Rifugio Tironi Consoli
- Altezza: m. 1375
- Gruppo: Valsassina
- Ubicazione: Costa del Palio
- Comune: Morterone - LC
- Carta Kompass: 105 B7
- Coordinate Geografiche: 45°51'51.60"N 9°29'17.30"E
- Gestore: Renata Consoli
- Telefono gestore: 338 4582145
- Telefono rifugio: 347 4642269
- Posti letto: pernottamento su prenotazione
- Apertura: CHIUSO
- Pagina aggiornata il: 30/11/2022
Il Rifugio Tironi Consoli è situato in località Costa del Palio, con vista panoramica sul versante nord del Resegone e sui rilievi della Valle Imagna e della Val Taleggio.
Primo itinerario: dalla Forcella di Olino (sentiero n. 17 DOL)
Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova ss 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo sulla sinistra percorrendo la via principale del paese (SP 62) per un
chilometro, fino a imboccare sulla sinistra la provinciale 63 per Morterone. Questa strada è molto panoramica e sale con vari tornanti, in alcuni
punti senza protezione a valle.
Dopo km 11.5 raggiungiamo la galleria della Forcella di Olino, prima, ma soprattutto dopo la quale è possibile parcheggiare sulla destra.
Vari segnavia indicano: Forcella di Olino m. 1158; Forbesette a ore 1, Calchera-Carbonaia a ore 1.10, Costa del Palio a ore 1.20, Rifugio-Agriturismo
Tironi Consoli.
Ci incamminiamo e dopo pochi passi in salita nel bosco vediamo un altro cartello inchiodato ad un faggio che dice: Forcella di Olino m. 1169;
Erna-Artavaggio seg. 21.
Proseguiamo quasi in piano. Una apertura tra gli alberi alla destra consente una veduta del Monte Due Mani e del Bivacco Locatelli Milani Scaioli
sulla cima.
Ora siamo attorniati da alberelli che in alto non riescono a chiudere la vista verso il cielo. Percorriamo un breve tratto incassato nel terreno
circostante.
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita tra i faggi.
Dopo una curva a sinistra passiamo tra due rocce (m. 1195) e arriviamo ad un bivio dove prendiamo il sentiero sulla destra quasi pianeggiante. Su di
un faggio vediamo una freccia gialla che indica il Resegone e su di un altro una bandierina di colore rosso bianco rosso della DOL.
Gli alberi diventano più radi. Proseguiamo in leggera discesa e percorriamo un breve tratto con il sentiero incassato.
Poi, quasi in piano ci immettiamo in una fitta faggeta (m. 1190).
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire.
Presso una curva a destra, alla sinistra tra i rami riusciamo a intravedere le case sparse di Morterone (m. 1205).
Proseguiamo quasi in piano. Dalla destra una roccia si protende verso il sentiero. Vari segnavia indicano il sentiero 17, la DOL e il Rifugio Azzoni.
Percorriamo un breve tratto in discesa, camminando su di una lastra di pietra obliqua, e proseguiamo quasi in piano.
Ora, alla sinistra, il pendio scende ripidamente tra i faggi (m. 1200).
Dopo pochi passi in leggera salita, passiamo in un intaglio tra le pietre.
Proseguiamo con una breve discesa. Superiamo un rivolo e torniamo a camminare in leggera salita alla sinistra di alcune rocce.
Alterniamo alcuni tratti quasi in piano ad altri con poca pendenza e per un attimo rivediamo Morterone.
Un cartello appeso in alto su di un albero avverte della presenza di un appostamento per la caccia (m. 1235).
Dopo una breve salita proseguiamo in piano.
Raggiungiamo una costruzione in cemento ed un bivio (m. 1250). Un cartello su di una betulla indica a destra: Forbesette Resegone; a sinistra: Baita
Casimiro Ferrari Loc. Pizzo. Andiamo a destra dapprima in piano e poi in salita.
In alto a destra vediamo un appostamento raggiungibile con un sentiero. Alla sinistra cominciamo a vedere in lontananza il Resegone.
Lasciamo il sentiero, che prosegue diritto, per prendere quello a destra con il quale, in salita, raggiungiamo il cassottello verde utilizzato dai
cacciatori e situato in una piccola radura (m. 1270). Lo aggiriamo verso sinistra e ci addentriamo in un boschetto di alberelli.
Poco più avanti il percorso si divide ma ben presto i due rami si ricongiungono (m. 1285).
Troviamo un corto parapetto in legno. Alla sinistra giù in basso vediamo la piazzola dell'elicottero a Morterone.
Dopo pochi passi allo scoperto, percorrendo un tratto incassato, rientriamo nel bosco.
Giriamo a sinistra e ne usciamo. Ora siamo circondati solo da radi alberi (m. 1295).
Passiamo accanto ad alcune roccette (m. 1310).
Proseguiamo quasi in piano fino ad una curva a destra dove riprendiamo a salire. Qualche piccolo tronco fa da gradino. Il fondo diventa roccioso.
Dopo un tratto quasi pianeggiante entriamo in una faggeta.
Presso una curva a sinistra un cartello giallo indica una zona a maggior tutela.
Proseguiamo in salita fino ad una curva a destra (m. 1330).
Percorriamo poi un breve tratto quasi in piano seguito da un altro altrettanto breve in salita agevolati da due gradini di legno e uno di pietra.
Continuiamo superando tratti quasi in piano alternati ad altri con poca pendenza.
Torniamo a salire e poi proseguiamo con minore pendenza (m. 1345).
Sulla sinistra troviamo un tavolo e una panca di legno (m. 1365).
Ad un bivio un cartello indica dietro con il sentiero 17: Forcella di Olino a 30 minuti; davanti: Forbesette a 25 minuti; scendendo a sinistra:
Morterone a 30 minuti.
Proseguiamo diritto con leggeri saliscendi ma prevalentemente in piano.
Dopo un tratto in salita ne percorriamo altri in leggera discesa, quasi in piano o in leggera salita. Poi riprendiamo a salire (m. 1380).
Giriamo a destra percorrendo un tratto incassato e con alcune pietre nel mezzo del sentiero.
Subito dopo arriviamo ad un bivio (m. 1400) dove un cartello indica a destra: Passo del Giuff, Erna a ore 1.20. Proseguiamo diritto alternando alcuni
tratti in leggera discesa ad altri quasi in piano.
Continuiamo in discesa (m. 1385).
In alto a destra vediamo degli spuntoni di roccia tra i faggi (m. 1370).
Proseguiamo alternando dapprima quasi piano e leggera discesa e poi quasi piano e leggera salita.
Ora il sentiero diventa accidentato e sembra quasi il letto di un torrente.
Più avanti (m. 1380) da sinistra si innesta il sentiero n. 16 che proviene da Morterone (descritto nel secondo itinerario).
Proseguiamo diritto su fondo roccioso e, poco dopo, raggiungiamo l'area sosta delle Forbesette, una radura con due tavoli in legno e relative panche
(m. 1405). Dalla destra si innesta il sentiero che proviene dai Piani d'Erna e che scende dal Passo del Giuff.
Poco dopo arriviamo alla sorgente. Da un rubinetto esce un po' d'acqua; è quanto rimane dopo che le acque sono state incanalate e raccolte nel serbatoio di
cemento.
Raggiungiamo un altro bivio: a sinistra si va al Culmine di Pallio in 20 minuti e al rifugio Tironi-Consoli mentre a destra verso il Rifugio Azzoni
segnalato a ore 1.15.
Continuiamo verso sinistra in piano, passando accanto a una corta staccionata e seguendo bolli di colore verde scuro e segnavia DOL (dorsale orobico lariana).
Con un breve tratto in discesa ci abbassiamo di una quindicina di metri e passiamo a valle di una roccia.
Nuovamente in piano, raggiungiamo una fornace per la calce o "calchera", ben conservata. Un cartellone spiega come veniva utilizzata nel passato.
Poco più avanti troviamo una carbonaia (pojàt) anch'essa in ottimo stato. Anche qui un cartello racconta dettagliatamente quale era il suo utilizzo.
Ripreso il cammino, arriviamo alla fine del bosco e troviamo un tavolone in legno, delle panche e un cartellone che parla della flora del Resegone (m.
1360).
Vari segnavia indicano a destra: La Passata a ore 1.30, Pertus a ore 2.30, Valcava a ore 4.30; e diritto: Alpe Costa del Palio a ore 0.45, Bolla di
Valmana a ore 0.45, Zuc di Valmana a ore 1.10 e il Rifugio Tironi Consoli.
Puntando verso un dosso in cima al quale sventola la bandiera del rifugio, percorriamo un breve tratto in lieve discesa e subito risaliamo tra i prati
volgendo le spalle al Resegone.
Raggiungiamo così la Costa del Palio che divide la conca di Morterone (in basso a sinistra ne vediamo le case) e la Valle Imagna.
Sulla destra si stacca un sentiero con il quale aggiriamo il dosso a mezza costa e poi, in piano, raggiungiamo il rifugio.
In alternativa possiamo invece puntare al traliccio dell'alta tensione posto a sinistra del dosso per poi scendere un poco e, arrivati a una pozza
d'acqua, girare a destra verso il rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.20 - Dislivello: m. 305 -88
Data escursione: ottobre 2005
Secondo itinerario: da Morterone (sentiero n. 16)
In questo caso dobbiamo percorrere per intero i 16 chilometri della provinciale 63 e arrivare a Morterone.
Superata la trattoria Cacciatori, al bivio prima della chiesa andiamo a destra e raggiungiamo un ampio parcheggio nei pressi della piazzola per
l'elicottero (m. 1058).
La strada prosegue, come carrozzabile agro-silvo-pastorale, ma è interdetta al traffico veicolare.
Ad ogni modo, la dobbiamo abbandonare subito in quanto, fatti pochi passi, troviamo una palina con vari segnavia che indicano verso destra: il rifugio
Azzoni per la sorgente delle Forbesette a ore 2 (sent. 16/17), il sentiero del Giubileo 2000, il rifugio-agriturismo Tironi Consoli al Passo del Palio
a ore 1, il sentiero dei Carbonai Morterone-Erna n. 18 ore 1.15
Alla destra c'è un prato e solo vaghe tracce di sentiero.
Superiamo la piazzola (che in realtà è molto grande) dell'elicottero e risaliamo il versante prativo puntando un poco a sinistra di una vecchia casa
che vediamo in alto al limitare del bosco (in realtà è un rudere e solo la facciata è in piedi, ma di questo ci accorgeremo solo dopo averla
raggiunta).
A metà del prato una freccia indica di proseguire diritto. Arrivati al rudere, vediamo sul muro una freccia e la scritta SEL verso sinistra.
Su una betulla invece c'è una freccia di legno che indica il rifugio Tironi Consoli.
Entriamo nel bosco. Ora il sentiero è evidente ed è marcato da bandierine rosso-bianco-gialle con il numero 16.
Ad un bivio, una freccia gialla indica di andare a sinistra. Al successivo bivio troviamo invece il solito segnavia nel bel mezzo della biforcazione
senza che venga indicato quale dei due sentieri prendere. Proviamo a destra e siamo fortunati; poco dopo infatti troviamo altri segnavia.
La pendenza, che finora è stata lieve, si accentua, poi, superato un pozzetto chiuso da un coperchio verde, per un tratto diventa più ripida per
ritornare subito dopo ad essere lieve.
Ora il sentiero praticamente sparisce; continuiamo diritto e dopo un po' troviamo un segnavia.
Raggiungiamo un bivio dove non c'è alcuna indicazione; qui dobbiamo andare a sinistra.
Superiamo un masso isolato (m. 1330) e poco dopo incontriamo il sentiero n. 17 descritto nel primo itinerario (m. 1380).
Una palina segnavia indica il sentiero 16 per Morterone nella direzione da cui proveniamo; il sentiero 17 per la Forcella di Olino, il Culmine S.
Pietro e Artavaggio a destra; mentre verso sinistra (nessuna indicazione) si prosegue verso il rifugio Tironi Consoli e la vetta del Resegone.
Poco dopo raggiungiamo le Forbesette e continuiamo come descritto nel precedente itinerario.
Tempo impiegato: ore 1.10 - Dislivello: m. 317
Data escursione: maggio 2006
Terzo itinerario: dalla strada Fuipiano-Brumano (sterrata n. 577)
Con la provinciale 14 della Valle Imagna arriviamo a S. Omobono.
Nel centro del paese lasciamo la provinciale 14 che gira a sinistra e continuiamo diritto con la provinciale 18 verso Fuipiano.
A Fuipiano attraversiamo il paese tenendo sempre la via principale. Giunti in Piazza Europa, prendiamo sulla sinistra Via Resegone.
Al termine dell'abitato la strada entra nel bosco e si dirige verso Brumano.
Dopo km. 1.6 troviamo una stradina agro silvo pastorale che si stacca sulla destra all'inizio della quale un segnale stradale consente il transito
solo ai mezzi autorizzati (m. 1140). Alcuni segnavia indicano: Monte Resegone a ore 1.45 (sent. 578+571), Passo Palio a ore 1 (sent. 578+577), Giro
del Resegone ore 5.30, Rifugio Resegone a ore 0.50, Agriturismo-Rifugio Tironi Consoli, Rifugio del Grande Faggio.
Parcheggiamo a lato della strada e ci incamminiamo lungo questa stradina.
Dopo pochi passi in salita, ancora su asfalto, superiamo una sbarra che troviamo aperta. Subito dopo la stradina diventa sterrata e procede quasi in
piano nel bosco. Alcune canaline in legno per lo scolo dell'acqua la attraversano.
Percorriamo alcune curve e un lungo tratto in leggera salita. In alto a destra vediamo un fungo scolpito nel legno (m. 1165).
Poi, in leggera discesa, superiamo un tornante sinistrorso e attraversiamo, una dopo l'altra, due basi in cemento il cui scopo è quello di agevolare
lo scorrimento dell'acqua che potrebbe attraversare la strada.
Continuiamo in salita fino al termine del bosco.
Alla destra troviamo una casa in bella posizione panoramica sulla vallata (m. 1185).
Camminiamo in leggera salita tra gli alberi. Troviamo sulla sinistra una casa che reca un cartello sul quale leggiamo: "Baita Rat".
Proseguiamo quasi in piano e sulla destra troviamo una cappellina contenente una statua raffigurante Santa Barbara (m. 1200).
Lasciamo a sinistra una baita poi, in leggera salita, ne raggiungiamo un'altra situata un poco più in basso rispetto alla sede stradale.
Presso una curva verso destra, un sentiero si stacca in salita (m. 1210). Alcuni segnavia su di un albero indicano diritto con la sterrata: 577,
Tironi Consoli, Passo del Palio, Rifugio Resegone a ore 0.25; a destra: 578-577.
Entrambi i percorsi conducono al rifugio. Continuiamo con la sterrata (per la descrizione del sentiero vedi il quarto itinerario).
In leggera discesa seguiamo la sterrata tra prati e alcuni alberi. In alto a sinistra, oltre i cavi dell'alta tensione vediamo il Rifugio Resegone.
Alla prima curva a sinistra ignoriamo una stradina che sale ripidamente a destra. Un cartello indica in quella direzione il Rifugio del Grande Faggio
(meglio raggiungibile con il sentiero 578 al precedente bivio).
Proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita fino ad una curva a destra dove troviamo alcune vecchie case.
Alterniamo poi alcuni tratti con poca pendenza in salita e in discesa, a volte camminando tra gli alberi e altre tra i prati. Passiamo sotto i cavi
dell'alta tensione.
Arriviamo ad un bivio dove un cartello indica a sinistra il Rifugio Resegone a ore 0.15 (vedi il quinto itinerario). Continuiamo diritto.
Percorriamo una curva a destra e riprendiamo a salire.
Troviamo un cartellone ERSAF che segnala la Foresta del Resegone (m. 1245).
Presso un tornante destrorso troviamo due vasche in cemento, una rotonda e una rettangolare. Alla sinistra si stacca un sentiero. I segnavia indicano:
Sorgente Acqua Serada m. 1270; a sinistra: Strada di Pra Dosdino, Sorgente a ore 0.10, Brumano a ore 0.40; a destra: Passo del Palio a ore 0.20, Alpe
Costa del Palio a ore 1, Monterone per sentiero storico a ore 1.20, Rifugio Tironi Consoli.
Continuiamo lungo la sterrata dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Dopo una curva a sinistra attraversiamo una piccola faggeta.
Percorriamo una curva a destra quasi in piano e poi riprendiamo a salire.
Tornati allo scoperto, camminiamo tra i prati e lasciamo a sinistra alcuni ruderi e una stalla (m. 1285).
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Poi, in leggera salita, incrociamo il sentiero descritto nel quarto itinerario (m. 1295). I segnavia indicano a sinistra: Resegone; diritto: Tironi
Consoli, a destra: Rifugio del Grande Faggio, Foo del Büs a ore 0.05.
Proseguiamo con la sterrata.
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione e continuiamo quasi in piano fino a una curva a destra dove un ruscello attraversa la strada su di una base
artificiale in cemento.
Continuiamo in salita con due strisce di cemento e pietre ai lati.
Pochi passi più avanti troviamo una stradina che sale a sinistra. Un cartello poco evidente su di un faggio indica a sinistra il rifugio. Lasciamo
dunque il percorso principale che prosegue verso il Passo del Palio e prendiamo questa stradina (m. 1315).
Superiamo un boschetto lasciando un rudere alla destra.
Dopo un tornante verso sinistra cominciamo a vedere il rifugio davanti a noi (m. 1335).
Ripassiamo sotto i cavi dell'alta tensione, che in questo punto sono molto bassi, e piegando a sinistra raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 1 - Dislivello: m. 235
Data escursione: marzo 2014
Quarto itinerario: dalla strada Fuipiano-Brumano (sentiero n. 578)
Questa è una variante più breve al precedente itinerario.
Come descritto nella prima parte del terzo itinerario arriviamo al punto in cui sulla destra si stacca il sentiero 577-578 (m. 1210).
Prendiamo il sentiero e passiamo accanto ad un rudere sulle cui pareti vediamo i segnavia a bandierina 578-577.
Proseguiamo quasi in piano e davanti cominciamo a vedere il Rifugio del Grande Faggio. Attorno ci sono alcuni alberi e qualche casa sparsa qua e là nei prati. Alla
destra c'è una recinzione con dei paletti che reggono un cavo sottile.
Poi riprendiamo a salire a mezza costa. Troviamo due file di paletti che formano delle recinzioni: una che scende a sinistra e l'altra che sale a
destra.
Passiamo tra due alberi isolati (m. 1240) e continuiamo con minore pendenza. Alla destra c'è una recinzione.
Ignoriamo un sentierino che scende a sinistra.
Camminando tra due recinzioni, su mattoni di cemento traforato, poco dopo arriviamo al Rifugio del Grande Faggio (m. 1255).
Subito dopo troviamo il faggio secolare che da il nome a questo rifugio.
Ignoriamo un sentiero che scende a sinistra ed entriamo in un bosco.
Alla prima curva a sinistra troviamo un ruscello che scende dalla destra e attraversa su una base in cemento.
Saliamo con alcuni tornanti seguendo bolli e frecce rosse che indicano la direzione dalla quale proveniamo.
All'uscita dal bosco troviamo una vecchia casa sulla sinistra.
Poco più avanti incrociamo la sterrata descritta nel terzo itinerario (m. 1295). I segnavia indicano diritto: Resegone; a destra: Tironi Consoli, dietro:
Rifugio del Grande Faggio, Foo del Büs a ore 0.05.
Proseguiamo diritto con il sentiero in leggera salita. A sinistra, in basso ci sono alcuni ruderi mentre in alto vediamo il Rifugio Azzoni e la croce sulla
vetta del Resegone.
Continuiamo tra radi alberelli, poi ci abbassiamo leggermente in una conca prativa e risaliamo l'altro versante.
In piano raggiungiamo un bosco (m. 1315), lo superiamo e, in leggera salita, ci immettiamo su di una stradina. Andiamo a destra.
Superato un tratto in salita, vediamo davanti a noi il dosso in cima al quale sventola la bandiera del Rifugio Tironi Consoli.
Con un sentiero tra l'erba ci dirigiamo verso la bandiera alla cui sinistra è ben visibile un traliccio dell'alta tensione.
Troviamo poi un segnavia che indica un sentiero a destra con il quale aggiriamo il dosso a mezza costa e poi, in piano, raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 0.45 - Dislivello: m. 235
Data escursione: ottobre 2009
Quinto itinerario: da Brumano (passando per il Rifugio Resegone)
Con la provinciale 14 della Valle Imagna arriviamo a S. Omobono, maggior centro della vallata.
Nel centro del paese troviamo un bivio. Giriamo a sinistra lasciando la strada per Fuipiano che continua diritto (vedi il terzo e il quarto itinerario).
Prendiamo poi sulla destra Via Locatelli che, poco più avanti, diventa la provinciale 20.
Giunti a Brumano, troviamo sulla destra il municipio, poi a sinistra la strada che sale alla chiesa, e successivamente a destra il cimitero. Poco più
avanti parcheggiamo nella Piazzetta Carlo Vitari accanto all'acquedotto (m. 915).
A sinistra parte il sentiero. I segnavia indicano: Monte Resegone a ore 2.30 (sentiero n. 587), P. Passata a ore 2 (sentiero 576), Rifugio Resegone a
ore 1.
Passando accanto ad una nicchia nella quale vediamo una rappresentazione della deposizione dalla croce, saliamo alcuni gradini alla destra di una
casa. In basso a destra oltre la piazzetta vediamo un lavatoio.
In leggera salita superiamo alcune case e stalle poi prendiamo un sentierino a sinistra che con alcuni gradini sale tra prati e alcuni alberi.
A destra scorre un rivolo d'acqua che esce da un grosso tubo in cemento.
Attraversiamo una strada asfaltata (m. 935) e continuiamo con un sentiero in leggera salita. Alla destra c'è un'altra stradetta asfaltata chiusa da un
cancello grigio.
Poco più avanti, quando questa gira a destra, continuiamo diritto.
Superiamo due curve sinistra-destra e proseguiamo in salita con un sentiero nei prati tra case, stalle e cascine.
Poi il sentiero piega a destra e diventa una mulattiera.
In leggera salita, passiamo davanti ad una casa sulla facciata della quale ci sono tre meridiane (m. 965).
Dopo una curva verso sinistra continuiamo con un sentiero tra i prati e ritroviamo la strada asfaltata (m. 980). Andiamo a destra e subito percorriamo
un tornante sinistrorso. Vediamo due cartelli di legno appesi agli alberi sui quali leggiamo: "Rispetta la natura" e "Studia
la natura, ama la natura, stai vicino alla natura, non ti deluderà mai."
Ignoriamo sulla destra una strada privata, sterrata, chiusa da una catena.
In piano transitiamo sotto due cavi e raggiungiamo una casa, su un angolo della quale sono stati dipinti il segnavia a bandierina con il n. 13 e una freccia che
indica a diritto.
Pertanto, poco dopo, quando la strada effettua un tornante destrorso, continuiamo diritto con un ampio sentiero all'inizio del quale un cartello a forma di casetta
indica il Rifugio Alpinisti Monzesi, i suoi numeri di telefono e le date di apertura. Un altro cartello indica il Rifugio Resegone alla destra (m.
1000).
In leggera salita arriviamo al limitare di un bosco. Superiamo una semicurva verso destra seguita da una curva verso sinistra presso la quale, su di una base in
cemento, attraversiamo il letto di un ruscello che troviamo in secca.
In salita raggiungiamo una vecchia casa. Qui il sentiero gira a destra ed entra nel bosco (m. 1005).
Subito dopo troviamo un bivio ed un cartello che indica a sinistra La Passata, Rifugio Alpinisti Monzesi (sentiero 576) e a destra Rifugio e Monte Resegone (sentiero
587). Possiamo utilizzare entrambi i sentieri e scegliamo quello alla sinistra in quanto l'altro poco dopo torna ad immettersi sulla strada asfaltata.
Attraversiamo il bosco e poi usciamo in un grande prato (m. 1015) nel quale pieghiamo a destra dirigendoci verso una vecchia casa.
Poco prima di raggiungerla ci immettiamo su un più ampio sentiero e andiamo a sinistra.
Continuiamo quasi in piano al margine alto del prato. Sulla casa è dipinto un bollo bianco-rosso.
Poi giriamo a destra passando sotto i rami di un faggio secolare dove troviamo un tavolone in legno e relative panche (m. 1050).
Il sentiero prosegue tra gli alberi. Vediamo una panchina.
Percorriamo una curva verso destra.
Lasciamo a sinistra un cassottello verde.
Troviamo un paletto di ferro con un bollo bianco-rosso.
Continuiamo in leggera salita, nuovamente tra gli alberi.
Giriamo a destra e usciamo dal bosco.
Dopo pochi passi ci immettiamo sulla strada asfaltata, accanto ad una fontana con vasca in cemento e di fronte ad una grande casa sulla quale vediamo
un affresco raffigurante un cervo e un segnavia a bandierina con il n. 576 (m. 1065).
Seguiamo l'asfalto verso sinistra per un centinaio di metri, accompagnati da un muretto di pietre alla destra.
Raggiungiamo lo slargo a lato di Cà Emma e di una curva a destra dove troviamo una santella con una madonna (m. 1075).
Possiamo proseguire diritto con un sentiero o andare a destra con la strada. I due percorsi torneranno ad unirsi alle Cascine Zucchero.
a) Sentiero -
Alla Cà Emma abbandoniamo la strada asfaltata e proseguiamo diritto con il sentiero 576 alla cui destra c'è un'altra stradina sterrata.
Entriamo nel bosco e percorriamo alcuni brevi tratti in leggera discesa e quasi in piano.
Ad una biforcazione teniamo la destra ignorando l'altro sentiero che scende a sinistra. Un cartello indica di prestare attenzione ad un appostamento
per la caccia.
Passiamo tra due roccette poi, quasi in piano, percorriamo una curva verso destra.
Passiamo poi tra altre due roccette e proseguiamo in leggera discesa.
Torniamo a camminare quasi in piano.
Percorriamo una curva a sinistra in leggera salita.
Su di un faggio alla sinistra vediamo un cartello di legno con una scritta ormai illeggibile mentre su di una pietra vediamo il segnavia 576 a
bandierina (m. 1070).
Dopo una breve discesa e una curva a sinistra continuiamo in leggera salita.
Lasciamo a destra una bacheca con una cartina della zona a cura della Ersaf e proseguiamo quasi in piano con lievi saliscendi.
Più avanti ci immettiamo sull'Anello del Resegone. I segnavia indicano a sinistra: La Passata a ore 0.40, Rif. Alpinisti Monzesi a ore 1.20; a destra:
I Castelli - carbonaia a ore 1, Sorgente Forbesette a ore 1.20, Rifugio Resegone a ore 0.30; dietro: faggio monumentale a ore 0.15, Brumano a ore
0.30. Andiamo a destra (m. 1075).
Poi in salita troviamo un cartello che indica il divieto di caccia. La pendenza diminuisce.
Quasi in piano, dapprima giriamo a sinistra e poi percorriamo una ampia curva a destra (m. 1085).
Dopo una curva a sinistra ignoriamo un sentiero con bolli gialli che scende a destra.
Proseguiamo in salita e vediamo su di un albero il segnavia DOL a bandierina e un segmento giallo.
Ad un altro bivio andiamo a destra (m. 1110).
Percorriamo una curva a sinistra e poi un ampio tornante destrorso camminando su pietrisco.
Raggiungiamo un altro bivio (m. 1120). Su di un albero vediamo una freccia ricurva verso sinistra e una bandierina DOL. Andiamo a sinistra passando
accanto ad una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.
La pendenza aumenta e continuiamo con delle serpentine.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire. Percorriamo un tornante destrorso.
Al successivo bivio troviamo una palina con le seguenti indicazioni: Cascine Zucchero m. 1163; a destra: Anello del Resegone, i Castelli - carbonaia a
ore 0.50, Forbesette a ore 1.10, dietro: La Passata a ore 0.45, Valcava (fine DOL) a ore 3.45.
Andiamo a destra e raggiungiamo le vecchie cascine dove ritroviamo la variante "b" che arriva da destra e continuiamo diritto.
b) Strada -
Ignoriamo il sentiero che continua diritto verso La Passata (segnavia 576) e giriamo a destra seguendo la strada (segnavia 589) che è chiusa da una catena per
impedire il transito dei veicoli.
Percorriamo una curva verso sinistra e una semicurva verso destra.
Camminiamo con un bosco alla sinistra ed un prato alla destra. La pendenza aumenta un poco.
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Di fronte a dei cavi della corrente, in leggera salita percorriamo un tornante destrorso. Ora alla sinistra, per un breve tratto, c'è un muretto.
La strada diventa sterrata. Presso un tornante sinistrorso aggiriamo una cascina e ignoriamo un sentiero che prosegue diritto
tra i prati (m. 1125).
Percorriamo un tornante destrorso, transitiamo sotto i cavi dell'alta tensione e trascuriamo un sentiero che, poco più in basso a sinistra, entra nel bosco.
Proseguiamo con il fondo in cemento.
Presso un tornante destrorso ignorando un sentiero che continua diritto. La strada torna sterrata.
Cominciamo a trovare delle canaline in cemento per lo scolo dell'acqua di traverso al percorso (m. 1145).
Usciamo dal bosco.
Con maggiore pendenza continuiamo verso un traliccio ma, prima di raggiungerlo, la sterrata compie un tornante sinistrorso molto ampio. In basso a destra vediamo
la cascina che abbiamo aggirato poco prima.
Subito percorriamo un ampio tornante destrorso.
La pendenza diminuisce.
Poco dopo, presso una semicurva verso sinistra, in un prato poco sotto alla sinistra vediamo un cassottello verde utilizzato come appostamento per la caccia.
Dopo una curva verso destra raggiungiamo le Cascine
Zucchero (m. 1163).
Sulla facciata del primo edificio, Cà di Felice, una targa riporta una frase tratta da "Il tuo sorriso" di Rabindranath Tagore: "Se qui arrivo, possa
l'animo facilmente prendere da ogni luogo in un flusso senza fine i tuoi rivi di eterna gioia".
Aggirata la casa alla destra, ci troviamo di fronte il percorso della variante "a" e continuiamo verso destra.
--
Dopo che i due percorsi si sono riuniti alle Cascine Zucchero, proseguiamo in salita. Un segnavia indica il Rifugio Resegone.
Lasciamo a sinistra un baitello e una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.
Dell'acqua esce da un tubo, situato nella parte alta di un baitello, e cade in una vasca. Sul muro vediamo il segnavia 589 e una freccia rossa (m. 1175).
Entriamo in un bosco.
Percorriamo un tratto quasi in piano su di un ampio sentiero (m. 1185).
Superiamo delle semicurve: sx-dx-sx-dx.
In leggera salita, raggiungiamo un casello dell'acquedotto ed una vasca piena d'acqua (m. 1200). I segnavia indicano a sinistra il sentiero 589 e
diritto il Palio. Qui la sterrata termina.
Proseguiamo diritto, quasi in piano, con un sentiero.
Percorriamo un lungo tratto alternando vari brevi saliscendi, inizialmente perdendo un po' di quota e poi recuperandola.
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire generalmente con poca pendenza e con un paio di strappi più decisi.
Più avanti, in alto a sinistra tra gli alberi, cominciamo a intravedere il Rifugio Resegone.
In leggera salita, passiamo sotto i cavi dell'alta tensione.
Dalla destra arriva un altro sentiero da Brumano. I segnavia indicano,
- diritto (segnavia 587): Rifugio Resegone h 0:05, Rifugio Luigi Azzoni h 1:50, Monte Resegone (Punta Cermenati) h 2:00;
- dietro-destra (segnavia 587): Brumano h 0:50;
- dietro (segnavia DOL): La Passata h 1:20.
Proseguiamo diritto (m. 1240). Saliamo alcuni gradini passando accanto ad un paletto con un bollo bianco-rosso. Alla sinistra c'è un traliccio.
Ci immettiamo su di una sterrata che, salendo, effettua un tornante destrorso. Il Rifugio Resegone (m. 1265) è ben visibile in alto ai prati alla
sinistra ed è raggiungibile in pochi minuti. Andiamo invece a destra in leggera discesa attorniati dai prati.
Continuiamo tra gli alberi e ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso e proseguiamo in discesa (m. 1240).
In leggera discesa superiamo un tornante destrorso. Alla destra abbiamo gli alberi, alla sinistra ci sono dei prati e in alto vediamo due cascine
(m. 1230).
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1225).
In alto alla sinistra vediamo una cascina.
Dopo una curva verso destra proseguiamo quasi in piano nel bosco (m. 1220).
Superiamo una semicurva verso sinistra.
In lievissima discesa percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio.
Superiamo un tratto in leggera discesa.
Passiamo accanto ad una stanga che impedisce il passaggio agli automezzi.
Un rivolo attraversa la strada (m. 1215).
Poi con una curva a destra e una breve salita andiamo ad immetterci sulla sterrata descritta nel terzo itinerario (m. 1220). Un cartello indica dietro
il Rifugio Resegone a ore 0.15.
Continuiamo pertanto come precedentemente descritto.
Tempo impiegato: ore 1.45 - Dislivello: m. 490 -30
Data escursione: marzo 2014
Sesto itinerario: da Fuipiano (per i Tre Faggi, i Canti e lo Zucco di Valmana) sent. 579A + 571
Con la provinciale 14 della Valle Imagna arriviamo a S. Omobono.
Nel centro del paese lasciamo la provinciale 14 che gira a sinistra e continuiamo diritto con la provinciale 18 verso Fuipiano.
Qua giunti, attraversiamo il paese tenendo sempre la via principale e arriviamo in Piazza Europa.
In fondo alla piazza giriamo a destra in Via Milano, la strada che sale verso l'acquedotto.
Un centinaio di metri prima di raggiungerlo, lasciamo la macchina in uno slargo alla sinistra (m. 1145).
Ci incamminiamo, in leggera salita, passando tra due case recintate, una di colore bianco e l'altra giallo chiaro.
Dopo un breve tratto, alla destra troviamo l'acquedotto, una bacheca con una cartina della zona e alcuni segnavia che indicano davanti: Zuc di
Valmana, I Canti (n. 579); Tre Faggi (579A), Alpe Regionale Costa del Palio per strada sterrata agriturismo a ore 1. Sul guard-rail alla sinistra
della strada vediamo il segnavia 579 a bandierina.
Poco dopo la strada si biforca e prosegue alla sinistra quasi in piano e alla destra in leggera salita. Non ci sono indicazioni e andiamo a destra.
Entriamo nel bosco (m. 1155).
Vediamo un bollo bianco rosso su di un faggio che conferma la giusta direzione.
Percorriamo una curva a destra all'esterno della quale ci sono dei massi sistemati come paracarri. Gli alberi diventano radi (m. 1165).
Nel prato alla destra vediamo due tavoli in legno e relative panche.
Raggiungiamo una croce con tettuccio, recintata da una staccionata (m. 1175). Qui la strada si divide e i segnavia indicano a sinistra con il percorso
579: Zuc di Valmana, I Canti; a destra con il 579A: I Tre Faggi. Il percorso alla sinistra è più breve ma scegliamo l'altro in modo da poter visitare
anche i Tre Faggi e pertanto andiamo a destra.
Dopo una curva a sinistra, per un tratto alla sinistra ci accompagna un muretto di pietre. Percorriamo altre curve.
Proseguiamo quasi in piano. Alla destra vediamo una casa in un prato recintato. Alla sinistra ci sono un tavolo con panche di legno e una sterrata che
sale tra gli alberi (m. 1195).
L'asfalto termina. Proseguiamo in salita su fondo sterrato. Su di un faggio vediamo il segnavia 579A a bandierina.
Torniamo a camminare quasi in piano. Alla destra ci sono un tavolo con panche ed una grande vasca con l'acqua. Un cartello avverte di non toccare i
cuccioli degli animali, che dovessimo incontrare durante il cammino, perché così facendo la loro madre non li riconoscerebbe più e sarebbero
condannati a morte certa (m. 1210).
Ignoriamo due sterrate parallele (la prima è chiusa da un cancello) che scendono alla destra.
Riprendiamo a salire e dopo un tratto ancora asfaltato, torniamo a camminare su sterrato (m. 1225).
Di traverso al percorso, troviamo delle canaline di legno per lo scolo dell'acqua, quasi tutte però sono piene di terra.
Dopo una curva a sinistra ignoriamo una sterrata che si stacca alla destra e proseguiamo diritto ancora su asfalto (m. 1240).
Un centinaio di metri più avanti la strada torna ad essere sterrata. Qui trascuriamo una stradina che sale a destra e proseguiamo diritto. Su di un
albero vediamo un bollo bianco rosso (m. 1250).
Percorriamo una curva a destra all'esterno della quale c'è un masso (m. 1265).
Vediamo il segnavia 579A su di un faggio. Con minore pendenza percorriamo alcune semicurve poi riprendiamo a salire (m. 1280).
Subito dopo una curva a sinistra, la strada si divide e i segnavia indicano i Tre Faggi sia alla sinistra (579A) che alla destra. Andiamo a sinistra (m. 1290).
Presso una curva a destra usciamo dal bosco (m. 1310).
Poi giriamo a sinistra. Ora alla sinistra c'è un muretto sul quale vediamo il segnavia 579A. In basso a destra ci sono una pozza recintata ed un
tavolo di legno con relative panche.
Subito ignoriamo una stradina che sale a sinistra e proseguiamo diritto con poca pendenza. Alla destra ci sono dei prati.
Percorriamo un ampio tornante destrorso (m. 1325).
Alla destra vediamo il lato opposto della Valle Imagna e i tralicci di Valcava.
Percorriamo una curva a sinistra (m. 1335). In basso alla destra vediamo un rudere e lontano davanti una vecchia cascina. Qui la sterrata termina.
Seguendo dei bolli bianco rossi dipinti su alcune pietre, proseguiamo diritto e attraversiamo un prato. Alla destra c'è un rudere. Dietro la vista
spazia fino al Resegone.
Arrivati all'inizio di un bosco, senza entrarvi giriamo a destra (m. 1360).
Troviamo poi un segnavia dipinto su di una pietra che invita a piegare a sinistra (m. 1370).
Dopo pochi passi quasi in piano torniamo a salire.
Il sentiero si biforca all'entrata del bosco. Teniamo la destra e, poco dopo, un bollo bianco rosso conferma la giusta direzione (m. 1380).
Al bivio successivo, sempre seguendo le indicazioni, andiamo ancora a destra.
Usciamo dal bosco (m. 1390). Giriamo a sinistra con un tornante tra l'erba e subito vi rientriamo.
Arriviamo ad un'altra biforcazione dove, trascurato il sentiero che prosegue diritto, prendiamo l'altro che inizia con uno zig-zag destra-sinistra (m. 1395).
Percorriamo un tornante destrorso e vediamo il segnavia 579 A.
Alla sinistra sale un sentiero contrassegnato dal n. 571. Seguendo i bolli bianco-rossi proseguiamo diritto quasi in piano. Alla destra ci accompagna
una fila di pietre.
Ad una biforcazione teniamo la sinistra lasciando l'altro sentiero che conduce ad una casa (m. 1405).
Costeggiamo una staccionata alla destra della quale c'è una cascina.
Poi in leggera discesa arriviamo al termine della recinzione.
Continuiamo quasi in piano. In basso alla destra ci sono i grandi prati di Pralongone nei quali vediamo alcune case, cascine e baitelli sparsi.
Davanti vediamo i Tre Faggi allineati tra loro, con i tronchi ondulati e i rami intrecciati come fossero ballerini danzanti. Subito dopo alla destra
c'è una cappella con la statua di una madonna, circondata da pilastrelli di pietra. Poco distante ci sono anche dei baitelli e dei ruderi. Il panorama
spazia su tutta la vallata. Il luogo ha qualcosa di mistico e di poetico. Sostiamo un attimo (m. 1393).
I segnavia indicano dietro a sinistra con il sentiero 571: I Canti, Cascina Piazzacava; dietro con il sentiero 579A: Fuipiano; davanti: Fuipiano.
Una freccia, dipinta sulla roccia e rivolta verso l'alto indica il sentiero 571. Saliamo per un breve tratto aiutandoci con le mani e iniziamo così a
percorrere la lunga cresta dello Zucco di Pralongone. Inizialmente alla sinistra c'è il prato e alla destra il bosco.
Poi entriamo nel bosco e saliamo ripidamente, seguendo i bolli bianco-rossi, camminando lungo l'ampio crinale.
Il sentiero si divide in due tracce parallele e poi si ricompone.
In leggera salita attraversiamo un prato. Su di una pietra alla sinistra vediamo il segnavia 571 (m. 1450).
Rientriamo nella faggeta e troviamo vari segnavia dipinti sugli alberi e sulle pietre (m. 1465).
Percorriamo un lungo tratto dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Vediamo il segnavia 571 su di un albero. Poco dopo alla destra c'è una roccia (m. 1475).
Continuiamo quasi in piano, sempre in cresta. Due cartelli indicano le "Zona di caccia A e B". Alla sinistra c'è un paletto in cemento.
Riprendiamo a salire. Il sentiero si biforca e, seguendo i bolli, con uno zig-zag sinistra-destra, ci spostiamo un poco alla sinistra della cresta.
Dopo un tratto con poca pendenza continuiamo quasi in piano (m. 1485).
Con pochi passi in discesa ci abbassiamo in un avvallamento alla destra. Vediamo il segnavia 571 con due frecce che indicano entrambe le direzioni e
risaliamo il lato opposto attraversando un prato dove troviamo un picchetto dipinto in alto di bianco e rosso.
Passiamo tra alcune rocce (m. 1495).
Dopo alcuni passi in leggera discesa riprendiamo a salire con alcune serpentine seguendo il crinale.
Percorriamo un breve tratto quasi in piano (m. 1510).
Torniamo a salire con il sentiero incassato tra l'erba.
Continuiamo poi quasi in piano tra bassi faggi e alcune roccette (m. 1520).
Su di un cartello leggiamo: "Zona faunistica delle Alpi".
Terminati gli alberi, lasciamo a sinistra una buca nel terreno e proseguiamo quasi in piano sempre lungo il crinale.
Aggiriamo un dossetto verso destra e subito torniamo in cresta. Alla sinistra vediamo alcuni pinnacoli e una guglia appuntita.
Ora scendiamo passando tra pietre franate.
Poi la pendenza aumenta. Al termine della discesa attraversiamo un gruppo di alberi (m. 1505).
Riprendiamo a salire tra erba e pietre e arriviamo ad un bivio dove c'è anche un ometto. Ignoriamo il sentiero che si stacca alla destra e proseguiamo
diritto, quasi in piano, tra faggi, pietre e roccette. Vediamo il segnavia 571 (m. 1510).
Saliamo con delle serpentine verso una roccetta e la raggiungiamo (m. 1525).
Continuiamo lungo la cresta con un tratto in leggera salita, uno in discesa tra l'erba ed un altro quasi in piano.
In lontananza, davanti verso destra, vediamo la Madonnina dei Canti.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra ci sono delle rocce con una scritta poco leggibile in azzurro che parrebbe "Ave Maria".
Dopo un breve ripido tratto in discesa, saliamo e scendiamo scavalcando una gobbetta.
Torniamo a salire e poi continuiamo quasi in piano tra erba e faggi.
Il sentiero si divide e subito si ricompone.
Dopo un tratto in salita, con minore pendenza attraversiamo un prato. In alto a destra vediamo la madonnina.
Il sentiero marcato dai bolli prosegue diritto. Facciamo però una piccola deviazione e prendiamo un altro sentiero che sale ripidamente alla destra.
Con alcuni zig-zag raggiungiamo la Madonnina dei Canti collocata su di una base di pietra. Ai suoi piedi, su di una lastra in metallo, leggiamo una
preghiera (m. 1563).
Dalla cima, giriamo a sinistra e scendiamo con un altro sentiero.
Lasciamo a sinistra un dossetto erboso e continuiamo a scendere tra l'erba.
Raggiungiamo una paletto sul quale il segnavia 571 e una freccia indicano a sinistra Fuipiano (m. 1535). Andiamo a sinistra.
Ora la discesa è ripida. Passiamo accanto ad un picchetto bianco rosso e seguiamo pallide tracce tra l'erba.
Arrivati davanti ad una parete rocciosa che scende verticalmente, seguendo i bolli pieghiamo a destra ed entriamo in una faggeta (m. 1480).
La pendenza diventa meno ripida. Poi diminuisce ancora.
Su di una pietra/ometto vediamo il segnavia 571 (m. 1450).
Continuiamo quasi in piano e troviamo un altro ometto di pietre che ci fa spostare verso sinistra (m. 1415).
Proseguiamo dapprima in lievissima discesa e poi con maggiore pendenza.
Arriviamo alla Bocca di Grassello dove usciamo dal bosco e troviamo una pozza sulla sinistra (m. 1390).
Subito rientriamo nel bosco, riprendiamo a salire e arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano diritto con il sentiero 579 che inizia incassato tra
due pareti: Fuipiano Imagna a ore 0.30; a destra con il sentiero 571: Passo del Palio a ore 1.20; dietro: I Canti a ore 0.40. Andiamo a destra in
salita tra i faggi.
Dopo un breve tratto quasi in piano, saliamo ripidamente a zig-zag.
Poi la pendenza diminuisce (m. 1425).
Percorriamo un tornante destrorso presso il quale vediamo il segnavia 571 (m. 1435).
Superiamo una curva verso destra.
Ci immettiamo su di una sterrata, nel punto in cui questa effettua un tornante destrorso, e proseguiamo diritto in salita (m. 1450).
La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1460).
Poi percorriamo un tratto con poca pendenza ed un altro in salita (m. 1480).
Proseguiamo quasi in piano ed andiamo ad immetterci su di un'altra sterrata che davanti a noi effettua un tornante (m. 1500). La seguiamo verso
destra. Davanti vediamo il Resegone.
Poco dopo sulla destra troviamo la Malga Cucco.
Il nostro percorso prosegue verso sinistra ma, alla destra, un sentiero si dirige verso la cima dello Zucco di Valmana. Decidiamo di fare una piccola
deviazione. Prendiamo questo sentiero, che sale girando in senso orario, e raggiungiamo la croce di ferro sulla cima (m. 1545).
Dopo una breve sosta per le foto di rito, torniamo alla Malga Cucco e riprendiamo il nostro cammino (m. 1502).
Scendiamo tra i prati seguendo pallide tracce di sentiero e lasciando una baita alla sinistra.
Al termine della discesa, cominciamo a risalire un colletto erboso (m. 1485).
Man mano che saliamo davanti vediamo apparire il Resegone.
Arrivati in cima, su di una pietra vediamo il segnavia 571 (m. 1500).
Continuiamo diritto scendendo l'opposto versante. In basso a destra vediamo gli edifici dell'agriturismo Costa del Palio di proprietà della Ersaf.
Poi con maggiore pendenza arriviamo al termine della discesa (m. 1455).
Ora risaliamo, in modo abbastanza ripido, il successivo colle, anch'esso completamente erboso. Salendo vediamo rispuntare poco alla volta il Resegone,
non davanti ma un poco più alla sinistra.
Arriviamo in cima (m. 1485).
Proseguiamo in lievissima discesa. In basso a destra vediamo una grande pozza e l'agriturismo Costa del Palio.
Pieghiamo leggermente a destra tenendoci sul crinale.
Raggiunta la pozza, prendiamo uno dei due sentieri che scendono verso sinistra quasi in parallelo (quello più a destra scorre in alto rispetto all'altro).
Al termine della discesa i due sentieri si uniscono (m. 1430). In basso alla destra vediamo la sterrata che proviene dal Morterone. Ignoriamo un
sentiero che alla sinistra procede a mezza costa e continuiamo diritto dapprima quasi in piano e poi in leggerissima salita sempre camminando verso il
Resegone.
Raggiungiamo un'altra cimetta (m. 1440).
Proseguiamo in leggera discesa. Davanti, in lontananza, vediamo il traliccio dell'alta tensione situato nei pressi del rifugio.
In discesa raggiungiamo una piccola pozza (m. 1415).
Riprendiamo a salire verso un altro colletto erboso. In basso alla destra vediamo le case sparse di Morterone.
Arrivati sulla sommità (m. 1430) proseguiamo dapprima in discesa e poi quasi in piano. In basso a sinistra vediamo una pozza.
Continuiamo in lievissima discesa fino ad arrivare in basso (m. 1420).
Poi riprendiamo a salire.
Sul dosso successivo (m. 1425) troviamo un ometto cilindrico con un disco sul quale sono indicati monti e località visibili, la loro altezza e la
direzione nella quale bisogna guardare. In senso orario: Monte Sornadello 1580 m, Monte Ubione 895 m, Frazione Roncola 854 m, Monte Albenza 1392 m,
Monte Tesoro 1432 m, Passo Pertus 1193 m, Monte Ocone 1363 m, Corna Camozzera 1452 m, Cima Quarenghi 1559 m, Cima di Piazzo 1637 m, Pizzo di Brumano
1758 m, Daina 1864 m, Torre di Valnegra 1852 m, Vetta Cermenati 1875 m, Punta Stoppani 1849 m, Il Dente 1810 m, Cima Pozzi 1810, Pan di Zucchero 1754
m, Pizzo di Morterone 1747 m, Passo del Giuff 1529 m, Grignetta 2178 m, Monte Duemani 1657 m, Grignone 2409 m, Monte Muggio 1799 m, Cima di Muschada
1458 m, Monte Legnoncino 1714 m, Cimone di Margno 1801 m, Monte Legnone 2609 m, Pizzo Cornagera 2049 m, Zuc di Cam 2192 m, Zucco Orscellera 1856 m,
Culmine S. Pietro 1350 m, Zuccone Campelli 2159 m, Zucco di Maesimo 1663 m, Cima Piazzo 2057 m, Monte Sodadura 2010 m, Monte Araralta 2006 m, Monte
Pagherolo 2369 m, Monte Vendulosa 1999 m, Monte Cancervo 1803, Zuc di Valbona 1546 m, I Canti 1563 m.
Ora scendiamo verso il Passo del Palio dove vediamo la sterrata proveniente da Morterone, che ci accompagnava in basso a destra, girare a sinistra e
proseguire in discesa verso la Valle Imagna.
Poco prima di arrivare al passo, quasi in piano, passiamo accanto ad una vasca abbeveratoio scavata in un tronco e ad un tavolo in legno con relative panche.
Attraversiamo la sterrata (m. 1360). Vari segnavia indicano diritto: Monte Resegone con il sentiero 571 a ore 1.30, Rifugio-agriturismo Tironi
Consoli; a sinistra: Brumano con il sentiero 577 a ore 1.20, Fuipiano con il sentiero 577-578 a ore 0.50, Rifugio del Grande Faggio; a destra:
Morterone; dietro: Passo del Grassello con il sentiero 571 a ore 1.30.
Attacchiamo l'ultimo panettone erboso. Inizialmente la pendenza è scarsa.
Passiamo accanto ad un palo infisso tra un mucchietto di pietre.
Lasciamo a sinistra una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.
Alla destra, accanto ad un picchetto con i colori rosso-bianco-rosso, si stacca il sentiero per Morterone che aggira il colle. Continuiamo diritto (m. 1375).
La pendenza aumenta e ben presto diventa ripida.
Alla sinistra troviamo un solitario albero al quale è stato appeso un cartello che indica il divieto di caccia (m. 1395).
Arriviamo in cima e vi troviamo il sostegno per una teleferica ed un bollo bianco rosso su di una pietra (m. 1415). Davanti in basso vediamo una pozza e il rifugio.
Pieghiamo a destra e in leggera discesa raggiungiamo un traliccio.
Proseguiamo in discesa passando sotto ai cavi dell'alta tensione.
Al termine della discesa (m. 1400) ignoriamo il successivo dosso davanti a noi, sul quale sventola la bandiera del rifugio, e con un tornante giriamo a sinistra.
Qui inizia una sterrata con la quale, con minore pendenza, ripassiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Lasciamo a destra la pozza che avevamo visto dall'alto e poi la aggiriamo con un tornante destrorso (m. 1390).
In discesa passiamo nuovamente sotto ai cavi.
Percorriamo una curva a sinistra passando accanto ad una zona recintata e raggiungiamo il rifugio (m. 1375).
Tempo impiegato: ore 3.30 - Dislivello: m. 750 -520
Data escursione: maggio 2015
Nota: Per il ritorno conviene percorrere a ritroso il terzo o il quarto itinerario. Giunti sulla strada asfaltata che collega Brumano a
Fuipiano, la si segue verso sinistra. A Fuipiano non resta che prendere a sinistra Via Milano e salire fino all'acquedotto per recuperare la macchina.
Volendo si potrebbe parcheggiare in Piazza Europa, il che comporta un ulteriore tratto in salita iniziale all'andata che però si evita al ritorno.
Escursioni partendo dal Rifugio:
- al Rifugio Azzoni (m. 1860) in ore 1.30
- al Passo del Palio (m. 1360) in ore 0.15
- al Passo Grassello (m. 1390) in ore 1.45
- alla Calchera-Carbonaia in ore 0.20
- alle Forbesette (m. 1378) in ore 0.30
- alla Passata in ore 1.40
- al Pertüs in ore 2.40
- a Valcava (fine DOL) in ore 4.40
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