Rifugio Vincino
- Altezza: m. 1168
- Gruppo: Monti Lariani
- Ubicazione: Valle di Dosso
- Comune: Gravedona ed Uniti - CO
- Carta Kompass: poco fuori da: 91/92
- Coordinate Geografiche: 46°10'58.70"N 9°13'35.80"E
- Gestore: Comune di Gravedona.
- Telefono gestore: 0344 85291
- Telefono rifugio: -
- Posti letto: 22
- Apertura: previo ritiro chiavi
- Pagina aggiornata il: 12/01/2022
Il Rifugio Vincino è situato in fondo alla Valle del Liro, sul lato orografico destro.
Lo si incontra a monte delle baite di Vincino risalendo la dorsale prativa verso il Passo Camedo tra i monti Torresella e Cardinello.
I locali del rifugio, che è una vecchia caserma della finanza riadattata allo scopo, sono sempre chiusi e incustoditi.
Chi fosse interessato può prenotare e ritirare le chiavi presso il Comune di Gravedona tel. 0344 85291.
La valle è ricca di boschi di castagne che, assieme al contrabbando, fino a qualche decennio fa costituivano la risorsa principale delle persone che
la abitavano. Ora le antiche baite, sparse qua e là a gruppi sono quasi tutte disabitate e, talvolta, in rovina.
Primo itinerario: da Gravedona - Dosso del Liro (Pian delle Castagne)
Con la statale 340 Dir arriviamo fino a Gravedona dove al km. 17.7 prendiamo la provinciale 4 per Peglio, Livo e Dosso del Liro allontanandoci dal lago.
Dopo alcuni chilometri, superate le frazioni di Piumona, Travisa, Rancio e Traversa, ad un bivio andiamo a sinistra verso Dosso Liro.
Raggiunto il paesino, lo attraversiamo passando per la piazzetta della chiesa, oltre la quale la strada si restringe un poco, e continuiamo fino al
Pian delle Castagne dove troviamo alla destra un posto di ristoro e alla sinistra un ampio spazio sterrato per parcheggiare (m. 890).
Lasciamo la strada, che prosegue con il fondo in cemento, e ci incamminiamo su una sterrata a sinistra passando accanto a dei cartelli che indicano il
Rifugio Vincino e la Via dei Monti Lariani n. 4.
Dopo pochi metri in discesa, ignoriamo una stradina, chiusa da una stanga, che scende a sinistra e proseguiamo quasi in piano tra castagni e betulle.
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione. Alla sinistra c'è un traliccio.
Ora alla destra ci sono dei larici. Alla sinistra il pendio scende verso il fondo della vallata e in basso vediamo delle vecchie baite.
Il bosco diventa è più fitto; alla sinistra ci sono castagni e betulle e alla destra delle conifere.
Su di un albero vediamo una targhetta a bandierina con il n. 4.
Più avanti percorriamo una curva a destra.
Poco dopo ne percorriamo un'altra a sinistra presso la quale guadiamo un ruscello che attraversa la stradina su di una base in cemento.
Poi in discesa ne guadiamo altri due (m. 875). Il percorso ritorna pianeggiante.
Superiamo un altro ruscello; tutti quanti attraversano la sterrata su
di un letto artificiale in cemento.
Subito dopo troviamo un cartello che indica la Via dei Monti Lariani n. 4 e un altro che segnala nella nostra direzione di marcia: Bolgiana, Pianezza
e Vincino.
Proseguiamo quasi in piano tra alberi e alberelli. Lasciamo alla sinistra una sterrata che scende verso una casa.
Percorriamo un tratto in salita. Continuiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Arriviamo a Bolgiana (m. 900). Passiamo tra le vecchie baite e stalle collocate quasi tutte sul pendio alla destra. Alla sinistra ci sono dei paletti
di legno. Volendo fin qui è possibile arrivare in auto (meglio con un fuoristrada).
Un cartello giallo indica verso sinistra il Rifugio Vincino a ore 1.45.
Lasciamo pertanto la sterrata e, dopo una breve discesa tra l'erba, attraversiamo una recinzione realizzata con pali di legno che reggono una rete
metallica e ci riportiamo sul vecchio sentiero.
Scavalchiamo un ruscello. Su di una pietra c'è un bollo giallo.
Proseguiamo tra arbusti dapprima in leggera salita e poi quasi in piano. In alto a destra vediamo una fila di vecchie baite. Anche il Rifugio Vincino
è già visibile davanti in lontananza.
Continuiamo dapprima in leggera salita tra erba e alberelli, poi quasi in piano, seppur con lievi saliscendi, a mezza costa tra i prati (m. 915).
Poi torniamo tra gli alberi e scavalchiamo un ruscello che scende dalla destra.
Ora alla sinistra del sentiero c'è una profonda forra nella quale scorre un torrente mentre alla destra vediamo un rudere (m. 920).
Superiamo un altro rivolo e, dopo un breve tratto in lieve discesa, continuiamo quasi in piano a mezza costa tra l'erba (m. 915).
Davanti, sull'altro versante della vallata, vediamo quattro gruppi di baite a monte delle quali c'è la costruzione isolata del Rifugio Vincino. I
Monti Cardinello e Cima de Stagn chiudono in fondo la vallata.
Torniamo tra gli alberi e superiamo un rivolo (m. 910).
Dopo pochi passi in discesa, percorriamo una curva a destra quasi in piano.
Proseguiamo in discesa. Il sentiero si divide e subito si ricompone.
Dopo una curva a destra scendiamo con minore pendenza (m. 895).
Troviamo una pietra nel mezzo del sentiero.
Proseguiamo quasi in piano fino ad una curva a destra e poi in leggera discesa.
Giriamo a destra.
Da questo punto fino al ponticello sul Liro cammineremo sovente in ombra e pertanto nel periodo invernale vi troveremo neve o ghiaccio (m. 885).
Seguiamo un ansa della montagna con il fondo roccioso solcato dal passaggio di piccolo corso d'acqua che scende quasi in verticale dalla destra. Lo
troviamo asciutto.
Dopo una breve discesa, scavalchiamo un rivolo e quasi in piano arriviamo ad guado di un torrente (m. 875).
Oltre il guado continuiamo in salita, retrocedendo sull'altro lato del valloncello e percorriamo pochi passi con il sentiero incassato tra pietre e
terreno.
Poi, quasi in piano, giriamo a destra (m. 880).
Percorriamo un breve tratto in leggera discesa e scavalchiamo un rivolo.
Continuiamo quasi in piano ma con lievi saliscendi. Alla sinistra un alberato pendio scende ripidamente verso il torrente.
In salita percorriamo pochi metri con il percorso incassato nel terreno circostante.
Passiamo tra due vecchi castagni; su quello alla destra c'è un bollo giallo (m. 885).
Dopo alcuni passi in leggera discesa torniamo a camminare quasi in piano.
Dopo una curva a destra raggiungiamo le vecchie baite, ormai abbandonate, di Pianezza (m. 880). Il sentiero le aggira lasciandole alla destra. Vediamo
un segnavia a bandierina con il n. 4.
Un cartello giallo, su una parete dell'ultimo edificio, segnala davanti il Rifugio Vincino e indica erroneamente l'altezza del luogo in metri 970.
Davanti, in basso, cominciamo a vedere il Fiume Liro.
Rientriamo nel bosco e dopo alcuni passi in discesa, quasi in piano superiamo un tratto infangato.
Subito dopo, scavalcando un rivolo, aggiriamo un ansa della montagna.
Poi ne superiamo un'altra attraversando il letto di un torrente in secca.
Alla sinistra del sentiero un alberato pendio scende ripidamente.
Raggiungiamo un'altra ansa della montagna; alla destra c'è una gola rocciosa nella quale si incanala un torrente che però troviamo asciutto.
Percorriamo due curve verso destra.
Dopo una breve discesa, presso un'altra ansa della montagna superiamo un rivolo (m. 870).
Poco dopo, quasi in piano, giriamo a destra.
Troviamo un masso incastrato nel sentiero.
Presso la successiva ansa della montagna, alla sinistra ci sono delle protezioni, realizzate con paletti di legno e tre sbarre di ferro, che riparano
dal profondo precipizio.
Dopo una curva a destra, camminiamo tra alcuni massi e poi attraversiamo un passaggio tra rocce e terra.
Continuiamo in discesa su fondo roccioso.
Poi, quasi in piano, presso un'altra ansa superiamo un piccolo guado (m. 855).
Torniamo a scendere, giriamo a destra e attraversiamo un tratto infangato (m. 845).
Proseguiamo tra alberelli mentre sentiamo il fragore del fiume sempre più intenso.
Giunti in basso, con tre curve ravvicinate dx-sx-dx, arriviamo al guado di un affluente che scende dalla destra e lo superiamo cercando di tenerci in
equilibrio su delle pietre che affiorano dall'acqua.
Risaliamo la sponda opposta con pochi passi poi, quasi in piano, giriamo a sinistra.
Vediamo un cartello che indica il Rifugio Vincino e, raggiungiamo un vecchio ponticello, con la base in cemento e le sponde di ferro, che si appoggia
su di un grande masso situato nel mezzo del Liro (m. 830).
Ci troviamo ad una quota inferiore a quella della località di partenza ed abbiamo già camminato per oltre un'ora. Ora però, superato il fiume,
cominciamo a salire.
Percorriamo due curve ravvicinate destra-sinistra.
Entriamo nel bosco e saliamo con delle serpentine in modo abbastanza ripido.
Su di un masso vediamo il segnavia n. 4 a bandierina. Poi la pendenza aumenta.
Con una curva a destra, attraversiamo un ruscello passando accanto ad un piccolo ometto (m. 870).
Poi con minore pendenza percorriamo un ampio tornante sinistrorso. Su di una pietra vediamo un altro segnavia a bandierina con il n. 4 (m. 880).
Continuiamo con varie serpentine tra i castagni, qualche faggio e alcune betulle. Qui il sentiero è più largo.
Troviamo alcuni tronchi sradicati e caduti sopra al sentiero che a fatica aggiriamo verso destra risalendo un poco alla destra del sentiero (m. 900).
Dopo una curva a sinistra percorriamo un tratto con poca pendenza e torniamo a salire (m. 915).
Risaliamo alcuni rudimentali gradini di pietra (m. 925).
All'esterno di una curva a destra troviamo come protezione un tronco appoggiato sopra un paletto ed una pietra (m. 935).
Poco dopo troviamo altri tronchi, sempre sul lato a valle. In effetti il sentiero è largo ma il precipizio è notevole.
Aggiriamo un piccolo masso situato in mezzo al sentiero.
Percorriamo pochi metri fangosi.
Lasciamo a sinistra un orticello. Davanti vediamo delle baite.
Dopo un tratto in salita, quasi in piano scavalchiamo un rivolo e riprendiamo a salire.
Raggiungiamo il primo gruppo delle Baite di Piazza (m. 950). Accanto alla prima baita un cartello indica il Rifugio Vincino verso destra. Diritto
invece, pochi metri più avanti, c'è una fontana con vasca. Qui vediamo un segnavia a bandierina con il numero 4 ed un piccolo cartello che indica
l'altezza del luogo erroneamente a quota 998.
Seguendo il cartello che segnala il rifugio, quasi in piano andiamo a destra e poi con un tornante sinistrorso aggiriamo le case, riprendiamo a salire
e le lasciamo alla sinistra.
Percorriamo poi un tornante destrorso e sbuchiamo in un prato (m. 970). Vediamo alla destra il secondo gruppo di baite. Il terzo lo vediamo davanti.
Più in alto ci sono le baite di Vincino che precedono la costruzione isolata del Rifugio Vincino.
Evitiamo di entrare nei prati e con un sentierino poco evidente ci dirigiamo verso il gruppo di baite alla destra.
Le raggiungiamo e sulla casa più a destra vediamo la scritta: "Ca Mario".
Pieghiamo a sinistra e passiamo accanto ad una fontana con vasca (m. 985).
I bolli gialli dipinti sull'ultima casa a sinistra indicano un sentierino tra l'erba che in leggera salita si dirige verso il terzo gruppo di baite;
quelle che all'ingresso nel prato apparivano davanti.
Lasciamo a sinistra tre alberi e poi con una passerella di legno superiamo una zona infangata.
Passiamo tra un orticello e gli edifici e dopo l'ultima casa troviamo una fontana con vasca (m. 1005). Dalla sinistra arriva il sentiero descritto nel
secondo itinerario.
Prendiamo uno dei due sentieri che salgono dietro alla fontana e poi si congiungono.
Pieghiamo a destra nei prati passando a monte della fila di baite e ruderi.
Presso un tornante sinistrorso, un cartello su di un albero indica il Rifugio Vincino.
Poco dopo percorriamo una curva a destra. Il sentiero diventa abbastanza ripido.
Scavalcato un rivolo, il sentiero si divide in due tracce parallele che salgono verso l'ultimo gruppo di case; a sinistra c'è il sentiero più diretto;
a destra quello meno ripido, più largo e con alcune curve.
Più avanti si uniscono (m. 1030).
Continuiamo in modo abbastanza ripido con una mulattiera inerbita; alla destra c'è un muretto a secco.
Arriviamo alle baite di Vincino (m. 1071). Lasciamo a sinistra una prima fontana con vasca accanto alla quale in una nicchia vediamo una madonnina.
Seguendo un cartello che indica il rifugio attraversiamo lo spiazzo tra le vecchie baite in diagonale verso destra passando accanto ad un'altra fontana.
Seguiamo una freccia e dei bolli gialli. In alto a sinistra è ben visibile il rifugio.
Proseguiamo quasi in piano circondati dai prati poi e con pochissima pendenza, passiamo a valle del rifugio.
Troviamo un picchetto di ferro dipinto di giallo nella parte alta. Su di una betulla vediamo una bandierina di colore rosso-bianco-rosso.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo in leggera salita con arbusti alla sinistra e un fitto bosco di conifere alla destra.
Due passi in discesa ci portano a guadare un ruscello oltre il quale proseguiamo in leggera salita.
Continuiamo quasi in piano tra betulle e faggi a sinistra e conifere a destra (m. 1090).
Guadiamo un torrente. Ora camminiamo in leggera salita addentrandoci in una faggeta. Vediamo tre bolli gialli disposti a triangolo.
Arriviamo ad un bivio (m. 1115). A sinistra un cartello indica il Rifugio Vincino. Continuiamo verso sinistra seguendo i bolli gialli e lasciando
l'altro sentiero che prosegue con bandierine bianco rosse.
Troviamo un altro cartello. In modo abbastanza ripido percorriamo un tornante destrorso (m. 1120) seguito da uno sinistrorso (m. 1130).
Il sentiero si divide in due tracce parallele e poco dopo torna ad unirsi.
Poi la pendenza diminuisce. Percorriamo un tratto quasi in piano (m. 1150).
Guadiamo nuovamente il torrente e riprendiamo a salire. Per un tratto il sentiero è incassato nel terreno circostante.
All'uscita dal bosco davanti vediamo il fianco destro del rifugio. In leggera salita, lasciamo a destra una fontana e lo raggiungiamo.
Tempo impiegato ore 2.30 - Dislivello: m. +410 -132
Data escursione: aprile 2014
Secondo itinerario: da Consiglio di Rumo - Ternasco - ponte della Mangiavacca
Lasciamo la statale 340 Dir a Consiglio di Rumo per prendere una deviazione indicata come "ai monti".
La strada sale passando per le frazioni di Ganda e Taiana. Ad Alborescia ignoriamo la diramazione a sinistra per Brenzio e proseguiamo in piano
addentrandoci nella Valle del Liro, lungo il suo versante destro orografico. Da qui al parcheggio mancano km. 5.1 che percorriamo con una stretta
stradina, in molti punti priva di protezioni a valle, tra radure, baite e castagneti fino a Ternasco (m. 751), poi scendiamo verso il Torrente San Jorio.
Poco prima di arrivare al ponte della Mangiavacca (m. 659) troviamo alla sinistra un rudere ed un cartello giallo che indica il Rifugio Vincino mentre
alla destra c'è un prato dove lasciamo la macchina.
Ci incamminiamo in leggera discesa con il fondo in cemento.
Giunti al ponte, lasciamo la strada che riprende a salire (poco più avanti c'è un segnale stradale che vieta il transito ai veicoli) e deviamo a
destra per passare dall'altra parte del torrente.
Oltre il ponte proseguiamo con una sterrata che però abbandoniamo quasi subito per prendere un sentiero che sale a sinistra.
Più avanti il sentiero è scavato nel terreno circostante. Su una roccia vediamo dei bolli gialli ed altri rossi (m. 685).
Pieghiamo a sinistra e saliamo in modo abbastanza ripido con alcuni zig-zag.
Superato un varco tra due rocce, la pendenza diminuisce un poco (m. 695).
Poi il sentiero prosegue, ancora incassato tra le rocce, con alcuni zig-zag abbastanza ripidi. Siamo in un bosco di castagni.
Arriviamo ad un bivio (m. 720) dove un cartello su di un albero indica il rifugio verso destra. Lasciamo pertanto il sentiero più largo che sale a
sinistra e ne prendiamo uno più piccolo che continua quasi in piano verso destra.
Superiamo un tratto in cui sembra che il sentiero possa franare. In basso a destra scorre il torrente. Continuiamo con lievi saliscendi.
Raggiungiamo un ponticello con il quale attraversiamo un torrente (m. 725).
Poco dopo arriviamo ad un bivio e, seguendo i bolli gialli, andiamo a destra in salita ma, poco più avanti, troviamo l'altro sentiero che rientra
dalla sinistra.
Alcune radici fanno da gradino. Il sentiero torna ad essere incassato e sale come in una gola, usciti dalla quale proseguiamo con poca pendenza.
Passiamo a valle di una vecchia casa di pietra che vediamo in alto a sinistra (m. 755).
Riprendiamo a salire. Aggiriamo un grande castagno cresciuto in mezzo al sentiero (m. 775).
Su un masso, una scritta gialla indica Vincino.
Dopo un altro tratto incassato nel terreno circostante, lasciamo a destra due ruderi e proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 800).
Il sentiero piega a sinistra e torna ad essere incassato (m. 815).
Superiamo un piccolo slargo con un mucchietto di pietre nel mezzo. In basso a destra vediamo un ruscello formare una piccola cascata.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido. Vediamo vari bolli gialli.
Scavalchiamo un rivolo e, quasi in piano, proseguiamo a lato del ruscello (m. 845).
Poi, passando sotto i cavi dell'alta tensione, lo guadiamo.
Poco dopo raggiungiamo due vecchie stalle e una vecchia fontana malconcia e priva di acqua (m. 850).
Con poca pendenza arriviamo alle prime case di Morlone passando tra le quali troviamo un'altra fontana priva di acqua.
Ora la pendenza è minima. Vediamo alcune case in alto a sinistra e altre davanti che raggiungiamo dopo aver guadato un piccolo ruscello.
Tra le case troviamo anche una fontana dove possiamo dissetarci (m. 880).
Proseguiamo seguendo bolli e frecce piegando a sinistra e poi a destra. Accanto all'ultima casa c'è un camino. Dietro verso destra vediamo il Legnone
e il Legnoncino.
Scavalchiamo un rivolo e ci addentriamo in un bosco di betulle.
Proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita tra castagni e altre betulle (m. 900).
Superiamo un breve tratto su fondo roccioso.
Un albero abbattuto forma un arco sotto il quale dobbiamo passare. Alla destra c'è un ruscello.
Poco più avanti lo guadiamo (m. 915). Sull'altra sponda, in alto a sinistra vediamo una baita con una insegna e, scolpito nel legno, vi leggiamo: "Australia".
Continuiamo in leggera salita.
Dopo una curva a sinistra, ci immettiamo su di una sterrata che arriva dalla sinistra e in questo punto termina (m. 945). Su di un albero due cartelli
indicano a destra il sentiero quasi in piano per Vincino a davanti quello in salita per Mazonico (= Mezzonico).
Andiamo a destra e, dopo pochi passi in leggera discesa, proseguiamo quasi in piano. Troviamo per la prima volta il segnavia n. 4 della Via del
Monti Lariani. Davanti, lontano, in alto, vediamo due gruppi di baite.
Un tratto in leggera discesa, seguito da uno quasi in piano, ci portano ad un canalino da attraversare. Possiamo farlo più agevolmente utilizzando un
sentiero che scorre poco più in alto a sinistra (m. 935).
Alterniamo ancora piano e leggera discesa passando tra due grossi massi. Alla destra il sentiero precipita ripidamente verso il Torrente Val Piana
dalle acque bianche spumeggianti.
Assecondando un'ansa della montagna, questa volta senza problema alcuno, attraversiamo un altro canalino.
Dopo un altro tratto in leggera discesa, torniamo a camminare quasi in piano e troviamo un masso con vari bolli gialli e rossi (m. 925).
Raggiungiamo un ponticello di ferro con il fondo traforato con il quale passiamo alla destra del torrente (m. 930) e, dopo due passi in discesa
ricominciamo a salire.
Giriamo a sinistra e dopo due zig-zag, proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 935).
Guadiamo un ruscello, affluente del sottostante torrente (m. 950).
Proseguiamo quasi in piano e vediamo un altro segnavia a bandierina con il n. 4.
In leggera salita arriviamo ad una curva a sinistra oltre la quale la pendenza aumenta.
Con un altro tratto in piano guadiamo un ruscello che, con alcuni saltelli, scende da sinistra (m. 965).
Ad un bivio, un cartello indica il Rifugio Vincino a sinistra (m. 970).
Guadiamo un altro ruscello. Percorriamo un tornante sinistrorso e riprendiamo a salire.
Scavalchiamo un rivolo e raggiungiamo le baite alte di Piazza precedute da una fresca fontana (m. 1005). Qui il sentiero si unisce a quello del primo
itinerario. Pertanto proseguiamo come precedentemente descritto.
Tempo impiegato ore 1.40 - Dislivello: m. 520 -20
Data escursione: aprile 2014
Escursioni partendo dal Rifugio:
- al Monte Torresella
- al Passo Camedo (m. 1539) in ore 1.30
- all'Alpe Malpensata (m. 1890) in ore 2.30
- all'Alpe di Paina (m. 1967) in ore 3
- alla Cima di Paina (m. 2379) in ore 4
- al Monte Cardinello (m. 2521) in ore 5
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