Rifugio-Ristoro Malga Artino

Il Rifugio-Ristoro Malga Artino è situato a metà circa del sentiero che sale dal Torrente Varrone (località Pè d’Artiin) alla cresta dove passa il confine tra il Comune di Premana in Val Varrone e quello di Introbio in Val Biandino.

Primo itinerario: da Premana (zona industriale) per Pè d’Artiin
Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova S.S. 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino a Taceno. Qui prendiamo a destra la provinciale 67 verso Premana con la quale arriviamo fino al ponte che precede la salita al paese.
Prima del ponte possiamo prendere una strada che scende a sinistra e passa sotto le arcate oppure dopo il ponte un'altra strada che scende a destra. Poco dopo le due strada si uniscono.
Raggiungiamo i capannoni della zona industriale e parcheggiamo (m. 765).

Quasi in piano ci incamminiamo su una sterrata agro-silvo-pastorale con divieto di transito ai veicoli.
Passiamo accanto ad alcune vecchie baite situate alla sinistra del Torrente Varrone.
Superiamo due semicurve sinistra-destra e arriviamo al primo ponte in pietra.
Qui (nel giugno 2012) è stata costruita un'area pic-nic con fontana, quattro tavoli e relative panche. Quest'area si raggiunge proseguendo alla sinistra del torrente  e attraversandolo poco dopo con un nuovo ponte. Al termine dell'area pic-nic torniamo ad immetterci sulla strada sterrata.
Se invece attraversiamo il Torrente Varrone con il vecchio ponte, giunti sull'altra sponda troviamo dei cartelli che indicano gli itinerari che possiamo percorrere.
A sinistra si va in Val Varrone: Alpe Forni-Casarsa (m. 1180) a ore 1, Vegessa (m. 1200) a ore 1.10, Alpe Barconcelli (m. 1415) a ore 1.30, Alpe Artino (m. 1500) a ore 2, Alpe Varrone Rifugio Cai Premana (m. 1670) a ore 2.15, Rifugio Santa Rita (m. 1988) a ore 3.30, Bocchetta di Varrone Rifugio FALC (m. 2120) a ore 3.30, Pizzo Tre Signori (m. 2554) a ore 5.30.
A destra invece si va in Val Marcia: Alpe Chiarino (m. 1560) a ore 2.10, Piz d'Alben (m. 1867) a ore 3, Bocchetta d'Olino (m. 1639) a ore 3, Pizzo Cornagera (m. 2048) a ore 4, Pian delle Betulle (m. 1485) a ore 4.30.
Altri cartelli indicano a sinistra il Ristoro Giabi a 500 metri e a destra il Rifugio Ombrega. La Malga Ariale (ora Rifugio Ariaal) viene indicata a sinistra con la strada a.s.p. e a destra con la mulattiera.

Proseguiamo con poca pendenza e, riunitisi i due itinerari, troviamo un torrente che scende dalla destra e attraversa la strada passandole sotto in un tubo (m. 775).
Pochi metri più avanti ci sono: un segnale stradale che indica il divieto di transito agli automezzi e una sbarra metallica che chiude l'accesso ai veicoli. Alla sinistra abbiamo delle robuste protezioni in legno. Proseguiamo con il fondo in cemento (m. 780).

Alla destra troviamo dei gradini che salgono verso una casa e una nicchia con la statuetta di una madonna. Passiamo accanto ad alcune case e percorriamo un'ampia curva verso destra (m. 790).
Quasi in piano superiamo una semicurva verso destra seguita in leggera discesa su sterrato da una verso sinistra (m. 795).
Alla sinistra vediamo un piccolo sbarramento sul torrente. Alla destra c'è una vecchia baita.
Dopo pochi passi con il fondo in cemento, proseguiamo con pochissima pendenza su sterrato.
Dell'acqua passa sotto alla sterrata dentro un tubo.

Alla sinistra un parziale sbarramento sul torrente forma una pozza. Alla destra prende avvio la sterrata agro-silvo-pastorale di Chiarino, con divieto di transito e di sosta a tutti i veicoli (eccetto autorizzati). Un cartello indica, diritto: Alpe Forni, Alpe Varrone, Pizzo Tre Signori; a destra: Porcile, Alpe Chiarino, Piz d'Alben. Proseguiamo diritto passando tra due massi (m. 800).
Un muro scende alla sinistra come rinforzo alla sterrata. Quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra con la strada parzialmente coperta dal cemento e continuiamo su sterrato con pareti di roccia alla destra.

Passiamo sotto una roccia sporgente. Percorriamo pochi passi con il fondo in cemento. Superiamo due semicurve sinistra-destra. Sull'altra sponde del torrente vediamo una baita.
Continuiamo tra gli alberi con pochissima pendenza. Percorriamo una semicurva verso sinistra seguita da una semicurva verso destra molto ampia (m. 805).
Torniamo a camminare su sterrato. Alla destra abbiamo un muro di pietre.
Lasciamo a destra una vecchia baita. Ignoriamo una stradina che esce alla sinistra. Cominciamo a trovare della canaline di ferro, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua (m. 815).

Alla sinistra vediamo uno slargo prativo, accanto al torrente. Alla destra, in un'area recintata, ci sono: una casa, due tavoli con relative panche, un camino e tre altalene.
Poco dopo continuiamo in leggera salita con il fondo in cemento.
Quasi in piano, su sterrato, superiamo un'ampia semicurva verso destra. Alla destra c'è un prato.

Con una semicurva verso sinistra, passiamo accanto al Ristoro Giabi. Davanti all'edificio c'è una fontana con vasca di pietra (m. 835).
Dopo un breve tratto in leggera discesa su cemento, giriamo a sinistra e proseguiamo quasi in piano su sterrato.

Su di un ponte di pietra, con due muretti sormontati da una staccionata di legno come sponde, riattraversiamo il Torrente Varrone tornando alla sua sinistra.
Dopo il ponte, percorriamo una semicurva verso destra con il fondo in cemento e proseguiamo in salita tra gli alberi. Un muro scende a destra a rinforzo della strada.
Ignoriamo un sentierino che sale a sinistra.
Continuiamo con pochissima pendenza, su sterrato. Alla sinistra ci sono delle pareti di roccia (m. 840).
Superiamo una semicurva verso destra.
Torniamo a salire; il fondo è in cemento (m. 845).
Con una semicurva verso sinistra aggiriamo una casa. Un rivolo attraversa la strada.

Percorriamo un tornante sinistrorso, seguito da uno destrorso all'esterno del quale ci sono due piccole baite (m. 855).
Lasciamo a sinistra due vecchie baite e un tavolo con panche in pietra. Su di una parete vediamo un affresco raffigurante un cervo.
Subito dopo, con protezioni di ferro alla destra, percorriamo un tornante destrorso attraversato da un torrente. In caso di acqua abbondante, alla sinistra ci sono una passerella di ferro traforato e una sbarra corrimano che consentono di evitare il guado in sicurezza.

Arriviamo a Gebbio (m. 875). Dalla sinistra scende il sentiero che proviene da Premana segnalata a ore 0.20. Altri segnavia indicano proseguendo con la strada: Alpe Forni a ore 0.45, Rifugio Casera Vecchia di Varrone a ore 2.15, Rifugio Santa Rita a ore 3.
Possiamo: a) continuare con la strada che aggira l'abitato sulla destra; b) addentrarci tra le baite e attraversare il piccolo borgo.
  • a - Seguiamo la sterrata che inizia ad aggirare alla destra, quasi in piano, le case di Gebbio.
    In leggera salita superiamo una semicurva verso destra e con il fondo in cemento percorriamo un tornante sinistrorso. Alla sinistra abbiamo un muro di pietre a secco.
    Continuiamo con un'ampia curva verso sinistra.
    La strada torna sterrata. Dalla sinistra, tra le baite, scende e si immette la mulattiera.
  • b - Superati due tornantini sinistra-destra, proseguiamo con una mulattiera.
    Lasciamo a sinistra una fontana coperta e un lavatoio.
    Continuiamo con poca pendenza camminando tra un muretto a secco e il retro di alcune baite.
    Riprendiamo a salire e passiamo accanto ad una santella, raggiungibile con sei gradini, al cui interno c'è una terracotta rotonda raffigurante il volto di una Madonna.
    Proseguiamo con pochissima pendenza tra vecchie baite.
    Dopo una curva verso sinistra e un breve tratto in discesa, torniamo sulla strada, ora sterrata.
Aggirato Gebbio, percorriamo un tornante destrorso quasi in piano.
Dalla sinistra scende il sentiero che proviene dalla Val Fraina. I segnavia indicano, a sinistra: Premana a ore 1, Alpe Rasga a ore 1.10, Alpe Fraina a ore 2; dietro: Premana a ore 0.25, Premana zona Industriale a ore 0.35, Agriturismo "I Giabi" a ore 0.10. Continuiamo diritto.
Accompagnati da un muro in cemento superiamo una semicurva verso sinistra subito seguita da una semicurva verso destra.
Proseguiamo con il fondo in cemento. Aggiriamo una baita (m. 880).

Continuiamo in leggera discesa.
Quasi in piano, su sterrato, superiamo una curva verso sinistra all'esterno della quale c'è uno slargo. Alla destra ci sono delle protezioni di ferro, alla sinistra pareti di roccia (m. 875).
Subito dopo, in leggera discesa, percorriamo due tornanti sinistra-destra.
Superiamo una curva verso destra molto ampia, in parte su cemento. Continuiamo su sterrato.
Proseguiamo con un breve tratto quasi in piano e con protezioni alla destra (m. 870).
Continuiamo in leggera salita con il fondo in cemento.

Poco dopo ignoriamo un sentiero scende alla destra.
Un torrente, che troviamo asciutto, scende a cascata alla sinistra della strada e la attraversa (m. 875).
Continuiamo su sterrato (m. 880).
Alla sinistra troviamo delle gabbie contenenti pietre.

Percorriamo una semicurva verso destra all'interno della quale troviamo la "Deleguasche", dell'acqua che scende incanalata e accompagnata da una scala con gradini in cemento (m. 890).
Percorriamo un breve tratto quasi in piano (m. 895) e continuiamo in leggera discesa.

Quasi in piano, lasciamo a sinistra la cappellina dedicata a S. Antonio all'interno della quale, oltre all'immagine del santo, c'è una panca di pietra (m. 885).
In leggera salita percorriamo una curva verso destra all'esterno della quale un cancello chiude l'accesso ad un sentiero che inizia con una passerella di ferro a sbalzo.

Subito dopo, su di un ponte con protezioni di ferro ai lati, attraversiamo il torrente che scende dalla Val Fraina.
Continuiamo in salita con il fondo in cemento. Alla sinistra ci sono pareti di roccia e alla destra protezioni di ferro.
Ignoriamo una fila di piccoli gradini che salgono ripidamente a sinistra.

Con protezioni sul lato a valle, percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 900).
Proseguiamo poi con un tratto in leggera discesa e con il fondo sterrato.
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Terminate le protezioni alla destra, superiamo una semicurva verso destra quasi in piano e con il fondo in cemento.
Riprendiamo a salire.

In basso alla destra vediamo delle opere di contenimento sul torrente. Alla sinistra è stata collocata una croce e ricordo di una persona scomparsa (m. 910).
Continuiamo con poca pendenza. All'interno di un tornante destrorso troviamo un casello dell'acquedotto (m. 920).
Proseguiamo in salita.

Presso una semicurva verso sinistra transitiamo sotto una roccia leggermente sporgente verso la strada (m. 930).
Superiamo un'altra semicurva verso sinistra.
Con protezioni a valle percorriamo due semicurve destra-sinistra (m. 945).

Alla sinistra troviamo una madonnina chiusa in una gabbietta di ferro (m. 955).
Subito dopo, presso una semicurva verso destra, un torrente attraversa la strada.
Superiamo due tornanti sinistra-destra (m. 960).

Davanti ad un muretto in pietre e cemento percorriamo un tornante sinistrorso (m. 975) subito seguito da uno destrorso.
All'inizio di un ampio tornante destrorso, alla sinistra troviamo un baitello in lamiera e, quasi in piano, attraversiamo il letto di un torrente che troviamo asciutto (m. 985).
In salita percorriamo altri due tornanti sinistra-destra (m. 995).

All'esterno di un tornante sinistrorso, in posizione leggermente sopraelevata, c'è la cappella del "Pegnadüür" contenente un quadro raffigurante la Crocifissione (m. 1005).
Proseguiamo in leggera salita con il fondo sterrato.
Attraversiamo il letto di un torrente che troviamo asciutto (m. 1015).
Presso una semicurva verso destra ignoriamo un sentiero che sale a sinistra.
Dopo pochi passi, continuiamo con il fondo in cemento (m. 1020).
Percorriamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 1025).
Superiamo due semicurve destra-sinistra. Alla sinistra c'è un Crocefisso.

Subito dopo, alla destra, troviamo la cappellina dedicata a S. Uberto, patrono dei cacciatori. Qui ci sono anche: una fontanella, un tavolo rotondo in pietra e delle panche. Alla sinistra ci sono dei massi tra l'erba (m. 1040).
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra.

Percorriamo un tornante sinistrorso trascurando una sterrata che prosegue diritto (m. 1050).
Continuiamo con il fondo in cemento e pietre.
Superiamo un tornante destrorso e continuiamo con il fondo in cemento (m. 1055).
Dopo una semicurva verso sinistra, per un tratto alla destra ci sono delle protezioni in legno (m. 1065).
Ai lati della strada vediamo una frana ben sistemata (m. 1070).
Attraversiamo il letto di un torrente asciutto e superiamo una semicurva verso destra (m. 1075).

Ignoriamo una stradina che continua con un tornante sinistrorso e proseguiamo diritto seguendo la direzione del torrente (m. 1085).
Continuiamo in salita con un muro di pietre a secco alla sinistra. Davanti cominciamo a vedere le case dei Forni.
Lasciamo a destra un grande masso e una bacheca che per ora contiene solo due vasi di gerani (m. 1105).

Raggiungiamo le prime case dei Forni. Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra. Alcuni segnavia indicano: Forni di Sopra m 1105; diritto con la Strada del Ferro (segnavia DOL): antiche miniere a ore 1.45, Rif. S. Rita -terza tappa- a ore 3.
Quasi in piano, su sterrato, superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1110).
Continuiamo con pochissima pendenza. Alla sinistra ci sono le case e alla destra una staccionata di legno. Oltre il torrente vediamo l'Alpe Casarsa.
Alla destra troviamo una fontana con vasca di pietre (m. 1115).

Dopo una semicurva verso sinistra continuiamo in salita con il fondo in cemento. Una vecchia scritta e due frecce, su di una casa, indicano Premana dietro e Trona davanti. Un cartello su di una baitella alla destra ribadisce che siamo arrivati a Forni di Sotto.
Vediamo il torrente compiere due piccoli salti artificiali.
La strada diventa una mulattiera. Lasciamo a destra un campo di bocce (m. 1130).
Presso una semicurva verso destra guadiamo un ruscello.
Superiamo una semicurva verso sinistra.
L'ultimo edificio dei Forni è un baitello al quale è stata affissa una cartina della zona.

Ignoriamo un sentiero che scende al torrente e poco dopo lo supera tramite un piccolo ponte con le sponde di ferro (vedi il secondo itinerario). I segnavia indicano a destra: Alpe Casarsa a ore 0.05, Alpe Barconcelli a ore 0.40. Laghitt a ore 1.40; diritto: Vegessa a ore 0.05, Rifugio Casera Vecchia di Varrone a ore 1.30, Rifugio S. Rita a ore 2.15; dietro: Premana Zona Industriale a ore 1. Continuiamo diritto con la strada che ora ha il fondo di pietre cementate.
Ignoriamo un sentiero che retrocede verso sinistra.
Attraversiamo il letto asciutto di un ruscelletto.
Una strada scende a destra dove ci sono un parcheggio e un ponticello per attraversare il torrente e salire a Casarsa. Poco dopo anche un sentiero scende a destra verso il ponticello (m. 1150).

Dopo una semicurva verso destra, davanti vediamo le case di Vegessa.
Inizialmente su asfalto e poco dopo su pietre e cemento, passiamo tra le poche case, quasi tutte con il piano terra in pietra a vista e il piano superiore dipinto di bianco (m. 1180).
Nei prati alla sinistra vediamo: il Bar-Ristoro Peter, una croce, una fontana, un'altalena e uno scivolo. Buona parte delle case sono alla destra della strada.

Al termine dell'alpeggio entriamo nel bosco. La strada è sterrata.
Superiamo una semicurva verso destra. Con un tornante sinistrorso aggiriamo una piccola croce (m. 1210).
Subito dopo percorriamo un tornante destrorso. Alla sinistra ci sono un'area pic-nic e l'armatura per costruire un capanno o un tendone per le feste.
Un cartellone parla della "strada del ferro" che stiamo percorrendo (m. 1220).

Continuiamo in leggera salita e, dopo pochi passi, presso un tornante destrorso guadiamo un ruscello. Alla sinistra c'è una fontana con l'acqua che cade in un tronco scavato.
Percorriamo una curva verso sinistra.
Alla sinistra vediamo un piccolo baitello semi interrato. Proseguiamo con una semicurva verso sinistra (m. 1230).
Poco più in alto alla sinistra c'è una pensana per il ricovero degli animali.
In basso alla destra vediamo un baitello e il torrente. Superiamo alcune semicurve appena accennate.
Continuiamo con una semicurva verso destra molto ampia (m. 1245).

Alla sinistra troviamo una fontana con l'acqua che cade in un tronco scavato e poi attraversa la strada (m. 1250).
Percorriamo una curva verso destra e un ampio tornante sinistrorso (m. 1255).
Superiamo una semicurva verso sinistra mentre un rivolo attraversa la strada.

Presso una curva verso destra guadiamo un ruscello. Qualora l'acqua fosse abbondante è possibile camminare su di un mezzo tronco collocato ai bordi della strada a modo di rudimentale ponticello.
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Alla destra vediamo delle reti piene di pietre. Superiamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo con poca pendenza (m. 1265).

Passiamo accanto ad una Madonna con Bambino scolpiti nel legno e arriviamo al bivio in Località Pè d’Artiin (m. 1270). I segnavia indicano, a destra: Alpe Artino a ore 0.40, Rifugio S. Rita -Variante da Foppagrande- a ore 2; diritto: Alpe Varrone -tratto storico- a ore 1, Area di sosta a ore 0.20, Rifugio S. Rita a ore 1.50. Andiamo a destra, quasi in piano.

Tramite un ponticello di tronchi, con la sola sponda di destra, attraversiamo il torrente.
Sull'altra riva, giriamo a sinistra e proseguiamo con un sentiero.
Subito percorriamo due curve destra-sinistra e riprendiamo a salire.

Proseguiamo con pochissima pendenza, tra gli alberi, con il torrente alla sinistra.
Superiamo una semicurva verso destra e continuiamo in salita nel bosco (m. 1280).
Dopo una semicurva verso sinistra la pendenza diventa abbastanza ripida. Alla sinistra abbiamo un affluente del Torrente Varrone che scorre più in basso (m. 1295).
Presso un tornante sinistrorso, quasi in piano, lo guadiamo oppure lo attraversiamo su di una rudimentale passerella realizzata con due tronchi (m. 1315).
Continuiamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo una semicurva verso destra.

Superiamo una staccionata e ne richiudiamo il passaggio per impedire l'uscita agli animali dell'alpeggio (m. 1330).
La pendenza diminuisce un poco. Con una curva verso destra attraversiamo una radura, tra mucche al pascolo (m. 1345).
Dopo una semicurva verso sinistra proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1350).
In salita percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1365).

Attraversiamo un gruppo di alberi e con un tornante destrorso entriamo in un'altra radura.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1380) ed uno destrorso (m. 1390).
Presso una curva verso sinistra ignoriamo una traccia che prosegue diritto (m. 1400).
Per un tratto il sentiero è diviso in due tracce parallele che si ricompongono prima di un tornante destrorso dove troviamo un paletto con i bolli (m. 1410).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1420).
Davanti, in alto, vediamo un traliccio. Il sentiero si divide e si ricompone.

Entriamo nella terza radura. Superiamo un tratto quasi in piano ed uno con poca pendenza (m. 1435).
In salita passiamo accanto ad un paletto con i bolli e percorriamo un tornante destrorso (m. 1450).
Dopo il tornante, davanti, più in alto, cominciamo a vedere il rifugio.
Il sentiero ci porta sul lato destro della radura, vicino agli alberi (m. 1470).
Proseguiamo in leggera salita e lasciamo a destra l'ultimo albero che, in parte, nasconde alla vista il rifugio (m. 1480).

Con il sentiero attorniato da foglie di rabarbaro alpino passiamo a valle del rifugio (m. 1485).
Dopo un tratto in salita, con minore pendenza percorriamo un tornante destrorso (m. 1500).
Poco dopo raggiungiamo il Rifugio - Ristoro Malga Artino (m. 1510).

Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 775 -30
Data escursione: luglio 2021
 
Secondo itinerario: da Premana (zona industriale) per i Forni, Casarsa e Barconcelli
Come descritto nel primo itinerario arriviamo ai Forni di Sotto.
Verso la fine dell'alpeggio, un sentiero scende a destra verso il Torrente Varrone. I segnavia indicano a destra: Alpe Casarsa a ore 0.05, Alpe Barconcelli a ore 0.40. Laghitt a ore 1.40; diritto: Vegessa a ore 0.05, Rifugio Casera Vecchia di Varrone a ore 1.30, Rifugio S. Rita a ore 2.15; dietro: Premana a ore 0.50, Premana zona Industriale a ore 1. Lasciamo la strada e prendiamo il sentiero in leggera discesa (m. 1140).
Alla sinistra abbiamo un muretto a secco.
Quasi in piano percorriamo una curva verso destra.
Attraversiamo il Torrente Varrone su di un ponticello con il fondo di legno e le sponde di ferro.
Continuiamo in salita con una mulattiera a gradoni.
Un cartello avverte di prestare attenzione alla teleferica. Percorriamo una curva verso destra passando sotto al suo cavo e continuiamo con poca pendenza (m. 1145).
Lasciamo a destra una roccetta.

Giriamo a sinistra e raggiungiamo l'Alpe Casarsa.
Tra le case troviamo subito una piazzetta, quasi in piano. Alla sinistra ci sono una santella con la statua della Madonna e un cartello sul quale leggiamo: "Alpe Casarsa m 1180 s.l.m."; alla destra sulla "Cà di Mas.citt" vediamo un affresco raffigurante un camoscio e due galli cedroni tra monti innevati (m. 1155).
Giriamo a sinistra, lasciamo a destra una fontana con una grande vasca di pietra e attraversiamo un ponticello di legno.

Subito dopo, in leggera salita, percorriamo un tornante destrorso e continuiamo con un piccolo sentiero tra erba e felci.
In basso alla destra scorre il Torrente della Valle di Barconcelli. Proseguiamo in salita.
Incrociamo un altro sentiero e proseguiamo diritto mentre alla destra un altro ponticello riattraversa il torrente e conduce verso la parte alta dell'Alpe Casarsa (m. 1165).
Alla destra abbiamo una fila di pali a "Y" che sorreggono il cavo della teleferica.

Percorriamo due curve sinistra-destra e lasciamo a destra la piazzola per l'atterraggio dell'elicottero contraddistinta dalla classica "H" (m. 1175).
Proseguiamo su di una mulattiera con gradini di pietra e di legno mentre alla destra il sentiero continua parallelo.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1190) seguito da un tornante destrorso molto ampio (m. 1200).
Il percorso si divide e subito si ricompone.
Dopo una curva verso sinistra torniamo a vedere il torrente in basso alla destra (m. 1210).

Ad un bivio teniamo la destra solo perché ci sembra più agevole (m. 1215). Poco dopo i due percorsi si ricongiungono (m. 1220).
Dopo pochi passi percorriamo un tornante sinistrorso.
Subito troviamo un altro bivio. Questa volta scegliamo di tenere la sinistra e, dopo un tornante destrorso con alcuni gradini, ci riuniamo all'altro percorso (m. 1225).
Percorriamo un tratto abbastanza ripido.
Lasciamo a destra una roccetta e continuiamo in salita (m. 1235).

Presso un tornante sinistrorso passiamo accanto alla teleferica (m. 1240).
Superiamo un breve tratto in leggera salita su sentiero sterrato.
Riprendiamo la pietrosa mulattiera e percorriamo un tornante destrorso in salita.
Continuiamo con poca pendenza su sentiero (m. 1245).

Lasciamo a destra un supporto per il cavo della teleferica (m. 1250).
Saliamo tre gradini.
Davanti, in alto, cominciamo a vedere l'Alpe Barconcelli.
Quasi in piano, attorniati da felci, superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1260).
Continuiamo con poca pendenza.
Una freccetta bianca indica la direzione contraria al nostro procedere.
Superiamo una semicurva verso sinistra e riprendiamo a salire (m. 1265).
Dopo un tratto su fondo roccioso continuiamo su sentiero (m. 1280).

Ci avviciniamo al torrente (m. 1290).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1295).
Alcune pietre formano dei rudimentali gradini.
Continuiamo in salita (m. 1300).
Un rivolo attraversa il sentiero.
Per un paio di metri camminiamo su fondo roccioso (m. 1310).
Proseguiamo con rudimentali gradini.

Vediamo un saltello del torrente.
Mentre percorriamo pochi passi su di una roccia vediamo un triangolo del "Giir di Munt" (m. 1325).
Continuiamo su sentiero e saliamo alcuni rudimentali gradini.
Percorriamo un breve tratto su fondo roccioso e vediamo un'altra freccetta bianca che segnala la direzione contraria alla nostra (m. 1340).
Proseguiamo con alcuni passi in leggera salita.

Su delle rocce alla sinistra troviamo un cartello intitolato "Itinerari della Memoria" che parla di quattro partigiani uccisi l'8 ottobre 44: Cereda Mario (Marino), Pennati Guglielmo, Sala Guglielmo e un partigiano sconosciuto il cui corpo venne ritrovato nella primavera successiva. Accanto c'è anche una piccola croce bianca (m. 1345).
Continuiamo in salita.

Arriviamo ad un bivio dove troviamo una targhetta del "Giir di Munt" e una freccetta bianca. Alla destra, dopo aver superato un ponticello di legno, il sentiero sale all'Alpe Barconcelli. I segnavia indicano a sinistra Artino e a destra Chiarino. Prendiamo il sentiero a sinistra (m. 1355).
Camminiamo con poca pendenza con vista sul dirimpettaio alpeggio di Barconcelli.

In salita entriamo nel bosco, fitto alla sinistra e rado alla destra (m. 1365).
Presso una semicurva verso destra aggiriamo una roccetta (m. 1370).
Con poca pendenza arriviamo ad un tornante destrorso (m. 1385).
Continuiamo in salita.
Usciamo dal bosco e percorriamo una curva verso destra con un sentiero tra l'erba. Proseguiamo in leggera salita.

Rientriamo nel bosco, nuovamente fitto alla sinistra e rado alla destra. Incrociamo un altro sentiero che arriva da dietro-destra e prosegue verso davanti-sinistra (m. 1395).
Camminiamo su delle radici affioranti.

Attraversiamo un tratto allo scoperto. Un sentiero scende a sinistra verso una santella della quale vediamo la parte retrostante. Lasciamo a destra una panca di legno. Continuiamo diritto e, quasi in piano, rientriamo nel bosco (m. 1400).
Superiamo un tratto in leggera discesa ed uno quasi in piano (m. 1405).
Continuiamo con un tratto in leggera discesa ed uno in leggera salita. Alla sinistra ci sono dei tronchi collocati raso terra come rinforzo al sentiero (m. 1400).

Dopo due passi in discesa e un breve tratto con poca pendenza, saliamo dei rudimentali gradini di pietra.
Proseguiamo su sentiero dapprima quasi in piano e poco dopo in salita tra moltissime felci (m. 1405).
In leggera salita percorriamo un tratto allo scoperto. In basso, rivediamo le baite dei Forni (m. 1415).

Rientriamo nel bosco e camminiamo dapprima in salita e poco dopo quasi in piano (m. 1420).
Scavalchiamo la radice di un tronco segato (m. 1425).
Dopo un tratto in salita continuiamo con poca pendenza.
Scavalchiamo un'altra radice (m. 1435).
In salita superiamo due semicurve sinistra-destra.
Alla destra c'è una roccia.
Percorriamo una curva verso destra e continuiamo in leggera salita (m. 1445).

Per un tratto camminiamo su delle radici che affiorano dal terreno.
Continuiamo in salita.
Alla sinistra troviamo una roccia. Superiamo una curva verso destra e proseguiamo quasi in piano (m. 1460).
In salita percorriamo un tratto con il fondo pietroso e continuiamo su sentiero sterrato.
Dopo un altro tratto su fondo roccioso riprendiamo il sentiero (m. 1470).
Proseguiamo quasi in piano con una parete di roccia alla destra.

Continuiamo in salita, allo scoperto, con il sentiero attorniato da alberelli e felci (m. 1475).
Percorriamo alcuni passi quasi in piano (m. 1480).
In leggera salita rientriamo nel bosco. Dopo alcuni passi su fondo roccioso proseguiamo quasi in piano su sentiero sterrato.

Per un tratto il sentiero è esposto alla sinistra.
Superiamo una semicurva verso destra e proseguiamo con poca pendenza (m. 1490).
Attraversiamo uno slargo (m. 1500).
Il sentiero si divide e subito si ricompone.

Usciamo dal bosco, passiamo accanto ad un paletto con un segnavia rosso-bianco-rosso e iniziamo ad attraversare un prato.
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Continuiamo in lievissima salita. Troviamo un altro paletto con i bolli e raggiungiamo il Rifugio-Ristoro Malga Artino (m. 1510).

Tempo impiegato: ore 2.45 - Dislivello: m. 780 - 35
Data escursione: giugno 2022

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • al Rifugio Casera Vecchia di Varrone (m. 1675) in ore 0.50
  • alla Bocchetta di Lareggio in ore 2
  • all'Alpe Barconcelli in ore 0.30
  • ai Laghitt in ore 1.30
  • all'Alpe Chiarino in ore 1.20







Dati del Rifugio Malga Artino

Altezza:
m. 1510
Gruppo:
Valsassina
Ubicazione:
Val Varrone
sinistra idrografica
Comune:
Premana - LC
Carta Kompass:
105 B4
Coordinate Geo:
46°01'56.40"N
9°28'31.30"E
Gestore:
-
Telefono gestore:
-
Telefono rifugio:
-
Posti letto:
no
Apertura:
in attesa del
nuovo gestore
Pagina aggiornata
il: 01/06/2023
Il Rifugio Malga Artino Primo itinerario: Il primo ponte Una pozza del Torrente Varrone Il Ristoro Giabi Il ponte dopo il Ristoro Giabi Baita con affresco raffigurante un cervo Il ponte sul Torrente Val Fraina La Cappella del Pegnadüür Interno della cappella I due tornanti tra la Cappella del Pegnadüür e la Santella di S. Uberto La Santella di S. Uberto patrono dei cacciatori Forni di Sotto Alpe Casarsa Vegessa Scultura in località Pè d’Artiin Il ponticello in località Pè d’Artiin Due tronchi per evitare il guado Il sentiero attraversa i pascoli Arriviamo al Rifugio Ristoro Malga Artino Secondo itinerario: Il ponticello sul Torrente Varrone tra i Forni e Casarsa Alpe Casarsa Alpe Casarsa La croce in memoria di 4 partigiani Alpe Barconcelli Arriviamo al Rifugio Ristoro Malga Artino Baitello/tettoia Portico Interno del rifugio Interno del rifugio Fiori Fiori Pizzo Larèc, Cima Cassera, Pizzo Melàsc


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