Rifugio Nasego
- Altezza: m. 1300
- Gruppo: Val Trompia
- Ubicazione: Monti di Lodrino
- Comune: Casto - BS
- Carta Kompass: 103 D4
- Coordinate Geografiche: 45°43'03.80"N 10°18'25.50"E
- Gestore: Amici della Montagna
- Telefono gestore: 335 5836382
- Telefono rifugio: 335 5818771
- Posti letto: 20
- Apertura: sempre aperto ma gestito solo nei festivi
- Pagina aggiornata il: 19/01/2016
Il Rifugio Nàsego è situato sui monti alle spalle di Lodrino e più precisamente sulle pendici meridionali della Corna di Savallo.
Il rifugio è sempre aperto. Nei giorni festivi è gestito da alcune squadre di volontari che si alternano.
E' raggiungibile con diversi sentieri, contrassegnati da colori, che partono dalla pineta di Lodrino e dalla tettoia di Casto.
Primo itinerario: dalla Pineta di Lodrino (lilla)
Usciamo dall'autostrada Milano-Venezia a Ospitaletto (km. 206.2) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente. Ci immettiamo poi nella SP 345 della Val
Trompia con la quale, superate Gardone e Marcheno, arriviamo a Brozzo. Qua deviamo a destra per imboccare la provinciale 3 con la quale continuiamo fino a Lodrino.
Attraversando il paese, al km. 30.4 della provinciale, che qui si chiama anche Via Kennedy, troviamo sulla destra il Municipio e la Biblioteca
Comunale. Pochi metri più avanti, prendiamo sulla sinistra Via Crocevia. Giriamo poi a sinistra in Via De Gasperi e successivamente a destra in Via
Pineta che percorriamo interamente ignorando la deviazione per Via Nasego.
Risaliamo così le vie del paese e arriviamo ad una piazzetta dove una scalinata conduce al monumento dedicato agli Alpini delle Valli Bresciane.
Qui ci sono già alcuni segnavia che indicano a destra: Nasego a ore 1, Passo della Cavada a ore 0.40, Rifugio Nasego a ore 1.15; a sinistra: Località
Vestone a ore 0.45, Passo della Cisa a ore 1.
Continuiamo sulla destra in salita con Via Capriolo e raggiunto il primo tornante, lasciamo la macchina in uno spiazzo sulla destra accanto ad un
tavolo e delle panche in legno (m. 870).
Alcuni cartelli su di un albero indicano a sinistra: Passo della Cavada a ore 0.40; a destra: Nasego a ore 1 e il rifugio a ore 1.10 (sottolineato con una riga lilla).
Ci incamminiamo lungo una sterrata superando una sbarra di ferro che chiude l'accesso agli autoveicoli.
Saliamo nel bosco con poca pendenza ed ignoriamo un sentierino sulla sinistra nei pressi di un tornante.
Giunti ad uno slargo presso un'area pic-nic, lasciamo la stradina e prendiamo un sentiero che sale a sinistra (m. 900; cartello su di un albero: Monte Palo, Nasego).
Dopo una breve salita, con il sentiero che si divide e riunisce subito, continuiamo quasi in piano nella pineta.
Riprendiamo poi a salire passando accanto ad una roccia che sembra un panettone.
Continuiamo con poca pendenza tra erica e ciclamini. In basso vediamo Lodrino.
Ignoriamo due sentieri, uno per parte e raggiungiamo una croce inchiodata su di un albero (m. 995).
Dopo qualche passo in piano, con brevi saliscendi superiamo una valletta e poi iniziamo a salire ripidamente verso un intaglio tra due rocce.
La salita continua lungo la val Gavregna sullo scosceso versante del monte Palo, tra alberi sempre più radi.
Ad un bivio andiamo a sinistra.
Superiamo uno spuntone roccioso e ripidamente saliamo verso un'insellatura (m. 1150).
Dopo pochi passi in piano, riprendiamo a salire ripidamente e superiamo un altro intaglio tra le rocce.
Troviamo un bivio (m. 1175): a destra viene indicata una variante per il rifugio. Preferiamo proseguire diritto lungo il percorso principale.
Saliamo sempre ripidamente dapprima tra alcuni alberelli e poi lungo il versante prativo del monte.
Superiamo un altro gruppo di alberi, ai cui rami viene spontaneo aggrapparsi per salire più agevolmente, e continuiamo fino a raggiungere un passaggio
fra due roccette (m. 1290) che immette in una conca erbosa.
Ignoriamo il sentiero a sinistra che porta in cima al Monte Palo e attraversiamo la conca dirigendoci verso un traliccio dell'alta tensione.
Scendiamo poi in un'altra valletta (conca di Nasego) dove troviamo una croce in legno ed una vecchia baita.
Alcuni segnavia indicano il Rifugio Nasego davanti a noi e la cascina Cea sulla sinistra.
Attraversiamo la valletta e, giunti in fondo, saliamo a destra verso la già visibile bandiera del rifugio.
Un segnavia indica la prosecuzione a sinistra verso la Corna di Savallo. Il rifugio è li, sotto di noi.
Con pochi passi in discesa raggiungiamo la staccionata che gli fa da recinzione e arriviamo alla meta.
Tempo impiegato: ore 1.20 - Dislivello m. 430
Data escursione: dicembre 2006
Secondo itinerario: dalla tettoia di Comero con il sentiero "Campil" (rosso)
Usciamo dall'autostrada Milano-Venezia a Ospitaletto (km. 206.2) e prendiamo la SP 19 che percorriamo interamente. Ci immettiamo poi nella SP 345 della Val
Trompia con la quale, superate Gardone e Marcheno, arriviamo a Brozzo. Qua deviamo a destra per imboccare la provinciale 3 con la quale continuiamo fino a Lodrino.
Attraversato il paese, proseguiamo verso Casto sempre con la SP III. Poco dopo aver superato l'indicazione del Km 33, troviamo sulla sinistra la
strada per Comero (cartellone rif. Nasego all'inizio)
Arrivati a Comero (fraz. di Casto) seguendo le indicazioni per il rifugio che troviamo ad ogni bivio su delle frecce rosse e verdi, attraversiamo
l'abitato e poi prendiamo sulla sinistra una stretta stradina, quasi sempre asfaltata, che termina presso uno slargo accanto ad una tettoia (m. 1000).
Da qui partono alcuni sentieri contraddistinti da colori: il sentiero "Vecchio" verso sinistra in ore 0.50 (colore verde); il sentiero "Direttissima"
diritto in ore 0.40 (colore azzurro); il sentiero "Campil" a sinistra in ore 1.10 (colore rosso). A destra viene segnalata anche una ferrata.
Prendiamo il sentiero rosso "Campil" che inizia in piano e dopo pochi metri continua in leggera salita tra alberelli.
Quasi subito troviamo una stradina che arriva dalla sinistra sulla quale ci immettiamo proseguendo diritto. Vediamo dei bolli gialli.
Troviamo un cartello che segnala "attenzione: fune in movimento", e arriviamo al bivio dove sulla destra si stacca il
sentiero verde descritto nel quarto itinerario.
Proseguiamo diritto con il sentiero rosso passando accanto a dei pali che sembrano formare una porta di calcio e passiamo sotto il
cavo della teleferica di servizio al rifugio (m. 1035).
Poco dopo un altro cartello giallo segnala il cavo a chi proviene dalla direzione opposta. Ora gli alberi sono diventati più radi e attorno ci sono dei prati.
Proseguiamo in salita. Più avanti la stradina si restringe e diventa sentiero (m. 1055).
Superiamo un gruppo di faggi e proseguiamo tra prati e pochi alberelli (m. 1075).
Attraversiamo un rudimentale cancelletto aperto.
Alla sinistra possiamo vedere la vallata mentre davanti ci sono alcuni spuntoni calcarei.
Il sentiero prosegue con un tratto incassato tra due rocce sulle quali è stato dipinto un bollo giallo (m. 1090).
Continuiamo quasi in piano mentre alla sinistra il pendio scende ripidamente.
Riprendiamo a salire dapprima con poca pendenza e poi in modo abbastanza ripido.
Continuiamo poi in leggera salita a mezza costa (m. 1115).
Lasciamo a sinistra uno spuntone roccioso (m. 1125).
Quasi in piano passiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 1140) poi riprendiamo a salire.
Superiamo uno strappo abbastanza ripido oltre il quale proseguiamo dapprima quasi in piano (m. 1165) e poi in leggera salita.
Ad un bivio prendiamo il sentiero indicato da un cartello rosso ignorando l'altro che prosegue diritto in discesa (m. 1175).
Andiamo a destra in salita camminando in prevalenza tra l'erba.
Superato un tornante sinistrorso (m. 1190), saliamo in modo abbastanza ripido.
Poi la pendenza aumenta e iniziamo a salire ripidamente con alcuni zig-zag (m. 1205).
Dopo un altro tornante sinistrorso percorriamo un traverso a mezza costa, in leggera salita (m. 1230).
Presso un tornante destrorso vediamo delle frecce gialle che indicano le due direzioni (m. 1240).
Torniamo a salire a mezza costa mentre sul lato a valle il pendio scende ripidamente.
Superiamo un tornante sinistrorso e poi, quasi in piano, passiamo sotto un traliccio dell'alta tensione (m. 1270).
Continuiamo in leggera salita tra l'erba, a mezza costa, con il pendio che precipita alla destra, poi ci spostiamo sulla sinistra attraversando un prato in piano.
Ritroviamo il sentiero verde che si immette dalla destra. I soliti segnavia indicano di proseguire diritto (m. 1285).
Continuiamo in leggera salita a mezza costa ancora con il pendio che scende ripido alla destra, fino ad una curva a sinistra dalla quale vediamo il rifugio.
Con pochissima pendenza raggiungiamo il sentiero descritto nel primo itinerario che scende dalla sinistra e con pochi passi in discesa raggiungiamo il
cancello che chiude la recinzione del rifugio.
Tempo impiegato: ore 0.50 - Dislivello m. 300
Data escursione: novembre 2011
Terzo itinerario: dalla tettoia di Comero con il sentiero "Direttissima" (azzurro)
Come descritto all'inizio del secondo itinerario raggiungiamo la tettoia di Comero (m. 1000).
Ai lati della tettoia partone due tracce di sentiero. Ne prendiamo una e iniziamo a salire tra prati e cespugli ignorando il cartello rosso che indica
la ferrata verso destra.
Poco dopo le due tracce si uniscono (m. 1030).
Il percorso diventa abbastanza ripido. Sui sassi vediamo dei bolli gialli o rossi.
Il sentiero per quattro volte di divide per tornare poco dopo a riunirsi. Attorno ci sono diversi cespugli.
Poco prima di arrivare ad una recinzione realizzata con paletti di cemento e filo di ferro (m. 1080), dalla sinistra si innesta il sentiero verde (qui
nessuna indicazione) che si era staccato precedentemente dal sentiero rosso al bivio nei pressi della porta di calcio.
Raggiungiamo la recinzione e la superiamo passando attraverso una apertura (m. 1090).
Il sentiero si sdoppia e subito torna ad unirsi.
Poi si divide un'altra volta e prendiamo il ramo di sinistra, più grande e segnato con bolli di vario colore.
Attraversiamo un gruppo di alberelli poi la pendenza diminuisce un poco (m. 1105).
Con due corti tornanti, destra-sinistra, arriviamo ad un altro bivio dove i segnavia indicano a sinistra il sentiero verde e a destra quello azzurro
(m. 1115). Andiamo a destra (vedi sotto nel successivo itinerario la descrizione del sentiero verde) e dopo alcuni zig-zag ritroviamo l'altro ramo del
sentiero che si era precedentemente staccato verso destra (m. 1130).
Seguendo bolli rossi proseguiamo verso delle rocce nelle quali si apre una grotta. Alla sinistra si stacca un piccolo sentiero; alla destra ci sono
uno slargo e una panca di pietra.
Pieghiamo a destra, passando davanti all'ingresso della grotta (m. 1140) e ci infiliamo in un valloncello che risaliamo in modo abbastanza ripido.
Alcune radici fanno da gradino.
Il sentiero si divide e subito si riunisce (m. 1150). Lasciamo a destra una colata di pietre ed usciamo dal valloncello risalendo a sinistra in modo
abbastanza ripido tra l'erba, alcuni cespugli e alberelli.
Subito ignoriamo un sentiero che sale dalla sinistra (m. 1160).
In alto a destra riusciamo a scorgere la Croce d Savallo mentre alla sinistra lo sguardo spazia sulla vallata.
Proseguiamo con alcuni ripidi zig-zag e con un tratto incassato nel terreno circostante (m. 1190). In questo punto davanti vediamo il rifugio.
Continuiamo in leggera salita, a mezza costa.
Superiamo una curva a sinistra e l'ultimo gruppo di alberi (m. 1200) poi riprendiamo a salire, ben presto in modo abbastanza ripido con alcuni zig-zag
tra erba e cespugli.
La pendenza diminuisce un poco e, presso una curva a destra, torniamo a vedere il rifugio.
Percorriamo un traverso a mezza costa in direzione del rifugio poi saliamo in modo abbastanza ripido fino ad una curva a destra poco prima della quale
troviamo un piccolo monumento a ricordo di una persona deceduta (m. 1250).
Dopo un breve tratto in piano, torniamo a salire. Troviamo due coppie di rudimentali gradini (m. 1260).
Un cartello segnala "attenzione: fune in movimento". Poco dopo passiamo sotto il cavo della teleferica di servizio al rifugio (m. 1270).
La pendenza aumenta. Vediamo l'altro cartello che segnala il cavo a coloro che scendono.
Lasciamo a sinistra uno spuntone di roccia e percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante (m. 1290).
Con pochissima pendenza raggiungiamo il cancelletto della recinzione che cinge il rifugio. Saliamo alcuni gradini di cemento forati, lasciamo a destra
una fontana e arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 0.35 - Dislivello m. 300
Data escursione: novembre 2011
Quarto itinerario: dalla tettoia di Comero con il sentiero "Vecchio" (verde)
Questo sentiero ha in comune il primo e l'ultimo tratto con il sentiero rosso e un tratto centrale con il sentiero azzurro.
Come descritto all'inizio del secondo itinerario raggiungiamo la tettoia di Comero (m. 1000).
La prima parte del sentiero verde è in comune con il sentiero rosso precedentemente descritto con il quale arriviamo al bivio presso la porta di calcio (m. 1035).
Qui i segnavia indicano diritto il sentiero rosso e a destra quello verde.
Saliamo a destra e superiamo alcuni alberelli e poi un rado bosco.
Poi, nuovamente tra alberelli ci immettiamo nel sentiero azzurro (qui nessuna indicazione) poco prima che questi raggiunga una recinzione
realizzata con paletti di cemento e filo di ferro (m. 1080).
Superiamo la recinzione passando attraverso una apertura (m. 1090).
Il sentiero si sdoppia e subito torna ad unirsi.
Poi si divide un'altra volta e prendiamo il ramo di sinistra, più grande e segnato con bolli di vario colore.
Attraversiamo un gruppo di alberelli poi la pendenza diminuisce un poco (m. 1105).
Con due corti tornanti, destra-sinistra, arriviamo ad un altro bivio dove i segnavia indicano a sinistra il sentiero verde e a destra quello azzurro (m. 1115).
Andiamo a sinistra a mezza costa e con pochissima pendenza.
Troviamo un cartello che segnala "attenzione: fune in movimento" (m. 1135).
Proseguiamo in leggera salita tra erba, arbusti e alberelli.
Percorriamo un breve tratto in salita, superiamo un gruppo di alberi e poi passiamo sotto il cavo della teleferica di servizio al rifugio.
Troviamo poi l'altro cartello rivolto a coloro che scendono e proseguiamo ancora tra erba, arbusti e alberelli (m. 1155).
Attraversiamo un gruppo di alberi (m. 1165) poi, in leggera salita superiamo, uno dopo l'altro, due tratti incassati nel terreno.
Dopo una curva a destra riprendiamo a salire (m. 1190).
Percorriamo un tratto incassato circondati da alcuni alberi (m. 1200).
Saliamo passando tra delle rocce e poi continuiamo quasi in piano.
Percorriamo pochi passi in salita per poi proseguire a mezza costa quasi in piano o con poca pendenza (m. 1220).
Superiamo un breve strappo con il sentiero incassato (m. 1225) e continuiamo a mezza costa in leggera salita.
Il sentiero si divide e subito si riunisce.
Percorriamo un traverso in salita poi la pendenza aumenta e saliamo in modo abbastanza ripido con alcuni zig-zag tra l'erba (m. 1275).
In vista di un traliccio il sentiero piega a destra e, in leggera salita tra l'erba, va ad immettersi dalla destra sul sentiero rosso (m. 1285)
descritto nel secondo itinerario.
Proseguiamo verso destra, come indicato dai segnavia, con l'ultimo tratto in comune tra i due sentieri, fino al rifugio.
Tempo impiegato: ore 0.40 - Dislivello m. 300
Data escursione: novembre 2011
Escursioni partendo dal Rifugio:
- al Monte Palo (m. 1461) in ore 0.40
- alla Corna di Savallo (m. 1436) in ore 0.20
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