Rifugio Poschiavino

Il Rifugio Poschiavino è situato nel grande parcheggio di Campomoro.

Primo itinerario: in auto

Lasciamo la statale 38 all'uscita per Sondrio centro (km. 35.4).
Dopo un rettilineo lungo un chilometro e mezzo, ad una rotonda giriamo a sinistra e prendiamo la provinciale 15 con la quale risaliamo la Val Malenco.
Al km. 13.5 deviamo a destra. Superate Lanzada e Franscia, proseguiamo per km. 6.3 e con vari tornanti saliamo a Campo Moro. La strada è interamente asfaltata.

Secondo itinerario: da Franscia

Lasciamo la statale 38 all'uscita per Sondrio centro (km. 35.4).
Dopo un rettilineo lungo un chilometro e mezzo, ad una rotonda giriamo a sinistra e prendiamo la provinciale 15 con la quale risaliamo la Val Malenco.
Al km. 13.5 deviamo a destra, superiamo Lanzada e saliamo con vari tornanti e gallerie fino a Franscia.
All'uscita dalla galleria che precede il piccolo abitato, giriamo a sinistra e, passando tra un parcheggio ed un ristorante, prendiamo una stradina asfaltata. La seguiamo per km. 1.3 tra varie baite, fino a trovare ai margini della strada due grandi spazi, uno per lato, dove possiamo lasciare la macchina (m. 1570).

Ci incamminiamo in salita, tra radi larici, seguendo la strada.
Percorriamo una curva a sinistra e poi un tornante destrorso all'esterno del quale c'è una casa.

Ad un bivio lasciamo la strada asfaltata che gira a sinistra verso una chiesa e proseguiamo diritto, quasi in piano su sterrato, verso una cava. I segnavia indicano: Dossi di Franscia 1597 m.; diritto con il percorso 339-340: Ciudèe a ore 0.20, Cima Sassa a ore 1.20, Dosso dei Vetti a ore 0.40; a sinistra con il percorso 340: Ua a ore 0.25, Tornadri a ore 1, Lanzada a ore 1.20; dietro: Franscia a ore 0.15.
Davanti alla cava prendiamo una sterrata alla destra e camminiamo quasi in piano con delle grosse pietre ai lati.

Poco dopo troviamo un sentiero inerbito che si stacca alla destra, all'inizio del quale i segnavia indicano con il percorso 340-341: Dosso dei Vetti a ore 0.40, A. Campascio a ore 1.10, A. Campolungo a ore 1.20; con il percorso 339: Ciudèe a ore 0.20, Cima Sassa a ore 1.20. Prendiamo questo sentiero, in leggera discesa.
Alla sinistra ci sono dapprima un muretto e poi una fontana con vasca in cemento.

Proseguiamo in leggera salita incanalati tra due file di paletti che reggono un cavo. Raggiungiamo un alpeggio, giriamo a destra e passiamo tra le baite.
Troviamo altri segnavia che indicano davanti: Orsera a ore 0.20, Fontane a ore 0.35, Dosso dei Vetti a ore 0.40; dietro: Tornadri a ore 1.10.
Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Al termine dell'alpeggio, in salita percorriamo due tornanti sinistra-destra.

Arriviamo ad un bivio (m. 1620). Vari segnavia indicano a sinistra con il percorso 339-338: Ciudèe, Cima Sassa a ore 1, Rifugio Motta a ore 2, Ponte a ore 1.30, Chiesa Valmalenco-Lanzada a ore 2.20; a destra con il percorso 340: Dosso dei Vetti a ore 0.30, A. Campascio a ore 1, A. Musella a ore 1.30. Andiamo a destra.
Alla sinistra, poco più in alto, vediamo un crocefisso sopra ad un masso.
Percorriamo una curva a destra molto ampia. Su una parete di roccia vediamo una freccia bianca ed un segnavia a bandierina rosso-bianco-rosso.
Davanti possiamo ammirare l'imponente piramide del Pizzo Scalino.
Superiamo tre tornanti: sx-dx-sx (m. 1640).
Poco dopo, in leggera salita, percorriamo una curva a destra e vediamo un segnavia a bandierina sulla parete di roccia.

Dopo un tratto in salita con alcuni massi alla sinistra, arriviamo ad un bivio (m. 1655). I segnavia indicano verso sinistra con il percorso 340-341: Dosso dei Vetti a ore 0.25, A. Campolungo a ore 1.20, A. Campascio a ore 1; verso destra: Orsera; dietro con il percorso 340: Dossi di Franscia a ore 0.10, Franscia a ore 0.25, Tornadri a ore 1.10. Continuiamo in leggera salita verso sinistra.
Percorriamo un tornante sinistrorso aggirando un grande larice (m. 1660).
Proseguiamo in salita nel lariceto. Saliamo alcuni gradini di pietra. Di tanto in tanto vediamo un bollo bianco-rosso.
Troviamo alla destra una parete di roccia leggermente sporgente verso la mulattiera (m. 1675).
La pendenza aumenta. Scavalchiamo un rivolo.
Dopo un tornante destrorso, alla sinistra ci sono delle rocce lisce.
In salita, allo scoperto, percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio e subito torniamo tra i larici (m. 1690).

Ad un bivio i segnavia indicano a destra con il percorso 340-341: Dosso dei Vetti a ore 0.20, A. Campolungo a ore 1; a sinistra: Ciudèe; dietro con il percorso 340: Dossi di Franscia a ore 0.20, Franscia a ore 0.30, Tornadri a ore 1.20. Andiamo a destra (m. 1705).
Tra i larici vediamo vari massi e pietre.
Alterniamo due tratti con poca pendenza ad altrettanti in salita. Troviamo un tombino.
Continuiamo con radi larici alla sinistra mentre alla destra vediamo il Pizzo Scalino.
Vediamo due bolli gialli rotondi oltre ai soliti bianchi e rossi (m. 1740).

Di traverso alla mulattiera, troviamo una serie di quattro canalini di pietra per lo scolo dell'acqua; nel terzo scorre un rivolo dopo essere passato in una piccola vasca alla sinistra.
Percorriamo un tratto allo scoperto (m. 1755).
Superiamo altri due canalini di pietra per lo scolo dell'acqua.
Torniamo a salire. Alla sinistra ci sono delle lisce pareti oblique.

Presso un tornante sinistrorso (m. 1765) ignoriamo il sentiero che continua diritto in discesa verso le baite di Fontane. I segnavia indicano a destra con il sentiero 341: Fontane, Franscia a ore 0.25; a sinistra seguendo il tornante con il percorso 340-341: Dosso dei Vetti a ore 0.05, A. Campascio a ore 0.40, A. Campolungo a ore 1; dietro con il percorso 340: Dossi di Franscia a ore 0.25, Franscia a ore 0.40, Tornadri a ore 1.30. Seguiamo il tornante e subito troviamo una freccia bianca sulla roccia alla destra ed un bollo giallo alla sinistra della mulattiera.
Troviamo altre tre canaline di pietra ed entriamo in un lariceto.
Superiamo un ampio tornante destrorso (m. 1780).
Un rivolo bagna il percorso. Su di una pietra vediamo la scritta in giallo "Palù".
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire.

Usciti dal bosco, in leggera salita percorriamo una curva a sinistra molto ampia mentre un rivolo attraversa la mulattiera in una delle solite canaline di pietra (m. 1805).
Continuiamo in salita con una staccionata di legno alla destra. Davanti vediamo l'ex Rifugio Scerscen e le altre costruzioni in località Dosso dei Vetti.
Alla sinistra troviamo: una madonnina, la scritta bianca sulla roccia: "Nostra Signora Aparecida Patrona del Brasil benedica la Nostra Gente", un altare ed un sedile entrambi di pietra.
Lasciamo a sinistra un baitello di pietra, ai piedi del quale dell'acqua sgorga da un tubicino. Alla destra c'è l'ex-rifugio. I segnavia indicano: Dosso dei Vetti m. 1810; davanti con il percorso 301-341: A. Campascio a ore 0.30, Bocchel del Torno a ore 1, A. Campolongo a ore 0.50; dietro con il percorso 340: Ciudèe a ore 0.25, Franscia a ore 0.40, Tornadri a ore 1.30.
Alla sinistra c'è una baita di pietra sulla quale vediamo un triangolo giallo dell'Alta Via ed un segnavia a bandierina rosso-bianco-rosso.

Continuiamo con una sterrata.
Poco dopo alla sinistra troviamo un'altra costruzione in cemento (acquedotto) mentre alla destra c'è una bacheca con la cartina della "Ski Area Palù". Vediamo la lettera "D" dipinta in giallo su di una pietra.
Subito percorriamo una curva a sinistra e sentiamo il rumore di un torrente provenire dalla destra in basso.
Proseguiamo quasi in piano con un lariceto alla sinistra, prati e radi larici alla destra.
Presso una curva a destra, attraversiamo un torrente su di un ponticello di tronchi senza le sponde (m. 1835).

In leggera salita, superata una canalina per lo scolo dell'acqua, arriviamo ad una biforcazione (m. 1845). I segnavia indicano verso sinistra con il percorso 341: A. Campolungo a ore 0.40, Passo Campolungo a ore 0.50, A. Palù a ore 1.10; verso sinistra con il percorso 301-305: Bocchel del Torno a ore 0.50, A. Roggione a ore 1.20, Rif. Lago Palù a ore 1.30; verso destra con il percorso 301-305: A. Campascio a ore 0.25, A. Musella rifugi a ore 0.50, Rif. Carate - Rif. Marinelli, Foppa a ore 1.30, Campo Moro a ore 2, Rif. Poschiavo - Rif. Zoia a ore 2. C'è anche un cartello giallo che indica a sinistra il Rifugio Motta a 60 minuti. Andiamo a destra tra i larici con una stradina inerbita. Vediamo un segnavia a bandierina e il triangolo giallo dell'Alta Via.
Con pochissima pendenza percorriamo una curva a sinistra.

Sentiamo scorrere un ruscello alla destra senza riuscire a vederlo. Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Per un tratto la stradina è più alta rispetto al terreno circostante. Un ruscello le passa sotto (m. 1855).
Dopo pochi metri in leggera discesa, proseguiamo in leggera salita tra larici e pini.

Raggiungiamo un torrente. Un ponticello di legno alla sinistra consente di evitarne il guado.
Continuiamo quasi in piano. Vediamo del muschio sulle pietre. (m. 1860).
Più avanti un rivolo attraversa la stradina.
Proseguiamo in leggera discesa tra pini e larici.

Continuiamo in discesa. Nel mezzo della stradina c'è un masso affiorante dal terreno. Alla destra c'è una vecchia staccionata di legno.
Troviamo alcune canaline di metallo, per lo scolo dell'acqua, di traverso al percorso.
La pendenza diminuisce. Alla sinistra ci accompagna una roggetta.

Usciamo dal bosco. Un rivolo attraversa la strada.
Percorriamo una curva a destra aggirando un masso (m. 1830).
Dopo un altro tratto in discesa continuiamo quasi in piano tra larici, piccoli prati e grandi massi (m. 1820).

In leggera salita rientriamo nel bosco (m. 1825).
Continuiamo quasi in piano. Alla destra tra gli alberi vediamo alcuni massi molto grandi.
Dopo un breve tratto allo scoperto torniamo nel bosco.
Troviamo altri massi tra gli alberi e vediamo dei segnavia a bandierina e dei bolli gialli rotondi.
Percorriamo un tratto con moltissimi bolli bianchi e rossi.
Raggiungiamo una radura e superiamo una curva a destra.

Un paletto ed una pietra chiudono la stradina che prosegue diritto. Seguiamo i bolli che continuano verso destra e, poco dopo, alla sinistra troviamo un ponte in legno con le sponde di ferro con il quale, alternando due tratti in leggera discesa ad altrettanti quasi in piano, attraversiamo il Torrente Scerscen (m. 1835).
Dopo il ponte giriamo a sinistra e proseguiamo in salita.

Quasi in piano arriviamo ad una biforcazione. I segnavia indicano diritto: A. Campascio a ore 0.05, Alpe Musella a ore 0.30, Rif. Carate, Rif. Marinelli, Foppa a ore 1, Campo Moro a ore 1.30, Rif. Poschiavino - Rif. Zoia a ore 1.30; a destra: Gole dello Scerscen (E.E.A.); dietro: Dosso dei Vetti a ore 0.20, Franscia a ore 1, Lago Palù a ore 1.30. Continuiamo diritto.
Attraversiamo una radura. Alla sinistra c'è il Torrente Scerscen. Un cartello segnala il pericolo di piene improvvise.
Camminiamo tra pini, larici, cembri e ginepri.
Piegando a destra passiamo tra alcuni grandi massi. Vediamo il triangolo giallo dell'Alta Via n. 5.
Dopo una curva a sinistra, con un ponticello di legno senza sponde, attraversiamo un affluente dello Scerscen (m. 1840).

Davanti abbiamo la piana di Campascio, in fondo alla quale vediamo una baita a due piani e, alla sua sinistra, tre baitelli.
Camminando in leggera salita tra cespugli di ginepro arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano diritto: Alpe Musella-rifugi a ore 0.30, Val di Scerscen, Rif. Carate - Rif. Marinelli; a destra: Foppa a ore 1, Campo Moro a ore 1.30, Rif. Poschiavo - Rif. Zoia a ore 1.30. Andiamo a destra quasi in piano.

Percorriamo una curva a destra, attraversiamo un affluente dello Scerscen su di una passerella di legno, e subito ne percorriamo un'altra a sinistra.
Costeggiamo il corso d'acqua solo per pochi passi.
Giriamo a destra e con un'altra passerella di legno scavalchiamo un tratto fangoso.
Continuiamo su di una traccia tra erba, massi e radi alberi, seguendo i bolli bianco rossi.
Superiamo delle semicurve appena accennate.

Dopo uno zig-zag destra-sinistra, con una passerella di legno attraversiamo un ruscello.
Pieghiamo a destra e riprendiamo a salire (m. 1845).
Cominciamo a trovare delle canaline di metallo, di traverso al sentiero, per lo scolo dell'acqua.
Dopo un tratto quasi in piano ed uno breve in salita, giriamo a destra.
Proseguiamo quasi in piano (m. 1860).
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire.
Percorriamo una curva a destra tra gli alberi.
Continuiamo con un ampio tornante sinistrorso (m. 1875).
Superiamo un altro tornante sinistrorso seguito da una curva a destra e proseguiamo in leggera salita.
Continuiamo con un tornante destrorso, una curva a sinistra e delle semicurve appena accennate (m. 1885).
Percorriamo un tratto in discesa e proseguiamo quasi in piano. Tra gli alberi alla destra vediamo un grande masso.
Continuiamo in leggera discesa.

Guadiamo un ruscello (m. 1880).
Oltre alle canaline di ferro ora ne troviamo delle altre di ferro e cemento.
Dopo due curve destra-sinistra, vicine tra loro, proseguiamo su di una sterrata inerbita (m. 1865).
Continuiamo quasi in piano. Alla destra c'è una fila di pietre ai margini della strada.
Proseguiamo in discesa.

Quasi in piano, con una larga passerella di legno, attraversiamo una zona acquitrinosa.
Subito dopo alla destra si stacca un sentiero. I segnavia indicano diritto: Foppa a ore 0.15, Franscia a ore 1, Campo Moro a ore 0.40; a destra: Gole dello Scerscen (E.E.A.). Proseguiamo diritto dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano.
Un ruscello, che troviamo asciutto, attraversa la strada su di una base in cemento (m. 1855).

Continuiamo in leggera salita. Alla sinistra c'è una parete con grosse pietre.
Proseguiamo in salita. Troviamo delle canaline in ferro e cemento per lo scolo dell'acqua, di traverso alla sterrata.
Tra due semicurve sinistra-destra, attraversiamo il letto asciutto di un torrente. Alla destra c'è una radura (m. 1870).
Continuiamo con poca pendenza. Superiamo il letto di pietre di un altro corso d'acqua.

Un torrente scende a cascata dalla sinistra e attraversa la sterrata passandole sotto ma anche sopra quando l'acqua è abbondante (m. 1880).
Proseguiamo in salita. Alla destra, un tratto senza alberi consente una veduta sulle piste da sci del M. Motta.
Continuiamo con poca pendenza. In basso a destra vediamo Franscia e la zona delle cave.

Alla destra ci accompagna un muretto di pietre cementate (m. 1895).
Presso una lunghissima curva verso sinistra, da una apertura nel muretto si immette un sentiero.

Su di una roccia alla sinistra vediamo la scritta "Alpe Musella" e una bandierina rossa, bianca e rossa (m. 1910). I segnavia indicano con il sentiero 343/1 che si stacca con un tornante sinistrorso: A. Musella rifugi a ore 0.30, Val di Scerscen, Rif. Carate - Rif. Marinelli; dietro con il 343: A. Campascio a ore 0.30, Gole dello Scerscen (E.E.A.), Dosso dei Vetti a ore 0.50. Continuiamo diritto in lievissima discesa.
Alla sinistra c'è una grande parete un po' sporgente verso la sterrata. Alla destra vediamo il Pizzo Scalino.
Un rivolo attraversa la strada su di una base in cemento.
Continuiamo in discesa. Troviamo varie canaline in ferro e cemento per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada.

Un sentiero sale dalla destra (m. 1895). I segnavia indicano con il percorso 342, diritto: Campomoro a ore 0.30; a destra: Foppa a ore 0.10, Franscia a ore 0.50.
Attorniati da massi franati, raggiungiamo una sbarra di legno che troviamo aperta (m. 1880).
Dalla destra si innesta una variante del precedente sentiero e anche qui i segnavia indicano con il percorso 342, diritto: Campomoro a ore 0.30; a destra: Foppa a ore 0.10, Franscia a ore 0.50. C'è anche un pannello con una cartina della zona. Un segnale stradale indica, a coloro che provengono in senso opposto, il divieto di transito agli automezzi.
Continuiamo diritto, quasi in piano, con una larga sterrata. Alla destra ci sono dei massi e alcuni slarghi per poter parcheggiare.
Proseguiamo in leggera salita.
Superiamo due semicurve, entrambe verso destra (m. 1895).
Presso una curva a sinistra un rivolo passa sotto alla strada.
Alla sinistra scorre una roggetta.
Percorriamo una curva a destra (m. 1905).

Arriviamo ad un bivio (m. 1915). I segnavia indicano a sinistra: sentiero per Rifugi Carate - Marinelli a ore 0.05, Diga di Campomoro a ore 0.10, Campo Moro a ore 0.20; a destra: Campo Moro a ore 0.20; dietro: Foppa a ore 0.15, A. Musella a ore 1, Franscia a ore 1. Andiamo a sinistra.
Percorriamo due curve sinistra-destra vicine tra loro.
Alla destra c'è un muro in cemento.
Superiamo una curva a destra e continuiamo in salita.

Raggiungiamo uno slargo (m. 1934). Davanti vediamo il muraglione della diga che chiude a valle il Lago di Campo Moro. I segnavia indicano con il sentiero 342/1 che si stacca alla sinistra: Rifugio Carate a ore 1.50, Rifugio Marinelli Bombardieri a ore 2.50, Rifugio Marco e Rosa E.E.A. a ore 6.30; seguendo la sterrata che piega a destra: Campo Moro a ore 0.10; dietro con il percorso 342: Foppa a ore 0.20, A. Musella a ore 1, Franscia a ore 1.
Continuiamo con un muro alla destra.
Dopo un tornante destrorso, alla sinistra c'è un muro più basso del precedente.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1960).
Sul lato a monte c'è ancora un muro di cemento.
Percorriamo una curva a destra.

Arriviamo in cima alla diga. Alla sinistra c'è un altro piccolo sbarramento. Andiamo a destra e ignoriamo una sterrata che sale alla casa del custode.
In piano percorriamo il camminamento sopra alla diga. Ai lati ci sono delle protezioni di ferro dipinte di grigio e una serie di lampioni.
Giunti in fondo, giriamo a sinistra.
Poco dopo, troviamo una stanga e un segnale stradale, che indica il divieto di transito ai veicoli, rivolto verso coloro che provengono dall'opposta direzione.
Continuiamo in leggera salita con una strada asfaltata.
Percorriamo una semicurva verso sinistra. Alla destra c'è una bacheca con una cartina della Valmalenco.
Una stradina sterrata si stacca alla destra. Alla sinistra vediamo una casa.
Dopo una curva a destra, raggiungiamo il grande piazzale-parcheggio di Campomoro. Alla destra c'è il Rifugio Poschiavino.

Tempo impiegato ore 2.40 - Dislivello: m. 525 -105
Data escursione: ottobre 2016

Terzo itinerario: Giro del Monte Spondascia

Si tratta di un giro ad anello con partenza e arrivo nel piazzale davanti al Rifugio Poschiavino. In breve: Parcheggio Campo Moro (m. 1990), Diga Alpe Gera (m. 2128), Alpe Poschiavina (m. 2220), Passo Canciano (m. 2510), Passo Campagneda (m. 2615), Laghi di Campagneda (da m. 2490 a m. 2290), Rifugio Cà Runcasch (m. 2170), Rifugio Zoia (m. 2021), Parcheggio Campo Moro (m. 1990).

Lasciamo la macchina nel parcheggio di Campo Moro, accanto al Rifugio Poschiavino (m. 1990). I segnavia indicano:
- alla destra con il sentiero 346/301: Alpe Prabello - Rif. Cristina a ore 1.10, Passo degli Ometti a ore 2.40;
- alla destra con il sentiero 346: Rifugio Zoia a ore 0.05, Alpe Campagneda a ore 0.50, Rif. Cà Runcasc a ore 0.50;
- alla sinistra con il sentiero 342: Foppa a ore 0.30. A. Musella - rifugi a ore 1.10, Franscia a ore 1.10;
- alla sinistra con il sentiero 342/1: Rif. Carate a ore 2, Rif. Marinelli Bombardieri a ore 3, Rif. Marco e Rosa (E.E.A.) a ore 6.30;
- diritto con il percorso 342: Diga di Gera a ore 0.40, A. Val Poschiavina a ore 1.10, Rif. Bignami a ore 1.40.

Il primo tratto, dal parcheggio di Campo Moro al parcheggio prima della diga di Gera, potremmo farlo in macchina ma, trattandosi di un giro ad anello, se non lo percorriamo a piedi al mattino dovremo percorrerlo a piedi alla sera per tornare alla nostra vettura; tanto vale farlo subito.
Lasciamo a destra una fontana con vasca accanto alla mulattiera per il Rifugio Zoia (dalla quale scenderemo a fine giro) e alla sinistra la strada che scende alla diga di Campo Moro.
Superiamo una stanga bianca e rossa e ci incamminiamo, praticamente in piano tra i larici, seguendo la strada asfaltata. Ai lati della strada ci sono delle paline che, nel periodo invernale, segnalano l'altezza della neve.
Lasciamo a sinistra una chiesetta situata all'interno di un'area recintata con una staccionata.
Presso una semicurva verso sinistra ignoriamo una sterrata che sale a destra (m. 1995).
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
Passiamo sotto a tre cavi. Percorriamo altre due semicurve destra-sinistra.

Un ruscello scorre sotto alla strada. In questo punto alla sinistra c'è il guard-rail; alla destra ci sono un muretto e una fontana. L'assenza di alberi consente di vedere il Lago di Campo Moro in basso a sinistra mentre davanti vediamo l'imponente diga che chiude il Lago di Gera.
Superiamo altre semicurve: dx-sx-dx.
Presso una curva verso sinistra transitiamo sotto a quattro cavi mentre un ruscello passa sotto alla strada.

Attraversiamo una galleria lunga circa quaranta metri. All'uscita raggiungiamo un grande parcheggio. Davanti vediamo la diga; alla sinistra oltre una staccionata c'è un'area sosta con tavoli e panche; alla destra una sterrata chiusa da una stanga sale fino i piedi della diga. I segnavia indicano diritto: Giro lago ore 2.30, Alpe Val Poschiavina a ore 1, Rif. Bignami - Alpe Fellaria a ore 1. La strada diventa sterrata (m. 2015).
Poco dopo troviamo una stanga abbassata, una bacheca con una cartina e dei segnavia identici ai precedenti ma con l'aggiunta del Bivacco Anghileri Rusconi.
In leggera salita passiamo sotto ad alcuni cavi. Continuiamo quasi in piano con due semicurve sinistra-destra. Alla destra, dell'acqua scorre in un canalino.

Proseguiamo con poca pendenza. Presso una curva verso sinistra prendiamo un sentiero che si stacca alla destra. Alla sinistra c'è un muro di cemento (m. 2035).
Saliamo otto gradini di cemento accompagnati alla destra da un corrimano di ferro.
Il sentiero continua con dei zig-zag: dx-sx-dx-sx, rinforzato da muretti di sostegno con pietre a secco.
Superiamo un altro zig-zag sinistra-destra. Proseguiamo in modo abbastanza ripido ed entriamo nel bosco (m. 2055).
Dopo un breve tratto con poca pendenza, saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra.
Aggiriamo una roccia alla destra (m. 2065).
Dopo un breve tratto quasi in piano riprendiamo a salire.
Superiamo una curva verso sinistra (m. 2070).
Un segnavia indica Campo Moro dietro di noi (m. 2075).
Continuiamo con poca pendenza su di una sterrata. Alla sinistra c'è una roccia montonata. Davanti vediamo la diga.
Quasi in piano pieghiamo leggermente a destra ignorando la ripidissima scorciatoia che prosegue diritto (m. 2080).
Poco dopo saliamo in modo abbastanza ripido. Superiamo una serpentina destra-sinistra.

Lasciamo a destra uno slargo e proseguiamo, quasi in piano, con una curva verso sinistra, su una larga sterrata (quella che inizia alla destra, chiusa da una stanga, nel sottostante parcheggio).
Passiamo accanto a un pannello con una cartina della Valmalenco.
Presso un tornante destrorso un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli. La strada diventa agro-silvo-pastorale e procede in leggera salita, con il fondo in cemento (m. 2100).
Alla destra ci sono delle protezioni metalliche che terminano al successivo tornante sinistrorso (m. 2105).
Continuiamo in salita con le protezioni alla sinistra.
Presso un ampio tornante destrorso lasciamo a sinistra una casa di servizio alla diga.

Percorriamo un lungo camminamento con il quale risaliamo la diga in diagonale. Alla destra ci sono delle robuste protezioni.
Giunti in fondo giriamo a sinistra e ci troviamo in cima alla diga (m. 2128). I segnavia indicano
- a sinistra percorrendo il camminamento sopra alla diga: Rif. Bignami a ore 1, Bocchetta di Caspoggio E.E.A. a ore 2.50, Rif. Marinelli a ore 3.40;
- diritto con il percorso AV (Alta Via) 301-305: A. Val Poschiavina a ore 0.30, A. Gembré a ore 1.10, Giro del Lago ore 3, Bivacco Anghileri Rusconi;
- dietro con il percorso 342: Campo Moro a ore 0.30, Franscia, Lanzada.
Continuiamo diritto con una sterrata, quasi in piano.

Di tanto in tanto lungo il cammino troveremo un triangolo giallo dell'Alta Via o un bollo bianco-rosso. Alla sinistra ci sono delle protezioni e, oltre il Lago di Gera, vediamo le pendici orientali del Sasso Moro. Alla destra invece abbiamo le pareti rocciose del Monte Spondascia.
Percorriamo una semicurva verso destra molto ampia.
Le protezioni alla sinistra terminano, comunque la sterrata è larga più di due metri e possiamo procedere in sicurezza.
In leggera salita superiamo due semicurve destra-sinistra.
Quasi in piano percorriamo una curva verso destra.

Subito entriamo in una galleria, prima e dopo la quale, alla sinistra ci sono delle protezioni verso il lago.
Usciti dalla galleria continuiamo con un ampio tornante destrorso (m. 2135).
Superiamo due semicurve destra-sinistra. In alto, sul lato opposto della valle, vediamo il Rifugio Bignami e il Ghiacciaio di Fellaria.

Con il fondo in cemento percorriamo un tratto in leggera discesa.
Continuiamo quasi in piano su sterrato. Le protezioni a valle terminano. Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 2130).
Per un tratto, ai lati della sterrata, ci sono massi e pietre franate.
Proseguiamo con poca pendenza e con il fondo in cemento. Una scritta e una freccia su di un masso indicano l'Alta Via.
Torniamo a camminare su sterrato e superiamo una semicurva verso destra.
Con una semicurva verso sinistra aggiriamo un masso sul quale vediamo il triangolo giallo dell'Alta Via.
Con il fondo in cemento superiamo una semicurva verso destra (m. 2145).
Proseguiamo in salita con un paio di semicurve sinistra-destra.
Presso un'altra semicurva verso sinistra passiamo tra due massi (m. 2160).

Arriviamo a un bivio (m. 2165). Alla sinistra si scende verso un ponticello per continuare il giro del lago. I segnavia indicano
- a sinistra con il sentiero 342-305 v.: Giro del Lago, A. Gembré a ore 0.50, Bivacco Anghileri Rusconi, Rif. Bignami a ore 1.40;
- diritto con il sentiero AV 301-305: A. Val Poschiavina a ore 0.10, Passo di Canciano a ore 1.50, Passo di Campagneda a ore 2.10;
- dietro con il sentiero AV 305-342: Diga di Gera a ore 0.15, Campo Moro a ore 0.50.
Alla destra vediamo il numero 2 dentro un quadratino. Continuiamo diritto in leggera salita.
In basso a sinistra vediamo il torrente che passa sotto al ponticello.
Proseguiamo in salita e superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua collocata di traverso alla stradina (m. 2180).
Mentre percorriamo un tratto con poca pendenza un ruscelletto attraversa la stradina passandole sotto. Alla sinistra riusciamo ancora a vedere il Rifugio Bignami (m. 2200).
Riprendiamo a salire. Alla sinistra vediamo una Croce di Lorena e il numero 3 dentro un quadratino (m. 2215).
Continuiamo in discesa su sterrato. Attorniati da prati superiamo due semicurve destra-sinistra.

Raggiungiamo un ponte con il fondo e le sponde di legno con il quale attraversiamo il torrente della Val Poschiavina (m. 2210). Sull'altra sponda vediamo alcune baite. Alla destra già vediamo l'alpeggio.
I segnavia indicano: Alpe Val Poschiavina 2220 m;
- dietro: Diga di Gera a ore 0.25, Campo Moro a ore 1;
- a sinistra con il sentiero AV 305 var. : A. Gembré a ore 0.40, Rif. Bignami a ore 1.40;
- a destra con il sentiero AV 301-305: Passo di Canciano a ore 1.40, Passo d'Ur a ore 1.50, Passo di Campagneda a ore 2.
Giriamo a destra e, quasi in piano, iniziamo ad addentrarci nella Val Poschiavina, una valle di origine glaciale incassata tra il Monte Spondascia alla destra e il Pizzo Confinale cui segue la catena delle Ruzze sull'altro lato.
Un ruscello passo sotto alla stradina. Alla sinistra ci sono due baite.
Superiamo due semicurve sinistra-destra. La stradina, ora inerbita, è attorniata da grandi massi.

Con poca pendenza raggiungiamo l'Alpe Poschiavina. Alla sinistra troviamo: tutte le baite, una cappellina e una fontana con due vasche (m. 2220).
Superato l'alpeggio iniziamo il lungo attraversamento della valle.
Vediamo il torrente che, alla nostra destra, scorre pigro formando delle anse.
Superiamo due semicurve sinistra-destra tra le quali un rivolo passa sotto alla stradina.
Continuiamo con altre due semicurve destra-sinistra, attorniati da massi. Passiamo accanto a un tombino rotondo.
La strada non è più inerbita e procede sterrata, in leggera salita.

Tra rocce montonate superiamo altre due semicurve destra-sinistra (m. 2225).
Dopo un breve tratto in leggera discesa continuiamo quasi in piano camminando su delle pietre lisce.
Presso una semicurva verso sinistra torniamo su sterrato. In questo punto il torrente scorre accanto alla stradina. Scavalchiamo un rivolo.
Percorriamo una semicurva verso sinistra seguita da un'ampia curva verso destra attraversata da un rivolo.
Un altro rivolo attraversa la stradina scorrendo in un letto di pietre. Con un ampia curva verso sinistra ci allontaniamo un poco dal torrente.
Cominciamo a trovare delle canaline metalliche per lo scolo dell'acqua.

In salita percorriamo una curva verso destra (m. 2235).
Continuiamo su fondo lastricato, con due tornanti sinistra-destra vicini tra loro.
Attorniati da massi, in leggera discesa su fondo sterrato, superiamo una semicurva verso destra.
Riprendiamo a salire e percorriamo alcune curve: sx-dx-sx-dx (m. 2245).
Dopo un tratto con poca pendenza, in salita superiamo una semicurva verso destra su fondo lastricato (m. 2255).
Torniamo a camminare su sterrato e percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 2270).
Superiamo un breve tratto in leggera salita seguito da un altro in leggera discesa (m. 2280).
Riprendiamo a salire. Alla destra il torrente rumoreggia.

Vediamo il numero 5 dentro un quadratino. La stradina termina e proseguiamo con un sentiero attorniato da erba e pietre (m. 2290).
Percorriamo alcuni brevi saliscendi e superiamo due semicurve destra-sinistra. Passiamo accanto a una piccola pozza.
Continuiamo in leggera salita. Ora il torrente scorre placido.
Con una semicurva verso sinistra aggiriamo un masso.
Quasi in piano pieghiamo a sinistra e poi a destra dopo essere passati tra alcuni massi.
In leggera salita attraversiamo un rivolo e superiamo due semicurve destra-sinistra (m. 2295).
Scavalchiamo un altro rivolo e proseguiamo con due semicurve destra-sinistra.
Il successivo rivolo lo superiamo agevolmente per la presenza di un masso basso.
Dopo una curva verso sinistra e pochi passi in leggera discesa, continuiamo in leggera salita.
Superiamo una semicurva verso destra e attraversiamo un ruscello (m. 2305).
Percorriamo una curva verso destra e un tornante sinistrorso.

Il sentiero si divide in tre tracce. Alla sinistra c'è un masso e alla destra una parete di roccia. Riunitesi le tracce continuiamo quasi in piano (m. 2315).
Proseguiamo con poca pendenza attorniati da massi, pietre ed erba.
Quasi in piano, lasciamo a sinistra un masso appoggiato su di una roccia che affiora dal terreno (m. 2320).
Subito pieghiamo a sinistra, in leggera discesa.

Quasi in piano attraversiamo una zona fangosa camminando su una fila di pietre ben sistemate (m. 2315).
Dopo un tratto in leggera salita continuiamo quasi in piano. In questo punto ci troviamo al margine sinistro del fondovalle mentre il torrente scorre accanto a quello opposto.
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Passiamo tra due massi.
Continuiamo con delle serpentine appena accennate.
La pendenza è minima. Scavalchiamo un rivolo.

Accanto a un masso, vediamo il numero 6 dentro un quadratino (m. 2320).
Ci riavviciniamo al torrente. La valle si è ristretta un poco.
Scavalchiamo tre rivoli vicini tra loro.
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 2325).
Continuiamo quasi in piano attorniati da erba e pietre.

Ora il torrente scorre accanto al sentiero.
Percorriamo un tratto con poca pendenza e uno quasi in piano. Scavalchiamo un rivolo (m. 2330).
Riprendiamo a salire. Il sentiero si divide in due tracce parallele e si ricompone (m. 2345).
Continuiamo in leggera salita, poco più in alto rispetto al torrente.
Il sentiero si scompone in due tracce parallele; quella alla destra è bagnata dall'acqua. Poco dopo torna ad unirsi (m. 2350).
Alterniamo due tratti quasi in piano ad altrettanti in leggera salita.

Guadiamo un ruscello (m. 2355). Percorriamo due semicurve destra-sinistra.
Il sentiero si divide (meglio prendere la traccia più alta alla sinistra) e si ricompone.
Dopo un breve tratto in leggera discesa, continuiamo in leggera salita tra pietre e massi.
Riprendiamo il sentiero che procede quasi in piano. Accanto c'è torrente che vediamo disegnare vari meandri. Continuiamo attorniati dall'erba (m. 2360).
Il sentiero si divide e si ricompone (m. 2370).
Dopo un tratto quasi in piano, proseguiamo con pendenza minima e attraversiamo due ruscelli (m. 2375).
Il sentiero si divide e si ricompone.
In leggera salita, aggiriamo una pietra alla sinistra. Scavalchiamo due rivoli. Poi un terzo.

Riprendiamo a salire. Guadiamo un ruscelletto. Troviamo delle mucche al pascolo (m. 2400).
Quasi in piano attraversiamo un ruscello.
Continuiamo con poca pendenza. Su di una pietra vediamo una freccia e il triangolo giallo dell'Alta Via.
Scavalchiamo due rivoli.
Il sentiero si divide e si ricompone (m. 2405).
Superiamo una semicurva verso sinistra. Quasi in piano scavalchiamo un rivolo e riprendiamo a salire (m. 2410).
Continuiamo quasi in piano (m. 2415).

Alla destra vediamo la cascata, suddivisa in quattro rami, formata dal torrente che scende dalla vedretta dello Scalino.
Dopo un breve tratto in discesa, scavalchiamo un rivolo e riprendiamo a salire.
Quasi in piano superiamo un altro rivolo (m. 2425).

Davanti vediamo la bastionata di rocce montonate che chiude la valle; dietro, in lontananza, sono visibili le due cime dei Pizzi Argient (m. 3945) e Zupò (m. 3996).
Percorriamo una semicurva verso sinistra seguita da un tornante destrorso (m. 2445).
Saliamo su fondo roccioso e passiamo accanto a un grande triangolo giallo.
Per un tratto camminiamo tra erba e pietre.
Pieghiamo a destra. Aggiriamo una roccia alla destra (m. 2450).
Tra le rocce, superiamo due curve destra-sinistra.

Raggiungiamo un bivio (m. 2460). I segnavia indicano
- dietro con il sentiero AV: A. Val Poschiavina a ore 1.10, Diga di Gera a ore 1.30;
- a destra con il sentiero AV 301-305: Passo di Canciano a ore 0.10, Passo di Campagneda a ore 0.40, A. Campagneda a ore 1.30;
- a sinistra: Passo d'Ur a ore 0.20, Passo Confinale a ore 2.10.
Alla sinistra inciso nella roccia vediamo la sigla 1930 che indica il confine. Andiamo a destra.

Troviamo subito il cartellino quadrato con il numero 9 e ci infiliamo in uno stretto passaggio tra due massi.
Continuiamo diritto in salita tra le rocce. Per un breve tratto il sentiero è incassato.
All'uscita, con poca pendenza pieghiamo a destra come indicato da un triangolo giallo, da una freccia e da un segnavia bianco-rosso-bianco.

Risaliamo delle rocce montonate. Alla sinistra abbiamo una parete rocciosa.
Troviamo un predellino di ferro traforato che agevola la salita.
Aggiriamo una roccia alla destra.
Altri due predellini metallici e una catena ci aiutano in un breve tratto quasi verticale dove, dipinto sulla roccia, vediamo un triangolo e una freccia con la punta rivolta verso l'alto (m. 2475).
Dopo alcuni passi in leggera discesa su sentiero, giriamo a sinistra e saliamo ripidamente.

Ad un bivio vediamo a sinistra i bolli svizzeri di colore bianco-rosso-bianco e diritto quelli italiani di colore rosso-bianco-rosso accompagnati dai triangoli gialli dell'alta via. Continuiamo diritto, ripidamente (m. 2490).
Proseguiamo con poca pendenza circondati da prati coperti dai fiorellini gialli dell'antillide vulneraria (anthyllis vulneraria).
Davanti a una piccola pozza percorriamo una curva verso destra (m. 2500).

Poco dopo, qualche metro più in basso a destra, c'è il Laghét di Svìzzer.
Con un tratto in leggera discesa e uno quasi in piano lo aggiriamo. Scavalchiamo il ruscelletto emissario.
Proseguiamo in salita, tra milioni di fiorellini gialli, verso due paline con vari segnavia.

Raggiungiamo il Passo di Canciano (m. 2510) dove troviamo un cippo di confine (con incise le scritte S1930 e I2) e due serie di segnavia. Quelli italiani indicano
- dietro con il sentiero AV 301-305: Val Poschiavina, Diga di Gera a ore 1.50, Campo Moro;
- a destra con il sentiero AV 301-305: Passo di Campagneda a ore 0.30, Laghi di Campagneda a ore 1, A. Campagneda - A. Prabello.
Quelli svizzeri su fondo giallo indicano: Pass da Cancian 2498 m;
- a sinistra: Quadrada 1 1/4 h, Selva 2 1/4 h, Le Prese 3 1/2 h, Poschiavo 3 1/2 h;
- dietro: Pass d'Ur 20 min, Alp d'Ur 1 1/4 h;
- a destra: Campo Moro (I) 2 h.
Continuiamo dunque verso destra.

Lasciamo a sinistra un ponticello, di legno e senza le sponde ai lati, sul torrente che scende nella Valle di Canciano. Continuiamo diritto, quasi in piano.
Per un tratto costeggiamo il torrente che, con fragore, scende dalla cascata che vediamo alla sinistra.
Camminando tra pietre ed erba, seguiamo tracce e ometti. Vediamo anche una freccia gialla.
Torniamo a salire sempre circondati dai fiorellini gialli (m. 2520). In alto, verso destra, vediamo l'arco che segnala il Passo di Campagneda.
Superiamo una semicurva verso destra e, poco dopo, un'altra verso sinistra.
Continuiamo con due tratti quasi in piano separati da pochi passi in salita (m. 2530).
Proseguiamo con poca pendenza lasciando alle nostre spalle il fragore della cascata.

Ad un bivio, due frecce indicano entrambi i sentieri (m. 2535). Trascuriamo quello che prosegue diritto che conduce al guado del torrente che scende dalla vedretta dello Scalino e prendiamo quello alla destra.
Dopo un tratto quasi in piano e uno in leggera salita, scendiamo verso un ponticello.
Raggiuntolo, notiamo che i quattro tronchi squadrati che formano da base sulla quale camminare, hanno leggermente ceduto verso sinistra. Al momento si può passare senza problemi agevolati dalla presenza di un cavo metallico teso tra i quattro paletti che fanno da sponda su entrambi i lati (m. 2520).
Attraversato il ponticello proseguiamo diritto in salita sempre attorniati da prati pieni di fiorellini gialli.
Percorriamo un tratto con poca pendenza. In alto a sinistra vediamo il ghiacciaio del Pizzo Scalino.
Ora saliamo in modo abbastanza ripido (m. 2535).
Superiamo una serpentina destra-sinistra poi la pendenza diminuisce un poco (m. 2545).
Davanti torniamo a vedere l'arco al Passo di Campagneda.
Percorriamo un tratto quasi in piano e passiamo accanto a un ometto (m. 2565).

Alla sinistra vediamo il primo di una serie di laghetti. Dopo un ripido tratto la pendenza diminuisce un poco.
Superiamo una semicurva verso sinistra seguita da una curva verso destra. In basso alla sinistra ora possiamo vedere tutti e cinque i laghetti situati, uno accanto all'altro, in altrettante conche moreniche (m. 2575).
Continuiamo quasi in piano.
In leggera discesa superiamo una curva verso sinistra. Riprendiamo a salire
Dopo un tratto con poca pendenza proseguiamo in salita (m. 2600).

Raggiungiamo il passo e l'arco che riporta inciso nel legno: "Val Malenco - Sky Race mt 2636 - Val Poschiavo". I segnavia indicano: Passo di Campagneda 2615 m;
- davanti verso sinistra con il sentiero AV 301-305: A. Campagneda a ore 1, A. Prabello a ore 1.20, Campo Moro a ore 1.30;
- dietro con il sentiero AV 301-305: Passo di Canciano, Val Poschiavina, Poschiavo;
- a destra: Monte Spondascia a ore 1.30 E.E.A.
Proseguiamo quasi in piano.

In leggera discesa arriviamo a un bivio (m. 2605). Qui i triangoli gialli dell'Alta Via indicano sia il sentiero che continua diritto che l'altro che scende a destra. Non ci sono altre segnalazioni ma pensiamo che probabilmente il sentiero che continua diritto si diriga all'Alpe Prabello (Rifugio Cristina) e quello che scende a destra a Campomoro (Rifugi Cà Runcasch e Zoia). Pertanto andiamo a destra e scendiamo in un canalone tra sfasciumi.
La pendenza diminuisce e ci portiamo sulla destra del canalone. Davanti, più in basso vediamo un lago con un satellite alla sua destra (m. 2580). Sono i primi Laghi di Campagneda, quelli a quota più alta.

Dopo una curva verso sinistra, iniziamo a scendere in modo abbastanza ripido con alcuni zig-zag in una pietraia.
Superiamo una curva verso sinistra e riprendiamo il sentiero, quasi in piano (m. 2550).
Continuiamo in discesa con due curve sinistra-destra.

Ora scendiamo in modo abbastanza ripido.
Presso una curva verso sinistra troviamo una catena e un predellino di metallo che ci aiutano a scendere quasi in verticale per circa tre metri (m. 2535).
In basso vediamo una scritta rossa, ormai illeggibile, su di un masso.
Percorriamo una curva verso destra e seguiamo una traccia tra le pietre, dapprima in leggera discesa e poi in discesa.
Superiamo una serpentina destra-sinistra (m. 2520).
Continuiamo con alcuni zig-zag.
Passiamo accanto a un masso sul quale è stato dipinto il triangolo giallo dell'Alta Via con il n. 7 (m. 2500).

In leggera discesa raggiungiamo la sponda sinistra del primo Lago di Campagneda [oppure l'ultimo per chi sta effettuando il giro in senso contrario], quello più alto. Il lago ha la forma di una goccia con la punta rivolta a valle. Alla sua destra c'è il satellite, più corto ma soprattutto molto più stretto (m. 2490).
Continuiamo in leggera salita lasciandoli alla destra del sentiero. Una freccia gialla con due punte segnala le due direzioni.
Proseguiamo in leggera discesa (m. 2495).

Quasi in piano attraversiamo una zona paludosa camminando su delle pietre lisce (m. 2485).
Riprendiamo il sentiero, in leggera discesa.
Con due ripidi passi in discesa superiamo una curva verso sinistra.
In leggera discesa percorriamo due curve destra-sinistra.
Lasciamo a destra una pozza (m. 2475).
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra.
Alla sinistra c'è un ruscelletto che scorre parallelo al sentiero.

Davanti vediamo un altro laghetto e, in discesa, con il sentiero diviso in due tracce parallele, lo raggiungiamo (m. 2460). Anch'esso ha la forma di una goccia con la punta a valle.
Lo aggiriamo alla destra con un tratto quasi in piano, uno in leggera salita e uno in leggera discesa.
Quasi in piano arriviamo in fondo dove esce il ruscello emissario.
Continuiamo in un valloncello inizialmente in leggera discesa. Poi in discesa camminiamo su della sabbietta, mentre il sentiero si divide in due tracce.

In sentiero si ricompone. Alla destra c'è un laghetto dalla forma quasi quadrata (m. 2440).
Continuiamo in un avvallamento tra erba e alcune pietre.
Dopo pochi passi quasi in piano (m. 2425) riprendiamo a scendere verso un altro laghetto che già vediamo più in basso.
Tra le pietre alla destra, un ruscelletto scorre parallelo al sentiero.
Percorriamo due tornanti sinistra-destra.
Quasi in piano attraversiamo il ruscelletto (m. 2400).
Scendiamo in modo abbastanza ripido e superiamo due tornanti sinistra-destra (m. 2385).

Attraversiamo da destra verso sinistra l'immissario del successivo lago dalle forme sinuose (Lago Nero) che vediamo più in basso (m. 2375).
Continuiamo con il sentiero a mezza costa, quasi in piano ma con lievi saliscendi, con vista sul lago in basso a destra.
Proseguiamo in leggera discesa. Alla sinistra vediamo il Pizzo Scalino e davanti il Disgrazia.
Con una curva verso destra iniziamo a percorrere un altro tratto in discesa.
All'esterno di un tornante sinistrorso torniamo a vedere il Lago Nero (m. 2350).

Proseguiamo a mezza costa, con un tratto in leggera discesa e uno quasi in piano. Vediamo delle mucche al pascolo (m. 2335).
In discesa percorriamo due curve destra-sinistra e subito troviamo un bivio (m. 2325). Andiamo a sinistra in quanto da questa parte, più avanti vediamo una palina con dei segnavia.
Lasciamo a sinistra una pozza e, quasi in piano, attraversiamo un ponticello camminando su quattro tronchi squadrati.

Subito dopo giriamo a destra e raggiungiamo un altro bivio (m. 2320) presso il quale c'è la palina che avevamo precedentemente notato. I segnavia indicano
- a sinistra con il sentiero AV 301-305: A. Prabello - Rif. Cristina a ore 0.50, A. Acquanera a ore 1.30, Caspoggio - Lanzada;
- a destra con il sentiero 346: Rif. Cà Runcasc a ore 0.25, A. Campagneda a ore 0.30, Campo Moro a ore 1;
- dietro con il sentiero AV 301-305: Passo di Campagneda a ore 1.
Andiamo a destra.
Dopo un tratto in leggera discesa, scavalchiamo un ruscelletto e continuiamo quasi in piano.
Proseguiamo in leggera discesa.

Quasi in piano, lasciamo a destra un altro lago (m. 2290). Poi ne scavalchiamo l'emissario (m. 2280). [Guardando la cartina, più a destra e più in alto, c'è un altro laghetto non visibile da questo punto.]
Ci immettiamo su di una stradina sterrata e parzialmente inerbita. In basso a sinistra vediamo una valletta paludosa, forse quanto resta di un ulteriore lago.
Dopo un tratto quasi in piano (m. 2245), superiamo una semicurva verso sinistra e proseguiamo con poca pendenza attorniati da prati.
Quasi in piano percorriamo due curve sinistra-destra e proseguiamo in discesa su sentiero (m. 2240).
Dopo un altro tratto quasi in piano (m. 2230), in leggera discesa superiamo una semicurva verso sinistra.

In discesa raggiungiamo una stalla accanto alla quale termina una sterrata (m. 2220).
Prendiamo questa sterrata che scende con poca pendenza.
Dopo una curva verso destra troviamo subito un bivio. Ignoriamo la sterrata verso sinistra e proseguiamo diritto (m. 2200).

In basso alla sinistra vediamo il Rifugio Cà Runcasch. Possiamo proseguire con la sterrata che dopo due curve, entrambe verso sinistra, raggiunge il rifugio situato all'esterno di una curva verso destra. Possiamo anche prendere una scorciatoia che scende a sinistra tra l'erba in modo abbastanza ripido e poi prosegue quasi in piano e va a sbucare sulla sterrata pochi passi prima del rifugio (m. 2170).

Dal Rifugio Cà Runcasch continuiamo sulla sterrata in leggera discesa.
Superiamo una curva verso destra.
Davanti ad alcune baite percorriamo una curva verso sinistra (m. 2145).

Ci immettiamo su di un'altra sterrata (m. 2130) e continuiamo verso destra mentre alla sinistra si va verso le Baite di Campagneda. I segnavia indicano: A. Campagneda 2140 m;
- a sinistra con il percorso 346/1: A. Prabello a ore 0.30, Rif. Cristina a ore 0.30, Passo degli Ometti a ore 2;
- a destra con il percorso 346: Campo Moro a ore 0.30;
- dietro con il percorso 346: Rif. Cà Runcasc a ore 0.05, Laghi di Campagneda a ore 0.50, Passo di Campagneda a ore 1.40.

Dopo pochi passi, attraversiamo un ponte e troviamo altri segnavia che indicano, diritto: A. Campascio, Franscia; a destra con un sentiero: Campo Moro. Andiamo a destra in leggera salita.
Un torrente scorre alla nostra destra. Il sentiero si divide in più tracce.
In salita superiamo una curva verso sinistra (m. 2140).
Dopo un tratto quasi in piano, con poca pendenza percorriamo due curve destra-sinistra (m. 2145).
Il sentiero è diviso in due tracce parallele. Subito si ricompone e superiamo una semicurva verso sinistra.
Percorriamo un altro tratto su due tracce parallele.
Continuiamo quasi in piano (m. 2150).
Proseguiamo in leggera discesa tra le pietre. Ad una biforcazione teniamo la destra, comunque, poco dopo, l'altro sentiero rientra.
Terminato il tratto su pietre continuiamo su sentiero sterrato e alterniamo due tratti quasi in piano ad altrettanti in leggera discesa (m. 2145).

Troviamo un paletto di legno accanto a un masso (m. 2135).
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo in salita.
Superiamo due semicurve destra-sinistra su fondo roccioso.
Dopo alcuni passi in discesa, continuiamo quasi in piano su sterrato (m. 2130).
Riprendiamo a salire con il fondo parte in pietra e parte sterrato.
Proseguiamo quasi in piano.
Dopo una semicurva verso destra continuiamo con un breve tratto in discesa su fondo roccioso.
Percorriamo un tratto quasi in piano e proseguiamo in discesa.

Subito troviamo una palina con dei segnavia che indicano, con un sentiero che sale a destra: Monte Spondascia a ore 2.10; dietro con il sentiero 346: A. Campagneda a ore 0.20, Laghi di Campagneda, Passo di Campagneda a ore 2. Continuiamo diritto (m. 2130).
All'esterno di un tornante sinistrorso c'è un casello dell'acquedotto (m. 2125).
Percorriamo una curva verso sinistra seguita dopo pochi passi da un tornante destrorso (m. 2115).
Continuiamo quasi in piano. Alla destra vediamo un tubo sorretto da un traliccio (m. 2110).
Superiamo una semicurva verso destra e riprendiamo a salire. Passiamo sotto al tubo.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 2115).
Saliamo dei gradini di pietra.

Raggiungiamo la Falesia dello Zoia (m. 2120). Qui, alla destra, troviamo una parete attrezzata come palestra di roccia con varie vie di salita (quinto, sesto e settimo grado).
Dopo un tratto in leggera discesa, quasi in piano presso una curva verso destra, passiamo sotto a una roccia sporgente.
Superiamo una semicurva verso destra.
In discesa percorriamo tre curve vicine tra loro: sx-dx-sx.
Presso un tornante sinistrorso scendiamo un gradino di roccia e due di legno (m. 2110).
Subito dopo superiamo un tornante destrorso.
Alla destra c'è una verticale parete di roccia con altre vie di arrampicata (m. 2100).
Percorriamo un tornante sinistrorso seguito da un ampio tornante destrorso.
Dopo alcuni passi quasi in piano, superiamo un tratto in discesa con alcuni tronchetti di legno che fungono da gradini.
Quasi in piano percorriamo due curve sinistra-destra vicine tra loro. Alla destra ci sono delle pareti di roccia (m. 2085).
Saliamo due gradini di legno.

Subito percorriamo una curva verso destra e torniamo a scendere. Cominciamo a vedere il Lago di Campo Moro.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 2080).
Troviamo altri gradini di pietra e di legno.
Accanto a una roccia sporgente percorriamo un tornante destrorso seguito da un tornante sinistrorso molto ampio (m. 2070).
Passiamo sotto a due cavi.
Dopo un tornante destrorso percorriamo un breve tratto quasi in piano (m. 2055).
Aggiriamo una roccia alla sinistra.
In leggera discesa superiamo un tornante destrorso.
Lasciamo a destra un masso e poco dopo a sinistra un casello dell'acquedotto.
Continuiamo quasi in piano (m. 2045).
Percorriamo un tratto in salita, uno quasi in piano e uno in leggera discesa.
Alla destra c'è un traliccio con tre cavi; alla sinistra alcuni grandi massi.

Su di una roccia alla sinistra c'è un cartello intitolato "Arrampicare in Valmalenco" (m. 2040).
Continuiamo in discesa. Alla destra vediamo la diga del Lago di Campo Moro.
Scendiamo alcuni gradini.
Troviamo una canalina in metallo per lo scolo dell'acqua, di traverso al percorso.

Raggiungiamo il Rifugio Zoia (m. 2021). I segnavia indicano dietro l'Alpe Campagneda a ore 0.40.
Subito percorriamo due tornanti destra-sinistra.
Passiamo sotto ai cavi della teleferica di servizio al rifugio. Un cartello avverte di prestare attenzione.
In leggera discesa percorriamo un tornante destrorso (m. 2005).
Alla sinistra cominciamo a vedere il Rifugio Poschiavino.
Passiamo sotto a un cavo.
Superiamo una stanga che troviamo alzata e raggiungiamo il parcheggio di Campo Moro. Alla destra c'è una fontana e alla sinistra il Rifugio Poschiavino (m. 1990).

Tempo impiegato: ore 5.20 - Dislivello: m. 715 -715
Data escursione: agosto 2019

Escursioni partendo dal Rifugio:


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