Il Rifugio Ca Runcasch č situato nella Piana di Campagneda tra la magnifica piramide del Pizzo Scalino (m. 3323) e il torrione della Cima Sasso Moro (m. 3108)
tra i quali, in lontananza, spicca la vetta del Disgrazia (m. 3678).
Eredita il suo nome dalla vecchia Baita di Runcasch, un tempo casa di ricovero per i pastori che portavano in estate i loro armenti negli alti pascoli alpini.
Runcasch significa pernice bianca, volatile che era un tempo frequentatore del luogo.
A Sondrio prendiamo la provinciale 15 con la quale risaliamo la Val Malenco. Al km. 13.5 deviamo a destra. Superate Lanzada e Franscia, proseguiamo
con sei
chilometri di tornanti fino a Campo Moro (m. 1990).
Primo Itinerario: da Campomoro
Lasciamo l'auto nel vasto parcheggio sotto il Rifugio Zoia, di fronte al lago. Alla destra di una fontana, troviamo la stradina che sale a questo rifugio.
Alcuni segnavia indicano con il sentiero 346/301: Alpe Prabello e Rif. Cristina a ore 1.10, Passo degli Ometti a ore 2.40; con il sentiero 346: Rifugio
Zoia a
ore 0.05, Alpe Campagneda a ore 0.50, Rif. Cą Runcasch a ore 0.50.
Ci incamminiamo in salita su questa stradina. Arrivati ad un bivio, seguendo le indicazioni, continuiamo a sinistra con la vecchia mulattiera.
Passiamo sotto i cavi della teleferica di servizio. Un cartello avverte di prestare attenzione.
Percorriamo un tornante verso destra e raggiungiamo il Rifugio Zoia (m. 2021).
Il sentiero prosegue sulla sinistra; alcuni segnavia indicano il sentiero 346 per l'Alpe Campagneda a ore 0.40, il Passo di Campagneda a ore 2.20 e il Monte
Spondascia a ore 2.30.
Gią possiamo ammirare verso sud l'imponente piramide dello Scalino, al quale ci avvicineremo, mentre sull'altro lato ci accompagnerą per un tratto la vista sul
sottostante Lago di Campomoro.
Mentre procediamo tra pini silvestri e rododendri, passiamo accanto ad un grande masso sotto il quale č stato collocato un quadretto raffigurante una madonnina.
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione e percorriamo un tratto con lievi saliscendi con vista sulla diga del Lago di Alpe Gera e sul soprastante Ghiacciaio
Fellaria (in piccolo riusciamo a distinguere sulla sinistra anche il Rifugio Bignami m. 2401).
Superiamo un casello dell'acquedotto e torniamo a salire tra rocce e radi larici ignorando un sentierino sulla destra.
Dopo aver percorso un altro breve tratto in piano, riprendiamo a salire e raggiungiamo la Falesia dello Zoia (m. 2100). Qui troviamo dapprima un grosso masso
sporgente e poi una parete attrezzata come palestra di roccia con varie vie di salita (quinto, sesto e settimo grado).
Passando sotto un tubo nero, percorriamo un breve tratto in discesa e poi torniamo a salire.
Lasciamo a sinistra un altro casello dell'acquedotto con una freccia rossa che indica il Rifugio Zoia alle nostre spalle.
Quasi in piano, superiamo alcuni rigagnoli che attraversano il cammino e raggiungiamo un bivio dove i segnavia indicano a sinistra: il Monte Spondascia a ore
2.10; diritto: l'Alpe Campagneda a ore 0.20, i Laghi e il Passo di Campagneda a ore 2.
Troviamo poi un paletto in legno con il segnavia 1B. Ora il Pizzo Scalino si erge di fronte a noi (m. 2160).
Scendiamo in una valletta percorsa da un torrente.
Poi ci immettiamo su di una pianeggiante stradina sterrata. Dalla destra arriva il percorso descritto nel secondo itinerario.
Andiamo a sinistra e con un ponte attraversiamo il torrente. Alla destra ci sono le baite dell'Alpe Campagneda.
Diversi segnavia indicano: Alpe Campagneda m. 2140; diritto (sent. 346): Rifugio Cą Runcasch a ore 0.05, Laghi di Campagneda a ore 0.50, Passo di Campagneda a
ore 1.40; a destra (sent. 346/1): A. Prabello a ore 0.30, Rifugio Cristina a ore 0.30, Passo degli Ometti a ore 2; a sinistra (sent. 346): Campo Moro a ore
0.30.
Continuiamo diritto lungo la sterrata e, in leggera salita, raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 0.50 - Dislivello: m. 210 -30
Data escursione: settembre 2009
Secondo itinerario: dalla strada che sale a Campo Moro
Percorrendo la strada che porta a Campo Moro, superate due delle otto gallerie, troviamo uno slargo sulla sinistra e vi parcheggiamo la macchina (m. 1960).
Sulla destra parte una sterrata e i segnavia indicano in quella direzione: sentieri 347/301, Alpe Campascio di Caspoggio a ore 0.25, Alpe Campagneda a ore 0.50,
Rifugio Cą Runcasch a ore 0.50, Alpe Prabello e Rifugio Cristina a ore 1, Passo degli Ometti a ore 2.30.
Il primo tratto č asfaltato ed č percorribile in auto.
Ci incamminiamo in salita. Dopo il primo tornante vediamo in alto a sinistra, oltre la vallata, il Ghiacciaio di Fellaria.
Poi la pendenza diminuisce. Passiamo sotto i fili della corrente.
Troviamo il cartello che indica il divieto di transito ai veicoli non autorizzati (m. 2000). La strada ora č definita come agro silvo pastorale. Il fondo č in
cemento con alcune canaline in metallo per il deflusso dell'acqua.
Saliamo tra i larici. La pendenza aumenta. Superati alcuni corti tornanti abbastanza ripidi, continuiamo quasi in piano con il fondo sterrato.
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione e proseguiamo in leggera salita.
Un ruscello passa sotto alla strada che torna ad avere il fondo in cemento (m. 2030).
Troviamo poi un sentiero che si stacca a destra e sale tagliando un paio di tornanti: possiamo prendere l'una o l'altra via.
Il sentiero per un po' segue il ruscello, poi lo abbandona e sale tra radi larici.
Pił avanti torna ad immettersi sulla strada nel punto in cui questa ridiventa sterrata (m. 2055).
Poco dopo, terminato il bosco, superiamo una croce di legno con due bracci e continuiamo con poca pendenza tra i prati.
Troviamo un sentiero che si stacca verso destra. I segnavia indicano: Alpe Campascio di Caspoggio m. 2068; a destra (sentiero 347): Alpe Prabello e Rifugio
Cristina a ore 0.30, Passo degli Ometti a ore 2.10; diritto (sentiero 347/1): Alpe Campagneda a ore 0.20, Cą Runcasch a ore 0.25, Passo Campagneda a ore 2.
Continuiamo diritto, in piano, lungo la sterrata. Il Pizzo Scalino gią si impone in tutta la sua maestositą.
Lasciamo a destra alcune baite. Superiamo un torrente con un ponticello in cemento.
Camminando in leggera salita, per un po' vediamo il rifugio davanti a noi.
Ad un tornante passiamo accanto ad un torrente che forma una piccola cascata.
Al successivo tornante, davanti vediamo il Disgrazia. Poi giriamo a destra e torniamo a vedere il rifugio.
Proseguiamo in piano. Pił avanti troviamo il sentiero descritto nel precedente itinerario che arriva da sinistra.
Subito dopo superiamo un ponte e continuiamo in leggera salita fino al rifugio.
Tempo impiegato: ore 0.50 - Dislivello: m. 210
Data escursione: settembre 2009
|