Rifugio Piardi

Il Rifugio Piardi è situato presso il Colle San Zeno, tra la Valcamonica e la Val Trompia, in vista del versante settentrionali del M. Guglielmo.
L'edificio fu inaugurato nel 1932 con il nome di Rifugio Colle di San Zeno e poi restaurato e ristrutturato nel 2008 come indica una targa collocata sulla facciata.
E' raggiungibile in auto tramite la stradina asfaltata che collega Pezzaze e Pisogne o tramite sentieri e sterrate passando per le diverse malghe situate sulle pendici del M. Guglielmo.

Primo itinerario: in auto da Pezzaze o da Pisogne

a) da Pezzaze (Val Trompia)
Usciamo dall'autostrada A4 a Ospitaletto (km. 206.2) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente.
Superato il ponte sul Mella ci immettiamo nella SP 345 della Val Trompia con la quale arriviamo a Lavone dove al km. 25.6 deviamo a sinistra per prendere la SP 52.
Dopo un chilometro, presso un tornante destrorso, ignoriamo la strada che prosegue diritto per Pezzoro (vedi il secondo itinerario) e proseguiamo con la provinciale seguendo le indicazioni per Colle San Zeno.
Superiamo Pezzaze e Avano e dopo alcuni chilometri arriviamo al rifugio.

b) da Pisogne (Lago d'Iseo)
Con la statale 510 Sebina Orientale risaliamo il Lago di Iseo fino a Toline di Pisogne dove la lasciamo seguendo l'indicazione per la Val Palot.
Costeggiamo il lago e raggiungiamo il centro di Pisogne. Arrivati alla stazione ferroviaria giriamo a destra in Via Palini (cartello Val Palot).
Alla rotonda andiamo a sinistra e poi a destra in Via Romano (altro cartello Val Palot).
Giunti alla chiesa di S. Maria della Neve giriamo a destra in Via della Pace e continuiamo in salita fino al bivio di Dosseno.
Al bivio, accanto a una madonnina e una fontana, troviamo un grande cartello che indica diritto: Sonvico, Fraine, Val Palot e Colle S. Zeno e a destra: Pontasio, Siniga, Grignaghe e Passabocche.
Proseguiamo diritto e superiamo le due frazioni di Pisogne: Sonvico e Fraine.
Ignoriamo sulla destra la strada per Croce Marino e Passabocche e proseguiamo diritto entrando in Val Palot.
Al successivo bivio giriamo a sinistra seguendo le indicazioni per il Colle di San Zeno che raggiungiamo dopo alcuni chilometri di salita.

Secondo itinerario: da Pezzoro (sentiero 325+326)

Usciamo dall'autostrada A4 a Ospitaletto (km. 206.2) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente.
Superato il ponte sul Mella ci immettiamo nella SP 345 della Val Trompia con la quale arriviamo a Lavone dove al km. 25.6 deviamo a sinistra per prendere la SP 52.
Dopo un chilometro, presso un tornante destrorso, lasciamo la provinciale che prosegue verso Pezzaze per continuare diritto in direzione di Pezzoro.
Più avanti, sempre seguendo la segnaletica per Pezzoro, giriamo a sinistra e con vari tornanti ne raggiungiamo l'abitato.
Percorrendo la via principale troviamo due parcheggi, uno alla sinistra della strada e l'altro alla destra in posizione sopraelevata (m. 900).

Lasciata la macchina ci incamminiamo nella stessa direzione con Via de Contrini. All'inizio della strada, sulla destra, ci sono una fontana e alcuni cartelli che indicano: Rifugio Pontogna a ore 1 e Monte Guglielmo a ore 3.
Ignoriamo sulla sinistra Via del Forcellino che conduce oltre che al Forcellino anche a Cimmo e Caregno. Altri segnavia in legno posti a cura del CAI di Gardone indicano: Pezzoro m. 911; diritto con il sentiero 325: Rifugio CAI Valtrompia a ore 1, Monte Guglielmo a ore 2.50.
La strada è ancora asfaltata e sale accompagnata alla sinistra da un ruscello. Alla destra troviamo un'altra fontana con vasca. Poco dopo entriamo nel bosco.

Lasciamo poi a destra una strada chiusa da una stanga e proseguiamo diritto. Due segnali stradali indicano che è possibile continuare in auto solo disponendo di un fuoristrada e che il limite di velocità è di 20 chilometri. Da qui al rifugio il fondo stradale alternerà tratti sterrati ad altri con un misto di cemento e pietre. Di tanto in tanto troveremo delle canaline in metallo per lo scolo dell'acqua.

Terminato l'asfalto percorriamo un tratto su cemento poi, con il fondo sterrato, in rapida successione superiamo due ponti, passando dapprima alla sinistra e poi alla destra del ruscello e ignorando una sterrata che prosegue diritto (m. 960).
Subito dopo un tornante ci manda verso destra abbandonando così il piccolo corso d'acqua.

Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire con il fondo in cemento e raggiungiamo un tornante sinistrorso (m. 995). Qui ci sono due sentieri che proseguono diritto, uno in salita e l'altro che scende a Pezzoro. Seguiamo il tornante.
Il percorso diventa abbastanza ripido. Alla destra troviamo un casello dell'acquedotto sulla porta del quale leggiamo "Pozza Ciocca" (m. 1010).
Percorriamo un tratto in leggera salita su sterrato e poi continuiamo con maggiore pendenza e con il fondo in cemento.
La strada si snoda con varie semicurve dapprima con poca pendenza su sterrato, poi ancora in salita, e dopo pochi metri su cemento ancora su sterrato (m. 1060).

Ignoriamo un piccolo sentiero, inizialmente rinforzato da un tronco rasoterra, che sale a destra (m. 1080).
Presso una curva a sinistra la strada è bagnata da un rivolo che la attraversa (m. 1090).
Torniamo a salire in modo abbastanza ripido e con il fondo in cemento.

Superiamo un tornante destrorso all'esterno del quale c'è uno slargo dove è stato collocato un tavolo in legno con relative panche (m. 1120).
Continuiamo su sterrato dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Superiamo alcune curve poi la pendenza aumenta e torniamo a camminare sul cemento.
Percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale ci sono dei prati (m. 1155).
Subito dopo, con il fondo sterrato, rientriamo nel bosco.
Dopo un tratto con il fondo in cemento la strada torna ad essere sterrata (m. 1170).
Poco dopo ignoriamo una stradina pianeggiante che si stacca verso destra.

Dopo una curva a destra proseguiamo in leggera salita. Alla sinistra su di un faggio c'è una croce; alla destra c'è un casello dell'acquedotto (m. 1200).
Subito dopo riprendiamo a salire accompagnati alla sinistra da un gruppo di faggi alti e ritti.
Poi la pendenza diminuisce. Ora è alla destra che ci sono altri grandi faggi.
Torniamo a salire. Poi percorriamo un tornante destrorso con il fondo in cemento (m. 1245) ma potremmo anche proseguire diritto su sterrato. Davanti già vediamo il rifugio.
Dopo il tornante la strada ridiventa sterrata.
La pendenza è leggera e, in fondo, vediamo dei cartelli stradali indicanti che la strada diventa agro silvo pastorale e pertanto è percorribile solo dai mezzi autorizzati. Qui, o poco prima con un sentiero tra l'erba, giriamo a sinistra e raggiungiamo il Rifugio Val Trompia (m. 1260).

Alla sinistra del rifugio alcuni segnavia indicano: Monte Guglielmo (sentiero 325) a ore 1.50, Caregno a ore 1.20, Colle di San Zeno (sentiero 325-327) a ore 1.25, Malga Gale (sentiero 325-326) a ore 1.10.
Ci incamminiamo su di una stradina inerbita tra i prati. Alla sinistra ci accompagnano dei piloni che recano dei cavi; poco dopo ci passiamo sotto (m. 1275).
Lasciamo a destra una costruzione e proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
La stradina si riduce a sentiero. Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1295).

La pendenza aumenta. Davanti vediamo il monumento al Redentore sul M. Guglielmo.
In piano, raggiungiamo un bivio nei pressi di una pozza (m. 1325) dove alcuni segnavia indicano davanti: M. Guglielmo (sentiero 325) a ore 1.40, Malga Gale (sentiero 325-326) a ore 1, Colle San Zeno (sentiero 327) a ore 1.15; a sinistra: Caregno (sentiero 320) a ore 1.10.
Aggirata la pozza torniamo ad immetterci sulla sterrata agro silvo pastorale che avevamo lasciato nei pressi del Rifugio Val Trompia.

Subito dopo arriviamo al bivio dove i sentieri 326 e 327 si dividono. Il n. 326 va a sinistra verso la Malga Pontogna e la Malga Gale; poi piegando a destra è possibile scendere alla Malga Foppella e al Colle San Zeno. Il n. 327 invece prosegue diritto, poi lascia a destra la Malga Bovidori, passa per la Malga Mattone e la Malga Vivazzo di Mezzo e si unisce all'altro percorso poco prima del Colle San Zeno. Pertanto nonostante i segnavia dicano di seguire il sentiero 327, possiamo percorrerli entrambi, magari uno all'andata e l'altro al ritorno facendo così un giro ad anello.

Proseguiamo con il percorso 326, (più sotto trovi la descrizione dell'altro).
Ignorato il percorso 327 che parte accanto ad uno skilift, pieghiamo a sinistra passando accanto ad un baitello sulle cui pareti vediamo un segnavia a bandierina con il numero 325.
Passiamo sotto dei cavi e riprendiamo a salire.
Percorriamo un breve tratto su cemento e pietre, poi continuiamo su sterrato ed entriamo in un bosco. Alla destra ci sono dei faggi secolari.
Giunti alla fine del bosco continuiamo in leggera salita tra i prati (m. 1360).

In alto a sinistra vediamo la Malga Pontogna. Possiamo raggiungerla con un sentiero tra l'erba oppure seguendo la sterrata che compie due tornanti sinistra-destra che hanno il fondo in cemento (m. 1375).
La malga è composta da alcuni edifici adibiti ad abitazione o a stalla. C'è anche una fontana con una grande vasca in cemento per abbeverare gli animali. I segnavia indicano: Malga Pontogna (m. 1384); diritto: Monte Guglielmo a ore 1.25; dietro: Rifugio Cai Val Trompia a ore 0.15; a destra: Malga Gale a ore 0.50.

Seguiamo la sterrata verso destra, in leggerissima salita, passando accanto ad un cartello che indica il divieto di transito ai veicoli. Più in basso alla destra c'è una pozza.
Ignoriamo un piccolo sentiero che sale a sinistra. Davanti vediamo ancora, ma solo in parte, il Monumento al Redentore sul M. Guglielmo.
Proseguiamo alternando piano e leggerissima salita tra radi alberi e cespugli (m. 1405).
Lasciamo a sinistra un altro piccolo sentiero.
Un segnale stradale avverte che la sterrata terminerà 50 metri più avanti.
Dopo alcune curve, raggiungiamo una sbarra di colore rosso che troviamo aperta (m. 1420).

Subito dopo ignoriamo un sentiero che scende a destra. Dietro verso destra riusciamo ancora a vedere il Rifugio Val Trompia.
In leggera salita percorriamo una ampia curva verso sinistra ed entriamo in un bosco.
Percorriamo ora un lungo tratto, in ombra d'inverno in quanto ci troviamo versante nord del M. Guglielmo, poi con una curva a sinistra torniamo al sole (m. 1475).
Attorno ci sono in prevalenza cespugli il che consente, verso destra, una bella vista panoramica sulla vallata e sulle cime lontane.
Percorriamo alcune semicurve. La pendenza aumenta un poco poi torniamo a camminare quasi in piano (m. 1520).
In basso a destra già vediamo gli edifici della Malga Foppella, riconoscibili dai tetti di colore verde.
Continuiamo in leggera salita attorniati da alberi. Vediamo delle frecce gialle che indicano la nostra direzione di marcia.
Su una grande pietra leggiamo l'indicazione: "Giro delle Creste" (m. 1525).
Alla sinistra troviamo un muro in pietre e cemento. Ora camminiamo in piano tra alberelli.
Dopo varie semicurve all'ombra, una curva a destra ci riporta al sole (m. 1550).

A questo punto la sterrata entra in una recinzione e termina di fronte alla Malga Gale (m. 1557). Accanto all'ingresso alcuni segnavia indicano diritto il Rifugio Medelet e dietro il Rifugio Val Trompia. Noi però non dobbiamo raggiungere la malga ma scendere a destra, in modo abbastanza ripido su tracce di sentiero, rimanendo all'esterno della recinzione realizzata con dei paletti di legno che reggono quattro cavi di filo spinato.
Terminata la recinzione continuiamo tra i prati, con minore pendenza.
Entriamo in un bosco (m. 1505).
Un altro sentiero che proviene dalla destra si unisce al nostro.
Percorriamo un tratto quasi in piano e senza alberi (m. 1480).
Rientrati nel bosco, riprendiamo a scendere con un ampio sentiero pietroso. Poi proseguiamo a mezza costa e con minore pendenza.
Giunti al termine del bosco, camminiamo, con bella vista panoramica, su di un ampio crinale erboso tra il M. Guglielmo e il Colle di San Zeno.
Il sentiero si divide in varie tracce poi si allarga diventando una strada sterrata (m. 1445).
Lasciamo a sinistra una baita situata un poco più in basso.
Proseguiamo quasi in piano tra i prati. Sulla sinistra vediamo una fontana con vasca.

Raggiungiamo la Malga Foppella (m. 1425). Troviamo dapprima una fontana con una grande vasca in cemento e poi gli edifici, case e stalle, che hanno il tetto di colore verde.
Poi, passando tra due piloni di cemento, usciamo dall'ingresso principale.
Vediamo un vecchio cartello con una scritta ormai illeggibile. Attorno ci sono prati, alberi e alcune paline del metanodotto.
Proseguiamo in leggera salita. In questo punto la sterrata ha due strisce di cemento in corrispondenza del passaggio delle ruote.
Alla destra c'è un basso muretto.
Dopo un tratto pianeggiante, percorriamo una curva a destra tra gli alberi e continuiamo in leggera discesa.
Superiamo poi una curva verso sinistra all'interno della quale c'è un capanno da caccia.
Attorno ci sono solo radi alberi e pertanto possiamo ammirare, verso sinistra, un bel panorama. Poi entriamo in un bosco.
Passiamo accanto ad un cartello che avverte, coloro che provengono dalla opposta direzione, di prestare attenzione per la presenza del capanno di caccia che abbiamo appena superato.
Proseguiamo quasi in piano superando una sbarra che troviamo aperta.
Alla destra vediamo una palina del metanodotto.
Poi, in leggera discesa, usciamo dal bosco.

Arriviamo al punto dove i percorsi 326 e 327 si uniscono (m. 1415). Dalla destra, chiuso da una stanga, arriva il percorso 327 più sotto descritto. Nessun segnavia lo indica. In quella direzione c'è solo un cartello di divieto di transito ai veicoli. Altri segnavia della 3V indicano invece davanti: Rifugio Piardi a ore 0.10; dietro: Cascina Gale a ore 0.40, M. Guglielmo a ore 1.40, Croce di Marone a ore 3.10.
Poco più avanti sulla destra c'è una cascina.
Quasi in piano entriamo in un bosco e percorriamo una curva a sinistra. Poi, in leggera salita, ne percorriamo un'altra a destra.
Vediamo una freccia gialla che indica la nostra direzione di marcia. Alla destra c'è un muretto.
Poi usciamo dal bosco (m. 1420). Ora alla destra c'è un prato.
Proseguiamo in piano. Alla destra c'è un altro muretto. Vediamo una freccia gialla.
La strada è sempre sterrata ma, per un breve tratto, è coperta da due strisce di cemento.
Troviamo una stanga alzata ed un cartello di divieto di transito rivolto a coloro che provengono in senso opposto.
Poi, in discesa, raggiungiamo la strada asfaltata che collega Pezzaze e Pisogne. Qui troviamo vari segnavia che indicano verso destra: Colle San Zeno, Monte Campione a ore 1.45, Passo del Muffetto a ore 2.40, Rifugio Monte Cimosco a ore 3.10; dietro: Cascina Gale a ore 0.40, M. Guglielmo a ore 1.40, Croce di Marone a ore 3.20, Malga Foppella, Rifugio Medelet, Rifugio Valtrompia a ore 1.20.
Non ci resta che seguire la strada verso destra e in breve arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello m. 670 -152
Data escursione: ottobre 2011

Terzo itinerario: da Pezzoro (sentiero 325+327)

Come descritto nel precedente itinerario, arriviamo al bivio dove i percorsi 326 e 327 si separano (m. 1325).
Andiamo a destra, quasi in piano, seguendo le indicazioni per il Colle S. Zeno e il segnavia n. 327.
Alla destra c'è una costruzione in lamiera. Seguiamo dei piloni ed un cavo. Entriamo nel bosco.
Presso una curva a destra troviamo il letto in secca di un rivolo che attraversa la strada.
Subito dopo c'è un bivio dove, trovando chiusa la prosecuzione verso sinistra, andiamo a destra.

Poco dopo raggiungiamo un altro bivio (m. 1330). Qui lasciamo a destra la sterrata che conduce alla Malga Bovidori e prendiamo quella a sinistra, in leggera discesa, all'inizio della quale un segnale stradale indica il divieto di transito agli automezzi. Un altro cartello segnala che si tratta della strada agro silvo pastorale n. 7 del Mattone.
Passiamo sotto il cavo. Davanti vediamo il Monumento al Redentore sulla cima del M. Guglielmo.
Prima di arrivare ad una curva a sinistra, alla destra della stradina troviamo un masso calcareo. In alto a destra in lontananza vediamo il Rifugio Piardi alla destra di due tralicci.
Camminiamo tra i prati e, dopo due curve ravvicinate sinistra-destra, guadiamo un ruscello che attraversa la stradina su un letto di cemento.
Proseguiamo quasi in piano tra gli alberi poi entriamo nel bosco e superiamo un altro guado (m. 1315).
Ora camminiamo ancora in leggera discesa.
Percorriamo un tratto a cielo scoperto (m. 1300) e, rientrati nel bosco, continuiamo in discesa.
Con percorso quasi pianeggiante superiamo una curva a destra dove guadiamo un corso d'acqua che attraversa la strada su un letto in cemento (m. 1290).
Proseguiamo in leggera discesa ed effettuiamo un altro guado.
Percorriamo alcune curve. In alto davanti, nella depressione tra due colli, vediamo la Malga Gale. Ora gli alberi sono più radi.
Sulla destra c'è un cassottello per la caccia di colore verde.

Arriviamo alla Malga Mattone (m. 1269) davanti alla quale c'è una fontana con vasca in cemento. Su di una parete dell'edifico vediamo il segnavia 327. Su di una lastra di marmo leggiamo: "L'associazione zootecnica bresciana ha conferito un premio di L. 250 per aver migliorato il pascolo in questa montagna, Mattone. Dato a Brescia il 16 gennaio 1911".
Con una stradina inerbita proseguiamo alla destra della malga. Alla sinistra c'è una recinzione con pali di legno che reggono quattro cavi di filo spinato.
Camminiamo dapprima in leggera discesa e poi scendiamo con maggiore pendenza percorrendo alcune curve tra gli alberi.
Superiamo un guado nei pressi di un grande faggio (m.1250).
Proseguiamo in piano. Un segnale stradale avverte che la sterrata terminerà 50 metri più avanti.
Nuovamente in leggera discesa, raggiungiamo una stanga di colore rosso che troviamo aperta (m. 1245).
Continuiamo quasi in piano. Davanti, in alto, in lontananza vediamo il Rifugio Piardi.

Attraversiamo un prato, in leggera discesa, tenendoci alla sinistra, accanto alla recinzione (m. 1240).
Poi troviamo un sentiero con il quale, in discesa, entriamo nel bosco. Sentiamo scorrere un corso d'acqua ma, per il momento, non lo vediamo.
In leggera discesa superiamo un piccolo torrente che allaga il percorso (m. 1215).
Poi raggiungiamo e guadiamo un altro torrente più grande.
Poco dopo (m. 1200) riprendiamo a salire, con un sentiero bagnato, camminando tra alberelli.
Proseguiamo tra radi faggi, betulle e conifere alternando alcuni tratti quasi in piano e in leggera salita.
Con una breve discesa raggiungiamo il guado di un altro torrente che, in alto a sinistra, vediamo scendere con una cascata.
Riprendiamo a salire. Il sentiero dapprima è bagnato e poi è un po' incassato nel terreno.
Troviamo una vasca realizzata con dei tronchi e raggiungiamo una radura che attraversiamo in leggera salita.
Superiamo un gruppo di conifere e arriviamo in un prato dove ci sono alcune paline del metanodotto.

Davanti vediamo la Malga Vivazzo di Mezzo e, attraversato il prato, quasi in piano la raggiungiamo (m. 1238). Accanto alla malga c'è una fontana con vasca in cemento. Nei pressi c'è anche un rudere. Alcuni segnavia indicano dietro: Rifugio Valtrompia a ore 0.50; a sinistra: Colle San Zeno a ore 0.35; a destra: Mondaro a ore 2.30.
Riattraversiamo il prato a sinistra, verso tre paline del metanodotto, di colore giallo, ma, molto prima di raggiungerle, giriamo a destra seguendo una sterrata in leggera salita.

Raggiungiamo la Cascina Vivazzo di Mezzo (m. 1260) situata alla sinistra della stradina accanto ad alcuni faggi secolari.
Proseguiamo quasi in piano ignorando una stradina in leggera discesa che si stacca sulla destra.
Siamo attorniati dagli alberi di un bosco che, più avanti, diventa più fitto. Percorriamo un tratto in leggera discesa seguito da un altro in leggera salita.
Troviamo poi un prato sulla destra (m. 1275).
Poco dopo, presso un tornante sinistrorso, una stradina arriva dalla destra (m. 1280).
Proseguiamo nel bosco in modo abbastanza ripido.
Alla destra vediamo un picchetto in cemento dipinto di rosso.
La pendenza diminuisce un poco. Gli alberi diventano più radi e vediamo anche alcuni cespugli.
Percorriamo un tornante destrorso ignorando un sentiero che prosegue diritto (m. 1340).

Poco dopo, in leggera salita, raggiungiamo un roccolo che lasciamo alla destra della sterrata. Nei pressi ci sono anche un tavolo e delle panche. Ignoriamo una stradina che sale a sinistra chiusa da alcuni cavi.
Troviamo sulla destra un altro picchetto di cemento rosso e un gabbiotto verde.
Dopo varie curve, riprendiamo a salire, ben presto in modo abbastanza ripido. Proseguiamo poi con minore pendenza (m. 1385).
In basso a destra tra gli alberi, vediamo un cassottello per la caccia (m. 1400).
Torniamo a salire e raggiungiamo una stanga. Dalla sinistra arriva il percorso che scende dalla Malga Gale, descritto nel secondo itinerario (m. 1415).
Proseguiamo pertanto verso destra fino a raggiungere la strada asfaltata che collega Pezzaze e Pisogne e poi piegando a destra in breve arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello m. 670 -152
Data escursione: ottobre 2011

Escursioni partendo dal Rifugio:


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