Il Rifugio Carate è situato pochi metri sotto la Bocchetta delle Forbici.
A Sondrio prendiamo la provinciale 15 con la quale risaliamo la Val Malenco. Al km. 13.5 deviamo a destra. Superate Lanzada e Franscia,
proseguiamo con sei
chilometri di tornanti fino a Campo Moro (m. 1990).
Parcheggiamo la macchina nel piazzale sotto al Rifugio Zoia e ci incamminiamo in leggera discesa verso la diga del primo lago, quello di Campo Moro.
Lasciamo a destra una casa tra gli alberi e, superata una stanga che chiude l'accesso ai veicoli, camminiamo sul muraglione della diga fino alla casa
del custode (m. 1975).
Seguendo una freccia che indica la direzione per i rifugi, prendiamo poi una sterrata che con tre tornanti scende verso sinistra.
Giunti ai piedi della diga, vi troviamo uno slargo. Una palina segnavia reca le seguenti indicazioni: m. 1934;
- a sinistra con la sterrata: Foppa a ore 0.20, Alpe Musella a ore 1, Franscia a ore 1;
- diritto con un sentiero: Rifugio Carate a ore 1.50, Rifugio Marinelli a ore 2.50, Rifugio Marco e Rosa EEA a ore 6.30.
Possiamo prendere entrambe le direzioni; con il sentiero il percorso è un po' più breve, con la sterrata passeremo anche dall'Alpe Musella dove ci
sono i due Rifugi Mitta e Musella. In seguito i due percorsi si uniscono. Possiamo quindi fare un giro ad anello utilizzandone uno all'andata e
l'altro al ritorno.
Primo itinerario: da Campo Moro (accesso diretto)
Percorriamo un tratto con poca pendenza tra radi alberi, superiamo un rivolo, e iniziamo a salire in modo abbastanza ripido. A sinistra dei paletti
verdi con due funi di acciaio fanno da protezione a valle.
Poi, in piano, passiamo accanto ad una grande roccia (m. 1975).
Torniamo a salire ripidamente e troviamo ancora le protezioni a valle. Alcuni gradini e una fune passamano fissata alla roccia agevolano la salita.
Superato questo tratto, troviamo un ruscelletto che scende dalla montagna e attraversa il cammino.
Passiamo sotto una grande roccia obliqua (m. 2010).
Alle nostre spalle possiamo vedere la diga e il lago di Campo Moro mentre a sinistra si erge la imponente piramide del Pizzo Scalino.
Procediamo con alcuni zig-zag passando tra larici e pini.
Percorriamo un altro tratto protetto con dei paletti che reggono due funi, salendo dei gradini di roccia (m. 2045).
Il sentiero diventa ripido. Saliamo a zig-zag con alcuni corti tornanti. Poi la pendenza diminuisce un poco.
Una piccola scorciatoia sulla sinistra consente di risparmiare pochi metri (m. 2080).
Saliamo a zig-zag ripidamente. Alla destra c'è una grande roccia. Il sentiero si divide e subito torna ad unirsi (m. 2130).
Poi la salita diventa più dolce. Passiamo fra vari cespugli di rododendro la cui fioritura, a inizio estate, dona un bellissimo tocco di colore.
Percorriamo ora un lungo tratto, alternando piano e leggera salita, allontanandoci dalla parete rocciosa alla nostra destra (m. 2160).
Un rivolo attraversa il sentiero (m. 2170).
Proseguiamo con lievi saliscendi. Il sentiero ancora si sdoppia ma solo per un breve tratto.
Più avanti, sotto di noi a sinistra vediamo l'Alpe Musella mentre di fronte lassù, alla Bocchetta delle Forbici, è già possibile vedere l'ancora
lontanissimo Rifugio Carate (m. 2195).
Scendiamo e risaliamo per guadare un torrente. Alcune pietre che affiorano dall'acqua consentono di non bagnarci gli scarponi (m. 2190).
Dopo un tratto in piano proseguiamo in leggera salita e poi, con un breve giù e su superiamo il letto di un torrente in secca.
Il sentiero torna a dividersi e a riunirsi (m. 2215). In alto vediamo una roccia forata che forma un arco.
Passiamo accanto ad un cartello illeggibile appeso ad un larice.
Quasi in piano arriviamo ad un bivio (m. 2240) Qui incontriamo il sentiero descritto nel secondo itinerario che sale dall'Alpe Musella e si unisce al
nostro. I segnavia indicano diritto: Rifugio Carate a ore 1, Rifugio Marinelli a ore 2, Rifugio Marco e Rosa; a sinistra: Alpe Musella a ore 0.20,
Campo Moro a ore 1.30, Campo Franscia a ore 2.
Da questo punto incontreremo i segnavia (triangoli gialli) dell' Alta Via n. 5.
Il sentiero da qui al Rifugio Carate è detto dei "sette sospiri"; supereremo infatti in successione alcuni dossi morenici formati nel corso
dell'ultima glaciazione, alternati con tratti in piano durante i quali vedremo apparire e scomparire il Rifugio Carate, ogni volta più vicino.
Superata una curva ecco che, per breve tempo, vediamo il rifugio.
Risaliamo un piccolo dosso e continuiamo quasi in piano.
Il sentiero si divide, riprendiamo a salire, e poi torna ad unirsi.
Più avanti si divide un'altra volta, (m. 2270). Andiamo a sinistra, superiamo una vallecola in leggera salita e arriviamo ad un guado dove ritroviamo
l'altro ramo (m. 2290).
Superato un altro ruscello (m. 2310), saliamo abbastanza ripidamente a zig-zag tra cespugli di rododendro. Una scritta gialla su una roccia indica
l'Alta Via n. 5 (m. 2325).
Il sentiero ancora si divide ma solo per un breve tratto.
Dopo una curva a destra torniamo a vedere il rifugio (m. 2355).
Continuiamo in leggera salita tra delle grosse pietre. Alla destra c'è una pozza (m. 2360). Poco dopo il rifugio scompare alla vista.
Riprendiamo a salire con un lungo traverso inizialmente con poca pendenza e poi in salita e, anche questa volta, dopo una curva a destra, torniamo a
vederlo (m. 2400).
Passiamo accanto ad una struttura in legno, quanto rimane di una vecchia teleferica, e continuiamo, quasi in piano, attorniati da grandi pietre.
Un rivolo attraversa il cammino. Riprendiamo a salire con alcuni tornanti mentre il rifugio scompare alla vista.
Eccolo nuovamente ma solo per un attimo (m. 2430).
Successivamente il rifugio torna a farsi vedere (m. 2445). Poi, terminato un ripido tratto, continuiamo con poca pendenza.
Il rifugio scompare nuovamente (m. 2465).
Troviamo ancora i triangoli gialli dell'Alta Via n. 5 oltre alle bandierine di colore rosso bianco rosso.
Poi la pendenza aumenta. Il sentiero si divide in varie tracce che successivamente tornano ad unirsi.
Al termine di questa salita torniamo a vedere il rifugio (m. 2565).
Dopo un tratto in leggera salita, la pendenza aumenta. Vediamo ancora i segnavia dell'Alta Via n. 5. Poi il rifugio scompare.
Superiamo dei tornanti tagliati da una scorciatoia.
Più avanti torniamo a vederlo (m. 2620).
Presso un tornante sinistrorso su una grande pietra vediamo l'indicazione verso destra per il Rifugio Bignami.
Il Rifugio Carate è ora di fronte a noi e poco dopo lo raggiungiamo.
Tempo impiegato: ore 2.20 - Dislivello: m. -56+702
Data escursione: agosto 2011
Secondo itinerario: Variante per l'Alpe Musella
Al bivio continuiamo con la stradina in leggera discesa.
Troviamo poi un'altra sterrata che arriva da sinistra. Alcuni segnavia indicano Campo Moro a ore 0.20 sia con la strada dalla quale proveniamo (vietata alle
vetture), sia con quella a sinistra. Diritto vengono invece segnalate: Foppa, Franscia, e Alpe Musella.
Continuiamo in leggera discesa verso l'Alpe Musella. Un rivolo passa sotto la sterrata.
Percorriamo poi un tratto pianeggiante. Passiamo sotto dei fili della corrente, molto alti e con dei palloni per renderli ben visibili.
Alla sinistra troviamo tre casotti (uno in metallo e due in legno) e una bacheca con una cartina della zona.
Poco dopo una sbarra chiude l'accesso alle vetture (m. 1880).
Oltre la sbarra, continuiamo in leggera salita e troviamo un sentiero che scende a sinistra. I segnavia indicano in quella direzione: Foppa a ore 0.10 e
Franscia a ore 0.50. Proseguiamo diritto con delle pareti rocciose sulla destra.
Percorriamo un tratto in piano e troviamo sulla destra il sentiero per l'Alpe Musella (a ore 0.30), la Val di Scerscen, e i Rifugi Carate e
Marinelli.
Lasciamo dunque la sterrata che continua verso l'Alpe Campascio (a ore 0.30), le Gole dello Scerscen, e il Dosso dei Vetti (a ore 0.50) e prendiamo il sentiero
(m. 1910).
Saliamo in un bosco di larici. Poi, quasi in piano, superiamo due rivoli.
Troviamo una roccia sulla destra dalla quale scende un torrente che forma una piccola cascata; l'acqua poi, passando sotto delle pietre, attraversa il sentiero
(m. 1965).
Proseguiamo in leggera salita. Poi percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1990).
Ora saliamo ripidamente con alcuni tornanti. Giunti in cima (m. 2010), dopo un tratto in discesa, continuiamo con alcuni saliscendi.
In piano attraversiamo una piccola radura. Ne troviamo poi un'altra più ampia, al centro della quale superiamo un torrente su di un ponticello in pietra e
ignoriamo un sentiero che si stacca a destra.
In leggera discesa arriviamo al termine del bosco.
Continuiamo tra i prati, alla destra di un torrente. Più avanti lo attraversiamo e raggiungiamo l'Alpe Musella dove, sulla sinistra, ci sono i due rifugi
Mitta e
Musella.
Una palina reca vari segnavia: Alpe Musella (m. 2021);
- a destra (sent. 301-305): Rifugio Carate a ore 1.30, Rifugio Marinelli a ore 2.30;
- a sinistra (sent. 301-305): Alpe Campascio a ore 0.20, Franscia a ore 1.30, Lago Palù a ore 1.50;
- davanti (sent. 305 var): Val di Scerscen, Forcella Entova a ore 4, Rifugio Marinelli a ore 4.40;
- dietro (sent. 343/1): Foppa a ore 0.35, Campo Moro a ore 0.50, Franscia a ore 1.30.
Con due ponticelli in legno attraversiamo un rivolo ed il torrente.
Ignoriamo, sulla sinistra, un altro rudimentale ponticello fatto con sei tronchi e prendiamo un sentiero in leggera salita tra i prati.
Lasciato a destra un traliccio dell'alta tensione, continuiamo tra l'erba, in salita, su di un sentiero ora meno evidente.
Troviamo altri segnavia che indicano il Rifugio Carate a ore 1.20 e il Rifugio Marinelli a ore 2.20. Sulla destra c'è un gruppo di baite, alcune ben
ristrutturate (m. 2080).
Ci accostiamo ad un torrente e poi lo guadiamo verso sinistra.
Dopo un tratto in salita la pendenza diminuisce. Il sentiero si divide in varie tracce.
Riprendiamo a salire a zig-zag tra radi larici.
Guadiamo un torrente (m. 2175) e poi un altro (m. 2190).
Dopo un tratto con poca pendenza, torniamo a salire.
Raggiungiamo il bivio dove incontriamo il sentiero descritto nel primo itinerario che proviene da destra (m. 2240) con il quale continuiamo fino alla meta.
Tempo impiegato: ore 2.40 - Dislivello: m. -110 + 756
Data escursione: luglio 2009
Note:
Giunti al Rifugio Carate, vale veramente la pena di fare ancora un piccolo sforzo e salire alla Bocchetta delle Forbici (m. 2650) dove potremo ammirare lo
splendido panorama sulle cime della zona: Pizzo Glüschaint (m. 3594), La Sella (m. 3584), I Gemelli (m. 3500-3497), Pizzo Sella (m.
3511), Pizzo Roseg (m. 3920), Pizzo Scerscen (m. 3971). A destra segue il Pizzo Bernina (m. 4049), che però da questo punto non è ancora visibile.
Più in basso invece ci sono il Laghetto delle Forbici e il Vallone dello Scerscen.
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