Rifugio Sant'Emiliano
- Altezza: m. 1102
- Gruppo: Valli Bresciane
- Ubicazione: Monte S. Emiliano
- Comune: Sarezzo (BS)
- Carta Kompass: 106 G3
- Coordinate Geo: 45°40'56.10"N 10°13'43.00"E
- Gestore: volontari G.A.M.
- Telefono gestore: 030 8901839 - 335 8000905
- Telefono rifugio: -
- Posti letto: alcuni
- Apertura: nei weekend da marzo a novembre
- Pagina aggiornata il: 31/01/2014
Il rifugio è ricavato all'interno del santuario che sorge sotto la boscosa cima del M. San Emiliano, con bella vista sulla Val Trompia.
La data di costruzione della chiesa e dell'annesso romitorio di S. Emiliano non è certa ma una targa murata all'esterno dell'edificio farebbe pensare al XIII
secolo. Certamente in questa zona il culto di S. Emiliano, legato a quello di S. Tirso e Santa Cecilia, è di antica data.
Primo itinerario da Lumezzane Pieve (sentiero 362+360)
Lasciamo l'autostrada A4 all'uscita di Ospitaletto (km. 206.2) e, seguendo le indicazioni per la Val Trompia, prendiamo la provinciale 19 che percorriamo interamente.
Dopo il ponte sul Mella ci immettiamo nella SP 345. Superata Concesio arriviamo a Sarezzo.
Giriamo a destra verso Lumezzane (Via Antonini). Più avanti prendiamo a sinistra Via San Antonio che sale con alcuni tornanti e poi diventa Via Kolbe.
Successivamente con un tornante a sinistra prendiamo una viuzza in ripida salita al termine della quale giriamo a destra in Via Santello, sempre in salita.
Prendiamo poi sulla sinistra Via Don Zubbiani, una strada con il fondo in cemento.
Dopo 3 km, sulla destra troviamo un parcheggio e la stradina che sale verso l'Osservatorio. I segnavia indicano diritto: sentiero 362, Corna Sonclino
a ore 1.50, Località Grassi a ore 0.50; a destra: sentiero 363, Corna Sonclino a ore 1.30, Chiesa San Bernardo, Osservatorio Serafino Zani.
Possiamo lasciare la macchina in questo punto (m. 770) oppure proseguire diritto per altri cinquecento metri fino a trovare uno slargo alla destra (m. 800).
Alla destra, si staccano due stradine in salita; la prima che retrocede e l'altra, chiusa da una sbarra poco più avanti, che prosegue per San Apolonio
e il Corno Sonclino. Dobbiamo ignorarle entrambe e proseguire a piedi lungo la strada, seguendo i bolli rossi e bianchi.
Attorniati dal bosco, superiamo due curve e arriviamo al termine della strada dove troviamo un bivio. I segnavia indicano: Località Giori m. 820; a
sinistra: sentiero 362, Località Grassi a ore 0.30, Corna Sonclino a ore 1.45, Tratto di collegamento al Sentiero della Resistenza 122a Brigata
Garibaldi. Un cartello indica Sant'Emiliano m. 1102. A destra una stradina sale verso una casa. Prediamo il sentiero a sinistra.
Subito arriviamo ad un bivio e andiamo a sinistra, quasi in piano, tra gli alberi. Notiamo che il vecchio sentiero è stato allargato per formare una
stradina sterrata.
Poco dopo troviamo sulla destra una cappella contenente la statua di una madonna con bambino.
Percorriamo pochi passi in discesa e poi continuiamo in salita. In questo punto in alto c'è un cavo che scorre parallelo al sentiero.
Troviamo una sbarra che chiude il passaggio ad eventuali veicoli che potrebbero avventurarsi sul questa stradina.
Ora la stradina continua alternando parecchi tratti quasi in piano, in salita o discesa; comunque mediamente rimaniamo sempre alla stessa quota (m. 850).
Arriviamo poi ad un bivio. Alla destra c'è ancora il vecchio sentiero marcato con i bolli mentre alla sinistra la stradina scende verso il Torrente
Redocla. Possiamo prendere entrambi i percorsi che più avanti torneranno ad unirsi. Andiamo a destra con il sentiero.
Poco dopo troviamo una sorgente sulla destra, un poco più in alto. L'acqua tramite un tubo giallo scende fino al sentiero.
Percorriamo pochi passi in salita sul fondo roccioso ed altrettanti in discesa.
Poi quasi in piano raggiungiamo il Torrente Redocla e lo guadiamo verso sinistra. Vi troviamo poca acqua e quindi lo attraversiamo senza problemi.
Dopo una breve salita, continuiamo con minore pendenza.
Saliamo alcuni rudimentali gradini.
Più avanti, ad una biforcazione, rientriamo sulla sterrata che arriva dalla sinistra (m. 875). I segnavia indicano diritto: Corna Sonclino a ore 1.35
(sentiero 362); dietro a sinistra: Valle di Sarezzo a ore 1 (sentiero 359); dietro: Lumezzane a ore 0.55 (sentiero 362). Andiamo avanti, in salita,
sulla stradina, seguendo il torrente.
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra ed un altro che si stacca a destra. Proseguiamo con delle serpentine.
Dopo una curva a destra e pochi passi quasi in piano, troviamo sulla destra un piccolo slargo dove ci sono un altare e una statua del Sacro Cuore. Qui
la stradina termina (m. 910).
Ripreso il vecchio sentiero, dopo un tratto in salita verso sinistra, proseguiamo con poca pendenza. Ignoriamo un sentiero che si stacca verso sinistra.
Più avanti un altro sentiero si innesta dalla sinistra.
Quasi in piano percorriamo un tornante destrorso. Proseguiamo in leggera salita e vediamo una casa tra i prati, sulla destra, oltre un valloncello.
Poi usciamo dal bosco. Alla sinistra c'è una recinzione al cui interno vediamo due costruzioni e una madonnina nell'incavo di un albero. Alla destra
ci sono dei prati.
Seguiamo la recinzione e arriviamo alla Forcella di Vandeno dove c'è un incrocio con vari sentieri. I segnavia indicano: Località Grassi (m. 952); a sinistra: S. Emiliano a ore
0.20, Gardone a ore 2.20 (sentiero 360); diritto: Marcheno a ore 1.15 (sentiero 361); a destra: Corna Sonclino a ore 1.15 (sentiero 362); dietro:
Lumezzane Pieve a ore 1.10 (sentiero 362), Val di Sarezzo a ore 1.20 (sentiero 359). In alto a destra sul crinale è visibile una casa.
Lasciamo pertanto il sentiero 362 e andiamo a sinistra con il 360.
Tra alcuni alberelli arriviamo ad un piccolo slargo dove c'è un bivio ed un segnavia poco chiaro dipinto su una pietra che sembra indicare i numeri 366/360.
Andiamo a sinistra in leggera salita tra erba e cespugli. In alto tra gli alberi riusciamo ad intravedere la bianca sagoma del santuario.
Dopo una curva a sinistra e un tratto quasi piano, percorriamo una breve salita, dapprima su fondo roccioso e poi su sterrato incassato nel terreno circostante.
Continuiamo con poca pendenza. Superiamo un gruppo di alberi. Dopo una curva a destra, in alto davanti vediamo una casa (m. 1005).
Alterniamo alcuni tratti, a volte camminando tra gli alberi e a volte tra i prati. Il sentiero si divide ma subito torna a riunirsi.
Ad un bivio andiamo a sinistra (m. 1030).
Più avanti torniamo a salire su fondo roccioso. Poi, nuovamente su sterrato, ignoriamo un sentiero che arriva dalla destra.
Dopo un tratto con poca pendenza, in salita arriviamo ad un altro bivio (m. 1065). Qui i segnavia indicano diritto: S. Emiliano a ore 0.10, Gardone a
ore 2.05 (sentiero 360); a sinistra : Valle di Sarezzo a ore 1.15 (sentiero 359 descritto nel secondo itinerario); dietro: Forcella Vandeno a ore 0.15
(sentiero 360), Corna di Sonclino a ore 1.30 (sentiero 360-362).
Poco dopo ignoriamo un altro sentiero che scende a sinistra.
Continuiamo in leggera salita. In alto a destra, tra gli alberi, vediamo il santuario.
Poi la pendenza aumenta. Il sentiero si sdoppia e andiamo a sinistra verso una legnaia.
Dopo due corti tornanti destra-sinistra il sentiero si divide per aggirare la legnaia. A sinistra ci sono alcuni gradini di cemento.
Raggiunta la legnaia, affacciandoci ad una balaustra possiamo ammirare il panorama sulla sottostante vallata.
Poi giriamo a destra e raggiungiamo il piazzare che precede il santuario e il rifugio.
Tempo impiegato: ore 1.10 - Dislivello: m. 302
Data escursione: settembre 2013
Secondo itinerario: da Sarezzo con il sentiero 359-360
Lasciamo l'autostrada A4 all'uscita di Ospitaletto (km. 206.2) e, seguendo le indicazioni per la Val Trompia, prendiamo la provinciale 19 che percorriamo
interamente. Dopo il ponte sul Mella ci immettiamo nella SP 345. Superata Concesio arriviamo a Sarezzo.
Ignoriamo la deviazione a destra per Lumezzane (Via Antonini - vedi il precedente itinerario) e proseguiamo diritto.
Superata l'indicazione del km 10, dopo una grande farmacia, arriviamo ad una rotonda con una caratteristica aiuola obliqua e giriamo a destra.
Proseguiamo sempre diritto superando altre due rotonde mentre la strada che inizialmente si chiama Via delle Bombe, diventa Via Nord e poi Via 1850.
Lasciamo a sinistra una chiesetta con il tetto aguzzo. Poco dopo la via gira a destra e la lasciamo per prendere una stradetta sulla sinistra con la
quale arriviamo ad una sbarra di colore bianco accanto alla quale c'è posto per parcheggiare alcune autovetture. Alla sinistra scorre il Torrente Redocla (m. 402).
Ci incamminiamo, superando la stanga che troviamo aperta, su di una sterrata in leggera salita. Un segnale stradale indica il divieto di sosta ed un
altro un'area video sorvegliata.
Più avanti troviamo a destra un'area pic-nic con tavoloni e panche mentre alla sinistra ci sono due panchine.
Poco dopo sulla sinistra ci sono dei segnavia: Vecchie Cave m. 430; a sinistra: Corna di Sonclino (m. 1352) con il sentiero 359-362 a ore 3.00,
Sant'Emiliano (m. 1102) con il sentiero 359-360 a ore 2. Un altro cartellone intitolato i "Sentieri di Sarezzo - La Cava - 7" mostra anche una
cartina della zona.
Con un ponticello di legno superiamo il Torrente Redocla dall'apparenza assai tranquilla ma che nel 1850 causò una disastrosa alluvione.
Passiamo tra strutture fisse dove nel periodo natalizio viene allestito il presepe vivente, dirigendoci verso una costruzione merlata.
Lasciamo a destra la bella mulattiera, con corrimano alla destra, che sale verso la grande grotta all'imbocco della quale c'è una madonnina (che
comunque merita una visita) e prendiamo un sentiero che prosegue diritto.
Durante il cammino troveremo dei bolli rossi, bianco-rossi, azzurri e dei nastrini legati agli alberi.
Il sentiero inizia con due passi in ripida salita su fondo roccioso.
Poi giriamo a sinistra e con poca pendenza passiamo a monte del "castello".
Con alcuni zig-zag saliamo tra alberelli (roverelle, carpini e frassini) con vista sulla Valle di Sarezzo.
Raggiungiamo uno slargo prativo dove giriamo a destra (m. 450).
Poi il sentiero si sdoppia solo per aggirare un alberello (m. 465).
Arriviamo ad un bivio (m. 475); alla sinistra vediamo un cavo di teleferica e in basso una cascina. Andiamo a destra.
Dopo un tornante sinistrorso proseguiamo con delle serpentine.
Al successivo bivio (m. 515) ignoriamo il sentiero che scende a sinistra e proseguiamo a destra in salita dapprima con un paio di zig-zag e poi con lievi serpentine.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 535) e dopo un altro paio di zig-zag proseguiamo con maggiore pendenza.
Al successivo tornante destrorso, dove vediamo un bollo bianco-rosso su di un albero, ignoriamo una traccia che continua diritto (m. 555).
Con il sentiero incassato nel terreno circostante superiamo un tornante sinistrorso; anche qui c'è una traccia che prosegue verso destra.
Con pendenza meno accentuata arriviamo al successivo tornante destrorso (m. 580).
Il sentiero si divide e subito si riunisce dopo aver aggirato un gruppo di alberelli.
Presso una curva a sinistra passiamo sotto il cavo di una teleferica e tra i pali che lo reggono.
Continuiamo con un tratto profondamente incassato, come una trincea, durante il quale giriamo a destra (m. 585).
La pendenza aumenta. Presso una curva a sinistra il sentiero si divide e aggira da entrambi i lati un gruppo di alberelli. Su di un palo vediamo un bollo bianco-rosso (m. 595).
Con poca pendenza arriviamo ad una curva verso destra oltre la quale continuiamo dapprima in salita e poi con delle serpentine abbastanza ripide su fondo roccioso.
Poi la pendenza diminuisce un poco e il sentiero ritorna sterrato.
Superiamo due curve sinistra-destra. In alto, in lontananza, vediamo una chiesa.
Dopo una curva a sinistra la pendenza aumenta.
Proseguiamo in leggera salita e aggiriamo un albero cresciuto nel mezzo del sentiero (m. 655).
Nuovamente in salita, percorriamo una curva a destra e poi due tornanti destra-sinistra (m. 675).
Troviamo un cartello che avverte: "attenzione capanno fisso" e superiamo a zig-zag un breve ripido tratto.
Raggiungiamo una piccola radura con una costruzione in muratura ed un'altra in legno. Attorno ci sono alcune gabbie e reti per la cattura
degli uccelli. Su di una targa leggiamo: "Sarezzo - Gromi Corti". Possiamo attraversare lo spiazzo oppure, seguendo il sentiero, aggirarlo sulla destra (m. 700).
Continuiamo nel bosco in leggera salita e dopo alcuni zig-zag troviamo un altro cartello che avverte del pericolo coloro che arrivano dalla direzione opposta.
Riprendiamo a salire e dopo una curva a destra proseguiamo con delle serpentine abbastanza ripide.
Alterniamo poi due tratti quasi in piano ad uno con poca pendenza.
Al termine di una ampia curva verso destra troviamo un masso caduto sul sentiero (m. 730).
Ora gli alberi sono più radi. Dapprima in leggera salita e poi quasi in piano, percorriamo una curva verso sinistra con vista sulla valle in fondo alla quale sentiamo, senza
vederlo, il Torrente Redocla.
Proseguiamo a mezza costa con il pendio che alla destra scende ripidamente tra gli alberi.
Dopo una curva a destra, camminiamo con poca pendenza e in alto a sinistra vediamo delle rocce affioranti dal terreno (m. 740).
Poi il sentiero si divide per aggirare un piccolo dosso con alcuni alberelli.
Subito dopo alla sinistra troviamo la "Corna dei Poles", una grande roccia obliqua sporgente verso il sentiero che può fornire riparo in caso di
un improvviso acquazzone estivo (m. 750).
Dopo un breve tratto incassato continuiamo in salita aggirando un alberello e alcuni arbusti. Percorriamo un altro tratto incassato seguito da uno su fondo roccioso.
Proseguiamo in salita poi, quasi in piano nuovamente su sterrato.
Il sentiero si biforca (m. 775). Possiamo proseguire diritto salendo ripidamente su fondo roccioso. Optiamo però per una deviazione più agevole per
cui, seguendo dei segnavia azzurri
e verdi, pieghiamo a sinistra poi torniamo a salire e dopo un tornante destrorso e due passi in leggera discesa ritroviamo il sentiero ripido che sale dalla destra.
Alla sinistra ci sono delle rocce. Proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita. In alcuni punti il sentiero è incassato.
In leggera salita arriviamo ad un bivio (m. 825). I segnavia indicano: Valle di Murra m. 860; diritto: Forcella di Vandeno (m. 950), Corna di Sonclino
(m. 1352) a ore 1.40, Grassi; a sinistra: Sant'Emiliano (m. 1102) con il sentiero 359-360 a ore 0.50; dietro: Valle di Sarezzo con il sentiero 359 a ore 0.50.
Andiamo a sinistra e subito vediamo una bandierina a strisce orizzontali di colore rosso-bianco-rosso con il numero 359.
Proseguiamo dapprima in salita e poi con poca pendenza. Davanti riusciamo a intravedere in lontananza un edificio di colore bianco.
Troviamo un albero nato alla destra del sentiero e poi cresciuto sulla sua verticale.
Alla sinistra, in cima ad un ripido prato, vediamo la vecchia cascina Murra.
Incrociamo un rivolo e riprendiamo a salire.
Raggiungiamo un altro bivio dove c'è un segnavia andato distrutto. Riusciamo comunque a leggere. "Val de la Müra". Lasciamo a destra un
sentiero in discesa e andiamo a sinistra in salita (m. 845).
Subito ignoriamo un sentiero alla sinistra e proseguiamo diritto. Il sentiero è un po' incassato e alcune pietre e radici fanno da rudimentale gradino.
Poi la pendenza aumenta. Gli alberi diventano più radi e alla destra possiamo vedere la vallata (m. 870).
In lontananza, davanti in alto vediamo un edificio di colore bianco; ancora più in alto alla sua destra ne vediamo un altro di colore rosa.
Percorriamo tre tornanti sx-dx-sx (m. 910) poi la pendenza diminuisce un poco.
Superato un ampio tornante destrorso riprendiamo a salire con maggiore pendenza (m. 940).
Ancora due tornanti ravvicinati sinistra-destra (m. 955) seguiti da altri due più distanziati: sinistra (m. 970) e destra (m. 980), e altri due a poca
distanza uno dall'altro sinistra-destra (m. 1005).
Un tratto rettilineo ci conduce fino ad un appostamento per la caccia dove il sentiero piega a sinistra (m. 1030).
Lasciamo a destra la zona attrezzata per la caccia e saliamo in modo abbastanza ripido tra fitti alberelli.
Ignoriamo una scorciatoia che sale a sinistra (m. 1045) e proseguendo diritto arriviamo al bivio con il sentiero 360 descritto nel primo itinerario che arriva dalla destra (m. 1065).
Qui i segnavia indicano a sinistra: S. Emiliano a ore 0.10, Gardone a ore 2.05 (sentiero 360); a destra: Forcella Vandeno a ore 0.15 (sentiero 360),
Corna di Sonclino a ore 1.30 (sentiero 360-362); dietro : Valle di Sarezzo a ore 1.15 (sentiero 359). Andiamo a sinistra con minore pendenza e, come
precedentemente descritto, in pochi minuti raggiungiamo Sant'Emiliano.
Tempo impiegato: ore 1.45 - Dislivello: m. 700
Data escursione: dicembre 2012
Terzo itinerario: da Marcheno con il sentiero 361-360
Lasciamo l'autostrada A4 all'uscita di Ospitaletto (km. 206.2) e, seguendo le indicazioni per la Val Trompia, prendiamo la provinciale 19 che percorriamo
interamente. Dopo il ponte sul Mella ci immettiamo nella SP 345. Superate Concesio, Sarezzo e Gardone, arriviamo a Marcheno.
Al km. 17.2 della statale giriamo a destra in Via Gritti e con un ponte superiamo il Mella. Dopo il ponte parcheggiamo ove possibile per esempio alla
destra lungo la strada con diverse industrie da un lato e il fiume dall'altro.
Ci incamminiamo in piano lungo la strada che al ponte prosegue diritto. Ignoriamo poi un'altra strada che gira a sinistra.
Poco dopo alla sinistra troviamo alcuni segnavia che indicano: Marcheno loc. Rovedolo m. 368; Forcella Vandeno m. 952 (sentiero 361) a ore 1.30; Corna
di Sonclino m. 1352 (sent. 361-362) a ore 3.05.
C'è anche una bacheca che da un lato presenta una cartina della zona e dall'altro un cartello che parla di alcune specie protette che troveremo lungo
il cammino: campanula, orchidea treccia di dama, primula orecchia d'orso, giglio dorato e peonia selvatica.
Alla sinistra c'è una rete metallica oltre la quale scorre il Torrente Vandeno.
Poi lasciamo la strada che gira a destra verso l'agriturismo Dazze e seguendo delle frecce tracciate sull'asfalto e i bolli bianco rossi proseguiamo diritto.
Pochi passi più avanti con un ponticello passiamo alla sinistra del torrente.
Oltre il ponte ci immettiamo su di una sterrata e andiamo a destra.
Lasciamo a sinistra alcune case poi la strada comincia a salire e troviamo due cartelli che indicano il divieto di transito ai veicoli.
Alla prima curva verso sinistra (m. 380), lasciamo la strada per prendere un sentiero che continua diritto e ci addentriamo nella stretta Valle di Vandeno.
Lungo il cammino vedremo dei bolli di colore bianco rosso, verde bianco rosso, rosso bianco rosso a bandierina con il n. 361 e, nella parte iniziale,
anche da segni gialli.
Troveremo anche una serie di piccole bacheche con dei cartelli che spiegano alcune caratteristiche dal luogo. Sono frutto del lavoro della scuola
elementare di Marcheno e risalgono agli anni 2000-2002. Purtroppo a distanza di diversi anni non abbiamo trovato le prime due bacheche e alcuni
cartelli risultano illeggibili.
Seguiremo il Torrente Vandeno circondati alla sinistra dalla Punta Cameda (m. 984) e dal Monte Seridondo (m. 1178) e alla destra dal Monte Calvario
(m. 1134), dalla Corna Rossa (m. 1165) e dal Monte San Emiliano (m. 1191). La valle ha andamento NW-SE e pertanto nel periodo invernale è in ombra.
Superiamo un rivolo e, dopo pochi passi con il sentiero incassato nel terreno circostante, proseguiamo tra gli alberi.
Continuiamo quasi in piano. In basso a destra scorre il torrente. Alla sinistra da un tubicino color arancione esce dell'acqua.
Un sentiero scende verso il torrente (m. 390).
Continuiamo in leggera salita. Vediamo il torrente formare una cascatella e compiere alcuni saltelli (m. 410).
Ad una biforcazione seguiamo il sentiero alla sinistra (m. 415).
Poco dopo su di un albero vediamo un cartellino con il n. 2.
Incrociamo un altro sentiero e proseguiamo diritto (m. 425).
Percorriamo due semicurve.
Alla destra troviamo un masso sul quale è stato dipinto un segnavia a bandierina con il n. 361. Accanto c'è la bacheca n. 3 con un cartello dal quale
apprendiamo tra l'altro che il masso, chiamato "Cornel del Gnoc", è formato da roccia sedimentaria clastica (m. 430).
Continuiamo in salita percorrendo un tratto incassato.
Alla sinistra si stacca e retrocede in piano un sentiero contrassegnato da bolli gialli (m. 445). Continuiamo diritto, con poca pendenza, seguendo i
bolli bianco rossi.
Subito il sentiero si divide e riunisce dopo aver aggirato una roccetta affiorante dal terreno.
Poi si divide e ricompone nuovamente (m. 460).
Dopo alcune semicurve percorriamo un tratto in salita con il sentiero incassato nel terreno circostante (m. 475).
Poco dopo guadiamo un ruscello che scende dalla sinistra.
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a sinistra al termine della quale troviamo la bacheca n. 4 con un cartello dal titolo "La Teleferica".
Alla destra c'è ancora il vecchio cavo e la base in legno che fungeva da punto di arrivo a valle. Oltre il torrente vediamo una cascatella (m. 480).
Subito dopo dalla parete alla sinistra scola un rivolo.
Percorriamo alcuni passi in salita su fondo roccioso e poi proseguiamo su sterrato dapprima quasi in piano e poi in leggera salita mentre tre canaline
di legno indirizzano l'acqua alla destra verso il torrente.
Dopo un altro breve tratto in salita su fondo roccioso, continuiamo con poca pendenza. In questa zona ci sono pochi alberi. Da un tubo bianco alla
sinistra esce dell'acqua.
Poi torniamo a salire tra alberi meno radi (m. 500).
Su di un albero vediamo un cartellino con la sigla II e poi percorriamo un tratto con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra e su di un albero vediamo un altro cartellino, questo ha il n. 7.
Subito dopo arriviamo alla bacheca n. 5. Il relativo cartello parla della "Località Vallone". Alla sinistra c'è un intaglio tra le rocce nel
quale scende un ruscello. Qui percorriamo una curva a destra con delle protezioni a valle e subito dopo alla sinistra troviamo un tavolo in legno con
relative panche (m. 520).
Torniamo a salire.
Poi quasi in piano arriviamo alla bacheca n. 6 il cui cartello parla di un "Intervento di ingegneria naturalistica" ed in particolare della "viminata
viva", una specie di barriera realizzata con rami vivi intrecciati. In realtà qui abbiamo una serie di paletti di ferro che reggono sei cavi di
acciaio e fanno da protezione verso il ripido pendio che scende verso il torrente (m. 535).
Dopo un breve tratto in leggera discesa alla destra troviamo un sentiero che scende al torrente e risale la sponda opposta. Su di un cartello
leggiamo: Sentiero della Val Veroda, scorciatoia per San Emiliano, salita ripida e impegnativa ore 0.50. Continuiamo diritto.
Percorriamo una curva a sinistra e troviamo un'altra bacheca con un cartello sul quale riusciamo a leggere solo il titolo: "Le Gére".
Quasi in piano, a mezza costa, attraversiamo le pietre di una vecchia frana.
Aggiriamo una grossa pietra e guadiamo un rivolo che scende dalla sinistra. Poi riprendiamo a salire.
Percorriamo un tratto nel quale il sentiero procede incassato con delle serpentine. Alcune pietre formano dei rudimentali gradini.
Poi il sentiero di divide e risaliamo in modo abbastanza ripido una roccetta. Il percorso alla sinistra pare più agevole. In cima le due tracce si
riuniscono (m. 550).
Ritroviamo il cavo della vecchia teleferica.
Poi con poca pendenza arriviamo all'ottava bacheca il cui cartello illustra le caratteristiche del "Giglio dorato" (m. 560).
Riprendiamo a salire. Ora il sentiero è incassato ed è allagato da un rivolo che vediamo sorgere dal terreno poco più avanti.
La pendenza aumenta. Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 595).
Superiamo un altro tratto incassato che termina poco prima di un tornante destrorso (m. 605).
Con tre passi, agevolati da pietre disposte a gradino, superiamo un breve ripido tratto (m. 620).
Continuiamo in salita con delle serpentine.
Poi con minore pendenza percorriamo una curva a destra con il sentiero incassato.
Quasi in piano guadiamo un ruscello e riprendiamo a salire (m. 630).
Su di un albero vediamo un cartellino con il n. 9.
Per due volte il sentiero si divide per aggirare alcuni alberi. Alla sinistra ci sono delle pietre che fanno da gradino. Poi si ricompone (m. 640).
Il sentiero prosegue incassato, anche se solo il lato destro è perpendicolare mentre alla sinistra è obliquo. Due alberi spuntano come corna dal
terreno alla destra e passano sopra al sentiero in orizzontale (m. 650).
Il sentiero si sdoppia solo per alcuni metri e prosegue incassato.
Poi nuovamente si divide e si ricompone dopo aver aggirato alcuni alberi.
Subito dopo un sentiero si stacca alla sinistra e un cartello indica in quella direzione: Carneda, Marcheno a ore 0.45. Continuiamo diritto. Il
sentiero è incassato (m. 665).
Con poca pendenza percorriamo alcune semicurve.
Dopo una curva a destra attraversiamo un rivolo (m. 685).
Alla sinistra su di un albero vediamo un cartellino con il n. 11.
Continuiamo con pochissima pendenza e alla destra vediamo anche il cartellino n. 12.
In leggera salita, dopo una curva a sinistra, arriviamo ad un bivio preceduto da alcuni segnavia attaccati ad un albero che indicano, con il sentiero
361, a sinistra: Forcella di Vandeno a ore 0.50; a destra: Cascina Vandeno m. 702; dietro: Marcheno Loc. Romedolo a ore 0.50. Al bivio c'è anche la
bacheca n. 9 il cui cartello parla della Cascina Vandeno. Di fronte scende un ruscello (m. 700).
Andiamo a sinistra in salita camminando su delle radici affioranti dal terreno.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 710) e poi un ampio tornante sinistrorso con due alberi cresciuti nel mezzo del sentiero (m. 715).
Al successivo tornante destrorso ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 725).
Dopo pochi passi quasi in piano riprendiamo a salire (m. 740).
Percorriamo due tratti di sentiero incassato.
Superiamo tre tornantini dx-sx-dx (m. 765).
La pendenza aumenta. Percorriamo un'ampia curva verso destra (m. 780).
Al termine della salita (m. 790), lasciamo a sinistra un piccolo slargo. Un sentiero sale da destra.
Proseguiamo diritto, dapprima quasi in piano e poi con poca pendenza. In basso a destra vediamo tutta la Valle Vandeno e in fondo l'abitato di
Marcheno.
Arriviamo alla bacheca n. 10 con un cartello intitolato: "Le fasce vegetazionali" che parla del faggio, del maggiociondolo e del sorbo montano
(m. 800).
Dopo alcuni passi in discesa, presso una curva a destra riprendiamo a salire (m. 805).
Proseguiamo poi quasi in piano a mezza costa con una curva a sinistra tra alberi più radi il che consente una bella veduta sull'intera vallata.
Poi giriamo a sinistra e in leggera salita percorriamo un tratto incassato al termine del quale il sentiero si divide e riunisce dopo aver aggirato
una roccetta affiorante. Vediamo un segnavia a bandierina con il n. 361.
Torniamo a salire e percorriamo un altro tratto con il sentiero incassato.
Proseguiamo poi con poca pendenza a mezza costa. Alla destra precipita un alberato pendio (m. 840).
Percorriamo una curva destrorsa scavalcando un rivolo (m. 850).
Dopo la successiva curva a sinistra torniamo a salire. Il sentiero è incassato tra delle roccette. Alcuni rudimentali gradini di pietra agevolano il cammino.
Continuiamo con pochi passi quasi in piano e poi torniamo a salire con delle serpentine.
Arriviamo ad un bivio (m. 875). Un cartello indica Marcheno nella direzione dalla quale proveniamo. Seguendo i bolli bianco rossi andiamo a destra.
Percorriamo delle serpentine con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
Su di una pietra è stata tracciata una colomba con un ramoscello in bocca, una data e il nome di uno sfortunato escursionista.
Con alcuni passi su è giù, superiamo un tratto roccioso.
Percorriamo una curva a destra, lasciando a sinistra una roccia sotto la quale c'è una piccola apertura (m. 905).
Proseguiamo quasi in piano, con il sentiero un po' esposto alla destra, e presso un'ansa della montagna percorriamo un tornante destrorso e
scavalchiamo un ruscelletto.
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi quasi in piano.
Dopo una curva a sinistra, il sentiero si divide per aggirare un gruppo di faggi e poi si riunisce.
In leggera salita percorriamo un'ampia curva a sinistra.
Il sentiero si biforca (m. 925). I bolli indicano di proseguire verso sinistra mentre un cartello segnala la Sorgente del Torrente Vandeno verso
destra. Nel mezzo c'è la bacheca n. 11 con un cartello che parla di questo torrente ricordando che si sviluppa per circa tre chilometri e poi
confluisce nel Mella allo sbocco della valle.
Poco dopo superiamo un valloncello con una passerella di tronchi coperti da terra (m. 935).
Dopo una curva a sinistra continuiamo con lievi saliscendi. In alto a sinistra vediamo un cassottello e una casa.
In leggera salita raggiungiamo delle stanghe che dovrebbero impedire il passaggio degli animali ma che sono aggirabili alla destra.
Subito dopo troviamo due paline con diversi segnavia che indicano: Località Grassi (m. 952); davanti: Lumezzane Pieve a ore 1.10 (sentiero 362), Val
di Sarezzo a ore 1.20 (sentiero 359); a sinistra: Corna Sonclino a ore 1.15 (sentiero 362); a destra: S. Emiliano a ore 0.20, Gardone a ore 2.20
(sentiero 360); dietro: Marcheno a ore 1.15 (sentiero 361). Siamo alla Forcella di Vandeno.
Proseguiamo verso destra con il sentiero 360 come già descritto nell'ultima parte del primo itinerario.
Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello: m. 736
Data escursione: gennaio 2014
Quarto itinerario: da Gardone con il sentiero 360
Lasciamo l'autostrada A4 all'uscita di Ospitaletto (km. 206.2) e, seguendo le indicazioni per la Val Trompia, prendiamo la provinciale 19 che percorriamo
interamente. Dopo il ponte sul Mella ci immettiamo nella SP 345. Superate Concesio e Sarezzo arriviamo a Gardone.
Al km. 14, presso una rotonda, giriamo a destra in Via Mameli e attraversiamo il Fiume Mella. Dopo il ponte giriamo ancora a destra ed entriamo in un
grande parcheggio dove lasciamo la macchina (m. 311).
Seguendo i bolli bianco rossi ci incamminiamo verso il fondo del parcheggio dove ci sono una rotatoria e alla destra un marciapiede con il quale in
leggera discesa raggiungiamo una zona dove incrociamo vari percorsi.
Lasciamo a destra un traballante ponticello sul Mella e, seguendo i bolli, pieghiamo prima a sinistra e poi a destra e arriviamo all'imbocco di una
stradina con il fondo in cemento che inizia con un cancelletto apribile. Alla destra c'è un guard-rail sul quale vediamo il segnavia 360 a bandierina
e il numero 74 in giallo.
Prendiamo questa stradina iniziando a risalire nel bosco la Val Siltro. Alla sinistra c'è una parete di roccia mentre in basso a destra c'è un valloncello.
Poco dopo, su di un albero alla destra, vediamo una cassettina contenente una piccola croce. Qui termina il guard-rail (m. 340).
Presso un tornante sinistrorso ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 370).
Passiamo sotto tre cavi della corrente. In basso a sinistra vediamo Gardone.
Dopo un tornante destrorso transitiamo nuovamente sotto gli stessi cavi (m. 385).
Ora la strada è sterrata e procede in leggera salita. Alcune canaline in metallo per lo scolo dell'acqua la attraversano.
Passiamo sotto dei cavi dell'alta tensione.
Percorriamo un tratto quasi in piano nel quale incrociamo un sentiero che sale dalla destra e riparte alla sinistra (m. 410).
Poco dopo arriviamo ad un bivio. Continuiamo con un tornante sinistrorso ignorando l'altra stradina che prosegue diritto e ritroviamo la scorciatoia
che si immette dalla sinistra.
Superiamo un tornante destrorso (m. 425).
Poco dopo la stradina termina davanti ad una cascina (m. 430).
Prendiamo un sentiero marcato con i bolli bianco rossi che sale a sinistra con alcuni piccoli gradini di legno.
Subito troviamo un bivio e, seguendo i bolli, andiamo a destra.
Percorriamo un tratto quasi in piano, con una breve e rudimentale protezione alla destra.
Poi torniamo a salire con il bosco alla sinistra e una fila di alberi alla destra oltre la quale vediamo dapprima dei cassottelli e poi la cascina.
Proseguiamo con pochi passi quasi in piano e poi in leggera salita. Alla destra vediamo delle arnie (m. 455).
Il sentiero si biforca e andiamo a sinistra (m. 465).
La pendenza aumenta. Incrociamo un altro sentiero e proseguiamo diritto con delle serpentine appena accennate su fondo roccioso (m. 490), iniziando a
risalire la Val Portegno verso il Monte Remenghi.
Ad un bivio andiamo a destra (m. 510).
Percorriamo un breve tratto quasi in piano. Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire.
Troviamo una pietra con i bolli nel mezzo del sentiero (m. 525).
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire e troviamo un'altra pietra con i bolli sul percorso.
Un altro sentiero, con un tornante destrorso, si immette dalla destra. Proseguiamo diritto (m. 535).
Subito dopo un tornante sinistrorso il sentiero si biforca e seguendo i bolli andiamo a destra (m. 545).
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire su fondo roccioso (m. 560).
Percorriamo poi un tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è un valloncello.
Superato un tornante destrorso (m. 580) saliamo in modo abbastanza ripido con delle serpentine.
In leggera salita percorriamo un tornante destrorso (m. 600).
Poco dopo riprendiamo a salire con delle serpentine.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 615).
Dopo un tornante destrorso la pendenza diminuisce un poco.
Superiamo altri due tornanti destra-sinistra.
In leggera salita arriviamo ad un altro tornante sinistrorso oltre il quale torniamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 630).
Con pochi passi quasi in piano raggiungiamo un tornante destrorso presso il quale su di una pietra vediamo il segnavia 360 a bandierina (m. 640).
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Accanto ad un albero abbattuto, coperto da rampicanti, percorriamo un tornante sinistrorso (m. 660).
Superiamo un tornante destrorso (m. 675) e poi altri due ravvicinati sinistra-destra (m. 685).
Alterniamo due tratti con poca pendenza ad uno in salita.
Superiamo altri quattro tornanti sx-dx-sx-dx (m. 710)
Percorriamo un tratto rettilineo inizialmente con poca pendenza e poi in salita (m. 720).
Continuiamo con un tornante sinistrorso (m. 735) e poi uno destrorso (m. 750).
Poco dopo troviamo alcuni gradini di legno.
Percorriamo un breve tratto con poca pendenza. In basso a destra tra gli alberi riusciamo a vedere Gardone (m. 765).
Continuiamo con un tratto in salita, uno quasi in piano e ad un altro con poca pendenza.
Dopo un tornante sinistrorso (m. 775) percorriamo un lungo tratto rettilineo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Con alcuni gradini di legno percorriamo un tornante destrorso (m. 805).
Subito dopo ne percorriamo uno sinistrorso.
Al successivo tornante destrorso vediamo un segnavia 360 su di un albero. Anche qui ci sono dei gradini di legno (m. 815).
Altri gradini li troviamo presso il seguente tornante sinistrorso. Alla destra c'è un piccolo slargo (m. 825).
Dopo pochi passi quasi in piano riprendiamo a salire.
Agevolati da alcuni gradini superiamo un tornante destrorso (m. 835) seguito poco dopo da uno sinistrorso.
Percorriamo ora un lungo rettilineo alternando due tratti con poca pendenza ad uno in salita.
Alla destra, invece del bosco, ora ci sono soltanto alcuni abeti e in alto vediamo due case (m. 870).
Attorniati da alcuni agrifogli percorriamo un tornante destrorso.
Dopo alcuni passi in piano, giriamo a sinistra e torniamo a salire.
Superiamo un tornante sinistrorso.
Raggiungiamo le due costruzioni situate sul crinale, che scende dal Monte Remenghi, tra la Val Larga e la Val Portegno. Alcuni segnavia indicano: Casì
delle Siùre m. 881; a destra: Sant'Emiliano a ore 1.20 (sent. 360), Corna di Sonclino a ore 2.50 (sent. 360-362); dietro Gardone a ore 1.
Proseguiamo quasi in piano verso destra passando poco sotto un appostamento per la caccia situato sul crinale.
Il sentiero si biforca e seguendo i bolli andiamo a destra.
Entriamo in un bosco. Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a camminare quasi in piano.
Proseguiamo in leggera salita. Il sentiero si unisce ad un altro e andiamo a destra quasi in piano camminando tra alberelli.
Ignoriamo poi un altro sentiero che retrocede alla sinistra.
Poco dopo alla destra troviamo alcuni grandi alberi. In alto a sinistra vediamo una recinzione. Proseguiamo nel bosco.
Continuiamo in leggera discesa. In alto a sinistra vediamo dapprima due case e poi un appostamento per la caccia.
Ora camminiamo in leggera salita. Su di un albero due frecce rosse e bianche indicano davanti e dietro.
Torniamo in cresta (m. 910). Alla sinistra c'è un cancelletto di legno. Seguendo i bolli bianco-rossi ci spostiamo alla sinistra del crinale, sul
versante della Val Larga e, ignorando un sentiero che scende, pieghiamo subito a destra.
Ora ci troviamo sul versante nord, sempre in ombra nel periodo invernale. Dopo un tratto in salita proseguiamo con alcuni brevi saliscendi mentre alla
sinistra precipita un alberato pendio.
Sulla cresta vediamo un altro appostamento per la caccia. Il sentiero si mantiene poco sotto.
Proseguiamo in salita. In basso alla sinistra vediamo Gardone e Marcheno.
Al termine della salita (m. 930) percorriamo un tratto in discesa con delle rocce alla destra.
Poi torniamo a salire (m. 925).
Dopo un breve tratto quasi in piano riprendiamo a salire e torniamo al sole.
Continuiamo in modo abbastanza ripido lungo il versante occidentale del Monte Calvario.
Dopo una curva a destra arriviamo alla sorgente del Pos Perlì. Su di un cartello attaccato ad un albero leggiamo: Sorgente Pozzo Perlino m. 950.
L'acqua dovrebbe uscire da un tubicino ma noi troviamo la fonte asciutta.
Proseguiamo verso destra quasi in piano ma con lievi saliscendi. Torniamo in ombra.
Riprendiamo a salire piegando a destra.
Alterniamo alcuni tratti quasi in piano o in salita generalmente lieve, con bella vista sulla vallata. Alla destra scende ripidamente un alberato
pendio.
Dopo una curva a sinistra (m. 995) e alcuni saliscendi, percorriamo un lungo tratto con poca pendenza. In alto a sinistra vediamo degli appostamenti
per la caccia.
Ci immettiamo sulla stradina che sale da Zanano, che in questo punto è sterrata. Alcuni segnavia indicano: Paer m. 1017; a sinistra: Sant'Emiliano a
ore 0.40, Corna di Sonclino a ore 2.10; dietro: Gardone a ore 1.20. Un segnavia 360 a bandierina su di un albero indica l'inizio del sentiero a chi
deve scendere.
Andiamo a sinistra con pochissima pendenza.
In alto a destra vediamo un altro appostamento. Il fondo stradale diventa in cemento.
Torniamo poi a salire con un guard-rail alla sinistra e percorriamo un ampio tornante destrorso aggirando una parete rocciosa (m. 1025).
Terminato il guard-rail, proseguiamo con poca pendenza. Lasciamo a destra un dosso e poi alla sinistra uno slargo.
Passiamo sul versante sud del Monte Calvario e torniamo al sole. Percorriamo pochi passi quasi in piano e proseguiamo con poca pendenza. In alto
alla sinistra vediamo un appostamento per la caccia (m. 1040).
La stradina diventa sterrata e procede quasi in piano con bella vista panoramica alla destra sulla vallata. Di tanto in tanto alla sinistra troviamo
un piccolo slargo con funge da piazzola per lo scambio.
Dopo una curva a sinistra cominciamo a trovare delle canaline in cemento e metallo, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla stradina.
Percorriamo un lungo tratto poi alla destra troviamo una sterrata che scende. Qui la stradina gira a sinistra. Su di un piccolo cartello leggiamo:
Comune di Sarezzo, Loc. Gromi Alti. In basso a destra c'è una villetta in posizione panoramica (m. 1090).
Percorriamo due tratti in salita intervallati da uno breve quasi in piano. In alto alla sinistra tra gli alberi vediamo una casa gialla (m. 1100).
Poco dopo ignoriamo una sterrata che scende a destra.
Continuiamo quasi in piano. Alla destra un sentiero scende verso dei baitelli in lamiera.
Giriamo a sinistra mentre sull'altro lato, poco più in basso, c'è una casa e su di un cartello leggiamo: Pedersini (m. 1110).
Continuiamo in discesa con il fondo in cemento attraversato da alcune canaline in metallo.
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra. Ora la strada è sterrata.
Alla destra c'è una teleferica.
Raggiungiamo uno slargo (m. 1090). Alla sinistra c'è il valico tra la Corna Rossa e il Monte San Emiliano.
La strada prosegue diritto ma è chiusa da un cancello aggirabile ai lati. Alcuni segnavia indicano davanti: San Emiliano a ore 0.10, Corna di Sonclino
e ore 1.40; dietro: Gardone a ore 1.50. Un altro cartello indica dietro Zanano e davanti La Cava. Ignoriamo un sentiero che scende a destra.
Più avanti percorriamo una curva a sinistra con il cavo della teleferica a lato.
Continuiamo quasi in piano con altre curve, la prima delle quali ha delle protezioni alla destra.
Lasciamo a destra una roccia calcarea. In questo punto il fondo è in cemento (m. 1105).
Torniamo a salire con altre curve.
Alla sinistra dei gradini conducono verso una casa gialla che vediamo più in alto.
Continuiamo diritto in leggera discesa e subito percorriamo una curva a sinistra oltre la quale all'improvviso ci appare il Santuario di San Emiliano.
In alto alla sinistra vediamo una casetta.
Arrivati nei pressi del santuario, lasciamo la stradina che prosegue verso il Grotto Santa Cecilia. Con dei gradini scendiamo a destra e passiamo
sotto ad una insegna che ci da il benvenuto a Sant'Emiliano.
Tempo impiegato: ore 2.20 - Dislivello: m. 820 -29
Data escursione: gennaio 2014
Escursioni partendo dal Rifugio:
- al Monte San Emiliano (m. 1191) in ore 0.20
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