Rifugio Baita Palmarusso

Il Rifugio Baita Palmarusso è situato a poca distanza dal Corno del Bene, sul versante occidentale del Monte Guglielmo.
E' stato ricavato dalla ristrutturazione della Malga Palmarusso di Sotto ed è stato inaugurato nel giugno 2017.
E' gestito dall'Operazione Mato Grosso, un gruppo di amici che con il loro lavoro gratuito sostengono le missioni in America Latina e per questo motivo lo hanno battezzato la "Baita della Carità", in quanto tutte le offerte raccolte sono destinate a sostenere parte dei progetti di sviluppo dell'OMG.
Il panorama ci mostra il sottostante Lago d'Iseo. Alla sinistra c'è il Corno del Bene, sulla cui verticale parete si inerpica una via ferrata. Alla destra, in lontananza, si intravede il Lago d'Endine.

Lasciamo l'autostrada A4 ad Ospitaletto (km. 206.2) e, alla rotonda dopo il casello, proseguiamo diritto verso la Val Trompia.
Al km. 8.9 usciamo seguendo l'indicazione Lago d'Iseo e andiamo ad immetterci sulla SP 510.
Percorriamo la SP 510 fino al km. 25.5 dove prendiamo l'uscita per Zone e continuiamo con la SP 32.
Troviamo una teleferica che incrocia varie volte la strada. Subito dopo il quinto sottopassaggio a protezione da eventuali cadute di materiale, lasciamo a destra la strada che sale al Rifugio Croce di Marone.
Arrivati a Zone, con un tornante destrorso passiamo accanto ad un evidente cartello marrone che indica il Bosco degli Gnomi, la Ferrata Corna del Bene e il Monte Guglielmo.
Proseguiamo con la stretta strada che si dirige verso il centro del borgo (Corso Europa) e raggiungiamo la chiesa di San Giovanni Battista accanto alla quale c'è una cappella di forma ottogonale (Piazza Giuseppe Almici).
Subito dopo alla destra inizia Via Alessandro Sina e anche qui un cartello marrone segnala il Bosco degli Gnomi, la Ferrata Corna del Bene e il Monte Guglielmo. Continuiamo invece diritto per poche decine di metri e raggiungiamo un parcheggio con 20 posti auto alla destra del quale una fontana con tre erogatori distribuisce gratuitamente acqua potabile naturale, frizzante e fresca (m. 690).

A piedi torniamo alla chiesa e prendiamo Via A. Sina.
Camminando in leggera salita, lasciamo a destra un altro parcheggio con 10 posti auto. Alla sinistra c'è una fontana con vasca.
Ad un trivio, seguendo le indicazioni per il Monte Guglielmo, il Bosco degli Gnomi e la Ferrata Corna del Bene continuiamo diritto, quasi in piano, ignorando le altre due strade ai lati (m. 700).
Con una curva a sinistra molto ampia aggiriamo il centro sportivo.
Alla destra c'è una recinzione, inizialmente con una rete e poi con una staccionata; alla sinistra c'è un alto muro.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua. Ora camminiamo tra un muro di pietre e una siepe di alberi.

Alla destra troviamo le prime sculture di legno che raffigurano: un monaco con una lanterna, un gufo ed un gatto. C'è anche un altro parcheggio con spazio per una diecina di vetture.
Alla sinistra c'è un'area pic-nic con tre tavoli e relative panche e tre barbecue. Due cartelloni su di un pannello mostrano una mappa della zona e illustrano alcuni sentieri di trekking. Un altro cartello parla del "Bosco degli Gnomi". Tre segnali stradali indicano il divieto di transito ai ciclisti, la portata max. di 10 t. e il pericolo per strada sdrucciolevole. Attraversiamo un ponte con le sponde dipinte di verde iniziando a risalire la Val Vandul (m. 705).

Poco dopo, in leggera salita, con un tratto acciottolato arriviamo ad una biforcazione (m. 715). Alla sinistra c'è una scultura raffigurante due draghi. I segnavia indicano diritto con una stradina asfaltata: sentiero 228 di Bombolone - Aguina, Malga Aguina a ore 1.15; a destra con il sentiero 227: Bosco degli Gnomi, Baita Palmarusso, Ferrata Corno del Bene, Monte Guglielmo a ore 2.30. Andiamo a destra con un tornante riprendendo a camminare su asfalto, tra gli alberi.
La stradina è incassata tra una paretina erbosa alla sinistra e un muro di pietre alla destra sulle quali sono stati incisi dei disegni. Poco sopra, alla sinistra c'è un'area di sosta in prato con vari tavoli, panche e barbecue.

Usciamo dal bosco (m. 725). Alla destra vediamo alcune sculture: un serpente, un drago alce, un nido d'aquila, un altro drago, un moai ed un serpente. Ignoriamo una stradina che esce alla destra accanto ad un totem.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo su fondo acciottolato tra prati e alberi. Alla destra c'è un baitello-legnaia.
Ignoriamo una sterrata che si stacca alla destra. Percorriamo delle semicurve.
Alla destra, accanto ad un palo in cemento vediamo una scultura raffigurante un gufo (m. 745).
Giriamo subito a sinistra e proseguiamo con un muro di pietre alla destra.
Un'altra figura alla sinistra sembrerebbe rappresentare gli occhi di un coccodrillo.

Alla sinistra una stanga chiude l'accesso ad un prato nel quale vediamo una casa gialla (m. 755).
All'esterno di una curva a destra vediamo una casa con l'insegna "Vandul" davanti alla quale ci sono altre sculture. Alla destra c'è il drago Vinicio.
Continuiamo in salita. Alla destra si stacca una stradina che conduce verso una casa.
Subito percorriamo una semicurva verso destra e proseguiamo con poca pendenza (m. 770).
Alla sinistra c'è un muretto di pietre.

Con una curva a sinistra aggiriamo un prato. Vediamo il drago Marco Mario.
Torniamo a salire.
Alla sinistra c'è il drago Arna. Continuiamo con delle semicurve.
Alla destra c'è un muro di pietre sormontato da una staccionata oltre la quale vediamo una casa.
Davanti ad una casa con l'insegna "Pura 1" vediamo una statua raffigurante una madonna (m. 790).
Continuiamo tra alberi alla sinistra e un muretto sopra al quale ci sono dei prati alla destra. Alla sinistra vediamo un orsacchiotto.
Alla sinistra c'è una scultura rovinata. Alcune di queste sculture infatti portano i segni del tempo.

Ad una biforcazione (m. 810), lasciamo a sinistra una stradina con il fondo acciottolato inerbito e continuiamo verso destra su asfalto passando accanto ad un crocefisso e ad alcuni segnavia che indicano con il percorso 227 il Bosco degli Gnomi e il Monte Guglielmo.
Dopo pochi passi su fondo acciottolato, torniamo a salire e lasciamo a sinistra delle vecchie baite mentre alla destra si stracca una stradina inerbita. La strada alterna tratti su cemento ad altri sui ciottoli (m. 820).

Con il fondo acciottolato lasciamo a destra uno slargo e arriviamo ad un bivio dove ignoriamo una sterrata che continua con un tornante sinistrorso e proseguiamo diritto. Un cartello, attaccato al palo di un segnale stradale che consente il transito solo ai pedoni, segnala l'inizio del Bosco degli Gnomi nel quale troveremo 44 sculture (m. 830).
Su di una roccetta vediamo un segnavia a bandierina.
Presso una semicurva a sinistra troviamo un tavolo con panche, altre due panchine e due sculture. Notiamo che le sculture di realizzazione più recente sono caratterizzati dalla presenza di un tettuccio in metallo con la forma di una grande foglia che li ripara, almeno in parte, dalle intemperie.

Dopo alcuni passi percorriamo un tornante sinistrorso (m. 850).
Altre sculture alla destra rappresentano quattro gnomi e un maiale ritto sulle zampe posteriori.
Subito dopo alla sinistra c'è una civetta.
Vediamo varie altre sculture principalmente sul lato destro del percorso.
Troviamo un curioso funghetto alla destra, seguito da un fagiano alla sinistra ed una volpe alla destra.

Arriviamo ad un bivio (m. 875). I segnavia indicano il Monte Guglielmo sia diritto con il percorso 227 che a destra con il 227A. Praticamente il 227A è una scorciatoia che più avanti rientra. Continuiamo diritto in modo da poter vedere tutte quante le sculture.
Alla destra troviamo: uno scoiattolo, un gufo, Eva con il serpente, un'aquila.
Presso un tornante sinistrorso attraversiamo il letto in secca di un torrente e passiamo accanto alla statua di una civetta (m. 885).
Continuiamo con altre sculture ai lati.

Un sentiero scende per pochi metri alla sinistra verso due tavoli con relative panche. Vediamo un gufo scolpito e degli gnomi (m. 895).
Presso una curva a destra troviamo un segnavia a bandierina su di una pietra e una scultura raffigurante una lumaca. Continuiamo in salita (m. 905).
Vediamo anche un orso in un mastello.
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra.
Continuiamo lasciando a destra un unicorno ed uno gnomo con una lunga pipa.

Troviamo anche un fantasma che indossa un cappotto con cappuccio. Un cartello segnala con un sentiero alla destra: "Grotta Spedini, Quèi dè le Shoüre" (m. 920).
Subito dopo alla destra ci sono dei tavoli con relative panche e altre sculture.
Continuiamo in modo abbastanza ripido.
Vediamo altre sculture: un elefante, un bimbo con il dito nel naso, un fungo dall'aspetto triste ed uno scoiattolo con una ghianda tra le mani.
Attraversato un rivolo, alla destra troviamo un tavolo con relative panche e delle sculture tra le quali c'è anche una testa di Pinocchio (m. 955).

La successiva scultura rappresenta una cascata accanto alla quale ci sono un orso e altri animali. Qui la stradina si biforca e teniamo la sinistra (m. 960).
Alla sinistra ci sono due tavoli e panche e il Grillo Parlante; alla destra Trilly.
Vediamo uno gnomo ed una farfalla.

Percorriamo una semicurva verso destra.
Passiamo accanto ad una civetta.
Un ruscelletto attraversa il percorso (m. 980).
Troviamo: un ramarro, uno gnomo ed altre sculture.
Infine, dopo un gufo con il suo piccolo ed uno gnomo con una scure in mano, arriviamo al termine del Bosco degli Gnomi.

Ci immettiamo su di una sterrata, di fronte ad una piccola grotta con una madonnina alla quale si accede salendo alcuni gradini di legno. Un poco alla sinistra, la stradina acciottolata prosegue in salita. I segnavia indicano verso destra: Baita Palmarusso, Monte Guglielmo. Seguiamo la sterrata, in leggera salita, verso destra (m. 1000).
Percorriamo quattro tornanti vicini tra loro: sx-dx-sx-dx.
Proseguiamo in salita e incrociamo un'altra sterrata che sale a sinistra e scende a destra. Continuiamo diritto (m. 1030).
Percorriamo una semicurva verso destra.

Subito dopo, presso un tornante sinistrorso, dalla destra rientra il sentiero 227A. I segnavia indicano davanti il Monte Guglielmo e dietro Zone (m. 1040).
Torniamo a camminare su fondo acciottolato.

Presso un tornante destrorso, ignoriamo due stradine che si staccano alla sinistra. I segnavia indicano con quella di mezzo: Prati Dupi, Opificio dei Sensi (m. 1055).
Proseguiamo con poca pendenza.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1080).
Troviamo alcune piccole cunette per lo scolo dell'acqua di traverso alla stradina.

All'esterno di un tornante destrorso ci sono una casa bianca ed una fontana con vasca. Su di un'insegna di legno leggiamo: "Fodeschet" (m. 1085).
Dopo un tornante sinistrorso proseguiamo in salita con delle serpentine. Gli alberi sono più radi (m. 1095).
Percorriamo un tornante destrorso.
Con poca pendenza superiamo una semicurva verso destra.
Riprendiamo a salire con un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1115).

Subito dopo, presso un tornante destrorso ignoriamo una stradina che continua diritto (m. 1125).
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Al successivo tornante destrorso si stacca una stradina che conduce verso una casa (m. 1140).
Alla destra, l'assenza di alberi, consente una bella veduta panoramica sui monti.
Superiamo un tornante sinistrorso.

Al termine del successivo tornante destrorso ignoriamo una scorciatoia che sale alla destra in modo abbastanza ripido (m. 1155).
Rientriamo nel bosco.
Alla sinistra vediamo una colata di pietre franate.
Pochi passi più avanti percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1165).
Al successivo tornante destrorso, la scorciatoia rientra (m. 1175).

Superiamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro. In alto vediamo una casa con un alto muro di contenimento (m. 1190).
Presso un tornante sinistrorso ignoriamo un sentiero con il fondo in cemento che continua diritto (m. 1195).
Proseguiamo con poca pendenza fino al successivo tornante destrorso dove riprendiamo a salire.
Percorriamo un tornante sinistrorso assai ampio. Alla sinistra c'è un muro in cemento sul quale vediamo un segnavia a bandierina (m. 1205).
Per un tratto la strada è divisa in due; la metà di sinistra ha il fondo in cemento e pietre mentre la metà di destra è sterrata.
Presso un tornante destrorso troviamo dapprima una stradina inerbita che esce alla sinistra e poi un muro in cemento (m. 1220).

Al successivo tornante sinistrorso ignoriamo una sterrata che si stacca alla destra (m. 1230). I segnavia indicano a sinistra con il percorso 227: Monte Guglielmo, con il percorso 230: Monte Agolo; a destra con il sentiero 230 dell'Uccellatore: Valle di Gasso a ore 1, B&B Casa Alpina; dietro: Zone a ore 0.45. Su di un tronco vediamo un segnavia a bandierina.
Un ruscelletto attraversa la sterrata.
Presso una curva a destra, su di un palo dell'Enel vediamo il segnavia 230 a bandierina (m. 1240).
Percorriamo una curva a sinistra; alla destra c'è un muro in cemento (m. 1250).
Con pochissima pendenza superiamo alcune semicurve.
Presso un tornante destrorso vediamo il segnavia 230 a bandierina (m. 1255).
Riprendiamo a salire e percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1265).

Presso un tornante destrorso ignoriamo una stradina che prosegue diritto (m. 1280). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 230 dell'Uccellatore: Monte Agolo; seguendo il tornante: Baita Palmarusso, Ferrata Corno del Bene. Viene segnalato anche il Sentiero Agrituristico del Lago d'Iseo con la sterrata che stiamo percorrendo.
Continuiamo in una faggeta dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Percorriamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro. All'esterno sono ben visibili i segni lasciati nella roccia dalle macchine che li hanno scavati (m. 1300).
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1315).
Al successivo tornante destrorso ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1325).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1350).

Ad un tornante destrorso, un sentiero prosegue diritto. I segnavia indicano con il percorso 227 seguendo il tornante: Monte Guglielmo; dietro Zone; diritto: Anello 3 - Tredici Piante, Anello 4 - Punta Caravina. Continuiamo verso il Guglielmo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita (m. 1365).
ll bosco si infittisce.
Percorriamo un tratto in leggera discesa (m. 1370) fino ad una curva a sinistra oltre la quale continuiamo quasi in piano.
In leggera salita superiamo un tornante destrorso. In questo punto camminiamo quasi allo scoperto.
Superiamo una curva a sinistra e rientriamo nel bosco.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo in salita ignorando una stradina che scende alla destra.
Un segnale stradale vieta il transito ai veicoli, eccetto quelli autorizzati.

Subito dopo, presso un tornante sinistrorso, lasciamo a destra una stradina che in un paio di minuti conduce alla Baita Casentiga (privata) accanto alla quale c'è una fontana. Un cartello indica la Baita Palmarusso seguendo il tornante (m. 1395).
Dopo un tratto con poca pendenza, in salita percorriamo un tornante destrorso (m. 1410).
Continuiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.

Torniamo a salire presso un tornante sinistrorso al termine del quale un cartello indica la ferrata con un sentiero che si stacca alla destra (m. 1425). Seguiamo la sterrata (ma potremmo anche utilizzare questo sentiero come scorciatoia e, ad un successivo bivio segnalato, lasciando a destra la prosecuzione per la ferrata, tenere la sinistra e salire verso il rifugio che da quel punto è già visibile in cima ai prati).
Dopo un tratto con pendenza impercettibile, torniamo a salire e percorriamo un tornante destrorso assai ampio, seguito da una curva a sinistra (m. 1440).
Continuiamo quasi in piano.

Davanti cominciamo a vedere il Corno del Bene.
In leggera salita percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1460).
Dopo una curva a destra proseguiamo con pendenza minima (m. 1480).
Superiamo con una curva a sinistra.

Proseguiamo in leggera salita con bella vista panoramica alla sinistra sulla valle e sui monti circostanti. Il bosco va scemando e i prati, poco alla volta, prendono il sopravvento.
Poco dopo, cominciamo a vedere il Lago d'Iseo (m. 1495).
Dopo un tratto in salita, percorriamo delle semicurve dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Con vista sul lago percorriamo un tornante destrorso che alla sinistra è scavato nella roccia (m. 1525).
Ai lati della sterrata ci sono delle colate di pietre.

Davanti vediamo la bandiera del rifugio.
In salita superiamo una curva a sinistra con vista sul lago (m. 1545).
Con minore pendenza percorriamo una semicurva a destra molto ampia.
Torniamo a salire (m. 1565).
Quasi in piano superiamo una curva a destra (m. 1580).
Dopo un tratto in salita proseguiamo quasi in piano (m. 1585).
Percorriamo una curva a sinistra in leggera salita e raggiungiamo il rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.40 - Dislivello: m. 906
Data escursione: giugno 2017

ESCURSIONI PARTENDO DAL RIFUGIO:
  • alla Ferrata Corno del Bene
  • al Rifugio Almici (m. 1861)
  • al Monumento al Redentore - Cima Castel Bertino (m. 1948)









Dati del Rifugio Baita Palmarusso

Altezza:
m. 1596
Gruppo:
Valli Bresciane
Ubicazione:
Corno del Bene
Monte Guglielmo
Comune:
Zone - BS
Carta Kompass:
106 F2
Coordinate Geo:
45°45'31.30"N
10°09'02.30"E
Gestore:
Operazione
Mato Grosso
Telefono gestore:
346 0245465
366 3157267
333 3459811
Telefono rifugio:
-
Posti letto:
20
Apertura:
continuata
luglio-agosto;
e tutti i weekend
Pagina inserita
il: 23/06/2017
Il Rifugio Baita Palmarusso Veduta laterale del rifugio Interno del rifugio: cucina e tavoli Interno del rifugio: tavolo Interno del rifugio: dormitorio Zone: chiesa di S. Giovanni Battista Zone: cappella accanto alla chiesa Il primo gruppo di sculture che incontriamo lungo il cammino Area sosta e pic-nic Aquila nel nido Moai Crocefisso Casa Vandul Grillo parlante Ramarro Casa Fodeschet Baita Casentiga Il Corno del Bene Panorama dal rifugio sul Lago Iseo Il monumento al Redentore

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