Rifugio Baitone CAI Sesto

Il Rifugio Baitone CAI Sesto è situato nel comune di Carona in Val Brembana.
E' raggiungibile con un sentiero che si stacca a nord dalla strada dell'Enel n. 210 che collega Carona ai Rifugi Calvi e Longo.
Il rifugio dispone di cucina a legna e a gas, riscaldamento a legna con stufe e camino, servizi con acqua corrente, illuminazione elettrica con pannelli fotovoltaici.
All'esterno ci sono: una fontana con il cartello "acqua sorgiva non controllata", alcuni tavoli con relative panche e un baitello di legno senza porta e senza vetri alle finestre che può fungere da riparo in caso di pioggia.
Il rifugio è utilizzabile dai soci del CAI di Sesto San Giovanni e da gruppi organizzati previa autorizzazione della Commissione Rifugio. Viene gestito dalla Sezione di Sesto mediante soci designati ed è aperto su richiesta in autogestione.
Per ogni informazione (disponibilità, costo, prenotazione ecc.) si può inviare una e-mail a: caisesto@tiscali.it oppure si può contattare il Sig. Enrico Vegetti (cell. 339 4576076).

Primo itinerario: da Carona (segnavia 210)
Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a sinistra la strada che sale al Passo San Marco e continuiamo sulla destra con la provinciale 2 in direzione di Foppolo.
Dopo Branzi prendiamo la provinciale 5 che si stacca sulla destra e conduce a Carona.
Attraversando il paese troviamo diversi cartelli che indicano i rifugi della zona.
Prendiamo Via Locatelli con la quale, in salita tra gli alberi, arriviamo al tornante sinistrorso dove sulla destra inizia la strada dell'Enel chiusa al traffico (n. 210). Lasciamo la macchina ai bordi della strada e ci incamminiamo (m. 1220). Ricordo che il parcheggio è soggetto al pagamento di 2 euro al giorno tramite un "gratta e sosta" acquistabile presso gli esercizi commerciali di Carona.
I segnavia indicano: Frazione Pagliari, Rifugio Calvi, Rifugio Longo, Val Carisole, Rifugio Terre Rosse. C'è anche una bacheca con una cartina della zona.
Superiamo una stanga. Un segnale stradale vieta il transito agli automezzi.

Il primo tratto è asfaltato, quasi in piano, nel bosco. Alla sinistra c'è un muro di pietre. Alla destra ci sono delle protezioni con pali di ferro che reggono tre cavi.
Una mulattiera, che sale da destra passando dalla Baita del Sala, si unisce al nostro percorso. Alcuni cartelli indicano se i Rifugi Longo e Calvi sono chiusi o aperti. Iniziamo a salire.
Passiamo sotto tre cavi che attraversano la strada obliquamente, da destra verso sinistra. Dalla destra in basso sentiamo provenire il rumore del Brembo.
Incontriamo l'indicazione, in lettere romane, dei primi 800 metri di cammino. Alla destra c'è una panchina di legno (m. 1240).
Allo scoperto, ripassiamo sotto ai tre cavi, questa volta da sinistra verso destra. Ignoriamo un sentiero, con dei gradini di legno, che scende a destra accompagnato da una staccionata corrimano (m. 1255).
Torniamo nel bosco.
Alla destra ci sono delle protezioni con paletti di ferro dipinti di verde che reggono tre cavi (m. 1270).

Vediamo una piccola croce su una roccia alla sinistra e subito incontriamo l'indicazione del km. 1. Lasciamo a sinistra la cabina idroelettrica della presa di Pagliari (m. 1275). Le protezioni alla destra terminano. Dopo alcuni metri su cemento torniamo a camminare su asfalto.
Alla sinistra, più in alto, ci sono delle reti paramassi (m. 1285).
Percorriamo una semicurva verso destra camminando tra pochi alberi. Alla destra ci sono le protezioni con paletti che reggono tre cavi.

Usciamo dal bosco.
Presso una curva verso sinistra lasciamo a destra un traliccio (m. 1290).
Alla sinistra c'è una targa di marmo a ricordo di una persona deceduta. Due sentieri scendono a destra e i segnavia indicano con il secondo: Rifugio Calvi con il "sentiero estivo" n. 247 a ore 3.10, Lago di Val dei Frati con il sentiero n. 236 a ore 2.30, Passo di Aviasco con il sentiero n. 236 a ore 3.45; diritto con la sterrata n. 210: Rifugio Fratelli Calvi a ore 2.40, Rifugio Fratelli Longo a ore 2.40 (sentiero n. 224).
Proseguiamo in leggera salita lungo la strada e superiamo due semicurve destra-sinistra.

Lasciamo a sinistra una fontana con vasca e attraversiamo il piccolo borgo di Pagliari (m. 1313).
Un cartello preannuncia a 150 metri un sentiero alternativo.
Dopo una semicurva verso sinistra, dei segnali stradali indicano che la strada è dissestata e il ciglio è cedevole.
Poco dopo ignoriamo una strada che scende a destra. In leggera salita transitiamo sotto a tre cavi dell'alta tensione.
La strada diventa sterrata. Un segnale stradale avverte del pericolo di caduta pietre. Superiamo una curva verso destra (m. 1320).
Alla sinistra ci accompagna un vecchio muretto di pietre. In basso alla destra vediamo il torrente.

Un cartello segnala alla sinistra il sentiero alternativo per i Rifugi Calvi e Longo e la Val Sambuzza (m. 1330).
Superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua collocata obliquamente di traverso alla strada (m. 1340).
Alla destra scende un muro a rinforzo della sede stradale. Nel muro sono stati conficcati degli spuntoni di pietra come fossero dei piccoli paracarri.
Superiamo un tratto tra gli alberi e torniamo a camminare allo scoperto (m. 1350).
Proseguiamo in salita. Alla sinistra c'è un muro e alla destra un guard-rail oltre il quale un ripido pendio erboso scende verso il torrente.
Con poca pendenza passiamo accanto a un segnale di pericolo generico (m. 1370).
Torniamo all'ombra degli alberi e troviamo una targa a ricordo di una persona deceduta (m. 1375).
In salita percorriamo una curva verso sinistra molto ampia. Alla destra ci sono le solite protezioni con pali di ferro verdi che reggono tre cavi.
Per un tratto, come protezione, ci sono solo gli spuntoni nel cemento alla destra e per un altro tratto i pali verdi che reggono tre cavi. Gli alberi sono radi (m. 1395).

Incontriamo l'indicazione del km. 2 nei pressi di una baita diroccata e torniamo a camminare tra gli alberi (m. 1410).
Poco dopo, all'esterno di un'ampia curva verso destra, troviamo la splendida cascata alimentata dal torrente che scende dalla Val Sambuzza; l'acqua, dopo averci rinfrescato con qualche spruzzo, attraversa la strada passando sotto un ponte (m. 1415).
Subito dopo alla sinistra c'è una bacheca con una cartina della zona.
La strada prosegue allo scoperto, con il fondo in cemento nel quale sono state incastrate alcune pietre lisce. Sul bordo destro ci sono alcuni spuntoni di roccia fissati nel cemento.
In basso alla destra, al limitare tra il prato e il bosco, vediamo una baita diroccata raggiungibile con un sentierino.
Un segnale stradale preannuncia una serie di tornanti. Ora il fondo stradale è solo in cemento (m. 1430).

Poco dopo trascuriamo una scorciatoia che sale a sinistra.
Torniamo tra gli alberi e percorriamo un tornante sinistrorso, all'inizio del quale alla destra ci sono le solite protezioni con pali verdi che reggono tre cavi mentre verso la fine c'è un muro di pietre a secco (m. 1435).
Per un tratto, la stradina si trasforma in una larga mulattiera con il fondo di pietre. La scorciatoia la attraversa da sinistra verso destra.
Torniamo a camminare su cemento. Alla sinistra c'è un corto guardrail. Percorriamo un tornante destrorso ignorando due sentieri che continuano diritto, il primo in discesa e il secondo in salita. Su di una parete di roccia il segnavia 210 a bandierina invita a proseguire con la strada (m. 1450).
Superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua che attraversa obliquamente la strada. Alla destra ci sono gli spuntoni, prima di ferro e poi di roccia, infissi nel cemento.
Torniamo allo scoperto. Dalla destra si immette la scorciatoia. Subito dopo alla destra c'è un rudere.

Continuiamo con un ampio tornante destrorso all'esterno del quale alcuni segnavia indicano con il sentiero 209 che sale a sinistra: Incrocio Sentiero Orobie Occidentali 208 a ore 1, Lago Val Sambuzza a ore 2, Passo Publino a ore 3, Rifugio Terrerosse. A seguire ci sono una fontana con l'acqua che cade in un tronco scavato, l'inizio di una mulattiera e una vecchia baita con due cartelli sui quali leggiamo: "Località Dosso. Baita Birone". Alla destra ci sono le protezioni con pali verdi e tre cavi (m. 1470).
La strada prosegue con il fondo in cemento nel quale sono state incastrate alcune pietre lisce.
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale ci sono le solite protezioni (m. 1475).
La pendenza è minima. Un segnale stradale indica il divieto di sosta da entrambi i lati. Lasciamo a sinistra una vecchia baita.
Superiamo un paio di canaline per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.

Presso una semicurva verso sinistra molto ampia, alla destra c'è una bacheca con un cartellone intitolato "I colori delle Orobie" che mostra i fiori della zona e indica i loro nomi (m. 1485).
Un sentiero sale dalla destra. Alla sinistra c'è un muretto di pietre.
In alcuni punti camminiamo tra gli alberi, in altri allo scoperto.
Alla sinistra c'è un muretto di cemento. Alla destra, in alcuni tratti, ci sono gli spuntoni di roccia (m. 1495).
Continuiamo con poca pendenza e con un muretto di pietre alla sinistra.

In basso alla destra, oltre il torrente, vediamo una baitella di pietre (m. 1515).
Superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Presso una curva verso destra un torrente scorre sotto alla strada. Alla sinistra c'è un muretto in cemento (m. 1525).
Subito dopo troviamo anche un rivolo e un ruscello che scendono dalla montagna e, intubati, passano sotto alla strada. Un muretto fa da protezione alla sinistra. Troviamo un'altra canalina in cemento di traverso alla strada e l'indicazione del Km. 3.
Alcuni metri più avanti rientriamo nel bosco (m. 1540).
Proseguiamo in salita.
Vediamo il segnavia 210 a bandierina e lasciamo a sinistra uno slargo tra le rocce (m. 1555).

Subito dopo ignoriamo un ripido sentiero che sale a sinistra all'inizio del quale ci sono dei gradini e una staccionata corrimano.
Per un tratto, alla destra ci accompagnano le protezioni con paletti di ferro verdi e tre cavi (m. 1560).
Su di una roccia vediamo il segnavia 210 a bandierina (m. 1575).
Un rivolo passa sotto alla strada in un tubo.

Alla sinistra, due cartelli marroni informano che siamo nel Parco Regionale Orobie Bergamasche, Alta Val Brembana Laghi Gemelli (m. 1585).
Alla destra, dopo un masso squadrato, ripartono le protezioni con paletti verdi e tre cavi.
Un torrente scende formando una piccola cascata e passa sotto alla strada (m. 1590).
Per un tratto, alla sinistra abbiamo un muro di pietre.
Poco dopo un sentiero scende a destra verso una baita.
Alla destra, riprendono gli spuntoni di roccia al bordo della strada (m. 1600)
Un piccolo torrente scorre sotto alla strada. Alla sinistra c'è un muretto.

Poco dopo, presso un'ampia curva verso destra, la strada diventa sterrata (m. 1610). Due cartelli indicano con un largo sentiero che si stacca alla sinistra: Baitone Cai Sesto S. Giovanni, Rifugio Longo a ore 1.20. Lasciamo la strada e prendiamo il sentiero.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso e continuiamo in leggera salita in un bosco di conifere.
Dopo due semicurve destra-sinistra, superiamo un ruscello camminando su di una passerella con tredici assi di legno. Passiamo sotto a un cavo (m. 1625).
Alcune radici affiorano dal terreno.
Presso un tornante destrorso aggiriamo un gruppo di tre alberi nati dallo stesso ceppo (m. 1640).
Continuiamo in salita.

Usciamo dal bosco (m. 1660).
Alla sinistra ci sono dei prati e, poco sopra, vediamo la Baita dei Dossi circondata da una staccionata.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso. Ora il sentiero è meno largo.
Attorniati dai prati, superiamo un tratto con maggiore pendenza.
Dopo una curva verso sinistra seguita da un tornante destrorso la pendenza diminuisce un poco (m. 1670).
In leggera salita passiamo a valle della Baita dei Dossi (m. 1675).
Poco dopo transitiamo sotto a un cavo (m. 1680).
Superiamo una semicurva verso sinistra; alla destra c'è il bosco.
Per un tratto ci sono alberi anche alla sinistra. Davanti cominciamo a vedere il Rifugio Baitone (m. 1685).
Al termine degli alberi, quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra e transitiamo sotto a tre cavi.

Poco dopo, presso una curva verso destra, troviamo un cartello che indica, con un sentiero a sinistra: Foppolo a ore 3, dietro: Carona a ore 1; (a destra:) Rifugio Longo a ore 1.15. Lì accanto ci sono una panca intagliata nel legno e dell'acqua sorgiva che esce de un tubicino. Continuiamo verso destra e superiamo un ruscelletto che scorre sotto a quattro pietre (m. 1690).
Subito troviamo una palina con dei segnavia che indicano con il sentiero 208, dietro: Passo della Croce a ore 2.30, Foppolo a ore 3; davanti: Incrocio 224 per Rifugio Longo a ore 1, Lago del Prato a ore 1, Rifugio Calvi a ore 2.40.
Tra i massi alla sinistra, c'è una madonnina.
Passiamo sotto a un'insegna, incisa a fuoco su una tavola di legno, con la scritta: "LA ALL DEL SAS"
Continuiamo in salita con una mulattiera. Alla destra c'è una fila di pietre. Su di un masso alla sinistra vediamo il segnavia 208 a bandierina.
Con un ultimo tratto in leggera salita raggiungiamo il Baitone Mario Baschieri del Cai di Sesto S. Giovanni (m. 1704).

Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello m. 484
Data escursione: maggio 2019
 
Secondo itinerario: da Carona per la Val Sambuzza (segnavia 210 - 209 - 208)
Come descritto nel primo itinerario arriviamo fino al tornante destrorso all'esterno del quale c'è la Baita Birone (m. 1470). Qui i segnavia indicano con il sentiero 209 che sale a sinistra: Incrocio Sentiero Orobie Occidentali n. 208 a ore 1, Lago Val Sambuzza a ore 2, Passo Publino a ore 3, Rifugio Terrerosse. Lasciamo la strada e prendiamo il sentiero 209 che si addentra nel bosco, inizialmente in piano e poi in leggera salita.
Lasciamo a destra una scorciatoia che si stacca accanto a un palo metallico (m. 1485).
Percorriamo un tornante destrorso dove vediamo un segnavia a bandierina.
La scorciatoia rientra, poco prima di arrivare a un tornante sinistrorso (m. 1495).
Passiamo sotto a un cavo.
Alla destra su di una grande roccia vediamo il segnavia 209.
Percorriamo una curva verso destra.

Sentiamo uno scroscio d'acqua e, poco dopo, alla sinistra ritroviamo il torrente che più sotto genera la bella cascata della Val Sambuzza. Anche qui scorre ripidamente (m. 1510). Davanti lo vediamo formare un'altra cascata.
Una teleferica prende avvio e sale tra radi alberi. Ignoriamo sulla sinistra una passerella con la quale è possibile portarsi sull'altro lato del corso d'acqua. Seguendo il segnavia 209 che indica il Passo del Publino e un cartello che indica il Rifugio Terre Rosse, andiamo a destra in salita (m. 1520).

Il sentiero entra in un prato e subito si biforca davanti ad un albero. Possiamo continuare verso sinistra attraversando il prato oppure a destra aggirandolo all'ombra degli alberi.
Con il sentiero alla destra passiamo accanto a un traliccio e alla base in cemento di un altro sul quale vediamo un segnavia rosso-bianco-rosso e una freccia arancione che indica dietro. In alto incrociano tre cavi dell'alta tensione e un altro cavo che scorre più sotto. Poco dopo il sentiero si sdoppia e si ricompone.
Al termine del prato i due sentieri si uniscono accanto al segnavia 209 dipinto su delle pietre. Proseguiamo verso destra in leggera salita (m. 1550).

All'esterno di un tornante sinistrorso troviamo le due "Baite della Forcella"; una è ben visibile mentre l'altra è seminascosta dalla prima (m. 1565).
Percorriamo un'ampia semicurva verso sinistra.
Vediamo un bollo rosso-bianco-rosso su di una pietra.
Transitiamo sotto ai tre cavi dell'alta tensione.
Percorriamo un tornante destrorso tagliabile con una scorciatoia (m. 1575).
Ripassiamo sotto ai tre cavi dell'alta tensione.

Rientriamo nel bosco.
Lasciamo a sinistra un casello dell'acquedotto.
Un cartello segnala una "Zona Alpi 'A' a maggior tutela".
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso e vediamo un bollo bianco-rosso su di una pietra (m. 1590).
Continuiamo quasi in piano. Per un tratto alla sinistra c'è una staccionata di legno.
In leggera salita, transitiamo nuovamente sotto ai tre cavi dell'alta tensione.
Camminiamo al fresco del bosco. Di tanto in tanto troviamo un bollo bianco-rosso.
Passiamo sotto a un cavo (m. 1605).
Proseguiamo in salita.
Lasciamo a destra un palo metallico che sostiene il cavo della teleferica. Poco sopra vediamo scorrere l'altro cavo (m. 1620).

Nei pressi di un tornante destrorso, torniamo a sentire lo scroscio del torrente e davanti riusciamo a intravedere tra gli alberi una cascata raggiungibile con un sentierino (m. 1630).
Alla sinistra troviamo un altro palo metallico con il relativo cavo della teleferica e l'altro cavo che scorre più sopra.
Alcune pietre formano dei rudimentali gradini.
Continuiamo con poca pendenza.

Una apertura nel bosco alla destra consente una prima veduta dei monti dietro Carona e sulle sottostanti due Baite della Forcella. Passiamo sotto a un cavo (m. 1640).
Rientriamo nel bosco
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Riprendiamo a salire.
Percorriamo una semicurva verso sinistra e troviamo un'altra apertura alla destra dove, oltre al panorama sui monti, vediamo anche un traliccio in un prato (m. 1670).
Ora alla destra ci sono radi alberi.

Alla destra vediamo i tre cavi dell'alta tensione che scorrono alla nostra altezza.
Dopo un tornante sinistrorso proseguiamo con minore pendenza.
Superiamo un tornante destrorso ignorando un altro sentiero che prosegue diritto, idealmente chiuso con una fila di piccole pietre (m. 1690).
Torniamo a salire.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1700).
Vediamo delle radici che affiorano dal terreno.

Arriviamo a una biforcazione con un masso nel mezzo sul quale un bollo invita a proseguire alla sinistra ma, in ogni caso, poco dopo i due sentieri si riuniscono (m. 1720).
Ora è alla sinistra che c'è una apertura tra gli alberi e in basso possiamo vedere Carona e il suo lago.

Raggiungiamo un incrocio di sentieri. Davanti vediamo il segnavia 209 a bandierina. All'inizio del sentiero che retrocede alla destra c'è un cartello che segnala il Rifugio Longo. Con il sentiero alla sinistra, che è privo di indicazioni, basta un minuto per scendere al Rifugio Casera Val Sambuzza. Andiamo a destra. (m. 1725).
Dopo un tratto con poca pendenza continuiamo quasi in piano.
Troviamo un bollo rosso. Su di un cartello leggiamo: "Sentiero Daniela".
Continuiamo con alcuni lievi saliscendi.
Proseguiamo in discesa (m. 1735).
Il sentiero si divide in due tracce parallele e poi si ricompone (m. 1725).
Continuiamo in leggera discesa (m. 1720).
Superiamo un tratto allo scoperto (m. 1715).
Torniamo nel bosco e percorriamo altri brevi saliscendi.
All'uscita dal bosco proseguiamo tra prati e radi alberi dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.
Scavalchiamo un ruscelletto.

Alla sinistra troviamo una baita mentre alla destra c'è una staccionata (m. 1715).
Continuiamo in leggera salita su di una sterrata inerbita. Vediamo il segnavia 208 a bandierina e un cartello che indica davanti il Rifugio Longo.
Alla destra c'è la linea di tralicci che reggono tre cavi dell'alta tensione.
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Guadiamo un ruscelletto.
Due frecce, su di una roccia liscia, indicano davanti il Rifugio Longo e dietro Foppolo (m. 1730).
Subito dopo attraversiamo un rivolo.

Percorriamo un'ampia semicurva verso sinistra. In basso alla destra vediamo un prato, forse il fondo di un laghetto prosciugato (m. 1740).
Lasciamo a sinistra una parete rocciosa e continuiamo quasi in piano (m. 1750).
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Proseguiamo con poca pendenza. Poco sotto vediamo la base in cemento di un traliccio. Attorno ci sono prati a radi alberi.
Alla sinistra, per un tratto, ci accompagna un basso muretto di pietre. Guadiamo un ruscelletto (m. 1765).
Continuiamo quasi in piano e scavalchiamo un rivolo.

Raggiungiamo una baita, più piccola della precedente, accanto alla quale c'è una fontana con una vasca di metallo incassata dentro un'altra vasca di pietre. Su di un cartello leggiamo: "Baita Baitì" (m. 1770).
Proseguiamo in leggera discesa.
Lasciamo a destra la base in cemento di un traliccio (m. 1765).
Superiamo un tratto quasi in piano seguito da uno in discesa.
Percorriamo una semicurva verso sinistra molto ampia. Su di una roccia alla sinistra vediamo un bollo rotondo, bianco al centro e rosso all'esterno.
Quasi in piano raggiungiamo una stanga di colore verde che chiude il passaggio ai veicoli (m. 1740).
Continuiamo in leggera discesa.

Incrociamo un sentiero (m. 1735). Dei vecchi segnavia CAI indicano, diritto verso sinistra: Rif. Longo a ore 0.50 (sent. 224), P.so Venina a ore 2.40 (sent. 254), P.so Cigola a ore 3.00 (sent. 253), Rif. Calvi (travers.) a ore 3.30 (sent. 246); dietro: Foppolo a ore 3.20 (sent. 208). Con un tornante destrorso ci immettiamo sul sentiero e proseguiamo quasi in piano.
Lasciamo a destra una parete di roccia.
Continuiamo in leggera discesa in un rado bosco di conifere. Un rivolo attraversa il sentiero (m. 1725).
Proseguiamo quasi in piano (m. 1710).
Presso una curva verso destra vediamo il rifugio attorniato da un prato.
Aggiriamo il prato con una semicurva verso sinistra mentre un rivolo attraversa il sentiero scorrendo sotto a due pietre.
Poco dopo, in leggera discesa raggiungiamo il rifugio (m. 1704).

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 580 -96
Data escursione: giugno 2019

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Rifugio Longo (m. 2026) in ore 1
  • al Passo di Cigola (m. 2486) in ore 2.15
  • al Passo di Venina (m. 2442) in ore 2.30
  • a Carona in ore 1.10
  • al Rifugio Calvi (m. 2015) in ore 1.30
  • alla Baita Armentarga (m. 1780)
  • alla Baita Casera Val Sambuzza (m. 1710) in ore 0.25
  • a Carisole in ore 1.45
  • a Foppolo in ore 3.15
  • al Lago del Diavolo (m. 2142)
  • al Lago del Prato (m. 1655)
  • al Lago della Cava (m. 1680)
Dati del Rifugio Baitone CAI Sesto

Altezza:
m. 1704
Gruppo:
Orobie
Ubicazione:
Casera dei Dossi
Comune:
Carona - BG
Carta Kompass:
104 B4
Coordinate Geo:
46°01'42.00"N
9°49'53.10"E
Gestore:
CAI Sesto S.G.
tel: 02 2426875
Sig. Enrico Vegetti
cell. 339 4576076
Telefono rifugio:
-
Posti letto:
22
Apertura:
solo per
soci CAI Sesto e
gruppi organizzati
in autogestione
Pagina aggiornata
il: 16/06/2019
Il Rifugio Baitone CAI Sesto 1° itinerario - Alcune baite di Pagliari La Cascata della Val Sambuzza La Baita Birone La sterrata nel bosco Passerella per superare un ruscelletto Una piccola deviazione conduce alla Baita dei Dossi Panca e sorgente Madonnina tra le rocce Passiamo sotto a questa insegna Arriviamo al Rifugio Baitone del CAI Sesto 2° itinerario - Il Torrente della Val Sambuzza Baite della Forcella Le cime oltre Carona: Pizzo Becco, Sardegnana ecc. Passiamo accanto a questa baita ... e poi al Baitì Arriviamo al Rifugio Baitone del CAI Sesto Dedica a Mario Baschieri Fontana Baitello per ripararsi in caso di pioggia Panorama di fronte al rifugio

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