Rifugio Alpe di Colonno

Il Rifugio Alpe di Colonno è situato presso l'omonimo alpeggio sui monti che dividono il Lago di Como da quello di Lugano.
Dietro il rifugio, salendo verso un colle, si incontra dapprima una chiesetta e più avanti una croce.
Il rifugio è raggiungibile in auto da Argegno, oppure con alcuni sentieri che partono da Pigra, Colonno, Ossuccio e Ponna.

Primo itinerario: in auto
Lasciamo la statale 340 Regina verso la fine di Argegno (Co) per deviare a sinistra ed imboccare la provinciale 13 della Valle d'Intelvi con la quale saliamo fino a San Fedele e poi giriamo a destra (Largo IV Novembre, Via Blessagno) per Pigra.
A Pigra prendiamo a sinistra Via Militare, una stretta strada asfaltata che conduce al rifugio.
 
Secondo itinerario: da Ossuccio
Con la s.s. 340 seguiamo il Lago di Como fino ad Ossuccio, paese situato di fronte all'Isola Comacina. Al km. 23 della statale, in vista del caratteristico campanile, giriamo a sinistra (ovest) per prendere una strada in salita. Arrivati a una rotonda, proseguiamo sulla destra con Via degli Ulivi.
Seguendo le indicazioni per il Santuario, percorriamo le vie del paese e raggiungiamo Piazza Papa Giovanni XXIII, poco più di uno slargo, dove convergono altre due stradine. Qui dobbiamo parcheggiare nei pressi della quarta cappella (m. 305).

Le quattordici cappelle in stile barocco, costruite negli anni 1635-1710, contengono statue a misura d'uomo e rappresentano scene del Vangelo. Le prime tre, che non visiteremo, narrano: l'Annunciazione, la Visitazione e la Nascita di Gesù.
Sulla quarta cappella leggiamo: "La presentazione di Gesù Bambino al tempio". Dietro la cappella c'è una panca in pietra.

Ci incamminiamo lungo una strada acciottolata divisa in due da un muretto: la parte a sinistra è percorribile con un fuoristrada mentre la parte a destra, chiusa da una stanga, è riservata ai pedoni. Un cartello indica questo cammino come Via del Rosario. Il Santuario già si vede, davanti in alto.
Inizialmente saliamo con poca pendenza. Il percorso è ampio.
Alla destra, dopo una casa, troviamo la quinta cappella: "La disputa di Gesù coi dottori del tempio".
Proseguiamo tra due muretti. Alla destra c'è una villa mentre alla sinistra ci accompagna una fila di platani.
Raggiungiamo la sesta cappella: "L'agonia di Gesù nel giardino degli ulivi". Davanti alla cappella c'è una panca di pietra (m. 330).
Camminando quasi in piano tra due muretti, giriamo a destra e poi a sinistra e raggiungiamo la settima cappella: "Gesù flagellato" (m. 335).
Troviamo altre due case, una per lato, e continuiamo in leggera salita. Ora i due muretti sono sormontati da una rete metallica.

Presso una curva a sinistra, leggiamo una targa marmorea che ricorda fra Gustavo, un giovane studente cappuccino deceduto a soli 24 anni.
Dopo la curva, sopra il muretto alla destra c'è una siepe.
Lasciamo a sinistra alcune case e, sulla destra, troviamo l'ottava cappella: "Gesù coronato di spine" (m. 345).
Con pochissima pendenza percorriamo un rettilineo tra muretti e ulivi. Alla sinistra possiamo vedere il lago.
Sulla destra troviamo la nona cappella: "Gesù che va al Calvario".

Subito prima di una curva a destra raggiungiamo un'altra cappella (m. 355). Qui non ci sono scritte ma la scena inequivocabilmente riguarda la Crocefissione.
Riprendiamo a salire. Ora il fondo è parzialmente in cemento, dapprima al centro e poi due strisce ai lati. Alla sinistra, oltre il muretto, la carrozzabile scorre parallela.
Sulla destra troviamo l'undicesima cappella: "La gloriosa resurrezione di Gesù Cristo" (m. 365).

In seguito troviamo sulla sinistra un cassottello, una casa e la dodicesima cappella: "Secondo mistero glorioso, l'Ascensione di Gesù Cristo al cielo", di fronte alla quale c'è una ringhiera in ferro dalla quale possiamo ammirare il panorama sul lago e su Bellagio (m. 375).
Proseguiamo con poca pendenza tra due muretti e alcuni alberi.
Poi riprendiamo a salire percorrendo un tornante sinistrorso con il fondo acciottolato e con dei gradini alla sinistra. All'esterno invece il muretto si alterna a pezzi di inferriata (m. 385).
Raggiungiamo la tredicesima cappella: "La discesa della Spirito Santo sopra gli Apostoli". Accanto ci sono due panche di pietra.
Proseguiamo in leggera salita tra due muretti. Alla sinistra ci sono degli ulivi, alla destra altri alberi.

Arrivati sotto la chiesa giriamo a sinistra (m. 400). Ora la parte sinistra della mulattiera è a gradini mentre quella destra prosegue sui ciottoli. Alla sinistra c'è un basso muretto e alla destra un muro.
Dopo una curva a destra, sulla destra troviamo due porte ai lati di un'arcata.
Raggiungiamo la quattordicesima cappella: "Maria assunta in cielo". Anche qui c'è una panca in pietra (m. 415). Ignoriamo una deviazione che riporta sulla carrabile che in questo punto è stretta e assai ripida, e proseguiamo con un tornante destrorso.
Con poca pendenza percorriamo un breve tratto e arriviamo al successivo tornante, sinistrorso, all'esterno del quale c'è una balaustra in posizione panoramica.
Poi riprendiamo a salire e raggiungiamo il Santuario (m. 419). La chiesa, edificata nel 1590 e restaurata nel 1924, merita sicuramente una visita. Accanto c'è una fontana.

Ci immettiamo sulla stradina che, in alcuni punti, ci aveva accompagnato sulla sinistra. Qui procede in salita con il fondo in cemento ma, dopo la prima curva a sinistra, di cemento rimangono solo le due strisce ai lati. Alla destra c'è un'area pic-nic, su più livelli, con tavoli e panche in pietra.
Presso un tornante destrorso, ignoriamo un sentierino che continua diritto (m. 435). Alla destra c'è un guard-rail di colore grigio. Saliamo in modo abbastanza ripido attorniati da un boschetto di alberelli. In questo punto la strada è interamente in cemento poi continua con le sole due strisce.
Alla sinistra ci sono delle rocce.

Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione. Alla destra ci sono dei paletti che reggono due funi di acciaio e proteggono da un ripido pendio. Siamo all'Orrido del Tufo, un profondo solco che il torrente ha intagliato alle spalle del Santuario (m. 465).
Camminiamo quasi in piano sui ciottoli mentre alla destra ci sono degli abeti, poi riprendiamo a salire, con due strisce di cemento ai lati, in un boschetto di alberelli.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso ignorando un sentiero che, accanto ad una corta protezione, scende a destra in un valloncello (m. 480). In alto a sinistra c'è una vecchia casa. Un'altra la vediamo davanti in lontananza.
Percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante e proseguiamo tra due prati; quello alla sinistra è recintato.

In lieve pendenza raggiungiamo Preda, piccolo abitato composto da alcune case e qualche baitello e poi, nuovamente tra i prati, arriviamo ad un bivio (m. 510). Vari segnavia indicano a sinistra: Gravona a ore 1, Boffalora a ore 2; a destra: S. Benedetto a ore 1.30. Un cartello, segnalando quest'ultimo percorso, recita: "Stretta è la via che conduce alla vita. Pochi sono coloro che la percorrono. Soltanto chi persevera sarà salvato. San Benedetto".
Andiamo a sinistra, in leggera salita, tra due muretti; quello a sinistra è sormontato da una rete. Attorno di sono dei prati. Ora la stradina è sterrata ma con le solite due strisce di cemento ai lati per agevolare il passaggio dei fuoristrada e dei mezzi agricoli che devono raggiungere le varie baite e cascine che incontreremo lungo il cammino.
Torniamo a salire. Qui inizia una serie di pali in metallo che reggono un cavo; il primo è situato alla sinistra e gli altri dell'altro lato del percorso.
Vediamo sulla destra un cancello di colore verde, oltre il quale ci sono un prato e delle case.
Percorriamo una curva a sinistra, con il fondo interamente in cemento, aggirando un rudere (m. 525).
Proseguiamo con le due strisce di cemento. Alla sinistra c'è una rete metallica mentre sull'altro lato, oltre un muretto di pietre, c'è un bosco.

In alto a destra c'è la bella casa di pietra che avevamo giù visto da lontano, prima di Preda. Una gradinata sale a raggiungerla (m. 545).
Alla sinistra termina una recinzione e ne inizia un'altra (m. 555).
La pendenza aumenta. Alla sinistra c'è un cancello mentre sull'altro lato si stacca un sentiero inerbito.
Proseguiamo con un muro di pietre alla destra.
Passiamo accanto ad un traliccio dell'alta tensione e sotto i suoi cavi (m. 570).
Poco prima di una curva a destra, la recinzione alla sinistra termina accanto ad un sentiero che, costeggiandola, scende verso una casa.
Attraversiamo un boschetto di alberelli.
Presso una curva, passiamo sotto i cavi di un'altra linea di tralicci dell'alta tensione, diversa dalla precedente.
La pendenza diminuisce un poco. Alla destra ci sono pochi metri di guard-rail. La stradina gira a sinistra e ricomincia a salire in modo abbastanza ripido (m. 585).

Raggiungiamo un tornante sinistrorso dove proseguiamo con il percorso principale, segnalato da una striscia gialla, trascurando un sentiero che continua diritto (m. 600).
La salita ora è meno accentuata. Alla destra c'è un muretto di pietre.
Ignoriamo un sentiero che si stacca sulla sinistra e poco dopo passa accanto alle poche pietre rimaste di un rudere (m. 615).
Pochi passi più avanti, nel bosco, vediamo un altro rudere; qui praticamente una sola parete è rimasta in piedi.

Con delle protezioni alla sinistra, in modo abbastanza ripido, percorriamo un ampio tornante destrorso, a metà del quale sulla sinistra una foto ricorda un ragazzo scomparso a soli 19 anni (m. 645).
Lasciamo poi a sinistra un piccolo sentiero, un pezzo di rete e un cancelletto e proseguiamo in salita nel bosco composto in prevalenza da alberelli ma anche da alcuni castagni.
Sulla sinistra troviamo un piccolo slargo recintato (m. 665). La recinzione poi prosegue e raggiunge un cancello presso una curva a destra (m. 680).
Saliamo in modo abbastanza ripido. Alla sinistra oltre la recinzione c'è un prato mentre alla destra c'è un bosco di alberelli.
Percorriamo una curva a sinistra (m. 690). Alla destra, oltre un muro di pietre, vediamo un prato e degli alberi.

Raggiungiamo due costruzioni: alla sinistra una casa con un orto recintati e alla destra una vecchia stalla (m. 710).
Proseguiamo tra una rete e un muro di pietre. Qui parte un'altra serie di pali che recano un cavo.
La pendenza diminuisce un poco ma solo per un breve tratto, poi percorriamo due semicurve e torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 730). Alla sinistra c'è un muretto e alla destra dei cespugli.
Continuiamo poi tra una rete e un muro di pietre oltre i quali ci sono prati e alcuni alberi.
Poi alla sinistra troviamo una zona recintata mentre alla destra ci sono dei terrazzamenti con dei muretti di sostegno (m. 745).

Alla sinistra troviamo un cancello e una casa. Una targa informa che si tratta della Baita Carola (m. 755). A seguire troviamo diverse altre vecchie case di pietra. Siamo a Cassina.
Percorriamo un tornante destrorso e lasciamo a destra una baita e una stalla.
Poi, presso una curva a sinistra, nei prati a destra vediamo altre tre costruzioni (m. 770).
Camminiamo tra due bassi muretti; quello alla destra è sormontato da una rete. Alla sinistra c'è un rudere.
Poco dopo alla sinistra troviamo un cancello e l'inizio di un'altra recinzione. Ora la pendenza è minore. Attorno ci sono prati e alcuni alberi.
Incontriamo un'altra serie di pali metallici e ne passiamo sotto i cavi (m. 785).
La pendenza aumenta. Percorriamo una curva a sinistra, con il fondo in cemento, ignorando un sentiero che prosegue diritto (m. 800).
Continuiamo con le solite due strisce e ripassiamo sotto i cavi.

Raggiungiamo una casa situata sulla sinistra. Ignoriamo un sentiero che prosegue diritto e, seguendo il percorso principale, giriamo a destra (m. 815).
Attorniati da due siepi di alberelli, riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido. Percorriamo un ampio tornante sinistrorso e passiamo sotto un cavo.
Proseguiamo con alberelli alla sinistra e un muretto di pietre e arbusti alla destra.
Per un breve tratto la pendenza diminuisce un poco mentre camminiamo circondati da alberelli (m. 840). Poi riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido. Ora alla destra ci sono in prevalenza dei castagni.

Raggiungiamo tre belle costruzioni, chiuse da una recinzione, situate sulla destra e di fronte ad uno spiazzo erboso (m. 870). Più in alto ne vediamo altre.
Continuiamo; alla sinistra dapprima ci accompagnano degli alberelli e poi una recinzione mentre alla destra, oltre la recinzione, vediamo dei prati, qualche albero e dei terrazzamenti con dei muri di pietre a sostegno.
Alla destra troviamo poi un grande cancello in legno, simile a una staccionata e in alto, un muro. Qui terminano le recinzioni da ambo i lati (m. 885).
Subito ignoriamo un sentiero alla destra. Attorno ci sono alcuni alberi. Bella la vista sul lago alla sinistra mentre alla destra ora c'è un muro di pietre.

Troviamo due ruderi sulla destra (m. 910). La pendenza diminuisce.
Ignoriamo un sentiero che prosegue diritto, in leggera discesa, mentre la mulattiera accompagnata da un parapetto in metallo compie una semicurva a destra e sale ripidamente con il fondo in cemento.
Alla destra ci sono alcune case. In modo abbastanza ripido raggiungiamo la prima (m. 925). La mulattiera ritorna ad essere sterrata e con due strisce di cemento ai lati.
Alla sinistra, da questo punto, inizia una serie di pali di metallo che reggono un cavo.
Troviamo poi sulla destra una stalla davanti alla quale c'è una vasca abbeveratoio per gli animali.
Subito dopo, sempre a destra, c'è un grande prato all'inizio del quale, nel cemento, leggiamo: "Pugnaten 2011".
Proseguiamo in salita. Alla sinistra ci sono alcune pietre; alla destra un basso muretto; alberi da entrambi i lati. In alto vediamo le case di Gravona, la maggior parte delle quali alla destra.
Troviamo una grata per lo scolo dell'acqua. Ora il fondo è in cemento. Alla sinistra c'è una protezione di colore verde. Davanti vediamo un traliccio dell'alta tensione.

Siamo ad un quadrivio (m. 970). Diritto (nessuna indicazione) una strada sterrata conduce all'Alpe Sala e poi all'Alpe di Colonno; piegando un poco a destra una strada con due strisce di cemento continua verso il Rifugio Boffalora (un cartello di legno lo indica a 50 minuti); alla destra invece c'è una sterrata non segnalata.
Andiamo avanti diritto con pochissima pendenza sulla stradina sterrata davanti a noi.
Presso un'ansa della montagna, percorriamo una curva a sinistra mentre un rivolo, che troviamo in secca, attraversa la stradina.
Subito dopo troviamo due vasche in cemento, comunicanti tramite un tubo che fa scorrere l'acqua dalla prima alla seconda. Dietro c'è il casello di un acquedotto, recintato con una rete metallica (m. 975).
Proseguiamo con poca pendenza in un bosco composto in prevalenza da faggi.
I pali che reggono il cavo ora passano alla destra della stradina (m. 980).
Poco dopo riprendiamo a salire con il fondo in cemento.
Davanti vediamo un cancello che poco dopo raggiungiamo. Oltre una recinzione ci sono alcune case in pietra (m. 995). Qui la stradina piega a destra e poi a sinistra compiendo due curve in modo abbastanza ripido.
Subito dopo ignoriamo un sentiero che si stacca sulla destra.
La stradina prosegue tra prati recintati, dapprima con due strisce di cemento ai lati e poi sterrata.

Con pochissima pendenza raggiungiamo una baita isolata, anch'essa recintata, che troviamo sulla destra. Alla sinistra invece c'è un prato dal quale si gode una bella vista panoramica sul lago, le Grigne, il S. Primo, il Promontorio di Bellagio e la Penisola di Balbianello (m. 1020).
Proseguiamo dapprima in leggera salita con due strisce di cemento ai lati e poi quasi in piano su sterrato. Attorno ci sono alcuni alberi.
Troviamo un rudere sulla destra e a seguire altre costruzioni di pietra.
In salita passiamo tra case, stalle e ruderi. Alla destra ci sono dei larici.
Continuiamo quasi in piano tra radi faggi, uno dei quali molto grande, situato alla sinistra. Alla destra c'è un muretto di sostegno (m. 1040).
Torniamo a salire e attraversiamo un bosco composto in prevalenza da alberelli. Poi la pendenza diminuisce.
Davanti vediamo una cascina recintata e quasi in piano la raggiungiamo (m. 1065). Alla sinistra, all'interno della recinzione, ci sono anche un capanno di colore verde e un baitello in muratura. Alla destra c'è un prato.
Continuiamo in leggera salita nel bosco seguendo la recinzione.
Percorriamo una curva a destra ignorando un sentiero, chiuso da un cancelletto di legno, che prosegue diritto (m. 1075).

Tra gli alberelli cominciamo a vedere anche delle betulle.
Percorriamo una curva a sinistra ignorando un sentiero che si stacca sulla destra (m. 1085).
La pendenza aumenta e in seguito diventa abbastanza ripida (m. 1105).
Percorriamo una curva a destra all'esterno della quale c'è un muretto di contenimento realizzato con delle pietre.
Attraversiamo uno slargo e proseguiamo in piano con una recinzione alla sinistra. Alla sinistra ci sono prati e faggi; a destra ci sono betulle e alberelli.

Dalla sinistra, accanto ad una cascina e passando per un cancello di legno che troviamo aperto, arriva la mulattiera che proviene da Sala Comacina descritta nel quinto itinerario. Alla destra invece ci sono una bella fontana con una grande vasca e una volta ad arco ed una rudimentale panca di pietra (m. 1125).
Davanti vediamo altre baite, oltre un muretto di recinzione. La stradina compie un tornante destrorso passando alla destra di un ruscello che troviamo in secca.
Percorriamo pochi passi su cemento e continuiamo su sterrato. Alla sinistra ci sono delle gabbie contenenti delle pietre.
Lungo il margine sinistro della stradina ci accompagna una serie di pali di legno.
Alla sinistra ci sono pini, larici e abeti. Poi entriamo in un grande bosco di betulle (m. 1150).
Nuovamente in salita percorriamo un tornante sinistrorso. In questo punto gli alberi sono un poco più lontani dalla stradina. All'esterno del tornante c'è un cancelletto di legno (m. 1185).
Proseguiamo su sterrato con minore pendenza.
Più avanti rientriamo nel bosco di betulle. Alla destra c'è una recinzione con pali di legno e una rete.
Riprendiamo a salire con il fondo in cemento (m. 1215) e, giunti in alto, troviamo il primo cancello dell'Alpe Sala, già visibile poco più avanti (m. 1230).

Dopo pochi passi in discesa, lasciamo a destra un pezzo di tronco tagliato che potrebbe fungere da rudimentale panchina.
Proseguiamo in piano. Alla sinistra c'è un profondo solco.
Poi, in leggera salita, raggiungiamo il secondo cancello, da aprire e richiudere in modo che gli animali dell'alpeggio non possano uscire.
Alla destra c'è un capannone e poi, oltre un'area con tavoli, panche e altre costruzioni, raggiungiamo l'edificio principale (m. 1225).
Superato il terzo ed ultimo cancello, lasciamo l'agriturismo Alpe di Sala.

Ignoriamo un sentiero che scende alla sinistra e, in leggera salita, ci addentriamo in un fitto bosco di pini e larici.
Poco dopo la stradina diventa sterrata.
Una insegna in legno, appesa tra due alberi, dà il benvenuto all'Alpe Sala, a coloro che provengono in senso contrario.
Di tanto in tanto scavalchiamo una canalina per lo scolo dell'acqua.
Percorriamo una curva a sinistra attraversando il letto di un torrentello asciutto. La stradina diventa pianeggiante (m. 1255).
Più avanti superiamo un'altra curva a sinistra e il letto in secca di un altro torrente. Subito dopo alla destra c'è un breve muretto.
Dopo una curva a destra ne troviamo un'altra a sinistra e anche qui come nelle precedenti c'è un rivolo che scende e attraversa.
Continuiamo in leggera salita. Alla destra ci sono dei tronchi collocati raso terra a protezione e rinforzo.
Dopo un tratto quasi in piano (m. 1270) torniamo a salire con il fondo in cemento.
Poi la pendenza diminuisce e la stradina ritorna sterrata.
Percorriamo pochi passi su cemento (m. 1290), attraversati dal letto di un ruscello, e riprendiamo a camminare su sterrato.

Il bosco termina. In alto a destra cominciamo a vedere il rifugio e il campanile della chiesa situata più in alto.
Dopo un ultimo tratto in salita con il fondo lastricato, raggiungiamo una stanga che troviamo aperta (m. 1315). I segnavia indicano nella direzione dalla quale proveniamo: Alpe di Sala a ore 0.20, Canelva a ore 0.40, Sala Comacina a ore 2. Un altro cartello indica l'Alpe Sala a km. 1.2.
Attraversiamo il parcheggio e, piegando a destra, raggiungiamo la strada e il rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 1015
Data escursione: gennaio 2012
 
Terzo itinerario: da Pigra
La nostra escursione inizia da Pigra, località a monte di Argegno, in posizione panoramica sul sottostante Lago di Como.
Questo piccolo paese è raggiungibile in auto come descritto all'inizio del primo itinerario. Arrivati all'inizio dell'abitato, anziché prendere sulla sinistra Via Militare, proseguiamo diritto fino ad una rotonda dove giriamo a destra in Via Funivia con la quale arriviamo al grande parcheggio di fronte all'impianto di risalita (m. 860).
La funivia invece sale da Argegno in solo quattro minuti; le corse si effettuano mediamente ogni mezzora e il costo è di euro 2.90 per la sola andata e 3.90 a/r. (Clicca qui per saperne di più.)

Nel piazzale parcheggio c'è un albero al quale sono attaccati dei segnavia triangolari in pietra che indicano diritto: Pizzo Pasquella m. 1331; a sinistra: Lugano Svizzera Como, San Fedele m. 770, Argegno m. 220, mulattiera; a destra: M. Galbiga m. 1691, Boffalora m. 1234, Alpe di Colonno m. 1320, Corniga m. 771.

Risaliamo Via Funivia e, giunti alla rotonda, ignoriamo a destra Via Belvedere e proseguiamo diritto con Via Verdi.
Camminando tra le case del paese arriviamo all'Ufficio Postale (m. 874) dove, seguendo un segnavia, prendiamo sulla sinistra Via Rivo, una strada in salita con la quale arriviamo al Municipio (m. 892) e poi ad un lavatoio. Giriamo a destra immettendoci sulla pianeggiante Via Sociale.
Arrivati in fondo al paese, sulla sinistra troviamo l'edificio della Società Operaia il cui nome, scritto a caratteri cubitali, è ormai quasi illeggibile.
Seguendo l'indicazione per Lomia e Corniga, proseguiamo con una stradina che, poco dopo, diventa sterrata.
Alla destra c'è un baitello; alla sinistra un muretto di pietre; attorno alcuni alberi.

Raggiungiamo la Cappella della Madonna del Soccorso (m. 890). La bianca chiesetta è situata alla sinistra della stradina mentre alla destra c'è una croce. Un cartello indica Corniga.
Proseguiamo in leggera discesa ed entriamo nel bosco composto in prevalenza da alberi di castagno.
Superiamo due tornanti destra-sinistra poi troviamo un torrente che attraversa la stradina su un letto in cemento (m. 860).
Tutti i corsi d'acqua che abbiamo incontrato durante il cammino erano in secca e pertanto il loro superamento non ha causato alcun problema.

Quasi in piano percorriamo un tornante destrorso passando accanto ad una grande vasca in pietra con acqua mentre dalla sinistra scende un torrente.
Poi in leggera salita arriviamo ad un bivio dove proseguiamo diritto seguendo l'indicazione per Corniga (m. 870).
Continuiamo in discesa poi la pendenza diminuisce. Dopo una curva a sinistra (m. 830), torniamo a scendere con altre curve.
Dalla sinistra scende ripidamente un piccolo torrente che attraversa la sterrata su di un letto in cemento.
Anche il successivo tornante destrorso è attraversato da un torrente. Alla sinistra c'è un cavo metallico. Qui il fondo stradale è un misto di cemento e pietre (m. 815).
Proseguiamo in leggera salita nuovamente su fondo sterrato. Alla destra c'è una piccola baita.

Continuiamo quasi in piano e, all'esterno di una curva a sinistra, troviamo un'altra casa. Seguendo un segnavia triangolare in pietra che indica Corniga, lasciamo la stradina e proseguiamo diritto passando tra un grande castagno e la casa sulla quale leggiamo la scritta "Baita Rosina". Accanto c'è un tavolo in legno con relative panche. Siamo a Lomia (m. 825).
Lasciamo a sinistra una piccola costruzione di pietra accanto alla quale esce un tubo nero e proseguiamo con un prato alla sinistra.
Poi torniamo tra gli alberi e, dopo una curva a sinistra, riprendiamo a scendere.

Raggiungiamo uno stretto ponte, con le sponde dipinte di verde, con il quale attraversiamo il Torrente Mulino (m. 810).
Sulla riva opposta saliamo ripidamente con alcuni zig-zag. Poi dei gradini di legno e un corrimano sulla destra agevolano la salita che termina presso le poche case di Serra (m. 830).
Ignorato un sentiero a sinistra che scorre a lato delle vecchie baite, proseguiamo sulla destra in leggera discesa. Ora il sentiero è marcato con dei segmenti di colore blu e arancio.

Alla sinistra troviamo un rudere (m. 825) e poi un muretto ed una rete metallica. Di tanto in tanto, nell'ampio sentiero, affiora un tubo nero interrato.
In alto a sinistra vediamo una casa (m. 810).
Ora ci accompagna un muretto più basso.
Dopo una breve discesa, continuiamo in piano (m. 785).
In leggera salita attraversiamo uno slargo con un muretto alla destra. Poi, tra due muretti, proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera discesa.
Dopo una breve discesa, continuiamo in leggera salita con un muro alla sinistra. Subito dopo un piccolo torrente attraversa il cammino.
Ora camminiamo quasi in piano. Alla sinistra c'è un muro nel quale sono rimasti incastrati degli alberi mentre alla destra ci sono dapprima un muretto e poi una recinzione con del filo spinato.

Ignorato un sentiero alla sinistra, raggiungiamo le prime case di Corniga su una delle quali c'è una meridiana.
Superiamo una fontana e arriviamo nel centro del piccolo abitato le cui case sono in buona parte ben conservate e alcune ancora abitate (m. 771).
Nel centro troviamo la chiesa con portico, dedicata a S. Anna e risalente al 1631. Qui, piegando a sinistra, ci immettiamo sulla mulattiera che parte da Colonno.

Poco dopo la mulattiera sale ripidamente con due strisce di cemento in corrispondenza del passaggio delle ruote.
Superate le ultime case del borgo, la pendenza torna ad essere leggera. Alla sinistra c'è ancora un muro. Torniamo tra gli alberi.
Alternando tratti in leggera salita ad altri con maggiore pendenza, la mulattiera sale tra cespugli mentre gli alberi sono più a lato.
Tra due muretti percorriamo un tornante sinistrorso (m. 805).
Superiamo altre due case che lasciamo alla sinistra e torniamo a salire in modo abbastanza ripido con due strisce di cemento ai lati della mulattiera. Poi la pendenza diminuisce.

Raggiungiamo un altro gruppo di case. Su una di queste alla sinistra, leggiamo la scritta "Patiga" (m. 860).
Un'altra casa ha una campanella appesa fuori dalla porta. In questo punto percorriamo un tornante sinistrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto.
In leggera salita arriviamo alle ultime case (m. 880) dove troviamo dei segnavia che indicano davanti con il sentiero 17: Alpe di Colonno a ore 1.30; dietro con il sentiero 17B: Monti di Sala Comacina a ore 1.30.
Proseguiamo in salita attorniati dapprima da alcuni alberelli e poi dal bosco. Alla sinistra c'è un basso muretto.
Lasciato a sinistra il rudere di un baitello, la pendenza diminuisce (m. 925).
Percorriamo un altro tratto in salita per poi riprendere a camminare con poca pendenza. Alla sinistra, in alcuni punti, la mulattiera e coperta da una striscia di cemento.
Ignoriamo una stradina che scende a sinistra e riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 965). Ora attorno ci sono alberelli e rovi. In alto a destra vediamo una casa.

Percorriamo un tornante destrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto infilandosi in un fitto bosco (m. 1030).
Passiamo tra alcune case e poi, in salita, ne raggiungiamo altre; alla sinistra c'è un muro e alla destra una rete metallica.
Proseguiamo con poca pendenza. Il lato destro, quello a valle, della mulattiera ora è coperto da una striscia di cemento (m. 1055).
Percorriamo un tornante sinistrorso mentre un sentiero prosegue diritto verso una casa (m. 1070).
Solo pochi passi ci separano dal successivo tornante destrorso poi proseguiamo in salita con alberelli a sinistra e un prato alla destra dove c'è una casa in bella posizione panoramica con vista del Lago di Como (m. 1090).

Giriamo a sinistra verso altre case, mentre alla destra ci sono un muretto sormontato da filo spinato e una stradina in piano.
La mulattiera ora è coperta da cemento e scorre alla destra di una fila di case. La pendenza diminuisce. Su una baita vediamo inciso nel legno il nome "Restel" (m. 1130).
Le ultime case sono sul lato destro della mulattiera (m. 1145). Percorriamo un tratto in piano su sterrato e poi continuiamo in leggera salita su cemento. Attorno tra gli alberi ora ci sono anche betulle e faggi.
Troviamo altre case sulla destra mentre la mulattiera prosegue con due strisce di cemento (m. 1170).
Per un tratto il fondo è interamente in cemento, poi superate le case, tornano ad essere in cemento solo le solite due strisce (m. 1180).

Entriamo in una faggeta camminando dapprima su cemento e poi, praticamente in piano su sterrato (m. 1200).
Continuiamo così, alternando tratti in salita generalmente su cemento ad altri con poca pendenza o in piano su sterrato.
Ai lati della mulattiera vediamo alcune grosse pietre lisce.
Superiamo un tornante destrorso (m. 1300). Poco dopo passiamo tra due pali di ferro ed usciamo dal bosco. In alto a sinistra cominciamo a vedere il rifugio.
Arriviamo al parcheggio del rifugio, attraversiamo la strada asfaltata e lo raggiungiamo.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 620 -160
Data escursione: ottobre 2011
 
Quarto itinerario: da Colonno
Con la statale 340 arriviamo fino al km 20 dove, all'inizio di Colonno, giriamo a sinistra per prendere Via Cappella, una strada in salita che ha il lato a valle adibito a parcheggio.
Lasciamo la macchina, eventualmente il più in alto possibile, e ci incamminiamo in leggera salita seguendo l'asfalto (m. 270).
Troviamo un segnale di divieto di accesso ai veicoli e proseguiamo in modo abbastanza ripido con una curva a sinistra tra le case. Alla destra sono ben visibili l'Isola Comacina e la Penisola di Balbianello (m. 280).

Poco dopo sulla destra, accanto ad un segnale di divieto di transito e a una fontana, inizia una bella e larga mulattiera (m. 290).
Alla sinistra c'è una ringhiera, alla destra un muro di pietre, e al centro inizialmente dei gradini.
Camminiamo tra case e orticelli con bella vista sul lago alla sinistra. Alla destra ci sono delle vecchie baite (m. 305).
Terminata la ringhiera, ignoriamo un sentiero che sale a destra.
Percorriamo un tratto in leggera salita. Alla destra ci sono dei terrazzamenti sorretti da muri di pietra, alcuni alberi e qualche baita.

In modo abbastanza ripido percorriamo una curva a destra con dei gradini in cemento all'interno, passando accanto ad una recinzione e ad un cancelletto verde (m. 325).
Da entrambi i lati ci sono degli ulivi. Passiamo tra un cassottello a sinistra e una vecchia casa a destra.
Ora i gradini sono alla sinistra della mulattiera e terminano presso una curva a sinistra dove ignoriamo un ripido sentiero che sale alla destra (m. 340).
La mulattiera prosegue con piccoli gradini al centro e due strisce di cemento ai lati.
Più avanti, camminando con una siepe alla sinistra, troviamo due case sulla destra tra le quali sale un altro ripido sentiero.
Le strisce di cemento terminano e la pendenza diminuisce un poco. Alla sinistra ci sono dei rovi e alla destra il muro di pietre. Sempre bello il panorama sul lago alla nostra sinistra e, volgendoci, sull'Isola Comacina e la Penisola di Balbianello.
Proseguiamo in leggera salita con una striscia di cemento alla sinistra. Alla destra c'è il solito muro di pietre mentre sull'altro lato ci sono dapprima alcuni alberi e poi ancora dei rovi (m. 370).
Dopo una semicurva a destra proseguiamo con maggiore pendenza agevolati da alcuni gradini di pietra. Alla destra vediamo altri terrazzamenti.

Troviamo il primo bollo, di colore rosso, su di una pietra alla sinistra (m. 405).
Poco dopo ignoriamo un sentiero che scende alla sinistra mentre la mulattiera torna ad avere due strisce di cemento ai lati.
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido e percorriamo un tornante destrorso all'interno del quale c'è una casa circondata da un muretto sormontato da una rete metallica (m. 415).
Terminate le due strisce, la pendenza diminuisce un poco. Camminiamo tra due mura attorniati da terrazzamenti ed ulivi.
Vediamo una cascina in alto a sinistra e due cancelli, accanto al primo dei quali ci sono un bollo blu e un freccia gialla che indica la direzione dalla quale proveniamo (m. 425).
Continuiamo con un muro alla sinistra mentre sull'altro lato dapprima c'è una rete e successivamente rovi e arbusti.
In leggera salita percorriamo una semicurva a sinistra e passiamo tra una stalla/fienile a una casa (m. 445).
Riprendiamo a salire con due strisce di cemento, tra due muretti di pietre. Alla destra, oltre il muro e una recinzione metallica, vediamo un baitello (m. 455).
Ora la mulattiera ha dei piccoli gradini di pietra e una striscia di cemento alla destra.
Proseguiamo tra arbusti e alberelli alla sinistra e una rete con due cavi di filo spinato alla destra.
Continuiamo poi tra un muro e una recinzione metallica (m. 465).
Sulla destra, oltre una recinzione con due cancelli, c'è una casa (m. 470).
Continuiamo con il solito muro di pietre alla sinistra mentre sull'altro lato c'è una recinzione realizzata con alberi e filo spinato.
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso passando accanto ad un altro cancelletto. Il percorso diventa ripido e la mulattiera torna ad essere coperta da due strisce di cemento ai lati (m. 475).

Un breve tratto in leggera salita, con una sola striscia sul lato sinistro, ci conduce alla cappella di S. Antonio che troviamo sulla destra (m. 500).
Proseguiamo in salita con arbusti e pochi alberi alla sinistra e il solito muro alla destra. La striscia in cemento è terminata.
Troviamo sulla sinistra altre due baite e vediamo un bollo rosso e un segmento giallo (m. 520).
In leggera salita percorriamo una curva a destra passando tra una recinzione fatta con alberi e un muretto sormontato da una rete metallica.
In alto a destra vediamo altri terrazzamenti e due case che, in salita, poco dopo raggiungiamo (m. 535).

Giunti davanti ad una porta di legno che conduce in un locale interrato, ignoriamo un sentiero che costeggia il muro sulla sinistra e seguiamo la mulattiera che gira a destra passando con poca pendenza tra altre costruzioni (m. 545).
Ora alla sinistra ci sono degli alberi mentre alla destra dapprima una rete metallica e poi degli alberelli.
Dopo una curva a sinistra, proseguiamo dapprima tra alberi da un lato e un muretto di pietre dall'altro e poi tra due prati.
Alla destra troviamo una cascina circondata da una recinzione metallica (m. 565).
Riprendiamo a salire con il solito muro alla sinistra e due strisce di cemento ai lati della mulattiera.

In modo abbastanza ripido percorriamo un tornante sinistrorso (m. 575) passando accanto ad un piccolo monumento in memoria di una persona deceduta in montagna, come ricorda una corda strappata appesa ad un moschettone. Davanti al monumento c'è una panchina di pietra. Alla destra un sentiero sale verso una vecchia costruzione; alla sinistra c'è un vecchio baitello.
Proseguiamo in leggera salita seguendo la mulattiera, tra alberelli e arbusti alla sinistra e un muro sormontato da rovi alla destra. Nel muro una apertura conduce in una grotta.
Continuiamo quasi in piano in un bosco di alberelli (m. 595) e poi in leggera salita con dei rovi alla sinistra (m. 615).
Entriamo in un bosco e torniamo a salire ripidamente con dei piccoli gradini al centro della mulattiera poi la pendenza diminuisce (m. 635). Alla destra ci accompagna ancora il muro di pietre.
Percorriamo un tratto quasi in piano e troviamo una vecchia casa sulla sinistra (m. 650), poi in leggera salita proseguiamo tra due muretti.
Passiamo sotto due serie di cavi dell'alta tensione. In alto a sinistra, oltre la sottostante Valle della Camoggia, distinguiamo nettamente l'abitato di Pigra.

Lasciato un prato alla sinistra, raggiungiamo altre costruzioni (m. 675). Siamo a Cambrianico. Il vecchio borgo sembra ormai abbandonato.
In salita raggiungiamo l'ultima casa, l'unica restaurata, che troviamo sulla destra (m. 700).
Ora la mulattiera diventa abbastanza ripida e per un breve tratto è ancora coperta da due strisce di cemento ai lati.
Proseguiamo con alcuni piccoli gradini di pietra, tra arbusti, alberelli e qualche albero.
Con poca pendenza superiamo un tratto accompagnati dal solito muro di pietre alla destra (m. 720) poi entriamo in un bosco composto in prevalenza da alberelli.
Torniamo a salire. Alla sinistra vediamo il letto di un torrente che troviamo in secca. La mulattiera gira a destra e sale in modo abbastanza ripido nuovamente con due strisce di cemento ai lati (m. 740).

Siamo arrivati a Corniga (m. 750). Passiamo tra le case, quasi tutte ben conservate e in parte ancora abitate.
Dopo alcune curve, troviamo una palina i cui segnavia indicano davanti con il sentiero 17: Solasco a ore 0.15, Monti di Sala Comacina a ore 1.45, Alpe di Colonno a ore 1.45.
Ad un bivio andiamo a destra verso la già visibile chiesa dedicata a S. Anna e poco dopo la raggiungiamo (m. 771).
Di fronte c'è il sentiero che arriva da Pigra. Proseguiamo verso destra, passando accanto alla chiesa e continuando come già descritto nella seconda parte del terzo itinerario fino al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.25 - Dislivello: m. 1050
Data escursione: dicembre 2011
 
Quinto itinerario: da Sala Comacina
Con la statale 340 arriviamo fino a Sala Comacina dove al km 22 prendiamo sulla sinistra (ovest) Via degli Ulivi, la strada in salita che conduce al cimitero.
Dopo quattrocento metri troviamo sulla destra una cappella di colore giallo contenente un affresco che raffigura una madonna tra quattro santi.
Subito dopo, sempre a destra, parte la mulattiera contrassegnata con il n. 18. I segnavia dicono: Croce a ore 1, Canelva a ore 1.30, Alpe di Sala a ore 2.
Lasciamo la macchina negli appositi spazi, sul lato destro della strada, e ci incamminiamo (m. 245).

Risaliti alcuni gradini, ci immettiamo su una stradina e andiamo a sinistra in piano con bella vista sul Lago di Como e l'Isola Comacina. Alla destra c'è un muro di pietre; alla sinistra dapprima un muretto e poi una protezione in ferro.
Raggiunta una casa bianca, troviamo sulla destra l'inizio della mulattiera che, a gradini, sale tra la casa e un muro di pietre.

Troviamo un cancello sulla destra e poi percorriamo una curva a sinistra dove vediamo una freccia rossa (m. 250).
Alla sinistra c'è una corta rete metallica. Giriamo a destra. La pendenza aumenta.
Arrivati al civico 6, ignoriamo un ripido sentiero che sale a destra e proseguiamo diritto con poca pendenza. Alla sinistra ci sono degli ulivi e alla destra il muro di pietre.
Riprendiamo a salire. Ora nella parte destra della mulattiera ci sono dei bassi gradini. Vediamo come segnavia un segmento di colore rosso.
Alla sinistra ci sono degli alberelli mentre alla destra sopra il muro ci sono dei rovi.

Un ruscelletto attraversa la mulattiera passandole sotto. Alla sinistra c'è una colonnina di cemento (m. 285).
Proseguiamo tra un muretto alla sinistra e un alto muro alla destra nel quale salgono dei gradini di pietra.
Proseguiamo con poca pendenza tra muretti e ulivi, altri alberi e prati.

Incrociamo un'altra stradina e andiamo diritto lasciando a sinistra alcune vecchie case di pietra (m. 295). Poi giriamo a destra e riprendiamo a salire con un muretto alla sinistra.
Passiamo sotto i fili della corrente mentre alla destra ci seguono quelli del telefono.
Superiamo una curva a sinistra. Ora la mulattiera è coperta da due strisce di cemento e sale tra muretti, recinzioni, terrazzamenti e alberi di ulivi.
Sopra la porta di una casa alla sinistra leggiamo: "La casina dei Giusepp Oseno" (m. 330).
Giriamo a destra e saliamo in modo abbastanza ripido tra due muretti.

Il fondo della mulattiera diventa acciottolato (m. 340). In leggera salita raggiungiamo tre case di pietra: due a sinistra e una a destra; sulla seconda a sinistra vediamo un quadretto raffigurante una madonna. C'è anche una panca in pietra.
Ora alla sinistra c'è un muro mentre dall'altro lato vediamo l'Isola Comacina.
Sulla destra troviamo una vecchia stalla/fienile e poi degli alberi.

Attraversiamo un torrente in secca, che scende dalla sinistra. Alla destra una ringhiera protegge dal ripido salto (m. 365).
Alla sinistra troviamo una zona recintata con una rete metallica di colore verde.
Torniamo a salire e raggiungiamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale ci sono una vecchia stalla e una vasca per abbeverare gli animali. Ignoriamo un sentiero che prosegue diritto e seguiamo il tornante (m. 375).
Alla sinistra c'è sempre la rete verde; alla destra il bosco e più avanti anche un muro.
Dopo una semicurva a sinistra saliamo, in modo abbastanza ripido, nel bosco.
Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 410). Attorno ci sono delle pietre che, più che muretti, sembrano gli argini di un torrente nel quale scorre la mulattiera.

Alla destra troviamo una casa ristrutturata, un cancello e un muretto sormontato da una siepe oltre i quali vediamo degli ulivi mentre dall'altro lato ci sono degli alberelli (m. 420).
Passiamo sotto a un cavo.
Percorriamo una curva a destra con una vecchia protezione in ferro alla sinistra.
Ora saliamo in modo abbastanza ripido; nel lato destro della mulattiera ci sono dei piccoli gradini (m. 440).

In leggera salita percorriamo un ampio tornante destrorso aggirando una recinzione oltre la quale vediamo degli ulivi. In alto c'è una villa e poco dopo ne raggiungiamo l'ingresso e vi leggiamo: "Cà Mamm Ghitöö". Alla sinistra ci sono uno slargo erboso e una tettoia (m. 470).
Percorriamo una curva a destra dove vediamo un cartello che indica il divieto di caccia ed entriamo in un bosco. Alla destra c'è una rete.
Su un masso vediamo un segmento blu (m. 485). Il bosco è abbastanza rado e alla sinistra ci sono degli arbusti.

Ora saliamo ripidamente agevolati dai bassi gradini situati sul lato sinistro della mulattiera (m. 500).
Tra gli alberi, in basso a destra, vediamo l'Isola Comacina.
Dopo un tornante sinistrorso la pendenza diminuisce ma solo un poco (m. 520), ben presto però riprendiamo a salire ripidamente ancora con dei gradinetti alla destra.
Superiamo due tornanti destra-sinistra (m. 535).
La mulattiera torna ad essere interamente acciottolata e la pendenza diminuisce. Alla destra, oltre gli alberi, vediamo delle pareti rocciose.
Per un breve tratto, alla destra, la mulattiera ha ancora i piccoli gradini (m. 580).
Continuiamo in leggera salita. Siamo sempre in un rado bosco ma ora alla destra ci sono delle rocce.

Dopo pochi passi in piano con pochi metri di protezioni alla sinistra, vediamo alla destra dapprima un bollo blu e poi un quadretto, raffigurante una madonnina, in un anfratto della roccia (m. 600).
Torniamo a salire. Percorriamo una curva a destra, ancora con dei gradinetti alla destra.
La pendenza aumenta e saliamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo una curva a sinistra e poi un ampio tornante destrorso dal quale, oltre la vallata, vediamo l'abitato di Pigra (m. 640).
Percorrendo un tratto sterrato in leggera salita, vediamo un rudere, situato un po' in dentro sulla sinistra.
Torniamo a salire con il fondo acciottolato. Lasciamo una roccia alla sinistra.
Sul lato sinistro della mulattiera ci sono dei piccoli gradini (m. 655).
Ora saliamo ripidamente tra erba e radi alberi. Vediamo un altro cartello che indica il divieto di caccia.

All'esterno di una curva a sinistra, troviamo una cappella di colore giallo, edificata sull'orlo di un precipizio riparato da protezioni poco affidabili. La cappella contiene una statua raffigurante la madonna. Le scritte dicono: "La cappella. Restaurata dagli alpini nel 1988". Alla sinistra c'è un praticello (m. 680).
Continuiamo nel bosco in modo abbastanza ripido. Un sentiero sale a sinistra mentre verso valle la mulattiera è rinforzata da un basamento di pietre (m. 705).
Per un po' la mulattiera è incassata tra le pietre circostanti.
Dopo una semicurva a sinistra, sulla destra troviamo un muro di contenimento. Il bosco che ci circonda è formato in prevalenza da alberelli.
Alla sinistra troviamo una roccia sulla quale sono stati tracciati un bollo rosso e due segmenti gialli (m. 735).

Passando tra due rocce, percorriamo un tornante sinistrorso, oltre il quale, in leggera salita, passiamo sotto i cavi dell'alta tensione.
Poi, camminando tra prati e alcuni alberi, passiamo tra un baitello e una cascina davanti alla quale c'è una vasca abbeveratoio in pietra. I prati alla destra sono recintati con del filo spinato (m. 755).
Continuiamo in salita. La mulattiera è incassata tra due muretti. Attorno ci sono dei prati.
Vediamo un segmento blu come segnavia (m. 775). Alla sinistra ci sono dei ruderi.
Dopo una curva a destra proseguiamo con poca pendenza.

Alla destra troviamo alcune vecchie costruzioni, dei ruderi, una vasca abbeveratoio e il segnavia blu. Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra e giriamo a destra passando tra gli edifici (m. 785).
Proseguiamo in salita tra due steccati oltre i quali ci sono dei prati.
Percorriamo poi una ampia curva a destra tornando a salire in modo abbastanza ripido.
Dopo un tratto in piano su sterrato torniamo a salire con il fondo acciottolato e giriamo a sinistra (m. 820).
Alla destra c'è una rete oltre la quale, più avanti in un prato, vediamo due costruzioni. Giriamo a sinistra, arriviamo ad un bivio e ignoriamo il sentiero sulla sinistra (m. 840)
Alla destra ci sono dei prati e una bella veduta del Lago di Como, del Legnone, delle Grigne e del S. Primo.

Con poca pendenza raggiungiamo tre edifici situati sulla destra. Più in alto a sinistra, oltre un prato, ne vediamo altri.
Dopo una curva a destra, camminiamo in salita con un muro di pietre alla sinistra. Alla destra c'è una recinzione con pali di legno e una rete (m. 855).
Poi con una semicurva a sinistra, raggiungiamo altre vecchie case e alcuni ruderi.

Giunti ad un bivio, davanti ad un pozzo con copertura a volta, seguendo una freccia rossa, andiamo a sinistra in piano passando dietro a una fila di case, su alcune delle quali vediamo bolli rossi o segmenti blu (m. 865). Alla destra c'è un muretto. Più avanti alla sinistra ci sono degli alberelli.
Raggiungiamo altre vecchie costruzioni e vediamo due frecce rosse che indicano le due direzioni di marcia.
Ignorando un sentiero che scende a sinistra, passiamo tra le case.

Proseguiamo poi in salita tra prati a alcuni alberelli. Alla sinistra un po' lontano c'è una rete; alla destra ci sono dei muretti di contenimento nei prati.
Superata una curva a destra, saliamo in modo abbastanza ripido circondati da due file di alberelli. Ora la mulattiera è un po' inerbita.
Percorriamo un ripido tratto camminando in un rado bosco e vediamo un muro di pietre che si stacca verso sinistra (m. 915).
Proseguiamo in leggera salita tra piccoli prati e boschetti composti in prevalenza da alberelli (m. 935).
Poi la pendenza aumenta. Alla destra ci sono alcuni castagni.

In leggera salita nei prati, raggiungiamo un altro gruppo di case; qualcuna è ridotta a rudere ma altre sono ben sistemate (m. 955).
Alla sinistra c'è una recinzione con del filo spinato. Alla destra dei ruderi.
Percorriamo un tornante sinistrorso e riprendiamo a salire (m. 965).
Passiamo tra una fila di baite che si staccano verso sinistra e due ruderi situati alla destra (m. 985).
Proseguiamo poi con due ripidi zig-zag destra-sinistra, con il fondo inerbito.

In leggera salita, con la mulattiera in posizione leggermente sopraelevata rispetto ai prati circostanti, raggiungiamo Canelva (m. 1030).
In salita tra le case, troviamo alcuni segnavia che indicano nella nostra direzione di marcia: n. 18; Piazzo a ore 0.15, Alpe di Sala a ore 0.45, Alpe di Colonno a ore 1.
Ora la salita è abbastanza ripida. Le varie case sono sparse nei prati. Sulla destra vediamo anche un tavolone con delle panche.

Troviamo poi un sentiero che si stacca verso destra (m. 1055); i segnavia indicano in quella direzione: 17B; Colombera a ore 0.15, Gravona a ore 0.30, Madonna del Soccorso a ore 1.30.
Proseguiamo diritto tra le ultime case e stalle e vediamo anche una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.
Poi troviamo un baitello di legno sulla sinistra.
Ora camminiamo tra due file di alberi con pendenza un poco minore (m. 1070).
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra e, subito dopo, un altro alla destra.
Proseguiamo accompagnati da due muretti e due file di alberi.

Raggiungiamo e superiamo un altro gruppo di baite la prima delle quali ha un camino all'esterno (m. 1095).
Ora la mulattiera è incassata tra due muretti di pietre.
Con poca pendenza proseguiamo tra prati e alberi.
Sulla destra troviamo un piccolo cassottello di lamiera e poi due case (m. 1115).
Superiamo un cancello di legno, che troviamo aperto, e raggiungiamo una bella fontana con vasca in pietra e tetto a volta (m. 1125).

Dalla destra arriva la mulattiera, già descritta nel secondo itinerario, che sale da Ossuccio.
Continuiamo pertanto verso sinistra, come già dettagliatamente descritto e, dopo aver superato un bosco di betulle, l'Alpe di Sala, e una pineta, raggiungiamo l'Alpe di Colonno e il rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 1075
Data escursione: gennaio 2012

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Rifugio Boffalora (m. 1252) in ore 0.15
  • alla Bocchetta di Lenno (m. 1495) in ore 1
  • al Monte di Lenno (m. 1589) in ore 1.15
  • alla Bocchetta di Galbiga (m. 1576) in ore 1.15
  • al Monte Galbiga (m. 1691) in ore 1.30
  • al Rifugio Venini (m. 1576) in ore 1.30
  • al Monte Tremezzo (m. 1698) in ore 1.45
  • al Monte Crocione (m. 1641) in ore 2.15
Dati del Rifugio Alpe di Colonno

Altezza:
m. 1320
Gruppo:
Monti Lariani
Ubicazione:
Alpe di Colonno
Comune:
Colonno - CO
Carta Kompass:
91 - B5
Coordinate Geo:
45°58'43.00"N
9°08'09.70"E
Gestore:
Stefano Barbetta
Telefono gestore:
-
Telefono rifugio:
375 7380966
Posti letto:
12
Apertura:
giugno-ottobre:
tutti i giorni
Pagina aggiornata
il: 15/07/2023
Il Rifugio Alpe di Colonno Santuario Madonna del Soccorso sopra Ossuccio La funivia Argegno-Pigra Il ponticello sul Torrente Mulino Case a Corniga La chiesa di S. Anna a Corniga Isola Comacina e Penisola Balbianello La cappella che si incontra salendo da Sala Comacina Canelva Panorama dal rifugio La chiesetta dietro al rifugio La croce a monte del rifugio

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