Rifugio Madonna della Neve
- Altezza: m. 1595
- Gruppo: Valsassina
- Ubicazione: Val Biandino
- Comune: Introbio - LC
- Carta Kompass: 105 B4
- Coordinate Geografiche: 46°01'17.20"N 9°29'11.50"E
- Gestore: Associazione Verso l'Alto Verso l'Altro
- Telefono: 377 0908191
- Posti letto: 25
- Apertura: estiva e week end
- Pagina aggiornata il: 09/09/2022
Il Rifugio Madonna della Neve e l'annessa chiesetta sono situati nel cuore della Val Biandino e risalgono al 1664.
Distrutto nel 44 dai nazi-fascisti, il rifugio fu ricostruito tre anni dopo. Recentemente è stato completamente ristrutturato.
Partendo da Introbio, possiamo risalire la Val Biandino con due itinerari quasi paralleli: una strada con il fondo in parte sterrato e in parte su
cemento e la mulattiera/sentiero n. 40 detta anche Via del Bitto. I due itinerari hanno tre punti in comune nei quali la strada si è sovrapposta al sentiero.
Primo itinerario: da Introbio (interamente su strada)
Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la S.S. 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle. Ad Introbio
ignoriamo la prima deviazione sulla destra che conduce nel centro del paese.
Proseguiamo per km 1.6. Poco prima di arrivare ad una curva verso sinistra entriamo in un parcheggio alla destra della strada e vi lasciamo la macchina (m. 585).
Usciamo dal parcheggio passando accanto ad una santella con un affresco raffigurante la Madonna del Rosario. Quasi in piano seguiamo la curva della
strada e subito giriamo a destra in Via alla Cascata all'inizio della quale un cartello segnala la Val Biandino.
Proseguiamo in leggera salita con i capannoni della Ciresa alla sinistra mentre alla destra ci sono un prato e alcune case. A lato della strada
troviamo altri parcheggi.
Ad un bivio lasciamo Via alla Cascata che prosegue diritto e giriamo a destra in Via ai Forni.
Alla sinistra troviamo alcuni garage e percorriamo un breve tratto quasi in piano seguito da un altro in leggera discesa (m. 610).
Poco dopo abbandoniamo Via ai Forni che continua diritto in discesa e prendiamo a sinistra Via alle Ville all'inizio della quale un cartello avverte
che la strada è privata e pertanto vi è il divieto assoluto di accesso e transito. Viene indicato anche un numero di telefono a cui eventualmente
rivolgersi per la richiesta delle chiavi della sbarra. Camminiamo in leggera salita; inizialmente alla sinistra c'è un muro di recinzione e alla
destra un muretto sormontato da una siepe.
Continuiamo quasi in piano tra case e recinzioni.
Con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso e proseguiamo in salita (m. 615).
All'esterno di un tornante destrorso troviamo una fontana con vaschetta e due panche in cemento (m. 630).
Lasciati a sinistra tre garages percorriamo un tornante sinistrorso all'interno del quale vediamo una legnaia. La strada diventa sterrata.
Alla sinistra troviamo una grande bacheca con tettuccio con l'elenco di tutte le strutture della zona (Rifugio Tavecchia,
Rifugio Madonna della Neve,
Agriturismo la Baita, Rifugio Grassi, Rifugio Valbiandino, Rifugio Buzzoni, Rifugio Falc, Rifugio Santa Rita) con i loro numeri di telefono e l'informazione se sono aperti o meno.
In leggera salita raggiungiamo una sbarra dipinta di giallo che chiude l'accesso alla strada (m. 650). Alcuni cartelli ribadiscono che la strada è
privata e c'è il divieto assoluto di accesso e di transito. In realtà la sbarra è quasi sempre aperta e alcuni automobilisti ne approfittano per
proseguire a loro rischio fino al primo o al secondo ponte accorciando notevolmente il cammino ma facendo innervosire gli escursionisti che salgono a
piedi. E' anche possibile utilizzare il servizio navetta fino alla Bocca di Biandino (dove sono situati i Rifugi Tavecchia e Valbiandino)
rivolgendosi ai gestori dei rifugi.
La strada entra nel bosco.
Poco dopo il fondo diventa in cemento. Un ruscelletto attraversa la strada.
Superiamo un tornante destrorso (m. 665).
Più avanti, sulla sinistra, accanto ad una casa grigia, un sentiero sale a sinistra (m. 675). I segnavia indicano in quella direzione il Belvedere
della Cascata a m. 400 e il Rifugio Tavecchia a ore 2.10. Continuiamo diritto. (Vedi più sotto la descrizione della variante
che conduce al Belvedere e poi rientra più a monte sulla strada).
Percorriamo due curve verso sinistra.
Un rivolo attraversa la strada su di una base in cemento (m. 685).
Ignoriamo una stradina che scende a destra e percorriamo un tratto con un guardrail bianco alla destra.
Poco prima di un tornante destrorso ignoriamo una stradina che sale a sinistra e superiamo un torrente che passa sotto la strada (m. 695). Dopo il
tornante alla destra c'è una rete.
Percorriamo una curva verso sinistra (m. 705).
Troviamo un rivolo che attraversa la strada scorrendo in una canalina in cemento.
Continuiamo con una curva a destra.
Presso un tornante sinistrorso, di fronte ad una casa, incontriamo il sentiero 40 Via del Bitto che si immette da destra (m. 730). I segnavia indicano
a destra in discesa: S. Uberto a ore 0.10 e Introbio a ore 0.20. All'interno del tornante c'è un cancello di ferro.
Alla sinistra troviamo una recinzione e un cancello di color marrone mentre alla destra c'è un cassottello in cemento dell'acquedotto.
Proseguiamo in salita, inizialmente camminando tra due recinzioni.
Alla sinistra ci sono delle protezioni in ferro dipinte di verde (m. 755).
Alla destra troviamo alcune gabbie contenenti delle pietre (m. 760). Alla sinistra ci sono alcuni vecchi pali di cemento o di legno collocati in orizzontale,
recuperati e riutilizzati come paracarri; ne troveremo altri più avanti.
Presso un ampio tornante sinistrorso, un ruscello attraversa la strada passandole sotto. Alla destra, una stradina in salita, chiusa da una sbarra,
conduce verso una proprietà privata (m. 770).
Per un tratto alla destra c'è un muretto a secco.
Dopo un tornante destrorso, un cartello segnala il sentiero del Belvedere della Cascata che si innesta dalla sinistra (m. 790).
Percorriamo un tratto con poca pendenza e riprendiamo a salire.
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione (m. 800).
Alla sinistra troviamo un parapetto arrugginito che protegge da un burrone in fondo al quale rumoreggia il Torrente Troggia (m. 810).
Percorriamo un tratto incassato nel terreno circostante.
Continuiamo in leggera salita (m. 815).
Un rivolo attraversa la strada.
Ignoriamo un sentiero che scende a sinistra.
Poco dopo una stradina sale a destra. I segnavia indicano a destra con il sentiero 25/19: Rifugio Buzzoni, Alpe Mota a ore 2, Loc. la
Piazza a ore 0.10, Alpe Daggio a ore 1.10, Alpe Foppabona a ore 2.50; diritto: Sorgente S. Carlo a ore 0.45, Rifugio Biandino a ore 2.15, Rifugio
Madonna della Neve a ore 2.40. Un cartello indica diritto il Rifugio Tavecchia ed un altro alla destra La Pezza.
Un ruscello attraversa la strada passandole sotto. Proseguiamo diritto in leggera salita (m. 825).
Alla sinistra troviamo la Baita dei Faggi, una casa bianca recintata con una rete ed una siepe, sul muro della quale vediamo un affresco raffigurante una Madonna con
Bambino. Alla destra c'è un cassottello. La strada ora procede quasi in piano (m. 835).
Una stanga chiude l'accesso ad una stradina che scende a sinistra verso una proprietà privata.
A destra c'è una sorgente; l'acqua esce da un tubo e forma una fontanella (m. 840).
Proseguiamo con pochissima pendenza. In basso a sinistra, tra gli alberi riusciamo a scorgere il torrente.
Una cascatella scende dalla montagna alla destra; l'acqua attraversa la strada e finisce più a valle nel torrente (m. 845).
Alla sinistra ci sono delle protezioni in ferro.
Percorriamo una curva verso sinistra; ora la strada è sterrata.
Raggiungiamo lo slargo che precede il Primo Ponte e ritroviamo sulla destra la Via del Bitto (m. 850). Vari segnavia indicano a destra: Fonte S. Carlo
a ore 0.30, Rifugio Tavecchia a ore 1.40, Biandino a ore 2, Rifugio S. Rita a ore 3.15, Rifugio Grassi; dietro: S. Uberto a ore 0.30, Introbio a ore 0.45.
Continuiamo quasi in piano con la strada. Alla destra, una lastra di marmo ricorda i caduti dell'ultima guerra. Superiamo una sbarra gialla ed il
ponte sul Torrente Troggia.
Percorriamo un tornante sinistrorso ignorando una sterrata chiusa da una sbarra che sale a destra.
Il fondo stradale torna ad essere in cemento. Alla destra ci accompagna un muretto in cemento. Per un tratto ci sono anche delle reti fissate alla
roccia per impedire la caduta di pietre sulla strada.
Proseguiamo in leggera salita.
Più avanti ignoriamo una stradina che si stacca alla sinistra (m. 875).
Una catena sorretta da due paletti verdi chiude l'accesso ad un'altra stradina che scende a sinistra.
Poco dopo, all'esterno di un tornante destrorso, due sbarre chiudono l'accesso ad altrettante stradine (m. 900).
Dopo un tratto in salita continuiamo con minore pendenza. Ignoriamo una sterrata che sale a sinistra e, poco dopo, un'altra che scende a destra.
Presso un'ampia curva a sinistra, alla destra troviamo una rudimentale panca di legno ottenuta da un tronco piallato (m. 915).
Riprendiamo a salire e subito ignoriamo una sterrata che si stacca alla sinistra.
Con il fondo sterrato percorriamo una curva verso sinistra aggirando una cappelletta, contenente un dipinto raffigurante la Madonna e Gesù deposto dalla
Croce, alla quale si sale con un corto sentiero (m. 940).
La strada continua quasi in piano. Troviamo un muretto a sinistra e delle protezioni a destra.
Il fondo torna ad essere in cemento.
Proseguiamo in leggera salita.
Alla sinistra dell'acqua esce dalla roccia tramite un tubicino (m. 965).
Transitiamo sotto un paio di tubi obliqui che alla destra della strada si appoggiamo su di un muro (m. 975)
Più avanti troviamo alla sinistra delle pietre chiuse in gabbie sovrapposte che formano un muretto.
Ritroviamo il sentiero 40 che si innesta dalla destra (m. 1005). I segnavia indicano davanti: Fonte S. Carlo a ore 0.05, Rifugio Biandino a ore 1.40,
Rifugio S. Rita a ore 3.00; a destra: Ponte sulla Troggia a ore 0.20, Introbio a ore 1.
Procediamo con poca pendenza ignorando una stradina, chiusa da una stanga di legno, che scende a destra verso una cascina (m. 1025).
Torniamo a salire. All'interno di una curva verso sinistra troviamo delle pietre chiuse in gabbie sovrapposte (m. 1030).
Per un tratto alla destra ci accompagna un guardrail.
In leggera salita arriviamo ad una curva verso destra dove un ruscello passa sotto alla strada. Alla sinistra c'è una targa in memoria di una persona
deceduta (m. 1040).
Ignoriamo un sentiero che scende a destra verso il torrente.
Alla sinistra troviamo la Fonte S. Carlo (m. 1060). Sotto un tettuccio scende dell'acqua freschissima che cade in una vasca ai cui lati ci
sono delle panche di pietra. Alla destra della strada ci sono un tavolo in legno e relative panche. Un sentiero scende a destra verso la vecchia
fontana. Alla sinistra della fonte i segnavia indicano il sentiero 52 per l'Alpe Agoredo a ore 1.30.
Continuiamo diritto ignorando una sterrata che sale a sinistra.
Troviamo un altro muro di gabbie con pietre alla sinistra e, poco dopo, delle protezioni dipinte di bianco alla destra.
Alla sinistra riparte il sentiero 40 (m. 1075). I segnavia indicano verso sinistra: Baite alla Scala a ore 1, Rifugio Madonna della Neve a ore 1.45.
Un cartello indica sempre a sinistra: Val Biandino. Seguiamo la strada, quasi in piano.
Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione.
Arriviamo al Secondo Ponte detto anche Ponte dei Ladri e lo attraversiamo su sterrato (m. 1080).
Continuiamo in salita con il fondo in cemento.
In alto alla sinistra vediamo una cascata.
Lasciamo a destra due cassottelli di colore verde vicini tra loro (m. 1095).
Continuiamo con poca pendenza e con delle protezioni dipinte di bianco verso il torrente.
Alla destra della strada c'è una cascata.
Alla sinistra oltre il Troggia vediamo l'agriturismo La Baita (m. 1125). Un ponticello consente di attraversare il torrente per
raggiungerlo e riportarsi sul sentiero 40. Proseguiamo diritto con la strada.
Subito dopo una stradina scende al torrente.
Un sentiero si stacca alla destra. Un rivolo attraversa la strada passandole sotto dentro due tubi color arancione coperti dal cemento. Alla destra
c'è una piccola costruzione dell'acquedotto in cemento (m. 1140).
Torniamo a salire e troviamo alla destra della strada una colata di pietre franate da tempo (m. 1160).
Un rivolo attraversa la strada su di una base in cemento (m. 1180).
Anche alla sinistra, oltre il torrente, vediamo una colata di pietre.
Più avanti alla destra ne troviamo altre due (m. 1210 - 1230).
Percorriamo un'ampia semicurva verso sinistra (m. 1245).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire.
Un torrente attraversa la strada prima di gettarsi nel Troggia (m. 1265). Possiamo evitare il guado camminando su di una passerella alla sinistra
della strada, assicurati da un cavo fissato a due paletti sul lato a valle.
Una stradina scende a sinistra verso una tettoia. Sulla sponda opposta vediamo un'altra colata di pietre (m. 1275).
Alla destra troviamo un muro formato da gabbie contenenti pietre.
Alla sinistra ci sono alcuni massi, alla destra una colata di pietre franate (m. 1285). Poco dopo ne troviamo un'altra.
Percorriamo un tornante destrorso all'interno del quale ci sono dei massi (m. 1315).
Un tronco collocato orizzontalmente raso terra fa da protezione a valle subito prima di un tornante sinistrorso (m. 1325).
Continuiamo con un'ampia curva verso destra.
Presso una semicurva verso sinistra vediamo dell'acqua uscire da un tubo di gomma nero alla destra della strada. Accanto c'è una gabbia contenente delle pietre.
Poco dopo raggiungiamo la Baita Piero Magni situata all'esterno di un tornante destrorso. Davanti alla baita c'è un tavolone di legno con relative
panche. Nei pressi ci sono un grande bossolo e alcune targhe a ricordo di persone decedute (m. 1345).
Dopo il successivo tornante sinistrorso troviamo un sentiero che ridiscende alla Baita Magni e una santella contenente un piccolo crocefisso sotto al
quale c'è una targa a ricordo di un soldato (m. 1365).
Lasciamo a sinistra alcuni massi e transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione. Oltre il torrente vediamo una cascata e le Baite alla Scala.
Percorriamo un tratto con delle vecchie protezioni in ferro alla sinistra (m. 1375).
Subito troviamo alla destra delle gabbie sovrapposte contenenti delle pietre.
Un muretto in cemento che scende alla sinistra fa da rinforzo alla strada.
Troviamo altre vecchie protezioni in ferro alla sinistra e vediamo il Troggia compiere un salto formando una cascata (m. 1395).
Un rivolo attraversa la strada su di una base in cemento.
Ignoriamo una stradina che scende verso il torrente (m. 1405).
In alto a sinistra, oltre il torrente, vediamo il Cippo 55 Rosselli.
La strada diventa sterrata. Quasi in piano gira a sinistra e con il Terzo Ponte supera un affluente del Troggia. In alto a destra vediamo una
cascata (m. 1425).
Percorriamo una curva verso destra e continuiamo in leggera salita con il fondo in cemento.
Dopo una ampia curva verso sinistra troviamo ancora delle protezioni in ferro sul lato a valle e torniamo a vedere il Cippo Rosselli (m. 1440).
Subito percorriamo un tornante destrorso molto ampio. Alla sinistra vediamo dall'alto la cascata formata del salto del Troggia.
Cominciamo anche a vedere il Rifugio Tavecchia e la parte nuova del Rifugio Valbiandino.
Dopo una curva verso sinistra continuiamo con poca pendenza. In alto davanti vediamo il Rifugio Valbiandino.
Percorriamo una curva a sinistra mentre l'acqua di un ruscello, che scende a cascata, attraversa la strada passandole sotto (m. 1470).
Ignoriamo un sentiero che sale a destra.
Quasi in piano, su sterrato, attraversiamo il Quarto Ponte, con bella vista alla destra su di una cascata formata da un salto del Troggia (m. 1480).
Subito dopo dalla sinistra si immette il sentiero 40. I segnavia indicano: Bocca di Biandino; a sinistra: La Via del Bitto; Baite alla Scala a ore
0.15, Introbio a ore 2; seguendo la strada: Rifugio Madonna delle Neve a 15 minuti.
La strada, nuovamente con il fondo in cemento, gira a destra e riprende a salire.
Superiamo una semicurva verso sinistra.
Raggiungiamo una cappella contenente cinque dipinti raffiguranti la Madonna di Lourdes tra S. Pietro, S. Giuseppe, S. Giovanni e S. Antonio. Alla
sinistra in posizione sopraelevata c'è il Rifugio Tavecchia. Lasciamo a destra un ponticello di legno oltre il quale ci sono il Rifugio Valbiandino ed
il sentiero che prosegue verso il Rifugio Grassi e continuiamo diritto alla sinistra del torrente. I segnavia indicano diritto i Rifugi Madonna della
Neve, Santa Rita a ore 1.15, FALC a ore 1.45; alla destra i Rifugi Valbiandino a 50 metri e Grassi a ore 1.15. Un cartello segnala il divieto di
transito ai mezzi motorizzati. Continuiamo quasi in piano seguendo la strada che torna ad essere sterrata. La valle, finalmente, si fa più aperta, il
panorama si allarga e appaiono le montagne (m. 1485).
Superiamo due stanghe dipinte di giallo.
Presso una curva verso destra ignoriamo un'altra stradina che prosegue diritto in direzione di un gruppo di case. Davanti già vediamo la bianca chiesetta
che fa parte del gruppo di edifici tra i quali c'è anche il Rifugio Madonna della Neve.
La pendenza è minima.
Nel prato alla destra ci accompagna una serie di tralicci che reggono i cavi dell'alta tensione.
Un ruscelletto, coperto dal cemento, attraversa la strada.
Continuiamo in leggera salita attorniati dai prati.
Alla sinistra, su di un cubo in cemento, vediamo una freccia ed una scritta in giallo che invitano a proseguire verso la Madonna della Neve (m. 1500).
Proseguiamo con il fondo in cemento e vediamo la stessa scritta sul basamento di due vecchi tralicci, uno per lato.
Continuiamo quasi in piano su sterrato. Scavalchiamo un tubo semi affiorante dal terreno.
Presso una curva a destra troviamo un altro tubo e trascuriamo un sentiero che prosegue diritto in salita.
Riprendiamo a salire. Il fondo torna ad essere in cemento.
Percorriamo una curva verso sinistra transitando sotto i cavi dell'alta tensione e lasciando a sinistra un traliccio (m. 1525).
Proseguiamo con poca pendenza. Il sentiero rientra dalla sinistra.
Dopo una semicurva verso destra davanti torniamo a vedere la chiesa della Madonna della Neve. Un rivolo, scorrendo in un tubo, attraversa la strada che ridiventa
sterrata (m. 1555).
Lasciamo a destra il basamento di un traliccio. Una stradina si stacca alla sinistra.
Vediamo una pozza poco più in basso a destra.
Dopo un tratto in leggera discesa proseguiamo quasi in piano e percorriamo una curva verso destra.
Continuiamo in leggera salita.
Su di un cartello leggiamo: "l'Alpe Sasso inizia qui" e superiamo un vecchio cancello che troviamo aperto (m. 1570).
Dopo un tratto in salita continuiamo con minore pendenza (m. 1590).
Lasciamo la sterrata e piegando a destra saliamo alcuni gradini e raggiungiamo il complesso di edifici della Madonna della Neve (m. 1595).
Tempo impiegato: ore 3.10 - Dislivello: m. 1010
Data escursione: agosto 2022
Variante Belvedere della Cascata
Questa è una variante che esce (m. 675) e rientra (m. 790) dal percorso sopra descritto consentendo di ammirare una cascata che non ha un largo fronte
d'acqua ma compie un bel salto di ben cento metri.
Come descritto nel primo itinerario arriviamo a quota m. 675 dove, accanto ad una casa grigia, alla sinistra sale un sentiero all'inizio del quale un
cartello scritto in bianco su fondo verde indica il Belvedere della Cascata a m. 400.
Il sentiero inizia con una protezione alla sinistra formata da paletti di legno ed una rete. Alla destra dopo la casa c'è un pollaio.
Entriamo nel bosco e subito troviamo un bivio. Il sentiero principale prosegue diritto mentre alla destra una scorciatoia sale con maggiore pendenza.
Continuiamo diritto.
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 685).
Poco dopo la scorciatoia rientra.
Alla destra ci sono un cancelletto ed una rete di recinzione (m. 695).
Troviamo un paletto, nel mezzo del percorso, che impedisce il passaggio ai veicoli (m. 705).
Subito dopo percorriamo un tornante sinistrorso, coperto nella seconda parte da cemento, lasciando a destra una stradina che scende verso un cancello
(m. 710).
Proseguiamo su fondo sterrato. Presso un tornante destrorso ignoriamo un sentiero che continua diritto (m. 720).
Troviamo un tronco collocato di traverso e semi incassato nel terreno allo scopo di deviare verso destra l'acqua piovana.
Alla destra alcuni vecchi picchetti di ferro reggono un cavo (m. 735).
Presso una curva a sinistra ignoriamo una stradina che scende a destra nei prati verso una casa.
Arriviamo ad un bivio (m. 745). Alla sinistra c'è un tronco nel quale è stata scavata una nicchia che contiene la statuetta bianca della madonna
Regina della Pace. Un cartello verde ed una freccia indicano a destra: Biandino. Alla sinistra un sentiero si dirige verso il Belvedere. Facciamo
questa piccola deviazione per raggiungere il punto panoramico dal quale si può ammirare un grande salto del Torrente Troggia.
Il sentiero subito si divide. Il ramo alla destra prosegue con pendenza minore ed è protetto verso destra da una palizzata di legno e da una rete verde.
Presso uno zig-zag sinistra-destra le protezioni terminano e i due sentieri si ricompongono.
Ora camminiamo su di un largo crinale alberato.
Proseguiamo quasi in piano con protezioni alla destra.
Poco dopo raggiungiamo il Belvedere dove troviamo un tavolone in legno con due panche, un cartello esplicativo che parla della cascata ed un sentiero
che scende a sinistra. Alla destra vediamo la cascata (m. 760).
Torniamo sui nostri passi e al bivio con la madonnina proseguiamo diritto come indicato dal cartello: Biandino (m. 745).
Subito troviamo un altro bivio e teniamo la sinistra.
Il sentiero ancora si divide ma poco dopo si ricompone.
Alla sinistra vediamo la profonda forra nella quale precipita la cascata.
Ora il sentiero si scompone in tre tracce parallele (m. 765) che si riuniscono poco prima di effettuare il primo di due tornanti destra-sinistra (m. 775).
Percorriamo una curva verso sinistra.
Il sentiero ancora si divide in due. Entrambi vanno a sbucare sulla strada (quello a sinistra dopo aver salito alcuni gradini di legno) accanto ad un
cartello che segnala in discesa la cascata (m. 790).
Secondo itinerario: da Introbio con la mulattiera/sentiero n. 40
Lasciamo la statale 36 al km. 50 (ponte sull'Adda a Lecco) per prendere la S.S. 36 dir che sale in Valsassina.
Giunti alla rotonda di Ballabio, all'uscita dell'ultima galleria, continuiamo diritto con la provinciale 62 che percorre il fondovalle.
Ad Introbio prendiamo la prima deviazione a destra: Via Vittorio Veneto.
Dopo 500 metri presso una curva a sinistra, andiamo diritto entrando in Piazza Carrobbio dove c'è un grande parcheggio nel quale al lunedì si svolge
il mercato (m. 585). Alla sinistra ci sono delle panchine e un muretto che protegge dal sottostante torrente. Alla destra ci sono la caserma dei
Carabinieri e più avanti una strada in salita all'inizio della quale i segnavia indicano con il percorso 19: Passo di Nava, Rifugio Buzzoni,
Passo di Gandazzo a ore 2.45; con il sentiero 14a: Zucco Angelone a ore 1.15; con il sentiero 14: Passo di Nava a ore 0.45. Ignoriamo questi segnavia e, a
piedi, torniamo sulla strada. Quasi in piano la seguiamo verso destra.
Dopo il ponte la strada diventa Via Umberto Primo.
Di fronte a La Profumeria prendiamo sulla destra una strada con il fondo di sanpietrini (si tratta di Via Arrigoni ma non c'è il cartello con il nome)
all'inizio della quale i segnavia indicano con la Via del Bitto: Bocchetta di Trona a ore 5, Morbegno a ore 10; con la Dorsale Orobica Lecchese: Alpe
Foppabona a ore 3.30, Rifugio Grassi a ore 4.
Lasciamo a sinistra Piazza Antoniani dove ai piedi di una torre troviamo una vecchia fontana con vasca sopra alla quale c'è un affresco
raffigurante la Battaglia di Introbio del 1300. Proseguiamo diritto in leggera salita con la stretta Via Fumagalli.
Alla sinistra troviamo un affresco raffigurante da Deposizione dalla Croce. Qui la strada diventa Via per Biandino e i sanpietrini lasciano il posto all'asfalto
(m. 595).
Poco dopo un cartello indica la Val Biandino.
La strada si biforca e lasciamo a sinistra Via del Castello.
In salita percorriamo una curva verso sinistra. Su due pali in cemento vediamo il segnavia 40 a bandierina.
Di fronte arriva Via al Ceppo. Giriamo a destra e subito a sinistra e troviamo dei segnavia che indicano: S. Uberto a ore 0.10,
Rifugio Madonna della Neve a ore 3.15, Rifugio S. Rita a ore 4, Rifugio Buzzoni a ore 2.30. Un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli.
Passiamo su di una grata per lo scolo dell'acqua e prendiamo la mulattiera (m. 610).
Lasciate le ultime case del paese, camminiamo tra una rete metallica verde ed un muro.
Proseguiamo tra alberi di robinia.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 635).
All'esterno del successivo tornante sinistrorso scorre un ruscelletto.
Poco dopo troviamo alla destra la cappella votiva dedicata a S. Uberto, protettore dei cacciatori, alla quale si accede con sette gradini. Nei pressi
ci sono due panchine in legno. In questo punto sul lato a valle non ci sono alberi e possiamo vedere i tetti di Introbio e la Grigna con la Chiesetta
di San Calimero (m. 660).
Subito entriamo nel bosco.
Arriviamo poi ad un incrocio caratterizzato dalla presenza di due vecchi cippi su uno dei quali è stata incisa la parola Biandino con le due enne a
rovescio. I segnavia indicano a destra con il sentiero 25: Rifugio Buzzoni, Passo di Gandazzo a ore 2.15; a destra con il
sentiero 27: Rifugio Grassi via Foppabona a ore 3; diritto con il sentiero 34: Rifugio Grassi Via Valbona a ore 3.30; diritto con il sentiero 40: Bocca di Biandino,
Rifugio Grassi a ore 3.15. C'è anche un sentiero che scende a sinistra (m. 680). Continuiamo diritto con maggiore pendenza.
Alla destra abbiamo un muretto di pietre a secco sormontato da una siepe oltre il quale più in alto vediamo una casa (m. 690).
Ora alla sinistra c'è una siepe.
Troviamo due cancelli, uno per parte (m. 700), e poi un altro alla destra. La pendenza diminuisce (m. 715).
Alla destra ci sono dei pali di legno e una rete. Sempre alla destra, in un tronco scavato, vediamo la statua di una madonnina (m. 720).
Ignoriamo un sentiero, chiuso da una sbarra, che si stacca alla sinistra.
Percorriamo una curva verso sinistra superando un ruscelletto che attraversa il cammino e rientriamo nel bosco.
Proseguiamo con una siepe alla sinistra e un muretto sormontato da filo spinato alla destra oltre il quale vediamo una vecchia cascina.
Troviamo due segnavia bianco-rossi con il n. 40 e la scritta V.B (= Val Biandino).
Scavalchiamo un rivolo che scorre su di una base in cemento e ci immettiamo, per la prima volta, sulla strada descritta nel primo itinerario che in
questo punto effettua un tornante sinistrorso molto ampio. I segnavia indicano dietro: Sant'Uberto a ore 0.10, Introbio a ore 0.20 (m. 730).
La strada in questo punto ha il fondo in cemento e procede in lieve salita. Ne dovremo percorrere un lungo pezzo fino ad arrivare al cosiddetto Primo
Ponte, per ritrovare il sentiero con il quale proseguire.
(Rimando al primo itinerario per la descrizione dettagliata di questo tratto sulla strada.)
Poi raggiungiamo lo slargo che precede il Primo Ponte. Alla destra riparte il sentiero 40 Via del Bitto (m. 850). Vari segnavia indicano a destra:
Fonte S. Carlo a ore 0.30, Rifugio Tavecchia a ore 1.40, Biandino a ore 2, Rifugio S. Rita a ore 3.15, Rifugio Grassi; dietro: S. Uberto a ore 0.30, Introbio a ore 0.45.
Lasciamo la strada e prendiamo il sentiero che in leggera salita entra nel bosco.
Aggiriamo alla destra una roccia.
Vediamo il segnavia 40 su di un masso. Continuiamo tra alberelli.
Proseguiamo nel bosco.
Alla sinistra una staccionata in legno protegge verso valle dove scorre il Torrente Troggia.
Arriviamo ad un bivio; alcuni segnavia indicano a sinistra il sentiero 40 per la Val Biandino e a destra il sentiero 34 per il Passo del Camisolo e il
Rifugio Grassi. Andiamo a sinistra e attraversiamo il torrente con un piccolo ponte (m. 870).
Incrociamo una stradina sterrata e proseguiamo diritto con il sentiero.
Percorriamo un tornante destrorso (m. 875).
Su di un masso vediamo una targa che ricorda una persona perita nel torrente nel lontano 1911 e un segnavia bianco-rosso a bandierina (m. 890).
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 910) e uno destrorso (m. 915).
Transitiamo sotto tre tubi obliqui (uno grande e due piccoli) che si appoggiano su delle colonne in cemento (m. 930).
Percorriamo un lungo tratto quasi rettilineo.
Riprendiamo a salire. Ora il sentiero è pietroso (m. 955).
Lasciamo a destra un masso e continuiamo con poca pendenza (m. 965).
Passiamo tra due massi (m. 970).
Torniamo a salire.
Presso un tornante sinistrorso vediamo il segnavia 40 a bandierina (m. 1000).
In leggera salita e ci immettiamo nuovamente sulla strada che arriva dalla sinistra e, in questo punto, ha il fondo in cemento (m. 1005). Un
cartello indica verso destra la Fonte S. Carlo a ore 0.05, il Rifugio Tavecchia a ore 1.40, il Rifugio Biandino a ore 1.40, il Rifugio S. Rita a ore 3.00.
Seguiamo la strada passando per la Fonte S. Carlo (anche qui rimando per la descrizione di questo tratto su strada al primo itinerario).
Più avanti alla sinistra riparte il sentiero 40 (m. 1075). I segnavia indicano verso sinistra: Baite alla Scala a ore 1, Rifugio
Madonna della Neve a ore 1.45. Un cartello indica a sinistra: Val Biandino.
Prendiamo il sentiero che in leggera salita entra nel bosco.
Un rivolo d'acqua scende dalla sinistra e allaga il sentiero (m. 1085).
In basso alla destra vediamo il Secondo Ponte (m. 1090).
Continuiamo quasi in piano.
Ad una biforcazione teniamo la sinistra e riprendiamo a salire.
Vediamo il segnavia 40 su di un masso e proseguiamo con poca pendenza (m. 1105).
Un rivolo attraversa il sentiero. Proseguiamo allo scoperto con il bosco alla sinistra (m. 1110).
Quasi in piano attraversiamo un torrente su un ponticello con delle reti di colore verde alla sinistra. Su di un masso leggiamo in giallo: "Promotore Cav. Folat".
Un cartello invita a tenere i cani al guinzaglio.
Raggiungiamo l'agriturismo La Baita (m. 1125 - tel. 347 5212186). Scendendo a destra è possibile riportarsi sulla strada con un ponticello sospeso sul torrente.
Continuiamo diritto in leggera salita e rientriamo nel bosco.
Alla destra ci sono delle protezioni realizzate con paletti di ferro che reggono due cavi metallici.
Dopo un breve tratto quasi in piano (m. 1150) continuiamo in leggera salita, senza alberi e seguendo i cavi dell'alta tensione.
Lasciamo a sinistra un traliccio e rientriamo nel bosco (m. 1165).
In salita raggiungiamo e superiamo una zona con delle pietre franate (m. 1175). Ne troveremo altre in seguito. Si tratta di vecchie frane e il
sentiero e sempre ben sistemato.
Raggiungiamo un traliccio con i cavi dell'alta tensione che proseguono verso destra attraversando la valle. Qui il percorso è quasi pianeggiante (m. 1190).
Riprendiamo a salire e percorriamo un tratto tra gli alberi fino a raggiungere un'altra zona con dei massi franati (m. 1215). Alla destra, oltre il
torrente, è ben visibile la strada che sale parallela.
Poco dopo superiamo un'altra frana e continuiamo in leggera salita (m. 1225).
Superiamo la quarta colata di massi (m. 1250) e ne raggiungiamo una quinta (m. 1260). Anche qui, sull'altro lato è ben
visibile la strada.
Troviamo un'altra frana. Vediamo il segnavia 40 a bandierina. Camminiamo con poca pendenza tra pietre e rade betulle. Alla destra vediamo alcuni
saltelli del torrente e la strada (m. 1265).
Continuiamo nel bosco.
Poco dopo riprendiamo a salire (1280).
Lasciamo a sinistra un masso (m. 1285).
In leggera salita raggiungiamo un'altra frana. Alla destra vediamo la strada (m. 1295).
Dopo un tratto tra radi alberi, rientriamo nel bosco e riprendiamo a salire.
Lasciamo a destra una roccia (m. 1310).
Usciamo dal bosco, saliamo verso sinistra e raggiungiamo una targa che parla dei partigiani della 55a Brigata F.lli Rosselli uccisi da queste parti
nell'ottobre del 1944. Continuando diritto con un sentiero quasi impraticabile, dopo 50 metri, si raggiunge una grotta dove è stata posta una targa a
memoria di due partigiani, i fratelli Guerino e Carletto Besana. Prendiamo l'altro sentiero verso destra che in leggera discesa attraversa il letto di
un torrente che troviamo asciutto (m. 1315).
Rientriamo nel bosco e proseguiamo in leggera salita (m. 1320).
Ad un bivio, i segnavia indicano: Val Biandino a sinistra e Baita Alpini a destra. Andiamo a sinistra in salita volgendo le spalle al torrente (m. 1330).
Lasciamo a sinistra un masso.
Percorriamo due tornanti sinistra-destra.
Continuiamo con un tornante sinistrorso.
Con minore pendenza percorriamo altri tornanti: dx-sx-dx (m. 1345).
Passiamo tra due massi.
Ad un bivio troviamo sbarrato il sentiero che prosegue diritto e continuiamo con un tornante sinistrorso riprendendo a salire (m. 1355).
Con poca pendenza percorriamo un tornante destrorso e proseguiamo in salita (m. 1360).
Alla sinistra ci sono alcuni massi (m. 1365).
Continuiamo con una curva verso destra, una verso sinistra aggirando un masso, ed un'altra curva verso destra.
Alla destra troviamo due paletti verdi che reggono un cavo. Un cartello segnala il divieto di caccia.
Dalla sinistra, scorrendo su una roccia liscia, scende un torrente. Generalmente basta appoggiare gli scarponi su alcune pietre affioranti per superarlo senza
bagnarsi (m. 1375).
Continuiamo quasi in piano e lasciamo a sinistra una grande roccia.
Passiamo tra due piccoli dossi.
Alla sinistra troviamo un tavolone in legno con relative panche.
Alla destra vediamo la strada e una frana.
Poco più avanti, in un prato in basso a destra, ci sono le due Baite alla Scala (m. 1385).
Attraversiamo un rivolo e continuiamo con delle serpentine.
Percorriamo un tratto in leggera discesa tra rade betulle e sorbi degli uccellatori. In basso alla destra vediamo una stalla. Continuiamo in leggera
salita.
Per un tratto l'assenza di alberi alla destra consente di vedere la strada che scorre oltre il torrente. Torniamo nel bosco (m. 1395).
Un cartello, su di una roccia alla sinistra del sentiero, segnala il Rifugio Tavecchia a 10 minuti di cammino.
Percorriamo un tratto in salita su mulattiera. Alla sinistra ci sono delle catene fissate alla roccia che possono essere utili nel periodo invernale (m. 1415).
All'esterno di una curva verso destra c'è un masso (m. 1425).
Proseguiamo con poca pendenza tra radi alberi (m. 1435).
Poco dopo riprendiamo a salire.
In leggera salita rientriamo nel bosco (m. 1450).
Alla destra ci sono delle protezioni con paletti che reggono due cavi.
Presso un ampio tornante destrorso attraversiamo un torrente che scende dalla sinistra. Una targhetta ricorda una persona deceduta (m. 1460).
Continuiamo con poca pendenza.
Raggiungiamo uno slargo. Alla destra c'è il cippo "55 Rosselli", ovvero un piccolo obelisco, in posizione panoramica su un salto di roccia (m. 1470).
Lasciamo a destra un traliccio e ne seguiamo i cavi dell'alta tensione.
Davanti cominciamo a vedere la bianca sagoma del Rifugio Valbiandino.
Alla destra ci sono delle protezioni con paletti di ferro che reggono tre cavi.
Dopo tre passi in discesa proseguiamo in leggera salita.
Superiamo due semicurve sinistra-destra (m. 1475).
Continuiamo quasi in piano con delle rocce alla sinistra mentre alla destra ci sono ancora le protezioni con paletti di ferro e tre cavi.
Un rivolo bagna il sentiero.
Sbuchiamo sulla strada che arriva dalla destra attraversando un ponte sul Troggia. I segnavia indicano: Bocca di Biandino; dietro: La Via del Bitto,
Baite alla Scala a ore 0.15, Introbio a ore 2.
Ora non ci resta che seguire la strada come già descritto nell'ultima parte del primo itinerario.
Tempo impiegato: ore 3.10 - Dislivello: m. 1010
Data escursione: agosto 2022
Escursioni partendo dal Rifugio:
- al Lago di Sasso (m. 1922) in ore 1
- al Rifugio Grassi (m. 1987)
- al Rifugio Santa Rita (m. 1999) in ore 1
- al Rifugio Casera Vecchia di Varrone (m. 1675)
- al Rifugio FALC (m. 2120)
- al Pizzo Varrone (m. 2325)
- al Pizzo dei Tre Signori (m. 2553)
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