Rifugio Baita Patrizi

Il Rifugio Baita Patrizi è situato in un bosco sul versante meridionale del Monte Bolettone.

Primo itinerario: dal Parco del Viceré
Alla rotonda di Erba prendiamo la provinciale n. 639 in direzione Como.
Dopo due chilometri circa, giriamo a destra in Via Don Orione. Arrivati ad una rotonda proseguiamo sulla destra verso Albavilla.
Alla successiva rotonda andiamo ancora a destra seguendo le indicazioni per l'Alpe del Viceré e il Buco del Piombo.
Attraversando Albavilla, arriviamo in Piazza Fontana e giriamo a sinistra attorno alla chiesa di S. Vittore Martire. Raggiungiamo così due piazze unite: Roma e Garibaldi. In fondo a quest'ultima prendiamo alla destra Via XX Settembre.
La strada poi cambia nome, diventa dapprima Via Roscio e poi Via Partigiana, e sale con vari tornanti fino al Parco del Viceré (m. 900).

All'ingresso del parcheggio troviamo un cartello con l'indicazione delle tariffe. Ore: 7.00-20.00 - Momentaneamente solo moneta.
Autoveicoli: 1.00 €/ora fino ad un massimo di 6 €/giorno periodo minimo di sosta 1 ora (corrispettivo minimo 1 €)
Motoveicoli: 1.00 €/ora fino ad un massimo di 2 €/giorno periodo minimo di sosta 1 ora (corrispettivo minimo 1 €)
Autobus: 5.00 €/ora fino ad un massimo di 30 €/giorno periodo minimo di sosta 1 ora (corrispettivo minimo 5 €)
La sosta è gratuita per i disabili e i loro accompagnatori muniti di apposito contrassegno.
C'è posto gratuito per una diecina di vetture sulla sinistra prima dell'ingresso.

Un centinaio di metri prima dell'ingresso nel parcheggio del Parco del Viceré, prendiamo una stradina asfaltata sulla sinistra, all'inizio della quale alcuni segnavia indicano il Bolettone e la Baita Patrizi. C'è anche una bacheca con una cartina della zona.
Quasi in piano entriamo nel bosco. Fatti alcuni passi, troviamo un bivio dove ignoriamo una stradina che si stacca sulla destra e ritorna al parcheggio. Proseguiamo diritto. La strada ora è sterrata. Un cartello segnala il divieto di transito agli automezzi trattandosi di una strada agro-silvo-pastorale.
Alla destra vediamo un cavo teso tra gli alberi.

Più avanti ignoriamo una stradina che esce a sinistra. Alla destra invece, nel parco, vediamo alcuni tavoli e panche.
Percorriamo un tratto privo di alberi alla sinistra. Un cartello indica la Baita Patrizi nella nostra direzione di marcia.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo in leggera salita.

Arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano a sinistra in piano: Baita Patrizi e Bocchetta di Molina; a destra in salita: Rifugio e Monte Bolettone. Andiamo a sinistra.
Più avanti ignoriamo un sentierino che sale a destra.
Presso una curva a sinistra troviamo un rivoletto che scende dalla montagna e attraversa il cammino.

Poco dopo, superata una curva a destra, troviamo una panca alla sinistra e una croce alla destra. Una scritta recita: "I fanti del 67° ai loro compagni d'arme del 68° Rgt. Ftr. qui caduti. 10.10.1951" (m. 910).
Subito dopo ignoriamo un sentiero che sale a destra e continuiamo in discesa fino ad un'ansa della montagna dove un ruscello attraversa il percorso su di una base in cemento e pietre. Alla sinistra, tempo fa, c'era una madonnina; ora sono rimaste la nicchia vuota e la scritta: "La Madona da Lavalett la vuta i sciuri e puaret" (m. 900).

Saliamo in modo abbastanza ripido verso il Doss Mezzan. A metà circa della salita troviamo alla sinistra una panchina. Un cartello su di un albero porta la seguente scritta: "La bancheta de l'alpino, setas gio e fa un riposino" (m. 925).
Poi ne troviamo un'altra che reca incisa la seguente frase: "La bancheta de Santina e Tugnon che man tira su propi bon". Tutte e tre le scritte sono a firma Bianchi.
Raggiunto il dosso, vi troviamo una casa recintata alla destra. A sinistra invece ci sono: una staccionata con un cancelletto di legno che conduce in un orto dove c'è anche un baitello; una madonnina con la scritta: "La Madona del Doss Mezzan la da sempar una man"; una cartina del Triangolo Lariano (m. 940).

Dopo un tratto quasi in piano, continuiamo in leggera discesa e troviamo una pietra affiorante nel bel mezzo del sentiero.
Presso una curva a sinistra, alla destra ci sono due panchine verdi (m. 935).
Percorriamo un breve tratto quasi in piano.
Proseguiamo in leggera discesa fino ad un tornante destrorso oltre il quale continuiamo quasi in piano seppur con lievi saliscendi.
Alla sinistra c'è una protezione di legno.

In leggera discesa, giriamo a sinistra assecondando un'ansa della montagna dove un ruscelletto attraversa il sentiero (m. 925).
Alterniamo due tratti quasi in piano ad uno in leggera discesa.
Dopo una curva a destra proseguiamo dapprima in discesa e poi quasi in piano.
Percorriamo un tratto in leggera salita. Alcune radici affiorano dal terreno. Alla destra c'è un piccolo slargo.

Scendiamo fino ad una curva a sinistra dove un ruscello attraversa il sentiero su di una base in cemento e pietre. Alla sinistra c'è una staccionata di legno (m. 910).
Torniamo a salire. Un cartello indica alla sinistra il sentiero che scende ripidamente verso una sorgente.
Al termine della salita, quasi in piano e con una protezione in legno alla sinistra, percorriamo due curve sinistra-destra (m. 920).
In leggera discesa superiamo una semicurva verso destra.

Quasi in piano percorriamo due passerelle di legno e una semicurva verso sinistra (m. 915).
Continuiamo in leggera salita.
Superiamo una semicurva verso destra.
Percorriamo un tratto quasi in piano, uno in leggera discesa ed un'altro quasi in piano.
Troviamo una targa a memoria di una persona scomparsa.
Proseguiamo in leggera salita.

Una staccionata alla sinistra ci protegge da un precipizio. Superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 920).
Terminata la staccionata proseguiamo in discesa con il fondo acciottolato e superiamo una semicurva verso destra.
Poco dopo, continuiamo con il fondo sterrato, quasi in piano.
Proseguiamo con poca pendenza.
Quasi in piano superiamo delle semicurve appena accennate.
Percorriamo una curva verso sinistra.
Riprendiamo a salire su fondo liscio e roccioso.
Percorriamo una curva verso destra.
Troviamo alcuni segnavia che indicano davanti il sentiero 18 per la Capanna San Pietro a ore 0.40 e dietro il sentiero 20 che abbiamo percorso per l'Alpe del Viceré a ore 0.35. Di fronte c'è uno slargo. La Baita Patrizi è sulla destra (m. 930).

Tempo impiegato: ore 0.40 / Dislivello: m. 80-50 / Lunghezza km. 3.8
Data escursione: gennaio 2015
 
Secondo itinerario: dalla strada che sale al Parco del Viceré (Via Partigiana)
Salendo all'Alpe del Viceré, un chilometro e mezzo dopo il bivio per la "Villa Solitaria", sul lato destro della strada troviamo uno slargo con due panchine e vi lasciamo la macchina (m. 600). Alcuni segnavia indicano
- a sinistra: La Salute a ore 0.40, Alpe del Viceré a ore 0.50, Monte Bolettone a ore 2, Baita Patrizi a ore 1.10, Bocchetta di Molina (Innesto Dorsale) a ore 2;
- a destra con un sentiero in discesa: Albavilla.
Un cartello segnala i numeri civici dal 35 al 55 di Via Partigiana. Andiamo a sinistra, in salita, inizialmente con il fondo in cemento e poco dopo lastricato.

Lasciamo a sinistra la stradina di accesso ad una casa.
Subito dopo troviamo uno slargo e un bivio. I segnavia indicano
- a sinistra in discesa: Baita Patrizi;
- a destra in leggera salita: La Salute, Alpe del Viceré, Monte Bolettone.
Un segnale stradale vieta la prosecuzione ai veicoli. Andiamo a sinistra, nel bosco, su di una strada con pietre. Alla sinistra ci accompagna una rete verde.

Al termine della recinzione proseguiamo in leggera discesa.
Continuiamo quasi in piano. Con il fondo sterrato percorriamo un'ampia semicurva verso destra.
In basso alla sinistra vediamo scorrere il Torrente Cosia.
Un rivolo attraversa la strada su una base in cemento.
Proseguiamo in leggera discesa su strada con pietre.

Presso una curva verso sinistra attraversiamo il Torrente Cosia su di un ponte con protezioni di legno ai lati (m. 590).
Continuiamo quasi in piano.

Ora lasciamo la sterrata, che prosegue diritto costeggiando il torrente e, delle due stradine che salgono a sinistra, prendiamo la seconda all'inizio della quale un cartello indica la Baita Patrizi.
Saliamo con il fondo in cemento e pietre. Alla sinistra c'è una vecchia protezione di legno.
Percorriamo una curva a destra.
Troviamo alcune cunette per lo scolo dell'acqua, di traverso alla stradina.

Presso una curva a sinistra, ignoriamo una sterrata che prosegue diritto e che, pochi metri più avanti, è chiusa da una stanga (m. 620).
La strada prosegue incassata tra una parete di roccia alla sinistra e una di terra alla destra.
Dopo una curva a destra la pendenza diminuisce (m. 630).
Poi torniamo a salire. Il percorso è ancora incassato tra pareti di terra dalle quali vediamo affiorare alcune radici.

Mentre saliamo troviamo sulla destra diversi scoli per far defluire l'acqua evitando così che il percorso diventi infangato; ne abbiamo contati più di venti.
Dopo il primo la pendenza aumenta ma solo per un tratto. La stradina è ancora incassata nel terreno circostante (m. 645).
Al quarto scolo inizia un tratto con poca pendenza. In alto a destra c'è uno slargo recintato (m. 690).
Troviamo altri due scoli all'inizio e alla fine di una semicurva verso destra (m. 700). La strada torna ad essere incassata nel terreno circostante.
Percorriamo due tratti in salita separati da uno con minore pendenza.
All'ottavo scolo troviamo un tubo di ferro semi-interrato che attraversa la sterrata (m. 720).
Proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.

Alla destra troviamo un piccolo slargo ed una stradina chiusa da una sbarra di ferro verde (m. 735).
La strada alterna tratti in salita ad altri quasi in piano. Al tredicesimo scolo, in basso a destra, vediamo una casa attorno alla quale ci sono un tavolo in cemento e relative panche (m. 755).
Dopo il successivo scolo proseguiamo con poca pendenza. Ignoriamo un sentiero che retrocede alla sinistra.

Poco dopo, presso il quindicesimo scolo, la sterrata si biforca e teniamo la destra (m. 770).
Al sedicesimo, alla sinistra un poco più in alto, inizia una recinzione con paletti che reggono una rete a quadrotti.
Al successivo, torniamo ad alternare alcuni brevi tratti in salita ad altri con ben poca pendenza.
Ignoriamo una stradina che si stacca alla destra (m. 785).
Superati altri quattro scoli (18-21), percorriamo un tratto quasi in piano ed uno con poca pendenza.

Riprendiamo a salire e con il fondo di pietre percorriamo due curve sinistra-destra (m. 805).
Proseguiamo con minore pendenza.
Ora alla sinistra, appaiata alla rete c'è anche una staccionata di legno (m. 820).

Troviamo un cancello alla sinistra mentre dall'altro lato un stanga chiude l'accesso ad una proprietà privata, recintata con una siepe, all'interno della quale vediamo un cassottello (m. 825).
Dopo un tratto con pendenza minima, proseguiamo in leggera salita.
Ora alla sinistra rimane solamente la staccionata di legno.

Continuiamo quasi in piano. All'interno della recinzione alla sinistra c'è una casa che sembra una torretta (m. 845).
In basso a destra tra gli alberi vediamo un cassottello.
Poco dopo la staccionata termina con un cancello di legno davanti al quale c'è uno slargo.

Alla destra troviamo una piccola zona recintata all'interno della quale vediamo una panchina e una lastra di marmo con foto a ricordo di una persona scomparsa.
Continuiamo dapprima con poca poca pendenza e poi in salita attorniati da pietre di colore rossiccio.
Alla destra troviamo un tubo nero infisso in verticale. Ora il fondo è in cemento e pietre (m. 860).
Proseguiamo in leggera salita con un muretto di rinforzo che scende alla destra. Davanti vediamo il Bolettone (m. 870).

Percorriamo una lunga curva a sinistra oltre la quale riprendiamo a salire (m. 880).
Per un tratto la stradina è coperta da due strisce di cemento, al termine delle quali proseguiamo quasi in piano (m. 900).
Superata una cunetta per lo scolo dell'acqua, continuiamo in leggera salita e ritroviamo le due strisce in cemento che più avanti terminano e poco dopo ricominciano.

Arriviamo ad un bivio (m. 925). Alcuni segnavia indicano: Baita Patrizi m. 943; a sinistra: Bocchetta di Molina a ore 0.50; diritto: Alpe del Viceré a ore 0.40; dietro: Albavilla a ore 1.30.
Davanti vediamo la Baita Patrizi. Proseguiamo quasi in piano su sterrato.
Troviamo una stanga di legno che impedisce il passaggio ai veicoli.
Continuiamo in leggera salita. Superiamo un breve tratto su fondo roccioso e, nuovamente su sterrato, raggiungiamo il rifugio (m. 930).

Tempo impiegato: ore 1.05 / Dislivello: m. 330 / Lunghezza km. 2.8
Data escursione: gennaio 2015
 
Terzo itinerario: da Albavilla con il Sentiero degli Alpini
Alla rotonda di Erba prendiamo la provinciale n. 639 in direzione Como.
Dopo due chilometri circa, giriamo a destra in Via Don Orione. Arrivati ad una rotonda proseguiamo sulla destra verso Albavilla.
Alla successiva rotonda andiamo ancora a destra seguendo le indicazioni per l'Alpe del Viceré e il Buco del Piombo.
Attraversando Albavilla, arriviamo in Piazza Fontana e giriamo a sinistra attorno alla chiesa di S. Vittore Martire. Raggiungiamo così due piazze unite: Roma e Garibaldi e lasciamo la macchina davanti alla chiesa di San Vittore (m. 425). I parcheggi nella piazza dal lunedì al venerdì sono consentiti per una sola ora mentre al sabato, domenica e festivi per tutta la giornata.
In alternativa possiamo girare a sinistra in Via Cesare Cantù e percorrerla per circa 200 metri fino a trovare alla sinistra un grande parcheggio gratuito e senza vincoli di tempo.

Prendiamo Via Mentana (che è la seconda strada a destra volgendo le spalle alla chiesa di S. Vittore Martire), all'inizio della quale alcuni segnavia indicano: La Salute a ore 1.10, Alpe del Viceré a ore 1.20, Monte Bolettone a ore 2.30, Baita Patrizi a ore 1.45, Bocchetta di Molina (innesto dorsale) a ore 2.30.
Quasi in piano percorriamo questa via. Lasciamo a sinistra Via Solferino poi giriamo a sinistra in Via Magenta.
Fatti pochi passi imbocchiamo alla destra Vicolo Crotto Roma, un stradina larga circa un metro e mezzo.
Dopo una curva a destra ignoriamo dei gradini che salgono a sinistra verso una casa.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra c'è un muro sormontato da una rete mentre alla destra ci sono dapprima delle case e poi un muro.

Dopo una curva a sinistra saliamo 68 ripidi gradini fino a sbucare su di una strada asfaltata, Via Ai Monti, con la quale continuiamo verso sinistra (m. 450).
Una quarantina di metri più avanti, prendiamo sulla destra una strada con il fondo in cemento. Qui troviamo la prima targhetta che indica il Sentiero degli Alpini. Su di una casa in pietra leggiamo: "Ca' e Crot dai Cichinela" (m. 460).
Camminiamo tra due recinzioni.
Prima di arrivare ad un tornante sinistrorso, dove ci sono dei garages, prendiamo una mulattiera che prosegue diritto con un muro alla destra (m. 475).
Ignoriamo un sentiero alla sinistra che ritorna sulla strada e continuiamo quasi in piano seguendo il muro (m. 485).
Troviamo poi una staccionata di legno a protezione verso destra ed un muro alla sinistra.
Saliamo alcuni gradini.
Scavalchiamo un ruscelletto che troviamo asciutto e proseguiamo in leggera salita con il muro alla destra e il bosco alla sinistra.
In salita percorriamo una curva a sinistra (m. 490).

Subito dopo arriviamo ad un trivio dove ignoriamo la prima a sinistra come pure quella che continua diritto in discesa. Prendiamo invece la seconda a sinistra accanto alla quale c'è un palo senza indicazioni. [Tempo fa c'era un cartello che indicava una "zona soggetta a vincolo idrogeologico" e un segnale stradale che vietava il transito ai veicoli.] Entriamo nel bosco (m. 495).

Presso una curva a sinistra trascuriamo una traccia che prosegue diritto. Il percorso è un po' incassato nel terreno circostante (m. 515).
La pendenza diminuisce. Percorriamo un ampio tornante destrorso (m. 525).
Riprendiamo a salire.
Dopo una curva a sinistra percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante.
Più avanti la pendenza diminuisce (m. 585).

Troviamo una sterrata che proviene dalla sinistra. I segnavia indicano davanti e dietro il Sentiero degli Alpini (m. 600).
In basso a destra scorre un ruscello. Poco dopo, presso un tornante destrorso, lo guadiamo mentre attraversa la sterrata su una base in cemento.
Proseguiamo in leggera salita.

Dopo una curva a sinistra arriviamo ad un bivio dove il Sentiero degli Alpini viene segnalato a sinistra (m. 615).
Percorriamo un tratto in salita e poi torniamo a camminare con poca pendenza.
In salita superiamo un tratto incassato nel terreno circostante.
Per un lungo tratto camminiamo con poca pendenza.
Riprendiamo a salire (m. 665). Poi la pendenza aumenta e diventa abbastanza ripida (m. 675).

Dopo una curva a sinistra arriviamo ad un bivio (m. 700). Proseguiamo verso sinistra in leggera salita.
Percorriamo alcuni passi in leggera discesa, torniamo a salire e giriamo a destra (m. 710).
Quasi in piano superiamo alcuni zig-zag (sx-dx-sx).

In salita arriviamo ad un bivio e andiamo a destra con minore pendenza seguendo le indicazioni del Sentiero degli Alpini (m. 725).
In alto a sinistra vediamo un baitello di legno. Cominciamo a trovare delle canaline di legno, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla sterrata.
Ignoriamo un sentiero che si stacca verso destra. Percorriamo una curva verso sinistra e troviamo il segnavia del Sentiero degli Alpini.
Ora alla sinistra c'è una recinzione di legno.
Riprendiamo a salire.
Ignoriamo una strada che si stacca alla sinistra e conduce ad una casa. Passiamo accanto ad un picchetto in cemento con i bolli rossi.

Su di un albero, in alto, un cartello indica una proprietà privata.
Poco dopo troviamo un cartello che segnala la presenza di un appostamento fisso di caccia.
Giriamo a sinistra e ignoriamo una stradina, chiusa da una stanga, che si stacca alla destra (m. 750).
Continuiamo con poca pendenza. Vediamo alcuni baitelli nel bosco, sia alla sinistra che in alto a destra (m. 760).

Alla sinistra troviamo una colonna di ferro con una piccola croce in cima. Su di una lastra di pietra vediamo una targhetta con la scritta: "Croce di ferro a ricordo di coloro che amarono la montagna". C'è anche una panchina di legno ma con le gambe di metallo (m. 775).
Un segnale stradale vieta il transito ai veicoli.

Quasi in piano, prima di arrivare ad una biforcazione, con un tornante giriamo a destra.
Fatti alcuni passi, di fronte ad una stanga che chiude l'accesso ad una proprietà privata, voltiamo a sinistra.
Saliamo dei gradini di legno, attorniati da alcuni terrazzamenti (m. 790).

Ignoriamo una sterrata che si stacca alla sinistra e conduce su Via Partigiana, la strada che da Albavilla sale al Parco del Viceré. Continuiamo diritto con un sentiero.

Alla sinistra, poco più in basso, vediamo un tornante sinistrorso della strada (m. 800).
Proseguiamo con un sentiero più stretto alternando alcuni brevi tratti quasi in piano ad altri in salita.
In salita percorriamo un tornante destrorso (m. 810).

Dopo una curva a sinistra ci immettiamo su di una stradina. Qui troviamo il segnavia che indica il Sentiero degli Alpini solamente nella direzione dalla quale proveniamo. Andiamo a destra in leggera salita (m. 820).
Poi la stradina gira a sinistra.
Ora davanti vediamo il Bolettone (m. 825).

Un'altra stradina arriva in parallelo dalla sinistra. Anche qui ci sono i segnavia del Sentiero degli Alpini (m. 840).
Proseguiamo quasi in piano tra faggi e betulle.
Troviamo un altro segnavia del Sentiero degli Alpini e continuiamo in leggera salita.

Proseguiamo in piano con un viale tra due file di grandi pini oltre i quali alla destra ci sono dei prati e un parcheggio a pagamento (m. 855). Su di un cartello leggiamo le tariffe. Autovetture: intera giornata € 5, mezza giornata (ore 9-14 14-19) € 3. Motocicli: € 2. Chiusura ore 19.
Superiamo la stanga che chiude il parcheggio e raggiungiamo i ruderi del vecchio albergo "La Salute" che lasciamo alla sinistra.
Giriamo a sinistra. Subito dopo, anziché proseguire diritto per portarci sulla strada asfaltata, giriamo a destra seguendo l'indicazione per i rifugi.
Rientriamo nel bosco camminando in leggera salita e lasciando alla destra un baitello diroccato.

Ad un bivio continuiamo diritto ignorando l'altro sentiero alla destra (m. 865).
Poco dopo riprendiamo a salire e, su fondo roccioso, percorriamo una curva a destra oltre la quale attraversiamo una insellatura tra le rocce (m. 875).
Continuiamo quasi in piano, tra gli alberi, con delle serpentine appena accennate.

Raggiungiamo un altro bivio dove vediamo un bollo verde e giallo su di un palo che ci indirizza verso sinistra.
Alterniamo alcuni tratti quasi in piano ad altri in salita.
Percorriamo una curva a sinistra (m. 890).
Poi, in salita, andiamo a sbucare sulla strada asfaltata proprio di fronte all'inizio della stradina per la Baita Patrizi mentre alla destra, pochi metri più avanti, c'è l'ingresso del Parco del Viceré (m. 900).
Ora non ci resta che percorrere interamente il primo itinerario come se fossimo saliti fin qui in auto.

Tempo impiegato: ore 2.10 / Dislivello: m. 555 -50 / Lunghezza km. 6.3
Data escursione: febbraio 2015
 
Quarto itinerario: dalla strada che sale al Parco del Viceré (per la Valle del Torrente Cosia)
Salendo all'Alpe del Viceré, un chilometro e mezzo dopo il bivio per la "Villa Solitaria", sul lato destro della strada troviamo uno slargo con due panchine e vi lasciamo la macchina (m. 600). Alcuni segnavia indicano
- a sinistra: La Salute a ore 0.40, Alpe del Viceré a ore 0.50, Monte Bolettone a ore 2, Baita Patrizi a ore 1.10, Bocchetta di Molina (Innesto Dorsale) a ore 2;
- a destra con un sentiero in discesa: Albavilla.
Un cartello segnala i numeri civici dal 35 al 55 di Via Partigiana. Andiamo a sinistra, in salita, inizialmente con il fondo in cemento e poco dopo lastricato.

Lasciamo a sinistra la stradina di accesso ad una casa.
Subito dopo troviamo uno slargo e un bivio. I segnavia indicano
- a sinistra in discesa: Baita Patrizi;
- a destra in leggera salita: La Salute, Alpe del Viceré, Monte Bolettone.
Un segnale stradale vieta la prosecuzione ai veicoli. Andiamo a sinistra, nel bosco, su di una strada con pietre. Alla sinistra ci accompagna una rete verde.

Al termine della recinzione proseguiamo in leggera discesa.
Continuiamo quasi in piano. Con il fondo sterrato percorriamo un'ampia semicurva verso destra.
In basso alla sinistra vediamo scorrere il Torrente Cosia.
Un rivolo attraversa la strada su una base in cemento.
Proseguiamo in leggera discesa su strada con pietre.

Presso una curva verso sinistra attraversiamo il Torrente Cosia su di un ponte con protezioni di legno ai lati (m. 590).
Continuiamo quasi in piano.

Due stradine salgono verso sinistra. Un cartello indica con la seconda la Baita Patrizi (vedi il secondo itinerario). Questa volta però proseguiamo diritto con una sterrata.
Superiamo due semicurve sinistra-destra con il Torrente Cosia che scorre alla nostra destra, poco più in basso.
Continuiamo con delle semicurve appena accennate.
Proseguiamo in leggera salita con la strada incassata nel terreno circostante.

Ad un bivio, una strada prosegue verso sinistra in salita ed un'altra verso destra in discesa. Andiamo a destra (m. 620).
Subito dopo percorriamo una curva verso sinistra e proseguiamo quasi in piano.
Continuiamo con delle semicurve appena accennate.
Per un tratto, gli alberi alla destra sono radi.

Guadiamo un ruscello che attraversa la strada. Un cartello indica a sinistra la fontana Massera a 50 metri (m. 625).
Continuiamo con la strada incassata nel terreno circostante.
Percorriamo una semicurva verso sinistra molto ampia.
Dopo un tratto con poca pendenza, superiamo una semicurva verso destra e continuiamo quasi in piano. In basso alla destra vediamo il torrente (m. 630).
Proseguiamo in leggera salita.
All'esterno di una semicurva verso destra c'è uno slargo.
Superiamo una semicurva verso sinistra. Poco sotto vediamo il torrente che, in questo punto, scorre su pietre lisce.
Proseguiamo con due semicurve sinistra-destra.

Un ruscello attraversa la strada che si biforca. Ignoriamo la sterrata che sale a sinistra e continuiamo a fianco del torrente (m. 640).

Subito dopo, presso un tornante destrorso, attraversiamo il Cosia su un ponte con le sponde di legno. Proseguiamo con una curva verso sinistra.
Scavalchiamo un ruscello che scorre sopra un letto di pietre. Proseguiamo in salita. Alla sinistra, poco più in basso, vediamo il torrente.
Continuiamo con poca pendenza. Il torrente forma una cascatella (m. 650).

Ignoriamo un sentiero che, con pochi passi, scende al torrente. Percorriamo una curva verso destra.
Proseguiamo con un'ampia semicurva verso sinistra incassata nel terreno circostante.
Percorriamo un tratto quasi in piano.
Presso un'altra semicurva verso sinistra vediamo la seconda cascatella del torrente (m. 655).
Dopo un tratto con poca pendenza proseguiamo in salita. Vediamo muschio e felci.

Ad un bivio ignoriamo il sentiero che scende a sinistra verso il torrente e teniamo la destra (m. 665).
Superiamo una semicurva verso destra su un fondo di cemento e pietre.
Dopo una semicurva verso sinistra proseguiamo in leggera salita su sterrato.
Vediamo altre cascatelle del torrente.

Continuiamo in salita con la stradina incassata nel terreno circostante.
Quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra e attraversiamo un letto di pietre nel quale scorre un affluente del Cosia (m. 670).
Proseguiamo con poca pendenza.

Vediamo una cascatella, più grande delle precedenti (m. 675). Continuiamo in salita.
Dopo una semicurva verso destra proseguiamo con poca pendenza.
Vediamo il Cosia che scorre sopra dei rudimentali gradini di pietra e forma un'altra cascatella.

Lasciamo a sinistra un vecchio baitello (m. 690).
Continuiamo in salita.
Percorriamo due semicurve destra-sinistra. Alla destra ci sono alcuni massi coperti di muschio.
Troviamo delle pietre sulla stradina sterrata. La pendenza aumenta (m. 700).

Attraversiamo il letto di un torrente asciutto (m. 705).
Dopo un breve tratto con poca pendenza, superiamo una semicurva verso destra e torniamo a salire (m. 710).
Ora il Torrente Cosia scorre molto più in basso rispetto alla stradina.

Alla sinistra vediamo la Diga Leana, che sbarra il Torrente Cosia formando un laghetto. Un sentiero scende a raggiungerlo. Su di un cartello leggiamo:
"La diga Leana è una diga in calcestruzzo costruita tra l'ottobre 1967 e il luglio 1968, lungo il corso del torrente Cosia.
In realtà ad inizio 1900 esisteva già uno sbarramento eseguito a scopo di accumulo acqua e approvvigionamento idrico del comune.
Il nuovo sbarramento in calcestruzzo presenta un'altezza massima di 5m e crea un invaso artificiale di profondità massima 4m, per un'estensione di 850 m², con capacità del bacino di 1500m³.
Dall'invaso una condotta di adduzione portava l'acqua al comune di Albavilla. Ora non è più utilizzata. Nel bosco si scorgono i vecchi ponti
".
Continuiamo diritto, in leggera salita, costeggiando una rete di recinzione di colore verde.

Quasi in piano percorriamo un tornante sinistrorso, con il fondo in cemento, attraversando un affluente del Cosia. Alla sinistra c'è la rete di protezione; nulla alla destra.
Proseguiamo con un sentiero in salita, sempre accompagnati dalla rete verde alla sinistra.
Poco dopo percorriamo una curva verso destra (m. 720).
Dopo un tratto con poca pendenza, in salita superiamo una semicurva verso destra. La rete che ci ha accompagnato alla sinistra ora termina.
Proseguiamo in leggera salita con delle semicurve appena accennate.
Molto in basso, alla sinistra, vediamo il Torrente Cosia (m. 730).
Continuiamo quasi in piano con rocce alla destra (m. 735).
Superiamo una semicurva verso destra.
Riprendiamo a salire (m. 740).

Ad un bivio, un cartello indica a destra l'Alpe del Vicerè. Lasciamo il sentiero che prosegue diritto e percorriamo un tornante destrorso (m. 745).
Vediamo un bollo rosso rotondo.
Superiamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo in modo abbastanza ripido. Alcune radici formano dei rudimentali gradini. Continuiamo in salita (m. 765).
Proseguiamo con poca pendenza (m. 775).

Dopo un breve tratto quasi in piano, in leggera salita percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 780).
Continuiamo in salita (m. 790).
Saliamo quattro rudimentali gradini di roccia (m. 795).
Subito percorriamo due curve sinistra-destra allo scoperto e rientriamo nel bosco. Proseguiamo con poca pendenza.
Passiamo sotto ad un vecchio tronco caduto e rimasto a circa 50 cm. da terra (m. 805).

Risaliamo una roccia in verticale per circa un metro.
Percorriamo un tratto quasi in piano ed uno in leggera discesa (m. 815).
Continuiamo in leggera salita.
Aggiriamo un albero situato nel mezzo del sentiero.
Proseguiamo quasi in piano passando sotto dei tronchi sradicati ma rimasti alti sopra al sentiero. Dal basso alla destra perviene il fruscio del torrente ma non riusciamo a scorgerlo tra gli alberi.
Dopo un tratto in salita proseguiamo con poca pendenza.
Scavalchiamo un tronco coperto da rampicanti.

Ci immettiamo su di un sentiero più largo (m. 840). Alla destra vediamo un guado poco più avanti [questo sentiero conduce al Parco del Vicerè]. Andiamo invece a sinistra in salita con il "Sentè di Pensiunà" [dati desunti dalla nostra mappa perché in loco non ci sono indicazioni].

Dopo un tratto quasi in piano continuiamo con poca pendenza tra castagni e alcuni agrifogli (m. 845).
Proseguiamo quasi in piano (m. 860).
Passiamo tra degli alberi caduti.
Continuiamo in leggera discesa.
Superiamo una semicurva verso sinistra.

Subito dopo, presso un tornante sinistrorso, attraversiamo un ponte di legno sopra un torrente che troviamo asciutto (m. 855).
Percorriamo un tratto in salita e proseguiamo con poca pendenza.
Quasi in piano percorriamo una curva verso destra e continuiamo in discesa (m. 855).
Alla destra troviamo una rudimentale panca.
Proseguiamo quasi in piano con una staccionata alla sinistra.

Presso una curva verso sinistra, su di un ponte di legno attraversiamo un torrente che vediamo quasi asciutto. Il ponte ha protezioni in legno solo alla sinistra.
Continuiamo in salita con due tornanti destra-sinistra (m. 860).
Lasciamo a destra i resti di un vecchio riparo e continuiamo in leggera salita (m. 865).
Scavalchiamo un tronco caduto sul sentiero. Alla destra c'è una panca di legno.
Saliamo tre gradini di legno.
Dopo pochi passi in leggera discesa proseguiamo in leggera salita. Alla sinistra, come protezione, ci sono dei tronchi collocati raso terra (m. 870).
Saliamo cinque gradini di legno e ne scendiamo altri tre accompagnati da un corrimano di legno.
Proseguiamo quasi in piano.

In leggera discesa raggiungiamo un altro ponticello di legno. Percorriamo una curva verso sinistra e proseguiamo in salita passando sopra un torrente (m. 880).
Continuiamo con un tornante destrorso (m. 885). Ora la staccionata di legno è alla destra (sempre lato a valle).
Dopo alcuni passi quasi in piano, scavalchiamo un rivolo e continuiamo in salita (m. 890).
Un ruscello che scende dalla sinistra, per un tratto bagna il sentiero (m. 895).
Anche un rivolo scende dalla sinistra.

Subito dopo percorriamo una curva verso sinistra e saliamo 38 ripidi gradini di legno.
In leggera salita percorriamo un tornante sinistrorso e ignoriamo un sentiero in leggera discesa alla destra (m. 915). Continuiamo in salita.
In lievissima discesa arriviamo ad una curva verso sinistra.
Percorriamo due curve sinistra-destra (m. 920).
In leggera discesa superiamo una semicurva verso destra.

Quasi in piano percorriamo due passerelle di legno e una semicurva verso sinistra (m. 915).
Continuiamo in leggera salita.
Superiamo una semicurva verso destra.
Percorriamo un tratto quasi in piano, uno in leggera discesa ed un'altro quasi in piano.
Troviamo una targa a memoria di una persona scomparsa.
Proseguiamo in leggera salita.

Una staccionata alla sinistra ci protegge da un precipizio. Superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 920).
Terminata la staccionata proseguiamo in discesa con il fondo acciottolato e superiamo una semicurva verso destra.
Poco dopo, continuiamo con il fondo sterrato, quasi in piano.
Proseguiamo con poca pendenza.
Quasi in piano superiamo delle semicurve appena accennate.
Percorriamo una curva verso sinistra.
Riprendiamo a salire su fondo liscio e roccioso.
Percorriamo una curva verso destra.
Troviamo alcuni segnavia che indicano davanti il sentiero 18 per la Capanna San Pietro a ore 0.40 e dietro il sentiero 20 che abbiamo in parte percorso per l'Alpe del Viceré a ore 0.35. Di fronte c'è uno slargo. La Baita Patrizi è sulla destra (m. 930).

Tempo impiegato: ore 1.50 / Dislivello: m. 375 -45 / Lunghezza km. 5.6
Data escursione: luglio 2024
Per il ritorno possiamo percorrere a ritroso il secondo itinerario, più lineare e veloce.

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • alla Baita S. Pietro (m. 1116) in ore 0.45
  • al Rifugio Bolettone (m. 1310) e alla cima del monte in ore 1.15








Dati del Rifugio Patrizi

Altezza:
m. 930
Gruppo:
Triangolo Lariano
Ubicazione:
Pian della Rovere
Comune:
Albavilla - CO
Carta Kompass:
91 C8
Coordinate Geo:
45°49'38.70''N
9°10'21.70''E
Gestore:
famiglia
Bianchi-Baserga
Telefono gestore:
351 5303218
Telefono rifugio:
351 5303218
Posti letto:
no
Apertura:
dal mercoledì
alla domenica
Pagina aggiornata
il: 04/12/2024
Il Rifugio Baita Patrizi Interno del rifugio Interno del rifugio Ingresso nel Parco del Viceré (1° itin.) Tratto incassato della sterrata (2° itin.) Terzo itinerario - Il  grande parcheggio di Via Cesare Cantù Albavilla, chiesa di San Vittore Segnavia del Sentiero degli Alpini Croce di ferro a ricordo di coloro che amarono la montagna Alberi alla "Salute" La vecchia Baita Patrizi in versione invernale Quarto itinerario - Fontana a 50 m. Il Torrente Cosia Un ponte sul Cosia Uno dei saltelli del Cosia Un altro dei saltelli del Cosia Vecchio baitello La Diga di Leana ... e il relativo laghetto Un ponticello Un altro ponticello Il Rifugio Baita Patrizi

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