Bivacco Baita del Giaol

Il Bivacco Baita del Giàol è situato in Località Paine, in Val Cadena, lungo il sentiero che collega Budec a Lazzaretto.
Giaol era il soprannome del pastore che negli anni 40 utilizzava la preesistente baita nel periodo estivo. In seguito passò ad un altro pastore, tale Miro, e poi venne abbandonata. Nel 1990 la baita fu ricostruita dai Lupi di San Glisente e adibita a bivacco.

Dopo la mia visita del settembre 2014 avevo scritto:
Il bivacco è una piccola baita interamente in legno e dispone di: due posti letto con materassi (senza cuscini e coperte), un tavolo con due panche, una stufa e legna da ardere, un fornello con bombola, due armadietti con stoviglie e viveri di prima necessità, cassetta delle offerte. All'esterno ci sono due tavoli di legno con relative panche e una fontana con vasca di legno.

Ora nel sito del Lupi di San Glisente leggiamo:
"I lavori di ampliamento del 2017 hanno portato il Bivacco ad avere a disposizione all'interno 4 posti letto, luce, acqua corrente e stoviglie, stufa a legna, piccolo gas, la possibilità di fare un caffè o un thè caldo. All'esterno sul retro ci sono un piccolo servizio igienico e la legnaia."

Itinerario da Esine: stradina 163 (E) + sentiero 750 (EE)
Lasciamo la statale 42 poco prima del km. 81 per prendere l'uscita per Esine.
Allo stop andiamo a destra e alla successiva rotonda ancora a destra evitando di entrare in paese e prendendo la tangenziale che lo aggira (Via Leopardi SP 8 bis).
Dopo km 1.5 incrociamo Via Fiamme Verdi e giriamo a destra.
Seguiamo la strada asfaltata fin quando questa si restringe al punto da consentire il passaggio di una sola vettura (m. 400).
In realtà ora la stradina altro non è che una mulattiera coperta da due strisce di asfalto ai lati per agevolare il passaggio delle ruote. In alcuni punti ci sono delle piazzole per lo scambio.
Disponendo di un buon fuoristrada è possibile arrivare in auto fino all'inizio del sentiero 750.
Lungo il percorso troveremo delle canaline in cemento per lo scolo dell'acqua e vari segnavia a bandierina di colore rosso bianco rosso, a volte con il n. 163.

Parcheggiamo la macchina ai bordi della strada e ci incamminiamo passando accanto ad una pietra sulla quale è stata disegnata una donna, forse una madonna nelle intenzioni dell'artista. Dalla destra sale un'altra stradina acciottolata. Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Percorriamo un breve tratto con la stradina incassata nel terreno circostante, all'inizio del quale alla sinistra sale un ripido sentiero mentre alla destra su di una pietra vediamo un segnavia 163 a bandierina (m. 430).
Troviamo poi un ampio sentiero quasi in piano che si stacca alla destra, mentre alla sinistra ci sono delle lisce roccette.
La pendenza aumenta. Alla destra gli alberi sono radi e possiamo così vedere il panorama su Esine e sui monti.

Percorriamo un tornante sinistrorso interamente asfaltato (m. 460) e subito riprendiamo a camminare con le due strisce ai lati. Alla destra si affianca una sterrata che pochi metri più avanti si innesta.
La pendenza diminuisce. Alla sinistra, al bordo della stradina, ci sono alcune grandi pietre allineate.
Alla sinistra esce e rientra una sterrata, formando così una grande piazzola di scambio (m. 480).
Poco dopo una sterrata si stacca alla sinistra mentre alla destra c'è una roccia obliqua liscia e bruna.
Proseguiamo in salita. Lasciamo a destra un piccolo manufatto in cemento semi interrato (m. 500).
Alla sinistra ci sono dei pali di metallo che reggono un cavo.
Alla destra troviamo una recinzione con paletti di legno che reggono una rete a quadrotti (m. 535).
Troviamo poi delle protezioni di legno alla sinistra e delle gabbie contenenti pietre alla destra (m. 545).
Continuiamo in leggera salita. Alla destra si stacca una stradina che porta verso un cancello. Troviamo poi una recinzione e un cancello oltre i quali vediamo due cassottelli in un prato. Alla sinistra invece c'è una stanga rialzabile, dipinta di bianco e rosso, oltre la quale vediamo un prefabbricato in legno e più avanti una cascina.

Poco dopo alla destra troviamo una nicchia con una statua raffigurante il Sacro Cuore. C'è anche una bacheca con un cartello dal quale apprendiamo che siamo arrivati a "Montèdèi (Monticelli 550 m.)". Alla destra un cancello chiude l'accesso ad una stradina mentre alla sinistra un viottolo conduce alla cascina.
Proseguiamo con una rete alla sinistra. Su di un masso vediamo il segnavia 163.
Poco dopo alla sinistra troviamo una recinzione formata da un muretto di pietre a secco sormontato da tronchi di legno posti in orizzontale e fissati agli alberi. Oltre la recinzione vediamo una casa nei prati. Alla destra c'è una stradina con una stanga di ferro dipinta di bianco e rosso che chiude il transito verso una casa (m. 575).

Saliamo in modo abbastanza ripido. Vediamo il segnavia 163 su di una roccia bruna alla destra. Alla sinistra c'è una vecchia recinzione in legno.
Lasciamo a destra una stradina e poi un muretto con delle pietre. Un'altra sterrata si stacca alla sinistra.
Su di un albero vediamo il cartello: "Zona protezione flora alpina" con i più elementari consigli sul come comportarsi durante una escursione.
Proseguiamo in salita. Un rivolo attraversa passando sotto ad una grata. Alla destra ci sono un cancelletto verde oltre il quale vediamo una casa e una stradina sterrata (m. 610).
Presso una semicurva alla sinistra passiamo accanto a due massi (m. 625).
Proseguiamo con poca pendenza. Alla destra troviamo dei tronchi collocati in orizzontale come rinforzo e un manufatto in cemento semi interrato.

Riprendiamo a salire (m. 645).
Percorriamo una curva a sinistra molto ampia.
Accompagnati da un guard-rail alla sinistra, percorriamo una curva a destra. Alla destra c'è una parete di roccia (m. 670).
Alla destra troviamo poi un muretto di contenimento dal quale tramite un tubo esce dell'acqua (m. 680).
Su di una pietra a destra vediamo il segnavia 163 a bandierina.
Il guard-rail termina; ora alla sinistra c'è una protezione con paletti di ferro e traversi di legno (m. 695).

Con una semicurva verso destra arriviamo al bivio delle "doi strade" (m. 700). Ignoriamo la sterrata alla destra e, delle due stradine davanti tra le quali è stato collocato un crocefisso, prendiamo quella a destra. I segnavia indicano a sinistra con il 163/b: Malga Lazzaretto (m. 1374) a ore 1, Malga Foppole (m. 1711) a ore 2, S. Glisente (m. 1956) a ore 2.30, Colma di S. Glisente (m. 2160) a ore 3; a destra con il 163: Rifugio degli Alpini al Dosso di Bosico (m. 1322) a ore 1, S. Glisente (m. 1956) a ore 2.45. Alla sinistra c'è una rudimentale panchina sopra la quale su di un albero vediamo il n. 75 su di un piccolo cartello a forma di rombo.

Troviamo un ruscelletto che scende dalla destra e attraversa il percorso scorrendo in una canalina di cemento (m. 720).
Saliamo in modo abbastanza ripido. Alla sinistra ci sono delle protezioni di legno che terminano presso un tornante sinistrorso dove ignoriamo un sentiero che continua diritto (m. 735).
La pendenza diminuisce un poco.
Poi riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido percorrendo un ampio tornante sinistrorso (m. 750).
Continuiamo con un ampio tornante destrorso (m. 770), terminato il quale alla destra ci sono delle protezioni di legno.
Percorriamo una curva a sinistra all'esterno della quale vediamo un manufatto in cemento parzialmente interrato.
Alla sinistra ci sono delle lisce roccette brune sulle quali è stato dipinto il segnavia 163.
Alla destra troviamo una recinzione con dei paletti di legno e una rete a quadrotti oltre le quali vediamo due case nei prati.

Un cartello su di una bacheca informa che siamo arrivati in "località Shèle (Selle 796 m.)".
Alla sinistra ci sono due sbarre oltre le quali vediamo due case. Proseguiamo con poca pendenza tra due recinzioni.
Due cartelli indicano a sinistra la "casa di Livio" e a destra la "cascina di Selle".
Torniamo a salire camminando tra alberi e prati che alla destra consentono una bella visuale sui monti (m. 805).
Terminate le recinzioni, ignoriamo una stradina che si stacca alla sinistra. Ora alla destra c'è una recinzione con paletti di legno e una rete a quadrotti (m. 815).
Percorriamo una curva a sinistra ignorando una stradina che se ne stacca all'esterno.
Superiamo una curva a destra (m. 825).
Alla sinistra un rivolo scorre in una roggetta. Una stradina lo supera su di una passerella e sale a sinistra. Vediamo un bollo giallo.

Alla destra vediamo una cascina nei prati, recintata con paletti di legno e tre cavi, oltre i quali scorre un ruscelletto.
Nei pressi di un cancelletto il piccolo corso d'acqua attraversa la stradina passandole sotto e poi le scorre alla sinistra (m. 845).
Continuiamo nel bosco con maggiore pendenza. Poco dopo il ruscello si allontana verso sinistra.
Passiamo accanto ad alcuni massi su uno dei quali vediamo i bolli (m. 860).
Ignoriamo una stradina quasi in piano che si stacca alla destra.
Poco dopo un'altra stradina esce alla sinistra verso uno slargo e subito rientra (m. 880).
Proseguiamo con lievi serpentine.
Alla destra troviamo una panchina e una stradina chiusa poco più avanti da un cancello di ferro.

Percorriamo una curva a sinistra all'esterno della quale ci sono un cancello verde ed un vecchio cartello di legno con la scritta "località Saiore" (m. 895).
Continuiamo con lievi serpentine.
Alla destra vediamo un bollo bianco-rosso, un segmento giallo e una recinzione realizzata con paletti di legno e una rete. Saliamo in modo abbastanza ripido. In basso a destra vediamo il tetto di una casa tra gli alberi.

Presso un ampio tornante sinistrorso, ignoriamo una stradina che scende a destra seguendo la recinzione (m. 940). I segnavia indicano a sinistra: San Glisente; a destra: Guillo, Splasere, Plemo.
Troviamo poi un largo sentiero che si stacca alla sinistra (m. 950).
Lasciamo a sinistra una stradina con due strisce di cemento ai lati che conduce verso una casa. Inciso in un pannello di legno leggiamo: "località Rucola" (m. 975).
La pendenza aumenta. Lasciamo a destra la piccola costruzione in cemento semi interrata di una casello dell'acquedotto (m. 990).
Ora alla sinistra ci accompagna la recinzione, realizzata con paletti di legno che reggono due cavi, della casa che avevamo precedentemente incontrato, oltre la quale l'assenza di alberi consente una bella veduta panoramica sui monti.
Dopo una curva a sinistra, la pendenza diminuisce un poco e il bosco diventa più fitto.
In leggera salita percorriamo due semicurve sinistra-destra.

In salita arriviamo ad un tornante destrorso (m. 1025) all'esterno del quale si staccano: una stradina, il sentiero per Salvagnone indicato a ore 1, un sentiero che sale verso un tavolo in legno e relative panche. Accanto ci sono anche una fontana con vasca in cemento ed una bacheca con un cartello dal quale apprendiamo che "Rùgola" (segnalata a m. 1000) significa bosco di rovere.
Vediamo il segnavia 163 a bandierina.
Dopo una semicurva appena accennata riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido.
Ignoriamo un altro percorso che scende a destra (m. 1050).

Superiamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1060).
Continuiamo con un tornante destrorso (m. 1085) ed uno sinistrorso (m. 1135).
Ora saliamo ripidamente.
Alla sinistra ci sono dei paletti di ferro che reggono due serie di pali di legno posti in orizzontale (m. 1160).
Al termine di questa protezione, percorriamo un ampio tornante destrorso e passiamo tra una piccola croce in metallo su di un albero alla sinistra ed un masso alla destra (m. 1180).

Proseguiamo in leggera salita. Alla destra ci sono delle protezioni realizzate con paletti di ferro di colore grigio e due serie di tronchi collocati in orizzontale (m. 1190).
Alla sinistra c'è una parete di roccia.
Riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1220).
Continuiamo con delle protezioni alla sinistra (lato a valle) alternando due tratti in salita ad altri due con poca pendenza.
Poi saliamo ripidamente e vediamo un altro segnavia 163 a bandierina (m. 1245).
Dopo una curva a destra, le protezioni alla sinistra terminano (m. 1270). Per un po' la pendenza diminuisce ma è comunque abbastanza ripida.
Alla destra vediamo alcuni massi tra gli alberi e più in là due case (m. 1295). Ignoriamo un sentiero che si dirige verso di loro.

Raggiungiamo uno slargo (m. 1305) dove troviamo alcuni segnavia che indicano: Rifugio Budec 1322 m (visibile alla destra poco più avanti); davanti (735): Malga Pozza Scandolaro a ore 1, Silter Gianico a ore 2.20, Malga Rosello sup. a ore 3; davanti (750): Baita del Giaol a ore 0.50, Lazzaretto di Esine a ore 1.30, Zuvolo a ore 3; a destra (735): Guillo a ore 1, Esine a ore 2.
Un cartello indica a destra il posto di ristoro degli alpini a 100 metri. Poco più avanti c'è una bacheca con un cartello che informa che siamo a "Bùdech (Bosico) 1322 m." Il toponimo potrebbe significare "büda" ossia buca oppure "büsàca" vale a dire il sacco usato dai carbonai.

Proseguiamo diritto e più avanti raggiungiamo una radura con una baita alla sinistra (m. 1340). Alla destra c'è una fontana con vasca. Un segnale stradale da questo punto vieta il transito ai veicoli. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 750: Baita del Giaol a ore 0.50, Lazzaretto di Esine a ore 1.30, Zuvolo a ore 3, collegamento al sentiero 745. Abbandoniamo pertanto la stradina e andiamo a sinistra in leggera salita.
Lasciamo a destra la baita e subito dopo anche un baitello di legno.
Proseguiamo in salita con gli alberi solo alla sinistra.
Percorriamo una curva a destra incassata nel terreno circostante.

Poi giriamo a sinistra e rientriamo nel bosco. Cominciamo a trovare, come segnavia, dei segmenti rossi dipinti sugli alberi (m. 1360).
Alterniamo due tratti quasi in piano ad altrettanti in leggera salita (m. 1375).
Più avanti, alla destra ci sono meno alberi e tante felci.
Torniamo nel bosco e saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1390).

In alto verso destra, vediamo un cassottello verde in lamiera utilizzato come appostamento per la caccia.
Il sentiero si biforca. Ignoriamo la traccia che sale a destra verso il cassottello e proseguiamo diritto (m. 1405).
Pochi passi più avanti percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
Lasciamo a destra il cassottello. La pendenza diminuisce un poco.

Quasi in piano percorriamo un ampio tornante destrorso, esposto alla sinistra dove il sentiero è rinforzato con un tronco collocato raso terra e fissato con dei paletti. Tra rododendri, betulle e larici, dopo un tratto in salita, nuovamente quasi in piano arriviamo alla fine del tornante (m. 1420).
Terminato questo tratto esposto (ma il sentiero da qui in avanti sarà quasi sempre un po' esposto), proseguiamo dapprima in leggera discesa, poi quasi in piano e poi in leggera salita.
Percorriamo una curva a destra camminando sopra delle radici.
Dopo un tratto quasi in piano, torniamo a salire poi, con minore pendenza, percorriamo una curva a destra.
Proseguiamo con un altro tratto quasi in piano seguito da uno in salita.
Quasi in piano percorriamo due curve la prima a destra e la seconda a sinistra (m. 1435).
Torniamo a salire camminando sopra delle radici.
Continuiamo con due tratti quasi in piano intervallati da pochi passi in salita.

Alla destra troviamo una parete di roccia che inizialmente sporge un poco verso il sentiero. Vi leggiamo la scritta "Budek 1989" e vediamo una freccia rossa che indica la direzione dalla quale proveniamo (m. 1440).
Proseguiamo in salita seguendo la parete di roccia.

Dopo pochi passi in discesa, scendiamo ripidamente su gradini di roccia, agevolati da un corrimano verde fissato alla parete.
Attraversiamo un torrente che troviamo privo di acqua.
Poi girando a sinistra, superiamo un tratto esposto, assicurati da una catena fissata alla roccia.
Proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita camminando sopra delle radici.
Dopo una curva a destra percorriamo un breve e ripido zig-zag destra-sinistra.
Continuiamo quasi in piano con una roccia alla destra.

Dopo due passi in discesa torniamo a camminare quasi in piano con il sentiero esposto alla sinistra (m. 1470).
Due tronchi stesi raso terra rinforzano il sentiero.
In salita, camminando sopra delle radici, percorriamo una curva a destra, attorniati da cespugli di rododendro (m. 1475).
Scendiamo in modo abbastanza ripido (m. 1465) e poi torniamo a salire.
Dopo un tornante destrorso proseguiamo quasi in piano.

Il sentiero si restringe per passare tra un albero e una roccia (m. 1470).
Dopo un tratto in discesa continuiamo quasi in piano.
Ora scendiamo ripidamente fino ad una curva a sinistra, dove assecondando un'ansa della montagna, superiamo un ruscelletto (m. 1460).
Torniamo a salire. Giriamo a destra camminando su pietre e radici.
Percorriamo un tratto quasi in piano seguito da un altro in salita.

Scendiamo ripidamente con delle serpentine. Scavalchiamo un piccolo rivolo. Troviamo una catena e due placchette di ferro per l'appoggio degli scarponi che agevolano il superamento di questo punto (m. 1460).
Poi alterniamo alcuni tratti quasi in piano ad altri in leggera salita.

Dopo una curva a destra, iniziamo una ripida discesa a zig-zag. Per un tratto la pendenza diminuisce un poco poi continuiamo a scendere in modo abbastanza ripido.
Al termine della discesa proseguiamo quasi in piano e scavalchiamo un masso (m. 1430).
Accompagnati da una parete di roccia alla destra continuiamo dapprima con poca pendenza poi, dopo pochi passi quasi in piano, riprendiamo a salire.
Dopo un tratto quasi in piano, percorriamo una curva a sinistra attraversando un rivolo e torniamo a salire (m. 1455).
Quasi in piano giriamo a destra.
Troviamo alcuni rudimentali gradini di pietra.

Scendiamo ripidamente con dei gradini di pietra che terminano con una placchetta di ferro per l'appoggio degli scarponi, assicurati e aiutati da una catena fissata alla roccia.
Poi assecondiamo un'ansa della montagna percorrendo una curva a sinistra dove attraversiamo un ruscello (m. 1450).
Percorriamo due tratti quasi in piano separati da uno in discesa.

Arriviamo ad un bivio (m. 1445). I segnavia indicano a sinistra: Val Cavena, Rugola, Salvagnone; a destra: Baita del Giaol; dietro: Budek.
Proseguiamo in salita con delle radici che fanno da gradino.
Percorriamo un tratto quasi in piano e riprendiamo a salire (m. 1465).
Dopo una semicurva a destra, continuiamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tratto con poca pendenza.
Davanti, tra gli alberi, vediamo il bivacco e poco dopo lo raggiungiamo.

Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 1165 -80 - Difficoltà: Escursionisti Esperti
Data escursione: settembre 2014

ESCURSIONI PARTENDO DAL BIVACCO:
  • al Rifugio Budec (m. 1322) in ore 0.50
  • al Lazzaretto di Esine in ore 0.40
  • al Lazzaretto di Berzo in ore 1.10
  • a Zuvolo in ore 2.10








Dati del Bivacco Baita del Giaol

Altezza:
m. 1485
Gruppo:
Valli Bresciane
Ubicazione:
Loc. Paine
Val Carena
Comune:
Esine - BS
Carta Kompass:
103 D2
Coordinate Geo:
45°53'27.20"N
10°16'04.50"E
Gestore:
Lupi di S. Glisente
Telefono gestore:
342 5798045
Telefono bivacco:
-
Posti letto:
4
Apertura:
sempre
Pagina aggiornata
il: 2/10/2018
Il Bivacco Baita del Giaol Interno del bivacco Sacro Cuore a Montedei Panorama sui monti Baita a Shèle Baita a Rugola La chiesa a Budec La baita dove inizia il sentiero 750 Gradini e corrimano La prima catena Stretto passaggio tra un albero e un masso La seconda catena La terza catena La fontana davanti al bivacco Il bivacco e dintorni

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