Rifugio S.E.L. Rocca Locatelli
- Altezza: m. 1278
- Gruppo: Valsassina
- Ubicazione: Resinelli
- Comune: Abbadia Lariana - LC
- Carta Kompass: 91 D6 - 105 B6
- Coordinate Geografiche: 45°54'01.40"N 9°23'33.00"E
- Gestori: Mauro Cariboni e Fabio De Rocchi
- Telefono gestore: Mauro 339 1344559 - Fabio 347 8918892
- Telefono rifugio: 0341 590286
- Posti letto: 24
- Apertura: dal mercoledì alla domenica
- Pagina aggiornata il: 29/09/2018
Il Rifugio S.E.L. Rocca Locatelli è situato di fronte al grattacielo dei Resinelli, all'estremità meridionale dell'altopiano.
E' un rifugio centenario, essendo stato inaugurato nel 1908, quando non esisteva la carrozzabile che sale da Ballabio; a quei tempi era situato all'incirca a
metà percorso tra il fondovalle e la cima della Grignetta.
Primo itinerario: in auto
Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova ss 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, imbocchiamo la strada che con 14 tornanti conduce ai Piani Resinelli (m. 1278). Superato
l'ampio parcheggio continuiamo con la via Escursionisti. Alla chiesetta giriamo a sinistra; poco dopo troviamo un cartello di divieto di accesso. Qui giriamo a
destra e facciamo un giro ad anello che passa accanto al grattacielo (Piazzale delle Miniere) e al rifugio S.E.L. per poi ritornare al punto di partenza.
Secondo itinerario: da Laorca lungo la Val Calòlden
Questo percorso, contrassegnato con il numero 2 e bandierine di colore giallo-bianco-rosso, è il vecchio itinerario per salire ai Piani Resinelli. Era assai
frequentato prima che fosse costruita la strada asfaltata; ora può capitare di percorrerlo in perfetta solitudine.
Risaliremo la stretta e selvaggia Val Calolden chiusa tra le pareti del Coltignone a sinistra e della Costa Dorna (o Adorna) a destra.
Salendo da Lecco verso la Valsassina con il vecchio tracciato della provinciale 62 arriviamo a Laorca. Verso la fine dell'abitato, al tornante successivo al
capolinea dell'autobus (linea 1), giriamo a sinistra imboccando via Paolo VI e giungendo così al bivio con la via Pacinotti dove parcheggiamo la macchina (m.
478).
Ignoriamo il sentiero in salita per il Pizzo Boga, Coltignone e Corna Medale e ci avviamo in piano lungo via Pacinotti.
Superata una cappelletta con un dipinto della Madonna presso uno slargo (Piazzo di Pomedo), continuiamo in lieve discesa fino al Ponte di Pomedo.
Qui sulla sinistra inizia l'ampia mulattiera che risale la Val Calolden.
In alternativa, se c'è posto, possiamo anche lasciare la macchina al tornante della provinciale (m. 465) e imboccare una stradina che sale alla destra del
torrente. Superato un lavatoio ed il ponte di Pomedo troviamo di fronte a noi l'inizio della mulattiera.
Ci incamminiamo dunque lungo la mulattiera in salita avendo alla nostra sinistra un muro di recinzione e a destra il torrente Calolden.
Superiamo un tratto con una protezione metallica verso destra e poi un pollaio a sinistra.
Tra cespugli e alberelli raggiungiamo un bivio dove c'è un dipinto di forma triangolare raffigurante una madonnina bianca su fondo azzurro. Due cartelli
indicano a sinistra la Val Calolden e a destra la Costa Dorna (m. 515).
Andiamo a sinistra. Superiamo un prato e una casa con la scritta ALGE. Il sentiero si fa più stretto.
Saliamo alcuni gradini di pietra ed entriamo nel bosco. Alla nostra destra c'è sempre il torrente.
Troviamo una sorgente a sinistra con un filo d'acqua che esce da un tubicino.
Dopo alcuni gradini in legno e pietra, una freccia gialla rivolta verso destra indica di attraversare il torrente (m. 585).
Abbiamo trovato il torrente, qui come altrove, completamente privo d'acqua e pertanto attraversarne il letto in secca non è mai stato un problema.
Sull'altro lato continuiamo abbastanza ripidamente tra pietre e pali in legno che fanno da gradino.
Raggiunta una bacheca con un cartellone che spiega gli aspetti geologici della valle, dobbiamo riattraversare il Calolden tornando sulla sponda sinistra (m.
615).
Troviamo un'altra freccia gialla che indica la nostra direzione di marcia. Poi ci avviciniamo alla parete di sinistra salendo ripidamente.
Superiamo un masso con la scritta S.E.L. in rosso. Più avanti la pendenza diminuisce.
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra segnalato con una freccia rossa e una scritta su un masso (INPI o INFI).
Continuiamo diritto con percorso meno ripido. In questo tratto il sentiero è più alto rispetto al torrente.
Pochi passi in salita ci portano ad un altro attraversamento del torrente verso destra (m. 795).
Sull'altra sponda troviamo un bivio. Una scritta su un masso indica a destra una sorgente. Continuiamo invece a sinistra in salita lungo il torrente.
Saliamo ripidamente. Poi percorriamo alcuni passi in piano e riprendiamo subito a salire.
Passiamo accanto a due grossi faggi; in questo tratto il bosco è più rado.
Ora saliamo ripidamente verso il versante destro della valle.
Superiamo una lastra di roccia con la scritta APE (m. 910). Il sentiero si divide e riunisce subito.
Dopo pochi passi in piano riprendiamo a salire in modo assai ripido.
Superata senza problemi una facile roccetta (m. 965), continuiamo con poca pendenza. Poi il sentiero gira a destra e riprende a salire.
Con un tratto con minore pendenza passiamo accanto ai ruderi del baitello Paradiso (m. 1040), poi torniamo a salire ripidamente.
Il sentiero si sdoppia in due rami che corrono paralleli per un po' e poi tornano a riunirsi.
Superiamo un ruscelletto con un rivolo d'acqua e saliamo faticosamente a zig-zag.
Alzando gli occhi possiamo vedere in alto la pineta situata non lontano dal rifugio S.E.L. e renderci conto del dislivello che rimane da superare.
Alcune rocce fanno da gradino agevolandoci in cammino.
Per un breve tratto in alto a sinistra vediamo il grattacielo situato di fronte al rifugio (m. 1130).
Ora il percorso è meno ripido. Quasi in piano superiamo il letto in secca di un ruscello che arriva da destra.
A sinistra invece, se ci fosse acqua, potremmo ammirare una cascata originata da un salto del torrente.
Poco dopo raggiungiamo una casa diroccata (m. 1170). Una scritta su un sasso indica Laorca e Lecco alle nostra spalle; una palina con un segnavia segnala la
prosecuzione a sinistra verso il rifugio S.E.L.; a destra invece c'è una casa.
Continuiamo con poca pendenza poi riprendiamo a salire andando verso sinistra. Lontano si vedono le prime case dei Resinelli.
Raggiungiamo un bivio dove non troviamo alcun segnavia e andiamo a sinistra in piano (m. 1195).
Poco dopo, l'assenza degli alberi alla nostra sinistra consente una vista panoramica sui Corni del Nibbio e su Lecco.
Riattraversiamo il torrente a monte della cascata. Come sempre, in mancanza di acqua, senza alcun problema. Comunque c'è una fune di colore verde che è
possibile far scorrere nelle nostre mani.
Poco dopo raggiungiamo l'ingresso di una miniera. Un cartello indica gli orari in cui è possibile visitarla (domenica 10-12; 15-18 - altri giorni su
prenotazione tel. 0341 240724/701600).
Continuiamo in salita con una protezione verso sinistra. Lasciamo poi questo sentiero per salire a destra con gradini di legno.
Percorriamo un tratto in piano e riprendiamo a salire con altri gradini di legno. In alcuni tratti c'è anche un corrimano utile sia come appoggio che come
protezione a valle. Proseguiamo in leggera salita con bella vista sui Corni del Nibbio alla nostra sinistra.
Saliamo un'altra scala di legno con annesso ponticello e poi dei gradini di cemento.
Passiamo tra una pista rotonda in cemento a sinistra e un campo da tennis a destra. Ci sono anche tre panche e una fontana asciutta. Davanti a noi vediamo il
grattacielo e il rifugio.
Superiamo un cartello che indica l'Alta Via delle Grigne e la Val Calolden nella direzione dalla quale proveniamo e raggiungiamo il rifugio S.E.L.
Tempo impiegato: ore 2.00 - Dislivello: m. 800
Data escursione: ottobre 2007
Terzo itinerario: da Rongio (sentiero 12+5)
Lasciamo la statale 36 al km. 57.5 per prendere la provinciale 72 che segue il Lago di Lecco.
Alla prima rotonda di Mandello (km. 61.2) giriamo a destra (Via Parodi) passando sotto il ponte della ferrovia e continuiamo fino al termine della strada.
Poi voltiamo a destra (Via Combattenti), aggiriamo la chiesa di San Zenone e arriviamo al cimitero.
Continuiamo verso sinistra con Via per Maggiana e la seguiamo fino a trovare la deviazione a sinistra per Rongio e Luzzeno (Via Segantini).
Percorriamo tutta la Via Segantini fino al termine (circa km 1.6) e arriviamo alla piazzetta di Rongio (Piazza S. Antonio) dove lasciamo la macchina (m. 398).
Nel caso lo spazio fosse già interamente occupato possiamo parcheggiare un centinaio di metri prima sulla destra.
Ci incamminiamo e, dopo aver percorso pochi metri lungo Via Rossana, troviamo un'altra piazzetta sulla sinistra. Qui, accanto ad una fontana, c'è una
palina segnavia che indica i sentieri che possiamo percorrere; a sinistra: 14 verde (Rifugio Elisa - Buco di Grigna - Traversata alta) e 18 verde
(Gardata - Alpe Cetra - Rifugio Bietti); a destra: 12 verde (Colonghei - Piani Resinelli - Rifugio Rosalba), 13 verde (Versarico - Rifugio Rosalba),
13 B blu (Zucco di Manavello).
Continuiamo pertanto sulla destra lungo Via Rossana, una strada asfaltata inizialmente in leggera salita.
Subito troviamo un cartellone giallo che segnala il sentiero 12 per Colonghei, Piani Resinelli, Rifugio Rosalba e il sentiero 13 per il Rifugio
Rosalba.
Continuiamo in modo abbastanza ripido. Superata l'ultima casa di Rongio, la strada si restringe e diventa una mulattiera acciottolata (m. 430).
Ignoriamo un sentiero a sinistra ed entriamo nel bosco.
In salita arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano diritto con il sentiero 13: Versarico, Rifugio Rosalba; a destra con il sentiero 12: Colonghei,
Piani Resinelli, Rifugio Rosalba; a destra con il sentiero 13 B: Zucco di Manavello. Un cartello indica il divieto di transito agli automezzi.
Andiamo a destra e saliamo in modo abbastanza ripido con una mulattiera a gradini.
Incrociamo un sentierino.
Percorriamo una curva a sinistra (m. 450).
Dietro alla sinistra, è visibile una piccola porzione del Lago di Lecco.
Superiamo una curva a destra (m. 455). Alla sinistra c'è una recinzione inizialmente in legno e, più avanti, metallica.
La pendenza diminuisce. Ora è alla destra che vediamo il lago.
Accompagnati da un muretto di pietre a secco alla sinistra, arriviamo ad un bivio (m. 490). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 13 B: Zucco
di Manavello; diritto con il sentiero 12: Colonghei, Piani Resinelli, Rifugio Rosalba; dietro con il sentiero 12: Rongio, Mandello.
Con pochi passi a sinistra è anche possibile raggiungere la fontana Rossana.
Proseguiamo diritto, quasi in piano, tra prati e alcuni alberi. Alla sinistra c'è un muretto a secco; alla destra alcuni cassottelli in lamiera. Bella la vista
alla destra su Mandello, il Lago di Lecco e i Corni di Canzo.
Troviamo poi, sempre a destra, alcuni alberelli di ulivo e dei piccoli orti recintati che precedono una cascina.
Ignoriamo la stradina che scende alla cascina ed entriamo nel bosco (m. 500).
Ora procediamo in salita. Sulla destra c'è una rete metallica, terminata la quale incrociamo un piccolo sentiero.
Con minore pendenza percorriamo un tratto incassato nel terreno e con un muretto di contenimento alla sinistra. Attorno ci sono vari cespugli di pungitopo; ne
vedremo parecchi lungo la prima parte del cammino.
Più avanti, sulla sinistra, troviamo una vecchia cascina (m. 535).
Ignoriamo un sentierino che si stacca a sinistra e proseguiamo tra i castagni. Alcune pietre fungono da rudimentali gradini.
Quasi in piano raggiungiamo un vecchio baitello che lasciamo sulla destra (m. 560).
Dopo due passi in leggera discesa, ignoriamo un sentiero che scende a destra verso Maggiana. Poco più avanti un cartello segnala il pericolo di incendi.
In leggera salita passiamo sotto un cavo di teleferica, molto alto sopra il sentiero.
Con una breve salita percorriamo un altro tratto incassato nel terreno circostante.
Continuiamo in leggera salita, poi la pendenza aumenta un poco. Alla destra, tra gli alberi, vediamo ancora il lago.
Superato un altro breve tratto incassato, torniamo a salire (m. 625). Di tanto in tanto alcune pietre fanno da gradino.
Il sentiero poi si divide in due tracce (m. 670) che ben presto tornano ad unirsi.
La pendenza aumenta. Passiamo sotto un altro cavo di teleferica (m. 695).
Dopo un tratto con minore pendenza, riprendiamo a salire e percorriamo un tratto incassato risalendo alcuni gradini in pietra.
Poi, in leggera salita, incrociamo un sentierino (m. 730). Proseguiamo con maggiore pendenza. Il sentiero continua a presentare dei tratti che sembrano scavati
ad altri in cui scorre al livello del terreno circostante.
Ignoriamo un sentiero che si stacca a sinistra mentre, sull'altro lato, troviamo un grande masso che si sporge sul sentiero (m. 740).
Nuovamente in leggera salita, raggiungiamo l'innesto del sentiero che sale da Maggiana (descritto nel quarto itinerario), anch'esso contrassegnato con il n. 12 (m. 750). I segnavia indicano
diritto: Colonghei, Piani Resinelli, Rifugio Rosalba; a destra: Maggiana, Mandello; dietro: Rongio, Mandello.
Continuiamo diritto in salita percorrendo un tratto incassato e con dei gradini in pietra.
Sulla destra troviamo una grossa pietra. Qui il sentiero si sdoppia per tornare a riunirsi poco più avanti.
Risaliamo altri gradini (m. 780). Troviamo poi due massi in mezzo al sentiero.
Notiamo che, dopo l'innesto del sentiero proveniente da Maggiana, i segnavia (bandierine con il n. 12 e bolli gialli) sono aumentati.
Percorriamo un altro tratto incassato mentre risaliamo dei gradini. Alzando lo sguardo, in alto a sinistra tra gli alberi, riusciamo a vedere alcune guglie e
pinnacoli della Grignetta.
Lasciamo a destra un masso (m. 830). Altri ne troviamo attorno al sentiero poco dopo percorrendo ancora un tratto incassato. Proseguiamo quasi in piano.
Poi in salita, superati altri gradini, raggiungiamo un bivio (m. 865). I segnavia indicano a destra con il sentiero 12 A: Zucco della Rocca; diritto: Colonghei,
Piani Resinelli, Rifugio Rosalba; dietro: Maggiana, Rongio, Mandello. Lo Zucco della Rocca meriterebbe una visita; sulla sua sommità rimane un pozzo a
testimonianza di un antico insediamento.
Continuiamo diritto con ben poca pendenza. Facciamo pochi passi in salita e poi proseguiamo quasi in piano o in leggera discesa. Sulla destra tra gli alberi
vediamo il lago fino a Lecco.
Passiamo sotto un cavo di teleferica.
In leggera salita, lasciamo a destra un masso (m. 900).
Proseguiamo in leggera discesa e poi in piano e passiamo sotto altri due cavi di teleferica.
Raggiungiamo poi il letto di un torrente in secca.
Poco dopo un rivolo, che scende dalla sinistra, attraversa il percorso infangandolo notevolmente. In questo punto il sentiero è rinforzato a valle da un tronco
messo raso terra.
Dopo due passi in salita, proseguiamo quasi in piano e raggiungiamo l'innesto del sentiero che arriva da Crebbio (m. 910). I segnavia indicano a destra con il
sentiero 5: Crebbio, Abbadia; diritto con il sentiero 12: Piani Resinelli, Rifugio Rosalba; dietro: Maggiana, Rongio, Mandello.
Proseguiamo diritto con una gradinata abbastanza ripida che termina quando sulla destra raggiungiamo una baita (m. 935). Sulla facciata dell'edificio vediamo la
scritta. "Ca' d'Arca". Davanti alla baita c'è un crocefisso.
Proseguiamo in leggera salita, poi la pendenza aumenta.
Torniamo a camminare in leggera salita. Percorriamo un tratto incassato nel terreno e lasciamo a destra un vecchio cancello arrugginito.
Davanti vediamo la prima delle case dei Colonghei e poco dopo la raggiungiamo (m. 965). Sulle pareti vediamo una scritta quasi cancellata dal tempo: "Colonghelli
vendita vino" e i segnavia n. 5 e n. 12. Dietro questo primo edificio ce ne sono altri.
Qui il sentiero si divide. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 12: Rifugio Rosalba a ore 1.30; diritto con il sentiero 5: Piani Resinelli. Davanti
sentiamo il rumore di un torrente.
Continuiamo diritto dapprima in leggera discesa e poi in piano. Alla sinistra c'è un'altra casa. Davanti vediamo vari torrioni e pinnacoli della Grignetta.
Poco dopo sulla destra troviamo un prato, il cui accesso è chiuso da una stanga, e un sentiero percorribile solo dai veicoli autorizzati.
In leggera salita superiamo le altre case quasi tutte sul lato sinistro dove c'è anche una fontana.
Passiamo sotto un cavo e arriviamo al guado di un torrente (m. 970). Se l'acqua non è molta possiamo cercare di attraversarlo appoggiando gli scarponi su
qualche pietra più alta che affiora.
Subito dopo giriamo a destra e continuiamo con una stradina che alterna tratti con il fondo sterrato ad altri in cemento. Entriamo nel bosco.
Troviamo subito una mulattiera che sale a sinistra. Lasciamo pertanto la stradina, che compie un giro più largo, e prendiamo questa scorciatoia.
Saliamo, inizialmente con rudimentali gradini in pietra. Ritroviamo poi la stradina che arriva da destra (m. 990) e proseguiamo con minore pendenza.
Più avanti lasciamo a destra due case e due stradine che vanno a raggiungere la più lontana. C'è anche una fontana.
Continuiamo tra alberelli con alcune curve ignorando una stradina che si stacca a sinistra.
Alla destra troviamo una cascina mentre a sinistra un prato in fondo al quale ci sono due case ma una sola è visibile da questo punto. In alto a sinistra
vediamo guglie e pinnacoli della Grignetta.
Più avanti troviamo sulla sinistra il cancello che chiude l'accesso alle case che avevamo visto poco prima.
Giriamo a destra e troviamo un rivolo ed una condotta d'acqua che passano sotto al percorso.
Il rivolo per un po' ci accompagna sul lato sinistro della strada mentre alla destra ci sono alcuni cassottelli in un prato recintato (m. 1025).
Torniamo a salire e troviamo a sinistra la recinzione di una grande casa bianca che più avanti raggiungiamo (m. 1040).
Le passiamo davanti, quasi in piano, ignorando un sentiero che si stacca sulla destra. Un cartello impone ai veicoli di procedere a passo d'uomo.
Seguendo una staccionata in legno giriamo a sinistra. Sulla destra c'è un crocefisso.
Riprendiamo a salire e lasciamo a sinistra la stradina che scende alla casa che abbiamo appena superato.
Ci addentriamo in una faggeta. Più avanti la pendenza diminuisce un poco. Alcune canaline per lo scolo dell'acqua attraversano la stradina.
Alla sinistra troviamo un prato oltre il quale vediamo la Grignetta.
Più avanti troviamo sulla destra una stanga che chiude l'accesso ad una stradina sterrata. Tra gli alberi vediamo una casa.
Continuiamo con pochissima pendenza tra i prati (m. 1100).
Presso una curva a destra, in alto a sinistra, vediamo una casa tra gli alberi. Torniamo a salire.
Accompagnati da un guard-rail sulla destra arriviamo ad un tornante sinistrorso all'esterno del quale vediamo una parte del lago.
Continuiamo in leggera salita. Alla destra c'è una recinzione.
Troviamo dei cartelli, destinati a coloro che arrivano dalla opposta direzione, che indicano il pericolo di dossi e l'obbligo di procedere a passo d'uomo. Qui
inizia l'asfalto (m. 1130).
Riprendiamo a salire. Più avanti, sulla sinistra troviamo una sterrata chiusa da una stanga. Usciamo dal bosco. La pendenza diminuisce.
Sulla destra troviamo una grande casa; una targa reca la scritta: "Cà del Bundi".
Continuiamo in leggera salita tra prati a sinistra e alberi a destra.
Troviamo poi sulla destra una stanga che chiude l'accesso ad un prato. Subito dopo, sempre a destra c'è un sentiero e un cartello lo indica come Via Pra del
Puma (m. 1145).
Lasciamo a sinistra una sterrata che si dirige verso un gruppo di case.
Riprendiamo a salire. Alla destra ci sono degli alberi mentre a sinistra una fila di pini, dei prati recintati e una bella veduta della Grignetta.
Più avanti ignoriamo sulla destra Via dei Frassini e continuiamo con prati a sinistra a case a destra (m. 1165).
Tra alcune recinzioni fatte anche con siepi saliamo fino a trovare sulla sinistra, un po' in dentro, l'ex Rifugio Alippi (m. 1180).
Subito dopo troviamo sulla sinistra l'inizio del sentiero per il Rifugio Rosalba. Alcuni segnavia indicano nella direzione dalla quale proveniamo: Località
Lemaggio a ore 0.20, Località Colonghei a ore 0.30, Abbadia (sentiero 5) a ore 1.40, Mandello (sentiero 12) a ore 2; a sinistra: Rifugio Rosalba (sentiero n. 9 delle Foppe e dei Morti) a ore 2.
La strada ora è più larga e si chiama Via del Ram. Continuiamo in leggera salita tra case e recinzioni. Sulla sinistra c'è una panchina.
Dopo una curva a sinistra la pendenza aumenta (m. 1215). Un cartello ricorda che siamo sulla Via del Ram.
Superata un'altra curva, questa volta a destra, la pendenza diminuisce un poco (m. 1240).
Ignoriamo a sinistra una stradina indicata da un cartello che riporta tre nomi: Via dei Roccoli, Via alle Quaglie, Via pr. alle Betulle.
Più avanti sulla destra troviamo l'albergo Alveare Alpino.
Un cartello segnala la fine del comune di Abbadia Lariana. Sulla destra c'è uno slargo dove è possibile parcheggiare.
Alla sinistra c'è la fonte Carlanta. L'acqua sorgiva esce da tre bocche. Una scritta riporta la frase di San Francesco: "Beato si mi Signore per sora acqua
la quale è molto utile et umile et pretiosa et casta".
La strada continua con una curva a destra. La pendenza aumenta.
Ignoriamo sulla destra Via D'Onorio e continuiamo tra recinzioni e case.
Poi, quasi in piano, la strada si sdoppia e la carreggiata alla destra scorre più in basso rispetto all'altra. Poi si riunisce.
Ignoriamo un'altra strada sulla sinistra e, con un breve tratto in discesa, raggiungiamo una piazzetta. Sulla destra c'è la Chiesetta dei Resinelli.
Andando a sinistra con Via Escursionisti possiamo arrivare al Piazzale Daniele Chiappa dove c'è l'ampio parcheggio dei Piani Resinelli. Continuiamo invece
diritto, sempre con Via Escursionisti.
Lasciamo a destra la deviazione che costringe i veicoli ad effettuare un giro ad anello a senso unico, e proseguiamo diritto, quasi in piano, fino a trovare
sulla sinistra il rifugio poco prima della piazzetta che precede il grattacielo.
Tempo impiegato: ore 3.10 - Dislivello: m. 880
Data escursione: marzo 2010
Quarto itinerario: da Maggiana (sentiero 12+5)
Lasciamo la statale 36 al km. 57.5 per prendere la provinciale 72 che segue il Lago di Lecco.
Alla prima rotonda di Mandello (km. 61.2) giriamo a destra (Via Parodi) passando sotto il ponte della ferrovia e continuiamo fino al termine della strada.
Poi voltiamo a destra (Via Combattenti), aggiriamo la chiesa di San Zenone e arriviamo al cimitero.
Continuiamo verso sinistra con Via per Maggiana.
Più avanti ignoriamo a sinistra la Via Segantini che conduce alla piazzetta di Rongio dove inizia il precedente
itinerario. Continuiamo diritto e, dopo un paio di tornanti, passiamo sopra alla statale 36.
Arrivati all'inizio di Maggiana, troviamo sulla sinistra l'ampio parcheggio che precede l'imbocco di Via dei Salici (m. 340).
Lasciata la macchina, ci incamminiamo in leggera salita lungo Via dei Salici, lasciando a sinistra una fontana, e raggiungiamo la chiesa di San Rocco. Anche
nella piazzetta davanti alla chiesa c'è un piccolo parcheggio ma la sosta è consentita solo per due ore.
Delle due strade parallele che escono dalla piazza, prendiamo quella più a destra.
Attraversiamo un'altra piazzetta nella quale sulla sinistra c'è una fontana. Vediamo i primi segnavia che indicano diritto il sentiero n. 12.
Seguendo una stradina acciottolata tra vecchie case ci addentriamo nella Contrada della Fontana e raggiungiamo uno slargo dove è presente un lavatoio. Alcuni
segnavia indicano a sinistra con il sentiero 12: Colonghei, Piani Resinelli, Rifugio Rosalba.
Poco dopo lasciamo a sinistra un vicolo che conduce alla Torre detta di Federico Barbarossa. Secondo la tradizione la torre ospitò l'imperatore nel 1158.
Prendiamo poi una mulattiera che parte tra due muretti. Un cartello segnala il divieto di transito agli automezzi.
Presso una curva a sinistra, un rivolo bagna il percorso.
Cominciamo a salire lasciando a destra un casello dell'acquedotto. Poco dopo troviamo una corta protezione sulla sinistra. La vista spazia, sempre a sinistra,
sul paese, la torre e il Lago di Lecco.
Più avanti, ignorando un piccolo sentiero che prosegue diritto, giriamo a destra (m. 365).
Dopo una curva a sinistra, saliamo ripidamente. Giunti in alto andiamo a destra e continuiamo in leggera salita tra i prati.
Giriamo nuovamente a sinistra e camminiamo tra alcune recinzioni. Alla destra c'è un cancelletto. Alla sinistra ulivi e poi siepi, orti e alberi da frutta.
Pieghiamo ancora a destra, ignorando un sentiero che arriva da sinistra, e raggiungiamo le case di Masso (m. 395).
Continuiamo con una bella mulattiera acciottolata che sale nel bosco.
Sulla destra vediamo uno spazio forse lasciato da una grotta crollata (m. 415). Proseguiamo con alcune serpentine.
Troviamo un cartello che segnala il pericolo di incendi. Qui un sentiero si stacca sulla destra e conduce verso un rudere. Proseguiamo diritto, in leggera
salita, seguendo il segnavia 12.
Ignoriamo un altro sentiero a sinistra e riprendiamo a salire.
Presso una curva a sinistra, un ruscelletto attraversa passando sotto alcune pietre (m. 440).
Il percorso, ora abbastanza ripido, è bagnato dall'acqua che proviene dalla sorgente del Tuf che troveremo più avanti.
Percorriamo un breve tratto in cui la mulattiera è incassata nel terreno circostante.
Dopo una curva a sinistra troviamo un muretto di contenimento alla sinistra. La pendenza diminuisce un poco. Sulla destra c'è un avallamento nel quale scorre un
ruscello.
Raggiungiamo un bivio davanti a due vecchie case malandate (m. 470).
Il percorso più ampio piega a sinistra e sale in modo più diretto verso il sentiero descritto nel terzo itinerario (anch'esso n. 12) che proviene da Rongio, nel
quale si innesta tra un vecchio baitello e un cartello che segnala il pericolo di incendi (nessun segnavia m. 560). Da qui si continua verso destra.
Il percorso ufficiale invece, indicato da un segno giallo, prosegue sulla destra. Anch'esso va ad inserirsi sul sentiero da Rongio, ma molto più avanti (m. 750).
Andiamo a destra.
Il sentiero è bagnato da acqua che esce alla sinistra da un piccolo tubo. Sulla prima delle case vediamo una piccola madonna.
Lasciati a destra i due edifici, continuiamo in salita.
Poco dopo troviamo un sentiero sulla destra che conduce verso un prato dove ci sono altre vecchie costruzioni.
Continuiamo diritto e raggiungiamo la Sorgente del Tuf (m. 485). L'acqua esce dalla roccia, scorre su una tegola e cade in un secchio andando poi ad allagare il
sentiero. Altra acqua gocciola dalla parete. Alla sinistra ci sono un vecchio faggio che fin dalla base si divide in due ed un baitello, un tempo adibito alla
conservazione dei latticini, ed ora invaso dall'acqua.
Giriamo a destra. Più avanti percorriamo un tratto con poca pendenza (m. 510) e poi torniamo a salire.
Superiamo due curve. Percorrendo un altro tratto in leggera salita, incrociamo un sentiero (m. 530). Saliamo alcuni gradini di pietra.
Poi con minore pendenza arriviamo ad un bivio (m. 545). Il nostro sentiero prosegue a sinistra, mentre quello a destra conduce in piano verso uno spiazzo con
vari larici in fondo al quale c'è una baita in pietra e legno. Un cartello recita: "Baitel". C'è anche un tavolo in cemento.
Percorriamo un tratto in salita ed un altro con minore pendenza (m. 580).
Dopo un tornante a sinistra saliamo ripidamente con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Continuiamo in leggera salita poi riprendiamo a salire con alcuni gradini di pietra.
Il sentiero ora alterna vari tratti con maggiore o minore pendenza.
Arriviamo poi ad un bivio (m. 705). A sinistra c'è una ripida scorciatoia. Proseguiamo sul percorso principale incassato nel terreno e ritroviamo la scorciatoia
che si innesta dalla sinistra.
Terminato il tratto incassato (m. 735) continuiamo in leggera salita con alcuni zig-zag.
Infine ci immettiamo sul sentiero che proviene da Rongio (m. 750). I segnavia indicano a destra: Colonghei, Piani Resinelli, Rifugio Rosalba; a sinistra: Rongio,
Mandello; dietro: Maggiana, Mandello.
Andiamo a destra e continuiamo come descritto nella seconda parte del terzo itinerario.
Tempo impiegato: ore 3.10 - Dislivello: m. 938
Data escursione: aprile 2010
Escursioni partendo dal Rifugio:
- al Rifugio Porta (m. 1426) in ore 0.30
- al Rifugio Soldanella (m. 1354) in ore 0.20
- al Rifugio Pialeral(m. 1390 - traversata bassa) in ore 2.35
- al Bivacco Ferrario(m. 2177 - Cima della Grignetta) in ore 2.40
- al Monte Coltignone (m. 1473) in ore 1
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