Rifugio Venini

Il Rifugio Venini è situato alla Bocchetta di Galbiga.

Primo itinerario: dalla Sella di Boffalora

Venendo da Como, lasciamo la statale 340 Regina verso la fine di Argegno (CO) per deviare a sinistra ed imboccare la provinciale 13 della Valle d'Intelvi con la quale saliamo fino a San Fedele e poi giriamo a destra (Largo IV Novembre, Via Blessagno) per Pigra.
A Pigra prendiamo a sinistra una stradina (Via Militare) e la seguiamo ignorando alcune deviazioni.
Passiamo per il Rifugio Alpe di Colonno (m. 1320) dietro il quale c'è una chiesetta, poi in lieve discesa arriviamo al Rifugio Boffalora (m. 1252).
Continuiamo per altri 200 metri fino alla Sella di Boffalora dove alla sinistra c'è il parcheggio nel quale lasciamo la macchina (m. 1240).

Subito troviamo una biforcazione. I segnavia indicano
- a sinistra: Alpe di Ponna ore 1, Monte Tellero ore 1.20, Ponna ore 2;
- a destra: Fortificazioni Frontiera Nord, Rifugio Venini km. 4, Monti Galbiga e Crocione.
C'è anche un cartello a cura del Comune di Ossuccio, intitolato "Pascolo vagante" sul quale leggiamo: "Assoluto divieto di: parcheggiare autovetture all'interno del pascolo, avvicinarsi al bestiame al pascolo, somministrare qualsiasi tipo di alimento al bestiame. Si declina ogni responsabilità per ogni eventuale danno recato a cose o a persone."
Lasciata a sinistra la strada che scende a Ponna (km. 7), andiamo a destra in leggera salita. Alla destra ci sono la Cappella degli Alpini e un pennone in cima al quale sventola il tricolore.
Subito dopo, sempre alla destra, vediamo un grande cartello con la scritta "Rifugio Venini" sotto a un tettuccio di legno. Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua.
Alla sinistra ci sono gli alberi e alla destra solo erba.

Presso una semicurva verso destra troviamo un cartello che indica l'Alpe Ossuccio e il M. Galbiga. Continuiamo con gli alberi da entrambi i lati (m. 1250).
Percorriamo un tornante sinistrorso lasciando a destra le stalle di Pra Grassa (m. 1265).
Un torrente passa sotto alla strada e per un tratto si sono delle protezioni ai lati. Superiamo due semicurve entrambe verso destra (m. 1275).

Dopo un altro tratto con protezioni ai lati usciamo dal bosco (m. 1290).
Superiamo una semicurva verso sinistra e continuiamo tra due recinzioni con paletti di legno e filo spinato.

Percorriamo un tornante destrorso incrociando una fila di alberi (m. 1305).
Un cartello ci dà il benvenuto agli alpeggi. Da entrambi i lati ci sono baite e stalle. Alla sinistra c'è una grande vasca abbeveratoio in cemento. Su di un cartello leggiamo "Alpe di Ossuccio. Da noi puoi trovare caprini, tomini, burro, taleggio, zincarlin, formaggio stagionato".
Lasciamo a destra una fontana con vasca in cemento e continuiamo attorniati da prati.
Troviamo delle mucche sulla strada asfaltata. In basso alla destra vediamo il Rifugio Boffalora.

Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1335) e iniziamo a contornare il versante orientale del Monte di Lenno.
Ignoriamo un sentiero che scende alla destra (m. 1340).
Superiamo tre semicurve sx-dx-sx.
Alla sinistra troviamo un'edicola in memoria di una persona scomparsa (m. 1355).
All'esterno di una semicurva verso destra c'è un muro di pietre a secco (m. 1365).

Un tratto rettilineo termina con un tornante sinistrorso (m. 1385).
Cominciamo a trovare delle canaline di legno, di traverso alla strada, per lo scolo dell'acqua.
Al termine di una curva verso destra molto ampia un torrente passa sotto alla strada (m. 1410).
Continuiamo con una curva verso sinistra.
Superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 1420).
Presso una semicurva verso destra allo scoperto, alla destra scende un muro a rinforzo della sede stradale (m. 1425).

Superiamo una semicurva verso sinistra e troviamo l'indicazione del km. 5 (m. 1435).
Subito rientriamo nel bosco.
Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1440).
Superiamo due semicurve sinistra-destra. Proseguiamo con altre semicurve appena accennate.
Percorriamo una semicurva verso destra molto ampia (m. 1470).
Il bosco termina, inizialmente solo alla sinistra e poco dopo anche alla destra.
Superiamo una semicurva verso destra.

Quasi in piano raggiungiamo l'Alpe di Lenno situata alla bocchetta tra i Monti Lenno e Galbiga. Qui c'è spazio per parcheggiare alcune macchine (m. 1495).
Da questo punto è sconsigliabile proseguire in auto, soprattutto in caso di neve, perché la strada è priva di protezioni verso lo scosceso versante alla destra.

In leggera salita percorriamo un'ampia semicurva verso destra.
Alla sinistra ci accompagna un muretto a secco.
Superiamo una semicurva (m. 1510) e una curva, entrambe verso sinistra.
Cominciamo a vedere in lontananza il rifugio e, alla sua sinistra, l'osservatorio astronomico con la caratteristica forma di igloo.
Continuiamo quasi in piano. Alla destra scende un muro a rinforzo della strada. Vediamo l'indicazione del km. 6.
Superiamo una semicurva verso destra (m. 1515).
Proseguiamo con poca pendenza ammirando il panorama sui monti e su alcuni tratti del sottostante Lago di Como

Un rivolo attraversa la strada su di un letto di pietre (m. 1525).
Presso una semicurva verso destra, in basso vediamo dei ruderi e quattro alberi in fila (m. 1530).
Alla destra scende un muro a rinforzo della strada (m. 1540).
Superiamo una semicurva verso destra.
La pendenza aumenta leggermente.

Ora davanti vediamo bene sia l'osservatorio che il rifugio.
Percorriamo una curva verso sinistra molto ampia (m. 1550).
Continuiamo in leggera salita. Alla sinistra abbiamo un muro di pietre a secco che termina presso una curva verso destra molto ampia (m. 1560).
Quasi in piano superiamo una semicurva verso destra. Alla sinistra c'è un muretto a secco (m. 1570).

Percorriamo gli ultimi 250 metri su fondo sterrato e raggiungiamo il Rifugio Venini (m. 1576).

Dalla Sella di Boffalora: Tempo impiegato ore 1.15 - Dislivello m. 336
Dall'Alpe di Lenno: Tempo impiegato: ore 0.20 - Dislivello: m. 81
Data escursione: luglio 2023

Secondo itinerario: da Bene Lario

Con la statale 340 Regina seguiamo il Lago di Como fino a Menaggio. All'uscita dalla galleria continuiamo poi, sempre con la stessa statale, verso Porlezza.
Arrivati al km. 36.4 prendiamo sulla sinistra Via Binadone con la quale arriviamo a Bene Lario.
Superata la chiesa, giriamo a sinistra in Via Emigrati in Cile e subito lasciamo la macchina nel parcheggio sulla destra (m. 380). Qui troviamo una bacheca con una cartina della zona ed un cartello che indica: Prato Verde (m. 548) a 30 minuti, Alpe di Sotto (m. 1006) a ore 2, Rifugio Bivacco Alp de Volt (m. 1340) a ore 3, Rifugio Venini e Cornelio (m. 1576) a ore 4.

Ci incamminiamo in salita sull'asfalto, lungo Via Emigrati in Cile che poi diventa Via Riscee.
Alla sinistra c'è un muro sormontato da una siepe mentre alla destra in basso c'è il campo di calcio. In lontananza vediamo il Lago di Piano.
Più avanti sulla sinistra parte la mulattiera (m. 400). I segnavia indicano in quella direzione il Monte Galbiga e l'Alp de Volt.
Lasciata la strada prendiamo la mulattiera acciottolata che sale tra recinzioni e muretti.
Troviamo poi un muretto sormontato da una rete alla sinistra mentre alla destra inizia il bosco.

Raggiungiamo un piccolo slargo con un cancello a sinistra e una tettoia alla destra (m. 430).
Pochi passi più avanti, alla sinistra vediamo una casetta di legno su di un albero. Proseguiamo camminando tra due muretti.
Sulla sinistra troviamo una stalla-fienile (m. 445). Superiamo due curve. Il bosco qui è formato da alberelli.
Presso una curva a destra ignoriamo un sentiero che prosegue diritto tra l'erba verso una casa (m. 460). Poco dopo alla sinistra c'è una stradina che conduce alla stessa casa.
Ora il bosco è formato da faggi, noccioli e castagni (m. 485).

Sulla destra troviamo una cappella con un affresco raffigurante S. Francesco (m. 505).
Vediamo come segnavia un cerchietto rosso. Alla sinistra, oltre una recinzione, c'è una casa in un prato.
Proseguiamo in leggera salita ignorando una stradina che si stacca alla destra.
Passiamo poi accanto ad alcuni slarghi erbosi (m. 520).

Alla sinistra troviamo un casello dell'acquedotto dietro il quale ci sono una grande croce e due statue. Alla destra c'è una casa recintata. Un segnavia indica il Monte Galbiga. Un cartello a cura della proloco indica Prato Verde. C'è anche un incrocio di sentieri e teniamo la destra (m. 545).
Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra in fondo ad un prato vediamo una casa con un affresco. Alla destra c'è una villetta. Dietro spicca la mole del M. Legnone.
Rientriamo nel bosco e raggiungiamo un incrocio dove i segnavia indicano davanti il Monte Galbiga e dietro Bene Lario.
Pochi passi più avanti un segnale stradale vieta il transito ai veicoli.

In leggerissima discesa arriviamo al guado di un torrente che scende dalla sinistra e attraversa su un letto di pietre e cemento.
Torniamo a salire ignorando un sentiero che si stacca alla destra. Alla sinistra c'è un corto e basso muretto.
Ora camminiamo su un largo sentiero dal fondo sconnesso e pieno di pietre.
Attraversiamo il letto di un torrente che troviamo in secca (m. 560).
Per un attimo il fondo migliora ma poi torna ad essere sconnesso. Saliamo in modo abbastanza ripido.

Il fondo diventa in cemento (m. 610) e in lontananza vediamo il piccolo Lago di Piano.
Un rivolo attraversa il sentiero che torna ad essere sterrato (m. 625). Pochi passi più avanti percorriamo un tornante sinistrorso.
Superiamo nuovamente il rivolo e, dopo il successivo tornante destrorso lo ritroviamo per la terza volta. In questo punto per un breve tratto il fondo è in cemento.
Ignoriamo un piccolo sentiero che si stacca alla sinistra (m. 660). In questa zona gli alberi sono in prevalenza dei noccioli.
In leggera salita, ignorando due tracce che si staccano alla destra, percorriamo un ampio tornante sinistrorso. Dei segnavia indicano davanti il Monte Galbiga e dietro Bene Lario. C'è anche una freccia rossa su di un albero (m. 685).

Poi in salita ci immettiamo su di una sterrata (m. 710). I segnavia indicano a sinistra: Monte Galbiga; a destra e dietro: Bene Lario.
Andiamo a sinistra in leggera salita. Poi la pendenza aumenta.
Seguendo un segnavia che indica il M. Galbiga, trascuriamo un'altra stradina che sale a destra (m. 740).
Poi ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Con pochi passi in leggera discesa arriviamo al guado di un piccolo torrente che scende dalla destra (m. 775).
Proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Dopo una curva a destra vediamo un torrente che scende a cascata dalla destra. Due passi in leggera discesa ci portano al guado (m. 780).
Saliamo poi in modo abbastanza ripido mentre alla destra ci accompagna una roggia.

Arriviamo ad un bivio dove l'acqua della roggia passa sotto in un grosso tubo in cemento. La sterrata prosegue verso destra mentre diritto, chiusa da un masso, sale una ripida scorciatoia (m. 815).
Seguiamo il percorso principale e arriviamo ad un tornante sinistrorso all'esterno del quale scende un torrente (m. 835).
La pendenza diminuisce; continuiamo in leggera salita e poi quasi in piano (m. 860). In basso a sinistra ancora vediamo il laghetto.
Poi in leggera salita, dopo una curva a destra, superiamo un altro guado (m. 875).
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido con un lungo rettilineo che termina con un ampio tornante destrorso che percorriamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita (m. 935). In basso a sinistra vediamo una parte del Lago di Como. Verso la fine del tornante un largo sentiero si immette dalla sinistra. Un cartello su di un albero indica davanti: Alp de Volt - Jeep.
Camminiamo tra alti faggi. Poi riprendiamo a salire tra alberi più radi (m. 965). In basso a destra torniamo a vedere il Laghetto del Piano.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido tra alberi di conifere (m. 975).
Poi, con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso e riprendiamo a salire.

Arriviamo ad un bivio privo di segnaletica. Andiamo a sinistra e dopo pochi passi troviamo sulla sinistra un rudere accanto al quale un cartello indica: Alpe di Sotto m. 1006.
Proseguiamo in leggera salita e sulla destra troviamo una strana costruzione con sei aperture ad arco sul lato più lungo e una su quello corto.
Dopo un tratto in salita, la pendenza diminuisce. In basso a sinistra torniamo a vedere il Lago di Como (m. 1040).
Lasciamo a sinistra una Pozza. Subito dopo c'è un bivio e andiamo a destra superando una sbarra che troviamo aperta.
Saliamo tra radi faggi con un lungo rettilineo abbastanza ripido (m. 1080) che termina con un ampio tornante destrorso (m. 1140).
E' ora la volta di un tornante sinistrorso (m. 1160) seguito da un altro destrorso dove ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1195).
Dopo un altro tornante sinistrorso (m. 1215) continuiamo con due semicurve, la seconda delle quali quasi in piano (m. 1275).

Torniamo a salire in modo abbastanza ripido. Alla sinistra ci sono dei paletti di legno che reggono una rete metallica.
Subito dopo, sempre alla sinistra, c'è un grande slargo recintato che precede un tornante destrorso (m. 1325).
Superato un gruppo di abeti, alla destra torniamo a vedere uno scorcio del Lago di Como.
Percorriamo un tratto con poca pendenza poi riprendiamo a salire e, alla destra, vediamo una pozza e il Rifugio Alp de Volt.
Lasciamo a destra un sentiero che scende un poco fino alla pozza e poi conduce alla recinzione che precede il rifugio.
Proseguiamo in salita con la sterrata fino al successivo tornante sinistrorso dove troviamo un cartello che indica: Rifugio Bivacco Alp de Volt m. 1360. Una breve discesa verso destra conduce al rifugio.

Troviamo poi sulla destra una grotta puntellata (m. 1385). La pendenza aumenta.
Dopo un tornante destrorso proseguiamo in leggera salita (m. 1435).
Raggiungiamo una curva a sinistra all'interno della quale si stacca una stradina in salita (m. 1450) I segnavia indicano davanti: Monte Galbiga, Alpe di Lenno, Porlezza; a sinistra: Grona; dietro: Bene Lario, Alpe di Grona Trincee 1915/18.
Continuiamo seguendo la sterrata. In basso a destra vediamo il Lago di Como. Altri segnavia indicano diritto: Monte Galbiga, Pian de la Poma Trincee 1915/18; dietro: Bene Lario.

Proseguiamo in piano fino a trovare un sentiero che sale a sinistra. Qui i segnavia indicano con il sentiero il Monte Galbiga e dietro Bene Lario.
Prendiamo il sentiero che sale con poca pendenza tra alberi, cespugli ed erbacce.
Percorriamo un tornante sinistrorso e poi uno destrorso (m. 1485) accanto al quale altri segnavia indicano il Monte Galbiga. Qui usciamo dagli alberi e davanti in alto verso sinistra già vediamo le bandiere attorno al Rifugio Venini.
Tra l'erba percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1515) e per un po' proseguiamo camminando alla sinistra e poco sotto ad una cresta prativa.
Continuiamo poi con una curva a sinistra seguita da altre due quasi in piano, assecondando le anse della montagna (m. 1545).
In leggera salita passiamo dietro al Rifugio Venini e poi giriamo a destra in piano tra due muretti.
Un grande cartello giallo indica in discesa alle nostre spalle: Rifugio Alp de Volt (ex Alpe di Sopra) a ore 1, Alpe di Sotto (m. 1006) a ore 2, Prato Verde (m. 546) a ore 3.30, Bene Lario (m. 377) a ore 4.
Giriamo a destra e con pochi passi arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 3.30 - Dislivello: m. 1196
Data escursione: settembre 2011

* Salita al Monte Galbiga

Superato il rifugio, prendiamo la stradina che aggira l'edificio passandogli dietro, come indicato dai segnavia: Fortificazioni Frontiera Nord, Appostamento artiglieria a ore 0.05, Vetta Monte Galbiga a ore 0.20, e la seguiamo in salita verso la cima del monte ben visibile fin dall'inizio.
Passiamo accanto ai resti di un appostamento d’artiglieria.

Alla destra troviamo l'osservatorio astronomico e i resti di alcuni appostamenti d’artiglieria (m. 1590).
Al termine della stradina possiamo proseguire con due sentieri e scegliamo quello alla sinistra che ha minore pendenza (m. 1605).

Percorriamo un tornante destrorso e continuiamo con un traverso in lieve salita (m. 1655).
Presso un tornante sinistrorso ritroviamo l'altro sentiero che arriva dalla destra.
Proseguiamo in salita e raggiungiamo la vetta del monte (m. 1691). Vi troviamo: la croce, un altare, un leggio e dei posti a sedere sulle pietre disposte ad anfiteatro; praticamente una chiesetta all'aperto. C'è anche il libro vetta dentro una scatola metallica.
In basso, verso nord, vediamo il Lago di Piano e Porlezza sulla riva del Lago di Lugano.

Dal Rifugio Venini: Tempo impiegato: ore 0.30 - Dislivello: m. 115 - Data escursione: luglio 2023

* Salita ai Monti Tremezzo e Crocione

Superato il Rifugio Venini (m. 1576) proseguiamo quasi in piano con la sterrata e subito troviamo dei segnavia che indicano
- dietro verso sinistra: Fortificazioni Frontiera Nord, Appostamento artiglieria a ore 0.05, Vetta Monte Galbiga a ore 0.20;
- diritto: Monte di Tremezzo a ore 0.40, Monte Crocione a ore 1;
- a sinistra: Alp de Volt a ore 0.40, Bene Lario a ore 2.
Poco dopo c'è anche un grande cartello giallo che indica a sinistra in discesa: Rifugio Alp de Volt (ex Alpe di Sopra - m. 1340) a ore 1, Alpe di Sotto (m. 1006) a ore 2, Prato Verde (m. 546) a ore 3.30, Bene Lario (m. 377) a ore 4. Continuiamo diritto. Alla sinistra abbiamo un muretto di pietre a secco.

Superiamo una semicurva verso destra. Alla destra, in basso vediamo il Lago di Como e, oltre la valle, il parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina e i tetti del Rifugio Boffalora e di un altro edificio.
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Lasciamo a destra un paletto di ferro.
Davanti verso destra riconosciamo i Corni di Canzo.
Dopo una semicurva verso sinistra, percorriamo una semicurva verso destra molto ampia.
Alla sinistra ci accompagna un muro a secco.

Per un tratto anche alla sinistra vediamo il Lago di Como (m. 1570). Un cartello parla di un appostamento blindato al Colle del Tremezzo. I segnavia indicano diritto: Appostamento blindato a ore 0.05, Monte di Tremezzo a ore 0.20, Monte Crocione a ore 0.40; Mulattiera militare, Galleria del Tremezzo a ore 1, Griante a ore 2.
Continuiamo con poca pendenza. Alla sinistra abbiamo un muretto a secco. Alla destra scende un muro di pietre a rinforzo della sede stradale.

La sterrata passa sopra ad un appostamento. Poco dopo ne troviamo un altro alla sinistra.
Superiamo due semicurve sinistra-destra. Alla sinistra c'è uno slargo (m. 1590).
Proseguiamo in salita.

Percorriamo un tornante sinistrorso e continuiamo quasi in piano (m. 1610).
Dopo un tratto in leggera discesa proseguiamo in lievissima salita.
Superiamo una semicurva verso destra.
Continuiamo quasi in piano. Dopo un'altra semicurva verso destra troviamo delle mucche al pascolo.

Raggiungiamo l'Alpe di Mezzegra situata all'interno di un tornante sinistrorso con bella vista sulla penisola di Bellagio. All'esterno ci sono una panca di legno e un sentiero che scende. Un cartello informa che si vendono formaggi e caprini. Qui la sterrata termina e continuiamo con un sentiero in leggera salita che aggira la recinzione dell'alpeggio (m. 1615).
Il sentiero si divide in tre e seguiamo quello al centro.

Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra (m. 1625). Alla destra c'è il pannello di un ripetitore (che sarà un buon punto di riferimento al ritorno).
Poco dopo troviamo una pietra termine sulla quale leggiamo "M760". C'è anche un cartello che segnala il divieto di caccia.

Il sentiero si biforca. Scegliamo la traccia tra l'erba alla sinistra che sale alla vetta del Monte Tremezzo mentre l'altra porta alla Bocchetta di Tremezzo e al M. Crocione che visiteremo in seguito.
Troviamo un secondo cartello di divieto di caccia e proseguiamo in salita (m. 1635).
Al terzo cartello di divieto di caccia, collocato su di una pietra, il sentiero diventa abbastanza ripido (m. 1645).
Troviamo altre pietre tra l'erba e proseguiamo ripidamente (m. 1655).

Ci immettiamo sul sentiero che collega la vetta del Tremezzo a quella del Crocione passando per la Bocchetta di Tremezzo. Giriamo a sinistra (m. 1675).
Il sentiero è molto ripido.
Troviamo un altro cartello che segnala il divieto di caccia.
Ora la pendenza diminuisce (m. 1690).
Raggiungiamo la cima (m. 1698). Vi troviamo una piccola statua raffigurante la "Madonna degli Alpini" all'interno di un'area recintata con paletti di metallo e assi di legno.

Dal Rifugio Venini: Tempo impiegato: ore 0.45 - Dislivello: m. 122 - Data escursione: luglio 2023

Ora riscendiamo al precedente bivio (m. 1675) e proseguiamo diritto in discesa verso la Bocchetta di Tremezzo.
Percorriamo un tratto in leggera discesa (m. 1655) e continuiamo in discesa (m. 1640).
Siamo sul largo crinale erboso tra i due monti (m. 1630).
In leggera salita scavalchiamo un piccolo dosso.
Proseguiamo in discesa in modo abbastanza ripido.
Percorriamo un tratto in leggera discesa tra mucche al pascolo (m. 1615).
Dopo un breve tratto in leggera salita continuiamo in leggera discesa (m. 1605).

Lasciamo a destra i ruderi di un vecchio alpeggio. Su di un muro vediamo la scritta "m. 1600".
Continuiamo in leggera salita lungo la cresta erbosa.
Percorriamo due tratti quasi in piano separati da uno in leggera discesa.
Proseguiamo con un tratto in leggera salita ed uno in salita.
Ora il sentiero sale ripidamente (m. 1610).
Davanti verso destra cominciamo a vedere la croce (m. 1630).
La pendenza diminuisce.
Pieghiamo a destra e con pochi passi in leggera discesa raggiungiamo la croce, a picco sul lago (m. 1641).
Il panorama, centrato sulla penisola di Bellagio, ci mostra buona parte del lago e i monti circostanti.

Dal Rifugio Venini: Tempo impiegato: ore 1.15 - Dislivello: m. 180-115 - Data escursione: luglio 2023

Escursioni partendo dal Rifugio:


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