su di un albero un cartello indica il Rifugio
Croce di Campo. Accanto c'è anche un segnavia a bandierina con il n. 3 barrato che segnala il Sentiero delle Quattro Valli. Alla destra invece una
sterrata conduce alle Baite di Tecchio.
Dopo alcuni passi con poca pendenza proseguiamo in salita.
Poco dopo incrociamo un sentiero più largo (m. 1300). Un cartello indica diritto: Rifugio Croce di Campo a ore 1; a sinistra: Cavargna 4 Valli. Alla
destra non ci sono indicazioni comunque il sentiero riporta sulla strada asfaltata. Proseguiamo diritto.
Subito percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
Vediamo un bollo bianco-rosso su di una pietra ed una freccia su di un albero.
Il sentiero piega a destra e poi, arrivato al margine del bosco, gira a sinistra (m. 1315).
Il sentiero creato recentemente, in alcuni punti ancora non ha una traccia ben evidente ma è segnalato ottimamente con vari bolli.
Presso una curva a sinistra vediamo una freccia su di un albero (m. 1335).
Alla sinistra il sentiero è rinforzato con dei tronchi collocati raso terra.
Presso un tornante destrorso un cartello indica il rifugio (m. 1345).
Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 1355).
Vediamo una freccia su di un albero e percorriamo un tratto quasi in piano seguito da un altro con poca pendenza.
Ad una biforcazione, su di un cartello giallo il Rifugio Croce di Campo è segnalato verso destra (m. 1365).
Saliamo in modo abbastanza ripido in un corridoio tra gli alberi.
Più avanti giriamo a destra (m. 1390) e con minore pendenza sbuchiamo in un prato.
Ora camminiamo con il bosco alla sinistra.
Dopo una semicurva a sinistra, saliamo in modo abbastanza ripido attorniati da felci, cespugli e alcune betulle (m. 1400).
Passiamo tra alcuni spuntoni di roccia affioranti dall'erba. In basso a destra vediamo la strada asfaltata (m. 1420).
Al termine della salita, proseguiamo quasi in piano e davanti cominciamo a vedere il rifugio.
Ben presto riprendiamo a salire con alcuni alberi alla sinistra e dei cespugli alla destra.
Scavalchiamo un tubo nero di gomma che esce da un manufatto in cemento situato alla sinistra (m. 1445).
Subito dopo un sentiero sale dalla sinistra. Proseguiamo diritto, quasi in piano. Vediamo due bolli bianco-rossi su delle pietre, uno per lato.
Poi in leggera salita arriviamo in cima ad un piccolo dosso.
Percorriamo un tratto quasi in piano e proseguiamo con poca pendenza. Bello il panorama che mostra una ininterrotta file di cime all'orizzonte da tutti i lati.
Frattanto la strada asfaltata, che ci accompagna in basso alla destra, è diventata sterrata. In leggera discesa la raggiungiamo. Dalla
destra arriva anche un altro sentiero marcato con i bolli bianco rossi (m. 1450).
Da questo punto continuiamo con la strada, come già descritto nel primo itinerario.
Tempo impiegato: ore 1.15 - Dislivello: m. 460
Data escursione: ottobre 2014
Terzo itinerario: da San Bartolomeo (loc. Corèn) con il sentiero "solito"
Con la statale 340 Regina seguiamo il Lago di Como fino a Menaggio. All'uscita dalla galleria continuiamo, sempre con la stessa statale, verso Porlezza.
Superata la frazione di Croce ed il comune di Grandola ed Uniti, verso il km. 39 della statale troviamo sulla destra l'inizio della provinciale 10 con
la quale arriviamo a Carlazzo. Ad un bivio andiamo a destra (cartello Val Cavargna) e successivamente superiamo Cusino e arriviamo a San Bartolomeo.
Giunti al km. 11.4, presso un tornante sinistrorso lasciamo la SP 10 e proseguiamo diritto con la Via Panoramica.
Ad una biforcazione prendiamo a sinistra Via Ai Monti, una strada più stretta, che sale nel bosco con vari tornanti, sempre asfaltata e senza protezioni a valle.
Presso un tornante destrorso ignoriamo una strada che si stacca verso sinistra.
Superiamo Vraghez (m. 1065) e poi Darni (m. 1165).
Ora la strada è ancora più stretta e consente il passaggio di una sola vettura.
Usciti dal bosco, troviamo le case di Rus de Vora, e la bella chiesetta della Madonna dei Monti (m. 1280).
La strada prosegue ancora e termina in uno slargo sterrato accanto ad una fontana con vasca e ad un casello dell'acquedotto sul quale è stata
tracciata la scritta: "Coren 1370" (m. 1380).
Il Rifugio Croce di Campo è già visibile in alto. Da qui parte un percorso che poi si divide. Due sentieri, sovente poco visibili tra l'erba e
contrassegnati da bolli bianco-rossi, salgono al rifugio: uno piega a sinistra ("solito", qui di seguito descritto) e va ad immettersi sulla
strada del primo itinerario; mentre l'altro ("diretto", descritto nel quarto itinerario) sale direttamente e ripidamente su di un largo
costolone erboso fino al rifugio.
Il sentiero inizia con poca pendenza e raggiunge la sommità di un piccolo dosso dove vediamo il primo bollo bianco-rosso (m. 1400).
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo in salita tra erba, cespugli e giovani betulle.
Percorriamo ancora pochi passi quasi in piano e torniamo a salire (m. 1415).
Infilato tra due rami di un albero alla sinistra, vediamo un cartello che indica il Rifugio Croce di Campo a ore 1. Sullo stesso cartello, tre frecce
segnalano diritto: il sentiero del terzo itinerario, obliquo verso destra: il sentiero del quarto itinerario, a destra: un altro sentiero che
ignoriamo. Qui il sentiero si sdoppia ma dopo solo tre metri si ricompone (m. 1425).
Poco dopo proseguiamo diritto ignorando il sentiero che si stacca alla destra.
Troviamo poi un altro cartello sul quale due frecce indicano diritto: "solito"; alla destra "diretto" (m. 1440).
Ancora pochi passi e arriviamo al bivio. Una "Y" rossa dipinta su di una pietra nel mezzo del sentiero segnala l'inizio del due percorsi.
Teniamo quello più alla sinistra (vedi la descrizione dell'altro nel quarto itinerario).
Proseguiamo tra alcuni alberi e ginestre.
Continuiamo con poca pendenza con un pendio che scende ripido alla sinistra del sentiero. Il rifugio scompare alla vista. In alto invece sono ben
visibili le protezioni all'esterno di un tornante sinistrorso della strada descritta nel primo itinerario (m. 1455).
Presso una semicurva a sinistra scavalchiamo un rivolo che attraversa il sentiero (m. 1480). Poco dopo ne superiamo un altro.
Attraversiamo un gruppo di alberi e proseguiamo quasi in piano tra le ginestre (m. 1490).
Dopo alcuni passi in discesa, attraversiamo un ruscelletto e riprendiamo a salire.
Poi scendiamo (m. 1505) fino ad un torrente e lo guadiamo presso una curva a sinistra (m. 1495).
Riprendiamo a salire, attraversiamo un gruppo di alberi e proseguiamo quasi in piano.
Arriviamo al guado di un altro torrente. L'acqua passa in una vecchia vasca da bagno prima di attraversare il sentiero (m. 1505).
Proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita tra erba e cespugli.
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 1510).
Seguendo tracce tra l'erba e radi bolli bianco-rossi, aggiriamo alla destra una zona infangata.
Saliamo in modo abbastanza ripido in direzione del tornante sinistrorso della strada del quale distinguiamo nettamente solo le protezioni (m. 1525).
Poi giriamo a sinistra e, quasi in piano, attraversiamo uno spiazzo erboso (m. 1540).
Torniamo a salire, tra l'erba, verso due isolate betulle. Le raggiungiamo e le lasciamo alla destra (m. 1550).
Passiamo a valle delle protezioni del solito tornante della strada, sempre ben visibili (m. 1555).
Continuiamo su pallide tracce di sentiero, con erba alla sinistra e cespugli alla destra.
Ci immettiamo su di un sentiero più visibile e andiamo a sinistra quasi in piano (m. 1580).
Scavalchiamo un ruscelletto. Proseguiamo dapprima in leggera salita con erba alla sinistra e alberelli alla destra, poi in salita tra cespugli ed erba.
Un sentiero si stacca verso destra. Una freccia bianca con due punte indica invece davanti e dietro (m. 1595).
Dopo una curva a destra, saliamo ripidamente verso due pali in legno.
Superato il primo, ci immettiamo sulla strada sterrata descritta nel primo itinerario che in questo punto effettua una ampia curva verso sinistra (m. 1630).
Da questo punto seguiamo la strada verso destra, come precedentemente descritto, fino al rifugio.
Tempo impiegato: ore 1 - Dislivello: m. 360
Data escursione: settembre 2014
Quarto itinerario: da San Bartolomeo (loc. Corèn) con il sentiero "diretto"
Come descritto all'inizio del terzo itinerario arriviamo al punto in cui il percorso si divide; verso sinistra prosegue il sentiero "solito" e
verso destra quello "diretto" (m. 1440). Andiamo a destra.
Tra erba e piccoli cespugli, il piccolo sentiero ben presto inizia a salire ripidamente.
Raggiunta una pietra biancastra con un bollo bianco-rosso, il primo ripido tratto termina (m. 1510).
Qui, pieghiamo a sinistra e, in leggera salita, ci immettiamo sull'ampio erboso crinale.
Percorriamo un tratto quasi in piano e troviamo una freccia con due punte che indicano le due direzioni: salita e discesa (m. 1515).
In leggera salita arriviamo ai piedi di una roccia. I bolli ci mandano a sinistra.
Saliamo ripidamente tra l'erba alla sinistra della roccia (m. 1540).
Superata la roccia, una freccia rossa, ci fa spostare un poco verso destra (m. 1550).
In leggera salita percorriamo alcuni metri alla destra del crinale poi giriamo a sinistra e riprendiamo a saliere ripidamente.
Con alcune serpentine ci riportiamo in cresta (m. 1565).
Dopo alcuni passi su fondo roccioso proseguiamo tra erba e piccoli cespugli (m. 1580).
Lasciamo alla sinistra alcuni spuntoni di roccia affioranti tra l'erba e alla destra una solitaria betulla (m. 1590).
Pieghiamo poi a sinistra tra le roccette (m. 1600).
Dopo un tratto con minore pendenza riprendiamo a salire ripidamente (m. 1610).
Troviamo altre roccette affioranti e le aggiriamo alla destra (m. 1620).
Proseguiamo diritto, ripidamente, tra l'erba.
Poco dopo il rifugio scompare alla vista.
Più avanti riappare quando il pendio diventa un po' meno ripido (m. 1645). Qui pieghiamo a destra e subito dopo a sinistra.
Torniamo a salire ripidamente (m. 1660).
Il rifugio scompare e riappare. Raggiungiamo altri spuntoni di roccia (m. 1680).
Dopo alcuni passi in leggera salita, riprendiamo a salire ripidamente.
Seguiamo pallide tracce tenendoci al centro dell'ampio crinale mentre il rifugio scompare e riappare.
La pendenza diminuisce un poco (m. 1710).
Poi continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 1730).
Su di una pietra vediamo una freccia e la scritta "Coren" che indicano il percorso in discesa.
Subito dopo raggiungiamo la staccionata che cinge il rifugio.
Tempo impiegato: ore 0.50 - Dislivello: m. 360
Data escursione: ottobre 2014
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