Rifugio Passo San Marco 2000
- Altezza: m. 1835
- Gruppo: Orobie
- Ubicazione: La Cola
- Comune: Mezzoldo - BG
- Carta Kompass: 105 D3
- Coordinate Geografiche: 46°02'20"N 9°37'47.30"E
- Gestore: Claudio Balicco
- Telefono gestore: 349 8048505 - 334 3782632
- Telefono rifugio: 0345 86020
- Posti letto: 50
- Apertura: estiva e weekend
- Pagina aggiornata il: 28/02/2018
Il Rifugio Passo San Marco 2000 si trova sotto l'omonimo passo, sul versante orobico.
Può essere raggiunto in auto seguendo la strada che da Morbegno, passando per Albaredo, sale fino al Passo San Marco (circa 27 km)
e scende poi per la valle bergamasca.
E' consigliata però anche una gita a piedi da Albaredo, o da Mezzoldo, seguendo la Via Priula, la strada Transorobica che fu fatta
costruire 400 anni fa dalla Repubblica di Venezia per collegare il versante valtellinese con quello bergamasco, per migliorare le
sue vie commerciali.
E' un tracciato ricco di fascino, che permette di raggiungere il rifugio in circa 4 ore.
Bisogna però dire che in alcuni punti, sul lato orobico, l'attuale carrozzabile si è sovrapposta al vecchio percorso.
Primo itinerario: Via Priula da Albaredo (segnavia 110)
Con la statale 38 della Valtellina arriviamo a Morbegno.
Seguendo le indicazioni per il Passo San Marco, al km. 13 giriamo a destra (sud) in Via Morelli. Allo stop andiamo a sinistra in Via Damiani e subito
dopo a destra in Via Montalcini che, più avanti, con un tornante sinistrorso, da origine alla provinciale 8.
Al km. 9.5 presso un tornante sinistrorso, lasciamo la provinciale e proseguendo diritto entriamo in Albaredo.
Poco dopo raggiungiamo Piazza San Marco dove lasciamo la macchina nel parcheggio alla destra. Alla sinistra ci sono una fontana con vasca ed un
torrente che scende formando una cascata (m. 900).
Ci incamminiamo verso la chiesa. Lasciamo a destra un leone di San Marco simbolo della Repubblica Veneta e una fontana. Sullo spigolo di una casa alla
sinistra, all'inizio di Via San Marco, i segnavia indicano la Via Priula e il Sentiero dei Misteri.
Via San Marco prosegue in salita alla sinistra della chiesa con il fondo di sampietrini.
Camminando tra le case ignoriamo Via Braga che scende alla destra.
Su di un muro alla sinistra vediamo una meridiana.
Lasciata poi a sinistra Via Del Nero, troviamo dall'altro lato il palazzo del Municipio ed una fontana (m. 910).
Alla destra ci accompagna una ringhiera intervallata a tratti da un basso muretto coperto da una lastra di marmo che può fungere da panca.
Presso una curva a sinistra troviamo una fontana con vasca; l'acqua tramite una cannella esce dalla bocca di una maschera (m. 925).
Dopo un tratto quasi in piano sempre alla sinistra troviamo un lavatoio con tettuccio e un torrente che scende ripidamente.
Proseguiamo in salita su asfalto. Alla sinistra ci sono un muro e una roggetta, alla destra delle protezioni in ferro.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 950).
Poco dopo ci immettiamo sulla provinciale. Un cartello indica la Via Priula a coloro che la percorrono in discesa.
Proseguiamo verso destra seguendo la provinciale. Vediamo altri due cartelli che segnalano la Via Priula e il Sentiero dei Misteri.
Ignoriamo alla sinistra la stradina, che conduce ad un ristorante, all'inizio della quale su di un muro c'è una cartina di Albaredo.
Un centinaio di metri più avanti, troviamo un parcheggio alla sinistra e, dall'altro lato, un cartello che segnala il Rifugio Alpe Piazza a km. 6
seguendo la strada (m. 965). Pochi metri prima del parcheggio si stacca una stradina asfaltata. Prendiamo questa stradina e, dopo pochi passi, la
lasciamo per imboccare sulla destra la mulattiera. Tre cartelli colorati segnalano infatti verso destra: 1 Via Priula (fondo rosso), 3 Sentiero
Transumanza (fondo verde), 4 Sentiero dei Misteri (fondo blu). Altri segnavia indicano con il percorso 110: Madonna delle Grazie e ore 0.50, Dosso
Chierico a ore 1.30, Passo San Marco a ore 4. C'è anche un segnale stradale che vieta il transito ai motocicli.
Alla sinistra della mulattiera c'è un muretto e alla destra una protezione in ferro.
Un torrentello, incanalato da tra due muretti, scende dalla sinistra e attraversa la mulattiera passandole sotto.
Continuiamo in leggera salita.
Troviamo una casa alla sinistra e una stalla alla destra (m. 970). In basso vediamo la provinciale.
Ora la mulattiera è inerbita. Alla destra ci accompagnano delle protezioni realizzate con paletti, dapprima di ferro dipinti di verde e poi di legno,
che reggono due cavi.
Torniamo a salire mentre le protezioni terminano. Sul lato destro scende un muretto in cemento e pietre a rinforzo della mulattiera (m. 980).
Percorriamo poi un altro tratto con protezioni a valle (m. 1000).
Alla sinistra c'è una casa situata più in alto mentre a lato della mulattiera c'è un muro di rinforzo sul quale vediamo un segnavia a bandierina (m. 1030).
Subito dopo transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Lasciamo poi alla sinistra una vecchi baita (m. 1050).
Ci immettiamo su di una sterrata. Un cartello indica la Via Priula verso destra.
Con pochissima pendenza percorriamo due semicurve sinistra-destra. Alla sinistra troviamo una fontana con due vasche. Alla destra ci sono delle
protezioni di ferro dipinte di rosso, interrotte da alcuni gradini in cemento che scendono.
Proseguiamo tra gli alberi. In basso a destra vediamo due vecchie baite/stalle.
Su un cartello con il fondo blu del Sentiero dei Misteri leggiamo: "... Sassello, passando di qui, non mancò di rendere omaggio alla Madonna affinché
lo proteggesse dalle terribili streghe che da sempre infestano la valle Viaga".
Proseguiamo quasi in piano e, in alto a sinistra, vediamo la santella contenente degli affreschi che raffigurano una madonna con bambino e quattro
santi. Alla sinistra della santella c'è un puttino con un grappolo di uva tra le mani.
Percorriamo un ampio tornante destrorso mentre il torrente della Val Viaga attraversa passando sotto alla stradina (m. 1065).
Continuiamo con poca pendenza e con il fondo in cemento.
Presso una curva a sinistra la stradina torna sterrata. Alla destra c'è un palo metallico che regge tre cavi. Un sentiero a gradini scende a destra
verso un pollaio.
Proseguiamo con delle semicurve. Alla sinistra c'è un muretto mentre dall'altro lato ci sono sempre le protezioni dipinte di rosso.
Troviamo dei gradini in cemento che scendono nel prato alla destra e altri che salgono in quello alla sinistra.
Subito dopo, in alto a sinistra, vediamo una vecchia cascina.
Poi torniamo a salire con il fondo in cemento. Altri gradini scendono alla destra verso i prati. Alla sinistra c'è un muretto di pietre sul quale è
stato dipinto il segnavia 110 a bandierina.
Troviamo alla destra alcuni vecchi baitelli. Alla sinistra dei gradini salgono verso i prati (m. 1090).
Percorriamo un tratto quasi in piano su sterrato. Alla destra ci sono nuovamente le protezioni di ferro dipinte di rosso. Alcuni gradini scendono
verso i baitelli.
Un rivolo passa sotto alla stradina che diventa più larga e torna ad avere il fondo in cemento.
Camminando in leggera salita lasciamo a sinistra un cassottello di legno (m. 1100).
In alto a sinistra vediamo alcune case e un garage.
Proseguiamo quasi in piano su sterrato con delle protezioni di ferro dipinte di rosso alla destra. In alto alla sinistra c'è un canile.
Dal basso sentiamo provenire il fragore di un torrente. Poco dopo, con un tornante destrorso, lo attraversiamo su di un ponte (m. 1110).
Alla sinistra troviamo due vecchi baitelli di pietra, coperti di muschio, addossati alla roccia.
Torniamo a salire con il fondo in cemento.
Lasciamo a destra un palo in metallo al quale arriva un cavo che poi scende e prosegue interrato. Molto più in alto invece scorrono i cavi dell'alta tensione.
Alla sinistra troviamo un baitello di pietra con il tetto di lamiera (m. 1120).
Percorriamo alcune semicurve e troviamo un altro vecchio baitello con due porte sotto al quale, tramite una canalina, esce dell'acqua che cade
dapprima in un tronco scavato e poi in una grata.
Lasciamo poi, sempre a sinistra, un altro baitello.
Passiamo tra un gruppo di vecchie baite e stalle (m. 1135).
Proseguiamo tra i prati per un altro centinaio di metri e poi sbuchiamo sulla provinciale, esattamente al km. 12.6 (m. 1150).
La attraversiamo e proseguiamo con una stradina asfaltata all'inizio della quale i segnavia indicano con il percorso 110: Madonna delle Grazie a ore
0.20, Dosso Chierico a ore 1.10, Passo San Marco a ore 3.30. Altri cartelli segnalano la Via Priula, il Sentiero dei Misteri, il Sentiero Ciaspolada
Alpe Lago. Un segnale stradale vieta il transito ai motocicli eccetto quelli autorizzati.
Passiamo tra alcune vecchie case. Alla destra ci sono delle protezioni.
Dopo un tratto quasi in piano con un muretto alla sinistra, continuiamo tra prati e alberi.
Alla sinistra troviamo uno slargo e una fontana con due vaschette in cemento.
Subito dopo ignoriamo un sentiero che sale a sinistra e proseguiamo diritto in leggera salita.
In basso alla destra vediamo altre vecchie case.
Percorriamo un tratto quasi in piano con il fondo sterrato (m. 1175) seguito da un altro in discesa su cemento.
Alla sinistra c'è uno slargo. Proseguiamo quasi in piano e ne troviamo un altro alla destra.
Troviamo una fontana con due vasche e poi un muro alla sinistra. Sull'altro lato, in basso, vediamo una vecchia baita.
Poco dopo, con il fondo acciottolato, raggiungiamo la bianca chiesa di Santa Maria delle Grazie, situata alla destra della strada. Davanti alla chiesa
c'è un portico. C'è anche una panchina. Alla sinistra invece c'è una grande bacheca con tettuccio alla quale sono appesi tre cartelli che parlano
delle Valli del Bitto di Albaredo e Gerola e mostrano una cartina stilizzata.
Per chi fosse arrivato fin qui in auto, dietro alla chiesa c'è l'ultima possibilità di parcheggio. Da questo punto infatti un segnale stradale vieta
il transito a tutti i veicoli (m. 1165).
Continuiamo su sterrato in leggera discesa. Una teleferica sale a sinistra verso una casa.
Lasciamo a sinistra una vecchia baita sulla quale è stato dipinto un segnavia a bandierina con il n. 11. Un'altra scritta, sotto il tetto dice: "1854 MGS".
Proseguiamo in discesa. Alla sinistra parte un'altra teleferica. Troviamo delle canaline in metallo per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.
Lasciamo a destra una baita.
Un altro segnale stradale ribadisce il divieto di transito ai veicoli. Alla sinistra c'è una cascatella (m. 1150).
Con una semicurva aggiriamo una casa che vediamo poco più in alto a sinistra.
Percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale c'è un muro di pietra (m. 1135).
Continuiamo a scendere con altri tre tornanti sx-dx-sx e poi con alcune semicurve (m. 1120).
Un rivolo attraversa la strada.
Alla sinistra c'è una parete di roccia.
Accompagnati da protezioni di legno alla destra arriviamo al ponte sul Torrente della Valle di Lago. Il ponte ha protezioni di ferro ai lati. Un
cartello informa che ci troviamo nel Parco delle Orobie Valtellinesi. Un altro segnala la Via Priula (m. 1105).
Superato il ponte, giriamo a destra e proseguiamo in leggera salita in un bosco di abeti.
Un cartello appeso ad un albero, presso una curva a sinistra, avverte del pericolo di una possibile caduta di sassi.
Percorriamo un tratto con delle protezioni di legno alla destra.
Dopo una semicurva, alla sinistra c'è un muretto di pietre. Un ruscelletto passa sotto alla sterrata.
Troviamo poi un rivolo che attraversa su di una base in cemento e pietre.
Ora ci sono delle protezioni di legno alla destra.
Quasi in piano percorriamo una curva a destra molto ampia.
Su di un albero vediamo un altro cartello di pericolo caduta sassi rivolto a coloro che arrivano dalla direzione opposta.
Con delle protezioni alla destra percorriamo una curva a sinistra.
Arriviamo al secondo ponte (m. 1125). Alla destra ci sono una panchina ed una bacheca con tettuccio alla quale sono appesi due cartelloni che parlano
della "Segheria al Ponte di Pedena". Ignoriamo il Sentiero dei Misteri che prosegue diritto e girando a destra attraversiamo il ponte gettato sulla
forra della Val Pedena.
Dopo il ponte giriamo ancora a destra e continuiamo in salita con il fondo in cemento.
Subito ignoriamo un sentiero che sale a sinistra. Alla destra ci sono delle protezioni con paletti di ferro che reggono due cavi.
Nuovamente su sterrato percorriamo una ampia curva a sinistra. Alla destra c'è una bacheca con un cartellone che spiega come funziona una "carbonaia".
In basso alla destra c'è una panchina (m. 1140).
Su di una pietra alla destra vediamo un segnavia a bandierina. Un ruscelletto scorre sotto alla sterrata.
Troviamo poi un altro rivolo che, scorrendo in un tubo color arancione, attraversa la sterrata passandole sotto.
Alla destra troviamo la base di un pilone sulla quale è stato dipinto un segnavia a bandierina.
Un altro rivolo passa sotto alla stradina.
Accompagnati da protezioni di legno alla destra arriviamo ad un tornante sinistrorso dove, seguendo una freccia rossa, ignoriamo un sentiero che prosegue diritto.
Un altro rivolo passa sotto alla sterrata.
Alla sinistra troviamo un casello del latte. Alla destra c'è una bacheca con un cartellone che ne spiega l'utilizzo (m. 1165).
Con protezioni di legno alla sinistra arriviamo ad un tornante destrorso.
Proseguiamo in leggera salita. In questa zona ci sono meno alberi e alla destra possiamo ancora vedere in lontananza la chiesa della Madonna delle Grazie.
Un altro rivolo passa sotto alla sterrata.
Dopo una curva a sinistra rientriamo nel bosco (m. 1185).
Alla destra ci sono dei paletti di legno che reggono due cavi di acciaio.
Lasciamo alla sinistra un baitello con due porte, seguito da una fontana con quattro vaschette in cemento e raggiungiamo le prime case del Dosso Chierico (m. 1190).
La sterrata si biforca. I segnavia indicano verso sinistra in leggera salita con il percorso 110: Passo San Marco a ore 2.30, Via Priula; verso destra
in discesa, con il percorso 135: Avez de Vesenda a ore 1.15, Vesenda Bassa a ore 1.30, Vesenda Alta a ore 2.10; e con il percorso 134: Casera Garzino
a ore 1.10, Casera Melzi a ore 1.30; dietro: Via Priula, Madonna delle Grazie a ore 0.30, Albaredo per San Marco a ore 1.10.
Proseguiamo verso sinistra. Poco dopo in basso alla destra vediamo una baita di legno.
Passiamo sotto i cavi di un elettrodotto sostenuti da una doppia fila di tralicci che, ahimè, ci accompagneranno per tutto il resto del cammino. In
questo punto siamo allo scoperto e alla destra ci sono delle protezioni di legno.
In basso alla destra vediamo una baita.
Torniamo poi a camminare tra gli alberi con un muretto di pietre alla sinistra.
Superiamo un tornante sinistrorso. Un cartello segnala il divieto di caccia (m. 1210).
Ora il muro è alla destra.
Proseguiamo tra prati e alcuni alberi. In alto a destra vediamo una casa. Alla sinistra la vista spazia sulla vallata.
Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione. Alla sinistra ci sono delle vecchie protezioni di legno. Dall'alto vediamo i tetti della case precedentemente incontrate.
Raggiungiamo la chiesetta dedicata a Santa Chiara, situata all'interno di un tornante destrorso (m. 1230).
Ora alla sinistra ci sono delle protezioni a valle formate da paletti, alberelli e due cavi. Un cartello indica la Via Priula nelle due direzioni di marcia.
All'esterno di un tornante destrorso troviamo un cancelletto oltre il quale ci sono dei prati.
Proseguiamo tra un muretto di pietre e una recinzione di legno.
Raggiungiamo una fontana con vasche e le vecchie case della parte alta del Dosso Chierico (m. 1240). Le aggiriamo verso destra con un tornante
sinistrorso molto ampio.
Proseguiamo tra i prati passando sotto i cavi dell'alta tensione.
Poi, in leggera salita, percorriamo due curve sinistra-destra rientrando nel bosco (m. 1255).
La sterrata si restringe e diventa un sentiero. Continuiamo in salita.
Ignoriamo un piccolo sentiero che retrocede alla sinistra.
Per un tratto il percorso si trasforma in una larga mulattiera (m. 1270).
Poi ritorna sentiero. I cavi dell'alta tensione scorrono sopra di noi (m. 1285).
Lasciamo a sinistra un traliccio e una pietra piatta che può fungere da panca.
Quasi in piano raggiungiamo e superiamo una passerella con traversine di legno e con delle protezioni di ferro alla destra (m. 1300).
Subito dopo lasciamo a sinistra due tralicci.
Dapprima con poca pendenza e poi in salita, proseguiamo con il sentiero rinforzato a valle con delle pietre.
Lasciati a sinistra un altro paio di tralicci, continuiamo con poca pendenza (m. 1320).
Riprendiamo a salire. Alla sinistra ci sono delle pietre franate (m. 1335).
Su di un masso alla sinistra vediamo un segnavia a bandierina. In questo punto il bosco è formato da piccoli alberi.
In leggera salita superiamo un tornante sinistrorso seguito, poco dopo, da
un altro destrorso (m. 1360).
Ora i cavi dell'alta tensione, per un po' scorrono leggermente alla sinistra del sentiero.
Dopo una semicurva a sinistra riprendiamo a salire lasciando alla sinistra due tralicci.
Torniamo nel bosco.
Subito dopo aver superato un tornante sinistrorso, troviamo i tralicci alla destra e passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1390).
Pochi passi più avanti percorriamo un tornante destrorso.
Passiamo tra due tralicci.
Alla destra, un apertura tra gli alberi consente una veduta del lato opposto della valle completamente coperto dai boschi (m. 1405).
Il sentiero diventa una mulattiera.
Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1420).
Dopo una curva a sinistra continuiamo con poca pendenza.
Superiamo un'altra curva a sinistra e poi torniamo a salire.
Il percorso si divide e poco dopo si ricompone (m. 1440).
Presso un tornante sinistrorso troviamo un segnavia che indica la Via Priula (m. 1455).
Quasi in piano, poco dopo, percorriamo un tornante destrorso dove ritroviamo i cavi dell'alta tensione.
Continuiamo con poca pendenza. Attorno ci sono delle betulle mentre i cavi scorrono sopra di noi, seppur leggermente alla sinistra.
Alla sinistra troviamo alcune roccette.
Presso una curva a sinistra passiamo sotto ai cavi (m. 1475).
Dopo la successiva curva a destra i cavi scorrono a lato, alla nostra destra.
Alla sinistra c'è una parete di roccia sulla quale vediamo un segnavia a bandierina.
Superiamo due canaline per lo scolo dell'acqua.
Raggiungiamo uno slargo (m. 1490). Alla sinistra si stacca una stradina all'inizio della quale un cartello indica la Ciaspolada Alpe Lago. Al termine
dello slargo un segnavia indica davanti la Via Priula.
Torniamo a camminare su mulattiera e saliamo nel bosco. Alla sinistra ci sono delle roccette.
Percorriamo un tratto con meno alberi alla sinistra mentre i cavi continuano a scorrere sopra alle nostre teste (m. 1515).
Passiamo tra due roccette (m. 1525).
Proseguiamo in lievissima salita mentre il sentiero alla destra precipita tra gli alberi.
Percorriamo una curva a destra, passando tra una parete rocciosa e una roccetta con i bolli.
Torniamo a salire. Alla sinistra troviamo un grande formicaio, alto più di un metro (m. 1535).
Percorriamo un tratto su sentiero sterrato. Proseguiamo con poca pendenza e, presso una curva a destra, ne percorriamo un altro su mulattiera (m. 1545).
Poi riprendiamo a salire nuovamente su sentiero.
In leggera salita passiamo tra due tralicci. In questa zona gli alberi ai lati sono a una certa distanza dal sentiero (m. 1575).
Più avanti passiamo accanto alla base in cemento di un traliccio.
Poco dopo, presso una curva a sinistra, ignoriamo dei gradini in cemento coperti dal muschio che salgono a sinistra verso una baita di legno. Alla
sinistra ci sono due tralicci. Percorriamo un tratto allo scoperto quasi in piano (m. 1605).
Rientriamo nel bosco e subito lasciamo a sinistra un sentiero che sale alla baita.
Torniamo a salire. Il sentiero diventa mulattiera.
Dopo una ampia curva a sinistra passiamo tra delle roccette e continuiamo quasi in piano su sentiero (m. 1625).
Percorriamo una ampia curva verso destra, allo scoperto, con i cavi dell'alta tensione che passano sopra.
Torniamo a salire tra gli alberi.
Alla destra ci sono altri due formicai, più piccoli del precedente.
Su di una pietra vediamo il segnavia 110 a bandierina. Alla sinistra c'è una vecchia baita composta nell'ordine da una tettoia, una costruzione in
legno ed una in muratura (m. 1635). La aggiriamo quasi in piano con una curva a sinistra e torniamo nel bosco.
Percorriamo due tratti in leggera discesa alternati ad altrettanti quasi in piano.
Continuiamo con un tratto in salita ed un altro in lieve discesa.
Un rivolo attraversa il percorso scorrendo in un canalino di pietra.
Proseguiamo quasi in piano con i tralicci alla sinistra.
Percorriamo pochi passi in discesa seguiti da altrettanti in salita.
Troviamo un rivolo che attraversa e bagna il sentiero.
Arriviamo al termine del bosco. Un cartello indica la Via Priula in entrambe le direzioni.
Proseguiamo con un sentiero tra l'erba. Davanti, in alto, vediamo la Casera d'Orta Vaga e, più sopra, la strada provinciale. Ora i tralicci sono
più alla destra, nella valle.
Alla sinistra c'è un muretto di pietre a secco e alla destra due solitarie betulle nate dallo stesso ceppo.
Giriamo a destra e percorriamo un tratto infangato.
Scendiamo verso il Torrente della Valle d'Orta passando accanto ad una targa a ricordo di una persona scomparsa.
Il ponte è crollato. Guadiamo il torrente agevolati da alcune pietre che affiorano dall'acqua (m. 1625).
Riprendiamo a salire. Alla sinistra c'è un muretto a secco.
Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione lasciando a sinistra due tralicci.
Con minore pendenza percorriamo un tornante sinistrorso, mentre diritto vediamo il tetto di una sottostante baita (m. 1645).
Torniamo a salire accompagnati da un basso muretto alla destra.
Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Gia in vista della Casera d'Orta Vaga, percorriamo un tornante destrorso (m. 1660).
Sempre camminando sotto ai cavi superiamo un tornante sinistrorso (m. 1670).
Proseguiamo con un'altra coppia di tornanti destra-sinistra, vicini tra loro.
Arriviamo ad un bivio (m. 1690). I segnavia indicano: Casera d'Ora Vaga 1707 m. (visibile davanti, non molto lontana); diritto: Passo di Pedena a ore
2.30, Alpe Piazza a ore 3.20; a destra: Passo San Marco a ore 0.50, Passo di Verrobbio a ore 1.50, Sent. 148 per Pescegallo a ore 4; dietro: Dosso
Chierico a ore 1.20, Albaredo per San Marco a ore 2.30. Andiamo a destra.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1700). Ora camminiamo sulla vecchia mulattiera inerbita e con il bordo a valle rinforzato.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1710).
Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione. Alla destra c'è un traliccio.
Superiamo una coppia di tornanti ravvicinati sinistra-destra (m. 1720).
Sempre camminando sotto ai cavi ne percorriamo un altro sinistrorso (m. 1735).
Dopo un breve tratto quasi in piano (m. 1745) torniamo a salire e percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro.
Ora le pietre della mulattiera sono ben visibili.
Presso un tornante destrorso un rivolo bagna la mulattiera (m. 1755).
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso passando tra due tralicci e sotto ai cavi (m. 1765).
Presso un tornante destrorso, la mulattiera torna ad essere inerbita (m. 1775).
Passiamo nuovamente sotto ai cavi dell'alta tensione.
In leggera salita superiamo un tornante sinistrorso (m. 1785) e proseguiamo tra radi larici, felci e alcuni rododendri. Torniamo a salire.
Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio subito seguito da uno destrorso (m. 1795).
Tra larici e rododendri ne superiamo un altro sinistrorso (m. 1805).
Con minore pendenza arriviamo al successivo, destrorso, oltre il quale torniamo a salire.
Superiamo una coppia di tornanti sinistra-destra, vicini tra loro.
Proseguiamo con altri due tornanti vicini sinistra-destra (m. 1825).
Ormai gli alberi sono quasi completamente scomparsi e camminiamo tra erba, rododendri e felci.
All'esterno di una curva a destra ci sono i soliti tralicci (m. 1835).
Passiamo tra due tralicci (m. 1850). Alla destra possiamo vedere tutta la valle.
Percorriamo un tratto quasi in piano dove intercettiamo un'altra linea dell'elettrodotto che scorre più alla sinistra rispetto a quella finora seguita
(m. 1875).
In salita arriviamo ad una curva a destra dove scavalchiamo un rivolo che attraversa in una canalina di pietre (m. 1885).
Dopo un tratto quasi in piano riprendiamo a salire. Attorno ci sono massi, rododendri ed erba.
Proseguiamo quasi in piano. Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1900).
Alla sinistra dell'acqua sorgiva esce da un tubo. Un cartello informa che si tratta del Fontanino di San Carlo.
Ora camminiamo seguendo i tralicci della seconda linea dell'elettrodotto che abbiamo incontrato, quella alla sinistra mentre l'altra scorre più a destra.
In basso, a destra, vediamo delle mucche al pascolo.
Riprendiamo a salire.
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra.
Tra erba e rododendri arriviamo ad un tornante sinistrorso. Alla destra c'è un profondo solco nel quale scorre un ruscello (m. 1930).
Dopo pochi passi quasi in piano, percorriamo un tornante destrorso e ci riportiamo sotto ai cavi dell'elettrodotto più a sinistra.
Attraversiamo il ruscello camminando su delle pietre che lo coprono (m. 1940). Davanti cominciamo a vedere il grande ometto al Passo San Marco.
Dopo un tratto con poca pendenza e alcuni passi quasi in piano, torniamo a salire.
Passiamo tra due tralicci (m. 1960).
Percorriamo un breve tratto quasi in piano attraversato da un rivolo.
Poi in salita, arriviamo ad una curva a sinistra oltre la quale proseguiamo con minore pendenza.
Alla destra c'è una pozza; più in alto a sinistra vediamo una baita. Scavalchiamo un rivolo.
Troviamo un cartello che segnala il Sentiero Paniga, Alta Via delle Orobie.
Giriamo a sinistra e raggiungiamo il Passo San Marco (m. 1992). Accanto al grande ometto di pietre troviamo vari segnavia che indicano davanti e
dietro: Via Priula; davanti: Passo di Verrobbio a ore 1, Pescegallo a ore 3.10, Lago di Trona a ore 3.40; a sinistra: Monte Verrobbio EE a ore 0.50,
Passo di Verrobbio a ore 1.10; dietro: Alpe d'Orta a ore 0.40, Passo di Pedena a ore 3.10, Alpe Piazza a ore 4.
Ora dobbiamo scendere sul versante bergamasco. Questo tratto della mulattiera è ben conservato.
Passiamo accanto ad un picchetto sul quale leggiamo: 56+300.
In discesa arriviamo ad un bivio dove i segnavia indicano a destra: Accesso alle trincee della Prima Guerra Mondiale Linea Cadorna. Proseguiamo diritto percorrendo un tratto quasi in piano.
Lasciata a sinistra una panchina, riprendiamo a scendere.
All'esterno di una curva a destra troviamo un rudere e un tavolo con panche in legno (m. 1970).
Dopo un tornante sinistrorso, davanti vediamo il Rifugio San Marco 2000 e il Lago di Valmora (m. 1960).
Passiamo tra due tralicci.
Percorriamo una curva a destra (m. 1950) e poco dopo un tornante sinistrorso.
Passiamo accanto al picchetto con l'indicazione del km. 56.
Dopo un tratto con pochissima pendenza, riprendiamo a scendere. Due rivoli attraversano il percorso.
Alterniamo due tratti quasi in piano ad uno in lievissima discesa.
In alto a sinistra vediamo un baitello (m. 1920).
Riprendiamo a scendere e superiamo due tornanti destra-sinistra.
Poi, quasi in piano, lasciamo a sinistra la base in cemento di un traliccio (m. 1900).
Torniamo a scendere, inizialmente attorniati da alcune roccette, e cominciamo a vedere il Rifugio Cà San Marco.
Superiamo un tornante destrorso (m. 1880).
Dopo una curva a sinistra continuiamo con minore pendenza. Un rivolo attraversa la mulattiera (m. 1870).
Proseguiamo in discesa e arriviamo ad una biforcazione. Andiamo a destra e raggiungiamo la vecchia casa cantoniera, ora Rifugio Cà San Marco (m. 1825).
Attraversiamo il vasto parcheggio sterrato e prendiamo la stradina asfaltata che consente l'accesso in auto a questo rifugio.
Dopo un tratto in leggera salita ne percorriamo un altro in leggera discesa lasciando a sinistra dapprima un'azienda agricola e poi un traliccio.
Continuiamo quasi in piano.
Poi in leggera salita, raggiungiamo la provinciale 9. La attraversiamo e dopo pochi passi verso sinistra, sulla destra troviamo il Rifugio San Marco 2000.
Tempo impiegato: ore 4.10 - Dislivello: m. 1185 -250
Data escursione: luglio 2014
Secondo itinerario: Via Priula da Mezzoldo (segnavia 114)
A Mezzoldo potremmo iniziare la nostra camminata già all'inizio del paese, dove troviamo il selciato della Priula sulla sinistra, nei pressi del cimitero.
Decidiamo però di risparmiarci un po' di fatica e di arrivare in auto fino in centro.
Qui giunti, dopo aver parcheggiato, prendiamo sulla sinistra, in salita, la via Bonandrini, che ci conduce al ristorante Balicco, ove incontriamo il nostro percorso.
Poco dopo, giunti ad un crocefisso, attraversiamo la provinciale e risaliamo verso monte, in un bosco di pecci.
Più avanti, un tratto incassato nella valle ci obbliga a seguire l'asfalto per circa un chilometro.
Quando la strada si avvicina al fiume, riprendiamo il percorso sulla sinistra e, salendo nel bosco, arriviamo al ponte Contagocce, dove attraversiamo il Brembo.
Una ripida rampa ci conduce fino alla diga che chiude il bacino di Ponte dell'Acqua (m. 1272).
Tornati sulla carrozzabile, oltrepassiamo l'omonimo abitato e poi, sulla sinistra, imbocchiamo l'antico tracciato che conduce al ristorante Rossi e quindi entra nel bosco.
Proseguendo in salita, oltre la pecceta, raggiungiamo i prati dell'Alpe Arcogno, ove troviamo una casera (m. 1657) e più avanti un'altra (m. 1757).
A questo punto ci ricongiungiamo alla provinciale nei pressi di un tornante.
Seguiamo ora il crinale, tra la Valle di Mezzoldo e la Val Mora, in un tratto in cui il selciato è ancora ben conservato, ed arriviamo al tornante ove sorge il rifugio.
Terzo itinerario: Alta Via Mercatorum da Caprile Basso (segnavia 110)
Con la SS 470 della Val Brembana arriviamo al bivio di Lenna dove giriamo a sinistra per prendere la SP 1 che sale al Passo S. Marco.
Poco prima del km 42 giriamo a sinistra (cartello: Averara) e prendiamo la SP 8.
Nel centro di Averara imbocchiamo la stretta strada della Val Moresca e, ignorando alcune deviazioni (Via Piazzola - Via Cascine) la percorriamo per
km 1.7 fino ad un bivio dove a sinistra viene indicato Caprile Inferiore. Accanto c'è un cartello che parla della Via Mercatorum e uno slargo dove
dobbiamo parcheggiare vicino al Torrente Mora. Un segnavia indica la Ca San Marco a ore 2.30 (m. 800).
Lasciata la macchina ci incamminiamo e superiamo il ponte accanto al quale un cartello indica il divieto di transito ai motocicli ed un altro avverte
del pericolo di piene improvvise.
Subito dopo, alla sinistra c'è una casa. La stradina è asfaltata e sale accompagnata sulla destra da un muro di pietre.
Troviamo una mulattiera, incassata tra pietre coperte di muschio che, salendo a destra consente di tagliare un tornante. Tornati sull'asfalto (m.
815), possiamo scegliere se proseguire con la mulattiera verso il vecchio borgo, che merita una visita, o proseguire seguendo la strada.
a) Nel primo caso riprendiamo la mulattiera e saliamo tra gli alberi.
Ignoriamo un sentiero che scende verso un torrente. Sulla destra c'è un prato e davanti le case di Caprile Inferiore.
Camminando tra un muro alla sinistra e un muretto alla destra ci immettiamo su di un altro sentiero passando accanto ad un cippo che recita: "Pieve
di Prima Luna" (m. 845).
Andiamo a destra, in leggera salita tra le case, e raggiungiamo uno slargo dove troviamo una fontana con tre vasche e un tavolo in legno con relative
panche. Un cartello informa che siamo a: "Caprile Inferiore - Postazione militare di confine tra la Repub. Veneta e Grigioni"(m. 850).
Passiamo sotto un arco e troviamo una bassa vasca con fontana. Subito dopo usciamo dall'abitato.
Ignoriamo sulla sinistra un sentiero indicato da alcuni segnavia: Caprile Superiore (m. 970) a ore 0.20, Baita del Vai (m. 1342) a ore 1.50, Cusio
Basso (m. 930) a ore 2. Andiamo diritto tornando ad immetterci sulla strada.
b) Nel caso non fossimo interessati a visitare Caprile, possiamo proseguire lungo la stradina asfaltata.
Camminando in leggera salita, lasciamo a sinistra un garage e uno slargo per parcheggiare, mentre passiamo a valle del borgo. Più avanti troviamo
l'altro sentiero che scende da sinistra.
Poco dopo, nel punto in cui il fondo diventa sterrato (m. 845), troviamo una palina con dei segnavia che indicano: sentiero 110, 13 Santa Brigida,
Loc. Losc (m. 935) a ore 0.20, Diga Alta Val Mora (m. 1547) a ore 2.15, Passo S. Marco (m. 2000) a ore 4.
Proseguiamo in piano. Alla sinistra ci sono un prato e un orto recintato; alla destra invece un pendio che, tra gli alberi, scende verso il torrente.
Superiamo una stanga di colore verde che troviamo aperta.
La stradina torna ad essere asfaltata e procede in leggera salita. Alla destra scorre una roggia. Vediamo un segnavia 110.
Troviamo una casa alla sinistra e, una dopo l'altra, due tettoie sulla destra (m. 855).
Poco dopo, sulla sinistra ci sono degli alberi da frutta in un terreno recintato.
A seguire, sempre sulla sinistra c'è una casa sulla quale, incisa nel legno, leggiamo la scritta: "Ol Piazzol" (m. 865).
Ora siamo circondati da vari alberi e alla sinistra ci accompagna un muretto di pietre. Vediamo dei segnavia bianco verdi con il n. 13 (m. 875).
La strada ridiventa sterrata (m. 880).
Poco dopo superiamo un piccolo ponte su un torrente che troviamo in secca (m. 885). Ora siamo attorniati da un numero maggiore di alberi.
Raggiungiamo un altro ponticello, identico al precedente (m. 895) oltre il quale proseguiamo ancora accompagnati da un muretto di pietre sulla sinistra.
Entriamo nel bosco. In basso a destra, tra gli alberi, vediamo il torrente compiere due salti. Troviamo altri segnavia.
Dopo pochi passi su asfalto riprendiamo a camminare su sterrato (m. 915). Alla sinistra c'è un doppio muretto con funzione di contenimento.
Percorriamo una ampia curva a sinistra e troviamo sulla sinistra le vecchie baite in Località Losco (m. 935) davanti alle quali c'è una fontana la cui
acqua cade in una vecchia vasca da bagno riciclata allo scopo. Ci sono anche dei tavoli con relative panche e un cartello che avverte del pericolo di
possibili piene improvvise.
Proseguiamo tra prati e alberi e raggiungiamo un altro ponte, più grande dei precedenti. Alla sua sinistra, più in dentro, c'è un altro ponticello.
Entrambi sono gettati sopra le acque del torrente che, formando una cascata, scende dalla Val Serrada (m. 955).
Poco dopo dalla sinistra scende il sentiero, più sotto descritto come variante, che proviene da Caprile Superiore.
Un centinaio di metri più avanti lasciamo la stradina sterrata per prendere la mulattiera, contrassegnata dal segnavia a bandierina con il n. 110, che
sale alla sinistra.
Poco dopo sulla destra troviamo una serie di pali messi a rinforzo. Per il momento, più in basso vediamo la sterrata che segue parallela. In questa
zona ci sono meno alberi.
Dopo pochi passi quasi in piano e un tratto in salita, proseguiamo con poca pendenza.
Entriamo in un bosco dove prevale l'abete bianco e passiamo accanto ad un cartello che indica una zona di caccia (m. 1005). Altri cartelli simili li
troveremo in seguito.
Saliamo poi in modo abbastanza ripido passando accanto ad alcuni massi. Troviamo vari bolli. Il percorso è ben marcato.
In leggera salita, una dopo l'altra, percorriamo due curve a destra e, in entrambi i casi, guadiamo un torrente che scende dalla montagna alla
sinistra (m. 1030).
Vediamo un segnavia bianco verde con il n. 13. Dopo una breve salita, proseguiamo con poca pendenza. In questo punto ai lati del percorso ci sono le
pietre di una vecchia frana.
Saliamo poi in modo abbastanza ripido, inizialmente con dei gradini di pietra.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1075). La pendenza diminuisce un poco. Davanti vediamo una zona con pietre franate.
E' poi la volta di un tornante destrorso (m. 1085) seguito da un tratto allo scoperto inizialmente in leggera salita e poi con maggiore pendenza.
Agevolati da rudimentali gradini, attraversiamo un'altra zona con delle pietre franate (m. 1100).
Rientriamo nel bosco (m. 1120) e con due tornanti sinistra-destra riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido (m. 1140).
Continuiamo in leggera salita e poi quasi in piano (m. 1165). Alla sinistra vediamo il letto di un torrente che troviamo in secca.
Ora camminiamo in leggera salita con una parete rocciosa alla sinistra mentre dall'altro lato ci sono delle protezioni realizzate da paletti di ferro
che reggono tre cavi.
Giunti al termine della zona protetta, proseguiamo alternando tratti più o meno ripidi (m. 1175). Adesso il bosco è da entrambi i lati.
Superiamo un breve tratto allo scoperto e poi, in leggera salita, rientriamo nel bosco (m. 1210). Ora alla destra del percorso il precipizio è quasi
verticale.
Sulla sinistra troviamo un'altra liscia parete. Subito dopo, alla destra, ci sono altre protezioni identiche alle precedenti (m. 1230).
Alla sinistra una piccola croce ricorda un escursionista deceduto, probabilmente precipitando nel sottostante Torrente Mora. Bisogna comunque dire che
la mulattiera è larga come minimo un metro e quindi, in assenza di neve o ghiaccio, possiamo procedere in sicurezza.
Dopo un breve tratto in salita, proseguiamo quasi in piano (m. 1245); poi torniamo a salire. Frattanto la valle si è ristretta e il Torrente Mora è
ben visibile in basso a destra.
Passiamo accanto ad alcuni massi franati (m. 1270). Il bosco è diventato più rado mentre la vallata è più ampia.
Con un sentierino in salita passiamo tra le pietre di una vecchia frana (m. 1280).
Quasi in piano raggiungiamo un ponticello con la base in ferro traforato e paletti metallici che reggono tre cavi ai lati. Il ponte è diviso in due in
quanto al centro del torrente poggia su dei massi (m. 1300).
Attraversato il Torrente Mora, passiamo accanto ad un grande masso sul quale vediamo il segnavia 110 e una freccia di colore bianco-verde.
Torniamo a salire e, dopo aver superato un gruppo di alberi, attraversiamo un'altra zona con delle pietre franate, all'inizio della quale sulla destra
c'è un muretto.
Saliamo con alcuni zig-zag. Poi proseguiamo con minore pendenza (m. 1340). Sul lato opposto della valle vediamo una cascata.
Terminate le pietre iniziamo a salire con vari tornantini in modo abbastanza ripido. In basso a sinistra riusciamo a vedere un'altra cascata (m. 1350).
Sempre proseguendo a zig-zag troviamo poi dei bassi gradini (m. 1370). Attorno, in alcuni punti, delle pietre formano un muretto.
Proseguiamo con poca pendenza e vediamo il torrente formare una cascata (m. 1385).
Riprendiamo a salire e ben presto in modo abbastanza ripido.
Alla destra troviamo un breve muretto di pietre (m. 1410). La pendenza diminuisce un poco.
Dalla destra scende ripidamente un torrente che, attraversato il percorso, va poi a gettarsi nel Mora.
Proseguiamo con minore pendenza, attorniati da un numero maggiore di alberi. In questo punto, alla destra, il sentiero è rinforzato con delle pietre.
Il torrente alla nostra sinistra compie alcuni salti e davanti in alto vediamo una bella cascata. Un cartello avverte di prestare attenzioni a
possibili piene improvvise (m. 1435).
Superiamo due tornanti destra-sinistra che hanno delle pietre di rinforzo ai lati.
Subito dopo sulla sinistra vediamo una piccola croce infilata in una roccia (m. 1445).
Proseguiamo in salita, con delle pietre che fanno da gradino. Frattanto abbiamo raggiunto la cascata generata da un salto del torrente più grande degli altri (m. 1465).
La pendenza aumenta. Percorriamo due tornantini (m. 1480) seguiti da un breve tratto in leggera salita.
Subito dopo iniziamo una serie di zig-zag abbastanza ripidi al termine dei quali ci troviamo davanti un muro di pietre e un bivio (m. 1515). Alla
sinistra vengono indicati i sentieri 110 e 13 ma anche andando a destra poco dopo troviamo delle scritte che indicano davanti il sentiero per la Cà
San Marco e dietro per la Val Moresca. In pratica i due sentieri aggirano semplicemente, dai due lati, il muro di pietre e tornano ad unirsi davanti
alla piazzola per l'elicottero.
Attraversiamo uno spiazzo erboso che conduce alla casa del custode, ai piedi della diga che chiude a valle il Lago di Valmora. Sulla destra troviamo
un barbecue e un tavolo in legno con relative panche.
Seguendo un bollo bianco rosso, uno bianco verde e una freccia rossa, passiamo tra un muretto nel quale si apre una porta e la casa ed entriamo in un
tunnel all'interno della diga.
Lo percorriamo quasi in piano. Alla sinistra ci sono delle finestrelle quadrate che danno luce.
Giunti in fondo, scendiamo quattro gradini e usciamo all'aperto. Abbiamo così superato metà della diga, quella a destra.
Ora saliamo dei gradini, accompagnati alla sinistra da protezioni in ferro.
Superato un tornante destrorso, davanti ci troviamo il muraglione della diga (m. 1520).
Proseguiamo in salita su una mulattiera inerbita con dei piccoli gradini, costeggiando la diga verso sinistra.
Saliamo poi altri gradini mentre alla sinistra scorre un rivolo che, poco più avanti, passa sotto il percorso mentre questo piega a sinistra (m. 1530).
Continuiamo in salita con una mulattiera a zig-zag.
Passiamo su un ponticello con le sponde, il cui fondo è formato da listelli di ferro distanziati, con il quale superiamo un canale in cemento nel
quale scorre dell'acqua che esce dalla diga.
In leggera salita, subito dopo raggiungiamo e superiamo una passerella in cemento gettata su di un rivolo.
Pieghiamo a destra e arriviamo in cima alla diga il cui camminamento è chiuso da un cancello (m. 1550).
Il Lago di Val Mora, data la stagione, è ghiacciato. Proseguiamo diritto in leggera salita. Alla sinistra c'è un baitello in cemento mentre alla
destra ci sono delle protezioni verso il lago.
Ci incamminiamo in piano su di una sterrata. Alla sinistra da un tubicino bianco esce dell'acqua. Poi sempre a sinistra, inizia un muretto in cemento.
Un cartello avverte che l'acqua del lago è profonda per cui è opportuno non avvicinarsi troppo.
La sterrata prosegue con pochissima pendenza. Vediamo una freccia bianco rossa su di un masso (m. 1565).
Alla fine del lago, percorriamo una ampia curva a sinistra; in alto a sinistra vediamo una lunga stalla mentre in basso a destra scorre il torrente immissario.
Più avanti troviamo sulla sinistra un cartellone che parla della Via Mercatorum. Subito dopo, con un ponte diviso in due tronconi, passiamo alla
destra del torrente (m. 1580). Ora davanti abbiamo il Piano dell'Acquanera.
Proseguiamo in leggera salita tra i prati mentre sulla destra ci accompagna un basso muretto in cemento.
Troviamo un ruscello che attraversa la sterrata passandole sotto (m. 1595). Più avanti ne troviamo un altro (m. 1610).
Poi vediamo un baitello più in basso a sinistra e un sentiero che scende a raggiungerlo.
Subito dopo percorriamo un tornante destrorso (m. 1615). Ora il muretto in cemento è alla sinistra, vale a dire sempre sul lato a monte.
Un ruscello scende dalla sinistra e passa sotto alla sterrata (m. 1625). Alla destra in basso sono ben visibili il lago e la diga.
Arriviamo ad un bivio e seguendo i bolli bianco-rossi andiamo a destra. In questo punto un ruscello passa sotto alla sterrata (m. 1640). Un altro la
attraversa più avanti (m. 1655).
Superiamo una curva a sinistra seguita da un'altra a destra sotto la quale attraversa un ruscello. La pendenza aumenta.
Troviamo un segnale che avverte del pericolo di caduta massi (m. 1675). Percorriamo una curva a sinistra.
Ora alla sinistra ci accompagna una canalina in cemento nella quale scorre dell'acqua.
Dopo una curva a sinistra troviamo il cartello di caduta massi rivolto a coloro che scendono (m. 1715).
Superiamo un tornante sinistrorso in vista, in alto a destra, di una vecchia casa (m. 1735).
Poi, con minore pendenza, percorriamo un tornante destrorso (m. 1755).
Raggiungiamo una stanga di colore giallo e nero, superata la quale ci immettiamo sulla provinciale che sale al Passo San Marco. Ci troviamo al termine
del decimo tornante (m. 1770). I segnavia indicano alle nostre spalle: Lago di Valmora a ore 0.20, Loc. Caprile Inferiore a ore 1.50, Averara a ore
2.20. Alla destra poco più in basso c'è la Cola di Angogno Vago (m. 1759) e in quelle direzione i segnavia indicano in discesa: Dosso Gambetta a ore
0.50, Alpe Cantedoldo a ore 1.20, Ponte dell'Acqua a ore 1.40.
Percorsi pochi passi sull'asfalto verso sinistra ci immettiamo sul vecchio tracciato acciottolato della Via Priula che viene segnalata da un cartello
mentre altri segnavia a bandierina indicano i sentieri 110-113-114. Vediamo anche una piccola freccia bianca.
In salita, passiamo tra una doppia vasca in cemento e una stalla sulle cui pareti leggiamo il segnavia 114. Poco dopo troviamo altri bolli su di una
pietra (m. 1780).
Aggirato verso destra un dosso erboso, cominciamo a vedere il Rifugio San Marco 2000. Alla destra ci seguono due file di tralicci e la carrozzabile asfaltata.
Ora la mulattiera scorre sotto una delle due linee dell'alta tensione, quella più a sinistra (m. 1815).
Passiamo poi tra due tralicci e raggiungiamo la provinciale al dodicesimo tornante (m. 1830). Qui troviamo il bivio dove sulla sinistra si stacca la
stradina che conduce alla Cà San Marco, ben visibile circa 500 metri più avanti.
Percorsi pochi passi sull'asfalto, sulla destra troviamo il Rifugio San Marco 2000.
Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello m. 1035
Data escursione: marzo 2012
Quarto itinerario: variante iniziale Alta Via Mercatorum da Caprile Alto
Con questa variante possiamo partire un poco più in alto. Questo percorso procede prevalentemente in discesa e poi si immette sul n. 110 al ponte dopo
le Baite del Losco.
Come precedentemente descritto arriviamo ad Averara dove, ignorata Via Valmoresca che conduce verso Caprile Basso, proseguiamo con la SP 8.
Raggiungiamo Santa Brigida e continuiamo fino ad un tornante sinistrorso dove sulla destra si stacca una stradina asfaltata (cartello: Caprile).
Percorriamo questa stradina per km 3.2 fino alla chiesetta di San Rocco dove termina (m. 970). Qui lo spazio per parcheggiare è limitato a cinque o
sei autovetture. C'è però un grande slargo precedentemente, presso l'ultimo tornante.
I segnavia indicano: Chiesetta di San Rocco Protettore della Peste XVI sec.;a destra: Eremo; a sinistra: 13-15 Santa Brigida, Loc. Losc (m. 935) a ore
0.20, Monte Mincucco (m. 1832) a ore 3, Passo San Marco (m. 2000) a ore 4.
Lasciata la macchina ci incamminiamo passando dietro alla chiesa. Saliamo alcuni gradini e lasciamo a sinistra una casa.
Entriamo nel bosco. Alla destra c'è una protezione realizzata con paletti di ferro che reggono 3 cavi.
In leggera discesa, a mezza costa, arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano a sinistra: 15 Santa Brigida, Loc. Marenda (m. 1150) a ore 0.30, C.ra
della Serada (m. 1528) a ore 1.50, Monte Mincucco (m. 1832) a ore 2.50. Dobbiamo invece andare a destra.
Dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano arriviamo ad un altro bivio dove è indifferente prendere l'una o l'altra direzione in quanto, più
avanti i due sentieri si riuniscono.
a) Con il sentiero alto, continuiamo diritto in leggera discesa accompagnati da un muretto alla sinistra. Troviamo, uno dopo l'altro, due punti in cui
sulla destra ci sono delle corte protezioni di legno; presso il secondo dei quali un piccolo torrente scende dalla sinistra e attraversa il cammino.
Poi, in discesa, ritroviamo l'altro sentiero che rientra dalla destra.
b) Con il sentiero basso invece, scendiamo verso destra. Percorriamo poi un tratto in salita e continuiamo in leggera discesa. Troviamo un altro
sentiero che sale dalla destra. Proseguiamo in leggera salita, scavalchiamo un piccolo torrente che scende dalla sinistra e poi ci immettiamo
sull'altro sentiero che arriva dalla sinistra (m. 945).
Proseguiamo dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano.
Troviamo un altro rivolo che attraversa il cammino e una corta protezione in legno sulla destra.
Continuiamo in leggera salita e vediamo un bollo bianco-verde con il n. 13 e un bollo rosso.
Ora camminiamo in piano (m. 970). Alla destra degradano dei prati nei quali vediamo una vecchia vasca riciclata come abbeveratoio. Più in basso ci
sono le Baite del Losco.
Poi in discesa e arriviamo ad un bivio. Lasciato il sentiero di sinistra che si dirige ai piedi della cascata formata dal torrente che scende dalla
Val Serrada, in leggera discesa andiamo a destra e raggiungiamo un ponticello con il fondo in cemento e pietre e le sponde di ferro colorate di verde.
Prima del ponte c'è un altro bivio e i segnavia indicano a sinistra: 13 Santa Brigida, Diga Alta Val Mora (m. 1547) a ore 2, Rif. Cà San Marco a ore
3, Passo San Marco (m. 2000) a ore 3.40; a destra: 13 Santa Brigida, Caprile Inferiore (m. 840) a ore 0.20, Taleggio (m. 1190) a ore 0.40, Valmoresca
(m. 842) a ore 0.30; dietro: 13-15 Santa Brigida; Caprile Superiore (m. 970) a ore 0.20, Loc. Marenda (m. 1190) a ore 0.40, C.ra della Serada (m.
1528) a ore 2.
Superato il ponte, dopo una breve discesa, ci immettiamo sul percorso principale precedentemente descritto con il quale proseguiamo il nostro cammino
(m. 955).
Tempo impiegato: ore 2.50 - Dislivello m. 915 -50
Data escursione: marzo 2012
Quinto itinerario: da Sparavera (sentiero 113)
Con la statale 470 della Val Brembana arriviamo al bivio di Lenna dove giriamo a sinistra per prendere la provinciale 1 che sale al Passo S. Marco.
Al km. 48.3, poco prima di arrivare a Mezzoldo, troviamo un cartello che indica a sinistra la Cà San Marco a ore 2.45. Giriamo pertanto a sinistra e
proseguiamo fino al bivio tra Soliva e Sparavera. Qui troviamo anche una palina con vari segnavia che indicano a destra con il sentiero 113: Piazzoli
a ore 0.20, Cornello dei Mirtilli a ore 1.10, Ponte dell'Acqua a ore 3.10, Alpe Cantedoldo a ore 1.20, Dosso Gambetta a ore 1.40, Cà San Marco a ore 2.20.
Continuiamo in auto verso destra per circa 300 metri fino a trovare un parcheggio con cinque posti auto sulla destra di fronte ad una grande casa
bianca (m. 955).
Ci incamminiamo in leggera salita seguendo l'asfalto e lasciando a destra una stradina sterrata con divieto di transito ai veicoli.
Percorriamo una semicurva a sinistra e vediamo un bollo bianco rosso dipinto sul guard-rail.
Lasciamo a sinistra un condominio giallo.
Su di un muretto alla sinistra, il segnavia 113 a bandierina indica l'inizio del sentiero (m. 970).
Saliamo alcuni gradini e poi con minore pendenza percorriamo un sentiero inerbito camminando tra un basso muretto a sinistra e una staccionata di
legno alla destra. Alla sinistra c'è un secondo condominio giallo.
Attraversiamo la strada asfaltata, che qui effettua un tornante sinistrorso e termina nel parcheggio privato del condominio.
Prendiamo una mulattiera, con qualche basso gradino di legno e con un muretto alla sinistra, indicata dal segnavia 113 a bandierina e da una freccia
tricolore (m. 985).
Ben presto la mulattiera diventa sentiero e, in salita, entra nel bosco.
Percorriamo un'ampia semicurva a sinistra incassata nel terreno circostante (m. 1005).
Accanto ad un ometto, incrociamo un altro sentiero. Un cartello indica diritto con il sentiero 113: Cà San Marco, Cantedoldo. Alla destra c'è un prato
in fondo al quale vediamo una baita (m. 1025).
Alla sinistra del sentiero troviamo poi un'altra baita accanto alla quale ci sono una legnaia ed un ometto realizzato con lastre di pietra. Vediamo una
freccia tricolore (m. 1045).
Entriamo in una pineta e, poco dopo, arriviamo ad una biforcazione. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 113 (bolli bianco-rossi):
Cantedoldo a ore 1.10, Gambetta a ore 1.20, Cà San Marco a ore 2.30; a destra (bolli tricolore): Valle Scura, Valle Caraina, Prati Ronchi, Ponte
dell'Acqua; dietro: Sparavera a ore 0.10, Mezzoldo a ore 0.30. Andiamo a sinistra in salita.
Incrociamo un altro sentiero e proseguiamo diritto in modo abbastanza ripido (m. 1055).
Presso una curva a sinistra troviamo un piccolo slargo. Percorriamo un breve tratto quasi in piano camminando su radici affioranti dal terreno (m. 1075).
Riprendiamo a salire e raggiungiamo una catasta di legna. Qui ignoriamo un ripido canale che sale a destra e continuiamo diritto in salita (m. 1085).
In basso a sinistra vediamo un baitello in un prato. Sui tronchi degli alberi ci sono dei bolli; a volte di colore bianco-rosso ed altre rosso-bianco-rosso.
Dopo un tratto abbastanza ripido la pendenza diminuisce un poco. Alla sinistra, oltre una fila di alberi, c'è sempre il prato (m. 1120).
Trascuriamo un sentiero con gradini in legno che sale a destra.
Poco dopo, alla sinistra, al termine del prato, troviamo una stalla/fienile (m. 1145). Qui ci immettiamo su di un altro sentiero e seguendo il
segnavia 113 ed una freccia andiamo a destra in salita.
Qualche passo più avanti, alla sinistra, troviamo un'altra stalla/fienile; su di uno spigolo dell'edificio vediamo un bollo bianco-rosso.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1160).
Il sentiero si divide solo per aggirare un albero, sul quale vediamo i bolli, e subito si ricompone.
Alla sinistra troviamo una baita recintata con una staccionata di legno; una scala consente l'ingresso direttamente nel sotto tetto. Subito dopo c'è
un baitello di legno (m. 1175).
Continuiamo con poca pendenza su di un largo sentiero camminando su radici affioranti. Alla sinistra c'è una pozza (m. 1190).
Poco dopo raggiungiamo una palina con dei segnavia che indicano con il sentiero 113 verso destra: Cantedoldo a ore 0.50, Gambetta a ore 1, Cà San
Marco a ore 2; dietro: Sparavera a ore 0.40, Mezzoldo a ore 1.
Quasi in piano arriviamo ad un tornante sinistrorso (m. 1205).
Alla destra, in basso, vediamo il fondo di una valletta. Percorriamo alcune semicurve assecondando le anse della montagna.
Alla sinistra ci sono delle pareti di roccia.
Superiamo una zona con pietrisco franato.
Dopo pochi passi in discesa, torniamo a salire attraversando un'altra colata di pietrisco.
Ancora pochi passi in discesa e riprendiamo a salire. Quasi in piano attraversiamo la terza colata di pietrisco.
Ci troviamo in fondo alla valletta. Saliamo dei gradini di legno (m. 1215).
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a destra passando a valle di un masso che parrebbe essere in bilico (m. 1225).
Un rivolo attraversa il sentiero.
Torniamo a salire e superiamo due tornanti sinistra-destra (m. 1235).
Presso un ampio tornante sinistrorso passiamo accanto ad un masso con il segnavia 113 a bandierina.
Subito percorriamo un tornante destrorso.
Saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra. Troviamo alcune pietre collocate di traverso per dirottare l'acqua alla destra del sentiero.
Attraversiamo il letto di un ruscello che troviamo in secca (m. 1250).
In leggera salita percorriamo due curve sinistra-destra.
Superiamo un breve tratto privo di alberi e rientriamo nel bosco (m. 1265).
All'interno di un tornante sinistrorso troviamo un tavolo con panche in legno e un parallelepipedo di cemento con tre fori cilindrici (m. 1280).
Poco dopo, accanto ad un corto muretto, il sentiero si biforca e i segnavia indicano a sinistra con il sentiero 113 (bolli di colore
rosso-bianco-rosso): Incrocio 133 per Cantedoldo a ore 0.30, Gambetta a ore 0.45, Cà San Marco a ore 1.45; a destra (bolli rossi): X Gambetta Incr.
135, Ponte dell'Acqua a ore 2. Andiamo a sinistra (m. 1290).
Su di una bassa roccetta affiorante dal terreno vediamo un segnavia a bandierina. In basso a destra scorre il torrente. Lo vediamo con pochissima
acqua e, poco dopo, quasi in piano lo attraversiamo (m. 1310).
Con due gradini di legno, riprendiamo a salire e subito percorriamo un tornante sinistrorso.
Continuiamo con un tornante destrorso.
Al successivo tornante sinistrorso saliamo tre gradini di legno (m. 1330).
Percorriamo un ampio tornante destrorso seguito da altri due tornanti sinistra-destra vicini tra loro.
Troviamo altri rudimentali gradini di legno.
Dopo un tornante sinistrorso, alla destra troviamo una piccola sorgente, l'acqua della quale, bloccata da una pietra, forma una minuscola pozza (m. 1345).
All'esterno di un tornante destrorso c'è uno slargo (m. 1360).
Tra radi alberi percorriamo un'ampia curva a sinistra (m. 1370).
Dopo un tratto con poca pendenza (m. 1380) in modo abbastanza ripido torniamo nel bosco.
Troviamo delle pietre collocate di traverso al sentiero per dirottare l'acqua alla sua destra (m. 1405).
Poco dopo ne troviamo altre, con la stessa finalità (m. 1420).
Camminiamo sopra delle radici affioranti.
Percorriamo pochi passi quasi in piano.
Subito dopo, in leggera salita, giriamo a destra e attraversiamo il letto di un torrente in secca (m. 1440).
Dopo un tratto in salita proseguiamo con minore pendenza camminando sopra delle radici affioranti dal terreno.
Riprendiamo a salire e percorriamo un ampio tornante sinistrorso.
Subito ne percorriamo uno destrorso camminando tra radi alberi.
Usciamo dal bosco. Alla destra vediamo una catena di monti.
Dopo alcuni passi quasi in piano, lasciando a sinistra una panca di legno distrutta, riprendiamo a salire (m. 1470).
Percorriamo un tratto abbastanza ripido su fondo roccioso e vediamo il segnavia 113 a bandierina (m. 1480).
Continuiamo su sentiero sterrato, dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire.
Attraversiamo una piccola pineta e continuiamo tra alberi radi (m. 1500).
Percorriamo un'ampia curva a sinistra (m. 1515).
In basso a destra ci sono i ruderi di un baitello. Su di una pietra vediamo il segnavia 113 a bandierina. Il pendio scende ripidamente alla destra del sentiero (m. 1530).
Percorriamo due semicurve sinistra-destra.
Attraversiamo una piccola pineta.
Continuiamo con un tratto quasi in piano passando accanto ad una rudimentale panca (m. 1550).
Torniamo a salire tra alberi radi.
Entriamo in un bosco.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza.
Sbuchiamo in un grande pascolo. Un cartello su di un albero indica dietro Mezzoldo con il sentiero 113 a coloro che procedono in senso opposto (m. 1575).
Continuiamo quasi in piano con un sentiero tra l'erba.
Raggiungiamo una pozza rettangolare recintata ed una palina con alcuni segnavia che indicano diritto con il sentiero 113: Cà San Marco a ore 1.20; a
sinistra con il sentiero 133: Valmoresca a ore 1.30, Averara a ore 2; dietro: Mezzoldo a ore 1. Un altro cartello, sul lato opposto della pozza,
segnala Cantedoldo a sinistra.
Continuiamo diritto lasciando a destra un baitello per la caccia.
Poco dopo ne troviamo un secondo (m. 1590) accanto al quale alcuni segnavia indicano dietro con il sentiero 113: Mezzoldo; dietro a sinistra con il
sentiero 133: Averara.
Quasi in piano attraversiamo un fitto bosco di pini e abeti.
Torniamo a salire. Superiamo i tronchi di due faggi sradicati.
Il sentiero si divide in due tracce parallele e seguiamo quella alla sinistra che scorre più alta rispetto all'altra (m. 1610).
In leggera salita usciamo dal bosco e ci troviamo in un vasto pascolo (m. 1625). Davanti tra l'erba c'è una baita/stalla con un grande camino; lontano
a sinistra vediamo dei tralicci. Il panorama ci mostra davanti il Pizzo della Segade (m. 2178) e il Monte Azzarini (m. 2431) mentre alla sinistra c'è
il Monte Ponteranica (m. 2378).
Quasi in piano, raggiungiamo una grande vasca abbeveratoio in cemento.
Proseguiamo in lievissima salita seguendo tracce di sentiero tra l'erba e passiamo sul retro della baita a circa cinquanta metri di distanza. Alla
sinistra vediamo il fondovalle (m. 1640).
Continuiamo quasi in piano e troviamo un segnavia, circondato da tre paletti, che indica dietro Cantedoldo (m. 1655).
Davanti vediamo un bosco. Ignoriamo una traccia che prosegue diritto verso un albero al margine del bosco su quale luccicano dei catarifrangenti e ne
seguiamo un'altra che piega un poco a sinistra e in leggera discesa entra nel bosco, un po' più in basso. Troviamo un'altra traccia che arriva dalla sinistra.
Quasi in piano raggiungiamo una radura. Alla destra c'è il Roccolo Gambetta sul quale vediamo il segnavia 113 a bandierina.
In leggera discesa rientriamo nel bosco.
Proseguiamo quasi in piano. Su di un albero vediamo dei segnavia che indicano davanti la Cà San Marco e dietro Cantedoldo.
Usciamo dal bosco e attraversiamo un prato. Lontano, verso sinistra, cominciamo a vedere la Casera Gambetta.
Ora scendiamo tra gli alberi e, giunti in basso, troviamo una palina con dei segnavia che indicano davanti con il sentiero 113: Cà San Marco a ore 1;
dietro con il sentiero 113: Mezzoldo -loc. Soliva- a ore 1.45; a destra con il sentiero 135: Ponte dell'Acqua a ore 0.35. Continuiamo diritto senza
avvicinarci ai due edifici della Casera Gambetto che lasciamo a sinistra (m. 1635).
Su di un albero vediamo un cartello che segnala diritto la Cà San Marco. Proseguiamo in salita. Vediamo il segnavia 113.
Ora il sentiero si scompone in varie tracce tra l'erba. Quella marcata con qualche bollo bianco-rosso, sale a destra puntando ad una palina di legno
con segnavia che vediamo in alto ai margini del bosco; quella che appare più evidente prosegue diritto verso alcuni tralicci che non reggono alcun
cavo. Seguiamo quest'ultima.
Superiamo i tralicci e continuiamo in leggera salita (m. 1670).
Troviamo una grande vasca abbeveratoio alla sinistra e, poco dopo, un baitello diroccato alla destra (m. 1680). Sulla parete alla destra del baitello
vediamo un bollo rosso. Lasciamo pertanto la traccia più marcata che continua diritto, quasi in piano, verso alcuni tralicci che reggono dei cavi
dell'alta tensione e, piegando a destra tra l'erba, in leggera salita, seguiamo una traccia meno evidente.
Passiamo nuovamente tra i tralicci senza cavi (m. 1700).
In lontananza, davanti, ecco riapparire la palina di legno. Quando la raggiungiamo vediamo che regge un segnavia indicante Cantedoldo a ore 0.40 nella
direzione dalla quale proveniamo (m. 1715).
Ricominciamo a trovare dei bolli bianco rossi sulle pietre tra l'erba.
Troviamo un bollo rosso ed una freccia bianca con due punte che indicano le due direzioni. Alla destra c'è una pozza asciutta.
Quasi in piano, iniziamo ad attraversare un vasto pianoro. Alla destra c'è una grande vasca abbeveratoio in cemento.
Passiamo accanto ad un picchetto con i bolli bianco rossi.
Poco dopo, un po' più in basso alla destra, ci sono i due edifici della Casera del Dosso (m. 1724). Sopra i loro tetti, in lontananza, vediamo il
Monte Cavallo (m. 2322) alla cui sinistra c'è il Passo di San Simone (m. 2106). Sul fondo valle vediamo la Madonna delle Nevi.
Percorriamo un lungo tratto tra l'erba seguendo alcune tracce di sentiero che procedono in parallelo.
Continuiamo poi tra cespugli e qualche albero.
Terminato il pianoro, passiamo tra due tralicci e transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1740).
Giriamo a destra, poco a valle di una baita. Vediamo un segnavia a bandierina.
Percorriamo una curva a sinistra camminando su di una lastra in pietra.
Continuiamo in leggera discesa e vediamo un tubo affiorante dal terreno che attraversa il sentiero.
Al termine della discesa il sentiero si divide in due tracce parallele e poi si ricompone (m. 1730).
Proseguiamo in leggera salita, camminando tra erba e cespugli, verso dei tralicci con cavi dell'alta tensione.
Vediamo il segnavia 113 su delle lastre ammucchiate (m. 1750).
Il sentiero si divide e si ricompone. Passiamo sotto ai cavi dell'alta tensione e riprendiamo a salire (m. 1765).
Quasi in piano raggiungiamo un palo. Troviamo il segnavia 113 su di una pietra. In lontananza, verso sinistra, cominciamo a vedere il Rifugio San
Marco 2000 (m. 1780).
Continuiamo in leggera discesa. In basso, davanti, c'è una casera.
In discesa giriamo a sinistra.
Poco dopo lasciamo a sinistra una pozza.
Proseguiamo in leggera discesa e alla sinistra troviamo un abbeveratoio con due vasche sul quale vediamo i bolli (m. 1770).
Il sentiero prosegue tra l'erba, con i cavi dell'alta tensione che scorrono in alto sopra di noi.
Quasi in piano passiamo accanto ad un traliccio.
Dopo un breve tratto in leggera discesa continuiamo quasi in piano.
Proseguiamo in leggera discesa. Il sentiero si biforca e andiamo a destra, seguendo la traccia più bassa marcata dai bolli.
Riunitesi le due tracce continuiamo quasi in piano sempre sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1755).
Poi, con una semicurva a sinistra, ce ne allontaniamo.
Alla sinistra troviamo dapprima una lunga stalla sulla quale vediamo un segnavia a bandierina e poi la baita della Casera Alpe Aga (m. 1759). Alla
destra, il segnavia 114 indica in discesa la Via Priula e Ponte dell'Acqua a ore 1.
In leggera salita con il fondo in cemento raggiungiamo il tornante n. 10 della provinciale che sale al Passo San Marco. Alcuni segnavia indicano
dietro: Cantedoldo a ore 1.20, Casera Gambetta a ore 0.40, Mezzoldo a ore 2, Averara a ore 2.30. I segnavia su di un'altra palina indicano; Cola di
Ancogno Vago 1759 m.; dietro con il sentiero 113: Dosso Gambetta a ore 0.50, Alpe Cantedoldo a ore 1.20; e con il sentiero 135: Ponte dell'Acqua a ore 1.40.
Verso la fine del tornante dalla sinistra si immette una strada sterrata chiusa da una sbarra. I segnavia indicano a sinistra con il percorso 110:
Lago Valmora a ore 0.20, Loc. Caprile Inferiore a ore 1.50, Averara a ore 2.20.
Percorsi pochi passi sull'asfalto, ci immettiamo sul vecchio tracciato acciottolato della Via Priula che viene segnalata da un cartello mentre altri
segnavia a bandierina indicano i sentieri 110-113-114. Vediamo anche una piccola freccia bianca.
In salita, passiamo tra una doppia vasca in cemento e una stalla sulle cui pareti c'è il segnavia 114. Poco dopo troviamo altri bolli su di una pietra (m. 1780).
Aggirato verso destra un dosso erboso, torniamo a vedere il Rifugio San Marco 2000. Alla destra ci seguono due file di tralicci e la carrozzabile asfaltata.
Ora la mulattiera scorre sotto una delle due linee dell'alta tensione, quella più a sinistra (m. 1815).
Passiamo poi tra due tralicci e raggiungiamo la provinciale al dodicesimo tornante (m. 1830). Qui troviamo il bivio dove sulla sinistra si stacca la
stradina che conduce alla Cà San Marco, ben visibile circa 500 metri più avanti.
Percorsi pochi passi sull'asfalto, sulla destra troviamo il Rifugio San Marco 2000.
Tempo impiegato: ore 2.50 - Dislivello: m. 940-60
Data escursione: dicembre 2015
Sesto itinerario: dalla Madonna della Neve d'inverno su strada battuta
Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a destra la provinciale 2 per Foppolo e continuiamo sulla sinistra con la provinciale 1.
Attraversata Mezzoldo, la strada diventa la provinciale 9 e inizia a salire verso il Passo San Marco.
Al primo tornante, in Località Riva, nel periodo invernale, dopo la prima abbondante nevicata, la strada viene chiusa al traffico e viene battuta dal personale del Rifugio San Marco 2000 che gestisce
anche un servizio navetta per coloro che non possono o non vogliono camminare.
Generalmente per salire a piedi non servono le ciaspole. Il percorso è lungo sei chilometri e la pendenza non è mai ripida.
Possiamo lasciare la macchina nel parcheggio del Rifugio Madonna delle Nevi che si raggiunge proseguendo diritto al tornante n. 1 oppure ai bordi della strada, ove possibile, prima di questo tornante
(m. 1320).
I primi tornanti sono abbastanza ravvicinati.
Superate le Località Castello e Fraccia, arriviamo al tornante sinistrorso n. 9 (m. 1588) all'esterno del quale inizia il sentiero 124/a per il Rifugio Balicco.
Proseguiamo con un lunghissimo traverso e qualche curva fino al decimo tornante (m. 1760) dove dalla sinistra si innestano il terzo, quarto e quinto itinerario.
Continuiamo fino al dodicesimo tornante (m. 1830). Qui alla sinistra si stacca la stradina che conduce alla Cà San Marco, ben visibile circa 500 metri più avanti.
Pochi passi più avanti alla destra c'è il Rifugio San Marco 2000.
Tempo impiegato: ore 1.40 - Dislivello m. 515
Data escursione: febbraio 2018
Escursioni partendo dal Rifugio:
- al Rifugio Cà San Marco (m. 1825) in ore 0.10
- al Passo San Marco (m. 1992) in ore 0.30
- al Passo Verrobbio (m. 2026) in ore 1
- ai Laghetti Ponteranica (m. 2105) in ore 1.45
- al Lago di Valmora (m. 1550) in ore 1.00
- al Lago Pescegallo (m. 1862) in ore 2
- ai Piani dell'Avaro (m. 1704) in ore 2.45
- al Rifugio Benigni (m. 2222) in ore 3
- al Monte Ponteranica (m. 2378) in ore 2
- al Pizzo Segade (m. 2173) in ore 1.30
- al Monte Fioraro/Azzarini (m. 2431) in ore 2.30
- al Monte Valletto (m. 2371)
- al Monte Mincucco (m. 2001)
- al Monte Pedena (m. 2399)
- al Cimetto (m. 2099)
Copyright © Diska (www.diska.it) 2001,2021 - All Rights Reserved