Il Bivacco Capanna Cederna Maffina è situato in Alta Val Forame, estrema propaggine della Val Fontana, di fronte al versante nordest del Pizzo Painale.
La Capanna è sempre aperta. Al piano terra dispone di una stufa, legna, fornello con bombola, stoviglie, due tavoli con relative panche, quattro posti letto con
materassi e coperte, ciabatte, cassetta per il pronto soccorso, cassetta per le offerte. Una scala porta al piano superiore dove ci sono altri quattro posti
letto e vari materassi. L'acqua e i servizi igienici sono all'esterno mentre l'illuminazione è fornita da un pannello solare.
In caso di pernottamento da parte di gruppi è opportuno verificare la disponibilità telefonando al responsabile della capanna Sig. Maurizio Zucchi (tel.
329 2047497).
Segnalo inoltre che non è un percorso da affrontare in caso di neve.
Lasciamo la statale 38 al km. 46.8, a Chiuro, verso nord e subito prendiamo a sinistra la provinciale 21 dir C che inizialmente si chiama Via Trieste. Arrivati
a Ponte, la strada diventa Via San Carlo.
Superato un incrocio, in corrispondenza della chiesa della Madonna di Campagna e del cimitero, proseguiamo con Via Europa e, dopo un curvone a sinistra,
raggiungiamo la chiesa di San Gregorio.
Giriamo a destra immettendoci sulla Via Panoramica e la percorriamo per quattrocento metri fino a trovare sulla sinistra la deviazione per la Val Fontana.
Seguendo i vari segnavia che indicano S. Bernardo e la Val Fontana proseguiamo tra piantagioni di mele e poi saliamo fino alla chiesetta di S. Rocco (m. 780).
Poco dopo troviamo un bivio; lasciata a sinistra la carrozzabile per S. Bernardo, proseguiamo diritto entrando in Val Fontana.
Fiancheggiamo il torrente che scorre sul fondovalle alla nostra destra fino al ponte coperto di Premelè (m. 1046) dove passiamo sull'altro versante e
proseguiamo con alcuni tornanti, in leggera salita, fino alla Località S. Antonio (m. 1200), le cui case sono abitate solo d'estate.
Oltre il piccolo paese la strada continua ed è percorribile anche in auto, per lo meno fin tanto che non nevica.
La strada è asfaltata fino al guado che precede il Rifugio Erler (m. 1400), in località Campello, poi alterna tratti su fondo in
cemento ad altri su sterrato.
Disponendo di un fuoristrada possiamo continuare tranquillamente per altri quattro chilometri, fino all'Alpe Campiascio dove la strada termina (m. 1680). In
caso contrario è opportuno parcheggiare nei pressi del rifugio, il che comporta una ulteriore ora di cammino.
Lasciamo a sinistra un ponte che, attraversando il torrente Fontana, conduce in località Sella.
Più avanti, sempre a sinistra troviamo il sentiero che in ore 1.45 sale al Bivacco Montirolo.
Continuando con la stradina troviamo sulla destra una malga dove è possibile acquistare burro e formaggio prodotti in loco.
Superiamo il vasto pianoro del Pian dei Cavalli (m. 1500) e arriviamo ad un bivio dove andiamo a sinistra e raggiungiamo l'Alpe Campiascio.
Lasciata la macchina ai lati della strada, superiamo uno steccato con dei pali che si possono sfilare. Un cartello avverte di tenere chiuso il passaggio. Sulla
destra c'è un breve muretto.
Ci incamminiamo in leggera salita tra i prati. Alla sinistra ci sono una baita e una fontana con vasca. Alla destra, più in alto, c'è una lunga stalla.
Poco dopo troviamo dei segnavia che indicano: Alpe Campiascio m. 1680; a destra: Alpe Arasè, Valle dei Laghi, Passo dell'Arasè.
Continuiamo diritto e più avanti (m. 1715) troviamo un altro cartello che indica davanti a noi il Rifugio Cederna-Maffina a ore 2.30.
Dopo un tratto quasi pianeggiante continuiamo con alcuni brevi saliscendi e ci portiamo a livello del torrente che precedentemente scorreva più in basso.
Davanti vediamo una cascata.
Superiamo una zona con varie pietre che sembrerebbe il letto di un torrente in secca e cominciamo a salire tra cespugli e radi larici.
Per un po' camminiamo con il torrente alla nostra sinistra, poi ci spostiamo verso destra e saliamo in modo abbastanza ripido con diversi tornanti. Ora alla sinistra c'è un
bosco di larici.
Percorriamo poi un tratto quasi in piano verso sinistra (m. 1880) e, arrivati in fondo davanti a delle rocce, giriamo a destra e riprendiamo a salire. Alcune
pietre fanno da gradino.
Su un larice vediamo un cartello che recita: "Per il rifugio occorre sempre legna. Va portata. Grazie." (m. 1910).
Iniziamo un traverso quasi in piano, a mezza costa e un po' esposto. Il sentiero non è molto largo e alla sinistra precipita verso il torrente.
Torniamo a salire con delle pietre disposte a gradino, poi continuiamo con poca pendenza verso una cascata.
Alla destra troviamo un cippo a memoria di un finanziere caduto nell'adempimento del dovere (m. 1935).
Raggiungiamo la cascata. Qui il sentiero è ricoperto da grosse pietre franate che risaliamo aiutandoci un poco con le mani.
Proseguiamo quasi in piano a lato del torrente che saltella formando varie cascatelle. Davanti cominciamo a vedere il Pizzo Painale che chiude la testata della
valle.
Con un ponticello di legno attraversiamo il torrente verso sinistra (m. 1960).
In leggera salita tra erba e cespugli, iniziamo ad attraversare il pianoro che abbiamo davanti.
La pendenza aumenta. Troviamo delle grosse pietre franate dal versante destro.
Proseguiamo poi in leggera salita attraversando un mare di cespugli di rododendro (m. 2000).
Davanti vediamo un'altra bella cascata (m. 2020).
Percorriamo un tratto quasi in piano poi torniamo a salire.
Nuovamente in piano ci avviciniamo al torrente. Guadiamo un suo affluente che scende dalla sinistra poi lo raggiungiamo. Per superarlo camminiamo su delle
pietre che coprono un grosso tubo nel quale scorre l'acqua (m. 2060).
Tornati alla destra del torrente, riprendiamo a salire.
Troviamo poi un altro sentiero che arriva da destra e si unisce a quello che stiamo percorrendo (m. 2080).
Ora saliamo ripidamente a zig-zag tra cespugli di rododendri e mirtilli.
Arrivati all'altezza della cascata, in leggera salita, giriamo a destra volgendole le spalle ma ben presto con un altro tornante ci riavviciniamo.
Superato quest'altro gradino, davanti si apre un altro pianoro che iniziamo ad attraversare in leggera salita tra folti cespugli di rabarbaro alpino (m. 2160).
Lasciamo a destra la Baita dell'Alpe Forame (m. 2186). Un cartello sull'uscio recita: "Ripristinata dai cacciatori nel luglio 2005. Chiunque la usi ne abbia
cura. Lasciare la porta sempre ben chiusa." Può essere un buon riparo in caso di un improvviso acquazzone.
Poco più avanti ci sono i ruderi di altre due costruzioni.
Torniamo a salire mentre un rivolo bagna il sentiero (m. 2210).
Continuiamo in leggera salita attorniati da una colata di pietre.
Poi con un paio di tornantini, iniziamo ad attaccare il successivo gradino (m. 2230).
Scavalchiamo un ruscelletto (m. 2295).
Con maggiore pendenza saliamo con altri corti tornanti. Alla destra c'è una piccola cascata.
Proseguiamo con minore pendenza tra i prati mentre un torrente sulla destra forma una piccola cascata (m. 2370).
In leggera salita, lasciamo a sinistra una guglia che spunta dal terreno accanto al sentiero (m. 2400).
Tra erba e alcuni massi riprendiamo a salire con alcune serpentine in modo abbastanza ripido.
Poi la pendenza diminuisce e per un attimo vediamo il tetto della capanna (m. 2445).
In leggera salita attraversiamo un pianoro erboso poi, nuovamente in salita, cominciamo a vedere la bandiera (m. 2490).
La pendenza aumenta (m. 2510). Raggiungiamo il torrente poi giriamo a sinistra e, in leggera salita, ce ne allontaniamo.
Dopo una curva a destra, in salita, raggiungiamo nuovamente il torrente e questa volta lo guadiamo (m. 2565).
In leggera salita, passiamo alla destra di un piccolo dosso e vediamo la capanna.
Ancora pochi passi e la raggiungiamo.
Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 903
Data escursione: agosto 2010
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