Il Rifugio Baita Növa è situato tra i Laghetti della Casera e delle Zocche, sul versante nord ovest del Pizzo Meriggio.
Si tratta di una baita in muratura, recentemente ristrutturata, che dispone di una cucina completa di fornello con bombola, lavandino, armadietti con
stoviglie; due stufe con legna da ardere; due tavoli con panche e sedie; locale bagno; dormitorio al piano superiore con sedici materassi, cuscini e
coperte. Illuminazione da pannello solare.
Una targa accanto alla porta d'ingresso ricorda Eros Fagiolini precipitato in un canalone sul Pizzo Meriggio.
La baita, di proprietà del Comune di Albosaggia, è generalmente chiusa ed è gestita dalla Polisportiva Albosaggia con fini didattici e sportivi. Chi
fosse interessato ad utilizzarla, per prenotarla e ritirarne le chiavi deve rivolgersi al Sig. Renato Buglio (tel.: 335 5727176).
Lasciamo la tangenziale di Sondrio (statale 38) al km. 37.3 per prendere verso sud la prima uscita (Via Vanoni) per chi proviene da Morbegno.
Andiamo a destra in direzione di Albosaggia, superiamo il ponte sul fiume Adda e subito dopo giriamo a sinistra.
Saliamo con la provinciale 17. Ad un bivio andiamo a destra ignorando la provinciale 18 che si stacca a sinistra.
Nel centro di Albosaggia, lasciamo la carrozzabile che prosegue ampia verso i Campelli per girare a destra in Via Torre. Dopo alcuni metri in discesa,
superiamo un torrente e giriamo subito a sinistra prendendo una stretta stradina asfaltata che sale in direzione di alcune case.
Continuiamo poi tra i castagni. Al primo bivio in Contrada Foppe (m. 676) andiamo a sinistra. Al successivo andiamo invece a destra seguendo un
cartello che indica San Salvatore (m. 740).
Superiamo la bianca chiesetta di S. Antonio (m. 768) e raggiungiamo la frazione di Cantone (m. 995) dove lasciamo a destra il sentiero 219 che conduce
a: La Crocetta in ore 1, alla G.V.O. (Gran Via delle Orobie) in ore 3.50 e al Rifugio Caprari in ore 4.10.
Più avanti troviamo due slarghi, uno per parte, al margine della strada e una panchina con la scritta Nembro (m. 1100). Poco dopo c'è un segnale
stradale che vieta il transito agli automezzi da novembre ad aprile. La strada è ripida e varie cunette per lo scolo dell'acqua la attraversano
costringendo le auto a ripartire quasi da fermo ogni volta. Pertanto, nel periodo invernale, occorre lasciare la macchina in questo punto anche perché
questo tratto è in ombra e quindi è spesso ghiacciato.
Proseguendo, usciamo dal bosco e raggiungiamo un bivio (m. 1310). Alcuni segnavia indicano a sinistra con il percorso 220: Valle della Casera a ore
1.20, G.V.O. a ore 3.40, Lago Publino a ore 3.50; a destra: Alberi Monumentali e Località San Salvatore dove ci sono l'ex-rifugio Saffratti ed una
chiesa, probabilmente la più antica di tutta la Valtellina (pare sia del principio del VI° secolo).
La stradina continua, alternando tratti su asfalto e cemento, dapprima nel bosco e poi allo scoperto tra prati, gruppi di baite e qualche fontana.
Dietro cominciano ad apparire le cime della Val Masino e della Val Malenco.
Presso un tornante sinistrorso alcuni segnavia che invitano a proseguire indicano: Valle della Casera a ore 0.40, G.V.O. a ore 3.00, Lago Publino a ore 3.10.
Con un ultimo tratto sterrato raggiungiamo un'edicola del Parco delle Orobie Valtellinesi con una cartina della zona e parcheggiamo la macchina. Siamo
in località Alla Cà (m. 1516).
I segnavia indicano a destra con il sentiero 221: Valle della Casera a ore 0.20, Lago della Casera a ore 0.50, Pizzo Campaggio a ore 2.50; e con il
sentiero 220: Valle della Casera a ore 0.20, G.V.O a ore 2.30, Lago di Publino a ore 2.40. Altri cartelli indicano il Rifugio Caprari a ore 3 e
l'agriturismo Stella Orobica a ore 0.50.
Seguendo le indicazioni e i bolli bianco rossi, in salita attraversiamo un prato ed entriamo in un bosco di radi larici.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
Ad un bivio i bolli bianco rossi indicano di girare a sinistra (m. 1565).
Ritroviamo la sterrata, la attraversiamo e riprendiamo il sentiero (m. 1575).
Superiamo un tratto con maggiore pendenza (m. 1595).
Il sentiero si scompone in tre tracce e subito si ricompone (m. 1615).
Poco dopo torna a dividersi in tre solo per aggirare alcuni alberi (m. 1625).
Poi si sdoppia in due tracce parallele che dopo una diecina di metri si riuniscono (m. 1640).
Attraversiamo nuovamente la sterrata. Su di un albero un cartello indica l'agriturismo Stella Orobica (m. 1650).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido su di un largo sentiero.
Troviamo un pozzetto in cemento e ignoriamo un sentiero che si stacca alla destra (m. 1660).
Più avanti la pendenza diminuisce un poco. Il bosco ora è meno rado (m. 1685). Di tanto in tanto vediamo un bollo bianco rosso dipinto su di un larice.
Percorriamo quattro brevi tratti: in leggera salita, in salita, quasi in piano e nuovamente in leggera salita.
Torniamo a salire. Per un po' il sentiero è incassato nel terreno circostante (m. 1705).
Percorriamo una curva a sinistra quasi in piano (m. 1715).
Continuiamo con un lungo tratto in leggera salita.
Dopo alcuni metri quasi in piano torniamo a salire (m. 1745).
Proseguiamo tra radi larici con poca pendenza e con delle serpentine appena accennate.
Percorriamo pochi passi quasi in piano e riprendiamo a salire. Troviamo alcuni mucchi di pietre.
Seguendo una traccia tra l'erba, attraversiamo una radura. Volgendo lo sguardo, dietro vediamo i Corni Bruciati e il Disgrazia.
Dopo alcuni passi quasi in piano riprendiamo a salire. Passiamo accanto ad altri mucchi di pietre (m. 1800).
Lasciamo a sinistra un larice isolato (m. 1810).
Raggiungiamo una fontana con una lunga vasca abbeveratoio. Dalla sinistra arriva una sterrata. Alla destra, poco lontano, vediamo un baitello e una
baita (m. 1815).
Continuiamo diritto, superando un tombino verde.
Il sentiero si divide in due tracce parallele, che passano accanto ad un mucchio di pietre, e poi si ricompone (m. 1840).
Arriviamo ad un bivio (m. 1850). Alcuni segnavia indicano diritto il sentiero 221: Lago della Casera a ore 0.30, Pizzo Campaggio a ore 2.30; a destra
con il sentiero 220: G.V.O a ore 2.10, Rifugio Caprari a ore 2.20, Lago di Publino a ore 2.20. Continuiamo diritto in leggera salita.
Poco dopo, davanti ad una chiusa dell'acquedotto sul torrente, giriamo a sinistra (m. 1860).
Riprendiamo a salire, lasciamo a sinistra un altro mucchietto di pietre e percorriamo una curva a destra.
Dapprima con poca pendenza e poi in salita iniziamo ad attraversare una radura con qualche albero. Alla destra scorre il torrente (m. 1880).
Alcune pietruzze su di un masso formano un ometto (m. 1905).
Poco dopo il sentiero si divide e dopo una diecina di metri si ricompone.
Alla sinistra c'è un rudere.
Raggiungiamo lo splendido Lago della Casera nelle cui verdi acque si specchiano i larici che lo circondano (m. 1924).
Lo aggiriamo alla sinistra, quasi in piano, scavalcando un ruscelletto e passando accanto ad una zona recintata riservata all'acquedotto.
In leggera salita percorriamo una curva a destra.
Lasciamo a destra un mucchio di pietre e giriamo a sinistra (m. 1935)
Alla destra scorre il torrente immissario ed emissario del lago.
Nei prati vediamo un barech rotondo alla sinistra ed uno rettangolare alla destra. Davanti ci sono cinque baite allineate. La più a destra non è
ancora visibile ma poco dopo la raggiungiamo.
Alla destra troviamo una vasca per il bucato in cemento ed una passerella di legno con la quale è possibile attraversare il torrente. Giriamo invece a
sinistra e, quasi in piano, passiamo accanto alle prime due baite (m. 1960). Sulla prima leggiamo: "vendita diretta formaggi e ricotta". La
seconda è l'agriturismo Stella Orobica.
In leggera salita raggiungiamo la terza baita e poi quasi in piano la quarta.
L'ultima baita è il Rifugio Lago della Casera. Una incisione sopra la porta d'ingresso lo definisce come "Baita del Tor". Di fronte ci sono due
tavoloni in legno con relative panche (m. 1966).
Oltre il rifugio passiamo tra una bacheca e il monumento agli alpini e proseguiamo con una stradina sterrata.
Dopo un tratto in leggera salita continuiamo quasi in piano. In alto già vediamo la Baita Növa.
Un ruscelletto attraversa passando sotto alla sterrata.
In leggera salita arriviamo ad un bivio e giriamo a destra con un tornante (m. 1975).
Ora possiamo scegliere se utilizzare un sentiero/scorciatoia che si stacca alla sinistra oppure proseguire comodamente con la sterrata.
sentiero -
Il sentiero inizia in leggera salita ma ben presto la pendenza aumenta.
Alla destra vediamo una baita situata ad alcune diecine di metri di distanza.
Poi saliamo ripidamente e raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.20 - Dislivello: m. 509
Data escursione: ottobre 2015
sterrata -
Ignoriamo il sentiero che alla sinistra sale verso il rifugio e continuiamo con la sterrata, quasi in piano tra radi larici.
Troviamo, uno dopo l'altro, tre rivoli che attraversano la sterrata mentre passiamo a valle della baita.
In leggera salita percorriamo una curva a destra.
Quasi in piano arriviamo ad un bivio dove teniamo la sinistra e attraversiamo una radura (m. 1990).
Passiamo accanto ad alcuni mucchi di pietre.
Proseguiamo tra radi larici dapprima con poca pendenza e dopo un tornante sinistrorso torniamo a salire (m. 2000).
Percorriamo una curva a sinistra. I larici sono sempre più radi (m. 2015).
Continuiamo con minore pendenza e vediamo la Baita Növa davanti alla sinistra.
Poco dopo arriviamo ad un tornante destrorso dove lasciamo la sterrata per proseguire diritto con un'altra stradina.
Percorriamo pochi metri in discesa e poi quasi in piano arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.30 - Dislivello: m. 509
Data escursione: ottobre 2015
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