Rifugio Vaccaro

Il Rifugio Vaccaro è situato tra i pascoli dell'assolato pendio meridionale del Monte Vaccaro (m. 1957).
Il rifugio generalmente è aperto solo a richiesta. Le chiavi si possono ritirare presso il Gruppo Escursionistico Parrese a Parre (tel. 035 702149-704348).
Sempre aperto è invece il locale bivacco all'estremità destra del lungo edificio che dispone di: camino, cucina economica, lavandino, tavolone con relative panche e tre brande a castello senza materassi e coperte.
All'esterno ci sono un grande barbecue, una fontana con vasca, varie panchine e una veranda con tavoloni e panche.

Lasciamo la provinciale (ex statale 671) che percorre il fondovalle della Val Seriana al bivio di Parre (km. 29) per continuare diritto con la provinciale 49 lungo il corso del Serio.
Poco dopo imbocchiamo sulla sinistra la provinciale 48 con la quale in salita arriviamo a Parre e ne attraversiamo l'abitato.
Al primo bivio nei pressi di una chiesa andiamo a destra. Al secondo bivio davanti alla chiesa parrocchiale e nei pressi del municipio andiamo ancora a destra.
Ci immettiamo poi su Via Campella con la quale saliamo ripidamente.
Giunti al termine della strada lasciamo la macchina in un piccolo parcheggio sulla destra accanto ad una fontana con vasca (m. 715).

Alcuni vecchi segnavia indicano a sinistra con il sentiero 240: Baita Forcella a ore 2.15, Rif. Baita Santamaria a ore 3.15; a destra con il sentiero 241: Rifugio Baita Vaccaro a ore 2, Monte Vaccaro a ore 3.
Altre indicazioni marchiate a fuoco nel legno recitano: mt 680 Loc. Campella; a sinistra: SS Trinità a ore 0.10, Monte Trevasco a ore 1.30, Forcella a ore 3; a destra: M. Alino a ore 1, M. Secco a ore 4, M. Vaccaro a ore 2.30.
Un altro segnavia indica verso destra: 241 Vaccaro.

Ci incamminiamo verso destra in discesa nel bosco seguendo la strada con il fondo in cemento.
Troviamo sulla sinistra una vasca di pietra che raccoglie l'acqua che scola dalla montagna.
Continuiamo a scendere fino al ponte con il quale superiamo il torrente che scende dalla Valle Fontagnone (m. 685).
Proseguiamo in leggera salita e poi in piano fino a trovare sulla sinistra l'imbocco della mulattiera (m. 695). Due scritte incise nel legno indicano il Rifugio Vaccaro a ore 1.50 e "ol Sesiol döl Müt d'Alì".

Prendiamo la mulattiera e saliamo in modo abbastanza ripido.
Percorriamo poi pochi passi in piano e riprendiamo a salire (m. 710).
Presso un tornante sinistrorso ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 730).
Più avanti percorriamo pochi passi con poca pendenza poi superiamo alcuni tornanti tornando a salire e raggiungiamo una cappella che reca la seguente scritta: "O viandante, se vuoi sicura via, alza il cappello e dì un'Ave Maria" (m. 760).

Poco dopo un sentiero sale a sinistra e un segnavia indica in quella direzione: "a la madunina di Fanc".
Proseguiamo con la mulattiera. Presso un tornante sinistrorso ignoriamo un sentiero che prosegue diritto.
Per due volte il percorso si divide in due tracce ma solo per aggirare alcuni alberi (m. 810).
Troviamo poi sulla sinistra un prato e un breve muretto a secco.
La mulattiera ancora si divide per aggirare degli alberi e subito torna a riunirsi (m. 825). Alla destra c'è un grande prato.
Accompagnati da un basso muretto alla destra, raggiungiamo la Cascina Fastazzo (Fastass). Davanti all'edificio c'è un rubinetto e una cuccia; dietro incrociamo una stradina sterrata verso sinistra e asfaltata verso destra (m. 853).

Continuiamo in salita tra un bosco e un prato. Subito percorriamo un tornante verso sinistra.
Al successivo tornante, destrorso, i segnavia indicano di girare a destra trascurando un sentiero che prosegue diritto (m. 870).
Il sentiero ancora si sdoppia per aggirare degli alberi e subito torna a riunirsi. Alla destra possiamo vedere la sottostante vallata.
Poi rientriamo nel bosco (m. 900) e subito ignoriamo un sentiero che si stacca sulla sinistra.
Proseguiamo con alcuni tornanti. Percorriamo un breve tratto in piano e riprendiamo a salire (m. 920).
La mulattiera diventa abbastanza ripida.
Incrociamo un sentiero (m. 955). Ora la pendenza diminuisce e camminiamo tra due file di alberelli oltre i quali ci sono dei prati.

Raggiungiamo la prima casa dei Monti di Alino e ritroviamo la strada (m. 985). Un cartello indica alle nostre spalle con la mulattiera: Escursionisti Parre.
Seguiamo l'asfalto in leggera salita e subito troviamo alla sinistra una bella villa. Nel panorama alla destra spicca la Presolana.
Lasciamo a sinistra una cabina Enel. Tra gli alberi, la strada gira a destra mentre sotto la attraversa un torrente.
Riprendiamo a salire. Sulla sinistra, poco prima di un tornante vediamo un'altra bella casa (m. 1025).

Raggiungiamo la seicentesca chiesa di Sant'Antonio ai Monti di Alino (m. 1050).
Sulla sinistra c'è un parcheggio riservato a coloro che hanno il permesso di arrivare fin qui. Da questo punto un segnale stradale vieta accesso a veicoli e motoveicoli. Sulla destra si stacca una stradina.
Proseguiamo diritto tra due staccionate di legno e siepi.
Passiamo tra due case (m. 1070). Ora alla sinistra c'è un guard-rail oltre il quale ci sono alcuni alberelli. Alla destra c'è un prato. La pendenza aumenta.
Dopo una curva a destra (m. 1095) ignoriamo una stradina alla sinistra e proseguiamo diritto con il fondo in cemento.
Bella la vista sulla vallata di Clusone; sull'Arera e l'Alben a sinistra; la Presolana e il M. Pora a destra; il M. Vaccaro davanti e il Pizzo Formico dietro. Nei prati ci sono alcune case sparse, alcune lontane e altre vicine alla strada.

Percorriamo alcuni tornanti. Presso un tornante sinistrorso ignoriamo una stradina che prosegue diritto (m. 1195).
All'esterno del successivo tornante verso destra, ci sono alcune antenne (m. 1205).
Troviamo due sbarre: la prima chiude una stradina che sale a sinistra verso una casa e l'altra il percorso principale diritto (m. 1220).
La pendenza aumenta. Percorriamo un tornante a sinistra con delle protezioni in alto a destra, ignorando un sentiero che prosegue diritto (m. 1240).
Raggiungiamo la casa la cui strada di accesso, chiusa da una sbarra, avevamo precedentemente incontrato. La strada le passa a fianco con un tornante destrorso (m. 1255).
In alto a sinistra vediamo una grande vasca in cemento.

Proseguiamo tra prati e radi cespugli. In basso a destra vediamo due vecchie costruzioni (m. 1280). Una stradina scende a raggiungerle.
Troviamo un primo gruppo di abeti sulla destra.
Percorso un altro tratto tra prati e radi cespugli, troviamo altri abeti.
Sulla sinistra c'è uno slargo e un cartello di divieto di sosta ai mezzi non autorizzati (m. 1320).
Proseguiamo in un bosco misto di faggi e conifere.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire (m. 1340).

Troviamo un cartello che indica a sinistra il Rifugio Vaccaro (m. 1365). Si tratta di una scorciatoia con la quale è possibile tagliare il successivo tornante. Possiamo salire tra i prati oppure proseguire con la strada. Al tornante, sinistrorso, c'è un roccolo (Ròcol de l'Achèr). Un cartello spiega che si tratta dell'osservatorio ornitologico "Alvit, cattura a scopo scientifico per lo studio della patologia dell'avifauna selvatica".
Al successivo tornante rientra la scorciatoia. Sulla destra c'è una pozza che troviamo gelata e coperta di neve (m. 1400). A sinistra c'è una grande vasca abbeveratoio. In alto a sinistra c'è la Prima Baita Vaccaro (m. 1412). Davanti cominciamo a vedere il rifugio.

Proseguiamo in leggera salita tra i prati.
Lasciamo a destra un gruppo di abeti (m. 1440).
La pendenza aumenta. Alla sinistra vediamo una vasca di ferro di colore verde. Poco più avanti a destra c'è un baitello nei prati.
Raggiungiamo la Seconda Baita Vaccaro (m. 1496). Qui termina la strada.
Lasciata a destra la baita, proseguiamo quasi in piano con una sterrata.
Percorriamo poi una curva a sinistra dove troviamo un ruscello che attraversa il cammino (m. 1510).
Infine, in leggera salita, arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. 834 -30
Data escursione: gennaio 2011

Escursioni partendo dal Rifugio:


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