Il Rifugio Almici è situato qualche diecina di metri sotto la cima Castel Bertino (m. 1948) del Monte Guglielmo, sul versante sebino.
Primo itinerario: dal Rifugio Croce di Marone
Lasciamo l'autostrada A4 ad Ospitaletto (km. 206.2) e, alla rotonda dopo il casello, proseguiamo diritto verso la Val Trompia.
Poi, seguendo l'indicazione Lago d'Iseo, ci immettiamo sulla SP 510.
Percorriamo la SP 510 fino al km. 25.5 dove prendiamo l'uscita per Zone e continuiamo con la SP 32.
Troviamo una teleferica che incrocia varie volte la strada. Subito dopo il quinto sottopassaggio a protezione da eventuali cadute di materiale, troviamo sulla
sinistra uno specchio stradale e l'indicazione per il Rifugio Croce di Marone verso destra.
Giriamo pertanto a destra imboccando una stretta strada asfaltata. La percorriamo per km. 6.9 fino ad un bivio dove andiamo a sinistra.
Ora la strada sale ripida e in non perfette condizioni.
Dopo un centinaio di metri troviamo alcuni parcheggi a pagamento con "gratta e sosta" e, sulla destra, il Rifugio Croce di Marone (m. 1166).
Le tariffe dei parcheggi sono le seguenti:
dalle ore 8 alle ore 17, tutti i giorni (dal 1 gennaio al 31 dicembre)
Euro 3 fino a 4 ora di sosta, Euro 5 oltre le 4 ore di sosta (8.00-17.00).
I tagliandi "gratta e sosta" sono acquistabili presso i seguenti rivenditori:
- Rifugio Croce di Marone
- Tabaccheria Chitoni Anna, Via Roma 43/45
- Cascina Lert di Guerini Giulia, Via Zone 12
- Minimarket Silmir di Bontempi Silvana, Via Gandane 39/a
I segnavia indicano
- con la strada che prosegue diritto, davanti: Monte Guglielmo a ore 2.10; dietro: Forcella di Sale a ore 0.50. Due segnavia indicano davanti e
dietro: Malghe in Rete - Le Creste - Anello 2 - Monte Guglielmo. Altri due segnavia indicano con il Sentiero naturalistico del Sebino: davanti Pisogne
e dietro Iseo. Infine un ultimo cartello indica il Gölem a 7.1 km e +750 m.
- con un'altra strada che inizia parallela alla destra della precedente uscendo da un parcheggio, Croce di Marone m. 1164; dietro (segnavia 393 - AV): Passo Spino m.
1077 a ore 0.25, Forcella di Sale m. 1108 a ore 0.35, Valle di Inzino Loc. Gorga m. 400 (3V-314 bis) a ore 1.50: davanti (segnavia 317): Cascina
Colonno Vecchio m. 1135 a ore 1.15, Malga Lividino m. 1280 a ore 2.05, Caregno la Fabbrica m. 1002 a ore 3; davanti (segnavia 315): Valle di Inzino
Loc. Gorga m. 400 a ore 1.40.
Prendiamo la prima strada che prosegue diritto con poca pendenza, ancora asfaltata, verso il Monte Guglielmo.
Alla destra abbiamo una fontana con vasca e il monumento dedicato ai partigiani sul quale leggiamo: "Riuniti su queste balze i volontari della libertà morirono
combattendo la prima battaglia in terra bresciana contro i nazifascisti."
Proseguiamo con il fondo in cemento, tra alberi e prati.
Alla sinistra vediamo una serie di paline di un metanodotto, gialle e con il tettuccio arancione.
La strada continua sterrata tra gli alberi (m. 1195).
Superiamo una semicurva verso destra (m. 1220).
Presso un tornante sinistrorso troviamo una scorciatoia che prosegue diritto (m. 1225). Un cartello indica con la scorciatoia: Malpensata. Un segnale stradale indica
con la strada il divieto di transito ai veicoli, eccetto quelli autorizzati. Possiamo utilizzare entrambi i percorsi che si uniscono poco prima del
Rifugio Malpensata. Continuiamo con la descrizione della strada mentre più sotto trovi quella della scorciatoia.
In salita, tra gli alberi, superiamo una semicurva verso destra (m. 1235) e una verso sinistra (m. 1245).
Percorriamo un tornante destrorso e continuiamo con minore pendenza (m. 1260).
Lasciamo a destra un masso.
Torniamo a salire.
Troviamo una grande roccia alla sinistra con una statuetta raffigurante la Madonna di Lourdes (m. 1275).
Con poca pendenza percorriamo un tratto con la strada incassata tra due pareti (m. 1290).
In salita percorriamo un'ampia curva verso destra (m. 1295).
In leggera salita superiamo una curva verso sinistra (m. 1300).
Presso un tornante destrorso molto ampio, alla sinistra troviamo una targa con foto in memoria di una persona defunta (m. 1305).
Percorriamo due ampi tornanti sinistra (m. 1310) - destra (m. 1320).
Percorriamo un altro tornante destrorso molto ampio e ignoriamo una sterrata, sbarrata da una stanga di colore grigio, che sale a sinistra (m. 1325).
Alla destra vediamo una palina gialla del metanodotto.
Usciamo dal bosco.
In basso a destra vediamo il parcheggio nel quale abbiamo lasciato la macchina.
Alla sinistra ci accompagna un muro di pietre a secco.
Dalla destra sale e si immette la scorciatoia (m. 1340).
Con pochissima pendenza percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è una staccionata e, poco sotto, vediamo una baita.
Proseguiamo in leggera salita. Alla sinistra ci sono dei pali di legno che reggono quattro cavi.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1345) presso il quale lasciamo a sinistra la strada che, in salita, termina accanto al Rifugio Malpensata (m. 1350).
Subito dopo percorriamo una curva verso sinistra. Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra e rientriamo nel bosco.
Usciamo dal bosco e percorriamo una curva verso sinistra all'esterno della quale c'è una santella con un Crocifisso. Trascuriamo un sentiero che si stacca
alla destra (m. 1360).
Continuiamo quasi in piano nel bosco.
Superiamo una semicurva verso destra (m. 1365).
Proseguiamo in leggera salita con una curva verso sinistra molto ampia.
Superiamo un'ampia semicurva verso destra (m. 1380).
All'interno di un'altra ampia semicurva verso destra troviamo due massi (m. 1390).
Percorriamo un tornante sinistrorso e continuiamo in salita (m. 1405).
Con poca pendenza superiamo una semicurva verso destra (m. 1410).
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1415).
Superiamo quattro semicurve: sx-dx-sx-dx (m. 1420-1440).
Usciamo dal bosco e continuiamo attorniati da prati e qualche albero. Continuiamo in salita con vista sul fondo valle.
In leggera salita superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1450).
Poco dopo percorriamo un'ampia semicurva verso destra (m. 1455).
Percorriamo un tornante sinistrorso seguito da due semicurve destra-sinistra (m. 1460).
Presso un tornante destrorso ignoriamo un sentiero che sale a sinistra (m. 1475).
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1485).
Dopo un tornante sinistrorso in basso alla sinistra vediamo una parte del Lago d'Iseo (m. 1500).
Seguendo una parete di roccia percorriamo un tornante destrorso (m. 1510).
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1520).
Davanti cominciamo a vedere la Malga Guglielmo di Sotto. In alto alla destra ci sono delle pareti di roccia.
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1530).
Alla destra ci accompagna un muro di pietre.
Terminato il muro superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1545).
Percorriamo altre due semicurve destra-sinistra (m. 1555).
Continuiamo in salita con un tornante destrorso. La sterrata è coperta da due strisce di cemento in corrispondenza del passaggio delle ruote. Un segnale
stradale consente il transito solo ai veicoli autorizzati (m. 1565).
Arriviamo alla malga. Alla sinistra ci sono delle stalle recintate e alla destra una grande baita sulla quale leggiamo: "C.M.S.B. Comune di Zone -
Malga Guglielmo di Sotto mt. 1569". Il fondo stradale torna ad essere sterrato.
Alla sinistra abbiamo una zona recintata e una fontana con una grande vasca.
Quasi in piano percorriamo una semicurva verso destra e continuiamo con poca pendenza.
Alla sinistra vediamo due pozze vicine tra loro e una fontana con vasca.
Presso una semicurva verso destra, poco sotto alla sinistra c'è un bacino per la raccolta dell'acqua (m. 1580).
In salita superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1585).
Sul lato destro della strada ci accompagna una canalina in cemento per lo scolo dell'acqua.
In leggera salita percorriamo una curva verso destra e continuiamo in salita con bella vista sul lago in basso alla sinistra (m. 1595).
Incrociamo il sentiero 232 Tress - Passei - I Gnaf che, diritto conduce a Rucca in ore 1.50 e dietro a Gasso in ore 1. Nei pressi ci sono un
tavolone di legno e relative panche. Continuiamo con la sterrata che, in questo punto, effettua un tornante destrorso (m. 1610).
Proseguiamo con poca pendenza. Alla destra vediamo una palina gialla del metanodotto. Superiamo due semicurve sinistra-destra. Ignoriamo un sentiero
che sale a sinistra (m. 1630).
In salita arriviamo ad un tornante sinistrorso e continuiamo con poca pendenza (m. 1640).
Presso un tornante destrorso, nel prato alla sinistra, troviamo un tavolo di legno con relative panche (m. 1655).
Proseguiamo in salita e cominciamo a vedere il Rifugio Almici.
Superiamo due semicurve destra-sinistra. La sterrata è coperta da due strisce di cemento. Alla destra ci accompagna un muro di pietre a secco (m. 1665).
Troviamo un'altra palina gialla mentre il rifugio, per il momento, scompare alla vista (m. 1690).
Terminato il muro, vediamo un altra palina del metanodotto (m. 1700).
Continuiamo attorniati dai prati.
In leggera salita percorriamo una semicurva verso sinistra e un tornante destrorso attraversati da un paio di canaline in cemento (m. 1715).
La strada ora è completamente sterrata. Alla sinistra vediamo delle mucche al pascolo (m. 1725).
Davanti torniamo a vedere il Rifugio Almici mentre in alto alla destra spunta la Cappella del Redentore sulla Cima Castel Bertino, una delle due
sommità del M. Guglielmo.
Quasi in piano superiamo una semicurva verso destra. Alla sinistra c'è una pozza.
All'interno di una semicurva verso sinistra troviamo una fontana con vasca.
Continuiamo in leggera salita.
All'esterno di una semicurva verso destra vediamo due pozze e un'altra fontana con vasca.
Alla sinistra abbiamo il muro di recinzione oltre il quale c'è la Malga Guglielmo di Sopra (m. 1744). Percorriamo un tornante destrorso trascurando un sentiero
che continua diritto verso la Malga Palmarusso di Sotto e Pisogne.
Ora la strada ha ancora due strisce di cemento ai lati. Un segnale stradale indica il divieto di accesso ai veicoli (m. 1750).
Percorriamo una semicurva verso sinistra seguita da un tornante destrorso (m. 1775).
Il fondo stradale è interamente coperto dal cemento. Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra.
Continuiamo in modo abbastanza ripido.
Superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1785).
Con un muro di pietre alla destra percorriamo una curva verso sinistra (m. 1790).
In leggera salita superiamo un tratto sterrato (m. 1800).
Continuiamo in salita con due strisce di cemento ai lati.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1815).
Nuovamente su sterrato superiamo una semicurva verso sinistra.
Proseguiamo quasi in piano.
Dopo un tratto in leggera discesa superiamo una semicurva verso destra e riprendiamo a salire.
Alla sinistra torniamo a vedere il lago.
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
Ora il fondo è in cemento (m. 1820).
Percorriamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo con poca pendenza.
Dopo un tornante destrorso riprendiamo a salire (m. 1830).
Percorriamo alcuni passi in lievissima salita con vista alla destra sul Monumento al Redentore.
Proseguiamo con un tornante sinistrorso e torniamo a salire (m. 1840).
Poco dopo ritroviamo le due strisce in cemento sulla strada.
Con il fondo interamente coperto da cemento percorriamo un tornante destrorso (m. 1850).
Per un tratto la strada è sterrata con due strisce di cemento ai lati e poco dopo torna ad essere completamente coperta dal cemento.
Percorriamo l'ultimo tornante sinistrorso e raggiungiamo il Rifugio Almici (m. 1861).
Tempo impiegato ore 2 - Dislivello m. 695
Data escursione: luglio 2022
- a destra con la scorciatoia.
Come descritto nel primo itinerario arriviamo al tornante dove un cartello indica diritto la scorciatoia per Malpensata. Lasciamo la strada che
effettua un tornante sinistrorso e proseguiamo diritto in salita (m. 1225).
Continuiamo con poca pendenza (m. 1245).
Alla destra vediamo due paline gialle del metanodotto.
Proseguiamo in salita. Con un ampio tornante sinistrorso entriamo in un bosco (m. 1255).
Superiamo un tornante destrorso e continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 1265).
Ai lati della sterrata vediamo alcuni massi coperti dal muschio.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1275).
Dopo un tornante destrorso la pendenza diminuisce un poco (m. 1285).
Superiamo una semicurva verso destra e continuiamo in leggera salita (m. 1305).
La sterrata si riduce a sentiero. Alla destra gli alberi sono radi e, a tratti, possiamo vedere il panorama (m. 1310).
Dopo una semicurva verso sinistra proseguiamo in modo abbastanza ripido attorniati da alberelli e arbusti (m. 1315).
Ci immettiamo sulla strada sterrata e la seguiamo verso destra (m. 1340).
Continuiamo come precedentemente descritto fino al Rifugio Almici (m. 1861).
Tempo impiegato ore 1.50 - Dislivello m. 695
Data escursione: luglio 2022
Secondo itinerario: da Pezzoro (sentiero 325)
Usciamo dall'autostrada A4 a Ospitaletto (km. 206.2) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente.
Superato il ponte sul Mella ci immettiamo nella SP 345 della Val Trompia con la quale arriviamo a Lavone dove al km. 25.6 deviamo a sinistra per
prendere la SP 52.
Dopo un chilometro, presso un tornante destrorso, lasciamo la provinciale che prosegue verso Pezzaze per continuare diritto in direzione di Pezzoro.
Più avanti, sempre seguendo la segnaletica per Pezzoro, giriamo a sinistra e con vari tornanti ne raggiungiamo l'abitato.
Percorrendo la via principale troviamo due parcheggi, uno alla sinistra della strada e l'altro alla destra in posizione sopraelevata (m. 900).
Lasciata la macchina ci incamminiamo nella stessa direzione con Via de Contrini. All'inizio della strada, sulla destra, ci sono una fontana e alcuni
cartelli che indicano: Rifugio Pontogna a ore 1 e Monte Guglielmo a ore 3.
Ignoriamo sulla sinistra Via del Forcellino che conduce oltre che al Forcellino anche a Cimmo e Caregno. Altri segnavia in legno posti a cura del CAI
di Gardone indicano: Pezzoro m. 911; diritto con il sentiero 325: Rifugio CAI Valtrompia a ore 1, Monte Guglielmo a ore 2.50.
La strada è ancora asfaltata e sale accompagnata alla sinistra da un ruscello. Alla destra troviamo un'altra fontana con vasca. Poco dopo entriamo nel bosco.
Lasciamo poi a destra una strada chiusa da una stanga e proseguiamo diritto. Due segnali stradali indicano che è possibile continuare in auto solo
disponendo di un fuoristrada e che il limite di velocità è di 20 chilometri. Da qui al rifugio il fondo stradale alternerà tratti sterrati ad altri
con un misto di cemento e pietre. Di tanto in tanto troveremo delle canaline in metallo per lo scolo dell'acqua.
Terminato l'asfalto percorriamo un tratto su cemento poi, con il fondo sterrato, in rapida successione superiamo due ponti, passando dapprima alla
sinistra e poi alla destra del ruscello e ignorando una sterrata che prosegue diritto (m. 960).
Subito dopo un tornante ci manda verso destra abbandonando così il piccolo corso d'acqua.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire con il fondo in cemento e raggiungiamo un tornante sinistrorso (m. 995). Qui ci sono due
sentieri che proseguono diritto, uno in salita e l'altro che scende a Pezzoro. Seguiamo il tornante.
Il percorso diventa abbastanza ripido. Alla destra troviamo un casello dell'acquedotto sulla porta del quale leggiamo "Pozza Ciocca" (m. 1010).
Percorriamo un tratto in leggera salita su sterrato e poi continuiamo con maggiore pendenza e con il fondo in cemento.
La strada si snoda con varie semicurve dapprima con poca pendenza su sterrato, poi ancora in salita, e dopo pochi metri su cemento ancora su sterrato (m. 1060).
Ignoriamo un piccolo sentiero, inizialmente rinforzato da un tronco rasoterra, che sale a destra (m. 1080).
Presso una curva a sinistra la strada è bagnata da un rivolo che la attraversa (m. 1090).
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido e con il fondo in cemento.
Superiamo un tornante destrorso all'esterno del quale c'è uno slargo dove è stato collocato un tavolo in legno con relative panche (m. 1120).
Continuiamo su sterrato dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Superiamo alcune curve poi la pendenza aumenta e torniamo a camminare sul cemento.
Percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale ci sono dei prati (m. 1155).
Subito dopo, con il fondo sterrato, rientriamo nel bosco.
Dopo un tratto con il fondo in cemento la strada torna ad essere sterrata (m. 1170).
Poco dopo ignoriamo una stradina pianeggiante che si stacca verso destra.
Dopo una curva a destra proseguiamo in leggera salita. Alla sinistra su di un faggio c'è una croce; alla destra c'è un casello dell'acquedotto (m. 1200).
Subito dopo riprendiamo a salire accompagnati alla sinistra da un gruppo di faggi alti e ritti.
Poi la pendenza diminuisce. Ora è alla destra che ci sono altri grandi faggi.
Torniamo a salire. Poi percorriamo un tornante destrorso con il fondo in cemento (m. 1245) ma potremmo anche proseguire diritto su sterrato. Davanti
vediamo il Rifugio Val Trompia.
Dopo il tornante la strada ridiventa sterrata.
La pendenza è leggera e, in fondo, vediamo dei cartelli stradali indicanti che la strada diventa agro silvo pastorale e pertanto è percorribile solo
dai mezzi autorizzati. Qui, o poco prima con un sentiero tra l'erba, giriamo a sinistra e raggiungiamo il Rifugio Val Trompia (m. 1260).
Alla sinistra del rifugio alcuni segnavia indicano: Monte Guglielmo (sentiero 325) a ore 1.50, Caregno a ore 1.20, Colle di San Zeno (sentiero
325-327) a ore 1.25, Malga Gale (sentiero 325-326) a ore 1.10.
Ci incamminiamo su di una stradina inerbita tra i prati. Alla sinistra ci accompagnano dei piloni che recano dei cavi; poco dopo ci passiamo sotto (m. 1275).
Lasciamo a destra una costruzione e proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
La stradina si riduce a sentiero. Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1295).
La pendenza aumenta. Davanti vediamo il monumento al Redentore sul M. Guglielmo.
In piano, raggiungiamo un bivio nei pressi di una pozza (m. 1325) dove alcuni segnavia indicano davanti: M. Guglielmo (sentiero 325) a ore 1.40, Malga
Gale (sentiero 325-326) a ore 1, Colle San Zeno (sentiero 327) a ore 1.15; a sinistra: Caregno (sentiero 320) a ore 1.10.
Aggirata la pozza torniamo ad immetterci sulla sterrata agro silvo pastorale che avevamo lasciato nei pressi del Rifugio Val Trompia.
Subito dopo arriviamo al bivio dove i sentieri 326 e 327 si dividono. Il n. 326 va a sinistra verso la Malga Pontogna e la Malga Gale; poi piegando a
destra è possibile scendere alla Malga Foppella e al Colle San Zeno. Il n. 327 invece prosegue diritto, poi lascia a destra la Malga Bovidori, passa
per la Malga Mattone e la Malga Vivazzo di Mezzo e si unisce all'altro percorso poco prima del Colle San Zeno.
Ignorato il percorso 327 che parte accanto ad uno skilift, pieghiamo a sinistra passando accanto ad un baitello sulle cui pareti vediamo un segnavia a
bandierina con il numero 325.
Passiamo sotto dei cavi e riprendiamo a salire.
Percorriamo un breve tratto su cemento e pietre, poi continuiamo su sterrato ed entriamo in un bosco. Alla destra ci sono dei faggi secolari.
Giunti alla fine del bosco continuiamo in leggera salita tra i prati (m. 1360).
In alto a sinistra vediamo la Malga Pontogna. Possiamo raggiungerla con un sentiero tra l'erba oppure seguendo la sterrata che compie due tornanti
sinistra-destra che hanno il fondo in cemento (m. 1375).
La malga è composta da alcuni edifici adibiti ad abitazione o a stalla. C'è anche una fontana con una grande vasca in cemento per abbeverare gli
animali. I segnavia indicano: Malga Pontogna (m. 1384); diritto: Monte Guglielmo a ore 1.25; dietro: Rifugio Cai Val Trompia a ore 0.15; a destra:
Malga Gale a ore 0.50.
Lasciamo la sterrata e prendiamo il sentiero che sale tra la malga e la vasca-abbeveratoio.
Seguiamo i bolli tra l'erba camminando verso una recinzione realizzata con paletti di legno che reggono quattro cavi di filo spinato.
Dopo averla raggiunta la seguiamo dapprima con poca pendenza e poi quasi in piano. Alla sinistra oltre la recinzione c'è una pozza.
Poi ci spostiamo un po' a destra e saliamo in modo abbastanza ripido.
Raggiungiamo un bosco con radi faggi. Il sentiero si divide in due tracce parallele (m. 1440).
Percorriamo un tornante sinistrorso tra erba, arbusti e alberelli (m. 1455). Continuiamo tra radi pini.
Dopo una curva a destra saliamo con delle serpentine (m. 1470).
Superiamo due tornanti ravvicinati destra-sinistra (m. 1480).
La pendenza diminuisce un poco. Camminiamo dapprima tra erba e alberelli, poi troviamo anche dei pini (m. 1490).
Passiamo sotto le fronde di un pino.
Dopo un altro tratto tra piccoli alberi, attraversiamo un prato nel quale il sentiero si divide in due tracce parallele (m. 1505).
Giunti in fondo al prato giriamo a sinistra e saliamo ripidamente (m. 1515).
Il sentiero si divide (m. 1525). Possiamo proseguire diritto aggirando un boschetto.
Oppure possiamo andare a destra tra gli alberi in leggera salita. Qui il sentiero si divide nuovamente e sale ripidamente per un breve tratto; alla
sinistra ci sono delle pietre che fanno da rudimentale gradino. Subito dopo si ricompone.
Usciamo dal boschetto e ritroviamo l'altro sentiero che arriva dalla sinistra.
Continuiamo con il prato alla sinistra e gli alberi alla destra.
Dopo una curva a sinistra la pendenza aumenta e cominciamo a risalire con dei tornanti il prato (detto il "Ratù"). In caso di recenti piogge il fondo
diventa scivoloso e pertanto potrebbe essere più sicuro, soprattutto in discesa, tagliare tra l'erba anziché seguire il sentiero.
Dopo un tornante destrorso la pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1565).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1570).
Proseguiamo con altri due tornanti ravvicinati destra-sinistra (m. 1580).
Dopo alcune serpentine superiamo un tornante sinistrorso (m. 1605).
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita. Alla destra la vista spazia sul Colle S. Zeno, il Rifugio Piardi e le varie malghe sparse tra
i boschi della vallata: Gale, Foppella, Vivazzo, Bovidori e Pontogna.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1630) ed uno destrorso (m. 1640).
Poi il sentiero si divide in due tracce parallele; quella a sinistra scorre rettilinea mentre l'altra con alcuni zig-zag. Poi si ricompongono (m. 1655).
Seguiamo il sentiero, qui non molto evidente, prestando attenzione ai bolli tra l'erba.
Poi, accanto ad un ometto, ci immettiamo su di un altro sentiero più largo e andiamo a sinistra (m. 1665).
Poco dopo, in leggera salita, raggiungiamo una palina che, oltre al divieto di caccia, segnala Pezzoro nella direzione dalla quale proveniamo (m. 1675).
Ancora pochi passi e raggiungiamo una sterrata e l'ampio crinale che sale a destra verso il M. Guglielmo.
Andiamo a destra, quasi in piano, e poco dopo arriviamo ad un bivio dove i segnavia indicano: Stalletti Alti m. 1690; a sinistra con il sentiero 318:
Caregno a ore 1.25 (vedi il terzo itinerario); diritto con il sentiero 325: Monte Guglielmo a ore 0.50; dietro con il sentiero 325: Rif. CAI Valtrompia a ore 0.40, Pezzoro a ore 1.20.
Davanti vediamo la Malga Stalletti Alti, la raggiungiamo e la aggiriamo alla destra (m. 1675).
Il sentiero prosegue tra erba e pietre dapprima quasi in piano e poi in leggera salita su di un ampio crinale.
Passiamo accanto ad un palo con i bolli bianco rossi (m. 1690).
Continuiamo quasi in piano e vediamo il Monumento al Redentore in vetta a Castel Bertino, una delle due cime del Monte Guglielmo.
Un poco più in basso verso destra c'è una pozza.
Percorriamo un'ampia curva a sinistra e riprendiamo a salire.
Proseguiamo con un tratto abbastanza ripido. Alcune pietre formano dei rudimentali gradini (m. 1700).
Poi la pendenza diminuisce un poco.
Il sentiero si divide in due rami; entrambi girano a destra.
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido.
Dopo uno zig-zag sinistra-destra la pendenza diminuisce un poco.
Accanto ad uno steccato, un sentiero che sale dalla sinistra si unisce a quello che stiamo percorrendo. Giriamo a destra (m. 1720).
Un altro piccolo sentiero arriva dalla destra. Stiamo camminando su più tracce parallele che si riuniscono prima di entrare in un avvallamento (m. 1760).
Procediamo circondati da varie pietre, molte delle quali alla destra, inizialmente con poca pendenza e poi in salita.
Dopo un tratto quasi in piano, seguendo i bolli saliamo a destra con tre tracce parallele.
In leggera salita giriamo a sinistra e torniamo a vedere il Monumento al Redentore.
Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1785).
Torniamo a salire camminando tra alcuni piccoli dossi erbosi.
Quasi in piano passiamo tra due basse roccette (m. 1800).
Proseguiamo in leggera salita tra l'erba mentre il sentiero di scompone in due tracce parallele.
Passiamo accanto ad un palo di legno (m. 1815).
Riprendiamo a salire.
Alla sinistra troviamo una staccionata, un cartello illeggibile ed un palo con i bolli bianco rossi (m. 1835).
Poco dopo troviamo un altro palo con i bolli.
Ancora pochi metri e raggiungiamo una staccionata. Su di palo con i bolli, un segnavia indica il Monte Guglielmo con il sentiero 325 (m. 1845).
Ora ci spostiamo alla destra del crinale e camminiamo quasi in piano, a mezza costa, tra erba, arbusti e qualche albero, aggirando la cima di Castel Bertino.
Dopo un'ampia curva a destra (m. 1850) proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi salita. Il monumento al Redentore in questo punto non è visibile.
Passiamo accanto ad una corta staccionata e torniamo a vedere il monumento (m. 1880). In leggera salita arriviamo ad una biforcazione e giriamo a
sinistra verso un paletto di legno (m. 1890).
Alla successiva biforcazione proseguiamo in direzione di una palina con segnavia che vediamo poco più avanti e la raggiungiamo. I segnavia indicano
dietro con il sentiero 325: Pezzoro; con il sentiero 318: Caregno.
Proseguiamo quasi in piano alla destra verso la successiva palina accanto alla quale troviamo un pannello che riporta profilo e nomi delle cime
visibili sul versante sebino (m. 1910): Punta dell'Orto, Monte Cognolo, Montecolo, Monte Orfano, Punta Val Mora, Santuario Madonna della Ceriola,
Punta Tisdel, Monte Alto, Corno Pendita, Punta Alta, Monte Pingiolo, Corno Buco, Colle del Giogo, Monte Bronzone, Monte Soresano, Punta Piagnole,
Monte Cremona, Costa dei Ronchi, Monte Mandolino, Punta Castello, Monte Pendola, Monte Creò, Monte di Grone, Colle S. Fermo, Monte Foppa, Monte
Torrezzo, Monte Boario, Monte Sicolo, Colle di Lùen, Corna Trentapassi, Monte Grione.
Ci immettiamo sulla sterrata che a sinistra sale verso il monumento e alla destra scende al Rifugio Almici. La seguiamo verso destra.
In basso a sinistra vediamo la Malga Guglielmo di Sopra, due pozze naturali ed una artificiale.
Proseguiamo in leggera discesa con il rifugio sempre ben visibile davanti.
Infine, superata una sbarra, lo raggiungiamo.
Tempo impiegato ore 2.50 - Dislivello m. 1010 -49
Data escursione: novembre 2013
Terzo itinerario: dai Piani di Càregno (sentiero 318)
Usciamo dall'autostrada A4 a Ospitaletto (km. 206.2) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente.
Dopo il ponte sul Mella, giriamo a sinistra e ci immettiamo nella SP 345.
Superate Concesio, Sarezzo e Gardone, prendiamo una strada a sinistra all'inizio della quale la segnaletica indica: Magno a km 3, Caregno a km 7, La Fabbrica.
Troviamo alcuni bivi e continuiamo in salita.
Superiamo Magno e Caregno e raggiungiamo l'Altopiano di Caregno (m. 1011) dove lasciamo la macchina in un vasto parcheggio situato tra un'entrata
secondaria dell'agriturismo La Valle (sx) e il parcheggio del ristorante La Fabbrica (dx). I segnavia indicano: Altopiano di Caregno, La Fabbrica m.
1002; diritto: inizio sentieri 317, 317 bis, 318, 318 bis, 320 a ore 0.05. Un cartello segnala alcune strutture ricettive; accanto: Albergo Bar Ristorante La
Fabbrica; dietro: Casa Vacanze Stallino a ore 0.10, Rifugio Caregno a ore 0.05; diritto: Agriturismo La Valle a ore 0.05, Azienda Agricola Pesei
a ore 0.40, Rifugio Cai Valtrompia a ore 1.30. Un altro cartello segnala invece le aree di sosta; diritto: Cascina La Valle a ore 0.05, Fontanino
della Salute a ore 0.10, Cascina La Roda a ore 0.05; dietro: Cascina Stallino a ore 0.10.
Ci incamminiamo in leggera salita, tra due siepi, su di una stradina con il fondo in cemento, lasciando a destra "La Fabbrica".
Vediamo un bollo bianco rosso. Ora alla destra c'è una rete.
Troviamo un cancello alla sinistra e poco dopo altri due sul lato destro della strada. Continuiamo quasi in piano.
Raggiungiamo una santella contenente la statua di una madonnina (m. 1020). Qui la strada si divide. Vari segnavia attaccati ad un palo di legno indicano:
- a sinistra con il sentiero 317: Chiesetta Alpini a ore 0.10, Corni Rossi m. 1236 a ore 0.55, Croce di Marone m. 1164 a ore 3.20;
- a sinistra con il sentiero 318-325: Passo Sabbione m. 1442 a ore 1, Malga Stalletti Bassi m. 1542 a ore 1.25, Monte Guglielmo m. 1948 a ore 2.40;
- a sinistra con il sentiero 317 bis-317: Passo Lividino m. 1335 a ore 0.50, Corne del Tu' m. 1300 a ore 1, Croce di Marone m. 1164 a ore 3;
- diritto con il sentiero 320: Località Campedei m. 1160 a ore 1, Rifugio Cai Valtrompia località Pontogna m. 1259 a ore 1.40;
- diritto con il sentiero 318 bis-318-325: Passo Sabbione m. 1442 a ore 1.10, Monte Guglielmo m. 1948 per la Valle della Nistola a ore 2.50.
Andiamo a sinistra in leggera salita. Troviamo una casa bianca alla sinistra ed un prato alla destra e poi degli alberi da entrambi i lati.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo tra prati e alberi. Alla destra c'è un'area recintata all'interno della quale vediamo due tavoli e relative panche.
Percorriamo un tratto quasi in piano lasciando alla sinistra il cancello d'ingresso dell'Agriturismo La Valle.
Continuiamo con poca pendenza su sterrato.
Dopo una curva a destra percorriamo un breve tratto in leggera discesa con il fondo in cemento, tra gli alberi.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra, poco più in basso, scorre il Torrente Mannone.
Alla sinistra troviamo una bacheca con una cartina della zona, due tavoli in legno con relative panche ed un tronco scolpito raffigurante un coniglio
seminascosto tra la vegetazione (m. 1030).
Subito dopo lasciamo la stradina per prendere un sentiero alla destra all'inizio del quale i segnavia indicano:
- a destra con il sentiero 318-325: Passo Sabbione m. 1442 a ore 0.55, Malga Stalletti Bassi m. 1542 a ore 1.20, Monte Guglielmo m. 1948 a ore 2.35;
- diritto seguendo la stradina, con il percorso 317 bis-317: Passo Lividino m. 1335 a ore 0.45, Corna del Tù m. 1300 a ore 0.55, Croce di Marone m.
1164 a ore 2.55; con il percorso 317: Chiesetta Alpini a ore 0.05, Corni Rossi m. 1236 a ore 0.50, Croce di Marone m. 1164 a ore 3.15.
Subito, presso un tornante destrorso, troviamo un tubo nero affiorante dal terreno. In leggera salita entriamo nel bosco.
Continuiamo tra prati e alberi percorrendo altri due tornanti sinistra-destra (m. 1045).
Presso uno zig-zag destra-sinistra troviamo dei gradini di legno collocati obliquamente rispetto al sentiero.
Arriviamo ad un bivio; il sentiero alla sinistra è sbarrato ed un cartello ne vieta il transito. Andiamo pertanto a destra, in leggera discesa, come
indicato da una freccia che segnala il nuovo tracciato (m. 1055).
Percorriamo tre curve dx-sx-dx.
Superiamo un tornante sinistrorso ignorando un sentiero che scende alla destra. All'esterno del tornante ci sono dei paletti che reggono del filo
spinato.
Riprendiamo a salire.
Alla sinistra un sentierino taglia una curva sinistrorsa.
Percorriamo una curva a destra e continuiamo con poca pendenza (m. 1065).
Dopo un'altra curva a destra attraversiamo un boschetto.
All'uscita, trascuriamo una scorciatoia che sale a sinistra e proseguiamo diritto (m. 1080).
Dopo un tornante sinistrorso, la scorciatoia rientra.
Inizia ora una lunga sequenza di tornanti.
A lato dei primi due, destra-sinistra, una scorciatoia esce e rientra.
Subito percorriamo un tornante destrorso presso il quale vediamo un segnavia bianco rosso su di una pietra (m. 1090).
Continuiamo con poca pendenza e superiamo un tornante sinistrorso. In basso possiamo ancora vedere il parcheggio nel quale abbiamo lasciato la
macchina.
Presso un tornante destrorso saliamo un gradino di legno (m. 1100).
Dopo il successivo tornante sinistrorso entriamo in un bosco di cembri.
Proseguiamo in salita con altri due tornanti destra-sinistra (m. 1120).
Presso un tornante destrorso vediamo un segnavia bianco rosso sul tronco di un albero e ignoriamo un piccolo sentiero che prosegue diritto (m. 1130).
Dopo un tornante sinistrorso proseguiamo con poca pendenza (m. 1140) e dopo il successivo destrorso riprendiamo a salire (m. 1150).
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1160).
Percorriamo due tratti in leggera salita intervallati da uno quasi in piano durante il quale troviamo un bollo bianco rosso. In basso a sinistra
vediamo la strada che avevamo lasciato, dopo l'agriturismo, per imboccare il sentiero.
Continuiamo con due tornanti sinistra-destra (m. 1175).
Presso un tornante sinistrorso vediamo un bollo bianco rosso (m. 1185).
Dopo un tornante destrorso proseguiamo in salita (m. 1195).
Percorriamo con un tornante sinistrorso (m. 1205).
Ora il sentiero si snoda in prevalenza tra prati e pochi alberi, con il fondo misto di terra e roccia.
Percorriamo una ampia curva a destra seguita da un tornante destrorso.
Proseguiamo con poca pendenza.
Presso una curva a sinistra, ignoriamo un sentiero che scende alla destra (m. 1225). I segnavia indicano a sinistra: Monte Guglielmo a ore 2.10;
dietro: Caregno a ore 0.20. Iniziamo a risalire la cresta che ci condurrà in cima al Monte Bifo. Questo tratto presenta alcuni passaggi esposti a
volte da entrambi i lati quando il sentiero scorre in cresta e a volte da un solo lato quando si snoda a mezza costa poco sotto il crinale.
Inizialmente camminiamo in leggera salita su ghiaietto.
Subito troviamo alla sinistra un cartello reso illeggibile dal tempo che probabilmente segnalava il sentiero che scende a sinistra con dei gradini
formati da gabbie cementate.
Troviamo un bollo bianco rosso e riprendiamo a salire. Il sentiero si scompone in tre tracce e quasi subito si ricompone.
Poi si divide in due tracce parallele; quella a sinistra scorre un metro più in alto rispetto all'altra (m. 1245). Presso una curva a destra si
riuniscono (m. 1260).
Ora saliamo in modo abbastanza ripido su pietrisco e roccette affioranti mentre il sentiero di scompone e ricompone più volte.
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 1270).
Il sentiero torna a dividersi e a ricomporsi in un tratto su fondo roccioso. La pendenza diminuisce un poco (m. 1275).
Per un tratto la larghezza della cresta si riduce a circa un metro (m. 1295).
Poi lo spazio aumenta e torniamo a salire in modo abbastanza ripido.
Passiamo tra alcuni spuntoni di roccia (m. 1305).
In leggera salita percorriamo un altro tratto non più largo di un metro.
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido tra spuntoni di roccia, con uno zig-zag destra-sinistra.
Quasi in piano, lasciamo a destra una gobbetta erbosa.
Continuiamo con qualche metro di cresta abbastanza stretta.
Percorriamo pochi passi in salita tra delle roccette.
Con poca pendenza torniamo in cresta e lasciamo a sinistra una gobbetta erbosa (m. 1320).
Arriviamo ad una biforcazione. Il sentiero che segue il crinale è chiuso da una sbarra; prendiamo l'altro che prosegue quasi in piano a mezza costa,
esposto alla sinistra.
Superiamo un tratto con il fondo di roccette e torniamo a camminare su sterrato.
Ignoriamo una breve traccia che collega il nostro sentiero con quello in cresta.
Proseguiamo quasi in piano. In basso vediamo delle rocce affioranti dal terreno.
Torniamo in cresta nel punto in cui in due sentieri si ricompongono. Anche qui quello che segue la cresta è sbarrato ed un cartello invita coloro che
provengono dall'opposta direzione a non percorrerlo (m. 1335).
Dopo un tratto in salita continuiamo quasi in piano, a mezza costa, alla destra del crinale (m. 1345).
Alterniamo due tratti con poca pendenza ad uno quasi in piano (m. 1360).
Riprendiamo a salire e dopo pochi passi su roccette superiamo un tratto un po' incassato (m. 1380).
Continuiamo in modo abbastanza ripido con il sentiero che si divide e si ricompone.
Percorriamo due brevi tratti, il primo quasi in piano e l'alto con poca pendenza (m. 1395).
Torniamo a salire su fondo roccioso.
Continuiamo con un tratto quasi in piano, uno in leggera discesa ed un altro in leggera salita, mentre il pendio precipita alla destra del sentiero (m. 1405).
La cresta è ormai terminata. Troviamo un gruppo di alberi alla destra mentre camminiamo dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano.
Dopo un tratto allo scoperto attraversiamo un altro boschetto in leggera salita.
Arriviamo ad un bivio (m. 1420) dove troviamo una pannello con una cartina che illustra il circuito della Malga Lividino con il classico "voi siete
qui" ovvero il cima al Monte Bifo. I segnavia indicano
- a sinistra il collegamento con i sentieri 317 bis-317; Caregno con il 317 bis a ore 0.55, Croce di Marone con il 317 bis-317 a ore 2.30, Caregno con
il 317 a ore 1.25;
- diritto con il sentiero 318-325: Passo Sabbione a ore 0.05, Malga Stalletti Bassi a ore 0.30, Monte Guglielmo a ore 1.45;
- dietro con il sentiero 318: Caregno La Fabbrica a ore 0.40.
Continuiamo diritto quasi in piano.
Lasciamo a sinistra un baitello verde utilizzato come appostamento per la caccia.
Passiamo sotto ad un cavo. In lontananza, davanti verso sinistra, vediamo due malghe.
Poco dopo alla sinistra troviamo una casa, due baitelli ed un'altalena (m. 1435).
Camminiamo sopra delle radici mentre il sentiero si divide e si ricompone.
Il sentiero si biforca, teniamo la destra e subito arriviamo ad un bivio dove alcuni segnavia indicano: Passo Sabbione 1442 m; a sinistra con il
sentiero 318-325: Malga Stalletti Bassi a ore 0.25, Malga Stalletti Alti a ore 0.50, Monte Guglielmo a ore 1.40; dietro con il sentiero 318: Caregno
la Fabbrica a ore 0.45; a destra con il sentiero 318bis: Caregno la Fabbrica a ore 0.50. Giriamo a sinistra, cominciamo a risalire un'ampia cresta e
vediamo l'altro sentiero, lasciato alla biforcazione precedente, che scorre più in basso in parallelo.
Vediamo il segnavia 318 a bandierina su di una roccetta e percorriamo uno zig-zag sinistra-destra.
Quasi in piano ci immettiamo su di una sterrata che proviene da Cimmo, detta "Strada della Nistola". Questa sterrata arriva dalla destra e in
questo punto effettua un tornante destrorso. La seguiamo proseguendo diritto davanti a noi (m. 1460).
Lasciamo a sinistra un cassottello utilizzato come appostamento per la caccia.
Troviamo un cartello stradale che segnala il termine della strada fra 50 metri.
Dalla sinistra rientra l'altro sentiero che, dal Passo Sabbione, ci aveva accompagnato in parallelo.
Ai lati della strada troviamo dei paletti che dovrebbero reggere una catena (che non c'è) per impedire il transito dei veicoli.
Con poca pendenza percorriamo una curva a destra (m. 1470).
Più avanti torniamo a salire con bella vista panoramica alla sinistra sulla sottostante vallata (m. 1485).
Con un tornante destrorso, quasi in piano, superiamo un piccolo valico tra le rocce (m. 1505).
Percorriamo un tratto in leggera discesa ed un altro quasi in piano e con un ampio tornante destrorso attraversiamo un altro passaggio tra le rocce.
Proseguiamo dapprima in leggera discesa con una parete di roccia alla destra e poi quasi in piano (m. 1495).
Troviamo una panchina all'esterno di una curva a destra.
Davanti verso sinistra, in lontananza, cominciamo a vedere la Malga Stalletti Bassi.
Presso un'ampia curva a sinistra un rivolo attraversa la strada su di una base in cemento.
In leggera salita percorriamo un lungo tratto, con il quale ci avviciniamo alla malga che vediamo davanti a noi, camminando lungo le pendici
occidentali del Monte Stalletti.
Un secondo rivolo attraversa la strada su di una base in cemento (m. 1515).
La pendenza aumenta un poco.
Una sterrata in leggera discesa si stacca alla sinistra. Continuiamo diritto percorrendo un tratto con il fondo in pietre e cemento poi torniamo a
camminare su sterrato.
Uno dopo l'altro troviamo altri tre rivoli che, come tutti gli altri, attraversano la strada su di una base in cemento.
Arriviamo alla Malga Stalletti Bassi (m. 1535). Con uno zig-zag destra-sinistra, passiamo tra una pozza ed una fontana con vasca abbeveratoio per gli
animali dietro alla quale ci sono due tavoli in legno con relative panche. Alcuni vecchi segnavia in legno indicano: Malga Stalletti Bassi m 1542;
davanti: Guglielmo n. 318-325 a ore 1.15; dietro: Caregno n. 318 a ore 1.10.
Seguiamo la sterrata, in questo tratto inerbita, aggirando alla destra la malga. Troviamo il sesto rivolo che attraversa la strada su di una base in
cemento.
Percorriamo un'ampia curva a destra oltre la quale la strada torna ad essere sterrata e procede in leggera salita circondata da prati e qualche pietra
(m. 1555).
In basso alla sinistra vediamo un gruppo di cinque case.
Quasi in piano percorriamo due semicurve destra-sinistra (m. 1565). Il settimo rivolo attraversa la strada su di una base in cemento.
Dopo un tratto con poca pendenza proseguiamo quasi in piano con uno zig-zag destra-sinistra. In basso verso sinistra vediamo una pozza (m. 1575).
Davanti, in alto, cominciamo a vedere la Malga Stalletti Alti.
Un cartello segnala il divieto di caccia.
L'ottavo rivolo che attraversa strada su di una base in cemento, a differenza degli altri, lo fa obliquamente (m. 1585).
Proseguiamo con poca pendenza e troviamo altri due rivoli che attraversano la strada su una base in cemento (m. 1600).
Riprendiamo a salire. Alla destra, poco più in alto, vi sono delle roccette che spuntano dal terreno.
Incrociamo, uno dopo l'altro, altri quattro rivoli che attraversano la strada su di una base in cemento.
Presso un tornante destrorso troviamo una staccionata che si stacca alla sinistra e un sentiero che prosegue diritto in salita (m. 1645). Seguiamo la
strada e superiamo un altro rivolo che la attraversa su di una base in cemento.
Davanti vediamo la Malga Stalletti Alta. Torniamo a salire.
Un altro rivolo attraversa la strada su di una base in cemento (m. 1655).
Percorriamo una curva a destra.
Passiamo a valle della malga che vediamo poco più in alto alla sinistra mentre l'ennesimo rivolo attraversa la strada su di una base in cemento (m.
1665).
Raggiungiamo una palina con dei vecchi segnavia in legno che indicano: Malga Stalletti Alti m. 1690; diritto: Rifugio Cai Valtrompia a ore 0.40,
Pezzoro a ore 1.20 (vedi il sentiero 325 descritto nel secondo itinerario); girando a sinistra con un tornante: Monte Guglielmo a ore 0.50; dietro con
il sentiero 318: Caregno a ore 1.25.
Giriamo a sinistra, raggiungiamo la malga (m. 1675) e proseguiamo come precedentemente descritto nel secondo itinerario.
Tempo impiegato ore 2.45 - Dislivello m. 920 -70
Data escursione: maggio 2016
Note:
Dopo una sosta al rifugio vale la pena di raggiungere Castel Bertino (m. 1948) una delle due cime del Monte Guglielmo (l'altra è il Dosso Peralta m.
1952), sulla cui vetta sorge il monumento al Redentore eretto nel 1901.
Dalla vetta, in una limpida giornata, si può ammirare uno splendido panorama sul Lago d'Iseo e le cime circostanti.
Nel basamento del monumento è stato ricavato un locale utilizzabile come bivacco. Occorre però portarsi un sacco a pelo e quant'altro può servire in
quanto in questo locale ci sono solo delle sedie.
|