Rifugio Alpino Monte Cavlera
- Altezza: m. 1160
- Gruppo: Orobie
- Ubicazione: Monte Cavlera
- Comune: Vèrtova (BG)
- Carta Kompass: 104 B7
- Coordinate Geo: 45°49'59.60"N 9°49'59.00"E
- Gestore: A.N.A. Vertova - Colzate
- Telefono gestore: 334 9025098
- Telefono rifugio: 035 723959
- Posti letto: 25
- Apertura: giugno/settembre: sempre - primavera/autunno: fine settimana - tutte le domeniche (strada permettendo)
- Pagina aggiornata il: 10/02/2024
Il Rifugio Alpino Monte Cavlera è situato nell'omonima località, sul versante meridionale del Monte Tisa (m. 1320), lungo il sentiero n. 530 che da Vèrtova sale al Bivacco Testa e al Monte Alben.
Primo itinerario: in auto
Con la provinciale 671 della Valle Seriana arriviamo fino a km. 20 dove presso una rotonda giriamo a sinistra ed entriamo in Vèrtova.
Attraversiamo il paese seguendo i cartelli che indicano il Monte Cavlera e percorriamo così Via IV Novembre, Via Don Brini, Via Cereti e Via degli Alpini.
Oltre le case del paese continuiamo con la strada, non molto larga ma ben asfaltata, che sale nel bosco.
La strada poi alterna tratti su asfalto ad altri su cemento e dopo km. 5.8 termina nel vasto parcheggio sterrato nei pressi del rifugio.
Nei mesi di estivi è in funzione un bus-navetta che collega la stazione al rifugio. Nel 2013 il servizio è stato effettuato nei giorni 30/6 e
7,14,21,28/7 con partenza dalla stazione alle ore 9.30, 11.30, 13.30, 15.30 e dal rifugio alle ore 10.30, 12.30, 14.30, 17.30.
Secondo itinerario: da Vèrtova (sentiero 530)
Con la provinciale 671 risaliamo la Valle Seriana fino al km. 20 dove, presso una rotonda, giriamo a sinistra ed entriamo in Vèrtova.
Percorrendo Via Riccardo Albini arriviamo ad una seconda rotonda dove:
- alla destra ci sono Via Stazione e Via Canale
- diritto c'è Via Roma
- alla sinistra c'è Via Don Bartolomeo Ferrari
Seguendo i cartelli che indicano il Monte Cavlera, a questa rotonda giriamo a sinistra in Via Don Bartolomeo Ferrari e successivamente a destra
in Via IV Novembre.
Da Via IV Novembre, che costeggia il Torrente Vertova, giriamo a destra in Largo Vittorio Veneto dove c'è un parcheggio a pagamento (€ 1.30/ora).
Da qui partono il sentiero n. 530 di seguito descritto, il sentiero n. 518 descritto nel terzo itinerario e più avanti in Via 5 Martiri (che è la
prosecuzione di Via IV Novembre) il sentiero 528 descritto
nel quarto itinerario. Possiamo pertanto effettuare un giro ad anello.
Altre possibilità di parcheggio a Vertova:
- Parcheggio gratuito in Via Stazione-Via Canale (raggiungibile dalla seconda rotonda andando a destra)
- Parcheggio sotterraneo a pagamento in Via Roma 12 (raggiungibile dalla seconda rotonda proseguendo diritto)
- Parcheggio gratuito in Via Don Ferrari 9 (raggiungibile dalla seconda rotonda andando a sinistra)
- Parcheggio gratuito in Via Convento 12 (raggiungibile da Largo Vittorio Veneto percorrendo Via Don Brini e poi Via delle Rimembranze fino a
trovare alla destra Via Convento)
Da Largo Vittorio Veneto imbocchiamo Via Monte Grappa, una stradina che inizia tra un bar e una pizzeria. Qui i segnavia indicano con il sentiero 530:
Albe a ore 0.50, Cavlera a ore 1.45, Dasla a ore 2.05, Bivacco Testa a ore 3.50, Monte Alben a ore 6.15 (m. 410).
La strada ben presto si riduce ad un viottolo che sale con dei gradini tra le case.
Dopo una curva a destra, alla destra c'è un corrimano fissato alle pareti.
Raggiungiamo una santella con un affresco raffigurante la Madonna di Lourdes. Qui il viottolo si divide e andiamo a sinistra (m. 430).
Alla sinistra la vista spazia sui tetti del paese.
Troviamo poi una fontanella alla destra.
Terminati i gradini continuiamo tra una rete e un muretto sormontato da una siepe (m. 445).
Proseguiamo in leggera salita. Saliamo gli ultimi tre gradini.
Lasciamo il viottolo che gira a destra e, seguendo un segnavia a bandierina con il n. 530, proseguiamo diritto con un sentiero che ha il fondo in
cemento e scorre tra una rete e un muro.
Passiamo sotto ad un cavo. Alla destra c'è una gradinata. Il sentiero diventa sterrato (m. 460).
Torniamo a salire e sbuchiamo su di una stradina in cemento, la attraversiamo e riprendiamo il sentiero che inizia con una grata (m. 475).
Saliamo camminando tra una rete a quadrotti ed una parete con archi murati.
Poi la pendenza aumenta (m. 495).
Passando tra un orto alla sinistra e una casa alla destra ci immettiamo su di una strada asfaltata, davanti al Monumento agli Alpini (m. 515).
Ora dobbiamo seguire la strada verso sinistra per circa 400 metri.
Iniziamo questo tratto percorrendo una curva verso sinistra. Su di un muro il segnavia 530 indica di proseguire. In basso alla sinistra vediamo Vertova.
Poco prima di un tornante destrorso, ignoriamo una stradina in cemento che scende a sinistra verso l'agriturismo La Muraglia (m. 535).
Camminiamo tra alcune case e pochi alberi. Lasciamo a destra la strada per Cantona e percorriamo un tornante sinistrorso (m. 545).
Troviamo una stradina che si stacca alla destra (m. 560). I segnavia indicano a destra con il sentiero 530: Cavlera a ore 1.30, Forcella di Dasla a
ore 1.50; Bivacco Testa a ore 3.35, Monte Alben a ore 6. Un altro cartello, che si rivolge a chi percorre la strada in auto, indica il rifugio a km. 6 e
segnala se è aperto o chiuso.
Andiamo a destra passando accanto ad un picchetto di ferro con i bolli bianco rossi. Il fondo è in cemento. Entriamo nel bosco.
Subito troviamo il segnavia 530 e percorriamo un tornante sinistrorso.
Proseguiamo in salita con una mulattiera inizialmente incassata nel terreno circostante.
Percorriamo una curva a destra.
Troviamo una pietra, di traverso al percorso, che ha lo scopo di dirottare a sinistra l'acqua che dovesse scendere in caso di pioggia (m. 575).
Ignoriamo una ripida scorciatoia che sale a sinistra e proseguiamo con una curva a destra incassata, subito seguita da un tornante sinistrorso, oltre
il quale la scorciatoia rientra (m. 585).
Percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale riparte la scorciatoia. Qui il sentiero è diviso in due da roccette affioranti.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso (m. 590).
Il sentiero si biforca e si ricompone mentre percorriamo una curva a destra. Qui la scorciatoia rientra e riparte.
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso, l'ultima parte del quale è incassata nel terreno circostante (m. 600).
Poco dopo giriamo a destra e saliamo con delle serpentine. La pendenza aumenta.
Lasciamo a destra una sterrata in leggera discesa; andiamo a sinistra e ci immettiamo sulla strada asfaltata che in questo punto
compie un tornante destrorso (m. 620). Seguiamo a strada asfaltata.
Ignoriamo una stradina asfaltata che sale a destra verso una casa.
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Percorriamo un tornante destrorso e, subito dopo, lasciamo la strada per prendere una mulattiera che si stacca alla sinistra (m. 640).
Inizialmente alla destra c'è una rete. Poco dopo alla sinistra ci accompagna una roggia.
Troviamo poi il ruscelletto che scende dalla destra, passa sotto alla mulattiera e origina il rivolo d'acqua (m. 655).
Pochi passi più avanti trascuriamo un sentiero che sale a destra.
Ignoriamo poi, uno dopo l'altro, altri quattro sentieri, due per parte, che si staccano da quello principale e percorriamo un ampio tornante destrorso
presso il quale dalla destra rientra uno dei sentieri.
Subito dopo arriviamo ad un bivio dove proseguiamo verso destra.
Alla sinistra troviamo una croce bianca ai piedi di un albero sul tronco del quale è stato affisso un quadro raffigurante una Madonna col Bambino (m. 665).
Arriviamo subito ad un altro bivio dove un segnavia indica a destra Cavlera.
Percorriamo un tornante sinistrorso e uno destrorso.
Continuiamo con pochissima pendenza. Presso un ampio tornante sinistrorso dalla destra arriva un altro sentiero.
Riprendiamo a salire e percorriamo un tornante sinistrorso.
Proseguiamo con due tornanti destra-sinistra vicini tra loro.
Superiamo una semicurva verso destra (m. 700).
Percorriamo un tratto di sentiero acciottolato, uno sterrato ed un altro acciottolato.
Superiamo due semicurve destra-sinistra vicine tra loro (m. 725).
Proseguiamo con poca pendenza. In altro a destra vediamo due case (m. 730).
Percorriamo due curve destra-sinistra.
Saliamo dei rudimentali gradini di pietra.
Continuiamo con una serpentina (m. 755).
Alla sinistra, oltre un valloncello, vediamo una baita.
Proseguiamo con poca pendenza. Vediamo il segnavia 530 (m. 765).
Percorriamo un breve tratto esposto.
Passiamo accanto ad un paletto verde.
Scavalchiamo un ruscelletto (m. 770).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 775).
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
Presso un tornante destrorso, ignoriamo il sentiero, chiuso da una sbarra, che scende a sinistra verso la baita che avevamo precedentemente notato (m.
780).
Passiamo accanto ad una panchina.
Dopo un tornante sinistrorso ci immettiamo su di una sterrata, chiusa alla sinistra da una stanga. Seguendo i segnavia andiamo a destra dapprima quasi
in piano e poi in leggera salita (m. 785).
Troviamo delle canaline in cemento per lo scolo dell'acqua.
Raggiungiamo la strada asfaltata che qui si biforca (m. 790). Un cartello indica il Rifugio Alpino Monte Cavlera seguendo la strada più larga alla
sinistra mentre il segnavia 530 indica l'altra strada più stretta alla destra. Percorrendo un tornante andiamo a destra.
Subito dopo lasciamo la strada e, seguendo il segnavia 530, prendiamo un sentiero che sale a sinistra.
Superiamo un tornante destrorso tagliabile che una scorciatoia.
Percorriamo due serpentine destra-sinistra con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Continuiamo con due tornanti destra-sinistra vicini tra loro (m. 820).
Superiamo una semicurva verso destra e un ripido tratto.
Poco dopo sbuchiamo su di una stradina, chiusa a destra da un tronco utilizzato come sbarra per impedire l'accesso verso una casa. Andiamo pertanto
a sinistra, in leggera salita.
Torniamo a salire con uno zig-zag destra-sinistra (m. 840).
Ora alla destra ci sono delle roccette nelle quali sembra che il sentiero sia stato scavato.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 845).
Proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita con delle serpentine.
Ci immettiamo sulla strada asfaltata (m. 865). Vediamo il segnavia 530 che indica il sentiero alle nostre spalle ma non quello che indica la
prosecuzione.
Attraversata la strada, prendiamo il sentiero non segnalato davanti a noi che inizia con alcuni ripidi passi, poi gira a sinistra e si riporta sulla
strada asfaltata che nel frattempo a effettuato un tornante destrorso. Pertanto varrebbe la pena di seguire per pochi metri l'asfalto anziché il
sentiero.
Sull'altro lato della strada riprendiamo il sentiero che sale con delle serpentine (m. 870).
Percorriamo un tratto incassato nelle rocce (m. 885).
Proseguiamo con varie serpentine dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Percorriamo un tornante destrorso incassato nel terreno circostante (m. 900).
All'esterno di un tornante sinistrorso troviamo una santella alla quale si accede con otto gradini. All'interno, una statua raffigura la Deposizione
dalla Croce (m. 905).
Proseguiamo con delle serpentine.
Percorriamo una curva a destra all'esterno della quale ci sono delle roccette.
Continuiamo con un tornante sinistrorso molto ampio (alla destra tra gli alberi vediamo una casa) seguito da uno destrorso (m. 920).
Poi superiamo un altro tratto incassato al termine del quale proseguiamo in leggera salita.
Il sentiero si divide solo per aggirare alcuni alberi e delle roccette e subito si ricompone (m. 930).
Ci immettiamo sulla strada asfaltata, la attraversiamo e
riprendiamo il sentiero (m. 940).
Subito dopo il sentiero si divide. La traccia a destra prosegue incassata nel terreno. Poco dopo il sentiero si ricompone.
Camminiamo in leggera salita in parallelo, un poco più in alto rispetto alla strada asfaltata. Torniamo a salire.
Poi con pochi ripidi passi, ci riportiamo sulla strada, che ha appena effettuato un tornante destrorso, e la attraversiamo (m. 960).
(in alternativa seguiamo la strada e dopo un tornante destrorso riprendiamo il sentiero alla sinistra)
Alla sinistra della strada, prendiamo un ampio sentiero in salita, all'inizio del quale nel mezzo c'è un paletto di ferro marrone.
Saliamo con delle serpentine appena accennate.
Alla sinistra il pendio precipita verso un valloncello dove c'è il letto di un torrente che troviamo asciutto. Alcuni tronchi fanno da rinforzo e
protezione.
Percorriamo un tratto con il fondo acciottolato.
Il sentiero arriva al livello del torrente. Alla sinistra, oltre il suo letto, si stacca un altro sentiero. Troviamo un paletto con la parte alta
dipinta di rosso e proseguiamo diritto.
Ora camminiamo su cemento.
Siamo sul fondo di un valloncello.
Il tratto su cemento termina e si divide in due sentieri; prendiamo quello che prosegue diritto mentre l'alto si allontana alla destra (m. 1000).
Ora risaliamo lungo il fianco destro del valloncello e raggiungiamo uno spazio erboso con un orto recintato. Giriamo a sinistra e subito a destra (m.
1020).
Lasciamo a sinistra una villetta e ci immettiamo su di una stradina con il fondo in cemento (m. 1030). In alto a sinistra vediamo un'altra casa.
In leggera salita percorriamo un ampio tornante destrorso.
Torniamo a salire.
Alla sinistra c'è un muretto sormontato da una rete metallica. Alla destra c'è il guard-rail.
Poco dopo, alla sinistra, oltre il muretto e la siepe, vediamo delle case.
In leggera salita percorriamo un ampio tornante sinistrorso. Alla sinistra c'è la "Crus de Grom". Alla destra c'è una recinzione con
paletti di legno piantati dentro dei cilindretti in cemento. Siamo in un bel punto panoramico su tutta la valle e sulle Orobie (m. 1055).
Continuiamo in leggera salita. In basso a destra tra gli alberi vediamo un baitello, un cassottello e un tavolo.
Passando sotto un cavo, ci immettiamo su di una sterrata che arriva di fronte a noi e gira alla nostra sinistra.
Continuiamo diritto, quasi in piano, attorniati da prati. Vediamo un baitello in alto a sinistra.
Entriamo in un bosco di betulle (m. 1060).
Dopo una breve discesa, la sterrata compie un tornante destrorso. La lasciamo per prendere una stradina con il fondo in cemento che prosegue diritto
in salita, in un rado bosco.
Poco dopo troviamo un segnavia con il n. 530.
Arriviamo ad un tornante sinistrorso prima del quale alla destra ci sono delle protezioni con paletti e sbarre di ferro di colore grigio.
Subito dopo
il tornante la stradina è chiusa da una sbarra. Seguendo i bolli proseguiamo diritto con un sentiero che sale, tra i pini, con delle serpentine
incassate nel terreno circostante (m. 1070).
Poi, passando accanto ad un segnavia a bandierina con una freccia rivolta a chi scende, con una curva a destra usciamo dal bosco e ci troviamo in un
grande prato. Alla sinistra c'è una cascina recentemente ristrutturata.
Attraversiamo il prato in leggera salita, inizialmente camminando tra due file di betulle (m. 1095).
Vediamo un segnavia 530 e ci immettiamo su di una stradina con il fondo in cemento e pietre. Alla sinistra c'è una villetta (m. 1125).
Proseguiamo in salita. Ora la stradina ha due strisce di cemento in corrispondenza del passaggio delle ruote.
Passiamo tra altre due villette. Alla sinistra c'è una panca di pietra (m. 1150).
Continuiamo in leggera salita con una sterrata tra i prati. Alla sinistra c'è una fila di giovani pini. Vediamo due baitelli, uno per lato.
Proseguiamo in discesa, superiamo una stanga e ci immettiamo su di una strada con il fondo in cemento. Alla destra la strada si divide in due: una
sterrata con segnale di divieto di transito ed un'altra con il fondo in cemento chiusa da una stanga che conduce verso una proprietà privata. Seguendo
il segnavia 530 andiamo a sinistra, in leggera salita, camminando tra due file di paletti e alberi circondati da prati.
In alto a destra vediamo un
roccolo.
Ignoriamo poi una sterrata che si stacca alla sinistra. Alla destra c'è una casa (m. 1160).
Ora camminiamo quasi in piano. Vediamo una croce alla destra e due case, una per lato.
Incontriamo il sentiero 518 che arriva dalla destra. I segnavia indicano a destra: Cima Tisa a ore 0.35, S. Patrizio a ore 1.40, Vertova a ore 2,
Colzate a ore 2.
Poco più avanti alla destra c'è un muretto mentre alla sinistra tra gli alberi c'è una bella chiesa edificata nel 1727. La troviamo chiusa
ma possiamo comunque ammirare tre affreschi sul soffitto del portico.
Tornati sulla sterrata lasciamo a destra una stradina che sale nei prati; alla sinistra c'è la trattoria La Büsa. Qui troviamo altri segnavia che
indicano con il sentiero 530 la prosecuzione per: Dasla a ore 0.20, Passo Bliben a ore 0.50, Bivacco Testa a ore 2.05, Monte Alben a ore 4.30.
Troviamo poi una piccola grotta con una Madonna di Lourdes alla destra e una baita alla sinistra.
Subito dopo raggiungiamo il grande parcheggio che precede il rifugio.
Ancora pochi passi e lo troviamo alla destra in posizione leggermente sopraelevata (m. 1160).
Tempo impiegato: ore 2.20 - Dislivello: m. 750
Data escursione: ottobre 2013 - febbraio 2024
Terzo itinerario: da Vertova (sentiero 518)
Anche questo itinerario, come il precedente, prende avvio da Largo Vittorio Veneto a Vertova, il che consente di effettuare un giro ad anello unendolo
al 528 oppure al 530.
Come descritto nella prima parte del secondo itinerario raggiungiamo Largo Vittorio Veneto a Vertova (m. 410). Qui troviamo un segnavia CAI che indica
con il sentiero 518: S. Patrizio a ore 0.30, Cavlera a ore 2.10, Monte Tisa a ore 2.15.
Ci incamminiamo in salita lungo Via Don Brini, una strada con il fondo in mattoni.
Ignoriamo sulla destra Vicolo Merelli e poco dopo arriviamo ad un bivio (m. 420). I segnavia indicano a sinistra con Vicolo Vallorcio: sentiero 518,
Sentiero di Honio, San Patrizio, Barbata; a destra: Sentiero di Honio, Semonte, Fiorano al Serio. Andiamo a sinistra, in leggera salita, con una
strada asfaltata tra le case.
Poi, con maggiore pendenza imbocchiamo una scalinata che sale a zig-zag tra due muretti.
Al termine della scalinata sbuchiamo in Via Cereti, che seguiamo verso sinistra, quasi in piano. Qui ci sono altri parcheggi (m. 450).
La strada si biforca ai lati di una santella con un affresco raffigurante il Sacro Cuore e S. Patrizio. Seguendo le indicazioni stradali lasciamo a
sinistra la strada per il M. Cavlera e prendiamo a destra Via Moracchio, una strada in leggera salita all'inizio della quale c'è anche un segnavia a
bandierina con il n. 518. Davanti, in alto, già vediamo in lontananza il Santuario di San Patrizio.
Proseguiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano. Alla destra c'è il cimitero. Anche qui ci sono dei parcheggi liberi.
Giunti all'incrocio con Via XXV Aprile, seguendo il segnavia 518 prendiamo alla sinistra Via Mons. Zenone Testa (m. 465).
Dopo un centinaio di metri in leggera salita arriviamo ad un bivio. Andiamo a destra, in direzione del santuario ben visibile sulla collina.
Tra le ultime case del paese, in salita, arriviamo al termine della strada e proseguiamo con una mulattiera nel bosco. Su di un masso vediamo una
bandierina segnavia. Alla destra c'è un muretto di pietre coperte da muschio (m. 490).
Con maggiore pendenza percorriamo delle serpentine.
Poi ci immettiamo su di una stradina asfaltata davanti alla Tribulina "dol Merèl" contenente un affresco raffigurante Gesù deposto dalla Croce
(m. 515).
Giriamo a destra e subito arriviamo ad un bivio. Passando sopra una grata per lo scolo dell'acqua andiamo ancora a destra in salita seguendo le
indicazioni del Sentiero di Honio, San Patrizio, Barbata.
Alla destra c'è una costruzione in cemento in parte rotonda e in parte quadrata.
Troviamo poi alla sinistra un'altra tribulina con un affresco raffigurante San Patrizio. Su di una targa leggiamo: "I soldati vertovesi reduci
dall'immane guerra europea grati a S. Patrizio per lo scampato pericolo ricordano i compagni caduti, i benefattori e gli operai che resero più facile
l'accesso al Santuario. Luglio 1921". Sotto la targa c'è una fontana.
Con un ponticello superiamo un torrente poi, quasi in piano, raggiungiamo alcune case. Alla destra vediamo il panorama sul sottostante abitato (m. 520).
Proseguiamo con una rete metallica alla destra.
Quando la strada gira a sinistra, seguendo il segnavia 518 proseguiamo diritto con una stradina agro silvo pastorale. Entriamo nel bosco. Alla destra
oltre alla rete c'è anche un guard-rail.
Percorriamo due curve destra-sinistra. La pendenza diminuisce.
Un rivolo scende dalla sinistra e attraversa passando in un tubo interrato.
Pochi passi più avanti ci immettiamo su di una mulattiera che, salendo dalla destra, in questo punto effettua un tornante. Proseguiamo diritto (m. 530).
Subito dopo alla sinistra troviamo la Tribulina "E Sceradel" contenente un affresco raffigurante una madonna con bambino. Alla destra c'è una
panchina con il sedile in cemento e la spalliera di legno.
Continuiamo in salita. Alla destra c'è una corta staccionata di legno. La mulattiera è più larga.
All'esterno di un tornante sinistrorso troviamo un casello dell'acquedotto (m. 550).
Camminiamo tra una staccionata di legno e una rete metallica e subito percorriamo un tornante destrorso. In alto a destra tra gli alberi riusciamo a
vedere il Santuario.
Ora la staccionata di legno è alla destra. La pendenza aumenta (m. 565).
Continuiamo con un muro di pietre alla sinistra, una staccionata e un ruscello alla destra (m. 570).
Alla destra c'è una casa gialla alla quale si accede con un ponticello mentre alla sinistra una targa ricorda una persona scomparsa.
Troviamo poi un rivolo che attraversa passando sotto ad una grata. Alla destra si stacca un sentiero. Il muro e la staccionata terminano (m. 590).
Subito dopo alla sinistra si stacca una stradina chiusa da una stanga gialla. Troviamo alcuni pali della luce. Un'altra stradina, con il fondo in
cemento si affianca dalla destra. Altri tre rivoli, uno dopo l'altro, passano sotto al percorso.
Un cartello indica una trattoria scendendo a destra sulla strada in cemento. Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra (m. 600).
Davanti vediamo il Santuario e dopo una curva a sinistra lo raggiungiamo. Alla destra, accanto al Santuario, ci sono la fontanella di S. Patrizio con
una vecchia scultura raffigurante il santo e poco più avanti tre croci di ferro. Alla sinistra invece c'è una grande rete.
Aggirato il Santuario ne raggiungiamo la facciata. Qui troviamo una carrozzabile asfaltata, che proprio davanti al Santuario compie un tornante destrorso (m. 621).
I segnavia indicano di proseguire seguendo l'asfalto in leggera salita.
Un cartello informa che siamo nel Comune di Colzate. Alla destra la vista spazia sulla vallata percorsa dal Fiume Serio.
Su di una pietra vediamo un segnavia a bandierina con il n. 518.
Un ruscelletto chiuso da un muretto passa sotto alla strada.
Poco più avanti, seguendo i segnavia, lasciamo la strada e saliamo dei gradini alla sinistra camminando tra un muretto e una protezione.
Raggiungiamo la Tribulina "del Lömàghe" accanto alla quale c'è una fontana con vasca (m. 670).
Subito dopo prendiamo un sentiero che sale a sinistra nel bosco.
Incrociamo un ruscelletto che scende dalla sinistra.
Percorriamo un tratto con poca pendenza e, dopo una semicurva a sinistra, torniamo a salire.
Attraversiamo una strada asfaltata e prendiamo una mulattiera in salita che inizia con una corta staccionata alla destra (m. 690).
Un rivolo attraversa passando sotto al percorso.
Dopo un tornante sinistrorso lasciamo a destra una tettoia. Poi giriamo a destra aggirando una casa bianca recintata con una staccionata di legno (m. 700).
Continuiamo in leggera salita. Alla sinistra c'è una casa rosa sulla quale vediamo un affresco. Alla destra c'è un prato.
Alla sinistra scorre una roggia.
Ci immettiamo su di una strada asfaltata accanto al segnale stradale che indica l'inizio di Rezzo fraz. di Colzate. Nel prato alla destra c'è una
vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio. Un ruscelletto attraversa la strada passandole sotto. Seguendo i segnavia andiamo a destra in
lievissima salita (m. 730).
Poco più avanti prendiamo una stradina con il fondo in cemento che si stacca alla sinistra, all'inizio della quale i segnavia indicano il Sentiero di
Honio e la strada per Bondo.
Alla sinistra troviamo subito un garage.
Arriviamo ad una biforcazione e andiamo a destra (m. 740).
Troviamo poi a sinistra una strada a fondo chiuso (m. 750).
Alla destra ci accompagna una bassa siepe che separa la strada dai prati.
Lasciamo a destra una villa (m. 760).
Presso una curva a destra la strada diventa sterrata. Alla sinistra c'è un cassottello.
Camminiamo tra i prati, in leggera salita, con un muretto a sinistra.
Continuiamo dapprima con due strisce di mattoni di cemento forati e poi, tra gli alberi, con il fondo interamente in cemento (m. 775).
Ad una biforcazione, seguendo i bolli, prendiamo il sentiero alla destra. Camminiamo quasi in piano. In basso a destra oltre i prati vediamo alcune
case e villette.
In leggera salita percorriamo pochi passi con il sentiero incassato nel terreno circostante. Un altro sentiero sale dalla destra.
Dopo una curva a destra superiamo un altro breve tratto incassato poi torniamo a salire ed entriamo nel bosco (m. 790).
Ignoriamo tre sentieri che si staccano all'esterno di un tornante sinistrorso (m. 810).
Subito percorriamo un tornante destrorso presso il quale trascuriamo un sentiero che prosegue diritto.
Continuiamo con alcune lievi serpentine.
Dopo un ampio tornante sinistrorso, proseguiamo in leggera salita.
Percorriamo dapprima una curva a destra e poi un altro tornante sinistrorso presso il quale un sentiero sale dalla destra (m. 845).
Il sentiero si divide. Andiamo a sinistra ma dopo un tornante destrorso ritroviamo l'altro sentiero che rientra (m. 865).
Camminando tra alberelli giriamo a sinistra.
Proseguiamo dapprima con un tornante sinistrorso e poi con una curva a destra.
Raggiungiamo la Tribulina "de Ünì" contenente un affresco raffigurante una madonna con bambino. Accanto c'è una panchina (m. 875).
Continuiamo quasi in piano. Ignoriamo un sentiero alla sinistra.
In leggera salita raggiungiamo la "Baita Ünì" (m. 882). Qui ci immettiamo su di una sterrata proseguendo diritto in leggera salita. Alla
sinistra c'è il bosco mentre alla destra una fila di alberi ci separa dai prati.
Ignoriamo due stradine che scendono a destra verso delle cascine.
Tra gli alberi percorriamo un'ampia curva a sinistra. Troviamo delle canaline di metallo per lo scolo dell'acqua.
Ad un bivio lasciamo a sinistra la sterrata che si dirige verso il Monte Cavlera (cartello: Salguara, Cavlera) e, seguendo il segnavia 518, continuiamo diritto, quasi in piano.
Dopo un tratto con poca pendenza, presso un bivio, la strada inizia a scendere. Qui, sempre seguendo i segnavia, la lasciamo e andiamo a sinistra. Un
cartello segnala "Oretel" (m. 910).
Torniamo a salire. Una vecchia protezione in legno ripara dal ripido pendio che precipita alla destra. Su di un cartello leggiamo "pericolo frana" (m. 935).
Dopo pochi ripidi passi proseguiamo in salita.
Ci troviamo sul fondo di un valloncello (m. 955). Poi, seguendo i segnavia, ne usciamo salendo alla destra.
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra con il sentiero incassato nel terreno circostante (m. 970).
Anche il successivo tornante sinistrorso è incassato (m. 985).
Subito dopo percorriamo un tornante destrorso (m. 990).
Proseguiamo con un tornante sinistrorso incassato nel terreno circostante, seguito da una curva a destra.
Attraversiamo un prato. Alla sinistra ci sono una cascina ed un orto recintato. Alla destra ci sono alcuni cassottelli. Camminiamo quasi in piano
con delle protezioni alla destra (m. 1010).
Dopo pochi passi con il fondo in cemento raggiungiamo un incrocio. Ignoriamo la stradina a sinistra che torna alla cascina e quella alla destra che
conduce verso una proprietà privata.
Proseguiamo diritto ma, dopo pochi passi su di una stradina con due strisce di cemento, seguendo i bolli la lasciamo per prendere un sentiero che si
stacca alla destra.
Il sentiero, dopo pochi passi in salita incassato nel terreno, prosegue con poca pendenza attraversando il prato. Alla destra vediamo una cascina.
Passiamo sotto ad un cavo.
Poi torniamo tra gli alberi (m. 1025). In basso a destra scorre un torrente. Riprendiamo a salire.
Più avanti guadiamo un ruscelletto e usciamo dal bosco davanti ad una casa bianca situata in bella posizione panoramica. Su una insegna, scolpito nel
legno leggiamo "Palazzina". Davanti alla casa ci sono delle panchine di marmo bianco (m. 1035).
Alla sinistra dell'edificio alcuni segnavia indicano Cavlera e il sentiero 518.
Alla destra, non lontano, vediamo una sterrata. Rientriamo nel bosco.
Dopo una curva a sinistra percorriamo un tratto incassato (m. 1050).
Ora gli alberi del bosco sono radi e la vegetazione è composta in prevalenza da arbusti (m. 1060).
Dopo un altro tratto con il sentiero incassato, attraversiamo il letto in secca di un ruscello (m. 1070).
Entriamo in una faggeta. Inizialmente alla destra vediamo dei prati e due cascine (m. 1090).
Incrociamo un altro sentiero e, seguendo i bolli, giriamo a sinistra.
Subito dopo il sentiero si divide e andiamo a destra.
Alla sinistra troviamo una piccola croce a ricordo di una persona defunta (m. 1105).
Percorriamo una curva a sinistra subito seguita da un'altra a destra (m. 1135).
Poco prima di arrivare al Roccolo Messina dalla destra si immette il sentiero 526a che proviene da Barbata. Accanto al roccolo ci sono una fontana, un'altalena e un cassottello adibito a legnaia
(m. 1155).
Proseguiamo con una stradina con due strisce di pietre e cemento.
Lasciamo a destra un piccolo slargo e a sinistra una corta protezione. Troviamo un sentiero che si stacca alla destra (m. 1165). I segnavia indicano
con il sentiero 518 a destra: Monte Tisa a ore 0.20, davanti: Cavlera a ore 0.15, dietro: S. Patrizio a ore a ore 1.20, Vertova a ore 1.40, Colzate a
ore 1.40. Andando a destra dopo alcuni passi c'è una sorgente. Continuiamo invece diritto con la stradina in leggera salita.
Più avanti, seguendo i bolli, prendiamo un sentiero che si stacca alla sinistra (m. 1180) con il quale percorriamo un lungo tratto quasi in piano o in
lievissima salita.
Al termine del bosco (m. 1195), in leggera discesa attraversiamo un prato, passiamo sotto dei cavi e raggiungiamo una bella casa accanto alla quale
c'è una vasca scavata nella pietra.
Continuiamo in leggera discesa tra gli alberi mentre alla sinistra il pendio precipita ripidamente.
Più avanti ci immettiamo su di un altro sentiero che arriva dalla sinistra con il quale proseguiamo diritto quasi in piano (m. 1175).
In alto a destra vediamo delle gabbie.
Continuiamo in leggera discesa. Vediamo delle case sparse. Lasciamo a destra un crocefisso.
Poco dopo ci immettiamo sulla sterrata del percorso 530 (m. 1160). I segnavia indicano nella direzione dalla quale proveniamo: Cima Tisa a ore 0.35,
S. Patrizio a ore 1.40, Vertova a ore 2, Colzate a ore 2.
Andiamo a destra quasi in piano e, come già descritto nell'ultima parte del precedente itinerario, superata una chiesa, una trattoria e una grotta
raggiungiamo il grande parcheggio che precede il rifugio.
Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello: m. 785 -35
Data escursione: novembre 2013
Quarto itinerario: da Vertova (sentiero 528)
Anche questa volta partiamo da Largo Vittorio Veneto a Vertova in modo da poter effettuare un giro ad anello unendo il sentiero 528 ad uno dei due
precedentemente descritti (m. 410).
Come descritto nella prima parte del secondo itinerario raggiungiamo Largo Vittorio Veneto.
Continuiamo con Via 5 Martiri che è la prosecuzione di Via IV Novembre. Nel periodo invernale questa strada è decisamente gelida.
Camminiamo quasi in piano. Inizialmente alla sinistra c'è un marciapiede che fiancheggia i capannoni di una fabbrica mentre alla destra c'è un pendio alberato.
Più avanti, tra le case, il marciapiede è situato alla destra della strada.
Troviamo un altro piccolo parcheggio alla destra. Il marciapiede torna alla sinistra dove, in basso, vediamo scorrere il Torrente Vertova.
All'altezza del civico 50 sulla destra si stacca Via Netùra, all'inizio della quale c'è una cappellina, dedicata agli sportivi, che contiene un
affresco raffigurante Cristo deposto dalla Croce nella braccia di Maria. Ci sono anche dei segnavia che indicano: Forcella di Dasla a ore 2.05, Passo
Bliben a ore 3.05, Bivacco Testa a ore 3.35. Andiamo a destra in salita tra le ultime case di Vertova.
Più avanti ignoriamo una stradina alla destra e camminiamo tra una rete alla sinistra e un muro alla destra (m. 445).
Dopo una curva a destra, alla sinistra troviamo delle vecchie traversine ferroviarie riciclate per realizzare dei paracarri. In basso vediamo delle
case. Alla destra c'è un muro di pietre.
Continuiamo tra i prati. Ora anche alla destra c'è una recinzione. La pendenza aumenta (m. 460).
Lasciamo a destra una villetta color arancione e poi un'altra casa (m. 490).
Nei pressi di un crocefisso, trascuriamo una sterrata chiusa da un cancello alla destra e percorriamo due curve ravvicinate sinistra-destra (m. 500).
Alla sinistra c'è uno specchio stradale.
Continuiamo quasi in piano, con un basso muretto alla sinistra e un muro alla destra (m. 510).
Proseguiamo poi in leggera discesa. Ignoriamo un sentiero che sale ripido a destra.
Percorriamo un tratto quasi in piano. Alla sinistra c'è una casa con un affresco raffigurante una madonna con bambino.
Proseguiamo in leggera salita; alla sinistra c'è con una siepe e alla destra un muretto e un prato.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua. Alla sinistra scorre un torrente che è possibile attraversare con un ponticello. Entriamo nel bosco.
Poco dopo, in salita, percorriamo un tornante sinistrorso superando il torrente che passa sotto ad un ponte. Qui termina l'asfalto; ora il fondo
stradale è in cemento (m. 520).
Proseguiamo con dei paletti di legno che reggono un cavo alla sinistra, mentre alla destra c'è un muretto.
All'esterno di un tornante destrorso troviamo una cascina e poi un cancello che chiude un'altra proprietà privata.
Subito dopo alla destra c'è una cappella contenente la statua di una madonna e vari affreschi che raffigurano quattro santi e due scheletri (m. 540).
Seguendo un bollo rosso, lasciamo la stradina e prendiamo un ampio sentiero che si stacca alla destra.
Più avanti, alla destra, c'è un altro sentiero, chiuso da una sbarra, che ignoriamo (m. 555).
Poco dopo, appeso ad un alberello, vediamo il primo segnavia a bandierina con il n. 528.
Continuiamo tra gli alberi con un piccolo muretto a secco alla sinistra.
Percorriamo una curva a destra seguendo una freccia rossa e ignorando il sentiero che diritto porta ad un cancello (m. 570).
Ora alla sinistra ci accompagna una rete metallica. La pendenza aumenta.
Lasciamo a destra un sentiero invaso da sterpi e proseguiamo diritto, in leggera salita, come indicato da una freccia bianca e rossa (m. 585).
Alla sinistra c'è sempre la rete; alla destra c'è un muro a secco.
Camminiamo quasi in piano e ci immettiamo su di una strada con il fondo in cemento. Lasciamo a destra una proprietà privata, andiamo a sinistra e dopo
pochi passi, riprendiamo la strada che avevamo abbandonato alla cappella e che sale a zig-zag dalla sinistra. La seguiamo verso destra come indicato
da uno sbiadito segnavia 528 a bandierina (m. 595).
Ora alla sinistra c'è una staccionata di legno mentre alla destra ci sono alberi e arbusti. In basso a sinistra vediamo alcune case nei prati.
Ignoriamo una stradina che si stacca alla destra (m. 615).
In leggera salita raggiungiamo uno slargo al centro del quale c'è una chiesetta contenente un affresco che raffigura la Madonna che allatta Gesù
Bambino. Ci sono anche delle rudimentali panchine e dei segnavia che indicano a destra con il sentiero 528: Baite Netura a ore 0.50, Forcella di Dasla
a ore 1.35; dietro: Vertova a ore 0.30. Ignoriamo un sentiero in discesa, chiuso da un paletto rosso, che continua diritto e andiamo a destra, in
salita nel bosco, con il fondo in cemento (m. 625).
Vediamo un cassottello interrato alla sinistra. Alla destra si stacca una strada privata. Tre cartelli di legno indicano a destra: Marco, Costante; a
sinistra: Pegnat (m. 640).
Alla sinistra c'è una corta vecchia protezione in legno.
Con minore pendenza proseguiamo su sterrato e troviamo varie canaline in cemento per lo scolo dell'acqua.
Percorriamo una curva a destra (m. 645).
Una stanga chiude la stradina. Un cartello segnala Netura a sinistra con il sentiero 528. Prendiamo questo sentiero tra gli alberi e camminiamo
dapprima quasi in piano e poi in leggera salita (m. 660).
Incrociamo un altro sentiero. Alla sinistra vediamo una cascina in un prato.
Dopo un tratto in salita proseguiamo con minore pendenza (m. 675).
Ignoriamo un sentiero a destra e, seguendo un segnavia a bandierina, proseguiamo diritto. Il sentiero è un po' incassato nel terreno circostante e
procede con serpentine appena accennate.
Proseguiamo quasi in piano. Troviamo parecchi alberi di agrifoglio.
Presso una curva a destra, vediamo un cassottello in cemento in basso alla sinistra (m. 695).
Dopo un tratto in salita, quasi in piano arriviamo ad una biforcazione (m. 705). Andiamo a sinistra in leggera discesa seguendo il segnavia 528.
Quasi subito troviamo un altro sentiero che sale dalla sinistra. Anche qui c'è un segnavia che indica le due direzioni.
Continuiamo quasi in piano con un lungo tratto a mezza costa. Un sentiero sale dalla sinistra. Alterniamo tratti quasi in piano, dapprima ad altri con
poca pendenza e poi ad altri in salita (m. 720).
Poi saliamo in modo abbastanza ripido (m. 750).
Ignoriamo un sentiero che sale a destra e, seguendo i bolli, proseguiamo diritto quasi in piano. Il pendio alla sinistra del sentiero scende ripidamente (m. 765).
Percorriamo un tornante destrorso.
Aggiriamo una roccetta situata in mezzo al sentiero poi riprendiamo a salire.
Alla destra vediamo una guglia (m. 775).
Proseguiamo quasi in piano e poco dopo ne vediamo un'altra presso una curva a sinistra dove un ruscello attraversa il sentiero scorrendo sotto un
ponticello di pietra.
Alla destra vediamo una grotta che si apre sotto una grande roccia.
Percorriamo due curve destra-sinistra e proseguiamo in leggera discesa.
Dopo una curva a destra incassata, continuiamo quasi in piano (m. 765).
Percorriamo un'altra curva a destra in leggera discesa e subito dopo torniamo a camminare quasi in piano.
Accanto ad una roccia percorriamo pochi passi in salita. Poi la la pendenza diminuisce.
Passiamo tra due spuntoni di roccia (m. 775).
Proseguiamo quasi in piano tra altre rocce una delle quali ha le curiose sembianze di un volto umano rivolto verso il cielo.
Subito dopo un tornante destrorso torniamo a camminare in salita.
Un piccolo sentiero si immette dalla sinistra (m. 785).
Dopo una curva a destra continuiamo quasi in piano.
Superiamo un passaggio incassato tra il terreno e una roccia sulla quale vediamo un segno + in un cerchietto rosso e una bandierina segnavia (m. 795).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
Percorriamo una curva e destra e proseguiamo dapprima in lievissima discesa e poi quasi in piano (m. 805).
Alla destra c'è una grande roccia sopra alla quale ne vediamo un'altra più piccola che sembra in bilico (m. 800).
Dopo un tratto in leggera discesa, continuiamo quasi in piano e troviamo dei cartelli che avvertono che questa zona è sotto video sorveglianza.
Guadiamo un ruscello.
Troviamo un grande albero sradicato, di traverso sopra al sentiero, che superiamo a fatica.
Poco dopo, presso un tornante sinistrorso, guadiamo un torrente che scende dalla destra (m. 810).
Poi, in salita, retrocediamo sull'altra sponda.
Superiamo due tornanti ravvicinati, destra-sinistra, incassati nel terreno circostante.
Dopo alcuni ripidi passi, proseguiamo dapprima in lieve discesa e poi quasi in piano (m. 825).
Attraversiamo il solco scavato da un ruscello che troviamo asciutto e torniamo a salire.
Poi con minore pendenza superiamo due tornanti ravvicinati destra-sinistra (m. 840).
Riprendiamo a salire con alcuni zig-zag.
Tra gli alberi alla destra riusciamo a vedere un prato e la Cascina Netura. Percorriamo un tornante sinistrorso. Passiamo accanto ad altri spuntoni di
roccia (m. 870).
Con un ampio tornante destrorso aggiriamo il prato. Il sentiero si divide e subito si ricompone.
In leggera salita camminiamo su di un crinale con un alberato pendio che precipita alla sinistra (m. 885).
Poco più avanti il sentiero si sposta alla sinistra e procede a mezza costa alternando due tratti quasi in piano ad uno con poca pendenza.
Alla destra vediamo un intaglio nella roccia (m. 895).
Il sentiero subito dopo si biforca e, seguendo i bolli, andiamo a destra in salita, ignorando l'altra traccia che scende a sinistra.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 905). Poco dopo ne percorriamo un altro sinistrorso.
Dopo pochi passi in salita, proseguiamo quasi in piano. Troviamo un altro albero sradicato e lo aggiriamo risalendo alla destra (m. 915).
In leggera salita percorriamo un breve tratto incassato e poi continuiamo con serpentine appena accennate.
Torniamo a camminare quasi in piano e vediamo il segnavia 528 su di un masso alla sinistra (m. 930).
Un altro albero sradicato non ci crea problemi e lo superiamo agevolmente alla destra.
Alla destra troviamo una roccia, parzialmente sporgente verso il sentiero.
Torniamo a salire. Percorriamo due zig-zag destra-sinistra.
Alla destra c'è un'altra roccia.
Prima di una curva a destra, alla sinistra vediamo un albero piegato a gomito.
Continuiamo dapprima quasi in piano e poi in salita. Davanti, in alto, vediamo la Forcella di Dasla.
Superiamo un intaglio tra le rocce dove c'è anche una piccola croce (m. 955).
Percorriamo delle serpentine in leggera discesa.
Dopo un tratto quasi in piano proseguiamo con poca pendenza. Il sentiero è un po' incassato. In basso a sinistra, in fondo ad una valletta, vediamo
scorrere un torrente.
Poco dopo ad un bivio, seguendo i bolli, saliamo verso destra, lasciando l'altro sentiero che si dirige verso il torrente.
Il sentiero si divide in tre tracce e prendiamo quella centrale che inizialmente sale in modo abbastanza ripido. Poi la pendenza diminuisce un poco.
Troviamo alcuni piccoli tronchi, collocati raso terra alla sinistra, come rinforzo.
Giriamo a sinistra attraversando il letto di un torrente che troviamo in secca (m. 975).
Proseguiamo con poca pendenza. Il sentiero è stretto ed è leggermente incassato tra l'erba.
Dopo un tornante destrorso torniamo a salire tra erba e radi alberi (m. 985).
Il sentiero si divide e subito si ricompone.
Lasciamo a destra una roccetta e percorriamo un tornante sinistrorso.
Anche al successivo tornante il sentiero si divide e riunisce.
Percorriamo un altro tornante sinistrorso (m. 1000). Alla sinistra, sull'altro lato della valle, vediamo una baita.
Proseguiamo con poca pendenza. Il sentiero ancora si divide e riunisce (m. 1010).
Dopo una curva a destra, saliamo con delle serpentine.
Poi quasi in piano scavalchiamo un rivolo (m. 1030).
Presso un tornante destrorso vediamo il segnavia 528. Riprendiamo a salire e percorriamo altri tre tornanti sinistra-destra-sinistra.
Al successivo tornante destrorso ignoriamo un sentiero che prosegue diritto verso il torrente (m. 1045).
Superiamo due tornanti sinistrorsi il secondo dei quali incassato.
Percorriamo un tratto abbastanza ripido al termine del quale superamo un altro tratto incassato (m. 1060).
Continuiamo in leggera salita tra erba e alberi.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1070) poi riprendiamo a salire con un piccolo sentiero più basso rispetto al livello del terreno circostante.
In sentiero si divide e subito si ricompone (m. 1080).
Poi si scompone in varie tracce. Saliamo in modo abbastanza ripido. In alto vediamo due baite verso sinistra; un rudere e un guard-rail verso destra.
La pendenza aumenta.
Poi in leggera salita percorriamo un'ampia curva verso sinistra.
Attraversiamo un prato, passando accanto ad una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio.
Poco dopo sbuchiamo su di una stradina con il fondo in cemento. Andiamo a sinistra quasi in piano e subito alla sinistra troviamo una vecchia stalla
(m. 1100).
Dopo una curva a destra incrociamo il sentiero 530. Su di un albero ci sono due cartelli in legno sul quali leggiamo: Loc.tà Dasla (ma il pezzo a
destra è mancante), GAV, sentiero 530, Bivacco Testa.
Alcuni vecchi segnavia indicano a sinistra con il sentiero 530: Passo Bliben a ore 0.30, Bivacco Testa a ore 1.45, Monte Alben a ore 4.10; a destra:
Cavlera a ore 0.30, Vertova a ore 1.50. Un altro segnavia indica dietro il sentiero 528 che abbiamo percorso. Non ci sono indicazioni per quanto
riguarda la stradina che prosegue diritto.
Prendiamo il sentiero alla destra nei prati. Passiamo accanto ad una vecchia vasca da bagno riciclata come abbeveratoio. Inizialmente la pendenza è
poca, poi aumenta e diventa abbastanza ripida (m. 1130). In basso a destra vediamo la stradina in cemento.
Al termine del prato, su di un albero vediamo un segnavia a bandierina (m. 1145).
La pendenza diminuisce un poco. Poi in leggera salita, lasciamo a destra un appostamento per la caccia di colore verde.
Raggiungiamo la stradina con il fondo in cemento. I segnavia indicano dietro con il sentiero 530: Bivacco Testa, M. Alben.
La attraversiamo e, seguendo un segnavia che indica Cavlera, riprendiamo il sentiero.
Lasciamo a sinistra una radura in fondo alla quale vediamo la statua di una madonna. Passiamo accanto ad una pozza recintata. Su di un cartello
leggiamo "Stagno Abram" (m. 1175).
Possiamo girare a destra per prendere un sentiero che sale tra radi faggi oppure proseguire un poco fino a riportarci sulla stradina.
In ogni caso dopo un tratto in salita i due percorso di ricongiungono.
Pochi passi più avanti, seguendo i segnavia che indicano Cavlera, prendiamo una sterrata in leggera discesa che si stacca alla destra (m. 1195).
Ci spostiamo poi su di un sentiero che, quasi in piano, le scorre parallelo alla sinistra. Alla destra vediamo una casa.
Più avanti ci riportiamo sulla sterrata. Alla destra ci sono dei paletti di legno. Alla sinistra c'è una roccia.
Poco dopo alla destra si stacca una stradina che porta ad uno slargo dove c'è un baitello (m. 1180).
Proseguiamo dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano e percorriamo una curva a destra.
Poi superiamo altre due curve sinistra-destra.
Usciti dal bosco proseguiamo tra i prati. In alto a sinistra vediamo alcune case. Alla destra c'è una pozza. Ignoriamo una sterrata che si stacca alla
sinistra. Un segnavia indica davanti: sentiero 530, rifugio, chiesetta (m. 1175).
In leggera discesa, lasciamo una baita alla destra. Alla sinistra ci accompagna una fila di alberi, oltre la quale vediamo una cascina nei prati.
Lasciamo poi a destra uno slargo dove ci sono una tettoia e un'altalena. Il fondo della stradina ora è in cemento (m. 1165).
Con una curva a sinistra aggiriamo la cascina.
Passiamo da un cancelletto che troviamo aperto.
Continuando diritto ci immettiamo sulla strada che sale da Vertova, che qui compie un tornante destrorso e vediamo il segnavia 530 che indica le due
direzioni (m. 1145).
Percorriamo un tratto in salita.
Presso una curva a destra vediamo un cartello che indica, nella direzione dalla quale proveniamo: sentiero 530, Dasla, Biv. Testa. Monte Alben.
Ora, con pochissima pendenza, camminiamo tra prati nei quali vediamo alcune case. Alla destra ci accompagna una staccionata.
Preannunciato dalla bandiera, vediamo il rifugio sulla sinistra, poco più in alto rispetto alla strada e poco dopo lo raggiungiamo.
Tempo impiegato: ore 2.50 - Dislivello: m. 840 -90
Data escursione: dicembre 2013
Quinto itinerario: da Colzate (sentiero 526a)
Con la provinciale 671 della Valle Seriana arriviamo fino a km. 22.6 dove giriamo a sinistra in Via Cav. Gianni Radici. Poco dopo lasciamo la macchina
sulla destra nel grande parcheggio dalla ditta Itema S.p.A. (m. 440).
In fondo al parcheggio prende avvio una strada sterrata agro-silvo-pastorale all'inizio della quale c'è il segnavia 526a. Un segnale stradale indica
il divieto di transito ai veicoli. Alla destra scorre un ruscello incanalato tra due muri.
Subito ignoriamo una stradina che retrocede verso sinistra e proseguiamo diritto in leggera salita (m. 455). I segnavia infatti indicano diritto con
il percorso 526A: Bondo a ore 0.40, Barbata a ore 1.30 e Bivacco La Plana a ore 3.30.
Poco dopo, con un tornante destrorso, attraversiamo il ruscello passando su di un ponte in cemento con protezioni in ferro ai lati.
Continuiamo con il fondo in cemento, attorniati da alberi.
Un cartello attaccato ad un albero indica: Bondo, Bornione e Barbata. Un tubo passa sotto alla stradina. Alla destra ci sono delle protezioni in
metallo mentre alla sinistra dei rinforzi con pali di legno collocati in modo da prevenire un eventuale smottamento del terreno.
Passando sotto ai cavi dell'alta tensione percorriamo un ampio tornante sinistrorso con delle protezioni all'esterno. In basso a destra vediamo la
Itema (m. 465).
Arriviamo alla centrale antincendio (m. 475). Qui abbandoniamo la stradina che gira a destra e seguendo le indicazioni per Bondo, Bornione e Barbata
continuiamo diritto con un sentiero nel bosco.
Troviamo subito una biforcazione. Non ci sono indicazioni e prendiamo il sentiero in salita alla destra.
Proseguiamo con pochissima pendenza. Su di una pietra vediamo un bollo rosso-bianco-rosso a strisce orizzontali.
Percorriamo pochi metri con un muretto di cemento che scende alla sinistra a rinforzo del sentiero.
Prendiamo subito un sentiero che si stacca con un tornante verso destra, abbandonando l'altro che continua diritto. I segnavia indicano a
destra con il sentiero 526a
: Bondo, Bornione, Barbata.
Dopo un tratto in salita continuiamo con poca pendenza.
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a sinistra. In questo punto gli alberi sono più radi e, in basso a destra, vediamo i tetti della sottostante
fabbrica (m. 490).
Torniamo nel bosco. Su di un cartello appeso ad un albero leggiamo: "attenzione campo tiro 9" (m. 500).
Il sentiero prosegue incassato nel terreno circostante. Vediamo un bollo rosso su di un albero che si protende sopra al percorso.
In salita raggiungiamo un altro cartello del "Gruppo Arcieri La Corna" (m. 515).
Vediamo il segnavia 526a
a bandierina. Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Con minore pendenza passiamo accanto al cartello: "campo tiro 10" (m. 545).
Poco dopo riprendiamo a salire. Il sentiero è incassato nel terreno circostante. Alla destra c'è un valloncello in fondo al quale scorre un ruscelletto.
Troviamo un cartello del tiro con l'arco che raccomanda di non uscire dal sentiero. In modo abbastanza ripido superiamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 560).
Dopo un tratto con poca pendenza, saliamo in modo abbastanza ripido su fondo roccioso (m. 570).
Raggiungiamo un albero con un segnavia rosso-bianco-rosso a strisce orizzontali. Giriamo a destra e, in leggera salita, scavalchiamo il ruscelletto.
Riprendiamo a salire e percorriamo tre tornanti sx-dx-sx (m. 595).
Dopo pochi metri con il sentiero incassato nel terreno, superiamo un tornante destrorso passando tra due roccette (m. 610).
Percorriamo un tratto con poca pendenza e riprendiamo a salire.
Aggiriamo un gruppo di tre alberi cresciuti nel mezzo al sentiero.
Attraversiamo il letto di un ruscello che scende dalla sinistra.
Continuiamo con poca pendenza fino ad una curva a sinistra oltre la quale riprendiamo a salire (m. 630).
Dopo un breve tratto su fondo roccioso superiamo un tornante sinistrorso.
Percorriamo due tornanti destra-sinistra con il sentiero incassato nel terreno circostante (m. 640).
Proseguiamo con un ampio tornante destrorso.
Saliamo alcuni rudimentali gradini di roccia.
Il sentiero in alcuni punti è incassato nel terreno.
Dopo un tornante sinistrorso, proseguiamo con poca pendenza (m. 655). Di tanto in tratto vediamo delle piccole frecce bianche rivolte in senso
contrario al nostro procedere.
Presso un tornante destrorso ignoriamo una traccia che continua diritto (m. 665).
Dopo un altro breve tratto incassato, torniamo a salire e percorriamo un ampio tornante sinistrorso.
Continuiamo con un tornante destrorso ed un altro tratto di sentiero incassato incassato nel terreno circostante.
Presso un tornante sinistrorso vediamo una freccia bianco-rossa che indica la direzione dalla quale proveniamo (m. 680).
Al successivo tornante destrorso il tratto incassato termina.
Per alcuni metri camminiamo su delle pietre ben sistemate e arriviamo ad un bivio (m. 695). Su di un albero vediamo il segnavia a bandierina 526a
con
la punta a sinistra ed una tavoletta di legno sulla quale è stata incisa una rudimentale cartina che segnala Bondo davanti a ore 0.15 e a sinistra a
ore 0.20. Andiamo a sinistra.
Con pochissima pendenza arriviamo ad una curva a sinistra oltre la quale proseguiamo quasi in piano.
Continuiamo in leggera discesa con delle semicurve.
Un rivolo attraversa il cammino.
Percorriamo un tratto con il sentiero incassato nel terreno circostante.
Un sentiero scende a sinistra. Poco prima e poco dopo, due segnavia 526a
invitano ad ignorarlo e a continuare diritto (m. 680).
Proseguiamo quasi in piano. Alla destra troviamo una piccola vasca circondata da pietre subito seguita da una sorgente. L'acqua esce da un tubicino
rosso, passa nella vasca e poi attraversa il sentiero allagandolo (m. 675).
Subito giriamo a destra e proseguiamo in leggera salita.
Percorriamo un ampio tornante destrorso.
Saliamo in modo abbastanza ripido su di un largo sentiero. Alla destra ci accompagnano dei pali di legno che reggono un fascio di cavi.
Proseguiamo con poca pendenza. In lontananza, cominciamo a intravedere tra gli alberi alcune case di Bondo.
Alla destra troviamo una tribulina con un affresco raffigurante una madonna con bambino. Un cartello su di un albero
invita a proseguire per Bondo, Bornione e Barbata (m. 705).
Continuiamo in leggera salita con un muretto di pietre alla destra.
Percorriamo una curva a sinistra (m. 715).
Proseguiamo quasi in piano e aggiriamo un albero cresciuto nel mezzo al sentiero.
Riprendiamo a salire.
Ora il sentiero si restringe. Percorriamo due tratti quasi in piano alternati ad uno con poca pendenza (m. 730).
Dopo un tratto in salita, quasi in piano superiamo una curva a destra (m. 740).
Continuiamo in leggera salita. Ignoriamo un sentierino che retrocede alla destra.
In alto a destra vediamo una casa color arancione e il guard-rail della strada asfaltata.
Riprendiamo a salire con un muro alla destra dal quale esce un grosso tubo nero. Dei gradini salgono a destra verso la casa.
Poco dopo ci immettiamo sulla strada asfaltata (Via San Bernardino). Siamo a Bondo e con pochi passi verso destra raggiungiamo la chiesa di San
Bernardino (m. 770).
Prima della chiesa troviamo sulla sinistra il segnavia 526a a bandierina, l'indicazione per Bornione e Barbata ed una freccia bianca (da questo punto
le frecce bianche indicheranno la nostra direzione di marcia). Prendiamo la mulattiera che sale passando tra il cimitero e la chiesa.
Troviamo poi un prato, limitato da un muretto a secco alla sinistra, ed un campo di calcio alla destra.
Con 22 gradini in cemento ci riportiamo sulla strada asfaltata. Seguendo i segnavia, la attraversiamo e raggiungiamo Piazza S. Bernardo, con il fondo
acciottolato, dove troviamo un lavatoio coperto.
Continuiamo diritto tra le case con Via Padre Alfonso da Bondo che, poco dopo, gira a destra e subito si biforca (m. 800). Una freccia bianca ci
indirizza verso sinistra.
Poi sempre seguendo la freccia, giriamo a sinistra con un tornante e saliamo una gradinata. Alla destra c'è un corrimano.
Al termine della gradinata torniamo ad immetterci sulla strada (m. 810). Il segnavia 526a ed una freccia bianca indicano di proseguire verso destra
seguendo l'asfalto. Se invece attraversiamo la strada, pochi metri alla sinistra troviamo la partenza della variante (descritta più sotto) che ci fa
risparmiare pochi minuti. Qui i segnavia indicano: Barbata, Tre Stalle, Berlina, Foet, Cavlera.
Seguiamo la strada asfaltata con il 526/a e con pochissima pendenza percorriamo un'ampia curva verso sinistra.
Arriviamo ad un bivio (m. 825). Ignoriamo una sterrata che scende a destra e la Via San Bernardino che prosegue verso sinistra. Prendiamo invece una
strada asfaltata alla destra. I segnavia indicano a sinistra: Bornione, Unì, Cavlera, Barbata; a destra: 526a
, Barbata, Tre Stalle, Berlina, Foet.
Vediamo un segnavia rosso-bianco-rosso a strisce orizzontali su di una pietra. Subito percorriamo una curva a sinistra. Alla destra c'è il bosco.
Presso una curva a sinistra troviamo il cartello che segnala l'inizio di Colle Bondo. Alla sinistra c'è una Tribulina contenenti alcuni affreschi (m.
830). Lasciamo la strada asfaltata per prendere una stradina con il fondo in cemento che gira a sinistra passando dietro alla tribulina. I segnavia
indicano con il sentiero 526a: Tre Stalle, Barbata.
Dopo alcuni passi prendiamo il sentiero che si stacca alla destra.
Alla sinistra c'è la recinzione di una grande casa bianca, formata da un misto di siepi, paletti di metallo e tratti di una vecchia staccionata in
legno, mentre alla destra ci sono degli alberi.
Al termine della recinzione, con un tornante destrorso entriamo nel bosco (m. 845).
Proseguiamo con una curva a sinistra seguita da due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 865).
Ignoriamo due sentieri, uno dopo l'altro, che si staccano alla sinistra.
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso passando tra un bollo bianco ed un cerchietto rosso dipinti sulle pietre (m. 880).
Subito il sentiero si sdoppia, gira a destra e si ricompone.
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 895).
In alto a sinistra vediamo un appostamento per la caccia con un cassottello verde ed una grande gabbia.
Continuiamo in leggera salita.
Il bosco è più rado. Percorriamo una curva a sinistra con il sentiero incassato nel terreno circostante (m. 905).
Vediamo una freccia bianca e subito giriamo a destra.
Il sentiero prosegue, in salita con delle serpentine, incassato tra le pietre.
Arriviamo ad un bivio (m. 925). I segnavia indicano diritto: Barbata, Tre Stalle; a sinistra: Bornione, Unì, S. Patrizio, Colzate; dietro: Bondo,
Corna Noce, Colzate. Proseguiamo diritto come indicato anche da una freccia bianca.
Percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante.
Ignoriamo un sentiero che retrocede a sinistra. Alla destra, in lontananza, vediamo delle case.
Una stradina con il fondo in cemento sale dalla destra.
Alla destra troviamo subito una casa recintata con una staccionata ed una siepe. Su di un cartello leggiamo: "La Fopèla" (m. 940).
La strada piega a sinistra e prosegue con il fondo in cemento fino ad una curva a sinistra oltre la quale ci sono solo due strisce di cemento in
corrispondenza del passaggio delle ruote.
In alto a sinistra vediamo una casa ed una stalla/fienile nel bosco.
Dopo una curva a destra continuiamo in salita (m. 950).
Un'altra stradina arriva dalla sinistra (m. 960).
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra ci sono dei tronchi collocati in orizzontale e fissati con dei paletti di ferro per prevenire un
possibile smottamento del terreno.
Alla destra ci sono delle protezioni in legno. Ignoriamo una stradina che, con un tornante sinistrorso, retrocede in salita.
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire (m. 970).
Il percorso si biforca; nel mezzo c'è una santella contenente la statua della madonna chiusa da un'inferriata sulla quale leggiamo: "Ave Maria".
Con il sentiero verso sinistra o con la stradina chiusa da una catena verso destra, ci immettiamo sulla strada asfaltata (m. 985). I segnavia
indicano a sinistra: Sentiero di Honio, Tre Stalle, Barbata; dietro: Unì, San Patrizio, Colzate, Bondo, San Bernardino. Seguiamo l'asfalto verso
sinistra trascurando una stradina che subito retrocede in salita.
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a sinistra.
Ignoriamo una strada che scende a destra verso una casa e continuiamo in leggera salita.
Poco dopo, alla sinistra, un'altra stradina, all'inizio della quale c'è un crocefisso, si dirige verso una casa.
Continuiamo in lievissima discesa con vista sull'Alben e altre cime sia davanti che alla destra (m. 990).
Camminiamo con una fila di alberi alla destra ed una di pali che reggono dei fili della corrente alla sinistra.
Un cartello stradale informa che siamo in Via Colle Bondo. Alla destra c'è una casa recintata. Sopra al cancello, inciso nel legno, leggiamo: "Baita
de l'Aser". Qui termina Colle Bondo (m. 985).
Proseguiamo in discesa su asfalto.
Alla destra troviamo una grande stalla-fienile.
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a sinistra (m. 975).
Ignoriamo una strada che scende a destra e subito, in leggera salita, percorriamo una curva verso destra.
Continuiamo in discesa. Ora il fondo è in cemento.
In leggera discesa transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Arriviamo a Barbata e, quasi in piano, la attraversiamo (m. 965). Vediamo due affreschi: Cristo deposto dalla croce e un santo con il cuore trafitto
da sette frecce. Un cartello segnala Piazza Dante anche se in realtà c'è solo la strada che attraversa il piccolo borgo (m. 960).
Un sentiero si stacca alla destra. I segnavia indicano diritto: Barbata, Val del Riso; a destra: Barbàda de Lét. Continuiamo diritto in salita.
Più avanti troviamo sulla destra la chiesa della Mercede risalente al secolo XIII°, sulla quale vediamo una grande scritta: "Ave Maria" (m. 980).
La strada prosegue a sinistra in salita. Vari segnavia indicano a sinistra: sentiero 526a
: Biv. La Plana, Alben, Tre Stalle, Berlina, Foet, Cavlera,
coll. CAI 518; dietro: Sentiero di Honio, Unì, S. Patrizio, Colzate.
Alla destra c'è una staccionata, realizzata riciclando delle vecchie traversine ferroviarie, oltre la quale vediamo alcune baite in un prato.
Percorriamo una curva a destra (m. 985).
Presso un'ampia curva a sinistra troviamo una tribulina con un affresco raffigurante Cristo in croce tra i ladroni. Su di un cartello leggiamo: "Tribulina
la cà l'Adam".
Proseguiamo quasi in piano lasciando a sinistra una cascina recintata con una rete.
In leggera salita rientriamo nel bosco.
Alla destra una staccionata in legno ripara da un ripido precipizio; alla sinistra una targa ricorda una persona scomparsa (m. 1020).
Poco dopo ignoriamo una stradina che scende a destra e proseguiamo diritto in salita. I segnavia indicano diritto: Tre Stalle, Foet, Cavlera, coll.
CAI 518; dietro: Sentiero di Honio, Unì, Bondo, San Patrizio.
Trascuriamo un'altra stradina che si stacca alla sinistra.
Percorriamo una curva a sinistra molto ampia ignorando una stradina che prosegue diritto (m. 1045). I segnavia indicano a sinistra: Tre Stalle,
Bornione, Bondo, Uni.
Il tratto con il fondo in cemento termina e continuiamo in leggera salita su sterrato.
Troviamo un cassottello verde alla sinistra.
Camminiamo tra i prati. Alla sinistra vediamo due cascine; alla destra un rudere ed una cascina (m. 1060).
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a destra.
Alla destra troviamo una casa recintata con una staccionata e attorniata da alberi (m. 1070).
Poco dopo la strada termina accanto ad una cascina e ad una tettoia. Su di un palo in cemento vediamo un bollo bianco-rosso.
Seguendo delle orme nella neve ci portiamo alla destra della cascina e attraversiamo un prato.
Lasciamo a sinistra una piccola pozza e camminando tra due staccionate raggiungiamo un casello dell'acquedotto. Sulla staccionata a sinistra vediamo
un bollo bianco-rosso.
Proseguiamo in salita puntando inizialmente verso un traliccio dell'alta tensione che vediamo davanti in alto.
Poi pieghiamo a sinistra (m. 1095).
Percorriamo un'ampia curva a destra (m. 1105).
Continuiamo tra gli alberi con poca pendenza.
Presso una curva a sinistra vediamo un bollo bianco-rosso sul tronco di un albero (m. 1115).
Torniamo a salire e percorriamo un ampio tornante destrorso.
Camminando sotto i cavi dell'alta tensione raggiungiamo il traliccio (1135).
Proseguiamo verso destra dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Lasciamo a destra un cancelletto.
Poco dopo vediamo un bollo bianco-rosso. Continuiamo con un muretto di pietre alla destra.
Ci immettiamo sul sentiero 518 che arriva dalla sinistra. Alla destra c'è il Roccolo Ventura. Il segnavia 526a segnala il sentiero che abbiamo fin qui
percorso (m. 1155).
Proseguiamo diritto come già descritto nella parte finale del terzo itinerario.
Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 800 -80
Data escursione: febbraio 2016
Variante sentiero 526/a
Come descritto nel precedente itinerario arriviamo al bivio nella parte alta di Bondo (m. 810). Il segnavia 526a ed una freccia bianca indicano di
proseguire verso destra seguendo l'asfalto. Se invece attraversiamo la strada, pochi metri alla sinistra troviamo la partenza di questa variante che
ci fa risparmiare pochi minuti. Qui i segnavia indicano: Barbata, Tre Stalle, Berlina, Foet, Cavlera.
Saliamo dei gradini in cemento accompagnati da una ringhiera dipinta di verde sul lato a valle. Percorriamo un tornante sinistrorso.
Dopo aver superato un lampione, continuiamo in leggera salita con un sentiero inerbito.
Proseguiamo quasi in piano con una fila di alberi alla sinistra. Alla destra ci sono due case recintate divise da un viottolo (m. 815).
Vediamo dei gradini che salgono a zig-zag verso la seconda casa.
Troviamo un tronco, con un bollo bianco rosso, collocato in orizzontale a lato del sentiero.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla destra c'è un muretto a secco sormontato da una rete.
Camminiamo tra un prato alla sinistra e degli orti recintati alla destra.
In salita percorriamo un ampio tornante destrorso, aggirando la recinzione (m. 830).
Superiamo una curva a sinistra (m. 840).
Attraversiamo una strada asfaltata. I segnavia indicano diritto: Barbata, Tre Stalle, Berlina, Foet (m. 845).
Proseguiamo quasi in piano con una sterrata. A destra, sul muro di una casa, leggiamo: "Casa Falìa".
Percorriamo una curva a destra.
Continuiamo in leggera salita tra i prati. Alla sinistra c'è una legnaia. Ora la stradina ha due strisce di cemento in corrispondenza del passaggio delle ruote.
Superiamo una griglia in ferro per lo scolo dell'acqua e proseguiamo in salita su fondo acciottolato (m. 855).
Transitiamo sotto dei cavi.
Troviamo un'altra grata presso una curva a destra, all'esterno della quale si stacca un cunicolo. (m. 870).
Percorriamo un tornante sinistrorso passando accanto ad una casa con l'insegna "Ol Casal".
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra. Vediamo un bollo bianco.
Entriamo nel bosco. Ad un bivio ignoriamo il sentiero che prosegue diritto e, come indicato da un bollo bianco, continuiamo verso destra con un
sentiero incassato tra il terreno e le roccette circostanti (m. 880).
Poco dopo ignoriamo una traccia che sale a sinistra.
Più avanti, alla destra, oltre un muretto di pietre a secco, vediamo un prato; alla sinistra c'è il bosco (m. 900).
Continuiamo in leggera salita. Ignoriamo un altro sentiero che si stacca a sinistra.
Percorriamo una curva a destra.
Più avanti torniamo a salire.
Pochi passi dopo una curva a destra, ad un bivio, torniamo ad immetterci sul percorso descritto nel precedente itinerario (m. 925). I segnavia
indicano a sinistra: Barbata, Tre Stalle; dietro: Bornione, Unì, S. Patrizio, Colzate; a destra: Bondo, Corna Noce, Colzate. Continuiamo verso
sinistra come indicato anche da una freccia bianca e come già descritto precedentemente.
Tempo impiegato: ore 2.55 - Dislivello: m. 800 -80
Data escursione: ottobre 2016
Escursioni partendo dal Rifugio:
- al Monte Tisa (m. 1320) in ore 0.40
- al Bivacco Testa (m. 1489) in ore 2
- alla Vetta del Monte Alben (m. 2019) in ore 4.30
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