Rifugio Ómbrega

Il Rifugio Ombrega è situato presso l'omonimo alpeggio in alta Val Marcia con bella vista su Legnone, Legnoncino e Sasso Dirotto.

Primo itinerario: dall'Alpe Paglio

Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova SS 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino a Taceno. Qui prendiamo a destra la provinciale 67 verso Premana.
Superata Casargo, imbocchiamo sulla destra la strada che con tredici tornanti e alcune curve sale all'Alpe Paglio dove lasciamo l'auto nel grande parcheggio a pagamento (m. 1370).
Le tariffe del parcheggio sono le seguenti: dalle ore 8 alle ore 20; tutti i giorni (feriali e festivi) dal 15/06 al 15/09 e dal 20/12 al 06/01, nei prefestivi e festivi dal 07/01 al 14/06 e dal 16/09 al 19/12; Euro 1 fino a 1 ora di sosta, Euro 3 tariffa giornaliera. Occorre digitare la targa al parcometro.

Prendiamo una stradina asfaltata sulla destra (sud), all'inizio della quale un grande cartellone indica alcuni itinerari tra i quali: Pian delle Betulle, Lares Brusàa e Pizzo dei Tre Signori.
Ci incamminiamo in salita su questa strada asfaltata; alla sinistra c'è un muretto di pietre oltre il quale vediamo un prato con la biglietteria di uno ski lift mentre alla destra c'è il bosco.
Alla sinistra troviamo alcune case la prima delle quali reca un'insegna con la scritta "Alpe Paglio", la bianca chiesetta degli alpini dedicata ai caduti e dispersi dell'ultima guerra e l'Osservatorio dell'Alpe Paglio. Alla destra una stradina scende verso altre case (m. 1390).
Percorriamo un tratto quasi in piano nel quale lasciamo a sinistra una cabina dell'Enel e un tronco nel quale è stato scavato lo spazio per collocare una lampada. La strada diventa sterrata e il traffico vietato ai veicoli.
Continuiamo in leggera salita. In alto a sinistra vediamo il bar paninoteca Chiaro di Luna.

Passiamo accanto ad una palina con dei segnavia che indicano davanti: Pian delle Betulle a ore 0.15, Rifugio Santa Rita a ore 3.30, Pizzo dei Tre Signori a ore 5.30. Ora il fondo è in cemento.
Ignoriamo una stradina che scende a destra verso una casa e poi un'altra che retrocede a sinistra verso il bar-paninoteca.
La strada diventa sterrata ed entriamo nel bosco (m. 1395).
Passiamo tra due sostegni in ferro, collocati ai lati della stradina, che dovrebbero sostenere una stanga che non c'è.
Percorriamo alcune semicurve. Alla destra (lato a valle) ci sono dei tronchi collocati raso terra.
Più avanti camminiamo quasi in piano tra alberi più radi (m. 1420).
Una stradina sale dalla destra. Rientriamo nel bosco.
Con lievi saliscendi percorriamo alcune semicurve.

Dopo una curva a destra troviamo una stanga alzata e a un cartello che indica il divieto di transito ai veicoli. Continuiamo in salita con il fondo di pietre piuttosto sconnesso (m. 1430).
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra. Un altro sentiero si affianca alla destra.
Percorriamo una curva a sinistra. Ora gli alberi sono più radi (m. 1450).

In leggera salita attraversiamo dei prati mentre gli alberi sono più lontani. Sul lato destro della stradina ci sono delle pietre collocate ad alcuni metri di distanza l'una dall'altra (m. 1465).
Lasciamo a sinistra dapprima una casa in cemento e legno, poi una recinzione all'interno della quale ci sono la baita del Jungle Raider Park e un tavolo con relative panche. Due cartelloni riportano regolamento, percorsi e prezzi di questo parco sospeso tra gli alberi. Alla destra vediamo le varie passerelle, scale, reti, cavi, carrucole, piazzole sugli alberi ecc. (m. 1480).
Proseguiamo quasi in piano su fondo in cemento e pietre.

Poco prima di arrivare al Pian delle Betulle, alla sinistra si stacca una scorciatoia che, passando sotto una seggiovia e ad uno skilift e scavalcando un tapis roulant, attraversa i prati e poi torna ad immettersi sulla stradina nei pressi di una fontana con vasca di tronchi.
Decidiamo però di seguire la sterrata in modo da visitare il Pian delle Betulle.

Quasi in piano passiamo sotto i cavi della seggiovia "Cima Laghetto" della quale alla destra vediamo la stazione di partenza.
Alla sinistra c'è il laghetto del Pian delle Betulle. Lo aggiriamo con una semicurva verso destra.
Subito dopo arriviamo ad un bivio. Alla destra ci sono alcune palazzine. Un cartello segnala il ristorante Baitock verso sinistra; un altro il ristorante La Libellula diritto. Ignoriamo la strada che quasi in piano prosegue diritto e prendiamo l'altra in leggera salita verso sinistra.
Lasciamo a sinistra il barettino di Marco e raggiungiamo la chiesa con l'annesso museo alpino.
Dopo una curva a destra e pochi passi in leggera discesa, proseguiamo su sterrato quasi in piano aggirando alla destra una cascina.
Troviamo altre case alla sinistra e un campo per il gioco delle bocce alla destra tra radi alberi.
Arriviamo al Ristorante Baitock dove ci immettiamo su di un'altra stradina con la quale proseguiamo verso sinistra in leggera salita (m. 1485).
Poco dopo il fondo diventa in cemento e pietre, poi ritorna sterrato. Alla destra ci sono alcune case. Proseguiamo quasi in piano.

Lasciata a sinistra un'altra costruzione, in leggera salita arriviamo al punto in cui dalla sinistra rientra la scorciatoia. Qui ci sono una fontana con vasca di tronchi, una bacheca con una cartina della zona e un paio di cartelli che indicano il Rifugio Ombrega, il Rifugio Santa Rita e il Pizzo dei Tre Signori (m. 1505).
Proseguiamo quasi in piano, lasciamo a sinistra un casello dell'acquedotto ed entriamo in un bosco nel quale cominciamo a vedere le prime betulle che hanno dato il nome alla zona.
Poco dopo dalla destra sale un viottolo chiuso da un picchetto.
Presso una curva a destra troviamo un altro segnale di divieto di transito ai veicoli e una freccia rossa (m. 1510).
Percorriamo un tratto in leggera salita. Qui gli alberi in prevalenza sono dei faggi. Dopo una curva a sinistra troviamo altre betulle.

Camminando dapprima quasi in piano e poi in leggera discesa raggiungiamo un'altra stanga che troviamo alzata. Un cartello informa che siamo arrivati all'Alpe Ortighera (m. 1505).
Usciamo dal bosco e ignoriamo una stradina che scende a destra verso le case.
Alla destra vediamo una piccola croce di ferro su di un masso. Alla sinistra sale un sentiero.
Proseguiamo in leggera salita con la stradina. Su di un muretto alla sinistra vediamo un segnavia a bandierina con il n. 3.
Passiamo tra alcune case su una delle quali leggiamo: "Baita Alpe Ortighera". La vista ora può spaziare verso i monti e vediamo anche uno spicchio del Lago di Lecco.
Torniamo a salire. Alla sinistra, accanto ad una casa, c'è una fontana con vasca in cemento.

Percorriamo un ampio tornante sinistrorso passando accanto ad una santella con una madonna nera. A metà del tornante il fondo della stradina diventa in cemento e pietre (m. 1525).
Al successivo tornante destrorso torniamo a camminare su sterrato.
Continuiamo con poca pendenza passando tra una pensana per il ricovero delle mucche e una fontana con vasca abbeveratoio in cemento.
Camminiamo tra i prati. In basso a destra vediamo il fondovalle della Valsassina.

Raggiungiamo un bivio (m. 1540). I segnavia indicano con un tornante a sinistra: Rifugio Santa Rita a ore 3, Alpe Dolcigo a ore 0.45; diritto: Alpe dell'Oro a ore 0.05, Besso a ore 0.45, Crandola a ore 1.20, Vegno a ore 1.20; dietro: Pian delle Betulle a ore 0.15, Margno a ore 1.30, Crandola a ore 1.40.
Proseguiamo con il tornante che è rafforzato all'esterno da una palizzata di legno inglobata dal terreno.
Cominciamo a trovare delle canaline di legno, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla sterrata.
In salita arriviamo ad una curva a destra oltre la quale continuiamo con poca pendenza.

Percorriamo un tornante destrorso (m. 1560) dove troviamo altri segnavia che indicano proseguendo: Rifugio Santa Rita a ore 3, Pizzo Tre Signori a ore a ore 5; dietro: Alpe Ortighera a ore 0.05, Alpe Oro a ore 0.10.
Continuiamo in salita. Su di una pietra alla destra vediamo un bollo bianco-rosso.
Presso una curva a sinistra ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1585).
Camminiamo attorniati da prati, ginestre e piccoli larici. Cominciamo a trovare anche delle canaline di ferro.

Dopo una semicurva a destra, in salita e con il fondo in cemento, raggiungiamo una vasca in cemento sulla quale vediamo il segnavia a bandierina con il numero 3 (m. 1610).
Poco dopo troviamo un altro segnavia identico e la scritta Santa Rita.
Con il fondo sterrato percorriamo un ampio tornante sinistrorso.
Poi alla sinistra vediamo un tombino chiuso con un lucchetto.
Percorriamo un lungo tratto tra prati e pochi larici.
Per una ventina di metri camminiamo su fondo in cemento (m. 1655). Poi ne percorriamo altrettanti su sterrato e riprendiamo a camminare su cemento. Le pietre e la terra hanno un colore rosso bruno.
Di tanto in tanto troviamo un rivolo che attraversa la stradina in una scanalatura nel cemento o passandole sotto in un tubo di plastica di colore arancione.
La pendenza diminuisce e dopo un tratto sterrato, torniamo a camminare sul cemento.
Dopo una semicurva a sinistra alterniamo pochi passi su sterrato ad altri su cemento. Frattanto alla destra ci accompagna la vista della Grigna e del fondovalle.

Lasciamo a sinistra un traliccio e passiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1680). La stradina torna sterrata.
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a sinistra tra i prati (m. 1695).
Un piccolo sentiero si stacca alla destra passando accanto a tre larici.
Più avanti vediamo un abbeveratoio posto nei prati sulla destra un po' discosto dalla strada. Troviamo un altro tombino.

In salita arriviamo in località Larice Bruciato (Lares Brusàa m. 1708). Sulla sinistra ci sono due tavoloni in legno e relative panche mentre dell'altra parte, un po' lontano dalla strada, c'è una cappellina. I segnavia indicano a sinistra il sentiero che sale al Cimone. Alle nostre spalle l'Alpe Paglio è segnalata a ore 1.
La stradina si porta alla sinistra del crinale e dopo un primo tratto in discesa prosegue quasi in piano. Alla destra ci sono delle rocce mentre il panorama è aperto sulla sinistra e in basso vediamo Premana.
Dopo una curva a destra percorriamo dapprima un lungo tratto tra erba e rododendri poi anche tra alberi e altri cespugli.
Superiamo un'altra curva a destra aggirando una roccia (m. 1700). Continuiamo con alcune semicurve.
Lasciato a destra un tubo ricurvo, giriamo a destra e proseguiamo in leggera discesa.

Presso una curva a sinistra un ruscello attraversa la strada su di un letto di pietre (m. 1685).
Poco dopo percorriamo un'altra curva a sinistra e, anche qui, scorre un ruscello. Alla destra ci sono dei tronchi stesi come rinforzo.
In seguito un terzo ruscello attraversa il percorso (m. 1670).
Dopo un tornante destrorso, scendiamo fino ad una curva verso sinistra oltre la quale proseguiamo quasi in piano.
Poi, dopo una curva a destra, torniamo a scendere (m. 1655).

Arriviamo alla Bocchetta di Olino dalla quale possiamo vedere il panorama su entrambi i lati (m. 1640). Su un muretto una freccia indica il Rifugio Santa Rita e il Pizzo. Alla destra il precipizio è protetto da una staccionata mentre alla sinistra scende un sentiero.
Continuiamo quasi in piano con una curva a sinistra.
Dopo un tratto in leggera salita, quasi in piano percorriamo un ampio tornante destrorso passando sotto i rami di un grande larice. In basso a sinistra vediamo l'Alpe Dolcigo.

Raggiungiamo un bivio (m. 1650). I segnavia indicano a sinistra: Alpe Dolcigo a ore 0.10, Alpe Ombrega a ore 0.30, Rifugio Ombrega; dietro: Pian delle Betulle a ore 0.55, Margno a ore 2, Crandola a ore 2.10. A destra (nessuna indicazione) si va al il Rifugio Santa Rita. Andiamo a sinistra in discesa.
Troviamo poi alla destra due tronchi sovrapposti a rinforzo per prevenire piccoli smottamenti del terreno.
Continuiamo in leggera discesa e troviamo alcuni larici.
Uno dopo l'altro, superiamo tre ruscelli che attraversano la sterrata e percorriamo alcune semicurve (m. 1615).

Dopo una curva a sinistra, ignoriamo la sterrata che scende a sinistra verso l'Alpe Dolcigo (m. 1595).
Percorriamo un'ampia curva verso destra.
Alla destra troviamo una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.
Presso un tornante sinistrorso un torrente attraversa la sterrata su di un letto di cemento (m. 1580).
Dopo un breve tratto in leggera salita continuiamo in leggera discesa. Alla destra ci sono dei tronchi stesi raso terra.
Quasi in piano percorriamo una curva verso sinistra molto ampia.
Un rivolo attraversa la strada.
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
All'interno di tornante destrorso troviamo un larice contorto.
Percorriamo un'ampia curva verso sinistra.
Dopo un tornante destrorso, davanti cominciamo a vedere il rifugio.
In due punti, la sterrata è rinforzata alla sinistra con dei tronchi collocati orizzontalmente raso terra.
Superiamo due semicurve destra-sinistra e arriviamo al Rifugio Ombrega (m. 1580).

Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello: m. +360 -150
Data escursione: ottobre 2013

Secondo itinerario: dalla zona industriale sotto Premana

Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova ss 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino a Taceno. Qui prendiamo a destra la provinciale 67 verso Premana con la quale arriviamo fino al ponte che precede la salita al paese.
Prima del ponte una strada scende a sinistra e passa sotto le arcate oppure dopo il ponte un'altra strada scende a destra. Poco dopo i due percorsi si uniscono.
Raggiungiamo i capannoni della zona industriale e parcheggiamo (m. 765).

Quasi in piano ci incamminiamo su una sterrata agro-silvo-pastorale con divieto di transito ai veicoli.
Passiamo accanto ad alcune vecchie baite situate alla sinistra del Torrente Varrone.
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Raggiungiamo un ponte di pietra con il quale attraversiamo il torrente.

Giunti sull'altra sponda troviamo vari cartelli che indicano gli itinerari che possiamo percorrere.
A sinistra si va in Val Varrone: Alpe Forni-Casarsa (m. 1180) a ore 1, Vegessa (m. 1200) a ore 1.10, Alpe Barconcelli (m. 1415) a ore 1.30, Alpe Artino (m. 1500) a ore 2, Alpe Varrone Rifugio Cai Premana (m. 1670) a ore 2.15, Rifugio Santa Rita (m. 1988) a ore 3.30, Bocchetta di Varrone Rifugio FALC (m. 2120) a ore 3.30, Pizzo Tre Signori (m. 2554) a ore 5.30.
A destra invece si va in Val Marcia: Alpe Chiarino (m. 1560) a ore 2.10, Piz d'Alben (m. 1867) a ore 3, Bocchetta d'Olino (m. 1639) a ore 3, Pizzo Cornagera (m. 2048) a ore 4, Pian delle Betulle (m. 1485) a ore 4.30.
Alcuni segnavia indicano a destra: Lavìnol a ore 0.05, Foppa di Ronco a ore 0.40, Alpe Sasso dirotto a ore 2.30, Stalle di Porcile a ore 0.45, Alpe Chiarino a ore 2.10, Pizzo D'Alben a ore 3.
Altri cartelli indicano, a sinistra: Ristoro Giabi a 500 metri, Pizzo Tre Signori, Alpe Varrone, Alpe Forni; a destra: Piz d'Alben, Alpe Chiarino, Porcile. La Malga Ariale (ora Rifugio Ariaal) viene indicata a sinistra con la strada a.s.p. e a destra con la mulattiera.

Andiamo a destra passando accanto ad una santella con un affresco raffigurante Maria Immacolata.
Alla destra scorre il torrente.
Bastano pochi passi per arrivare a Lavìnol. Con due curve sinistra-destra passiamo tra le baite, quasi tutte ristrutturate.
Al termine del piccolo borgo, superiamo due curve sinistra-destra.
Attraversiamo un prato camminando in leggera salita dapprima tra una recinzione in legno e poco dopo tra due bassi muretti di pietre a secco. Una freccia bianca invita a proseguire.

Raggiungiamo altre case e un bivio (m. 785). Una palina reca dei segnavia che indicano, a sinistra: Stalle di Porcile a ore 0.40, Alpe Chiarino a ore 2.05, Pizzo D'Alben a ore 2.55, Alpe Sasso Dirotto a ore 1.45, Faggio di Piancone a ore 2.30; diritto: Alpe Sasso Dirotto a ore 2.25, Foppa di Ronco a ore 0.35. Sulla prima casa dei cartelli indicano a sinistra Malga Ariale - Chiarino e diritto Ronco. Alla destra scorre il Torrente della Val Marcia. Andiamo a sinistra in salita con una mulattiera acciottolata e con dei gradini.
Dopo pochi passi tra l'erba percorriamo una curva a destra.

Attraversiamo un ruscello con una passerella formata da tre pietre piatte e raggiungiamo altre case (m. 795).
Giriamo a sinistra passando tra le case. Alla destra c'è una madonnina. Alla sinistra ci sono una fontana e due panche delle quali una in cemento e l'altra realizzata con mezzo tronco.
Giriamo nuovamente a sinistra. Un segnavia e una freccia nera indicano a sinistra: Chiarino a 2 ore, Ariale a ore 1 e mezzo, Dalben a ore 1. Ora alla sinistra scorre un ruscelletto mentre alla destra c'è un muretto.
Percorriamo una curva a destra e proseguiamo con degli alberi alla sinistra e delle recinzioni in legno alla destra (m. 810).
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra. A destra, in alto vediamo l'abitato di Premana e in basso la zona industriale.

Con un tornante sinistrorso entriamo nel bosco (m. 820).
Percorriamo una curva a destra e poco dopo un tornante sinistrorso tagliabile con un piccolo sentiero che lo precede di pochi passi (m. 830).
Dopo un tornante destrorso lasciamo a destra un masso.
Superiamo altri quattro tornanti vicini tra loro sx-dx-sx-dx (m. 855-870).

All'esterno del successivo tornante sinistrorso troviamo una santella contenente un dipinto che raffigura l'apparizione della Madonna di Lourdes (m. 875).
Al successivo tornante destrorso ignoriamo un piccolo sentiero che prosegue diritto in modo abbastanza ripido.
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso.
Presso il successivo tornante destrorso, alla sinistra rientra e riparte il sentierino (m. 880).

Percorriamo un tratto con maggiore pendenza. In alto alla sinistra vediamo una casa tra gli alberi.
Presso una curva a sinistra ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 895).
La pendenza diminuisce un poco. Alla sinistra ci sono dapprima una staccionata e poco dopo la casa che avevamo precedentemente notato.

Subito dopo percorriamo un tornante destrorso (m. 900).
Al successivo tornante sinistrorso ignoriamo un piccolo sentiero che prosegue diritto (m. 910).
Percorriamo altri quattro tornanti: dx-dx-sx-dx (m. 915-930).
Su di una pietra alla sinistra, una scritta in bianco indica il km 2 del Giro dei Monti.
Percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 935-940).
La pendenza aumenta.

Davanti vediamo dei grossi pali collocati in orizzontale come rinforzo alla strada sterrata soprastante.
Dopo due curve sinistra-destra la raggiungiamo (m. 950). Andiamo a destra, in leggera salita, seguendo la sterrata.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso all'interno del quale troviamo un baitello di legno.
Dopo il tornante riprendiamo la mulattiera che sale a destra.
Alla sinistra ci sono delle pietre di rinforzo.
Percorriamo due curve sinistra-destra.

Poi giriamo a sinistra e, camminando tra due staccionate, raggiungiamo un alpeggio. Una scritta sul muro della prima casa informa che siamo a "Porsciil" (m. 980).
Seguendo una freccia bianca aggiriamo l'alpeggio alla destra, quasi in piano. Dentro una nicchia vediamo la statua di una madonnina. Passiamo accanto ad una fontana con vasca in cemento.
Giriamo a sinistra e proseguiamo in salita con un prato alla sinistra.
Camminiamo tra recinzioni di legno. Poco sopra alla sinistra vediamo una casa.
Poco dopo ne raggiungiamo altre e sulla prima leggiamo: "Cà Tita".
Con uno zig-zag sinistra-destra le aggiriamo. Alla destra c'è una panca di legno.
Quasi in piano, proseguiamo tra i prati e raggiungiamo altre case. Dietro verso destra vediamo Premana (m. 1000).
Troviamo un'altra placchetta rossa del "Giro dei Monti" e saliamo verso sinistra passando tra due case.
Giriamo a destra e passiamo accanto ad una rudimentale panca di legno.
La pendenza aumenta un poco. Camminiamo tra i prati, con una recinzione alla sinistra.
Dopo uno zig-zag sinistra-destra, troviamo un altro sentiero che arriva dalla sinistra (m. 1015).
Alla destra abbiamo una recinzione in legno.

In leggera salita raggiungiamo un altro gruppo di case tra le quali vediamo il segnavia del G.d.M. Come indicato da una freccia bianca e da un cartello che segnala Ombrega, Chiarino e Ariale, pieghiamo a sinistra in salita ignorando un sentiero che prosegue diritto (m. 1025).
Tra l'erba giriamo a sinistra e saliamo in modo abbastanza ripido con delle serpentine.
Vediamo delle case in alto a sinistra e altre alla destra. Un rivolo attraversa la mulattiera (m. 1045).
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra accompagnati da una vecchia staccionata di legno alla sinistra.

Raggiungiamo alcune case sulla prima delle quali una freccia indica "Ciarin" (m. 1060).
Aggiriamo le case alla destra e proseguiamo in modo abbastanza ripido.
Lasciamo a destra una casa e poco dopo alla sinistra troviamo una santella con un dipinto raffigurante l'apparizione di Fatima (m. 1075).

La pendenza diminuisce un poco. Accompagnati alla sinistra da un muretto di pietre a secco e alla destra da una robusta staccionata con tronchi di legno, raggiungiamo un altro nucleo di vecchie case. Un cartello informa che siamo a "Zuch" (m. 1080).
In leggera salita passiamo tra le case e seguendo una freccia bianca percorriamo due curve sinistra-destra.
Raggiungiamo altre tre case, sulla prima delle quali, quattro frecce bianche puntano a sinistra (m. 1090). Le aggiriamo alla sinistra.

Entriamo in un bosco e proseguiamo quasi in piano (m. 1100).
Uno dopo l'altro, attraversiamo due rivoli (m. 1105).
Torniamo a salire. Su di una pietra, una scritta bianca indica il G.d.M. (m. 1110).

Usciamo dal bosco, attraversiamo la strada sterrata e riprendiamo la mulattiera che sale tra i prati (m. 1125). Alla destra ci accompagna una fila di frassini.
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1135).

Raggiungiamo D'Alben (m. 1150). Una palina reca vari segnavia che indicano a destra: Sas da Rot a ore 0.50, Bocchetta d'Olino a ore 2, Pian delle Betulle a ore 3; diritto: Alpe Ariale a ore 0.30, Alpe Chiarino a ore 1, Piz d'Alben a ore 1.40. Sopra una finestra un cartello indica a destra la Bocchetta di Olino. Su di una pietra una freccia rossa segnala Ombrega a destra. I triangoli rossi del G.d.M proseguono diritto verso Chiarino. Troviamo anche una fontana ed una santella contenente la statua di una madonnina. Andiamo a destra.
Quasi in piano passiamo accanto alle altre case, ad una fontanella con due vaschette e ad una panchina di legno.

Dopo l'alpeggio continuiamo tra i prati.
Poi giriamo a sinistra e proseguiamo in leggera discesa con alberi alla destra.
Quasi in piano scavalchiamo un ruscello ed entriamo nel bosco.
Dopo un tratto con poca pendenza proseguiamo quasi in piano.
Superata una curva a sinistra, ignoriamo un sentiero che scende a destra.
Presso una curva a destra scavalchiamo un ruscelletto.
In salita superiamo una ampia curva a sinistra.
Con poca pendenza ne percorriamo una a destra e torniamo a salire.

Ora saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1195). Poi la pendenza aumenta ancora.
Percorriamo un tratto con minore pendenza poi torniamo a salire con ripide serpentine (m. 1260).
Dopo un tratto con poca pendenza (m. 1275), in salita arriviamo fino ad una ampia curva a sinistra che percorriamo quasi in piano (m. 1300).

Più avanti alla sinistra troviamo un faggio le cui radici semiscoperte assomigliano alla zampa di un rapace che artiglia il terreno.
In basso alla destra sentiamo scorrere un torrente.
Poco dopo, presso un tornante destrorso, lo raggiungiamo e lo guadiamo (m. 1305). Riprendiamo a salire.
Alla destra troviamo un punto panoramico sopra una roccia attorniata da rododendri (m. 1330).

Dopo un ripido tratto raggiungiamo delle roccette (m. 1345).
Seguendo un bollo blu le risaliamo agevolmente e quasi in piano le superiamo. Continuiamo in leggera salita.
Dopo una curva a sinistra percorriamo un tratto in salita e proseguiamo con poca pendenza.
Dopo la successiva curva a sinistra, alla destra gli alberi sono più radi (m. 1385).
Proseguiamo quasi in piano e passiamo accanto ad un albero morto del quale rimane solo una parte del tronco spoglio.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 1400).
Poi continuiamo quasi in piano. Sull'altro lato della valle vediamo una casa (m. 1410).
Ora alla destra del sentiero precipita un ripido pendio. Troviamo alcuni grandi faggi.

Usciamo dal bosco. Superiamo un tratto infangato da un rivolo e raggiungiamo un torrente (m. 1415).
Lo troviamo coperto dalla neve e dalla terra di una slavina. Cerchiamo il punto migliore per attraversarlo tra fango e acqua e poi risaliamo la sponda opposta, senza sentiero, aggrappandoci ad alcuni alberelli.
Ripreso il sentiero, giriamo a destra e proseguiamo quasi in piano su fondo roccioso (m. 1430).
Dopo una curva a sinistra rientriamo nel bosco.
Con due passi in discesa scavalchiamo un rivolo.
Percorriamo una ampia curva a sinistra.
Dopo alcuni passi dapprima in leggera salita e poi in leggera discesa, continuiamo quasi in piano (m. 1430).
Usciamo dal bosco e, attraversando un prato, scavalchiamo un rivolo.

Raggiungiamo una fontana, l'acqua della quale cade a intermittenza e finisce in un tronco di legno scavato. Un cartello indica a sinistra: Ombrega a 45 minuti. Andando diritto invece, dopo pochi passi arriviamo ad una baita sulla quale leggiamo: "Baita Sasso Dirotto 1500 mt". Un cartello appeso alla baita indica diritto: Casargo (m. 1425).
Andiamo a sinistra in salita tra i prati.
Percorriamo una curva a destra seguita da un'altra a sinistra, con bella vista sulla vallata (m. 1445).
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire tra alberi radi.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1460).
La pendenza aumenta e, in modo abbastanza ripido, rientriamo nel bosco (m. 1475).
Percorriamo due tratti quasi in piano alternati ad altrettanti in salita (m. 1500).

Terminato il bosco attraversiamo un prato seguendo pallide tracce tra l'erba. Siamo in cima al Sasso Dirotto (m. 1526). In lontananza, davanti vediamo il rifugio e dietro Premana.
Percorriamo un tornante sinistrorso e raggiungiamo un cartello che indica in Rifugio Ombrega verso destra.
Proseguiamo quasi in piano con un ripido pendio che precipita alla destra.
Rientriamo nel bosco e alla destra troviamo un grande faggio ed un alto larice (m. 1540).
Dopo una curva a sinistra, alterniamo due tratti in leggera discesa ad altrettanti quasi in piano.
Sull'altro lato della valle, per un attimo, torniamo a vedere il rifugio.
Dopo alcuni lievi saliscendi, in discesa arriviamo ad un guado.
Proseguiamo con una breve salita, poi scavalchiamo un rivolo.
Continuiamo quasi in piano, a mezza costa, con il pendio che precipita alla destra del sentiero.
Aggiriamo verso sinistra un grande masso.
Proseguiamo con delle serpentine.

Raggiungiamo un altro torrente e lo guadiamo girando a destra. Anche qui c'è una slavina (m. 1530).
Dopo un tratto in leggera discesa proseguiamo con saliscendi. Alla destra il pendio precipita verticalmente.
Camminiamo quasi in piano passando sopra delle radici scoperte.
Dopo una curva a sinistra usciamo dal bosco.

Raggiungiamo un altro torrente (m. 1540). Qui è caduta una grande slavina che ricopre non solo il letto del torrente ma anche la zona che lo attornia. Camminando su un misto di terra e neve dura lo attraversiamo verso destra.
Sul lato opposto con pochi ripidi passi ricuperiamo il sentiero.
Poi la pendenza diminuisce.
In leggera salita percorriamo una curva a destra scavalcando un ruscelletto.
Poi riprendiamo a salire (m. 1560).
Percorriamo alcuni brevi saliscendi.
Superiamo un tratto con il fondo roccioso, un po' esposto.
Torniamo a salire. Il sentiero si divide in due tracce parallele; quella a sinistra scorre più in alto. Poi il sentiero si ricompone (m. 1575).
Continuiamo quasi in piano. Giriamo a sinistra e alla destra torniamo a vedere il rifugio.
Proseguiamo dapprima in leggera discesa e poi, con pochi passi quasi in piano, passiamo sopra ad una roccia bruna.

In discesa arriviamo ad un altro guado coperto dalla neve di una slavina. Qui il torrente è più stretto e l'acqua ha scavato una grotta sopra la quale preferiamo evitare di passare.
Pertanto scendiamo un poco a destra fino al termine della neve e poi lo guadiamo. Saliamo ripidamente tra l'erba e recuperiamo il sentiero.
Continuiamo quasi in piano tra i prati, con un piccolo sentiero. In basso a destra scorre un torrente.
Poco dopo, girando a destra, lo guadiamo e arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 855 -40
Data escursione: giugno 2014

Terzo itinerario: da Crandola

Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova ss 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino a Taceno.
Qui prendiamo a destra la provinciale 67 verso Premana e la percorriamo per km. 3.5.
A Margno giriamo a destra in Via Piave che più avanti diventa Via Carso.
Arriviamo a Crandola. In Piazza IV Novembre alcuni segnavia indicano a sinistra: Alpe Piazza a ore 0.45, Pian delle Betulle a ore 1.30, Alpe Dolcigo a ore 2.30; a destra: Ponte Romano a ore 0.30, Besso a ore 0.45, Alpe Oro a ore 1.15, Alpe Ortighera a ore 1.30. Andiamo a sinistra e raggiungiamo il bivio all'inizio delle Vie Fratelli Rosselli e ai Maggenghi.
La Via ai Maggenghi, dopo un tratto asfaltato, diventa una sterrata agro silvo pastorale chiusa al traffico. Dal lavatoio di Via F.lli Rosselli invece parte la mulattiera. I due percorsi si incrociano sette volte.

Lasciata la macchina in un piccolo parcheggio alla sinistra dopo un centinaio di metri di Via ai Maggenghi (m. 790), torniamo indietro e prendiamo Via F.lli Rosselli.
Passiamo accanto ad una fontana lasciando alla sinistra Via Francia e alla destra Vicolo Scuro.
Proseguiamo in leggera salita tra le case camminando su di un acciottolato a piastrelle.
Poi giriamo a destra e raggiungiamo il lavatoio, alla sinistra del quale troviamo una santella contenente una statua della madonna.

Dopo alcuni passi a sinistra in Via Matteotti, imbocchiamo alla destra la mulattiera.
Inizialmente alla sinistra della mulattiera c'è una casa mentre alla destra c'è una staccionata.
La pendenza diventa abbastanza ripida. Alla destra ci accompagna dapprima un basso muretto sormontato da una rete e poi solo la rete. Alla sinistra ci sono dei terrazzamenti coltivati (m. 805).
Il fondo diventa in cemento. Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua (m. 815).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Transitiamo sotto a tre cavi. In basso a destra vediamo i tetti di Crandola (m. 825).

Subito prima di una casa, prendiamo un sentiero che sale a sinistra.
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra, saliamo alcuni gradini e ci immettiamo sulla strada asfaltata (m. 840).
La attraversiamo e, lasciando a sinistra un garage, prendiamo il sentiero che sale accompagnato alla destra da una rete metallica.
Proseguiamo tra i prati. Troviamo un albero caduto sul sentiero e lo aggiriamo alla destra (m. 855).
Ora alla destra c'è una vecchia staccionata di legno, oltre la quale vediamo una cascina.

Ci immettiamo, per la seconda volta, sulla strada che ora ha il fondo in cemento. Andiamo a destra come indicato da una freccia di legno, ignorando una sterrata che scende alla destra verso la cascina (m. 870).
Dopo una ventina di metri, alla sinistra sale una mulattiera. Un cartello di legno indica a sinistra: Alpe Piazza. Un segnale stradale vieta il transito ai veicoli sulla strada che ora è classificata come agro silvo pastorale. Prendiamo la mulattiera e saliamo accompagnati alla destra da rudimentali protezioni di legno.

Poco dopo sbuchiamo nuovamente sulla strada e la attraversiamo in diagonale verso destra. Un cartello di legno informa che ci troviamo in "Località Prà Lonc m. 900"; un altro indica l'Alpe Piazza seguendo la mulattiera che riparte con un tratto inerbito.
Lasciamo a sinistra una casa con una nicchia contenente una madonnina e una fontana con un cartello che avverte che l'acqua non è potabile. Un ruscelletto attraversa passando sotto al percorso.
Poco più in alto nel prato alla sinistra, nel tronco di un albero è stata ricavata una santella che contiene una statuetta raffigurante un santo frate. Alla destra invece c'è una stalla.
Percorriamo una ampia curva a sinistra all'esterno della quale ci sono dei tronchi legati in orizzontale agli alberi per formare una recinzione (m. 910).
Per un tratto alla sinistra ci sono i vecchi paletti di una recinzione mentre alla destra c'è il bosco.
Dopo una curva a destra entriamo nel bosco. La pendenza aumenta.

All'uscita dal bosco, camminiamo tra due recinzioni di legno, circondati dai prati (m. 930). Volgendo le spalle possiamo vedere il Monte Muggio e l'Alpe Giumello con la rossa costruzione della Capanna Vittoria che spicca nettamente tra le altre case.
Poi giriamo a sinistra e percorriamo un tratto abbastanza ripido con il quale raggiungiamo un alpeggio (m. 955).
In leggera salita lo attraversiamo. Sulla facciata dell'unica casa ristrutturata vediamo una croce.
Lasciamo a sinistra una fontana con vasca abbeveratoio in cemento e proseguiamo tra case e stalle abbandonate.
Poi in salita giriamo a destra.
Troviamo un'altra fontana con vasca alla sinistra e le ultime costruzioni dell'alpeggio in un prato alla destra (m. 965).

Rientriamo nel bosco.
Presso una curva a sinistra troviamo una staccionata in legno non più lunga di tre metri (m. 985).
Poco dopo percorriamo un'altra curva a sinistra ignorando un sentiero che si stacca alla destra.

Per la quarta volta incrociamo la sterrata e la attraversiamo. Un cartello indica l'Alpe Piazza. Riprendiamo la mulattiera e rientriamo nel bosco (m. 1005).
Alla sinistra troviamo la parte bassa del tronco tagliato di un grande castagno (m. 1025).

Nuovamente attraversiamo la sterrata. Troviamo una rudimentale panca. Un cartello segnala davanti l'Alpe Piazza. Riprendiamo la mulattiera (m. 1035).
Dopo pochi passi, ad una biforcazione, un cartello indica l'Alpe Piazza alla sinistra.
Proseguiamo con maggiore pendenza e con uno zig-zag sinistra-destra aggirando la "Baita Garon".
Continuiamo con il bosco alla sinistra ed il prato con la baita alla destra. In basso a destra vediamo la provinciale sul fondo della Valsassina.
Il percorso si divide solo per aggirare un faggio da entrambi i lati (m. 1070).

Un rivolo attraversa la mulattiera. Rientriamo nel bosco.
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso. Anche qui scorre un rivolo (m. 1080).
Per un tratto la mulattiera è parzialmente coperta dal cemento.
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 1090).
Presso un tornante destrorso su di un faggio vediamo una freccia gialla che indica la direzione dalla quale proveniamo (m. 1100).
Continuiamo in modo abbastanza ripido.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 1120) ed uno zig-zag destra-sinistra (m. 1135).
Presso una curva a destra il percorso si divide e si ricompone dopo aver aggirato alcuni alberi (m. 1140).

Attraversiamo la sterrata per la sesta volta. Un cartello indica davanti l'Alpe Piazza. Una freccia di legno con un bollo giallo indica invece il percorso in discesa (m. 1150). Proseguiamo in salita con la mulattiera.
Percorriamo una semicurva verso destra, con il bosco alla sinistra e un prato alla destra. Davanti vediamo l'Alpe Piazza (m. 1170).
Dopo una semicurva a sinistra, attraversiamo un prato e poi delle siepi e arriviamo all'alpeggio (m. 1185).
Alla sinistra c'è un orticello recintato e, più lontano prima degli alberi, una santella.
Passiamo tra le vecchie baite, quasi tutte in buone condizioni e tuttora utilizzate.
Lasciamo a sinistra una fontana con vasca in cemento e usciamo dall'alpeggio (m. 1195).

Seguiamo un sentiero tra i prati. Alla destra troviamo una baita recintata da una staccionata.
Poi passiamo tra una stalla alla sinistra ed una cascina più lontano alla destra (m. 1210).
Continuiamo con un gruppo di pini alla sinistra.
Poi attraversiamo un praticello tra le betulle (m. 1230).
Sbuchiamo in un altro prato e ci teniamo a sinistra seguendo tracce di sentiero tra l'erba.
Troviamo alla sinistra un manufatto in cemento rotondo ed un casello dell'acquedotto semi interrato. Alla destra c'è un vasca abbeveratoio in cemento.
Poco dopo alla sinistra troviamo una panca di legno. Alla destra c'è una croce di ferro dedicata ai caduti in guerra (m. 1245).
Al termine del prato, ci immettiamo sulla strada con il fondo in cemento e pietre proveniente da Margno (descritta nel successivo itinerario) che arriva dalla sinistra (m. 1255).
Tra gli alberi percorriamo un tornante destrorso ignorando una scorciatoia che continua diritto.

Il fondo diventa sterrato e dopo pochi passi ci immettiamo su di un'altra sterrata che arriva dalla destra (m. 1265). I segnavia indicano a sinistra: Pian delle Betulle a ore 0.30, Alpe Ortighera a ore 0.45, Alpe Dolcigo a ore 1.30; a destra: Crandola a ore 0.45; dietro: Margno a ore 0.45.
Andiamo a sinistra in leggera salita e subito ignoriamo un sentiero che si stacca e sale alla destra.
Un cartello, rivolto a chi proviene dall'opposta direzione, indica ai ciclisti il divieto di downhill e il limite di 20 km/h. Dalla sinistra rientra la scorciatoia.
Proseguiamo in salita tra faggi e alcune betulle. Alla sinistra c'è una valletta nella quale scorre un ruscello. In basso c'è una vecchia cascina. In alto vediamo le case, di colore bianco e marrone, situate al limite meridionale del Pian delle Betulle.

Percorriamo un lungo tratto nel quale troviamo alcune canaline di legno, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla sterrata.
Superiamo poi un rivolo che attraversa la sterrata su di una base in cemento (m. 1325).
Davanti vediamo le baite dell'Alpe Grasso. Sulla prima c'è una meridiana. Le seguiamo alla destra separati dal ruscello che scorre nel fondo della valletta (m. 1340).
In leggera salita arriviamo ad una curva a sinistra dove superiamo un rivolo.
Percorriamo un tornante sinistrorso sotto al quale scorre il ruscello. Alla destra c'è un casello dell'acquedotto semi interrato.

Riprendiamo a salire e su di un cartello leggiamo: "Alpe Gras". Alla destra c'è una fontana/lavatoio con vasca in cemento sopra la quale, dentro un tronco scavato, vediamo una statua della madonna (m. 1350).
Attraversiamo l'alpeggio su una stradina con il fondo in cemento e pietre. Tutte le baite sono ben conservate. Su alcune leggiamo il nome del proprietario. In basso a sinistra, in lontananza vediamo una parte del Lago di Lecco.
La pendenza diventa abbastanza ripida.
Dopo l'alpeggio proseguiamo con minore pendenza tra larici e betulle (m. 1370).
Percorriamo un tornante destrorso (m. 1380).
Poco dopo ne percorriamo uno sinistrorso ignorando un sentiero che continua diritto in discesa. Alla destra ci sono dei tronchi collocati in orizzontale come rinforzo.
Continuiamo in modo abbastanza ripido. Alla destra troviamo una vasca abbeveratoio in cemento (m. 1405).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Davanti, in alto, torniamo a vedere le baite che avevamo precedentemente notato.

Presso una curva a sinistra, troviamo due caselli dell'acquedotto recintati, uno per lato. Alla destra c'è anche un baitello semi interrato (m. 1420).
Percorriamo alcune semicurve tra le betulle.
Passiamo sotto a tre cavi; a sinistra c'è uno dei pali che li reggono (m. 1445).
Ignoriamo una stradina che scende a sinistra e proseguiamo quasi in piano. Alla destra c'è un muro ed in alto vediamo le case (m. 1450).
Troviamo poi altre case alla sinistra dove a lato della stradina ci sono delle protezioni di legno.
Continuiamo in leggera salita. Nella parte centrale della stradina ora c'è un canalino di scolo coperto da una grata.

Giriamo a destra e, dopo un tratto sterrato ed un altro con il fondo in cemento raggiungiamo un bivio (m. 1460). Siamo arrivati ai margini meridionali del Pian delle Betulle. Alcuni segnavia indicano diritto: Alpe Paglio a ore 0.20; a destra: Alpe Ortighera a ore 0.15, Alpe Oro a ore 0.20, Rif. S. Rita a ore 3.15, Alpe Dolcigo a ore 1.20; dietro: Alpe Grass a ore 0.10, Crandola a ore 1, Margno a ore 1. Continuiamo diritto.
Poco dopo, superiamo delle grate per lo scolo dell'acqua, giriamo a destra e passiamo accanto a dei cartelli che segnalano davanti: alimentari, tabacchi, panini ecc.
Percorriamo un'ampia curva verso sinistra aggirando una casa bianca davanti alla quale ci sono le statue di Biancaneve e dei sette nani.
Lasciamo a destra la Pizzeria La Barbolena (m. 1480).
Percorriamo delle semicurve. Alla sinistra vediamo una panchina scavata in un tronco.

Poco dopo alla destra troviamo il Ristorante Baitock di fronte al quale una stradina conduce verso la parte centrale del Pian delle Betulle dove ci sono la chiesetta e il laghetto. Da questa stradina arriva il percorso del primo itinerario, che proviene dall'Alpe Paglio, con il quale continuiamo come precedentemente descritto.

Tempo impiegato: ore 3.30 - Dislivello: m. 940 -150
Data escursione: aprile 2015

Quarto itinerario: da Margno (parcheggio funivia)

Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova ss 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino a Taceno.
Qui prendiamo a destra la provinciale 67 verso Premana.
Superata Margno, giriamo a destra in Via Prealpi e dopo duecento metri raggiungiamo il parcheggio della funivia che sale al Pian delle Betulle (m. 750). La sosta è consentita per solo due ore con disco orario nella zona con strisce bianche mentre la zona con strisce blu è soggetta al pagamento di un gratta e sosta tutti i giorni nel periodo 15/6-15/9 e 23/12-6/1 e nei festivi e prefestivi nel periodo 7/1-14/6 e 16/9-22/12. Il ticket è acquistabile presso la biglietteria della funivia o presso il benzinaio nell'angolo. Il costo è di € 1 per 2 ore, di € 1.50 per 6 ore, di € 2.50 per 12 ore.
Chi fosse intenzionato ad utilizzare la funivia, cliccando qui può vedere prezzi e orari (http://www.piandellebetulle.it/it/funivia/).

Lasciata la macchina, prendiamo una strada asfaltata che, accanto al benzinaio, sale verso sinistra.
Poco dopo passiamo accanto ad un evidente cartello che segnala i seguenti itinerari escursionistici: Pian delle Betulle (m. 1500) ore 1.45, Larice Bruciato (m. 1700) ore 2.30, Santa Rita (m. 2000) ore 4.30, Pizzo Tre Signori (m. 2560) ore 6.45. Altri segnavia indicano: Alpe Piazza a ore 1, Alpe Grasso a ore 1.15, Pian delle Betulle a ore 1.45.
Continuiamo tra case e recinzioni ignorando due stradine che si staccano, una per lato.
Passiamo sopra una griglia per lo scolo dell'acqua. Un cartello informa che lungo la strada agro-silvo-pastorale Margno - Pian delle Betulle il transito è consentito solo ai veicoli autorizzati (m. 770).
Superiamo un'altra griglia. Ora l'asfalto lascia il posto ad un fondo di pietre cementate.
Alla sinistra troviamo una santella contenente una statuetta del Sacro Cuore e una ceramica raffigurante il volto di una Madonna.
Dopo un'altra griglia giriamo a destra e proseguiamo tra gli alberi accompagnati da due bassi muretti di pietre (m. 780).
Superiamo un'altra griglia e giriamo a sinistra.
Alla destra, oltre una staccionata, vediamo una casa (m. 790).

La strada si biforca e andiamo a destra passando accanto ad un casello dell'acquedotto sul quale una freccia rossa invita a proseguire.
Continuiamo tra le betulle. Alla destra c'è una panca ricavata da un tronco.
Superiamo altre due grate.
Alla sinistra una stanga verde chiude l'accesso verso una casa (m. 805).
Su di un cartello, sotto al segnale che indica il divieto di transito ai veicoli, leggiamo "Strada interpoderale alla Località Brodino - Comune di Margno". Continuiamo su di una mulattiera.
Alla sinistra ci accompagna un muretto di pietre. Vediamo vari cespugli di ginestra, soprattutto tra gli alberi alla destra.

Presso una curva a sinistra, ignoriamo una sterrata che si stacca alla destra.
Subito dopo, aggirando una casa, superiamo un tornante sinistrorso su fondo in cemento (m. 835).
La strada diventa sterrata. Alla sinistra c'è una staccionata mentre alla destra un muro di pietre.
Percorriamo una curva a destra.
Torniamo a camminare su di una mulattiera.
Dopo un'altra curva a destra, superiamo una canalina per lo scolo dell'acqua. Per un breve tratto il fondo è in cemento (m. 850).
Alla sinistra c'è una vecchia staccionata.
Superiamo un tornante destrorso (m. 870).
Con una vecchia staccionata alla destra, percorriamo un tornante sinistrorso presso il quale ignoriamo un sentiero che prosegue diritto in discesa.
Superiamo altri due brevi tratti con il fondo in cemento e torniamo a camminare sulla mulattiera, tra i castagni.
Presso un altro tratto in cemento, ignoriamo un piccolo sentiero che scende a sinistra.

Con una staccionata alla sinistra arriviamo ad un tornante destrorso, sterrato, dove ignoriamo una stradina che prosegue diritto verso una proprietà privata (m. 885).
Subito superiamo due brevi tratti su cemento e continuiamo con la mulattiera.
Accompagnati da una vecchia staccionata alla destra, effettuiamo un tornante sinistrorso (m. 900).
Continuiamo con un tornante destrorso.
Percorriamo un tornante sinistrorso, con il fondo in cemento e una vecchia staccionata all'esterno, e ignoriamo un sentiero che prosegue diritto in discesa (m. 910).
Proseguiamo sulla mulattiera.
Accompagnati dalla solita vecchia staccionata arriviamo ad un tornante destrorso che percorriamo su fondo in cemento e continuiamo con la mulattiera (m. 925).
Anche il successivo tornante sinistrorso ha il fondo in cemento e la vecchia staccionata all'esterno (m. 935).
Superiamo due brevi tratti su cemento tra i quali scorre una canalina per lo scolo dell'acqua.

Alla destra troviamo un piccolo casello dell'acquedotto e un rudere. Continuiamo accompagnati alla destra da un muro di pietre.
Una stalla diroccata alla sinistra precede una curva a destra (m. 950).
Subito dopo alla destra troviamo altre vecchie costruzioni in cattive condizioni.
Una canalina in cemento per lo scolo dell'acqua attraversa la mulattiera, che ora è inerbita.
Poco più in alto, alla destra, c'è una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio per gli animali.
Presso una semicurva verso sinistra ignoriamo un sentiero che sale a destra (m. 965).
Un rivolo attraversa il percorso. Proseguiamo con delle serpentine appena accennate.

Con la solita vecchia staccionata alla sinistra arriviamo ad un tornante destrorso. Sentiamo il fruscio di un ruscello provenire dalla sinistra ma non riusciamo a vederlo tra gli alberi. Alla destra c'è un palo che regge un cavo sotto al quale passiamo. Verso la fine del tornante alla sinistra ci sono quattro tronchi collocati orizzontalmente per prevenire eventuali smottamenti del terreno (m. 985).
La pendenza aumenta. Alla sinistra si stacca un sentiero che possiamo utilizzare ma non essendoci indicazioni decidiamo di proseguire diritto.
Alla destra troviamo un tronco collocato raso terra come rinforzo.

Poco dopo, quasi in piano, la mulattiera termina in uno slargo davanti ad un rudere (m. 1005).
Continuiamo con un sentiero che sale a sinistra. Percorriamo due curve, entrambe verso sinistra, tra prati e betulle.
Lasciamo a destra una vecchia casa e una vasca da bagno riciclata come abbeveratoio e andiamo ad immetterci sull'altro sentiero che arriva dalla sinistra (m. 1020).
Lo seguiamo verso destra passando accanto ad un casello dell'acquedotto e a due vecchie stalle che aggiriamo con una semicurva verso sinistra.

Torniamo a camminare su di una mulattiera. Alla destra c'è un rudere (m. 1040).
Lasciato a destra un altro rudere, percorriamo un tornante sinistrorso.
Continuiamo con un basso muretto di pietre alla destra.
Superiamo un tornante destrorso verso la fine del quale si stacca un sentiero in salita (m. 1065).
Accompagnati da un muretto di pietre, situato alla sinistra come rinforzo, arriviamo ad una curva a sinistra.

Un'apertura tra gli alberi alla destra consente una veduta su Giumello e sul Monte Muggio (m. 1095).
Percorriamo una curva a sinistra (m. 1105).
Saliamo due gradini di legno (m. 1115).
Con minore pendenza superiamo due semicurve sinistra-destra.
Percorriamo una curva a sinistra (m. 1135).

Torniamo a salire. Dalla destra sentiamo provenire il fruscio di un torrente che scorre più in basso ma non riusciamo a scorgerlo tra gli alberi.
Proseguiamo in leggera salita con delle serpentine appena accennate.
Presso un tornante destrorso raggiungiamo il torrente e lo guadiamo (m. 1150).
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1160).
Alla destra troviamo un palo di ferro.
Con un tornante destrorso guadiamo nuovamente il torrente e passiamo accanto ad un piccolo casello dell'acquedotto (m. 1170).
Continuiamo con una curva a sinistra.

Alla destra scende un muro di rinforzo.
Superiamo due curve sinistra-destra, presso la seconda delle quali un rivolo attraversa su di una base in cemento (m. 1185).
Una dopo l'altra, percorriamo due coppie di semicurve sinistra-destra vicine tra loro (m. 1190).
Continuiamo in salita.

Presso un tornante sinistrorso lasciamo a destra un traliccio. Una stradina prosegue diritto verso un prato dal quale si vedono, poco più in basso, le baite dell'Alpe Piazza. Seguiamo il tornante (m. 1210).
Un'apertura tra gli alberi consente di vedere in alto le case che precedono l'arrivo al Pian delle Betulle.

Presso una semicurva verso destra incrociamo un sentiero. Un cartello indica dietro: Margno. Proseguiamo diritto (m. 1235).
Alla sinistra vediamo un cavo teso tra gli alberi.
Con il fondo in cemento percorriamo un tornante destrorso, scavalchiamo un canalino di scolo e riprendiamo la mulattiera (m. 1245).

Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio con il fondo in pietre e cemento (m. 1255). Dalla destra si immette la stradina che proviene da Crandola. Continuiamo pertanto come già descritto nel precedente itinerario.

Tempo impiegato: ore 3.30 - Dislivello: m. 980 -150
Data escursione: maggio 2017

Quinto itinerario: dall'Alpe Paglio per la Cima del Laghetto, il Cimone di Margno e il Cantone Grande

Questa è una variante del primo itinerario con la quale, anziché seguire la comoda sterrata dall'Alpe Paglio al Lares Brusà, seguiremo il crinale alla sua sinistra passando per la Cima del Laghetto (m. 1729), il Cimone di Margno (m. 1801) e il Cantone Grande (m. 1739). Poi al Lares Brusà ci immetteremo sulla sterrata.

Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la nuova SS 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle fino a Taceno. Qui prendiamo a destra la provinciale 67 verso Premana.
Superata Casargo, imbocchiamo sulla destra la strada che con tredici tornanti e alcune curve sale all'Alpe Paglio dove lasciamo l'auto nel grande parcheggio a pagamento (m. 1370).
Le tariffe del parcheggio sono le seguenti: dalle ore 8 alle ore 20; tutti i giorni (feriali e festivi) dal 15/06 al 15/09 e dal 20/12 al 06/01, nei prefestivi e festivi dal 07/01 al 14/06 e dal 16/09 al 19/12; Euro 1 fino a 1 ora di sosta, Euro 3 tariffa giornaliera. Occorre digitare la targa al parcometro.

Dobbiamo risalire il pendio prativo della Costa Bastone alla nostra destra (sudest). Abbiamo fatto due volte questo percorso; la prima volta lo abbiamo trovato recintato nella parte iniziale, la seconda era senza recinzione. In entrambi i casi abbiamo preferito evitare di entrare subito nel prato dove, in assenza di sentiero, avremmo dovuto calpestare l'erba.
Per cui nell'angolo in fondo a destra del parcheggio prendiamo la stradina asfaltata per il Ristorante Bar Trienal e ci incamminiamo con poca pendenza camminando tra il Rifugio Disolin e i prati.
Superiamo due semicurve destra-sinistra e passiamo accanto ad una cassetta per lo scambio dei libri.
Alla sinistra troviamo due case bianche. Alla destra un'apertura nella recinzione consente di entrare nei prati. Seguiamo il sentiero, poco visibile, che risale il costone (m. 1380).

Poco dopo lasciamo a destra la bianca chiesetta degli alpini dedicata ai caduti e dispersi dell'ultima guerra, accanto alla quale ci sono alcune panchine (m. 1390).
Passiamo tra un baitello alla sinistra e una baita in legno (noleggio sci) alla destra.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido lasciando a destra il Ristoro Chiaro di Luna e un tapis-roulant per sciatori.
Passiamo accanto ad un traliccio dello skilift (m. 1405).

Ora il sentiero è ben visibile. In un tratto con minore pendenza, arriviamo ad una biforcazione dove ignoriamo il sentiero alla destra e proseguiamo diritto (m. 1425).
Tra erba e giovani alberelli, saliamo in modo ripido verso un traliccio dell'alta tensione che vediamo più in alto (m. 1485).
Percorriamo due brevi tratti, il primo quasi in piano ed il secondo con poca pendenza attorniati dall'erba.
Riprendiamo a salire (m. 1495).
Dopo alcune serpentine appena accennate, la pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1520).
Un rivoletto attraversa il sentiero (m. 1525).
Continuiamo ripidamente.

Per un tratto la pendenza diminuisce un poco e alla sinistra vediamo un'altana (m. 1560).
Riprendiamo a salire in moro ripido.
Superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1575).

La pendenza diminuisce e, transitando sotto ai cavi dell'alta tensione, raggiungiamo il cartello: "inizio area sciabile attrezzata" (m. 1595).
Continuiamo tra l'erba e piccoli cespugli di rododendro. Alla destra vediamo una pista da sci. Proseguiamo diritto, ripidamente, seguendo i cavi dell'alta tensione che scorrono sopra di noi.
Il sentiero piega leggermente a destra (m. 1610). Ora la pendenza diminuisce un poco e camminiamo alla destra dell'elettrodotto.
Il sentiero si divide e poco dopo si ricompone.

In leggera salita, lasciamo a sinistra un traliccio e davanti vediamo il successivo (m. 1635).
Proseguiamo in salita. Alla destra c'è una pista da sci.
Cominciamo a trovare, di tanto in tanto dei bolli rossi (m. 1645).

Il sentiero e la pista si uniscono. Continuiamo in salita, sempre camminando alla destra dell'elettrodotto.
La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1670). Di tanto in tanto troviamo altri bolli.
Proseguiamo ripidamente (m. 1685).
Ci siamo portati alla destra del canale prativo con i tralicci. Ora la pendenza diminuisce un poco.

Lasciamo a sinistra un traliccio e, poco dopo, alla destra un baitello di legno (m. 1725).
Pochi passi più avanti alla destra c'è la base in cemento di un pilone.

Quasi in piano raggiungiamo la Cima del Laghetto (m. 1733). Alla sinistra c'è una casetta di legno mentre alla destra termina una seggiovia.
Passiamo accanto al Bar Settimo Cielo.
Poco sotto, alla sinistra, c'è un piccolo laghetto (m. 1718) raggiungibile con un sentiero tra l'erba. Possiamo scendere a vederlo e poi rientrare su quello principale con un altro sentiero alla destra; oppure possiamo proseguiamo diritto cominciando a scendere l'opposto versante.

Dopo un tratto in leggera discesa il sentiero che arriva dal laghetto rientra dalla sinistra.
Passiamo accanto ad un vecchio cartello senza scritte, affisso al tronco di un albero (m. 1710).
Riprendiamo a salire in un largo canale prativo con larici ai lati ma questa volta senza tralicci. Alla destra vediamo uno spicchio del Lago di Como.
Percorriamo due tratti abbastanza ripidi separati da uno con pendenza minore (m. 1725-1765).
Da dietro-destra arriva una seggiovia. La affianchiamo accanto al pilone n. 5 (m. 1785).
Quasi in piano raggiungiamo un baitello verde, un'antenna e il cartello di legno "Canale Champenose".
Subito dopo c'è il pilone n. 6. Anche da questo punto possiamo vedere una piccola parte del lago. Qui termina la sterrata o pista da sci.

Continuiamo con un sentiero che sale a sinistra in modo abbastanza ripido.
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra. In basso alla destra vediamo il fondovalle.

Girando a sinistra, quasi in piano raggiungiamo un tavolo rotondo e subito dopo la Croce del Cimone di Margno (m. 1805).
Il sentiero gira a destra e, poco dopo, comincia a scendere su di un largo crinale erboso.
La discesa diventa abbastanza ripida. Alla sinistra ci sono degli alberi (m. 1790).
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra.
Dopo un tratto con minore pendenza torniamo a scendere in modo abbastanza ripido (m. 1770).
Continuiamo in leggera discesa (m. 1755) e poi quasi in piano (m. 1745).

In lievissima discesa, lasciamo a sinistra un traliccio e transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1735).
Alla sinistra, a due metri circa dal sentiero, il pendio precipita ripidamente.
Proseguiamo in discesa.
Camminiamo su delle rocce rossastre, che affiorano dal terreno, dapprima in leggera discesa e poi in discesa (m. 1725).
In leggera discesa riprendiamo il sentiero (m. 1705).
Continuiamo quasi in piano (m. 1695).

Torniamo a salire dapprima con poca pendenza e poi in modo abbastanza ripido.
Dopo un altro tratto con poca pendenza, la salita termina sulla cima del Cantone Grande (m. 1739). Davanti, in basso, vediamo l'area sosta del Lares Brusà e la cappellina nei prati.
Alterniamo due tratti in leggera discesa ad uno in discesa. Proseguiamo quasi in piano.

Raggiungiamo alcuni tavoli con relative panche, una vasca-abbeveratoio scavata in un tronco e ci immettiamo sulla sterrata del primo itinerario. I segnavia indicano: Larice Bruciato 1708 m.; dietro: Cimone m. 1805; dietro con la sterrata: Alpe Paglio a ore 1. Dell'altra parte dalla strada, un sentiero sale verso la cappellina.
Fin qui abbiamo impiegato ore 2.00 per superare un dislivello di m. 502-164.
Proseguiamo diritto con la sterrata come già descritto nel primo itinerario fino al Rifugio Ombrega (m. 1580).

Complessivamente
Tempo impiegato: ore 2.30; Dislivello: m. +519 -309.
Data escursione: giugno 2017 - ottobre 2022

Escursioni partendo dal Rifugio:


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