Il Rifugio Lago della Vecchia è situato a dieci minuti di cammino dal Lago della Vecchia (m. 1858) e ai piedi del Colle della Vecchia (m. 2185)
un valico alpino che mette in comunicazione la Valle del Cervo (BI) con la Valle del Lys (AO).
Venendo da Milano, lasciamo la A4 MI-TO al Km. 55.4 [i km sono indicati a ritroso] per prendere l'uscita per Carisio.
Alla prima rotonda giriamo a destra sulla SP 3.
Alla seconda rotonda giriamo a sinistra sulla SP 230 (indicazioni per Biella e Cossato).
Alla terza rotonda giriamo a destra.
Alla quarta rotonda continuiamo diritto con la Variante di Mottalciata.
Alla quinta rotonda prendiamo la seconda uscita.
Attraversiamo il Torrente Cervo.
Percorrendo un cerchio in senso orario andiamo ad immetterci sulla SS 758 in direzione est.
Giriamo a destra percorrendo Corso Lago Maggiore (SP 142/a).
Ad una rotonda giriamo a sinistra e proseguiamo con Via Milano.
A Chiavazza superiamo altre due rotonde proseguendo diritto.
Alla successiva rotonda lasciamo Via Milano, che gira a sinistra verso Biella attraversando il Torrente Cervo, e proseguiamo diritto con Via Corradino Sella.
Ad una rotonda proseguiamo diritto. La strada diventa Via Alfonso Ogliaro.
Ad un'altra rotonda continuiamo diritto con Via Alfonso Ogliaro (SP 100) lasciando a destra Via Pettinengo (SP 200I).
La strada diventa Via Giorgio Cantono (SP 100).
Ad una rotonda prendiamo la seconda uscita, Via Giacomo Matteotti (sempre SP 100).
Più avanti diventa Via Torino (sempre SP 100).
Ad una rotonda proseguiamo diritto con Via Giulio Cappellaro che poi diventa Via della Libertà e in seguito Via
Roma (sempre SP 100).
Superiamo Rosazza.
Arrivati a Piedicavallo la strada si biforca. Possiamo proseguire diritto con Via Roma risalendo il paese (ma d'estate è chiusa al traffico) oppure
proseguire con Via Europa che lo aggira alla sinistra.
Essendo in estate dobbiamo seguire Via Europa. Sul lato sinistro di questa strada troviamo vari piccoli parcheggi, gratuiti e senza disco orario, in
uno dei quali lasciamo la macchina (m. 1020).
Ora, a piedi, possiamo:
a) - risalire Via Europa, che costeggia il Parco Rovere, fino a trovare l'unica strada asfaltata che sale verso destra (cartello Lago della Vecchia).
b) - prendere uno dei viottoli che salgono a destra verso le case, raggiungere Via Roma e seguirla verso sinistra attraversando il paese che merita una visita.
In entrambi i casi ci troviamo poi all'inizio del nostro percorso (m. 1050). Due cartelli segnalano a sinistra: Via Lago della Vecchia. A piedi in Valle Cervo.
I segnavia indicano
- a sinistra (segnavia E50): Alpe Rosei h. 0.25, Rifugio La Vecchia - Lago h. 2.30, Colle della Vecchia h. 3.40.
- a sinistra (segnavia E51): Cunetta - Bosa.
- a sinistra (segnavia E41): Alpe Pianlino - Cascate 1240m h. 0.25, Alpe Irogna Sup. 1750m h. 2.30, Monte Cresto 2546m h. 4.15.
Andiamo a sinistra, in leggera salita, su gradini acciottolati.
Subito percorriamo una curva verso destra all'interno della quale c'è un corrimano.
In basso alla sinistra vediamo la strada asfaltata.
Sul muro alla destra troviamo la targa: "Ai Gòrch". Su di un'altra targa leggiamo: "Ant al chè vèggi".
Alla sinistra troviamo una fontana con vasca di pietra risalente al 1904 mentre alla destra ci sono due panchine.
Arrivati all'inizio del bosco proseguiamo in salita su di una mulattiera (m. 1060).
Passiamo tra alcune baite-stalle.
Continuiamo con muretti a secco ai lati.
Alla sinistra troviamo una santella e il primo di una serie di cartelli che ci accompagneranno lungo il cammino raccontandoci storia, geografia e tradizioni della valle.
Questo è intitolato: "L'abitato di Piedicavallo". Vi leggiamo:
"Piedicavallo è un comune biellese di circa 210 abitanti, situato a quota 1037 s.l.m. Il suo territorio comunale comprende il tratto vallivo che scende
dal lago della Vecchia, percorso dal torrente Cervo, i valloni dell'Irogna, della Mologna e della Chiobbia, i tre principali affluenti del Cervo.
Fin dall'inizio del XX sec., una costante dell'economia locale fu l'emigrazione stagionale degli uomini del paese all'estero per lavorare nei cantieri edili.
Nella seconda metà del '900, l'economia del paese, si è legata in prevalenza al turismo.
Piedicavallo, il cui nome si può far risalire a 'Pè d'cò d'val' e cioè 'Al piede del capo della valle' si può descrivere con tre parole: acqua, bosco, pietra.
Acqua: è il torrente Cervo (la cui sorgente è situata presso il lago della Vecchia), che caratterizza la valle, le presta la sua voce.
Bosco: Piedicavallo è contornata da boschi. Ma il faggio ne è il principe, che salendo verso le cime si dirada, lasciando posto ai pascoli erbosi.
Pietra: l'abitato di Piedicavallo è quasi interamente costruito con la famosa pietra locale chiamata sienite." (m. 1070).
Percorriamo un tratto senza il muretto alla sinistra.
Alla sinistra ci sono delle pietre e alla destra un muro (m. 1075).
Continuiamo con delle protezioni in ferro alla sinistra.
Saliamo cinque gradini.
Subito dopo percorriamo una curva verso destra e attraversiamo il letto di un torrente che troviamo asciutto (m. 1085).
Superiamo due semicurve destra-sinistra e continuiamo con pochissima pendenza.
Passiamo accanto al cartello intitolato: "La mulattiera". Vi leggiamo:
"Tra le opere messe in cantiere nella seconda
metà del 1800 dal Senatore Federico Rosazza, munifico benefattore dell'alta valle del Cervo, una delle più impegnative fu certamente il collegamento
con la valle di Gressoney attraverso il valico della Vecchia.
La mulattiera, in seguito donata alle due comunità del Cervo e del Lys, venne realizzata tra il 1876 e il 1879, con una spesa complessiva di lire 41,110
di cui 18,104 per le opere sul versante biellese e lire 23,006 le opere sul versante Valdostano.
Supera un dislivello di 1150 mt tra Piedicavallo e il colle, situato a 2187 mt e scende con numerosissime svolte per altrettanti metri di dislivello nel
versante valdostano sino alla piana di Issime e Gaby."
Alla destra troviamo subito una cappellina sovrastata dalla scritta: "Dio vede tutto, Dio può tutto." Continuiamo in salita (m. 1095).
Alla sinistra troviamo una santella sulla quale sono stati dipinti due segnavia che indicano: E41 verso sinistra - E50 diritto. Il sentiero alla sinistra è chiuso
da una stanga. Continuiamo diritto (m. 1100).
Poco sotto alla sinistra vediamo un rudere.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1110).
Subito dopo, con pochissima pendenza superiamo un tornante sinistrorso e continuiamo in salita.
Alla destra ci sono alcuni massi.
Ignoriamo un sentiero che scende alla sinistra. Alla destra, vicino ad una parete di roccia, c'è un grande faggio (m. 1140).
Usciamo dal bosco e all'interno di una semicurva verso sinistra troviamo una santella con un affresco raffigurante la Madonna nera di Oropa (m. 1145).
Troviamo anche il cartello intitolato: "La Donna Valligiana". Vi leggiamo:
"La maggior parte delle immagini raffigurate nelle incisioni rupestri, fatte realizzare dal senatore Rosazza lungo la mulattiera dell'alta Valle del Cervo,
riguardano non a caso la donna valligiana. E' la conferma dell'importanza che la figura femminile ha avuto nel tessuto sociale ed economico della Valle.
Nel 1800 ma anche inizio 1900 gran parte degli uomini emigrava stagionalmente e alle donne incombeva non solo il tradizionale compito di accudire alla famiglia,
ma anche quello di badare alle bestie e ai terreni, allo scopo di ricavare quanto serviva alla vita frugale di allora.
Fatica e pericolo accompagnavano le 'Siunere' cioè le donne che con la caratteristica gerla si recavano nei punti più impervi a tagliare l'erba, il fieno selvatico,
detto 'Siun', utile per il nutrimento invernale degli armenti."
Rientriamo nel bosco.
Continuiamo in leggera salita e passiamo accanto ad una santella contenente un dipinto raffigurante una Madonna con un grande cuore (m. 1165).
Raggiungiamo Rosei e lo attraversiamo passando tra vecchie baite e alcuni prati. Alla sinistra c'è l'Oratorio di San Giovanni Battista. Troviamo il cartello
intitolato: "I Casolari di Rosei" sul quale leggiamo:
"Questo esteso agglomerato rurale, posto a 1179 mt, presenta un buon numero di abitazioni ora in gran parte
riadattati per uso turistico.
Un tempo nei mesi estivi, con il poco bestiame, convivevano le donne e i bambini destinati ad accudirlo.
Oggi è ancora utilizzato come punto di appoggio in primavera per le mandrie ed i greggi in attesa di salire agli alpeggi più alti, o in autunno quando ridiscendono.
Con il villaggio di Desate, situato nella valle del torrente Gragliasca a monte di Rosazza, Rosei era il più importante agglomerato stagionale dell'alta Valle del
Cervo."
Proseguiamo diritto come indicato dal segnavia E50 (m. 1180).
Continuiamo in salita su rudimentali gradini.
Tra vecchie case, percorriamo una curva verso sinistra.
Dopo un breve tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza. Dal basso alla sinistra sale il mormorio del Torrente Cervo (m. 1200).
Superiamo una semicurva verso destra, tra gli alberi.
Lasciamo a sinistra le ultime due case e un grande masso.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1210).
Una vecchia colata di massi scende dalla destra (m. 1220).
In basso alla sinistra, tra gli alberi, riusciamo a scorgere il torrente.
Continuiamo quasi in piano. Presso una semicurva verso sinistra troviamo una stazione di monitoraggio della frana. Passiamo tra alcuni massi (m. 1225).
Dopo un tratto con poca pendenza, quasi in piano superiamo una semicurva verso destra. Alla destra ci sono dei massi franati.
Terminata la zona della frana, percorriamo un tratto abbastanza ripido su rudimentali gradini.
Continuiamo in salita (m. 1235).
Superiamo due tratti quasi in piano separati da uno in leggera salita, tra altre rocce franate. In basso alla sinistra vediamo il Torrente Cervo che forma una pozza (m. 1240).
Proseguiamo in salita e passiamo accanto ad un'altra stazione di monitoraggio (m. 1245).
Percorriamo due tornanti destra-sinistra e troviamo il cartello intitolato: "Paesaggi di pietra". Vi leggiamo:
"La valle di pietra: è così
che è anche chiamata la Valle del Cervo. La pietra che le maestranze della Bürsch hanno lavorato per secoli, esportando la loro abilità in tutto il mondo, soprattutto
in Nord America. Ecco allora le solide costruzioni in pietra locale, tra cui la pregiata sienite, e i caratteristici tetti di legno con coperture di lose di pietra.
Piedicavallo è come un delicato ricamo di pietra: case, lavatoi, fontane, ponti.
Molte baite sono state ristrutturate e trasformate in deliziosi luoghi di vacanza, altre sono ormai ridotte allo stato di rudere e offrono affascinante testimonianza di un
mondo quasi scomparso.
Numerose mulattiere in pietra serpeggiano tra i monti e collegano Piedicavallo con la valle di Gressoney, in Valle d'Aosta, e con la Valsesia." (m. 1255).
Alla destra troviamo un muretto a secco a sostegno di un masso (m. 1265).
In leggera salita superiamo una semicurva verso destra e continuiamo in salita (m. 1280).
Percorriamo un tornante destrorso allo scoperto e poco dopo rientriamo nel bosco (m. 1285).
Continuiamo con un tornante sinistrorso (m. 1295) e altri due tornanti destra-sinistra (m. 1305).
Percorriamo un altro tratto allo scoperto e rientriamo nel bosco. Alla destra ci sono alcuni massi (m. 1315).
Su di una parete di roccia alla destra vediamo il segnavia E50.
Alla sinistra torniamo a vedere il torrente (m. 1325).
Tra gli alberi, saliamo sette gradini di roccia.
Per un altro tratto vediamo ancora il torrente.
Proseguiamo tra radi alberi (m. 1335).
Percorriamo un tornante destrorso bagnato da un rivolo (m. 1355).
Continuiamo con un tornante sinistrorso (m. 1360).
Alla destra troviamo un grande masso (m. 1370).
Allo scoperto percorriamo una curva verso sinistra e una semicurva verso destra, attorniati da grandi pietre (m. 1375).
Presso una curva verso sinistra attraversiamo un torrente che troviamo quasi asciutto (m. 1380).
In salita arriviamo ad un tornante destrorso che percorriamo allo scoperto.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire e proseguiamo con un tornante sinistrorso (m. 1410).
Su di un masso vediamo un cartello con la scritta: "Alpe Casette m 1410".
Attorniati da alcune betulle, percorriamo un tornante destrorso molto ampio (m. 1440).
Proseguiamo tra rododendri e radi alberi.
Ora la mulattiera è rinforzata con da un muro che scende alla destra.
Percorriamo tre tornanti: sinistra-destra-sinistra (m. 1455-1460).
Un sentiero si stacca alla destra. I segnavia indicano:
- dietro (E50): Piedicavallo h. 1.00;
- a destra (E51): Alpe Cunetta;
- diritto (E50): Rifugio Lago della Vecchia e Lago della
Vecchia h. 1.00.
Continuiamo diritto (m. 1465).
Ora camminiamo sulle pietre di una frana, ben sistemate (m. 1475).
Vediamo il segnavia E50 su di un masso (m. 1490).
Alla destra c'è una parete di roccia (m. 1530).
In leggera salita superiamo una semicurva verso sinistra, seguita da una verso destra con due passi in discesa.
Proseguiamo in salita (m. 1540).
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1545).
Presso un tornante sinistrorso, su di un masso vediamo una targa in memoria di Massimo Bettin 1965-2018.
Continuiamo con due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 1560).
Con poca pendenza attraversiamo un altro tratto franato e riprendiamo la mulattiera (m. 1565).
Proseguiamo in salita accompagnati da bassi alberi e cespugli.
Su di una parete rocciosa vediamo il segnavia E50 (m. 1590).
Superiamo una semicurva verso sinistra e continuiamo con poca pendenza.
Una roccia si sporge verso il sentiero. Subito dopo percorriamo un tornante destrorso (m. 1600).
Proseguiamo con un tornante sinistrorso (m. 1610).
Percorriamo un ampio tornante destrorso (m. 1615).
Poco dopo superiamo un tornante sinistrorso e riprendiamo a salire (m. 1620).
Saliamo alcuni rudimentali gradini.
Passiamo tra due massi.
Attraversiamo il letto asciutto di un torrente in secca (m. 1630).
Di fronte ad una parete di roccia, in leggera salita percorriamo un tornante destrorso.
Proseguiamo con un tornante sinistrorso.
Percorriamo altri due tornanti destra-sinistra (m. 1635).
La pendenza diventa abbastanza ripida.
Proseguiamo con due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 1645).
In salita percorriamo altri due tornanti vicini destra-sinistra (m. 1650).
Presso un tornante destrorso vediamo un segnavia ricurvo bianco-rosso (m. 1655).
Percorriamo un tornante sinistrorso con vista sulla valle.
Proseguiamo con altri tornanti: destra (m. 1665) - sinistra (m. 1670) - destra (m. 1675) - sinistra (m. 1680).
Cominciamo a vedere il Rifugio Lago della Vecchia davanti, in alto.
Di fronte a delle pietre franate, percorriamo un tornante destrorso aggirando un albero (m. 1690).
Proseguiamo con un tornante sinistrorso (m. 1695).
In leggera salita superiamo due semicurve destra-sinistra.
Troviamo una targa in memoria di Eugenio Boffa 1930-1944 (m. 1700).
Attraversiamo la parte alta di una frana camminando su pietre ben sistemate (m. 1705).
Superiamo una semicurva verso destra.
Percorriamo un tratto in salita seguito da uno quasi in piano (m. 1710).
Continuiamo su pietre franate ma ben sistemante, dapprima con poca pendenza e poco dopo in salita.
Superiamo tre semicurve sx-dx-sx.
Presso un tornante destrorso, su una targa e su di un masso leggiamo: "Alpe La Vecchia Inferiore" (m. 1727). C'è anche il segnavia E50.
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso.
Con pochissima pendenza superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1740). In alto torniamo a vedere il rifugio.
Saliamo alcuni gradini di pietra.
Presso un tornante sinistrorso, quasi in piano attraversiamo il letto di un torrente che troviamo asciutto (m. 1750).
Continuiamo in salita.
Proseguiamo con un tornante destrorso (m. 1755).
Percorriamo un tornante sinistrorso e saliamo alcuni rudimentali gradini (m. 1760).
Superiamo una semicurva verso destra, in leggera salita.
Continuiamo con altre due semicurve sinistra-destra (m. 1775).
Superiamo un'altra semicurva verso sinistra.
Attraversiamo la parte bassa di un nevaio che sale verso destra (m. 1785).
Presso un tornante sinistrorso attraversiamo il letto di un torrente che troviamo con pochissima acqua (m. 1790).
Torniamo a salire e percorriamo un tornante destrorso (m. 1795).
La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1800).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1805).
Dopo quattro passi in leggera discesa riprendiamo a salire.
Superiamo un tornante destrorso (m. 1815).
Poco dopo percorriamo altri due tornanti destra-sinistra (m. 1825).
Proseguiamo in leggera salita con vista sulla valle alla nostra sinistra.
Saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra.
Ad un bivio, una scritta sulla roccia indica il rifugio alla destra; la seguiamo (m. 1835).
Percorriamo due tornanti sinistra-destra.
Passiamo a valle del rifugio.
Continuiamo con tre tornanti: sinistra-destra-sinistra e raggiungiamo il due edifici del Rifugio Lago della Vecchia e del Bivacco
Maria Cristina (m. 1860).
Tempo impiegato: ore 2.30 / Dislivello m. 840 / Lunghezza km. 6
Data escursione: agosto 2024
Prosecuzione verso il lago
Alla sinistra del bivacco, in discesa percorriamo due tornanti sinistra-destra.
Proseguiamo quasi in piano con il fondo lastricato (m. 1855).
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Continuiamo in discesa su rudimentali gradini e con una parete di roccia alla destra.
Ad un bivio ignoriamo il sentiero che scende a sinistra e proseguiamo diritto (m. 1845).
Continuiamo in leggera salita. Vediamo il segnavia E50 su di un masso. Attorno ci sono pietre franate ma la mulattiera è ben sistemata.
Percorriamo un lungo tratto con il fondo sterrato e inerbito mentre alla sinistra c'è una fila di pietre a rinforzo della mulattiera.
Superiamo una semicurva verso destra (m. 1870).
Alla destra, su di un masso, sono state scolpite la Vecchia con l'orso che le fece compagnia e delle parole ormai poco leggibili.
Troviamo anche il cartello che narra la "Leggenda della Vecchia". Eccola:
"Un giovane forestiero si innamorò di una bellissima fanciulla quindicenne del luogo.
Venne organizzato il matrimonio e su una roccia a poca distanza dal lago venne allestito un altare, decorato con fiori alpestri e fronde.
La sposa ornata di ricche vesti attese lo sposo per tutto il giorno e la notte ma il giovane non arrivò.
Il mattino seguente un uomo portò la triste notizia alla fanciulla che il promesso sposo era stato ucciso in un bosco.
Il giovane ucciso venne sepolto in fondo al lago e la fanciulla rimase per tutta la vita a custodire il suo amore, in compagnia di un orso.
La giovane visse nei pressi del lago sino alla vecchiaia; la gente del luogo la considerava una maga che dispensava consigli, rimedi, sortilegi, medicamenti.
Anche la vecchia, quando morì, fu sepolta in fondo al lago e i due spiriti innamorati finalmente si riunirono.
Ancora oggi, nelle magiche notti di luna piena, c'è chi afferma scorgere sulla superficie del lago un fantasma dai lunghi bianchi capelli."
Subito dopo vediamo il lago.
Ad un bivio andiamo a sinistra in discesa.
Percorriamo una curva verso sinistra. Attraversiamo il Torrente Cervo, emissario del lago, su di un ponticello di legno senza le sponde.
Poco dopo raggiungiamo la riva nordest del Lago della Vecchia.
Su di un altro cartello leggiamo:
"Il lago della Vecchia (lagh ëd la Vegia in piemontese) è un piccolo bacino lacustre situato all'altezza di 1858 m s.l.m. sotto le pareti del Monte Cresto
in Valle Cervo, provincia di Biella.
E' interamente compreso in una frazione montana del comune di Sagliano Micca, anche se il centro abitato più vicino è quello di Piedicavallo.
Ha un perimetro di km 1,05 con una lunghezza massima km 0,3, una larghezza massima di 0,25 ed una profondità di circa m 10.
Il lago della Vecchia di origine circo glaciale, è stato uno dei laghi alpini più pescosi del territorio.
Da questo lago nasce il Torrente Cervo, il corso d'acqua più importante del Biellese."
Tempo impiegato: ore 0.10 / Dislivello m. +25 -27 / Lunghezza km. 0.5
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