Rifugio Zoia
- Altezza: m. 2021
- Gruppo: Valtellina
- Ubicazione: Lago Campomoro
- Comune: Lanzada - SO
- Carta Kompass: 93 BC5
- Coordinate Geo: 46°18'10.60"N 9°55'52.50"E
- Gestore: Fabio Bergomi
- Telefono gestore: 349 0061085
- Telefono rifugio: 0342 451405
- Posti letto: 60
- Apertura: 1/6-31/9 e 26/12-6/1; weekend ottobre e 7/12-1/5
- Pagina aggiornata il: 14/07/2017
Il Rifugio Zoia è situato su uno sperone roccioso che domina il sottostante lago artificiale di Campo Moro. Alle sue spalle spicca la massiccia
figura del Pizzo Scalino (m. 3323), alla destra del quale si può ammirare la vallata della Valmalenco, sovrastata dal Monte Disgrazia (m. 3678).
Il rifugio fu edificato nel 1929, e dedicato al ricordo di Raffaello e Alfonso Zoja, caduti dal Gridone nel 1896. All'epoca era raggiungibile da
Lanzada con 3-4 ore di cammino. Negli anni 50, la costruzione delle dighe di Campo Moro e di Campo Gera, rese necessaria la costruzione di
una strada. Da allora lo Zoia è diventato una sorta di campo base per le innumerevoli escursioni e ascensioni della zona.
Nel 2008 è stato completamente ristrutturato.
Primo itinerario: dal parcheggio di Campomoro
Lasciamo la statale 38 all'uscita per Sondrio centro (km. 35.4).
Dopo un rettilineo lungo un chilometro e mezzo, ad una rotonda giriamo a sinistra e prendiamo la provinciale 15 con la quale risaliamo la Val Malenco.
Al km. 13.5 deviamo a destra.
Superate Lanzada e Franscia, proseguiamo per km. 6.3 e con vari tornanti saliamo a Campo Moro. La strada è interamente asfaltata.
Lasciamo la macchina nel piazzale-parcheggio accanto al Rifugio Poschiavino.
Alcuni segnavia indicano con il sentiero 346/301: Alpe Prabello e Rif. Cristina a ore 1.10, Passo degli Ometti a
ore 2.40; con il sentiero 346: Rifugio Zoia a ore 0.05, Alpe Campagneda a ore 0.50, Rif. Cà Runcasch a ore 0.50.
Prendiamo la stradina che parte alla destra di una fontana e sale al rifugio.
Ad un bivio teniamo la sinistra e proseguiamo con la vecchia mulattiera.
Passiamo sotto i cavi della teleferica di servizio. Un cartello avverte di prestare attenzione.
Percorriamo un tornante verso destra e raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 0.05 - Dislivello: m. 31
Data escursione: settembre 2009
Secondo itinerario: da Franscia
Lasciamo la statale 38 all'uscita per Sondrio centro (km. 35.4).
Dopo un rettilineo lungo un chilometro e mezzo, ad una rotonda giriamo a sinistra e prendiamo la provinciale 15 con la quale risaliamo la Val Malenco.
Al km. 13.5 deviamo a destra, superiamo Lanzada e saliamo con vari tornanti e gallerie fino a Franscia.
All'uscita dalla galleria che precede il piccolo abitato, giriamo a sinistra e, passando tra un parcheggio ed un ristorante, prendiamo una stradina
asfaltata. La seguiamo per km. 1.3 tra varie baite, fino a trovare ai margini della strada due grandi spazi, uno per lato, dove possiamo lasciare la
macchina (m. 1570).
Ci incamminiamo in salita, tra radi larici, seguendo la strada.
Percorriamo una curva a sinistra e poi un tornante destrorso all'esterno del quale c'è una casa.
Ad un bivio lasciamo la strada asfaltata che gira a sinistra verso una chiesa e proseguiamo diritto, quasi in piano su sterrato, verso una cava. I
segnavia indicano: Dossi di Franscia 1597 m.; diritto con il percorso 339-340: Ciudèe a ore 0.20, Cima Sassa a ore 1.20, Dosso dei Vetti a ore 0.40;
a sinistra con il percorso 340: Ua a ore 0.25, Tornadri a ore 1, Lanzada a ore 1.20; dietro: Franscia a ore 0.15.
Davanti alla cava prendiamo una sterrata alla destra e camminiamo quasi in piano con delle grosse pietre ai lati.
Poco dopo troviamo un sentiero inerbito che si stacca alla destra, all'inizio del quale i segnavia indicano con il percorso 340-341: Dosso dei Vetti a
ore 0.40, A. Campascio a ore 1.10, A. Campolungo a ore 1.20; con il percorso 339: Ciudèe a ore 0.20, Cima Sassa a ore 1.20. Prendiamo questo sentiero,
in leggera discesa.
Alla sinistra ci sono dapprima un muretto e poi una fontana con vasca in cemento.
Proseguiamo in leggera salita incanalati tra due file di paletti che reggono un cavo. Raggiungiamo un alpeggio, giriamo a destra e passiamo tra le baite.
Troviamo altri segnavia che indicano davanti: Orsera a ore 0.20, Fontane a ore 0.35, Dosso dei Vetti a ore 0.40; dietro: Tornadri a ore 1.10.
Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Al termine dell'alpeggio, in salita percorriamo due tornanti sinistra-destra.
Arriviamo ad un bivio (m. 1620). Vari segnavia indicano a sinistra con il percorso 339-338: Ciudèe, Cima Sassa a ore 1, Rifugio Motta a ore 2, Ponte a
ore 1.30, Chiesa Valmalenco-Lanzada a ore 2.20; a destra con il percorso 340: Dosso dei Vetti a ore 0.30, A. Campascio a ore 1, A. Musella a ore 1.30.
Andiamo a destra.
Alla sinistra, poco più in alto, vediamo un crocefisso sopra ad un masso.
Percorriamo una curva a destra molto ampia. Su una parete di roccia vediamo una freccia bianca ed un segnavia a bandierina rosso-bianco-rosso.
Davanti possiamo ammirare l'imponente piramide del Pizzo Scalino.
Superiamo tre tornanti: sx-dx-sx (m. 1640).
Poco dopo, in leggera salita, percorriamo una curva a destra e vediamo un segnavia a bandierina sulla parete di roccia.
Dopo un tratto in salita con alcuni massi alla sinistra, arriviamo ad un bivio (m. 1655). I segnavia indicano verso sinistra con il percorso 340-341: Dosso dei Vetti a ore 0.25,
A. Campolungo a ore 1.20, A. Campascio a ore 1; verso destra: Orsera; dietro con il percorso 340: Dossi di Franscia a ore 0.10, Franscia a ore 0.25, Tornadri a ore 1.10.
Continuiamo in leggera salita verso sinistra.
Percorriamo un tornante sinistrorso aggirando un grande larice (m. 1660).
Proseguiamo in salita nel lariceto. Saliamo alcuni gradini di pietra. Di tanto in tanto vediamo un bollo bianco-rosso.
Troviamo alla destra una parete di roccia leggermente sporgente verso la mulattiera (m. 1675).
La pendenza aumenta. Scavalchiamo un rivolo.
Dopo un tornante destrorso, alla sinistra ci sono delle rocce lisce.
In salita, allo scoperto, percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio e subito torniamo tra i larici (m. 1690).
Presso un tornante destrorso i segnavia indicano a destra con il percorso 340-341: Dosso dei Vetti a ore 0.20, A. Campolungo a ore 1; diritto: Ciudèe; dietro con il
percorso 340: Dossi di Franscia a ore 0.20, Franscia a ore 0.30, Tornadri a ore 1.20. Andiamo a destra (m. 1705).
Tra i larici vediamo vari massi e pietre.
Alterniamo due tratti con poca pendenza ad altrettanti in salita.
Continuiamo con radi larici alla sinistra mentre alla destra vediamo il Pizzo Scalino.
Vediamo due bolli gialli rotondi oltre ai soliti bianchi e rossi (m. 1740).
Di traverso alla mulattiera, troviamo una serie di quattro canalini di pietra per lo scolo dell'acqua; nel terzo scorre un rivolo dopo essere passato in una piccola vasca alla sinistra.
Con poca pendenza percorriamo un tratto allo scoperto (m. 1755).
Superiamo altri due canalini per lo scolo dell'acqua.
Torniamo a salire. Alla sinistra ci sono delle lisce pareti oblique.
Presso un tornante sinistrorso (m. 1765) ignoriamo il sentiero che continua diritto in discesa verso le baite di Fontane. I segnavia indicano a destra
con il sentiero 341: Fontane, Franscia a ore 0.25; a sinistra seguendo il tornante con il percorso 340-341: Dosso dei Vetti a ore 0.05, A. Campascio a
ore 0.40, A. Campolungo a ore 1; dietro con il percorso 340: Dossi di Franscia a ore 0.25, Franscia a ore 0.40, Tornadri a ore 1.30. Seguiamo il
tornante e subito troviamo una freccia bianca sulla roccia alla destra ed un bollo giallo alla sinistra della mulattiera.
Troviamo altre due canaline di pietra ed entriamo in un lariceto.
Superiamo un ampio tornante destrorso (m. 1780).
Un rivolo bagna il percorso. Su di una pietra vediamo la scritta in giallo "Palù".
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire.
Usciti dal bosco, in leggera salita percorriamo una curva a sinistra molto ampia mentre un rivolo attraversa la mulattiera in una delle solite canaline di pietra (m. 1805).
Continuiamo in salita con una staccionata di legno alla destra. Alla sinistra c'è un tronco intagliato. Davanti vediamo l'ex Rifugio Scerscen e le altre costruzioni in località Dosso dei Vetti.
Alla sinistra troviamo: una madonnina nera, la scritta bianca sulla roccia: "Nostra Signora Aparecida Patrona del Brasil benedica la Nostra Gente", un
altare ed un sedile entrambi di pietra.
Lasciamo a sinistra un baitello di pietra, ai piedi del quale dell'acqua sgorga da un tubicino. Alla destra c'è l'ex-rifugio. I segnavia indicano: Dosso dei Vetti m. 1810;
davanti con il percorso 301-341: A. Campascio a ore 0.30, Bocchel del Torno a ore 1, A. Campolongo a ore 0.50; dietro con il percorso 340: Ciudèe a ore 0.25,
Franscia a ore 0.40, Tornadri a ore 1.30.
Alla sinistra c'è una baita di pietra sulla quale vediamo un triangolo giallo dell'Alta Via ed un segnavia a bandierina rosso-bianco-rosso.
Continuiamo con una sterrata.
Poco dopo alla sinistra troviamo un'altra costruzione in cemento (acquedotto) mentre alla destra c'è una bacheca con la cartina della "Ski Area Palù".
Vediamo la lettera "D" dipinta in giallo su di una pietra. Davanti vediamo il Monte Roggione.
Subito percorriamo una curva verso sinistra all'esterno della quale, poco più in basso, c'è una sorgente l'acqua della quale passa in un tronco scavato e forma un ruscello.
Proseguiamo quasi in piano con un lariceto alla sinistra, prati e radi larici alla destra.
Presso una curva a destra, attraversiamo un torrente su di un ponticello di tronchi senza le sponde (m. 1835).
In leggera salita, superata una canalina per lo scolo dell'acqua, arriviamo ad una biforcazione (m. 1845). I segnavia indicano verso sinistra con il percorso 341: A.
Campolungo a ore 0.40, Passo Campolungo a ore 0.50, A. Palù a ore 1.10; verso sinistra con il percorso 301-305: Bocchel del Torno a ore 0.50, A. Roggione a ore 1.20,
Rif. Lago Palù a ore 1.30; verso destra con il percorso 301-305: A. Campascio a ore 0.25, A. Musella rifugi a ore 0.50, Rif. Carate - Rif. Marinelli, Foppa a
ore 1.30, Campo Moro a ore 2, Rif. Poschiavo - Rif. Zoia a ore 2. C'è anche un cartello giallo che indica a sinistra il Rifugio Motta a 60 minuti.
Andiamo a destra tra i larici con una stradina inerbita. Vediamo un segnavia a bandierina e il triangolo giallo dell'Alta Via.
Con pochissima pendenza percorriamo una curva a sinistra.
Sentiamo scorrere un ruscello alla destra senza riuscire a vederlo. Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Per un tratto la stradina è più alta rispetto al terreno circostante. Un ruscello le passa sotto (m. 1855).
Dopo pochi metri in leggera discesa, proseguiamo in leggera salita tra larici e pini.
Raggiungiamo un torrente. Un ponticello di legno alla sinistra consente di evitarne il guado.
Continuiamo quasi in piano. Vediamo del muschio sulle pietre. (m. 1860).
Più avanti un rivolo attraversa la stradina.
Proseguiamo in leggera discesa tra pini e larici.
Continuiamo in discesa. Nel mezzo della stradina c'è un masso affiorante dal terreno. Alla destra c'è una vecchia staccionata di legno.
Troviamo alcune canaline di metallo, per lo scolo dell'acqua, di traverso al percorso.
La pendenza diminuisce. Alla sinistra ci accompagna una roggetta.
Usciamo dal bosco. Un rivolo attraversa la strada.
Percorriamo una curva a destra aggirando un masso (m. 1830).
Dopo un altro tratto in discesa continuiamo quasi in piano tra larici, piccoli prati e grandi massi (m. 1820).
In leggera salita rientriamo nel bosco (m. 1825).
Continuiamo quasi in piano. Alla destra tra gli alberi vediamo alcuni massi molto grandi.
Dopo un breve tratto allo scoperto torniamo nel bosco.
Troviamo altri massi tra gli alberi e vediamo dei segnavia a bandierina e dei bolli gialli rotondi.
Percorriamo un tratto con moltissimi bolli bianchi e rossi.
Raggiungiamo una radura e superiamo una curva a destra.
Un paletto ed una pietra chiudono la stradina che prosegue diritto. Seguiamo i bolli che continuano verso destra e, poco dopo, alla sinistra troviamo
un ponte in legno con le sponde di ferro con il quale, alternando due tratti in leggera discesa ad altrettanti quasi in piano, attraversiamo il Torrente
Scerscen (m. 1835).
Dopo il ponte giriamo a sinistra e proseguiamo in salita.
Quasi in piano arriviamo ad una biforcazione. I segnavia indicano diritto: A. Campascio a ore 0.05, Alpe Musella a ore 0.30, Rif. Carate, Rif.
Marinelli, Foppa a ore 1, Campo Moro a ore 1.30, Rif. Poschiavino - Rif. Zoia a ore 1.30; a destra: Gole dello Scerscen (E.E.A.); dietro: Dosso dei
Vetti a ore 0.20, Franscia a ore 1, Lago Palù a ore 1.30. Continuiamo diritto.
Attraversiamo una radura. Alla sinistra c'è il Torrente Scerscen. Un cartello segnala il pericolo di piene improvvise.
Camminiamo tra pini, larici, cembri e ginepri.
Piegando a destra passiamo tra alcuni grandi massi. Vediamo il triangolo giallo dell'Alta Via n. 5.
Dopo una curva a sinistra, con un ponticello di legno senza sponde, attraversiamo un affluente dello Scerscen (m. 1840).
Davanti abbiamo la piana di Campascio, in fondo alla quale vediamo una baita a due piani e, alla sua sinistra, tre baitelli.
Camminando in leggera salita tra cespugli di ginepro arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano diritto: Alpe Musella-rifugi a ore 0.30, Val di
Scerscen, Rif. Carate - Rif. Marinelli; a destra: Foppa a ore 1, Campo Moro a ore 1.30, Rif. Poschiavo - Rif. Zoia a ore 1.30.
Andiamo a destra quasi in piano.
Percorriamo una curva a destra, attraversiamo un affluente dello Scerscen su di una passerella di legno, e subito ne percorriamo un'altra a sinistra.
Costeggiamo il corso d'acqua solo per pochi passi.
Giriamo a destra e con un'altra passerella di legno scavalchiamo un tratto fangoso.
Continuiamo su di una traccia tra erba, massi e radi alberi, seguendo i bolli bianco rossi.
Superiamo delle semicurve appena accennate.
Dopo uno zig-zag destra-sinistra, con una passerella di legno attraversiamo un ruscello.
Pieghiamo a destra e riprendiamo a salire (m. 1845).
Cominciamo a trovare delle canaline di metallo, di traverso al sentiero, per lo scolo dell'acqua.
Dopo un tratto quasi in piano ed uno breve in salita, giriamo a destra.
Proseguiamo quasi in piano (m. 1860).
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire.
Percorriamo una curva a destra tra gli alberi.
Continuiamo con un ampio tornante sinistrorso (m. 1875).
Superiamo un altro tornante sinistrorso seguito da una curva a destra e proseguiamo in leggera salita.
Continuiamo con un tornante destrorso, una curva a sinistra e delle semicurve appena accennate (m. 1885).
Percorriamo un tratto in discesa e proseguiamo quasi in piano. Tra gli alberi alla destra vediamo un grande masso.
Continuiamo in leggera discesa.
Guadiamo un ruscello (m. 1880).
Oltre alle canaline di ferro ora ne troviamo delle altre di ferro e cemento.
Dopo due curve destra-sinistra, vicine tra loro, proseguiamo su di una sterrata inerbita (m. 1865).
Continuiamo quasi in piano. Alla destra c'è una fila di pietre ai margini della strada.
Proseguiamo in discesa.
Quasi in piano, con una larga passerella di legno, attraversiamo una zona acquitrinosa.
Subito dopo alla destra si stacca un sentiero. I segnavia indicano diritto: Foppa a ore 0.15, Franscia a ore 1, Campo Moro a ore 0.40; a destra: Gole
dello Scerscen (E.E.A.). Proseguiamo diritto dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano.
Un ruscello, che troviamo asciutto, attraversa la strada su di una base in cemento (m. 1855).
Continuiamo in leggera salita. Alla sinistra c'è una parete con grosse pietre.
Proseguiamo in salita. Troviamo delle canaline in ferro e cemento per lo scolo dell'acqua, di traverso alla sterrata.
Tra due semicurve sinistra-destra, attraversiamo il letto asciutto di un torrente. Alla destra c'è una radura (m. 1870).
Continuiamo con poca pendenza. Superiamo il letto di pietre di un altro corso d'acqua.
Un torrente scende a cascata dalla sinistra e attraversa la sterrata passandole sotto ma anche sopra quando l'acqua è abbondante (m. 1880).
Proseguiamo in salita. Alla destra, un tratto senza alberi consente una veduta sulle piste da sci del M. Motta.
Continuiamo con poca pendenza. In basso a destra vediamo Franscia e la zona delle cave.
Alla destra ci accompagna un muretto di pietre cementate (m. 1895).
Presso una lunghissima curva verso sinistra, da una apertura nel muretto si immette un sentiero.
Su di una roccia alla sinistra vediamo la scritta "Alpe Musella" e una bandierina rossa, bianca e rossa (m. 1910). I segnavia indicano con il sentiero
343/1 che si stacca con un tornante sinistrorso: A. Musella rifugi a ore 0.30, Val di Scerscen, Rif. Carate - Rif. Marinelli; dietro con il 343: A.
Campascio a ore 0.30, Gole dello Scerscen (E.E.A.), Dosso dei Vetti a ore 0.50. Continuiamo diritto in lievissima discesa.
Alla sinistra c'è una grande parete un po' sporgente verso la sterrata. Alla destra vediamo il Pizzo Scalino.
Un rivolo attraversa la strada su di una base in cemento.
Continuiamo in discesa. Troviamo varie canaline in ferro e cemento per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Un sentiero sale dalla destra (m. 1895). I segnavia indicano con il percorso 342, diritto: Campomoro a ore 0.30; a destra: Foppa a ore 0.10, Franscia a ore 0.50.
Attorniati da massi franati, raggiungiamo una sbarra di legno che troviamo aperta (m. 1880).
Dalla destra si innesta una variante del precedente sentiero e anche qui i segnavia indicano con il percorso 342, diritto: Campomoro a ore 0.30; a
destra: Foppa a ore 0.10, Franscia a ore 0.50. C'è anche un pannello con una cartina della zona. Un segnale stradale indica, a coloro che provengono in
senso opposto, il divieto di transito agli automezzi.
Continuiamo diritto, quasi in piano, con una larga sterrata. Alla destra ci sono dei massi e alcuni slarghi per poter parcheggiare.
Proseguiamo in leggera salita.
Superiamo due semicurve, entrambe verso destra (m. 1895).
Presso una curva a sinistra un rivolo passa sotto alla strada.
Alla sinistra scorre una roggetta.
Percorriamo una curva a destra (m. 1905).
Arriviamo ad un bivio (m. 1915). I segnavia indicano a sinistra: sentiero per Rifugi Carate - Marinelli a ore 0.05, Diga di Campomoro a ore 0.10,
Campo Moro a ore 0.20; a destra: Campo Moro a ore 0.20; dietro: Foppa a ore 0.15, A. Musella a ore 1, Franscia a ore 1.
Andiamo a sinistra.
Percorriamo due curve sinistra-destra vicine tra loro.
Alla destra c'è un muro in cemento.
Superiamo una curva a destra e continuiamo in salita.
Raggiungiamo uno slargo (m. 1934). Davanti vediamo il muraglione della diga che chiude a valle il Lago di Campo Moro. I segnavia indicano con il
sentiero 342/1 che si stacca alla sinistra: Rifugio Carate a ore 1.50, Rifugio Marinelli Bombardieri a ore 2.50, Rifugio Marco e Rosa E.E.A.
a ore 6.30; seguendo la sterrata che piega a destra: Campo Moro a ore 0.10; dietro con il percorso 342: Foppa a ore 0.20, A. Musella a ore 1, Franscia
a ore 1.
Continuiamo con un muro alla destra.
Dopo un tornante destrorso, alla sinistra c'è un muro più basso del precedente.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1960).
Sul lato a monte c'è ancora un muro di cemento.
Percorriamo una curva a destra.
Arriviamo in cima alla diga. Alla sinistra c'è un altro piccolo sbarramento. Andiamo a destra e ignoriamo una sterrata che sale alla casa del custode.
In piano percorriamo il camminamento sopra alla diga. Ai lati ci sono delle protezioni di ferro dipinte di grigio e una serie di lampioni.
Giunti in fondo, giriamo a sinistra.
Poco dopo, troviamo una stanga e un segnale stradale, che indica il divieto di transito ai veicoli, rivolto verso coloro che provengono dall'opposta direzione.
Continuiamo in leggera salita con una strada asfaltata.
Percorriamo una semicurva verso sinistra. Alla destra c'è una bacheca con una cartina della Valmalenco.
Una stradina sterrata si stacca alla destra. Alla sinistra vediamo una casa.
Dopo una curva a destra, raggiungiamo il grande piazzale-parcheggio di Campomoro. Alla destra c'è il Rifugio Poschiavino (m. 1990).
Attraversato il parcheggio, prendiamo la stradina che parte alla destra di una fontana.
Ad un bivio teniamo la sinistra e proseguiamo con la vecchia mulattiera.
Passiamo sotto i cavi della teleferica di servizio. Un cartello avverte di prestare attenzione.
Percorriamo un tornante verso destra e raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato ore 2.45 - Dislivello: m. 556 -105
Data escursione: ottobre 2016
Escursioni partendo dal Rifugio:
- alla Falesia dello Zoia (m. 2100) in ore 0.10
- all'Alpe Campagneda (m. 2140) in ore 0.40
- al Rifugio Cà Runcasch (m. 2170) in ore 0.45
- al Rifugio Cristina (m. 2227) in ore 1.30
- al Lago di Campagneda (m. 2490) in ore 2.00
- al Passo di Campagneda in ore 2.20
- al Monte Spondascia (m. 2867) in ore 2.30
- al Pizzo Scalino (m. 3323) in ore 4.00
- al Rifugio Bignami (m.2401) in ore 2
- al Rifugio Mitta (m. 2021) in ore 1.20
- al Rifugio Musella (m. 2020) in ore 1.20
- al Rifugio Carate (m. 2636) in ore 3.00
- al Rifugio Marinelli (m. 2813) in ore 4.00
- al Rifugio Marco e Rosa (m. 3599) in ore 7.00
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