Rifugio Boffalora

Il Rifugio Boffalora sorge sull'omonimo valico tra il Monte di Lenno (m. 1589) e la Cima Duaria (m. 1447).

Primo itinerario: in auto
Lasciamo la statale 340 Regina verso la fine di Argegno (Co) per deviare a sinistra ed imboccare la provinciale 13 della Valle d'Intelvi con la quale saliamo fino a San Fedele e poi giriamo a destra (Largo IV Novembre, Via Blessagno) per Pigra.
A Pigra prendiamo a sinistra una stradina (Via Militare) che conduce dapprima al Rifugio Alpe di Colonno (m. 1320) dietro il quale c'è una chiesetta, ed infine in lieve discesa arriviamo al Rifugio Boffalora.
 
Secondo itinerario: da Ossuccio per il Santuario della B.V. del Soccorso
Con la s.s. 340 seguiamo il Lago di Como fino ad Ossuccio, paese situato di fronte all'Isola Comacina. Al km. 23 della statale, in vista del caratteristico campanile, giriamo a sinistra (ovest) per prendere una strada in salita. Arrivati a una rotonda, proseguiamo sulla destra con Via degli Ulivi.
Seguendo le indicazioni per il Santuario, percorriamo le vie del paese e raggiungiamo Piazza Papa Giovanni XXIII, poco più di uno slargo, dove convergono altre due stradine. Qui dobbiamo parcheggiare nei pressi della quarta cappella (m. 305).

Le quattordici cappelle in stile barocco, costruite negli anni 1635-1710, contengono statue a misura d'uomo e rappresentano scene del Vangelo. Le prime tre, che non visiteremo, narrano: l'Annunciazione, la Visitazione e la Nascita di Gesù.
Sulla quarta cappella leggiamo: "La presentazione di Gesù Bambino al tempio". Dietro la cappella c'è una panca in pietra.

Ci incamminiamo lungo una strada acciottolata divisa in due da un muretto: la parte a sinistra è percorribile con un fuoristrada mentre la parte a destra, chiusa da una stanga, è riservata ai pedoni. Un cartello indica questo cammino come Via del Rosario. Il Santuario già si vede, davanti in alto.
Inizialmente saliamo con poca pendenza. Il percorso è ampio.
Alla destra, dopo una casa, troviamo la quinta cappella: "La disputa di Gesù coi dottori del tempio".
Proseguiamo tra due muretti. Alla destra c'è una villa mentre alla sinistra ci accompagna una fila di platani.
Raggiungiamo la sesta cappella: "L'agonia di Gesù nel giardino degli ulivi". Davanti alla cappella c'è una panca di pietra (m. 330).
Camminando quasi in piano tra due muretti, giriamo a destra e poi a sinistra e raggiungiamo la settima cappella: "Gesù flagellato" (m. 335).
Troviamo altre due case, una per lato, e continuiamo in leggera salita. Ora i due muretti sono sormontati da una rete metallica.

Presso una curva a sinistra, leggiamo una targa marmorea che ricorda fra Gustavo, un giovane studente cappuccino deceduto a soli 24 anni.
Dopo la curva, sopra il muretto alla destra c'è una siepe.
Lasciamo a sinistra alcune case e, sulla destra, troviamo l'ottava cappella: "Gesù coronato di spine" (m. 345).
Con pochissima pendenza percorriamo un rettilineo tra muretti e ulivi. Alla sinistra possiamo vedere il lago.
Sulla destra troviamo la nona cappella: "Gesù che va al Calvario".

Subito prima di una curva a destra raggiungiamo un'altra cappella (m. 355). Qui non ci sono scritte ma la scena inequivocabilmente riguarda la Crocefissione.
Riprendiamo a salire. Ora il fondo è parzialmente in cemento, dapprima al centro e poi due strisce ai lati. Alla sinistra, oltre il muretto, la carrozzabile scorre parallela.
Sulla destra troviamo l'undicesima cappella: "La gloriosa resurrezione di Gesù Cristo" (m. 365).

In seguito troviamo sulla sinistra un cassottello, una casa e la dodicesima cappella: "Secondo mistero glorioso, l'Ascensione di Gesù Cristo al cielo", di fronte alla quale c'è una ringhiera in ferro dalla quale possiamo ammirare il panorama sul lago e su Bellagio (m. 375).
Proseguiamo con poca pendenza tra due muretti e alcuni alberi.
Poi riprendiamo a salire percorrendo un tornante sinistrorso con il fondo acciottolato e con dei gradini alla sinistra. All'esterno invece il muretto si alterna a pezzi di inferriata (m. 385).
Raggiungiamo la tredicesima cappella: "La discesa della Spirito Santo sopra gli Apostoli". Accanto ci sono due panche di pietra.
Proseguiamo in leggera salita tra due muretti. Alla sinistra ci sono degli ulivi, alla destra altri alberi.

Arrivati sotto la chiesa giriamo a sinistra (m. 400). Ora la parte sinistra della mulattiera è a gradini mentre quella destra prosegue sui ciottoli. Alla sinistra c'è un basso muretto e alla destra un muro.
Dopo una curva a destra, sulla destra troviamo due porte ai lati di un'arcata.
Raggiungiamo la quattordicesima cappella: "Maria assunta in cielo". Anche qui c'è una panca in pietra (m. 415). Ignoriamo una deviazione che riporta sulla carrabile che in questo punto è stretta e assai ripida, e proseguiamo con un tornante destrorso.
Con poca pendenza percorriamo un breve tratto e arriviamo al successivo tornante, sinistrorso, all'esterno del quale c'è una balaustra in posizione panoramica.
Poi riprendiamo a salire e raggiungiamo il Santuario (m. 419). La chiesa, edificata nel 1590 e restaurata nel 1924, merita sicuramente una visita. Accanto c'è una fontana che rappresenta l'unica possibilità per rifornirsi d'acqua fino al rifugio.

Ci immettiamo sulla stradina che, in alcuni punti, ci aveva accompagnato sulla sinistra. Qui procede in salita con il fondo in cemento ma, dopo la prima curva a sinistra, di cemento rimangono solo le due strisce ai lati. Alla destra c'è un'area pic-nic, su più livelli, con tavoli e panche in pietra.
Presso un tornante destrorso, ignoriamo un sentierino che continua diritto (m. 435). Alla destra c'è un guard-rail di colore grigio. Saliamo in modo abbastanza ripido attorniati da un boschetto di alberelli. In questo punto la strada è interamente in cemento poi continua con le sole due strisce.
Alla sinistra ci sono delle rocce.

Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione. Alla destra ci sono dei paletti che reggono due funi di acciaio e proteggono da un ripido pendio. Siamo all'Orrido del Tufo, un profondo solco che il torrente ha intagliato alle spalle del Santuario (m. 465).
Camminiamo quasi in piano sui ciottoli mentre alla destra ci sono degli abeti, poi riprendiamo a salire, con due strisce di cemento ai lati, in un boschetto di alberelli.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso ignorando un sentiero che, accanto ad una corta protezione, scende a destra in un valloncello (m. 480). In alto a sinistra c'è una vecchia casa. Un'altra la vediamo davanti in lontananza.
Percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante e proseguiamo tra due prati; quello alla sinistra è recintato.

In lieve pendenza raggiungiamo Preda, piccolo abitato composto da alcune case e qualche baitello e poi, nuovamente tra i prati, arriviamo ad un bivio (m. 510). Vari segnavia indicano a sinistra: Gravona a ore 1, Boffalora a ore 2; a destra: S. Benedetto a ore 1.30. Un cartello, segnalando quest'ultimo percorso, recita: "Stretta è la via che conduce alla vita. Pochi sono coloro che la percorrono. Soltanto chi persevera sarà salvato. San Benedetto".
Andiamo a sinistra, in leggera salita, tra due muretti; quello a sinistra è sormontato da una rete. Attorno di sono dei prati. Ora la stradina è sterrata ma con le solite due strisce di cemento ai lati per agevolare il passaggio dei fuoristrada e dei mezzi agricoli che devono raggiungere le varie baite e cascine che incontreremo lungo il cammino.
Torniamo a salire. Qui inizia una serie di pali in metallo che reggono un cavo; il primo è situato alla sinistra e gli altri dell'altro lato del percorso.
Vediamo sulla destra un cancello di colore verde, oltre il quale ci sono un prato e delle case.
Percorriamo una curva a sinistra, con il fondo interamente in cemento, aggirando un rudere (m. 525).
Proseguiamo con le due strisce di cemento. Alla sinistra c'è una rete metallica mentre sull'altro lato, oltre un muretto di pietre, c'è un bosco.

In alto a destra c'è la bella casa di pietra che avevamo giù visto da lontano, prima di Preda. Una gradinata sale a raggiungerla (m. 545).
Alla sinistra termina una recinzione e ne inizia un'altra (m. 555).
La pendenza aumenta. Alla sinistra c'è un cancello mentre sull'altro lato si stacca un sentiero inerbito.
Proseguiamo con un muro di pietre alla destra.
Passiamo accanto ad un traliccio dell'alta tensione e sotto i suoi cavi (m. 570).
Poco prima di una curva a destra, la recinzione alla sinistra termina accanto ad un sentiero che, costeggiandola, scende verso una casa.
Attraversiamo un boschetto di alberelli.
Presso una curva, passiamo sotto i cavi di un'altra linea di tralicci dell'alta tensione, diversa dalla precedente.
La pendenza diminuisce un poco. Alla destra ci sono pochi metri di guard-rail. La stradina gira a sinistra e ricomincia a salire in modo abbastanza ripido (m. 585).

Raggiungiamo un tornante sinistrorso dove proseguiamo con il percorso principale, segnalato da una striscia gialla, trascurando un sentiero che continua diritto (m. 600).
La salita ora è meno accentuata. Alla destra c'è un muretto di pietre.
Ignoriamo un sentiero che si stacca sulla sinistra e poco dopo passa accanto alle poche pietre rimaste di un rudere (m. 615).
Pochi passi più avanti, nel bosco, vediamo un altro rudere; qui praticamente una sola parete è rimasta in piedi.

Con delle protezioni alla sinistra, in modo abbastanza ripido, percorriamo un ampio tornante destrorso, a metà del quale sulla sinistra una foto ricorda un ragazzo scomparso a soli 19 anni (m. 645).
Lasciamo poi a sinistra un piccolo sentiero, un pezzo di rete e un cancelletto e proseguiamo in salita nel bosco composto in prevalenza da alberelli ma anche da alcuni castagni.
Sulla sinistra troviamo un piccolo slargo recintato (m. 665). La recinzione poi prosegue e raggiunge un cancello presso una curva a destra (m. 680).
Saliamo in modo abbastanza ripido. Alla sinistra oltre la recinzione c'è un prato mentre alla destra c'è un bosco di alberelli.
Percorriamo una curva a sinistra (m. 690). Alla destra, oltre un muro di pietre, vediamo un prato e degli alberi.

Raggiungiamo due costruzioni: alla sinistra una casa con un orto recintati e alla destra una vecchia stalla (m. 710).
Proseguiamo tra una rete e un muro di pietre. Qui parte un'altra serie di pali che recano un cavo.
La pendenza diminuisce un poco ma solo per un breve tratto, poi percorriamo due semicurve e torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 730). Alla sinistra c'è un muretto e alla destra dei cespugli.
Continuiamo poi tra una rete e un muro di pietre oltre i quali ci sono prati e alcuni alberi.
Poi alla sinistra troviamo una zona recintata mentre alla destra ci sono dei terrazzamenti con dei muretti di sostegno (m. 745).

Alla sinistra troviamo un cancello e una casa. Una targa informa che si tratta della Baita Carola (m. 755). A seguire troviamo diverse altre vecchie case di pietra. Siamo a Cassina.
Percorriamo un tornante destrorso e lasciamo a destra una baita e una stalla.
Poi, presso una curva a sinistra, nei prati a destra vediamo altre tre costruzioni (m. 770).
Camminiamo tra due bassi muretti; quello alla destra è sormontato da una rete. Alla sinistra c'è un rudere.
Poco dopo alla sinistra troviamo un cancello e l'inizio di un'altra recinzione. Ora la pendenza è minore. Attorno ci sono prati e alcuni alberi.
Incontriamo un'altra serie di pali metallici e ne passiamo sotto i cavi (m. 785).
La pendenza aumenta. Percorriamo una curva a sinistra, con il fondo in cemento, ignorando un sentiero che prosegue diritto (m. 800).
Continuiamo con le solite due strisce e ripassiamo sotto i cavi.

Raggiungiamo una casa situata sulla sinistra. Ignoriamo un sentiero che prosegue diritto e, seguendo il percorso principale, giriamo a destra (m. 815).
Attorniati da due siepi di alberelli, riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido. Percorriamo un ampio tornante sinistrorso e passiamo sotto un cavo.
Proseguiamo con alberelli alla sinistra e un muretto di pietre e arbusti alla destra.
Per un breve tratto la pendenza diminuisce un poco mentre camminiamo circondati da alberelli (m. 840). Poi riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido. Ora alla destra ci sono in prevalenza dei castagni.

Raggiungiamo tre belle costruzioni, chiuse da una recinzione, situate sulla destra e di fronte ad uno spiazzo erboso (m. 870). Più in alto ne vediamo altre.
Continuiamo; alla sinistra dapprima ci accompagnano degli alberelli e poi una recinzione mentre alla destra, oltre la recinzione, vediamo dei prati, qualche albero e dei terrazzamenti con dei muri di pietre a sostegno.
Alla destra troviamo poi un grande cancello in legno, simile a una staccionata e in alto, un muro. Qui terminano le recinzioni da ambo i lati (m. 885).
Subito ignoriamo un sentiero alla destra. Attorno ci sono alcuni alberi. Bella la vista sul lago alla sinistra mentre alla destra ora c'è un muro di pietre.

Troviamo due ruderi sulla destra (m. 910). La pendenza diminuisce.
Ignoriamo un sentiero che prosegue diritto, in leggera discesa, mentre la mulattiera accompagnata da un parapetto in metallo compie una semicurva a destra e sale ripidamente con il fondo in cemento.
Alla destra ci sono alcune case. In modo abbastanza ripido raggiungiamo la prima (m. 925). La mulattiera ritorna ad essere sterrata e con due strisce di cemento ai lati.
Alla sinistra, da questo punto, inizia una serie di pali di metallo che reggono un cavo.
Troviamo poi sulla destra una stalla davanti alla quale c'è una vasca abbeveratoio per gli animali.
Subito dopo, sempre a destra, c'è un grande prato all'inizio del quale, nel cemento, leggiamo: "Pugnaten 2011".
Proseguiamo in salita. Alla sinistra ci sono alcune pietre; alla destra un basso muretto; alberi da entrambi i lati. In alto vediamo le case di Gravona, la maggior parte delle quali alla destra.
Troviamo una grata per lo scolo dell'acqua. Ora il fondo è in cemento. Alla sinistra c'è una protezione di colore verde. Davanti vediamo un traliccio dell'alta tensione.

Siamo ad un quadrivio (m. 970). Diritto (nessuna indicazione) una strada sterrata conduce all'Alpe Sala e poi all'Alpe di Colonno; piegando un poco a destra una strada con due strisce di cemento continua verso il Rifugio Boffalora (un cartello di legno lo indica a 50 minuti); alla destra invece c'è una sterrata non segnalata.
Oltre le prime abitazioni troviamo un altro bivio ed andiamo a destra.
Superate le case troviamo sulla destra un prato con un appostamento per la caccia. E' un bel punto panoramico e sostiamo un attimo ad osservare i monti ed il lago sottostante (m. 1010).

Riprendiamo a salire. La stradina ora è meno ripida ed il fondo selciato è parzialmente coperto di erba e di terra.
Superiamo una vecchia cascina tra i prati (m. 1060).
Il percorso riprende a salire ripidamente e, per un tratto, è coperto da due strisce di cemento.
Raggiungiamo due vecchi baitelli in cattive condizioni che troviamo alla nostra destra, mentre sull'altro lato si stacca un sentiero (m. 1125).
Continuiamo con minore pendenza cominciando ad intravedere le baite dell'Alpe Boffalora, ancora lontane.

La stradina, ormai diventata mulattiera, percorre ora il versante nord della Cima della Duaria (m. 1447); è questo l'unico tratto in ombra della nostra escursione.
A destra, oltre la valle, distinguiamo il Rifugio Venini (m. 1576) tra i Monti Calbiga (m. 1698) e Tremezzo (m. 1700).
Quasi in piano superiamo i ruderi di altre due baite (m. 1165) e riprendiamo a salire.
La mulattiera ora è più stretta. Vediamo un altro rudere e continuiamo con minor pendenza.
Troviamo i resti di una vecchia costruzione e dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire, seppur con poca pendenza, e torniamo al sole (m. 1245).

In piano raggiungiamo le prime case dell'Alpe Boffalora (m. 1265); poi, in lieve discesa, su sentiero con il fondo in cemento, superiamo un traliccio dell'alta tensione.
Poco dopo, passiamo tra le altre case dell'Alpe e ci fermiamo un attimo ad ammirare la bella vista panoramica sul sottostante lago, sul Promontorio di Bellagio e sulle Grigne.
Con una breve discesa su sfondo asfaltato, superiamo un cancello (cartello: avanti-chiudere).
Di fronte ci sono una pozza d'acqua e la strada che sale da Pigra e, sulla destra, il rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.15 - Dislivello: m. 947
Data escursione: gennaio 2012
 
Terzo itinerario: da Colonno
Con la statale 340 arriviamo fino al km 20 dove, all'inizio di Colonno, giriamo a sinistra per prendere Via Cappella, una strada in salita che ha il lato a valle adibito a parcheggio.
Lasciamo la macchina, eventualmente il più in alto possibile, e ci incamminiamo in leggera salita seguendo l'asfalto (m. 270).
Troviamo un segnale di divieto di accesso ai veicoli e proseguiamo in modo abbastanza ripido con una curva a sinistra tra le case. Alla destra sono ben visibili l'Isola Comacina e la Penisola di Balbianello (m. 280).

Poco dopo sulla destra, accanto ad un segnale di divieto di transito e a una fontana, inizia una bella e larga mulattiera (m. 290).
Alla sinistra c'è una ringhiera, alla destra un muro di pietre, e al centro inizialmente dei gradini.
Camminiamo tra case e orticelli con bella vista sul lago alla sinistra. Alla destra ci sono delle vecchie baite (m. 305).
Terminata la ringhiera, ignoriamo un sentiero che sale a destra.
Percorriamo un tratto in leggera salita. Alla destra ci sono dei terrazzamenti sorretti da muri di pietra, alcuni alberi e qualche baita.

In modo abbastanza ripido percorriamo una curva a destra con dei gradini in cemento all'interno, passando accanto ad una recinzione e ad un cancelletto verde (m. 325).
Da entrambi i lati ci sono degli ulivi. Passiamo tra un cassottello a sinistra e una vecchia casa a destra.
Ora i gradini sono alla sinistra della mulattiera e terminano presso una curva a sinistra dove ignoriamo un ripido sentiero che sale alla destra (m. 340).
La mulattiera prosegue con piccoli gradini al centro e due strisce di cemento ai lati.
Più avanti, camminando con una siepe alla sinistra, troviamo due case sulla destra tra le quali sale un altro ripido sentiero.
Le strisce di cemento terminano e la pendenza diminuisce un poco. Alla sinistra ci sono dei rovi e alla destra il muro di pietre. Sempre bello il panorama sul lago alla nostra sinistra e, volgendoci, sull'Isola Comacina e la Penisola di Balbianello.
Proseguiamo in leggera salita con una striscia di cemento alla sinistra. Alla destra c'è il solito muro di pietre mentre sull'altro lato ci sono dapprima alcuni alberi e poi ancora dei rovi (m. 370).
Dopo una semicurva a destra proseguiamo con maggiore pendenza agevolati da alcuni gradini di pietra. Alla destra vediamo altri terrazzamenti.

Troviamo il primo bollo, di colore rosso, su di una pietra alla sinistra (m. 405).
Poco dopo ignoriamo un sentiero che scende alla sinistra mentre la mulattiera torna ad avere due strisce di cemento ai lati.
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido e percorriamo un tornante destrorso all'interno del quale c'è una casa circondata da un muretto sormontato da una rete metallica (m. 415).
Terminate le due strisce, la pendenza diminuisce un poco. Camminiamo tra due mura attorniati da terrazzamenti ed ulivi.
Vediamo una cascina in alto a sinistra e due cancelli, accanto al primo dei quali ci sono un bollo blu e un freccia gialla che indica la direzione dalla quale proveniamo (m. 425).
Continuiamo con un muro alla sinistra mentre sull'altro lato dapprima c'è una rete e successivamente rovi e arbusti.
In leggera salita percorriamo una semicurva a sinistra e passiamo tra una stalla/fienile a una casa (m. 445).
Riprendiamo a salire con due strisce di cemento, tra due muretti di pietre. Alla destra, oltre il muro e una recinzione metallica, vediamo un baitello (m. 455).
Ora la mulattiera ha dei piccoli gradini di pietra e una striscia di cemento alla destra.
Proseguiamo tra arbusti e alberelli alla sinistra e una rete con due cavi di filo spinato alla destra.
Continuiamo poi tra un muro e una recinzione metallica (m. 465).
Sulla destra, oltre una recinzione con due cancelli, c'è una casa (m. 470).
Continuiamo con il solito muro di pietre alla sinistra mentre sull'altro lato c'è una recinzione realizzata con alberi e filo spinato.
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso passando accanto ad un altro cancelletto. Il percorso diventa ripido e la mulattiera torna ad essere coperta da due strisce di cemento ai lati (m. 475).

Un breve tratto in leggera salita, con una sola striscia sul lato sinistro, ci conduce alla cappella di S. Antonio che troviamo sulla destra (m. 500).
Proseguiamo in salita con arbusti e pochi alberi alla sinistra e il solito muro alla destra. La striscia in cemento è terminata.
Troviamo sulla sinistra altre due baite e vediamo un bollo rosso e un segmento giallo (m. 520).
In leggera salita percorriamo una curva a destra passando tra una recinzione fatta con alberi e un muretto sormontato da una rete metallica.
In alto a destra vediamo altri terrazzamenti e due case che, in salita, poco dopo raggiungiamo (m. 535).

Giunti davanti ad una porta di legno che conduce in un locale interrato, ignoriamo un sentiero che costeggia il muro sulla sinistra e seguiamo la mulattiera che gira a destra passando con poca pendenza tra altre costruzioni (m. 545).
Ora alla sinistra ci sono degli alberi mentre alla destra dapprima una rete metallica e poi degli alberelli.
Dopo una curva a sinistra, proseguiamo dapprima tra alberi da un lato e un muretto di pietre dall'altro e poi tra due prati.
Alla destra troviamo una cascina circondata da una recinzione metallica (m. 565).
Riprendiamo a salire con il solito muro alla sinistra e due strisce di cemento ai lati della mulattiera.

In modo abbastanza ripido percorriamo un tornante sinistrorso (m. 575) passando accanto ad un piccolo monumento in memoria di una persona deceduta in montagna, come ricorda una corda strappata appesa ad un moschettone. Davanti al monumento c'è una panchina di pietra. Alla destra un sentiero sale verso una vecchia costruzione; alla sinistra c'è un vecchio baitello.
Proseguiamo in leggera salita seguendo la mulattiera, tra alberelli e arbusti alla sinistra e un muro sormontato da rovi alla destra. Nel muro una apertura conduce in una grotta.
Continuiamo quasi in piano in un bosco di alberelli (m. 595) e poi in leggera salita con dei rovi alla sinistra (m. 615).
Entriamo in un bosco e torniamo a salire ripidamente con dei piccoli gradini al centro della mulattiera poi la pendenza diminuisce (m. 635). Alla destra ci accompagna ancora il muro di pietre.
Percorriamo un tratto quasi in piano e troviamo una vecchia casa sulla sinistra (m. 650), poi in leggera salita proseguiamo tra due muretti.
Passiamo sotto due serie di cavi dell'alta tensione. In alto a sinistra, oltre la sottostante Valle della Camoggia, distinguiamo nettamente l'abitato di Pigra.

Lasciato un prato alla sinistra, raggiungiamo altre costruzioni (m. 675). Siamo a Cambrianico. Il vecchio borgo sembra ormai abbandonato.
In salita raggiungiamo l'ultima casa, l'unica restaurata, che troviamo sulla destra (m. 700).
Ora la mulattiera diventa abbastanza ripida e per un breve tratto è ancora coperta da due strisce di cemento ai lati.
Proseguiamo con alcuni piccoli gradini di pietra, tra arbusti, alberelli e qualche albero.
Con poca pendenza superiamo un tratto accompagnati dal solito muro di pietre alla destra (m. 720) poi entriamo in un bosco composto in prevalenza da alberelli.
Torniamo a salire. Alla sinistra vediamo il letto di un torrente che troviamo in secca. La mulattiera gira a destra e sale in modo abbastanza ripido nuovamente con due strisce di cemento ai lati (m. 740).

Siamo arrivati a Corniga (m. 750). Passiamo tra le case, quasi tutte ben conservate e in parte ancora abitate.
Dopo alcune curve, troviamo una palina i cui segnavia indicano davanti con il sentiero 17: Solasco a ore 0.15, Monti di Sala Comacina a ore 1.45, Alpe di Colonno a ore 1.45.
Ad un bivio andiamo a destra verso la già visibile chiesa e poco dopo la raggiungiamo (m. 771). La chiesa, risalente al 1631, ha un portico nella parte anteriore ed è dedicata a S. Anna.
Di fronte c'è il sentiero che arriva da Pigra; lo ignoriamo e, piegando a destra, proseguiamo passando accanto alla chiesa.

Poco dopo la mulattiera torna a salire ripidamente con due strisce di cemento ai lati.
Superate le ultime case del borgo, la pendenza diventa leggera. Alla sinistra c'è ancora un muro. Torniamo tra gli alberi.
Alternando tratti in leggera salita ad altri con maggiore pendenza, la mulattiera sale tra cespugli mentre gli alberi sono più a lato.
Tra due muretti percorriamo un tornante sinistrorso (m. 805).
Superiamo altre due case che lasciamo alla sinistra, e torniamo a salire in modo abbastanza ripido con due strisce di cemento ai lati. Poi la pendenza diminuisce.

Raggiungiamo un altro gruppo di case. Su una di queste alla sinistra, leggiamo la scritta "Patiga" (m. 860).
Un'altra casa ha una campanella appesa fuori dalla porta. In questo punto percorriamo un tornante sinistrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto.
In leggera salita arriviamo alle ultime case (m. 880) dove troviamo dei segnavia che indicano davanti con il sentiero 17: Alpe di Colonno a ore 1.30; dietro con il sentiero 17B: Monti di Sala Comacina a ore 1.30.
Proseguiamo in salita attorniati dapprima da alcuni alberelli e poi dal bosco. Alla sinistra c'è un basso muretto.
Lasciamo a sinistra il rudere di un baitello. La pendenza diminuisce (m. 925).
Percorriamo un altro tratto in salita per poi riprendere a camminare con poca pendenza. Alla sinistra, in alcuni punti, la mulattiera e coperta da una striscia di cemento.
Ignoriamo una stradina che scende a sinistra e riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 965). Ora attorno ci sono alberelli e rovi. In alto a destra vediamo una casa.

Percorriamo un tornante destrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto infilandosi in un fitto bosco (m. 1030).
Passiamo tra alcune case e poi, in salita, ne raggiungiamo altre; alla sinistra c'è un muro e alla destra una rete metallica.
Proseguiamo con poca pendenza. Il lato destro, quello a valle, della mulattiera ora è coperto da una striscia di cemento (m. 1055).
Percorriamo un tornante sinistrorso mentre un sentiero prosegue diritto verso una casa (m. 1070).
Solo pochi passi ci separano dal successivo tornante destrorso poi proseguiamo in salita con alberelli a sinistra e un prato alla destra dove c'è una casa in bella posizione panoramica con vista del Lago di Como (m. 1090).

Giriamo a sinistra verso altre case, mentre alla destra ci sono un muretto sormontato da filo spinato e una stradina in piano.
La mulattiera ora è coperta da cemento e scorre alla destra di una fila di case. La pendenza diminuisce. Su una baita vediamo inciso nel legno il nome "Restel" (m. 1130).
Le ultime case sono sul lato destro della mulattiera (m. 1145). Percorriamo un tratto in piano su sterrato e poi continuiamo in leggera salita su cemento. Attorno, tra gli alberi, ora ci sono anche betulle e faggi.
Troviamo altre case sulla destra mentre la mulattiera prosegue con due strisce di cemento (m. 1170).
Per un tratto il fondo è interamente in cemento, poi superate le case, tornano ad essere in cemento solo le solite due strisce (m. 1180).

Entriamo in una faggeta camminando dapprima su cemento e poi, praticamente in piano su sterrato (m. 1200).
Continuiamo così, alternando tratti in salita generalmente su cemento ad altri con poca pendenza o in piano su sterrato.
Ai lati della mulattiera vediamo alcune grosse pietre lisce.
Superiamo un tornante destrorso (m. 1300). Poco dopo passiamo tra due pali di ferro ed usciamo dal bosco. In alto a sinistra cominciamo a vedere il Rifugio Alpe di Colonno.
Arriviamo al parcheggio del rifugio e ci immettiamo sulla strada asfaltata che proviene da Pigra. Il Rifugio Alpe di Colonno (m. 1320) è di fronte, ai piedi di una collina sulla quale vediamo una chiesa chiusa da una recinzione e, più in alto, una croce.

Giriamo a destra immettendoci sulla strada che dovremo percorrere per km 1.8 prima di arrivare al Rifugio Boffalora.
La strada è stretta e alla sinistra ci sono dei paracarri di pietra.
Il primo tratto è pianeggiante. Alla sinistra c'è una chiesetta con la bianca statua di una madonna.
Percorriamo una curva a sinistra. Camminiamo tra i prati. Alla destra ci sono due pozze ma da questo punto è possibile vederne una sola.
Entriamo in un bosco e lo attraversiamo in leggera discesa, con alcune curve.
All'uscita dal bosco (m. 1290) percorriamo due semicurve verso destra. Alla sinistra il pendio è scosceso.
Alla destra ci sono degli abeti. Più avanti, da entrambi i lati, ci sono dei prati.
Infine, lasciata a sinistra una grande pozza, arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.40 - Dislivello: m. 1050 -68
Data escursione: dicembre 2011
 
Quarto itinerario: da Ossuccio per il Santuario della B.V. del Soccorso e l'Eremo di S. Benedetto (EE)

La classificazione EE è dovuta alla presenza, a quota m. 1100, di un tratto esposto che precede e segue il guado di un torrente. In questo tratto il sentiero è stretto e precipita in modo verticale verso il sottostante torrente situato una quindicina di metri più in basso. Inoltre, subito dopo il guado il sentiero è sovente infangato.

La prima parte del percorso è la stessa già descritta nel secondo itinerario seguendo il quale raggiungiamo il piccolo abitato di Preda dove troviamo un bivio (m. 510). Vari segnavia indicano a sinistra: Gravona a ore 1, Boffalora a ore 2; diritto: S. Benedetto a ore 1.30, Boffalora; dietro: Ossuccio. Un cartello, segnalando il sentiero verso la Val Perlana e l'abbazia, recita: "Stretta è la via che conduce alla vita. Pochi sono coloro che la percorrono. Soltanto chi persevera sarà salvato. San Benedetto".

Prendiamo dunque il percorso che con pochissima pendenza prosegue diritto tra le ultime case di Preda.
Sull'ultimo edificio alla sinistra c'è un'insegna con la scritta: "Baita la Ciaspola".
Proseguiamo con una mulattiera acciottolata in un bosco di noccioli. Davanti, verso destra, in lontananza, già vediamo il campanile dell'abbazia.
Percorriamo un tratto in salita con il lato destro della mulattiera coperto da cemento (m. 525).
Torniamo poi a camminare quasi in piano con la mulattiera interamente acciottolata (m. 535).
Percorriamo un'ampia curva a destra.
Dopo una breve salita continuiamo con una breve discesa. Alla destra delle protezioni, realizzate con paletti di metallo che reggono un cavo di acciaio, ci assicurano dal precipizio che vediamo giù in basso.

Guadiamo un torrente che scende dalla sinistra.
Dopo un tratto con poca pendenza, proseguiamo quasi in piano.
Percorriamo una semicurva verso destra con delle protezioni a valle identiche alle precedenti.
Proseguiamo dapprima con un breve tratto in leggera discesa e poi quasi in piano (m. 540).
Percorriamo un tratto in discesa, seguito da un altro quasi in piano. Poi torniamo a scendere con le protezioni alla destra.
In leggera discesa arriviamo al guado di un torrente (m. 525) oltre il quale retrocediamo sull'altro lato della valletta camminando quasi in piano e con le solite protezioni alla destra, al termine delle quali riprendiamo a salire.
Percorriamo un tratto quasi in piano protetto sul lato a valle (m. 535).
Dopo una curva a destra, torniamo a salire.
Dopo la successiva curva a sinistra, percorriamo un tratto quasi in piano. Proseguiamo in salita.
Percorriamo una curva a sinistra con il percorso incassato tra due muretti di pietre.

In leggera salita, percorriamo una ampia curva verso sinistra, all'interno della quale troviamo i ruderi di due vecchie baite (m. 550).
Torniamo a salire. Un sentiero esce alla destra e scorre parallelo poi rientra presso una curva a sinistra (m. 580).
La pendenza aumenta. Vediamo due grandi bolli rossi sugli alberi. In questo punto il sentiero è un po' incassato nel terreno circostante (m. 595).
Percorriamo poi due tratti con poca pendenza seguiti da altrettanti in salita (m. 620).
Dopo una curva a destra quasi in piano (m. 640), percorriamo un lungo tratto in salita.
Troviamo alla sinistra un muretto di pietre coperte dal muschio. Subito dopo alla destra un cartello destinato ai cacciatori segnala: "Zona divieto segugio e caccia alla lepre" (m. 665).

Continuiamo con poca pendenza. Il sentiero si divide in due tracce parallele. Guadiamo un ruscello.
Subito dopo il sentiero si ricompone e, camminando quasi in piano, presso una curva a destra guadiamo un altro ruscello (m. 680).
In leggera salita percorriamo un'ampia curva a sinistra.
Dopo un tratto in discesa riprendiamo a salire.

Superiamo un canalino, scavato tra le pietre, per lo scolo dell'acqua. Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra; due cartelli infatti indicano davanti San Benedetto e dietro Ossuccio.
Subito dopo guadiamo un torrente che scende dalla sinistra. A lato del torrente c'è un tubo verde sostenuto da una forcellina di legno (m. 705).
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi quasi in piano inchinandoci per passare sotto ai tronchi di due tronchi sradicati e caduti sopra al sentiero. In questo punto alla destra ci sono le solite protezioni (m. 715).
Uno dopo l'altro troviamo altri due tronchi sradicati; passiamo sotto al primo e aggiriamo il secondo.

Guadiamo il torrente verso destra e poi saliamo in modo abbastanza ripido.
Dopo un tornante sinistrorso la pendenza diminuisce un poco (m. 730).
Percorriamo un tornante destrorso (m. 740).
Dopo un tratto abbastanza ripido, con poca pendenza attraversiamo un passaggio incassato nel terreno (m. 765).
Subito dopo giriamo a sinistra e continuiamo tra castagni, faggi e betulle.
Torniamo a salire.
Passiamo tra due pietre; su quella alla sinistra è stato dipinto un segmento giallo (m. 780). In basso alla destra vediamo il torrente.

Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra e, con pochi passi in leggera discesa, arriviamo ad un guado presso un'ansa della montagna (m. 805).
Passati alla destra del torrente, dapprima con pochi passi in leggera salita e poi quasi in piano, superiamo una zona infangata.
Proseguiamo con poca pendenza fino ad una curva a sinistra oltre la quale torniamo a camminare quasi in piano (m. 810).
Di traverso al sentiero, troviamo un vecchio tronco che è stato piallato per ricavarne un sedile (m. 815).
Presso un ansa della montagna, in leggera discesa, arriviamo al guado di un ruscelletto che scende dalla sinistra, superato il quale proseguiamo quasi in piano.
Alla sinistra ora c'è un prato nella parte alta del quale vediamo nell'ordine: una casa di pietra, un baitello e una casa di legno (m. 825).

Arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano a sinistra in salita: Boffalora a ore 1; davanti in discesa: San Benedetto; dietro: Ossuccio a ore 1. Un altro cartello indica dietro: Santuario Ossuccio B.V. del Soccorso a ore 1.20. L'abbazia di San Benedetto è ben visibile poco più avanti.
Una targhetta su di un muro di pietre a secco informa: "Monastero San Benedetto Valperlana Secolo XI". In discesa, lasciando a destra una fonte, lo raggiungiamo (m. 815). Il complesso monastico di San Benedetto, in stile romanico, fu edificato probabilmente alcuni anni prima del 1083, anno in cui, per la prima volta, viene citato nelle cronache del tempo. L'edificio è abbandonato ed è possibile visitarlo solo due giorni all'anno: il primo maggio e l'undici luglio.

Fatta questa piccola ma meritevole digressione, torniamo al soprastante bivio e prendiamo il sentiero in salita per il Rifugio Boffalora.
Alla sinistra c'è un prato nel quale vediamo una bacheca con tettuccio. Alla destra il sentiero è rinforzato con tronchi collocati raso terra (m. 850). I soliti cartelli di legno inchiodati ad un albero indicano davanti Boffalora e dietro San Benedetto.
In leggera salita scavalchiamo un rivolo.
Come segnavia, cominciamo a trovare dei bolli bolli rettangolari di colore blu su fondo bianco.
In salita, passiamo accanto ad alcuni grandi castagni. Alla sinistra vediamo una piccola croce a ricordo di una persona scomparsa (m. 860).
Troviamo un masso con i bolli nel mezzo del sentiero (m. 870).

In alcuni punti troviamo due paletti di legno, uniti in alto da un terzo in orizzontale. Collocati generalmente accanto ai tornanti, dovrebbero servire a segnalare il sentiero in caso di neve.
Percorriamo un tornante sinistrorso seguito da cinque curve: dx-sx-dx-sx-dx (m. 900).
In alto alla sinistra c'è una cascina; percorriamo un traverso passandole sotto (m. 915).
Vediamo un altro cartello che indica Boffalora. La pendenza aumenta.
Presso un tornante sinistrorso troviamo altri cartelli che come al solito indicano Boffalora davanti e San Benedetto dietro (m. 925).
Alcune radici fanno da rudimentale gradino.
Poi, quasi in piano, torniamo a transitare sotto alla cascina, questa volta da destra a sinistra. Alla sinistra, raso terra ci sono del rami sistemati come rinforzo.

Arrivati ormai all'altezza della cascina, passiamo sotto i cavi di due teleferiche di servizio che terminano poco sopra. Chi volesse fare provvista di acqua può trovare sul lato opposto dell'edificio una fresca fontana accanto alla quale sulla parete è stata dipinta questa frase: "Sicut cervus desiderat ad fontes aquarum ita desiderat anima mea ad te Deus" (m. 935).
Proseguiamo verso sinistra, saliamo dei gradini e scavalchiamo un rivolo (m. 945).
La pendenza aumenta. Alla destra ci sono delle roccette (m. 965).
Saliamo alcuni gradini di pietra.

Con un tornante destrorso proseguiamo ripidamente. Alla sinistra c'è una baita. Troviamo i soliti cartelli che indicano Boffalora e San Benedetto (m. 980).
Li ritroviamo anche poco più avanti mentre saliamo con dei gradini di legno e piegando a sinistra aggiriamo la baita.
Proseguiamo quasi in piano camminando tra prati e pochi alberi. In basso alla sinistra vediamo una parte del lago (m. 985).
Poi in leggera salita rientriamo nel bosco che ora è formato in prevalenza da castagni.
Saliamo in modo abbastanza ripido e vediamo un segnavia bianco e blu su di una pietra (m. 1000).
Percorriamo un lungo tratto nel castagneto camminando dapprima con poca pendenza (m. 1020) e poi in salita (m. 1045).
Ignoriamo un piccolo sentiero che, quasi in piano, si stacca alla sinistra.
Dopo un tratto abbastanza ripido (m. 1075) proseguiamo con poca pendenza.

Il sentiero ora è stretto ed è esposto alla sinistra dove precipita verticalmente verso il sottostante torrente situato una quindicina di metri più in basso.
Più avanti, con pochi passi in discesa raggiungiamo un suo affluente che proviene dalla destra e vi si getta con una cascata. Su di una pietra vediamo il segnavia bianco-blu (m. 1095).
Piegando a sinistra, lo guadiamo. Il sentiero prosegue sempre stretto ed esposto, inizialmente quasi in piano e poi in salita; ora però è anche piuttosto infangato. Passiamo con la massima calma e prudenza appoggiandoci a delle rocce che alla destra affiorano da una parete di terra (m. 1100).
Alla sinistra troviamo poi un palo di legno inchiodato in alto al ramo di un albero sporgente. E l'unica protezione; possiamo girarci e guardare la cascata.
Dopo un ultimo breve tratto esposto torniamo a salire tra gli alberi alcuni dei quali hanno delle radici scoperte.

Troviamo subito una biforcazione dove i bolli blu e bianchi ci invitano a proseguire diritto in salita ignorando l'altro sentiero alla sinistra. Guadiamo un ruscelletto.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1110).
Superiamo due curve destra-sinistra (m. 1120).
Poi saliamo ripidamente. Alcune radici fanno da gradino.
Vediamo un segmento blu dipinto su di una betulla. Raso terra, alla destra, c'è un filo spinato.
La pendenza diminuisce un poco ma è ancora abbastanza ripida.
Ad una biforcazione scegliamo la traccia alla destra, accanto al filo spinato, ma comunque pochi metri più avanti il sentiero si ricompone (m. 1140).
Scavalchiamo il tronco di un albero sradicato. Proseguiamo in leggera salita.
Presso una curva a sinistra guadiamo un ruscelletto e vediamo il solito segnavia blu e bianco (m. 1150).
Percorriamo pochi passi in salita con due pietre che fanno da gradino.
Subito dopo alla sinistra vediamo sgorgare da sotto al sentiero dell'acqua sorgiva. Usciamo dal bosco (m. 1155).

Attraversiamo un prato e successivamente un gruppo di alberi (m. 1175).
Dopo una curva a destra torniamo a salire in modo abbastanza ripido. In alto vediamo delle case.
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra e su di un faggio vediamo i cartelli con le indicazioni per Boffalora e S. Tomaso (m. 1185).
Subito dopo scavalchiamo un rivolo e, con minore pendenza, usciamo dal bosco.
Quasi in piano, attraversiamo un prato. Il sentiero è stretto e il pendio alla sinistra scende ripidamente.

Raggiungiamo tre case, la prima delle quali reca una insegna: "Baita Fabietto e fù". In basso a sinistra, tra gli alberi del bosco, riusciamo ancora a vedere l'abbazia (m. 1200).
Ora alla sinistra ci sono dapprima una staccionata e a seguire dei legni raso terra, fissati con dei picchetti, per rinforzare il sentiero.
Dopo pochi passi in salita, continuiamo quasi in piano con bella vista su parte del lago. Davanti vediamo il Rifugio Boffalora e dietro il Rifugio Venini alla Bocchetta di Calbiga.
Percorriamo due curve destrorse camminando tra i prati.

In alto a destra vediamo le prime case dell'alpeggio di Prà Grasso.
Seguiamo una recinzione, con pali di legno e una rete a quadrotti, poi giriamo a destra e risaliamo dieci gradini di legno e nove di pietra che ci conducono davanti ad altre case. Qui troviamo i soliti cartelli che indicano Boffalora e San Benedetto. Inoltre, su di una casa vediamo un quadro che ricorda il VII° raduno alpino del 1977 a Vipiteno. Inciso in un pezzo di legno, appeso ad un'altra parete, leggiamo: "Qui si sta bene" (m. 1215).
Giriamo a sinistra e proseguiamo quasi in piano.
Alla destra troviamo una casa, una stalla e una vasca abbeveratoio.
Proseguiamo tra prati e alberi. Alla destra c'è una recinzione. In alto a destra ci sono altre case.

Superiamo un cancelletto di ferro che troviamo aperto.
Continuiamo tra due recinzioni su di una sterrata con due strisce di cemento ai lati.
Poi, in leggera salita, alla destra troviamo una bacheca con un quadro raffigurante un contadino che taglia l'erba con la ranza ed un altro che gira la polenta sul camino.
Raggiungiamo un cancello sul quale un cartello rivolto a chi scende recita: "Avanti - chiudere - pedonale - San Benedetto - Val Perlana - Ossuccio". Alla sinistra ci sono altre case (m. 1230).
Un sentiero si immette dalla destra.
Subito dopo, alla destra, ci sono una chiesetta e l'asta di una bandiera.

Ci immettiamo sulla strada asfaltata che percorre la dorsale (m. 1235). Alcuni cartelli segnalano: Boffalora; San Benedetto a ore 1, Ossuccio a ore 2. Un altro cartello indica verso destra, seguendo la strada, il Rifugio Venini a km. 4.
Seguiamo la strada verso sinistra, in leggera salita, tra i prati. In basso alla sinistra vediamo altre case.
Dopo una curva a destra, alla sinistra troviamo il rifugio e alla destra una pozza.

Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 980 -33
Data escursione: aprile 2014

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Rifugio Alpe di Colonno (m. 1320) in ore 0.15
  • alla Bocchetta di Lenno (m. 1495) in ore 0.45
  • al Monte di Lenno (m. 1589) in ore 1
  • alla Bocchetta di Calbiga (m. 1576) in ore 1
  • al Monte Calbiga (m. 1698) in ore 1.15
  • al Rifugio Venini (m. 1576) in ore 1.15
  • al Monte Tremezzo (m. 1700) in ore 1.30
  • al Monte Crocione (m. 1641) in ore 2




Dati del Rifugio Boffalora

Altezza:
m. 1252
Gruppo:
Monti Lariani
Ubicazione:
Cima della Duaria
Comune:
Ossuccio - CO
Carta Kompass:
91 - B5
Coordinate Geo:
45°59'16.40"N
9°09'04.30"E
Gestore:
Claudio-Enrico Melesi
Telefono gestore:
031 266564
Telefono rifugio:
0344 56486
Posti letto:
25
Apertura:
Estiva e weekend
Pagina aggiornata
il: 11/04/2014
Il Rifugio Boffalora Il Santuario della Madonna del Soccorso Panorama salendo da Ossuccio Panorama salendo da Colonno La chiesa di S. Anna a Corniga Alpe di Colonno Abbazia di San Benedetto Iscrizione accanto ad una fonte Prà Grasso La pozza accanto al rifugio

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