Il Rifugio Brandet sorge nell'omonima valle, a ridosso di un bosco di conifere, in una zona denominata Fontana Mora.
Con la statale 39 scendiamo dal Passo dall’Aprica in direzione di Corteno Golgi.
Dopo circa cinque chilometri, in località Campagnola, prendiamo sulla destra la deviazione per Sant'Antonio.
Al bivio dopo il ponte sul Torrente Brandet andiamo a sinistra.
Arrivati nei pressi di una cappella, giriamo a destra.
Superate alcune case, la strada prosegue alla sinistra del torrente fino al piccolo paese di Sant'Antonio (m. 1110).
Qua giunti, dobbiamo lasciare l’auto nel vasto parcheggio che troviamo sulla destra all’inizio dell’abitato (costo 4 euro nel periodo estivo) e
proseguire a piedi. Infatti da questo punto il transito non è consentito in quanto la zona fa parte della riserva naturale delle Valli di Sant'Antonio
che, più a monte, si congiunge col parco delle Valli Belviso-Barbellino.
A lato del parcheggio, un plastico mostra l'orografia delle Valli Brandet e Campovecchio. Un cartellone parla del sentiero Frassati; altri due
pubblicizzano i Rifugi Brandet e Campovecchio.
Ci incamminiamo e, dopo un breve tratto, arriviamo ad un bivio dove troviamo vari segnavia che indicano
- diritto (segnavia 129): Val Brandet a ore 0.30, Rifugio Val Brandet, Malga Casazza a ore 1.10, Lago di Picol a ore 3.45, Bivacco Davide a ore 4.35;
- a destra (segnavia 124): Val Campovecchio a ore 0.40, Rifugio Campovecchio, Malga Culvegla a ore 2.30, Passo Sellero a ore 4; inoltre: Sentiero P.G. Frassati,
chiesetta di S. Carlo a ore 3.40; e (segnavia 124/129) Giro delle Valli di Sant'Antonio.
Dovremmo pertanto proseguire diritto lasciando a destra il primo ponte sul Torrente Brandet, aggirando così il paese e raggiungere direttamente il
secondo ponte.
Preferiamo però visitare il piccolo borgo e pertanto andiamo a destra. Attraversiamo il primo ponte e raggiungiamo le case.
Alla destra troviamo una fontana e un lavatoio.
Un segnavia indica alla destra l'inizio del sentiero P.G. Frassati.
Proseguiamo diritto tra le case.
Arriviamo alla chiesa di Sant'Antonio (m. 1124) dove possiamo scegliere tra i seguenti due percorsi: diritto 129, a destra 124.
Primo itinerario: da Sant'Antonio (segnavia 129)
Scegliamo il percorso più diretto che prevede di lasciare a destra la chiesa e, seguendo una freccia che indica la Val Brandet, continuare diritto tra le case. La
strada ha il fondo acciottolato e procede, inizialmente con poca pendenza e poco dopo in salita.
Al termine dell'abitato, dalla sinistra, tramite il secondo ponte, arriva la strada che proviene direttamente dal parcheggio (m. 1135).
Troviamo un segnale stradale che indica il divieto di transito ai veicoli non autorizzati. Stiamo infatti percorrendo la strada agro silvo pastorale
delle Valli Brandet e Campovecchio.
La strada ora è sterrata a causa di una alluvione che si è portata via i ciottoli. Poco sotto, alla sinistra, scorre il Torrente Brandet.
Proseguiamo con il fondo in parte sterrato e in parte acciottolato.
La strada, di tanto in tanto, è attraversata da una canalina di ferro allo scopo di dirottare l'acqua piovana verso il torrente.
Alla destra ci accompagna un muro di pietre sul quale vediamo un bollo bianco-rosso. Alla sinistra ci sono delle protezioni con pali di ferro che reggono due
traversine di legno. Superiamo una grata (m. 1150).
Superiamo un'altra grata e continuiamo nel bosco (m. 1160).
Alla sinistra troviamo una panchina (m. 1165)
La pendenza diventa abbastanza ripida. Per un breve tratto alla sinistra c'è una staccionata.
Dopo una grata per lo scolo dell'acqua continuiamo con il fondo acciottolato.
Alla sinistra troviamo: due panche di legno, un casello dell'acquedotto in cemento e un cartellone dal quale apprendiamo che la sistemazione della strada è stata
effettuata con il contributo di fondi europei (m. 1185).
Ora alla destra ci sono dei tronchi collocati orizzontalmente raso terra.
Un ruscello scende dalla destra e attraversa la strada passandole sotto (m. 1195).
Superiamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo in salita. Un torrente passa sotto alla strada (m. 1205).
Poco dopo ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra.
Un altro ruscello attraversa la strada passandole sotto.
Subito dopo percorriamo una semicurva verso destra (m. 1220).
Alla destra ci sono tre file di tronchi sovrapposti per impedire possibili smottamenti del terreno.
Dopo un tratto con il fondo sterrato torniamo a camminare su acciottolato (m. 1225).
Ora alla destra le file di tronchi sovrapposti sono cinque (m. 1245).
Lasciamo a sinistra un masso e percorriamo una semicurva verso destra (m. 1250).
In leggera salita e con il fondo sterrato raggiungiamo uno slargo (m. 1260). Alla sinistra c'è una panchina. Alla destra c'è una fontana
con l'acqua che cade in un tronco scavato. Dalla destra si immette la sterrata che proviene dalla Val Campovecchio (vedi il secondo itinerario). Un
cartello segnala, proseguendo diritto, il Rifugio Brandet a 800 metri di distanza.
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Lasciamo a sinistra un masso.
Subito percorriamo una semicurva verso destra all'esterno delle quale c'è un crocifisso di legno (m. 1265).
Proseguiamo quasi in piano con il Torrente Brandet che scorre lungo il lato sinistro della strada.
Alla destra troviamo un cancello e una casa. Un'altra casa la vediamo più in alto (m. 1270).
Un ponte di legno attraversa il torrente e conduce alle poche baite di Medola che vediamo sulla sponda opposta. Il segnavia 143 C indica oltre il
torrente: Sentiero delle Resistenza ore 0.30, F.li Castione ore 1.10. Continuiamo diritto in leggera salita.
Subito raggiungiamo le Baite Francesconi, una alla destra e le altre alla sinistra della strada (m. 1274).
Dopo le baite ignoriamo una stradina che sale a destra e proseguiamo quasi in piano. Davanti vediamo i Monti Sellero (m. 2744) e Telenek
(m. 2753) che chiudono la testata della valle.
Percorriamo un tratto tra gli alberi con il torrente che scorre più in basso rispetto alla strada.
Poco dopo gli alberi alla sinistra terminano.
Ora alla sinistra della strada abbiamo un argine rialzato e coperto dall'erba sul quale è stata piantata una fila di pini. Alla destra ci sono un tavolo con relative
panche e due panchine (m. 1285).
Alla destra troviamo un pannello con una carta geografica della zona.
Sempre alla destra, in un piccolo slargo, ci sono una bacheca e un tavolo con panche. In alto vediamo due vecchie baite.
Ancora alla destra, troviamo un ponticello sopra uno stagno.
Terminato l'argine, seguiamo la sterrata in lievissima salita.
Raggiungiamo le Baite Brandet, tre nei prati alla destra e una diecina alla sinistra. Il segnavia 129 A indica con una stradina inerbita che
si stacca alla destra: Cascina Tre Monti a ore 1.10, Lago dell'Agna a ore 3.20. Continuiamo diritto (m. 1290).
Vediamo una fontana con due rubinetti nel prato alla destra. Un'altra fontana, con l'acqua che cade in un tronco scavato, la troviamo alla sinistra tra
le baite. Proseguiamo con poca pendenza.
Quasi in piano percorriamo una semicurva verso sinistra; alla sinistra ci sono gli alberi mentre alla destra c'è un prato oltre il quale vediamo altri alberi (m. 1300).
All'interno di una semicurva verso destra, leggermente più in alto rispetto alla strada, troviamo la chiesa di recente costruzione, dedicata a Papa Giovanni Paolo II
nell'anno 2015.
Lasciato a destra un vecchio forno fusorio e sempre alla destra troviamo il Rifugio Brandet (m. 1305).
Tempo impiegato: ore 0.50 - Dislivello: m. 195
Data escursione: ottobre 2021
Secondo itinerario: da Sant'Antonio (segnavia 124)
Prendiamo il sentiero che parte alla sinistra della chiesa, seguendo una freccia e la scritta Campovecchio.
Superate le ultime case, camminando in leggera salita, troviamo alla sinistra un prato recintato con dei paletti che reggono del filo spinato. In
basso a destra ci accompagna il Torrente Campovecchio.
Ben presto ci inoltriamo in una fresca pineta (m. 1140).
Alterniamo alcuni tratti in salita ad altri con poca pendenza. Alcune canaline per lo scolo dell'acqua attraversano il percorso.
Vediamo una casa in alto a sinistra poi, camminando quasi in piano, superiamo un rivolo che attraversa il sentiero.
Ignoriamo un ponticello di legno con il quale è possibile attraversare il torrente (m. 1170).
Dopo pochi passi in salita proseguiamo dapprima quasi in piano e poi con poca pendenza.
Sulla sinistra troviamo dei tronchi collocati in orizzontale come rinforzo per prevenire eventuali smottamenti del terreno.
Trascuriamo un sentiero che retrocede verso sinistra e continuiamo diritto in salita (m. 1200).
Poco più avanti sulla destra troviamo, una dopo l'altra, due panche realizzate con mezzo tronco.
Raggiungiamo una baita con la parte inferiore di pietra e quella superiore di legno. Sulla grondaia leggiamo il segnavia 22 (m. 1210).
Subito dopo con un altro ponticello è possibile attraversare il torrente. Proseguiamo diritto in leggera salita e troviamo un'altra panca.
Alla destra, oltre il corso d'acqua, vediamo un baitello.
Troviamo anche una vecchia passerella che probabilmente più nessuno utilizza per attraversare il torrente, tanto è inerbita e coperta da vegetazione.
Tenendo sempre il percorso principale, raggiungiamo uno splendido ponte di tronchi, coperto da una tettoia di legno, sul quale una panchina
inviterebbe a una sosta (m. 1230).
Passati alla destra del Torrente Campovecchio, dopo un breve tratto in piano, riprendiamo a salire.
Lasciamo un masso alla sinistra poi, quasi in piano, scavalchiamo due rivoli.
Torniamo a salire. Alla destra c'è una stalla/fienile (m. 1255).
Saliamo tre pezzi di tronco che formano dei rudimentali gradini (m. 1270).
Poco dopo usciamo dal bosco. Percorriamo pochi passi quasi in piano tra i prati e poi, con altri tre gradini simili ai precedenti, riprendiamo a
salire.
Proseguiamo tra due bassi muretti di pietre ammucchiate, attorniati da cespugli e qualche alberello. Alla sinistra ci sono anche dei vecchi paletti di
legno che reggono del filo spinato.
Poco dopo raggiungiamo una trentina di vecchie baite, tutte quante ben conservate o ristrutturate. Iniziamo ad attraversarle, quasi in piano, finché
troviamo sulla sinistra un altro ponte in legno, coperto e simile al precedente (m. 1300).
Ignorata la stradina che prosegue diritto verso l'ormai vicino Rifugio Campovecchio, andiamo a sinistra.
Superato il ponte, sulla destra troviamo una fontana con due cannelle e una vasca di pietra.
Con una stradina sterrata ci addentriamo nel bosco, gelido d'inverno ma molto fresco anche d'estate.
Alla sinistra in alcuni punti ci sono delle protezioni in legno. Alcune canaline per lo scolo dell'acqua attraversano il percorso. Alla destra ci sono
dei cartelli che indicano il limite del parco.
Camminiamo con lievi saliscendi, prevalentemente alternando qualche tratto in piano ad altri in leggera discesa.
Sulla sinistra troviamo un cartellone che invita gli escursionisti a comportarsi correttamente (m. 1280).
Raggiungiamo uno slargo. Alla destra ci sono una panchina e un cartellone che informa che la sistemazione del percorso è stata effettuata con il
contributo di fondi europei. Alla sinistra scende una stradina. Proseguiamo diritto.
Alterniamo alcuni tratti quasi in piano ad altri in leggera salita.
In basso a sinistra vediamo due baitelli in un prato mentre in alto a sinistra, raggiungibile con una stradina inerbita, c'è una costruzione in
cemento dal cui tetto sbucano due tubi (m. 1300).
Dopo una breve discesa, quasi in piano, troviamo sulla destra un muro, dal quale tramite alcuni tubicini scende dell'acqua, e una panca in pietra.
Riprendiamo a scendere. Ignoriamo una stradina che sale a destra e, subito dopo, raggiungiamo tre baite, sull'ultima delle quali inciso nel legno
leggiamo "Baite Brandet de Barbis" (m. 1280).
Camminando tra un muretto di pietre e una protezione in legno, raggiungiamo una stanga che chiude l'accesso ai veicoli, e ci immettiamo sulla strada
descritta nel precedente itinerario (m. 1260) con la quale continuiamo verso destra fino al rifugio (m. 1305).
Tempo impiegato: ore 1.25 - Dislivello: m. 255- 60
Data escursione: marzo 2004/luglio 2012
Terzo itinerario: da Aprica (segnavia 338)
Aprica, situata presso l'omonimo passo, è raggiungibile con la statale 39 sia dalla Valtellina (SO) lasciando la statale 38 a Tresenda (km. 54.7)
che dalla Val Camonica (BS) lasciando la statale 42 a Edolo.
Provenendo dalla Valtellina, al secondo semaforo prendiamo sulla destra Via Palabione e raggiungiamo l'ampio parcheggio della stazione a
valle della cabinovia Palabione nel quale lasciamo la macchina (m. 1180).
Usciti dal parcheggio, giriamo a destra (est) in Via Adamello e la percorriamo in lievissima salita.
Lasciamo a sinistra Via Vago e, più avanti, Via Stella Alpina all'inizio della quale c'è un parcheggio a pagamento per soste brevi (tariffa oraria 2
euro).
Continuiamo quasi in piano con Via Adamello, superiamo una strettoia e raggiungiamo uno slargo dove alla sinistra c'è una fontana con vasca
sotto a una tettoia.
Qui Via Adamello si immette su di un'altra strada che a sinistra si chiama Via Tonale e a destra Via Ospitale (m. 1195). Andiamo a destra in
salita, inizialmente tra le case e poi tra case e prati.
Ad un bivio prendiamo la strada a sinistra (m. 1210). I segnavia infatti indicano verso sinistra con il percorso n. 339: Bratte Alte a ore 1, Malga
Baradello a ore 1.30, Piana dei Galli a ore 2.30 e con il percorso 338: Bratte Basse a ore 0.50, Malga Premalt a ore 1.40.
Superiamo le ultime case e percorriamo una curva verso destra.
Giriamo a sinistra e, su di un ponte con le sponde di legno, attraversiamo il Torrente Ogliolo di Edolo. Un cartello informa che la strada diventa
agro-silvo pastorale (S. Pietro - Bratte) e il transito è consentiti solo ai veicoli autorizzati.
Quasi in piano percorriamo un tratto sterrato, attorniati da prati (m. 1215).
Proseguiamo in salita con il fondo in cemento tra prati e radi alberi. Alla sinistra troviamo quattro paletti di legno che reggono un cavo.
Un sentiero sale dalla sinistra (m. 1230). Di tanto in tanto troviamo una canalina di ferro per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Poco dopo trascuriamo una sterrata che scende a sinistra verso una baita (m. 1235).
Percorriamo tre semicurve: sx-dx-sx. Alla destra troviamo il "Bait da la Presina", una stalla-fienile e un prato recintato
mentre alla sinistra c'è una baitella di recente costruzione.
Continuiamo quasi in piano su sterrato. Attorno ci sono due prati. Alla sinistra c'è una recinzione con pali che reggono quattro cavi (m. 1255).
Proseguiamo con poca pendenza. La recinzione alla sinistra ora è più rudimentale. Vediamo una baita alla destra e il baitello della legnaia alla
sinistra (m. 1260).
Continuiamo quasi in piano attorniati da alberi e prati (m. 1265).
Passiamo sotto i due cavi della seggiovia quadriposto Baradello - Piana dei Galli.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla destra ci sono due baite.
Continuiamo quasi in piano con il fondo in cemento. All'esterno di una curva verso sinistra troviamo un Crocefisso.
Torniamo a camminare in leggera salita su sterrato (m. 1270).
Entriamo in un bosco e percorriamo una curva verso destra.
Proseguiamo in salita su cemento. Alla sinistra c'è un prato con delle felci.
Superiamo una semicurva verso destra.
Percorriamo pochi passi su sterrato. Ignoriamo una stradina inerbita che sale a destra. Alla destra c'è una costruzione ai piedi della quale esce
un ruscello che attraversa la strada su di un letto in cemento. Nel prato in basso alla sinistra vediamo una villetta e un baitello (m. 1285).
Continuiamo in salita su cemento. Alla destra c'è una casa.
Subito percorriamo una curva verso sinistra. Dietro verso destra, vediamo in lontananza le case di Aprica.
Rientriamo nel bosco (m. 1300).
Percorriamo un tornante destrorso molto ampio e vediamo un grosso bollo rosso-bianco-rosso su di un larice (m. 1310).
Proseguiamo con poca pendenza e dopo pochi passi su sterrato torniamo a camminare sul cemento attorniati da larici e betulle (m. 1315).
Tra gli alberi, in basso a destra riusciamo a scorgere un baitello (m. 1330).
Subito dopo, in basso a destra, vediamo due baite in un prato e una sterrata che scende a raggiungerle.
Continuiamo con un tornante sinistrorso e riprendiamo a salire tra larici e betulle (m. 1335).
Quasi in piano, su sterrato, percorriamo una curva verso destra. Alla sinistra c'è una panca (m. 1360).
Poco dopo, nuovamente su cemento, torniamo a salire e superiamo una semicurva verso sinistra trascurando una stradina inerbita che sale a destra.
Alla sinistra troviamo un'altra panca di legno (m. 1365).
Ora alla sinistra ci sono meno alberi e diversi arbusti (m. 1380).
All'interno di una semicurva verso sinistra vediamo un prato (m. 1385).
Percorriamo un tornante destrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto (m. 1395). I segnavia indicano a destra: Baita Pidac, Bratte
Basse, Bratte Alte, Palabione, Rifugio Valtellina.
Subito dopo, alla sinistra ci sono una fontana e la Baita Pidac che vediamo più in alto.
Poco dopo arriviamo ad un bivio. Lasciamo la sterrata che continua diritto [più avanti vediamo dei segnavia che indicano con la sterrata
agro-silvo-pastorale Bratte - Baradello - Piana dei Galli (segnavia 337): Bratte Alte a ore 0.15, Malga Palabione a ore 1] e continuiamo verso
sinistra con il fondo in cemento.
Dopo un tratto in salita, troviamo dei segnavia che indicano con il sentiero 338 che si stacca verso sinistra: Malga Premalt a ore 0.40,
Campovecchio. Prendiamo il sentiero che inizia in modo abbastanza ripido (m. 1410).
La pendenza diminuisce un poco. Su di un albero vediamo il segnavia 338. Continuiamo in un bosco di larici. Da questo punto, di tanto in tanto,
troveremo un bollo bianco-rosso.
Percorriamo una curva verso sinistra seguita da una verso destra mentre camminiamo sopra delle radici affioranti dal terreno (m. 1435).
Superiamo due brevi tratti, il primo quasi in piano e l'altro in leggera salita.
Dopo una curva verso destra continuiamo in salita.
Sei tronchetti di legno formano altrettanti gradini.
Giriamo a sinistra e quasi in piano attraversiamo un ruscello su di un ponticello di legno (m. 1450).
Proseguiamo in salita e rientriamo nel bosco.
Percorriamo una curva verso destra (m. 1460).
Due radici formano altrettanti gradini. Proseguiamo con poca pendenza (m. 1465).
Continuiamo in salita.
Troviamo varie radici che affiorano dal terreno.
Dopo un breve tratto quasi in piano riprendiamo a salire (m. 1475).
Con il sentiero incassato nel terreno circostante superiamo due serpentine destra-sinistra (m. 1480).
Proseguiamo con un breve tratto quasi in piano.
In leggera salita, attorniati da arbusti, superiamo una curva verso destra (m. 1485).
Continuiamo in salita.
Quasi in piano percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1505).
Terminati gli arbusti, guadiamo un ruscelletto.
Rientriamo nel bosco e proseguiamo in leggera salita.
Saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1515).
Dopo un breve tratto quasi in piano torniamo a salire (m. 1520).
Vediamo del muschio sopra una roccia che affiora alla sinistra del sentiero.
Percorriamo un tratto abbastanza ripido (m. 1535) e uno con poca pendenza (m. 1545).
Dopo un breve tratto quasi in piano continuiamo in leggera salita (m. 1550).
Superiamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo quasi in piano.
Percorriamo altre due semicurve destra-sinistra e continuiamo con poca pendenza. Un segnavia in legno indica il sentiero 23.
Proseguiamo quasi in piano.
In leggera salita superiamo due semicurve sinistra-destra.
Dopo un tratto in salita continuiamo quasi in piano (m. 1555).
In leggera discesa percorriamo un ampio tornante sinistrorso.
Dopo un breve tratto quasi in piano, superiamo una semicurva verso destra e riprendiamo a salire con delle serpentine appena accennate.
Percorriamo un tratto con poca pendenza e continuiamo in salita (m. 1560).
Su di un albero vediamo il segnavia 23 (m. 1575). Proseguiamo in modo abbastanza ripido.
In salita superiamo una semicurva verso destra (m. 1585).
Presso una semicurva verso sinistra vediamo delle radici affioranti dal terreno.
Continuiamo con pochissima pendenza (m. 1600).
Pieghiamo a destra. Con un passo scavalchiamo una roccetta (m. 1605).
Proseguiamo quasi in piano.
Vediamo il segnavia 338 su di un albero.
Arriviamo ad un bivio (m. 1600). I segnavia indicano,
diritto: Campovecchio (sentiero 122);
a destra: Sentiero P.G. Frassati, Zappello dell'Asino;
dietro (sentiero 338): Aprica. Qui termina la salita e inizia la discesa verso Campovecchio.
Proseguiamo diritto.
Lasciamo subito a sinistra un roccolo, un tempo usato per l'uccellagione, e continuiamo in discesa su di un largo sentiero.
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1585).
Continuiamo in leggera discesa (m. 1575).
Troviamo dei cartelli che indicano dietro (segnavia 122/7): Aprica, Baradello, Sentiero Frassati. Proseguiamo quasi in piano (m. 1570).
Poco dopo troviamo altri segnavia che indicano diritto: deviazione per Campovecchio, Sentiero P.G. Frassati, Camizzone, Aprica, Percorsi per
Mountain Bike direzione Corteno Golgi.
Continuiamo in discesa tra prati e radi alberi.
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1555). Frattanto il largo sentiero è diventato una sterrata.
Percorriamo altre due semicurve: sinistra-destra. Alla destra c'è una vecchia stalla (m. 1540).
Dopo pochi passi, alla sinistra troviamo una baita recintata.
Continuiamo con il fondo in cemento ma solo per una diecina di metri (m. 1530).
Proseguiamo in leggera discesa su sterrato.
Alla destra vediamo una baita in un prato (m. 1520).
Poco dopo trascuriamo la sterrata che entra nel prato.
Poco prima di raggiungere i due edifici della Malga Premalt troviamo dei cartelli che indicano, diritto: Corteno (segnavia 6); a destra: deviazione
per Campovecchio, Percorsi per Mountain Bike direzione Corteno Golgi. Andiamo a destra. Con una breve discesa scendiamo nel prato e quasi
in piano lo attraversiamo (m. 1510).
Raggiunti gli alberi in fondo al prato, giriamo a destra e, seguendo il cartello che indica la deviazione per Campovecchio, prendiamo un sentiero
inerbito, in leggera discesa, tra gli alberi.
In discesa percorriamo una semicurva verso destra (m. 1490).
Continuiamo quasi in piano (m. 1480).
Scendiamo un modo abbastanza ripido.
Percorriamo due curve sinistra-destra (m. 1465).
Proseguiamo con delle serpentine: dx-sx-dx.
Lasciamo a destra una roccia che sporge leggermente verso il sentiero e continuiamo in discesa (m. 1455).
Proseguiamo in leggera discesa attorniati da arbusti (m. 1445).
Superiamo due semicurve destra-sinistra e continuiamo in discesa (m. 1440).
Un cartello segnala il divieto di caccia.
In leggera discesa percorriamo un'ampia curva verso destra (m. 1430).
Riprendiamo a scendere in modo abbastanza ripido.
Continuiamo con delle serpentine.
In leggera discesa percorriamo una curva verso destra (m. 1400).
Dopo un tornante sinistrorso proseguiamo in discesa
Percorriamo altri due tornanti: sinistra e destra (m. 1395).
Il sentiero si biforca. Alla sinistra scende ripidamente. Meglio tenere la destra e percorrere due curve sinistra-destra. Dopo una diecina di metri
il sentiero si ricompone (m. 1375).
Dopo un tratto in leggera discesa continuiamo in discesa (m. 1365).
Troviamo una roccetta che affiora nel sentiero e possiamo aggirarla da entrambi i lati (m. 1365).
Il sentiero si divide nuovamente ma solo per aggirare una pietra liscia obliqua (m. 1355).
Proseguiamo in leggera discesa.
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1350).
In leggera discesa superiamo due semicurve: sinistra-destra
In discesa percorriamo un tratto di sentiero bagnato da un rivolo.
Proseguiamo quasi in piano. Alla destra, da un tubo arancio, esce dell'acqua sorgiva che attraversa il sentiero (m. 1325).
Torniamo a scendere. Troviamo alcuni massi e pietre coperti dal muschio.
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra accompagnati da una staccionata sul lato destro del sentiero (m. 1315).
Lasciamo a sinistra alcuni massi.
Sbuchiamo sulla sterrata di fondo valle tra le baite di Campovecchio (m. 1310). I segnavia indicano, dietro: inizio sentiero 4 luglio CAI Santicolo
e con il segnavia 7: Malga Premalt a ore 0.50, Passo Telenek a ore 5.30, Passo Sellero a ore 6.30, Bivacco Davide a ore 8; verso sinistra e verso
destra con i sentieri 124 e 129: Giro delle Valli di Sant'Antonio. Alla destra c'è il Rifugio Alpini Campovecchio. Andiamo a sinistra, quasi in piano
passando accanto ad una baita con l'insegna: "1886 Tablat de li Goe 1990".
Continuiamo in discesa. Alla destra ci sono un prato ed alcuni grandi massi.
Percorriamo un paio di curve e su di una baita vediamo il segnavia a bandierina con il n. 124.
Troviamo il sentiero (segnavia 124) descritto
nel secondo itinerario che arriva davanti a noi. Alla destra c'è un ponte in legno coperto (m. 1300).
Superiamo il ponte e proseguiamo attraversando il bosco come già descritto nel secondo itinerario e poi ci immettiamo sulla sterrata (segnavia
129) descritta nel primo.
Tempo impiegato: ore 2.50- Dislivello m. +490 -365
Data escursione: marzo 2004/settembre 2020
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