Rifugio Museo Malga Lunga

Il Rifugio Museo Malga Lunga è situato sul Monte di Sovere con bella vista panoramica sulla Val Borlezza, la Val Cavallina e i Laghi di Iseo e di Endine.

Su un disco nei pressi del rifugio sono impressi i nomi dei monti e delle località che si possono vedere e la direzione in cui bisogna guardare. Da ovest verso est:
Monte Adamello (m. 3539), Cima della Bacchetta (m. 2549), Rifugio Magnolini (m. 1612), Monte Pora (m. 1879), Monte Alto (m. 1723), Monte Colombina (m. 1459), Monte Listino (m. 2746), Cornone di Blumone (m. 2830), Monte Bruffione (m. 2664), Bossico (m. 858), Monte Fra (m. 2158), Monte Crestoso (m. 2207), Monte Muffetto (m. 2060), Costa Volpino, Monte Campione (m. 1827), Pisogne, Colle San Zeno (m. 1434), Monte Guglielmo (m. 1949), 30 Passi (m. 1248), Punta Tisdel (m. 1334), Punta Almada (m. 1390).

Nei locali del rifugio è stato ricavato un museo che conserva le testimonianza della lotta partigiana: foto, lettere, manifesti, proclami e alcuni oggetti.
All'esterno dell'edificio ci sono cippi e targhe commemorative dei partigiani caduti. Su una lastra di marmo è inciso quanto segue:
"In questo luogo il 17-11-1944 un gruppo di partigiani della 53a Brigata Garibaldi venne catturato dalla famigerata Tagliamento fascista. Il sovietico Efanov -Starik- e Mario Zedurri -Tormenta- vennero uccisi immediatamente. Giorgio Paglia -Giorgio- comandante del distaccamento, Guido Galimberti -Barbieri-, Andrea Caslini -Rocco- e i sovietici Donez, Molotov Copenko Noghin vennero fucilati alcuni giorni dopo al cimitero di Costa Volpino.
Ricordiamo che il loro sacrificio rappresenta il duro prezzo pagato per la conquista della libertà e della democrazia. - Malga Lunga 1981
"

Primo itinerario: dalla strada per Val Piana

Con la provinciale 671 risaliamo la Valle Seriana. Dopo aver superato Gazzaniga, all'altezza del km. 19.3, prendiamo sulla destra la provinciale 42 della Val Gandino.
Dopo Leffe e prima di arrivare a Gandino giriamo a destra per Peia. Arrivati ad una rotonda proseguiamo verso sinistra con Via Fontanella in direzione di Val Piana. Giunti ad uno stop andiamo a destra.

Più avanti, accanto al lanificio Testa, un sentiero sale a sinistra. I segnavia indicano con il sentiero 544: Val Piana a ore 1.30, M.te di Sovere a ore 2.45.
Continuiamo in auto con la strada e raggiungiamo uno slargo che precede un ponte (m. 737). A sinistra alcuni segnavia indicano: sentiero 544a Croce di Corno, sentiero per esperti; Falesia Fontanei. C'è anche una cartina della zona che riporta sentieri e tempi di percorrenza.
Subito dopo il ponte, sempre a sinistra c'è un altro sentiero. Qui i segnavia indicano Val Piana a ore 0.40. Il sentiero è freddo e in ombra. Decidiamo pertanto di continuare in auto.
La strada sale con vari tornanti; non è molto larga ma è asfaltata e protetta con guard-rail spesso ricavati riciclando delle vecchie traversine ferroviarie.
Cominciamo poi a trovare della brina e poi ghiaccio lungo le due strisce ove passano le ruote. Lasciamo pertanto la macchina in uno slargo (m. 1030) nel punto in cui dalla sinistra sale il sentiero 544. Un cartello indica il divieto di transito a partire da 1500 metri più avanti.

Ci avviamo a piedi lungo la strada camminando sulla brina tra i due solchi coperti di ghiaccio lasciati dalle ruote delle auto. La zona è molto fredda, infatti qui durante l'inverno non arriva mai il sole.
Percorriamo un tratto in lievissima salita seguito da un altro in lievissima discesa.
Dalla sinistra sale un sentiero. I segnavia indicano a sinistra: Croce Corno sentiero 544a; diritto: Malga Lunga.
Troviamo due strade che si staccano; quella a sinistra è chiusa da una stanga. Proseguiamo diritto, quasi in piano, seguendo il segnavia 544 su un albero.
Subito dopo, sulla destra, c'è un crocefisso. Più in alto c'è una chiesa raggiungibile con una scalinata.

Più avanti sulla sinistra una stanga chiude l'accesso ad una proprietà privata.
Continuiamo in leggera salita e poi quasi in piano con lievissimi saliscendi. Alla sinistra c'è un prato nel quale in ordine sparso vediamo qua e là qualche casa, cascina o stalla. Alla destra, tra gli alberi, c'è un torrente in secca.
Ignoriamo poi una sterrata sulla destra e cominciamo a vedere il sole (m. 1050). Ora il torrente, tra gli alberi, è alla sinistra della strada.
Proseguiamo in leggera salita. Due stradine si staccano, una per parte; quella a sinistra è chiusa da una stanga.
Davanti vediamo un cartello che indica il divieto di transito (m. 1070). Siamo nuovamente in ombra.
Alla sinistra c'è un'area giochi. Ignoriamo due stradine che, l'una dopo l'altra, salgono verso sinistra.
Subito dopo, sulla destra, c'è il Crocefisso del Buon Cammino seguito da un tavolo con panche (m. 1080).
Percorriamo un breve tratto quasi in piano mentre una strada chiusa da una catena sale a sinistra.
Poi, con pochissima pendenza, raggiungiamo, uno dopo l'altro, due piccoli parcheggi sulla sinistra (m. 1115). Da questo punto il traffico è consentito solo a chi dispone del necessario permesso per poter proseguire. Alla destra sale un sentiero. E' quello che viene percorso nella bella stagione da coloro che arrivano fin qui in auto. Ma a causa della neve abbondante abbiamo preferito proseguire seguendo la strada e facendo così un giro più lungo.

Cominciamo a salire. Frattanto il torrente è tornato alla destra della strada. Alcune vecchie traversine ferroviarie fanno da guard-rail. D'ora in avanti cammineremo quasi sempre al sole.
Saliamo con alcuni tornanti. Dalla sinistra vediamo scendere un torrente che passa sotto alla strada in un tubo.
Di tanto in tanto percorriamo qualche tratto con le solite traversine ferroviarie che fanno da protezione nel lato a valle. Alcuni muretti bloccano dei rivoli che altrimenti bagnerebbero la strada.
Percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale ci sono una casa e due stradine chiuse da catene.
La pendenza diminuisce. Troviamo alcuni alberi e subito dopo vediamo una stradina che, oltre un cancello, sale a sinistra in una proprietà privata (m. 1190).
Per un po' gli alberi diventano più radi.
Lasciamo a sinistra un'altra stradina all'inizio della quale c'è un cartello di divieto di accesso. Il segnavia 545 infatti invita a proseguire diritto.

La strada diventa sterrata nel punto in cui dalla sinistra arriva un altro percorso (m. 1230). Un cartello del comune di Sovere avverte che siamo su una strada agro silvo pastorale.
Proseguiamo diritto, quasi in piano. Alla destra una lunga staccionata recinge un terreno con una casa.
Dopo aver superato una pineta, dalla destra, dopo un cancello e prima di un altro, si innesta il sentiero che avevamo lasciato presso gli ultimi due parcheggi a quota 1115. I segnavia indicano a destra con il sentiero 544: Val Piana a ore 0.40, Gandino a ore 2.20; dietro con il sentiero 545: Campo d'Avene a ore 1; diritto con il sentiero 545: Malga Longa a ore 0.10; diritto con il sentiero 547: Monticelli a ore 1.30, Gandino a ore 2.30.
Poco più avanti la recinzione termina.
Superiamo un'altra piccola pineta e, all'uscita, davanti vediamo il rifugio.

Tempo impiegato: ore 0.50 - Dislivello m. 205
Data escursione: gennaio 2011

Secondo itinerario: dalla Forcella di Ranzanìco (sentiero 547)

Alla rotonda subito dopo l'uscita del casello di Bergamo della A4, prendiamo la prima a destra ovvero la statale 42, con la quale arriviamo al Lago di Endine.
A Spinone al Lago prendiamo sulla sinistra la provinciale 40 e in salita raggiungiamo Ranzanìco.
Entrati in paese troviamo un bivio dove sulla destra un segnale stradale indica il divieto di transito a partire da un chilometro più avanti.
Prendiamo questa stretta strada e, verso la fine dell'abitato, giriamo a sinistra in Via Cadorna all'inizio della quale un cartello indica la Forcella e la Malga Lunga.
Con questa strada, stretta e non sempre bene asfaltata, saliamo con vari tornanti nel Bosco Capizzola fino alla Forcella dove il posto per parcheggiare è scarso.

Vari segnavia indicano: Forcella di Ranzanico m. 958; a sinistra: 513, Croce di Bianzano a ore 0.50, Forcella di Val Rossa a ore 1.10, Colle Gallo a ore 2.30; a destra: Monticelli a ore 0.40, 547 Monte Sparavera a ore 1, 628 Monte Grione a ore 1.30, Malga Lunga a ore 2, Sentiero Andrea Caslini Rocco, Madonna di Monte Pizzo.
Lasciando a destra una casa e la tribolina dedicata a Sant'Anna, ci incamminiamo tra due recinzioni in leggera salita su dei gradini di legno.
Proseguiamo poi nei prati, tra una rete e una staccionata fino ad una curva a sinistra (m. 980).
Ora alla destra ci sono degli alberelli. La pendenza aumenta.
Alla destra già cominciamo a vedere il Lago di Endine che, assieme al Lago di Iseo e al Monte Guglielmo ci accompagnerà lungo quasi tutto il cammino.

Proseguiamo in leggera salita. La recinzione alla sinistra termina ed entriamo nel bosco (m. 995).
Ad un bivio andiamo a sinistra ma poco dopo vediamo che anche la traccia alla destra rientra.
Usciamo dal bosco e attraversiamo un prato quasi in piano (m. 1020).
Proseguiamo attorniati da alberi e vediamo un cartello che avverte di prestare attenzione per la presenza di un capanno di caccia.
Giriamo a sinistra e raggiungiamo una strada asfaltata (m. 1035). Alla sinistra c'è un roccolo. Siamo in località Poiana.

Andiamo a destra in leggera salita con bella vista panoramica sui monti alla nostra sinistra. Nei prati ci sono alcune case e cascine sparse qua e là.
Quasi in piano passiamo tra una panchina di legno addossata ad un albero e un cassottello verde.
Passiamo sotto dei cavi. Alla destra c'è una casa.
Proseguiamo su sterrato con due strisce di mattoni in cemento forati.
Continuando in lievissima salita vediamo delle cascine sulla sinistra e un roccolo a destra.
Attraversiamo un prato, dapprima su una stradina con il fondo sterrato e poi in cemento e raggiungiamo una cascina (m. 1070).

Scavalchiamo una stanga e ci immettiamo su una strada con il fondo in cemento. Andiamo a destra in leggera salita. Alla sinistra c'è una casa bianca.
Lasciata a sinistra una grande vasca vuota, arriviamo ad un bivio (m. 1090). Alla sinistra due cartelli indicano a 800 metri di distanza la chiesa della Madonna di Monte Pizzo "Maria regina delle vette e madre della vita". Seguendo altri segnavia che indicano Monticelli, Malga Lunga e il sentiero Andrea Caslini Rocco, proseguiamo diritto contornando le pendici del Monte Pizzetto.

Troviamo sulla sinistra delle protezioni per bloccare il terreno e prevenire una eventuale frana. Per un po' la strada è incassata nel terreno circostante.
Terminato questo tratto alla destra torniamo a vedere il lago.
Ora camminiamo in leggera discesa. Alla destra in basso ci sono delle cascine dove vediamo pascolare delle mucche.
Percorriamo un breve tratto con il fondo in cemento e poi torniamo in piano e su sterrato.
Lasciata a destra la stradina che scende alla cascina, torniamo tra gli alberi.
Percorriamo un tratto in salita su cemento e poi continuiamo su sterrato e con pochissima pendenza tra i prati.

In alto a sinistra vediamo una casa seminascosta da un grande faggio. Poco più avanti c'è un bivio e i segnavia indicano: Monticelli m. 1116; a sinistra con il sentiero 547: Gandino a ore 1; a destra con il sentiero 547/GVC: Monte Sparavera a ore 1.30, Malga Longa a ore 2.20; a destra con il sentiero 544: Valle Piana-Gandino a ore 4.20; dietro: Tribulina della Forcella a ore 0.20, Gavarno a ore 3, Bianzano.
Andiamo a destra in salita. La strada ora ha due strisce di cemento per agevolare il passaggio delle ruote.
Lasciamo a sinistra una stradina tra i prati, chiusa più avanti da una stanga.
Ignoriamo poi una stradina sulla sinistra che si dirige verso una casa.
Dopo una curva a sinistra, vediamo una cascina, in basso a destra, in una conca.
Su un masso vediamo il segnavia 547 (m. 1170). Camminiamo in leggera salita e ignoriamo una stradina chiusa da una stanga, che sale a sinistra verso una proprietà privata.

Troviamo poi un cartello che avverte che stiamo percorrendo la pista tagliafuoco Gandino-Ranzanico-Endine Gaianico e che il traffico è consentito solo ai mezzi di vigilanza e di soccorso oltre che ai proprietari dei fondi.
Continuiamo quasi in piano con bella vista alla destra sui laghi e sul M. Guglielmo.
Ignoriamo un sentiero chiuso da una stanga che sale a sinistra.
Proseguiamo poi camminando tra alberi e alberelli.
Poco prima di una curva a sinistra, vediamo una pozza in basso a destra.
Ignoriamo una stradina con il fondo in cemento che sale a sinistra verso una proprietà privata.

Percorriamo una curva a destra. Qui un rivolo scende dalla sinistra. Alla destra ci sono delle protezioni realizzate riciclando delle vecchie traversine ferroviarie. Un piccolo cartello indica la Malga Lunga nella nostra direzione di marcia.
Proseguiamo quasi in piano con lievissimi saliscendi contornando le pendici del Monte Sparavera.
Troviamo uno slargo a sinistra e altri cartelli che indicano la Malga Lunga (m. 1210).

Arriviamo ad un bivio (m. 1220). I segnavia indicano a sinistra: 547 Malga Longa a ore 1, 545 Barzizza a ore 4, 544 Valle Piana-Gandino a ore 3; diritto: 618 Botta Bassa a ore 0.20, Monte Grione-Malga Lunga a ore 1, Fanovo a ore 2; dietro: Monticelli a ore 1.10, Gandino a ore 2.10, Tribulina della Forcella a ore 1.30, Ranzanico a ore 2, Croce di Bianzano a ore 2.10, Bianzano a ore 2.30.
La Malga Lunga è pertanto indicata in entrambe le direzioni a ore 1. Abbiamo effettuato un giro ad anello ed abbiamo verificato che il percorso a sinistra è più breve, più agevole e percorribile in tutte le stagioni mentre l'altro presenta una ripida salita su sentiero che è meglio evitare in caso di neve o ghiaccio.
Proseguiamo con la descrizione del sentiero 547 verso sinistra mentre l'altro lo trovi più sotto (terzo itinerario).

Andiamo dunque a sinistra in salita e, dopo un breve tratto con il fondo in cemento, proseguiamo su sterrato.
Dopo una curva a sinistra la strada diventa pianeggiante. E' questo un bel punto panoramico sulle Valli Cavallina e Borlezza, sul Lago d'Iseo e il M. Guglielmo.
Torniamo poi a salire tra i prati. Percorriamo due curve in piano e poi in leggera salita raggiungiamo una grande cascina (m. 1275).
Continuiamo con due tornanti il primo dei quali verso sinistra. La pendenza aumenta. Ora la strada ha due strisce in cemento.
Lasciamo a destra una casa recintata in un tratto pianeggiante (m. 1295).

Torniamo a salire e raggiungiamo una conca dalla quale possiamo ammirare un bel panorama alla nostra sinistra verso il Pizzo Formico. Alla sinistra c'è anche una pozza. Alcuni segnavia indicano davanti: Malga Longa a ore 0.50, Valle Piana-Gandino a ore 2.50, Barzizza a ore 3.50; dietro: Monticelli a ore 1.20, Gandino a ore 2.20. Sulla sinistra c'è una traccia meno marcata che conduce in cima al M. Sparavera.
Alla destra c'è una vasca abbeveratoio in ferro.
Riprendiamo a salire con due strisce di cemento per il passaggio delle ruote. Poi la strada ridiventa sterrata (m. 1330).
Scendiamo in un valloncello, perdendo pochi metri, e poi risaliamo l'opposto versante percorrendo un tratto incassato nel terreno circostante.
Lasciamo poi a sinistra una conca proseguendo praticamente in piano. D'inverno però per evitare il ghiaccio in questa zona in ombra sul versante nord del Monte Grione, conviene scendere per pochi metri nella conca e risalire camminando nella neve.

Proseguiamo in leggera discesa e arriviamo ad un bivio (m. 1300). I segnavia indicano davanti: Malga Lunga, Sentiero Andrea Caslini Rocco; dietro: Monte Sparavera a ore 0.10, Tribulina della Forcella a ore 2, Ranzanico a ore 3; a destra: Monte Grione a ore 0.10, Palate a ore 2, Pian Gaiano a ore 2.30. E' qui che dalla destra si innestano il terzo ed il sesto itinerario.
In alto a sinistra vediamo un roccolo.
Percorriamo un tratto in leggera discesa con la stradina incassata nel terreno circostante.
Dopo alcune semicurve, proseguiamo quasi in piano e presso una curva a sinistra lasciamo a destra una casa bianca (m. 1295).
Continuiamo tra gli alberi contornando il Monte Palandone, alternando tratti in discesa, spesso lieve, ad altri quasi in piano.
Vediamo il segnavia 547 a bandierina su di un albero.
Dopo una curva a sinistra torniamo a scendere (m. 1265).
Quasi in piano, percorriamo due curve entrambe verso destra (m. 1255).
Proseguiamo in leggera discesa trascurando una stradina che si stacca alla sinistra e sale verso una casa.
Attraversiamo una radura. Un cartello su un di albero indica la Malga Lunga nella nostra direzione di marcia (m. 1245).
Quasi in piano, rientriamo nel bosco. Superiamo due curve sinistra-destra. In alto a sinistra vediamo una casa che reca la scritta "La Grangia" (m. 1240).
Ancora tre curve sx-dx-sx poi usciamo dal bosco e, accompagnati alla destra da una staccionata, arriviamo alla Malga Lunga.

Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello: m. +382 -105
Data escursione: febbraio 2011

Terzo itinerario: dalla Forcella di Ranzanìco (sentiero 618-618A)

Come descritto nel precedente itinerario arriviamo fino al bivio di quota m. 1220 dove i due percorsi si dividono.
In questo caso proseguiamo diritto, in piano tra alberelli.
Poi, superata una curva verso sinistra, iniziamo a scendere seppur con poca pendenza.
Percorriamo altre due curve in piano. Un rivolo scende dalla sinistra e attraversa la strada (m. 1210).
Troviamo un cartello che ricorda che stiamo percorrendo una pista tagliafuoco. Camminiamo quasi in piano tra alberelli.
In alto a sinistra vediamo un rudere. Torniamo a scendere.
Sulla destra troviamo una pozza recintata e la cascina Botta Alta (m. 1195).

Al termine della discesa (m. 1180) proseguiamo in leggera salita tra i prati.
Entriamo in un bosco (m. 1190) e percorriamo un tratto quasi in piano con lievi saliscendi.
Usciti dal bosco troviamo un'altra pozza recintata, sulla sinistra.
Poi in leggera discesa raggiungiamo la Cascina Marametta posta, sulla sinistra, in splendida posizione panoramica (m. 1160). Qui ci sono anche due panchine.
La strada continua con una sola striscia di cemento. Troviamo poi una recinzione metallica sulla sinistra.

Continuiamo a scendere su sterrato fino a trovare sulla destra un'altra cascina. I segnavia indicano: Botta Bassa (m. 1134); diritto con il sentiero: 618, Fanovo a ore 1.10, Piangaiano a ore 1.30; dietro con il sentiero 618: Comunaglia a ore 0.30, Monte Sparavera a ore 0.40, Monticelli a ore 1.40; a sinistra con il sentiero 618A: Monte Grione a ore 0.40, Malga Lunga a ore 1, Palate, Sentiero Tormenta; a destra con il sentiero 618A: Fanovo a ore 1.40, Palate a ore 1.50, Endine a ore 2. Dalla destra arriva il sesto itinerario. Andiamo a sinistra tra i prati verso il Monte Grione, seguendo ripide tracce tra l'erba e bolli bianco rossi.
Poi la pendenza diminuisce e raggiungiamo una palina con dei segnavia che indicano davanti i sentieri Tormenta e 618/A (m. 1165).
Entriamo nel bosco e proseguiamo con alcuni lievi saliscendi. Il sentiero si snoda a mezza costa con il pendio che, in alcuni punti, alla destra scende ripidamente.
In leggera salita percorriamo due semicurve destra-sinistra poi torniamo a salire.
Dopo una curva a sinistra la pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1200) fino alla successiva curva oltre la quale continuiamo in lievissima salita (m. 1210).
Su di un faggio vediamo un bollo giallo. Troviamo delle fioriture di primule e anemoni fegatella che, a primavera, danno un bel tocco di giallo e lilla tra il verde ed il marrone del bosco.
Percorriamo una curva a sinistra e torniamo a salire, ben presto in modo abbastanza ripido (m. 1230).
Giriamo a sinistra. Il sentiero è un po' esposto alla destra. Attorno, tra gli alberi, ci sono alcuni spuntoni di roccia (m. 1245).
Percorriamo un tratto in salita seguito da un altro con pochissima pendenza.
Riprendiamo a salire. In questo punto alla destra non ci sono alberi e possiamo vedere il Monte Guglielmo e il Lago d'Iseo (m. 1260).
Un cartello, appeso ad una betulla, segnala il divieto di caccia.
La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1270).
All'esterno di una curva a sinistra ci sono due torrioni rocciosi (m. 1285).
Davanti in alto, vediamo una croce su una guglia del Monte Grione.
Tra erba, cespugli e pochi alberi, percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1295).
Poi, con minore pendenza, ne percorriamo un altro destrorso.

Al termine della salita (m. 1315) troviamo un incrocio di sentieri ed alcuni segnavia che indicano davanti con il sentiero 628: Malga Lunga a ore 0.20, Campo d'Avene a ore 1.20, Pizzo Formico a ore 3.30, Sentiero Tormenta; a sinistra con il sentiero 628: Monte Grione a ore 0.10; dietro con il sentiero 618: Botta Bassa a ore 0.20, Tribulina della Forcella a ore 2, Ranzanico a ore 2.30; a destra con il sentiero 628 : Croce del Grione a ore 0.40, Palate a ore 1.50, Fanovo a ore 2.
Proseguiamo diritto e, con pochi passi in discesa, rientriamo nel bosco. Continuiamo quasi in piano.
Presso una curva a destra, su di un faggio vediamo il segnavia 628 a bandierina.
Percorriamo un tratto in leggera discesa ed uno in discesa.
Poi, quasi in piano, scavalchiamo o aggiriamo il tronco di un albero caduto (m. 1305).
Presso una curva a destra, in alto vediamo una casa gialla. Un cartello informa che ci troviamo nel "Comprensorio Alpino della Valle Borlezza".

In leggera discesa, usciamo dal bosco e ci immettiamo sulla sterrata del secondo itinerario (m. 1300) con la quale continuiamo verso destra fino alla Malga Lunga.

Tempo impiegato: ore 2.15 - Dislivello: m. +477 -200
Data escursione: febbraio 2011

Quarto itinerario: da Sovere con il sentiero 563

Percorrendo la provinciale 42 della Valle Camonica arriviamo al km. 56.8 dove prendiamo l'uscita per Sovere (cartello Malga Lunga).
Allo stop andiamo a destra.
Giriamo a sinistra in Via Roma che percorriamo per un chilometro fino a trovare sulla sinistra l'indicazione per il Santuario della Madonna della Torre. Prendiamo questa strada che si chiama Via Gennaro Sora.
Andiamo a destra in Via Trento (il cartello è solo alla fine della via) passando accanto ad una chiesa.
Dopo Piazza della Chiesa proseguiamo diritto in Via De Gasperi, una strada stretta con la quale arriviamo in Piazza Vittorio Emanuele (poco più di uno slargo).
Seguendo le indicazioni per il santuario proseguiamo per strette stradine che consentono a malapena il passaggio di un auto.
Usciti dall'abitato, con vari tornanti saliamo verso il Santuario della Madonna della Torre.
Al penultimo tornante, con una deviazione vero destra raggiungiamo l'ampio parcheggio del santuario (m. 480).

Possiamo arrivare qui anche dalla Valle Seriana.
In tal caso con la provinciale 671 al bivio di Parre andiamo a destra verso Clusone.
Al km. 36, ad una rotonda, prendiamo a destra la provinciale 53 della Val Borlezza.
Dopo dieci chilometri ad una rotonda andiamo a destra.
Attraversiamo il Fiume Borlezza. 200 metri più avanti troviamo alla destra Via Gennaro Sora e proseguiamo come precedentemente indicato.

Lasciata la macchina nel parcheggio ci incamminiamo su di una stradina asfaltata che sale con delle protezioni in ferro alla sinistra mentre alla destra ci sono degli alberi. Alla sinistra vediamo il santuario.
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale, poco sotto, c'è un baitello. Entriamo nel bosco (m. 505).
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 525).
Poco dopo una freccia rossa segnala un sentiero che sale a sinistra. Continuiamo diritto.
Superiamo poi una semicurva verso destra.

Al successivo tornante sinistrorso ignoriamo una sterrata che si stacca verso destra (m. 555). In alto a destra, in cima ad un ripido prato, vediamo una chiesetta dal cui portico si gode una bella vista panoramica sul M. Guglielmo, sul Lago d'Iseo e su Sovere. La chiesetta è raggiungibile con un sentiero che sale alla destra.

Dopo il tornante l'asfalto termina. Continuiamo quasi in piano.
Alla destra troviamo una vecchia cappella con una vasca abbeveratoio e un affresco raffigurante una Madonna. Lì accanto parte un altro sentiero che sale alla chiesetta (m. 560).
In leggera salita percorriamo una curva verso sinistra e un ampio tornante destrorso.
Alla destra c'è un prato. Transitiamo sotto ad un cavo.

Poco più in alto alla destra c'è una cascina con bersò (m. 575).
Torniamo a camminare quasi in piano e rientriamo nel bosco.
Percorriamo due curve, destra-sinistra.
Subito dopo attraversiamo il letto in cemento di un ruscello che troviamo asciutto.
Alla sinistra abbiamo una rete metallica e dei gradini che scendono.
Per un tratto, sempre alla sinistra, c'è una vecchia staccionata di legno.

Poi, in leggera salita, raggiungiamo uno slargo, ultima possibilità di parcheggio (circa dieci posti) per coloro che sono saliti fin qui con la loro autovettura (consigliato un mezzo 4x4). I segnavia 563 indicano diritto: Possimo a ore 0.50, Bivacco del Murì a ore 1, Malga Lunga - museo a ore 1.40, Baita Monte Alto a ore 2. C'è anche una panchina. Proseguiamo diritto in salita (m. 585).

Percorriamo una curva verso destra e una semicurva verso sinistra.
Un cartello indica "camino" con un sentiero alla destra. Un altro cartello segnala il pericolo di incendi (m. 595).
Superiamo due semicurve destra-sinistra.
Dopo pochi passi quasi in piano riprendiamo a salire (m. 605).
Vediamo una freccia blu su di una roccia.

In lievissima discesa arriviamo ad un bivio dove prendiamo il sentiero alla destra in salita, indicato da un bollo blu, da uno bianco-rosso e da un cartellino del Sentiero dei Laghi (m. 610).
Con il sentiero incassato nel terreno, saliamo alcuni gradini di legno e di pietra.

Più avanti giriamo a destra seguendo i bolli mentre dalla sinistra arriva un altro sentiero (m. 620).
Poco dopo, presso un tornante sinistrorso troviamo due П in ferro, dipinte di verde, che precludono il passaggio ai mezzi meccanici.
Il sentiero diventa abbastanza ripido. Il fondo è roccioso (m. 630).
Per un tratto il sentiero è incassato tra rocce. In salita percorriamo una curva verso sinistra e un tornante destrorso (m. 650).
Superiamo una curva verso sinistra. Vediamo una freccia blu (m. 660).
Presso una semicurva verso destra un tronco fa da gradino (m. 665). Poco dopo ne troviamo un altro.
Percorriamo una serpentina destra-sinistra (m. 670).
Dopo un breve tratto abbastanza ripido proseguiamo in salita.
Con il sentiero incassato percorriamo una curva verso sinistra (m. 680).

Continuiamo con poca pendenza e con vista della vallata alla sinistra (m. 690). Poi giriamo a destra ed entriamo in un bosco di alberelli.
Torniamo a salire. Una fila di pietre di traverso al sentiero agevola lo scolo dell'acqua (m. 700).

Ad una biforcazione troviamo un bollo rosso alla destra e uno blu alla sinistra poco più avanti (m. 715). Poco dopo il sentiero si ricompone (m. 720).
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra e continuiamo diritto come indicato da una freccia (m. 725).
Superiamo una semicurva verso sinistra (m. 730).
La pendenza aumenta e diventa abbastanza ripida. Saliamo con delle serpentine.

Troviamo un masso nel mezzo del sentiero (m. 735).
Percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante.
Proseguiamo con pochissima pendenza (m. 740).
Riprendiamo a salire. In questo punto il sentiero è profondamente incassato.

Proseguiamo con pochissima pendenza tra gli alberi. Alcuni tronchi collocati raso terra fanno da rinforzo alla sinistra del sentiero (m. 760).
Aggiriamo un altro masso nel mezzo del sentiero (m. 765).
Pochi passi più avanti troviamo un sentiero che si immette dalla sinistra. Continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 770).

Saliamo un gradino di legno e, con il fondo roccioso, arriviamo ad una curva verso destra con protezioni in legno alla sinistra" (m. 780).
Passiamo tra due rocce ("Strecc di Cudegn") e proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra abbiamo robuste protezioni di legno e due cavi.
Superiamo due semicurve sinistra-destra.
Riprendiamo a salire nel bosco circondati da alcuni massi e rocce che affiorano dal terreno.

Lasciamo a sinistra una grande roccia a picco sulla sottostante valletta (m. 800).
Continuiamo quasi in piano. Alla destra ci sono quattro tronchi segati per formare altrettanti sedili, due dei quali con lo schienale.
Superiamo una semicurva verso sinistra.

Arriviamo ad un bivio (m. 805). I segnavia indicano diritto: Possimo a ore 0.20, [qui tempo fa c'era anche l'indicazione: Malga Lunga via Croce del Frate a ore 1.10, sentiero meno ripido (descritto nel quinto itinerario)]; a destra: Bivacco del Murì a ore 0.30, Malga Lunga a ore 1, Baita Monte Alto a ore 1.20; dietro: Santuario M. della Torre a ore 0.30, Sovere a ore 0.50. Andiamo a destra in leggera salita.
Scavalchiamo un tronco, caduto e coperto dal muschio, e poco dopo altri due nati dallo stesso ceppo (m. 825).
Continuiamo in salita.
Presso un tornante destrorso saliamo un gradino di legno.
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso (m. 830).
Continuiamo con una serpentina dx-sx-dx (m. 840).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 850).
Troviamo un masso e superiamo altre due curve.

Ora saliamo ripidamente agevolati dalla presenza di rudimentali gradini scavati nella roccia. Alla sinistra ci sono dei paletti di ferro di colore verde che reggono un cavo che fa da protezione verso valle e da corrimano aiutando nella salita. Alla destra c'è una parete rocciosa (m. 855).
Dopo una curva verso destra (m. 875) percorriamo un tratto tra le rocce, senza il cavo di protezione. Vari intagli nella roccia consentono di appoggiare gli scarponi facilitando la salita.
Proseguiamo con un ripidissimo tratto salendo gradini di legno, nuovamente con il cavo alla sinistra (m. 885).

Terminate le "scale" la pendenza diminuisce un poco. Proseguiamo con un sentiero tra gli alberi.
Percorriamo una curva verso destra (m. 895).
Saliamo un gradino di legno e superiamo una curva verso sinistra (m. 900).
Dopo un altro gradino di legno percorriamo una semicurva verso destra (m. 905).
Continuiamo in modo abbastanza ripido (m. 915).
Saliamo due gradini. Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 920).
Troviamo un gradino di legno, collocato di traverso al sentiero.

Incrociamo un altro sentiero. Su due cartelli in legno appesi ad un albero vengono indicati a sinistra la Croce del Frate (qui rientra il sentiero descritto nel quinto itinerario) e dietro: Scale - Sovere. Alla destra, a qualche decina di metri di distanza, è visibile la Baita A.N.A. di Sovere chiamata anche Bivacco del Murì. Il bivacco è generalmente aperto solo nei giorni festivi di luglio e agosto; all'esterno ci sono tavolo e panche ed una ampia tettoia, che può essere un buon riparo in caso di un improvviso temporale e sotto la quale ci sono attrezzature per cucinare, lavandino, barbecue e legna.

Continuiamo diritto con poca pendenza. Il bosco è prevalentemente formato da querce.
Passiamo tra un bollo bianco e rosso ed uno giallo e azzurro dipinti su due pietre (m. 945).
Proseguiamo quasi in piano (m. 955).
Dopo un breve tratto in salita continuiamo con poca pendenza.
Superiamo una semicurva verso destra e riprendiamo a salire (m. 965).
Percorriamo un tratto quasi in piano e continuiamo in salita (m. 975).

Dopo una semicurva verso destra proseguiamo su fondo roccioso (m. 985).
Superiamo un tratto con poca pendenza.
Poco dopo riprendiamo a salire e troviamo diverse radici che affiorano dal terreno (m. 990).

Percorriamo una semicurva verso sinistra seguita da un tornante destrorso (m. 1000).
Continuiamo in salita con una curva verso sinistra. Vediamo vari bolli.
In lievissima salita superiamo una semicurva verso sinistra (m. 1025).
Poco dopo percorriamo un tornante sinistrorso e proseguiamo in salita (m. 1030).

Giriamo a destra. Qui parrebbe (ma non è così) che ci stiamo immettendo su di un sentiero sbarrato che arriva dalla sinistra e andiamo a destra tra pini e larici (m. 1035).
Ora il sentiero è incassato nel terreno circostante (m. 1045).
Poi si divide in due tracce parallele; una prosegue incassata mentre l'altra scorre poco più in alto alla destra (m. 1060).

Arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano a sinistra: Malga Lunga a ore 0.30, Baita Monte Alto a ore 1; a destra: Corna Lunga a ore 0.20; dietro: Sovere a ore 1.10. Andiamo a sinistra (m. 1080).
Superato un tornante sinistrorso saliamo in modo abbastanza ripido (m. 1095).
Con poca pendenza percorriamo una curva verso destra e continuiamo in salita (m. 1105).

Arriviamo al termine del bosco e proseguiamo con pochissima pendenza tra alberelli. Siamo al Pian dell'Arma (m. 1135).
Su di una pietra alla destra vediamo la sigla: "1.5.9.7 MI" dipinta in giallo (m. 1145).
Alterniamo alcuni tratti quasi in piano ad altri con poca pendenza mentre il sentiero procede con delle semicurve.

Poi, in leggera salita, entriamo in un fitto bosco e continuiamo quasi in piano (m. 1160).
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso oltre il quale torniamo a salire.
Passiamo sotto ad un tronco caduto e rimasto a circa 170 cm. da terra (m. 1170).
Dopo una semicurva verso destra proseguiamo con poca pendenza e dopo una semicurva verso sinistra in salita (m. 1180).

Percorriamo una curva verso destra e arriviamo alla fine del bosco. Troviamo un paletto di legno dipinto nella parte alta di bianco e di rosso (m. 1195).
Davanti, in alto, vediamo la Malga Lunga.
Risaliamo a vista un grande prato.
La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1215).
Passiamo accanto ad una cisterna e raggiungiamo la Malga Lunga (m. 1235).

Dal parcheggio del santuario / Tempo impiegato: ore 2.15 - Dislivello m. 755
Dal secondo parcheggio / Tempo impiegato: ore 1.55 - Dislivello m. 650
Data escursione: febbraio 2023

Quinto itinerario: da Sovere (per la Croce del Frate)

Come descritto nel precedente itinerario arriviamo al bivio dove il sentiero si divide (m. 805). I segnavia indicano diritto: Possimo a ore 0.20, Malga Lunga via Croce del Frate a ore 1.10, sentiero meno ripido; a destra: Malga Lunga a ore 1, Corna Lunga a ore 0.50, Baita Monte Alto a ore 1.20.
Proseguiamo diritto quasi in piano. In basso a sinistra c'è una valletta nella quale scorre un ruscello.
Arriviamo ad un altro bivio. I segnavia indicano a sinistra: Possimo a ore 0.20; diritto: Malga Lunga a ore 1. Abbiamo pertanto due possibilità: a) - proseguire diritto con il sentiero più diretto; b) - deviare a sinistra verso Possimo e dopo un giro più lungo rientrare nel percorso principale.

a) Continuiamo diritto. Il sentiero poco dopo si sdoppia. Teniamo la sinistra che sembra più agevole e poco dopo troviamo l'altra traccia che rientra. Vediamo, come segnavia, tre segmenti rossi su di un albero. Ignoriamo un piccolo sentiero che si stacca verso sinistra e continuiamo diritto in salita (m. 815).
Ci troviamo sul fondo di una valletta. Più avanti le pareti si restringono ed il sentiero scorre profondamente incassato tra le due fiancate.
Ci immettiamo poi su di una stradina (m. 845). I segnavia indicano a sinistra: Possimo; a destra: Malga Lunga; dietro: Sovere Santuario. C'è anche un evidente cartello rosso che indica: "Zona cinofila tipo C permanente".

b) Andiamo a sinistra, guadiamo il ruscello e saliamo con alcuni zig-zag.
Percorriamo un tratto quasi in piano poi, con due zig-zag sinistra-destra, proseguiamo in leggera salita.
Presso un tornante sinistrorso usciamo dal bosco (m. 835).
Torniamo a salire tra prati e alberi percorrendo altri due tornanti destra-sinistra.
Poi, con minore pendenza, andiamo a sbucare su di una stradina e rientriamo nel bosco (m. 860). Un segnavia indica alle nostre spalle: Sovere Santuario. Su di un albero c'è un bollo bianco e rosso.
Andando a sinistra quasi in piano possiamo raggiungere l'Altipiano di Possimo con alcune case sparse tra i prati e con bella vista della Corna Lunga. Il nostro percorso però prosegue verso destra.
Scendiamo fino ad un tornante destrorso presso il quale un rivolo attraversa passando sotto alla stradina (m. 840).
Continuiamo in leggera salita retrocedendo sull'altro versante di una valletta.
Dopo pochi passi quasi in piano tra prati, rientriamo nel bosco e troviamo due ruderi, uno per lato.
Subito dopo percorriamo una curva a sinistra oltre la quale in discesa raggiungiamo il bivio presso il quale dalla destra sale l'altro sentiero.

Riunitisi i due percorsi proseguiamo in leggera salita superando alcune semicurve.
In un punto, in cui alla destra il pendio precipita ripidamente, ci sono delle protezioni in legno.
Raggiungiamo la Croce, dipinta di bianco, situata sul ciglio destro della stradina (m. 865). Una targa avvitata alla croce ricorda che il 7-10-1890 qui moriva il cappuccino Fra Galdino Maccari da Gandino.
Dopo un tratto in discesa percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale c'è uno slargo.
Poi, con due zig-zag sinistra-destra, riprendiamo a salire con un sentiero. Su di un albero vediamo ancora il segnavia con tre segmenti rossi.
Troviamo una vecchia protezione alla destra, lunga pochi metri (m. 870).
Dopo alcuni passi allo scoperto, rientriamo nel bosco e saliamo in modo abbastanza ripido.
Per due volte il sentiero si divide e subito torna ad unirsi (m. 885).
Poi si divide nuovamente per un tratto più lungo. Preferiamo seguire il percorso sulla destra meno faticoso e accompagnato da una protezione in legno.
Quando le due tracce tornano ad unirsi la pendenza diminuisce un poco (m. 910).
Più avanti arriviamo nei pressi del Bivacco del Murì dove ritroviamo il sentiero descritto nel quarto itinerario (m. 940) con il quale proseguiamo fino alla Malga Lunga.

Dal parcheggio del santuario / Tempo impiegato: ore 2.30 - Dislivello m. 755
Dal secondo parcheggio / Tempo impiegato: ore 2.10 - Dislivello m. 650
Data escursione: maggio 2013

Sesto itinerario: da Fanovo (fraz. di Endine Gaiano) sent. 628B + 618 + 618A + 628 + 547

Alla rotonda subito dopo l'uscita dal casello di Bergamo della A4, prendiamo la prima a destra, ovvero la statale 42, con la quale raggiungiamo il Lago di Endine.
Verso la fine del lago, superata Ranzanico, arriviamo a Endine Gaiano dove, seguendo la segnaletica, prendiamo sulla sinistra la strada per Fanovo.
Dopo Via XXV Aprile, percorriamo Via della Repubblica e Via Umberto (oppure Via Don Fogaroli e Via San Giorgio) evitando di infilarci nella strettissima Via Castello.
Giriamo poi a sinistra in Via Dante al termine della quale proseguiamo verso destra con Via Partigiani.
Ad un bivio andiamo a sinistra in Via Fanovo e saliamo ripidamente.
Raggiunta la frazione di Fanovo, parcheggiamo la macchina alla sinistra, subito dopo aver superato la piccola chiesa del XVI° secolo dedicata a S. Pietro (m. 560).

Da qui partono due percorsi. I segnavia indicano verso destra con il n. 628(B): Palate a ore 0.10, Monte Grione a ore 1.40, Malga Lunga a ore 2.30, Sentiero Tormenta; verso sinistra con il n. 618: Botta Alta a ore 1.30, Monte Grione a ore 2, Malga Lunga a ore 2.50; dietro: Ranzanico a ore 1, Tribulina della Forcella a ore 2.
Decidiamo di prendere il primo che inizia davanti alla chiesa, nella piazzetta dove ci sono una bacheca con due panchine ai lati ed una fontana.

Ci incamminiamo in leggera discesa tra le case.
Quasi in piano percorriamo due curve destra-sinistra con il fondo lastricato. Alla destra troviamo un altro parcheggio e delle panchine.
Dopo pochi passi su asfalto proseguiamo su sterrato. Un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli. Troviamo il segnavia 628B a bandierina.
Usciti dal piccolo borgo, continuiamo tra gli alberi.
Ad una biforcazione andiamo a destra in discesa.
Al termine della discesa (m. 550), ignoriamo una stradina che sale a sinistra e percorriamo un breve tratto quasi in piano. Alla destra ci sono dei paletti di ferro che reggono tre cavi.
Continuiamo in leggera salita trascurando una stradina che si stacca alla sinistra. Vediamo un bollo bianco rosso.
Dopo un tratto in leggera discesa, proseguiamo quasi in piano con due curve destra-sinistra.
Subito dopo alla sinistra c'è un cancello. Alla destra scende una stradina chiusa da una stanga.
Continuiamo in lievissima discesa. Alla sinistra c'è un muretto a secco sormontato da una rete. Alla destra, oltre alcuni alberi, vediamo dei prati.
Troviamo un cancello di ferro alla sinistra ed uno di legno alla destra e, dopo un tratto quasi in piano, proseguiamo in salita. Alla destra oltre una rete ci sono due case.

Ci immettiamo su di una strada asfaltata che qui compie un tornante destrorso (m. 565). Vediamo un bollo bianco rosso. Un segnale stradale vieta il transito alle bici. Teniamo la sinistra.
Percorriamo un tratto con il fondo in cemento poi la strada diventa sterrata. Alla sinistra ci sono dei prati e alla destra delle case recintate.
Dopo una curva a sinistra, proseguiamo in leggera salita tra gli alberi.
Lasciamo a destra una casa e cominciamo a salire nel bosco lungo il fianco sinistro della Valle di Palate (m. 580).
Subito troviamo una sbarra che consente il passaggio solo ai pedoni e la aggiriamo alla sinistra.
Dopo la sbarra, a sinistra si stacca una sterrata. Continuiamo diritto; alla destra ci accompagna una rete metallica verde.

Il percorso si divide in tre (m. 595). Prendiamo il sentiero a sinistra, ignorando quello centrale che sale verso un appostamento per la caccia e quello quasi in piano alla destra.
Incrociamo un altro sentiero e proseguiamo diritto (m. 605).
Passiamo accanto ad un baitello semi interrato. Il sentiero si biforca e teniamo la destra (m. 615).
Presso una curva a destra incrociamo un altro sentiero (m. 645).
Ora il bosco è formato in prevalenza da bassi alberelli. La pendenza aumenta.
Percorriamo una curva a sinistra. In questo tratto il fondo del sentiero è un misto di roccia, pietrisco e sterrato (m. 660).
Poi la pendenza diminuisce un poco. Il sentiero è incassato nel terreno circostante (m. 680).

Ad un bivio troviamo l'altro percorso, proveniente dalla chiesa di Fanovo, che si innesta dalla sinistra. Seguendo i bolli bianco rossi, andiamo a destra in salita (m. 685).
Il sentiero diventa incassato e la pendenza abbastanza ripida (m. 700).

Arriviamo ad una biforcazione (m. 725). Il segnavia 618 a bandierina indica di andare a sinistra ma possiamo utilizzare anche l'altro sentiero. Il sentiero alla sinistra sale in una gola tra pareti alte circa cinque metri e, dopo una curva a sinistra prosegue con minore pendenza. Quello alla destra invece sale tra gli alberi, poi effettua un tornante sinistrorso e confluisce nell'altro (m. 745).

Poco dopo il sentiero si divide solo per aggirare un gruppo di nove alberi.
Arriviamo ad un'altra biforcazione e, seguendo i bolli, prendiamo il sentiero incassato alla sinistra ignorando l'altro che continua diritto in leggera salita (m. 765).
Poi il sentiero si divide in due tracce parallele e dopo una diecina di metri si ricompone (m. 775).
Dopo un tratto incassato nel terreno circostante, il sentiero si divide ancora ma solo per aggirare tre alberi (m. 795).
Percorriamo altri tratti incassati. La pendenza aumenta.

Dopo un tornante sinistrorso la pendenza diminuisce un poco (m. 815).
Superiamo un altro tratto incassato (m. 825).
Con maggiore pendenza arriviamo ad un tornante destrorso (m. 845).
Percorriamo un tratto incassato in modo più profondo rispetto ai precedenti.
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita (m. 855).
Su di un albero vediamo due bolli bianco rossi. Qui inizia un altro tratto incassato.
Troviamo una roccetta affiorante nella parte sinistra del sentiero (m. 885).

Raggiungiamo un bivio (m. 890). I segnavia indicano a sinistra il sentiero 618A e diritto il sentiero 618. Possiamo utilizzarli entrambi. Il 618, dopo aver attraversato il torrente di fondovalle, prosegue sul fianco destro della Valle di Palate. Lo ritroveremo a Botta Bassa. Prendiamo invece il 618A che sale a sinistra.
Percorriamo un tornante destrorso seguito da uno sinistrorso al termine del quale giriamo a destra e continuiamo con pochissima pendenza (m. 900).
Poi riprendiamo a salire.
Percorriamo un breve tratto incassato tra roccette.
Poco dopo giriamo a sinistra e superiamo un tratto tra roccette e terreno.
Anche il successivo tornante destrorso è incassato (m. 930).

In leggera salita arriviamo ad un bivio dove, seguendo i bolli, andiamo a sinistra trascurando l'altro sentiero che continua diritto (m. 945).
Poi giriamo a destra e torniamo a salire.
Presso un tornante sinistrorso, dalla destra arriva una traccia di sentiero (m. 955).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
Percorriamo una curva a destra ed un altro tratto incassato (m. 970).
Continuiamo con poca pendenza e con alcune lievi serpentine.
Dopo una curva a sinistra riprendiamo a salire (m. 990).
Con minore pendenza arriviamo ad una curva a destra e torniamo a salire.
Dopo la successiva curva, anch'essa verso destra, la pendenza diminuisce.
Nel mezzo del sentiero troviamo la parte inferiore del tronco di un albero spezzato (m. 1015).
Continuiamo in salita tra erba e alberelli.
Poi, quasi in piano, arriviamo al termine del bosco. Su di un albero vediamo il segnavia 618A a bandierina.

Davanti abbiamo un vasto pendio erboso (m. 1025).
I bolli bianco rossi invitano a piegare a destra.
Troviamo una serie di paletti bianchi con un cavo, che probabilmente delimitano un pascolo. Su tracce di sentiero, per un po' camminiamo alla loro destra e poi passiamo dall'altro lato.
Seguiamo bolli bianco rossi dipinti su alcune pietre tra l'erba. In alto verso sinistra vediamo un'altana verde.
Il pendio diventa abbastanza ripido (m. 1040). Il panorama dietro verso destra mostra il Lago d'Iseo e il Monte Guglielmo.
Poi usciamo dalla zona recintata con i paletti bianchi (m. 1060).
Proseguiamo ripidamente tra erba e radi alberelli (m. 1080).
Passiamo alla destra dell'altana che avevamo precedentemente notato (m. 1090).
La pendenza diminuisce.

Piegando leggermente a sinistra, quasi in piano, raggiungiamo una grande baita (m. 1125). In basso a sinistra vediamo il Lago d'Endine.
Aggiriamo alla sinistra la baita ed un baitello. C'è anche un'altalena.
Proseguiamo in salita con una stradina con il fondo di mattoni di cemento forati.
Dopo una curva a sinistra continuiamo quasi in piano su sterrato verso una cascina.
Poco prima di raggiungerla superiamo una catena stesa tra due paletti. Alla destra vediamo una pozza. Dalla destra arriva il sentiero 618 che avevamo lasciato al bivio di quota m. 890.

I segnavia indicano: Botta Bassa (m. 1134); diritto con il sentiero 618/A: Monte Grione a ore 0.40, Malga Lunga a ore 1 (547), Palate (628), Sentiero Tormenta; dietro con il sentiero 618/A: Fanovo a ore 1.40, Palate a ore 1.50, Endine a ore 2; a destra con il sentiero 618: Fanovo a ore 1.10, Piangaiano a ore 1.30; a sinistra con il sentiero 618: Comunaglia a ore 0.30, Monte Sparavera a ore 0.40, Monticelli a ore 1.40 (547).
Proseguiamo diritto verso il Monte Grione, seguendo ripide tracce tra l'erba e bolli bianco rossi.
Poi la pendenza diminuisce e raggiungiamo una palina con dei segnavia che indicano davanti i sentieri Tormenta e 618/A (m. 1165).

Entriamo nel bosco e proseguiamo con alcuni lievi saliscendi. Il sentiero si snoda a mezza costa con il pendio che, in alcuni punti, alla destra scende ripidamente.
In leggera salita percorriamo due semicurve destra-sinistra poi torniamo a salire.
Dopo una curva a sinistra la pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1200) fino alla successiva curva oltre la quale continuiamo in lievissima salita (m. 1210).
Su di un faggio vediamo un bollo giallo. Troviamo delle fioriture di primule e anemoni fegatella che danno un bel tocco di giallo e lilla tra il verde ed il marrone del bosco.
Percorriamo una curva a sinistra e torniamo a salire, ben presto in modo abbastanza ripido (m. 1230).

Giriamo a sinistra. Il sentiero è un po' esposto alla destra. Attorno, tra gli alberi, ci sono alcuni spuntoni di roccia (m. 1245).
Percorriamo un tratto in salita seguito da un altro con pochissima pendenza.
Riprendiamo a salire. In questo punto alla destra non ci sono alberi e possiamo vedere il Monte Guglielmo e il Lago d'Iseo (m. 1260).
Un cartello, appeso ad una betulla, segnala il divieto di caccia.
La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1270).

All'esterno di una curva a sinistra ci sono due torrioni rocciosi (m. 1285).
Davanti in alto, vediamo una croce su una guglia del Monte Grione.
Tra erba, cespugli e pochi alberi, percorriamo due tornanti destra-sinistra (m. 1295).
Poi, con minore pendenza, ne percorriamo un altro destrorso.

Al termine della salita (m. 1315) troviamo un incrocio di sentieri ed alcuni segnavia che indicano davanti con il sentiero 628: Malga Lunga a ore 0.20, Campo d'Avene a ore 1.20, Pizzo Formico a ore 3.30, Sentiero Tormenta; a sinistra con il sentiero 628: Monte Grione a ore 0.10; dietro con il sentiero 618: Botta Bassa a ore 0.20, Tribulina della Forcella a ore 2, Ranzanico a ore 2.30; a destra con il sentiero 628: Croce del Grione a ore 0.40, Palate a ore 1.50, Fanovo a ore 2.
Proseguiamo diritto e con pochi passi in discesa rientriamo nel bosco. Continuiamo quasi in piano.
Presso una curva a destra, su di un faggio vediamo il segnavia 628 a bandierina.
Percorriamo un tratto in leggera discesa ed uno in discesa.
Poi, quasi in piano, scavalchiamo o aggiriamo il tronco di un albero caduto (m. 1305).
Presso una curva a destra, in alto vediamo una casa gialla. Un cartello informa che ci troviamo nel "Comprensorio Alpino della Valle Borlezza".

In leggera discesa, usciamo dal bosco e ci immettiamo sulla sterrata del secondo itinerario (m. 1300). I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 547: Monte Sparavera a ore 0.10, Tribulina della Forcella a ore 2, Ranzanico a ore 3; a destra: Malga Lunga a ore 0.20, Sentiero Andrea Caslini Rocco; dietro con il sentiero 628: Monte Grione a ore 0.10, Palate a ore 2, Pian Gaiano a ore 2.30. Andiamo a destra, quasi in piano.
In alto a sinistra vediamo un roccolo.
Percorriamo un tratto in leggera discesa con la stradina incassata nel terreno circostante.
Dopo alcune semicurve, proseguiamo quasi in piano e presso una curva a sinistra lasciamo a destra una casa bianca (m. 1295).
Continuiamo tra gli alberi, contornando il Monte Palandone, alternando tratti in discesa, spesso lieve, ad altri quasi in piano.
Vediamo il segnavia 547 a bandierina su di un albero.
Dopo una curva a sinistra torniamo a scendere (m. 1265).
Quasi in piano, percorriamo due curve entrambe verso destra (m. 1255).
Proseguiamo in leggera discesa trascurando una stradina che si stacca alla sinistra e sale verso una casa.
Attraversiamo una radura. Un cartello su un di albero indica la Malga Lunga nella nostra direzione di marcia (m. 1245).
Quasi in piano, rientriamo nel bosco. Superiamo due curve sinistra-destra. In alto a sinistra vediamo una casa che reca la scritta "La Grangia" (m. 1240).
Ancora tre curve sx-dx-sx poi usciamo dal bosco e, accompagnati alla destra da una staccionata, arriviamo alla Malga Lunga.

Tempo impiegato: ore 2.40 - Dislivello m. 775 -100
Data escursione: marzo 2015

Settimo itinerario: da Monte Farno (sentiero 545)

Con la provinciale 671 risaliamo la Valle Seriana. Dopo aver superato Gazzaniga, all'altezza del km. 19.3, prendiamo sulla destra la provinciale 42 della Val Gandino.
Dopo Leffe, arriviamo a Gandino. Seguendo la segnaletica, puntuale ad ogni bivio, ci dirigiamo verso il Monte Farno.
Poi, con una strada di recente costruzione, aggiriamo sulla destra la frazione Barzizza.
Superato l'abitato, la strada continua in salita fino ai parcheggi del Monte Farno. La sosta è soggetta al pagamento di € 2 tramite "gratta e sosta" acquistabile presso: La Spiga d'Oro, Caffè Centrale, Edicola Bar Antica Fontana, Il Vizio, Bar Sport e presso i Rifugi Monte Farno e Parafulmine.

Lasciamo la macchina nell'ultimo parcheggio a fianco di una bacheca che riporta due cartine della zona in versione estiva ed invernale (m. 1236).
Ci incamminiamo lungo l'asfalto, in leggera salita.
Poco dopo, alla destra si stacca una stradina con il fondo in cemento all'inizio della quale i segnavia indicano con il percorso 549a la Tribulina della Guazza situata a fianco del Bivacco Baroncelli. Un altro cartello indica diritto: Pizzo Formico a ore 1.30 (sentiero 542), San Lucio a ore 2 (sentiero 508), Rifugio Parafulmine a ore 1.30 (sentiero 545), Campo d'Avene a ore 1.40 (sentiero 545), Malga Lunga a ore 2.40 (sentiero 545). Una scritta scolpita nel legno segnala di proseguire diritto per raggiungere il Rifugio Parafulmine (km. 5 ore 1.30). Un segnale stradale vieta il transito ai mezzi non autorizzati. Proseguiamo diritto, passando sopra ad una griglia per lo scolo dell'acqua.
Alla sinistra troviamo dapprima alcune case e poi una siepe mentre alla destra c'è un grande prato.
Arriviamo ad un bivio dove ignoriamo la stradina che sale a sinistra verso il Roccolo del Morét, ben visibile in alto.

Lasciamo a destra il Rifugio Monte Farno davanti al quale c'è una rudimentale cartina della zona scolpita nel legno (m. 1250).
La strada ora continua con il fondo in cemento costeggiando il rifugio. Alla sinistra oltre una siepe di alberelli c'è un prato.
Troviamo altre case sparse tra i prati da entrambi i lati.
Continuiamo in salita e cominciamo a trovare della canaline di ferro, per lo scolo dell'acqua, di traverso alla strada (m. 1280).

Poco prima di raggiungere un gruppo di case, una strada, anch'essa con il fondo in cemento, si stacca sulla destra. Il segnavia 545 invita a proseguire diritto ma possiamo anche andare a destra e, con minore pendenza, aggirare le case per poi tornare sul percorso principale nei pressi di una grande vasca in cemento. Il Rifugio Parafulmine viene segnalato ad un ora di cammino. Continuiamo diritto.
Alla destra vediamo una madonnina in una nicchia accanto ad una baita di legno (m. 1290).
Al termine della strada proseguiamo con un sentiero (m. 1305).
Alla destra troviamo una vasca in cemento e l'altra strada che rientra (m. 1315).

Percorriamo due tornanti sinistra-destra con il fondo in cemento, vicini tra loro. Continuiamo su sterrato.
Alla sinistra c'è una villetta. Una strada arriva dalla destra (m. 1325).
Continuiamo con il fondo in cemento passando tra due recinzioni realizzate con paletti di ferro che reggono due cavi.
Alla sinistra troviamo una villetta recintata mentre alla destra, in lontananza, su di una collina vediamo un impianto di risalita (m. 1340).
Proseguiamo con un prato alla sinistra e una cascina recintata alla destra.
Una stradina con due strisce in cemento sale a sinistra verso la villetta (m. 1350).

Troviamo una targhetta di legno con l'indicazione del km. 1.
Lasciamo a destra una villetta, un gruppo di alberi e poi un'altra villetta circondata da alberi alla quale si accede con una stradina in discesa chiusa da una stanga.
Continuiamo con una staccionata alla destra e più in basso vediamo una casa.
In leggera salita arriviamo ad una curva a sinistra dalla quale cominciamo a vedere il Pizzo Formico e la grande croce in vetta. Proseguiamo quasi in piano (m. 1395).
Una sterrata scende dalla sinistra e si immette sulla strada.
Percorriamo una curva a sinistra.
Troviamo un segnale stradale che indica il divieto di transito ai veicoli e continuiamo in leggera discesa. Ora le canaline per lo scolo dell'acqua sono di legno.
Alla destra il pendio tra erba e alberi scende verso il fondo valle.

Un sentiero sale a sinistra ed un cartello indica in quella direzione il Pizzo Formico con il sentiero 542 a 40 minuti di cammino (m. 1390).
Percorriamo una curva a destra e continuiamo in leggera salita con un'ampia curva a sinistra all'esterno della quale c'è una staccionata.
Dopo un tornante destrorso la staccionata termina.
Superiamo un tornante sinistrorso e proseguiamo quasi in piano.

Alla destra troviamo una vasca abbeveratoio ed una pozza oltre la quale c'è una casa (m. 1395).
Alla sinistra c'è una zona recintata. Percorriamo un'ampia curva a destra e per un tratto camminiamo su fondo selciato.
Continuiamo con un tornante sinistrorso su sterrato. Alla destra si stacca una stradina che si dirige verso la casa.
Proseguiamo in leggera discesa tra i prati. Lontano, in basso alla destra, c'è una pozza. In alto a sinistra sul Pizzo Formico vediamo un ripetitore e la grande croce.

Percorriamo due curve sinistra-destra con una staccionata alla destra. Un cartellino indica il km. 2 (m. 1385).
Presso una curva a sinistra vediamo il segnavia 545 a bandierina su di una pietra.
Proseguiamo tra i prati dapprima quasi in piano e poi in lievissima salita. Alla destra vediamo una pozza.
Quasi in piano percorriamo una curva a sinistra, subito seguita da un tornante destrorso sotto al quale scorre un ruscello (m. 1390).
Accompagnati da una staccionata alla destra percorriamo un ampio tornante sinistrorso.
Proseguiamo con pochissima pendenza e percorriamo una curva a destra su fondo selciato seguita da un ampio tornante sinistrorso.

Presso una curva a destra riprendiamo a salire e vediamo il cartellino che segnala il km. 2.5 (m. 1410).
Percorriamo un'altra curva a destra in leggera salita.
Dopo un ampio tornante sinistrorso torniamo a camminare su sterrato. Alla destra c'è un abbeveratoio in cemento. Poco più in alto a sinistra c'è una pozza recintata (m. 1425).
Continuiamo quasi in piano; in questo punto ci troviamo esattamente sotto la perpendicolare della croce sulla vetta del Pizzo Formico.

Preceduto da una stradina che sale a raggiungerlo, alla sinistra, poco più in alto, c'è il Bàet de Còrnei. Un'altra ridiscende mentre percorriamo due curve sinistra-destra passando accanto al cartellino del km. 3 (m. 1430).
La segnaletica indica: Montagnina; a sinistra con il sentiero 508: San Lucio; davanti verso destra con il sentiero 545: Rifugio Parafulmine; diritto con il sentiero 545: Campo d'Avene; dietro verso destra con il sentiero 549: Gandino; dietro con il sentiero 545: Monte Farno. Ci sono anche un tabellone con una cartina della zona alla destra ed un tavolo con panche alla sinistra. Continuiamo diritto.

Troviamo il cartellino che segnala il km. 3.1.
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra.
Superato il cartellino del km. 3.2 percorriamo una curva a sinistra e dopo quello del km. 3.3 vediamo il segnavia 545 a bandierina su di una roccetta.
Al km. 3.4, alla sinistra troviamo una zona recintata. Un ruscello attraversa la stradina su di un letto di pietre. Un cartello segnala la presenza di un "Campetto Scuola Parapendio".
Continuiamo con la sterrata in leggera discesa.
Passiamo accanto al cartellino del km. 3.5 e proseguiamo quasi in piano.
Nel prato alla destra vediamo un baitello e, più lontano, una pozza.
Continuiamo in leggera salita (m. 1425).

Dalla sinistra si immette un sentiero che scende dal Pizzo Formico (m. 1430).
Poco più avanti, alla destra ci sono due baite; sulla seconda delle quali vediamo il segnavia 508 a bandierina.
Proseguiamo quasi in piano.
Un cartellino indica il km. 4. Continuiamo con poca pendenza.
Alla destra su di una roccetta vediamo i segnavia 508-545 (m. 1455). Riprendiamo a salire.
Troviamo due roccette, una per lato (m. 1460).

Più avanti, alla destra troviamo una pozza recintata e subito dopo raggiungiamo la Tribulina dei Morti della Montagnina, una piccola cappella recante la scritta "Decor Carmeli" e contenente le foto di alcune persone decedute (m. 1483). I segnavia indicano diritto con il sentiero n. 545: Campo d'Avene a ore 0.30, Baita Monte Alto a ore 1.10, Malga Lunga a ore 1.40; verso sinistra con il sentiero 508: Monte Fogarolo a ore 0.20, Malga Fogarolo a ore 0.30, Traversata del Formico. Continuiamo diritto con un sentiero che scende tra l'erba segnalato di tanto in tanto da un bollo bianco-rosso.

Proseguiamo tra gli alberi mentre il sentiero si divide in due tracce e dopo alcuni metri si ricompone (m. 1460).
Camminando tra erba e alberi radi percorriamo un tratto in leggera discesa seguito da un altro quasi in piano (m. 1440).
Dopo alcuni passi in discesa ed una curva a sinistra su fondo roccioso, la pendenza diminuisce.
Continuiamo quasi in piano, a mezza costa, tra abeti e faggi (m. 1420).
Percorriamo una curva a destra (m. 1410).

Proseguiamo con un breve tratto in leggera salita girando a destra, seguito da un altro breve tratto in leggera discesa.
Con un paio di passi in salita superiamo una roccetta con dei gradini.
Dopo una breve discesa continuiamo quasi in piano. Alla destra il pendio precipita ripidamente.
Poco dopo una curva a sinistra, torniamo a scendere. Vediamo il segnavia 545 su di un albero.

Dopo un tratto quasi in piano, in salita percorriamo due curve destra-sinistra. Poco più in basso alla destra vediamo dei pinnacoli di roccia affioranti dal terreno (m. 1405).
Quasi in piano arriviamo ad un tornante sinistrorso.
Riprendiamo a scendere camminando su fondo roccioso.
Con minore pendenza percorriamo un'ampia curva verso destra.

Rientriamo nel bosco e proseguiamo in discesa (m. 1390).
Il sentiero si sdoppia e dopo alcuni metri si ricompone (m. 1385).
In leggera discesa percorriamo due curve entrambe verso sinistra (m. 1370).
Dopo un tratto quasi in piano (m. 1355) ed uno in leggera discesa percorriamo una curva a destra. Continuiamo dapprima in leggera salita e poi in discesa.
Gli alberi diventano radi. Il sentiero si divide e dopo alcuni metri si ricompone (m. 1340).

Presso una curva a destra troviamo un paletto con la parte alta dipinta di rosso-bianco-rosso (m. 1330).
Dopo un ampio tornante sinistrorso ritorniamo nel bosco (m. 1325).
Continuiamo quasi in piano. Vediamo il segnavia 545 a bandierina su di un albero. Percorriamo due curve destra-sinistra vicine tra loro.
Dopo un tratto in discesa la pendenza diminuisce.
Percorriamo una curva a destra subito seguita da un'altra a sinistra e troviamo un altro paletto con i bolli (m. 1305).
Proseguiamo tra alberi radi e troviamo un paletto con i bolli (m. 1300).
Torniamo a scendere in un largo corridoio tra gli alberi.

Presso una curva a sinistra passiamo accanto ad un paletto con i bolli e rientriamo nel bosco (m. 1285).
Dopo una curva a destra attraversiamo un canale incassato nel terreno circostante.
Proseguiamo con due curve destra-sinistra vicine tra loro (m. 1280).

Poco dopo usciamo dal bosco e ci troviamo ai margini dei pascoli di Campo d'Avene.
Seguiamo un sentierino tra l'erba dapprima in leggera discesa e poi quasi in piano.
Vediamo in lontananza una vasca abbeveratoio alla sinistra e una baita alla destra.
Incrociamo una stradina sterrata inerbita e la seguiamo verso destra.

Poco dopo raggiungiamo la Baita di Campo d'Avene (m. 1267).
Seguiamo la sterrata che gira a sinistra.
Alla sinistra c'è un crocefisso nei prati. Alla destra un segnavia indica il sentiero 548 che proviene da Gandino.
Percorriamo un'ampia curva a sinistra.
Un sentiero si stacca alla sinistra. I segnavia indicano diritto con il percorso 545: M.te di Sovere a ore 1, Malga Lunga a ore 0.30; a sinistra con il sentiero 545a: Baita Monte Alto; dietro con il sentiero 548: Gandino; a destra con il 548a: Pizzo Corno. Seguiamo la sterrata.
Percorriamo un'ampia curva a destra.
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra all'inizio del quale un cartello indica il divieto di transito alle biciclette.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo in leggera discesa.
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a destra (m. 1250). Alla sinistra c'è una pozza recintata con una staccionata. Dietro a sinistra in alto, vediamo una casa.

Poco prima di entrare nel bosco, ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 545a: Baita Monte Alto; dietro con il 545: Monte Farno a ore 1.50, Campo d'Avene.
Con gli alberi ad alcuni metri di distanza dalla sterrata, percorriamo un tratto in leggera discesa, uno quasi in piano ed uno in leggera salita.
Proseguiamo quasi in piano; ora gli alberi sono a lato della strada.
In leggera discesa percorriamo una curva a sinistra (m. 1260).
Continuiamo quasi in piano o con pochissima pendenza.
Percorriamo alcuni metri con la sterrata incassata nel terreno circostante e subito giriamo a destra.

Alla sinistra si stacca una sterrata che sale al Monte Alto (m. 1255).
Continuiamo diritto con una curva a sinistra. Proseguiamo in leggera salita (m. 1260).
Dopo un tratto in discesa continuiamo dapprima con minore pendenza e poi quasi in piano.
In leggera salita percorriamo una semicurva a sinistra.
Dopo un tratto in salita e pochi passi con la sterrata incassata nella roccia, continuiamo quasi in piano (m. 1255).

Un segnavia indica a sinistra il sentiero 544a che sale alla Baita Monte Alto e un segnale stradale ne vieta il transito alle biciclette. Seguendo il segnavia 545 proseguiamo diritto con la sterrata.
Su di un albero vediamo due frecce rosse che indicano davanti e a sinistra e la scritta "C.d B."
Dopo un tratto in leggera salita, quasi in piano superiamo un tratto incassato tra delle rocce (m. 1265).
Continuiamo in leggera discesa. Percorriamo una curva a destra incassata.
Proseguiamo quasi in piano con un'ampia curva a sinistra.

Continuiamo in leggera discesa. Alla destra c'è una staccionata formata con delle traversine ferroviarie riciclate.
Quasi in piano percorriamo un lungo tratto con delle semicurve appena accennate (m. 1250).
Proseguiamo in discesa. Vediamo una casa, davanti un poco più in alto, e giriamo a destra.
Camminiamo con una recinzione alla sinistra e le traversine ferroviarie alla destra.

Superiamo una stanga e ci immettiamo sulla strada asfaltata che sale dalla Valpiana (m. 1235). I segnavia indicano davanti la Malga Lunga a 300 metri; dietro con il percorso 545: Campo d'Avene, con il sentiero 545a: Baita Monte Alto a ore 0.35.
Dopo un tratto in salita la strada diventa sterrata. Qui altri segnavia indicano a sinistra: Croce Corna Lunga a ore 0.30, Baita Monte Alto a ore 1.20; dietro con il 545a: Baita Monte Alto a ore 0.35. Proseguiamo diritto quasi in piano.
Alla destra, oltre una recinzione, vediamo una baita. Su di un cartello leggiamo: "Baita la Romita".

All'esterno di una curva a sinistra troviamo il sentiero che sale dalla Valpiana. I segnavia indicano a destra con il sentiero 544: Gandino a ore 2; dietro con il sentiero 545: Campo d'Avene a ore 1; dietro con il sentiero 545a: Baita Monte Alto; diritto con il sentiero 545: Malga Longa a ore 0.10; diritto con il sentiero 547: Monticelli a ore 1.30, Gandino a ore 2.30.
Alla destra vediamo una baitella gialla e più in alto un crocefisso.
Attraversiamo una piccola pineta e arriviamo al rifugio.

Tempo impiegato: ore 2.40 - Dislivello m. +302 -303
Data escursione: gennaio 2016

Escursioni partendo dal Rifugio:


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