Rifugio Laghi Gemelli
- Altezza: m. 1968
- Gruppo: Orobie
- Ubicazione: Laghi Gemelli
- Comune: Branzi - BG
- Carta Kompass: 104 B4
- Coordinate Geografiche: 45°59'35"N 9°48'13"E
- Gestori: Maurizio Nava e Stefano Brignoli
- Telefono gestore: 347 0411638
- Telefono rifugio: 0345 71212
- Posti letto: 70
- Apertura: estiva e weekend primavera autunno
- Pagina aggiornata il: 18/10/2016
Il Rifugio Laghi Gemelli è situato in Val Brembana nei pressi della diga che chiude l'omonimo lago.
Primo itinerario: da Carona (sentiero 211)
Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a sinistra la provinciale 1 che sale al Passo San Marco e
continuiamo sulla destra con la provinciale 2 in direzione di Foppolo.
Dopo quattro chilometri e mezzo ignoriamo sulla destra la provinciale 3 per Roncobello (vedi l'itinerario dalla Baite di Mezzeno).
Superata Branzi, prendiamo la deviazione sulla destra con la quale raggiungiamo Carona.
Attraversando il paese troviamo diversi cartelli che indicano i rifugi della zona. Andiamo a destra scendendo verso il lago, passiamo sopra la diga e giriamo a
sinistra. Un centinaio di metri più avanti troviamo un parcheggio e l'inizio del sentiero 211 (m. 1119).
Un grande cartello sotto la scritta "Rispetta la montagna" indica il rifugio Laghi Gemelli a 3 ore di cammino e i laghi della zona: Becco, Marcio, Casere,
Gemelli e Colombo.
Prendiamo il sentiero in salita. Incrociamo un stradina e proseguiamo diritto; un cartello su un pino indica il rifugio a 3 ore di cammino.
Troviamo un segnavia bianco rosso a bandierina con il numero 211 e un cartello caduta massi.
Il sentiero è abbastanza ripido e sale a zig-zag fra i pini. Qualche apertura tra gli alberi consente di vedere la sottostante Carona.
Un rivolo d'acqua che scende dalla montagna bagna il sentiero.
A destra scorre un piccolo torrente; nei punti in cui il sentiero si avvicina, alcuni cartelli segnalano il pericolo di piene improvvise.
Ad un bivio andiamo a sinistra e continuiamo con minore pendenza. Alcune tracce di sentiero consentono di tagliare i tornanti e abbreviare il percorso.
Oltrepassiamo un ponticello di legno (m. 1360).
Passiamo per la prima volta sotto la funivia di servizio dell'Enel; ogni volta troveremo un cartello che invita a non sostare sotto i cavi.
Ad un bivio prendiamo a sinistra e riprendiamo a salire.
Superato un tavolo e delle panche in legno, il sentiero prosegue con dei tornanti che diventano sempre più ripidi.
Più avanti il percorso diventa meno faticoso e proseguiamo alternando dei tratti più o meno ripidi.
Ripassiamo sotto i cavi della funivia e poi li seguiamo per un tratto.
La pendenza diminuisce. Il sentiero si divide e torna a riunirsi varie volte.
Percorriamo un altro tratto molto ripido con dei corti tornanti poi, quasi in piano, ripassiamo sotto la funivia.
Riprendiamo subito a salire e passiamo un'altra volta sotto i cavi.
Continuiamo con un tratto in piano passando accanto a un precipizio e poi torniamo a salire.
Ancora in piano, superiamo un ponticello di pietra presso una chiusa sul torrente e raggiungiamo un bivio (m. 1770); i segnavia indicano a sinistra il rifugio
Calvi (sentiero 213 - ore 3) e a destra il rifugio Laghi Gemelli (sentiero 211 - ore 1.15).
Riprendiamo a salire, inizialmente con alcuni gradini; poco più avanti c'è una piccola sorgente con l'acqua che esce da un tubo.
Poi, quasi in piano, costeggiamo un canale artificiale, con delle funi di acciaio a protezione, e raggiungiamo un altro bivio. Possiamo scegliere se proseguire
con il sentiero 211 e passare per i laghi Marcio e Casere oppure girare a sinistra e fare un giro più lungo (mezz'ora in più) passando per i laghi Becco e
Colombo.
Eventualmente i due percorsi si possono unire ad anello; uno all'andata e l'altro al ritorno.
1a) Diritto per i laghi Marcio e Casere.
Arrivati in vista della diga del lago Marcio, giriamo a destra e la risaliamo (m. 1826).
Un cartellone informa che la diga è alta 17 metri ed è stata costruita negli anni 1922-25.
Proseguiamo in piano alla destra del lago. Alcuni tratti sono protetti con delle funi nonostante che il sentiero sia abbastanza largo.
Passiamo altre due volte sotto i cavi della funivia. Ad un bivio prendiamo a sinistra come indicato da un cartello.
Poco dopo raggiungiamo la casa del custode delle dighe e il lago Pian delle Casere (m. 1823).
La diga che chiude questo lago è alta 40 metri ed è stata costruita negli anni 1941-46.
Da destra arriva il sentiero che sale da Branzi (n. 212) e si unisce al nostro.
Giriamo a sinistra e passiamo sopra un canale che unisce i due laghi nei pressi della piazzola per l'atterraggio degli elicotteri.
Continuiamo in piano alla sinistra del lago che è probabilmente il più bello tra tutti quelli presenti in questa zona.
Giunti in fondo, scendiamo verso un ponticello in ferro con il quale superiamo un affluente del lago.
Con un breve ripido strappo torniamo a salire poi con poca pendenza passiamo accanto ad una casa e a una stalla.
Successivamente ignoriamo un sentiero sulla sinistra e riprendiamo a salire ripidamente.
Raggiungiamo e superiamo una casa e un traliccio dell'alta tensione.
Il rifugio è sulla destra poco più avanti e precede il lago la cui diga costruita negli anni 1925-32 è lunga 198 metri.
Tempo impiegato: ore 3.00 - Dislivello: m. 849
Data escursione: luglio 2005
1b) A sinistra per i laghi Becco e Colombo.
Prendiamo il sentiero che sale a sinistra. Dopo aver percorso un tratto in piano, saliamo in modo assai ripido fino alla diga che chiude il lago Becco (m. 1872).
Proseguiamo poi quasi in piano costeggiando la sponda destra del lago.
Troviamo un bivio ed andiamo a sinistra; un segnavia infatti indica da quella parte il lago Colombo.
Superata una chiusa, percorriamo pochi passi in salita e poi un lungo tratto in piano.
Ad un bivio prendiamo a destra. Sull'altro versante della vallata già vediamo il rifugio, ma per arrivarci dovremo fare un lungo giro, raggiungere il lago Colombo e ritornare sull'altro lato.
Arrivati ad un altro bivio, continuiamo verso sinistra in leggera salita. A destra sotto di noi c'è una vecchia baita.
Dopo un lungo tratto in leggera salita troviamo sulla destra un sentiero che conduce verso un ponte sospeso con il quale è possibile arrivare sull'altro versante della vallata accorciando un poco il
cammino. Decidiamo comunque di proseguire diritto altrimenti non potremmo vedere il lago Colombo.
Superiamo un pilone dell'Enel e ignoriamo un ripido sentiero che sale a sinistra verso il Pizzo Becco.
Continuiamo con maggiore pendenza e, superato un ponticello in cemento, arriviamo in cima alla diga (m. 2046); è il punto più alto della nostra escursione.
Costeggiando il lago Colombo si potrebbe andare al rifugio Calvi per il passo di Aviasco. Giriamo invece a destra, attraversiamo la diga e scendiamo poi dall'altro lato.
Iniziamo ora un lungo percorso in leggera discesa sull'altro versante della vallata.
Troviamo una freschissima sorgente che esce da una costruzione in cemento.
Su una roccia vediamo l'indicazione del percorso (214-250).
Passiamo sotto i cavi dell'alta tensione. Dopo un corto tornante, proseguiamo in piano e superiamo un ruscelletto che scende dalla montagna alla nostra sinistra.
Superata una curva, vediamo la diga che chiude a valle i Laghi Gemelli e in breve la raggiungiamo.
Giriamo a destra e percorriamo il camminamento sopra la diga.
Giunti in fondo pieghiamo ancora a destra e con un ultimo tratto in salita raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 3.30 - Dislivello m. 930 fino al lago Colombo e m. -81 da qui al rifugio.
Data escursione: luglio 2005
Secondo itinerario dalle Baite di Mezzeno (sentiero 215)
Con la statale 470 percorriamo il fondo della Valle Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a sinistra la provinciale 1 che sale al Passo San
Marco e continuiamo verso destra con la provinciale 2 in direzione di Foppolo.
Dopo quattro chilometri e mezzo prendiamo sulla destra la provinciale 3 per Roncobello.
Superiamo Borgogna, Bàresi, Roncobello e Capovalle poi la strada diventa più stretta ed entra nel bosco.
Presso uno slargo alla sinistra, troviamo la colonnina per il ritiro del ticket, valevole per un giorno, al costo di 2 euro.
Saliamo con 14 tornanti.
La strada termina poco prima delle Baite di Mezzeno, visibili in basso a destra. Parcheggiamo accanto a una fontana e a una bacheca con una cartina
della zona. Un segnale stradale indica il divieto di transito ai veicoli.
Vari segnavia indicano: Località Mezzeno (m. 1600);
- diritto con il sentiero 215: Passo di Mezzeno (m. 2142) a ore 1.30, Rifugio Laghi Gemelli a ore 2;
- diritto con il sentiero 217: I Tre Pizzi (m. 2153) a ore 2, Monte Pietra Quadra (m. 2287) a ore 2.45;
- diritto con il sentiero 272: Sentiero dei 7 Roccoli (Tino, Campo, Veroppio, Larici, Cornela, Fontana e Corno) in ore 3;
- a destra con il sentiero 219: Passo Branchino (m. 1821) a ore 1, Rifugio Branchino a ore 1.05, Sentiero dei Fiori ore 1, Rifugio Capanna 2000 a ore 2.30;
- a destra con il sentiero 270 A: Passo Marogella a ore 0.30.
Ci incamminiamo in leggera salita con il sentiero 215-217 tra prati e radi alberi.
Lasciamo a sinistra un casello dell'acquedotto.
Percorriamo delle serpentine appena accennate.
Su di una pietra vediamo il segnavia 215-217 a bandierina (m. 1615).
Continuiamo in salita con il bosco alla sinistra e superiamo cinque gradini distanziati l'uno dall'altro.
Di tanto in tanto vediamo un segnavia rosso-bianco-rosso.
Proseguiamo con poca pendenza. Il sentiero si sdoppia e dopo il guado di un ruscello si ricompone (m. 1635).
Raggiungiamo un bivio dove una freccia consiglia di andare a destra (m. 1645). In effetti il percorso a destra sale dolcemente con un giro più largo mentre quello a sinistra è più ripido e diretto.
Andiamo a destra.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1650).
Presso una curva verso destra ritroviamo l'altro sentiero che si immette dalla sinistra. Continuiamo in salita (m. 1660).
Subito dopo il sentiero nuovamente si divide. Possiamo proseguire diritto in salita. Se invece andiamo a destra con minore pendenza, anche in questo caso dopo un tornante sinistrorso riprendiamo a
salire e rientriamo nell'altro (m. 1665).
Continuiamo con poca pendenza e presso un tornante sinistrorso guadiamo un torrente. Più in alto vediamo un casello dell'acquedotto (m. 1675).
Riprendiamo a salire e percorriamo un tornante destrorso molto ampio.
Poco dopo raggiungiamo e lasciamo a destra il casello dell'acquedotto (m. 1690).
Con alcuni gradini di legno, distanziati tra loro, arriviamo ad una curva verso sinistra presso la quale guadiamo nuovamente il torrente (m. 1695).
Troviamo altri gradini di legno distanziati.
Aggiriamo una roccia che affiora in mezzo al sentiero (m. 1705).
Pochi metri più avanti percorriamo un tornante destrorso.
Il sentiero si divide ma fatti pochi passi si ricompone.
Subito dopo si divide nuovamente e teniamo la destra (m. 1715).
Dopo una semicurva verso destra continuiamo con poca pendenza e dopo una semicurva verso sinistra riprendiamo a salire (m. 1720). Nel valloncello alla destra, in basso vediamo il torrente e il casello
dell'acquedotto precedentemente incontrato.
Davanti, più in alto, ci sono altri caselli vicini tra loro e un muro di pietre.
Percorriamo un'ampia curva verso destra che nella prima metà è bagnata dall'acqua del torrente (m. 1745).
Troviamo subito una biforcazione dove, ignorato il sentiero che scende a destra, continuiamo verso sinistra in modo abbastanza ripido.
Subito il sentiero si sdoppia e si ricompone. Percorriamo una curva verso sinistra indicata da un segnavia bianco-rosso ricurvo.
Pochi passi più avanti il sentiero nuovamente si divide (m. 1750) Dopo una diecina di metri si ricompone dopo aver aggirato un masso da entrambi i lati.
Il sentiero nuovamente si divide. Alla sinistra ci sono i caselli dell'acquedotto che avevamo già visto dal basso.
Passiamo su di una lastra di roccia bruna. Il sentiero si ricompone accanto ad un masso con delle scritte che segnalano: a sinistra i Tre Pizzi (sentieri 217-272) e a destra i Laghi Gemelli (sentiero 215).
Poco dopo raggiungiamo questo bivio (m. 1775). Qui altri segnavia ribadiscono:
- a sinistra con il sentiero 217: Tre Pizzi a ore 1.30, Monte Pietra Quadra a ore 2.30; con il sentiero 272: Sentiero dei Roccoli;
- a destra con il sentiero 215: Passo Mezzeno a ore 1, Rifugio Laghi Gemelli a ore 1.30;
- dietro: località Mezzeno - Roncobello.
Andiamo a destra.
Per due volte il sentiero si sdoppia e si ricompone.
Il sentiero si divide e procede alla destra in salita e alla sinistra in modo abbastanza ripido (m. 1785). Prendiamo il sentiero alla destra che, dopo un tornante sinistrorso incassato nel terreno circostante,
nuovamente si divide.
Superato un tratto abbastanza ripido la pendenza diminuisce un poco. Ora tutte le tracce girano a sinistra e si uniscono (m. 1815).
Continuiamo con poca pendenza attorniati dall'erba (m. 1820).
Percorriamo una semicurva verso destra e proseguiamo in salita (m. 1825).
Troviamo delle pietre, infisse di taglio nel sentiero, che dirottano l'acqua piovana alla destra. Il sentiero si divide in due tracce parallele e si ricompone.
Il sentiero ancora si sdoppia (m. 1840) e procede: alla sinistra in salita in modo più diretto e alla destra in leggera salita percorrendo un ampio tornante sinistrorso.
Dopo un po' i due sentieri si ricompongono (m. 1860).
Quasi in piano superiamo un'ampia curva verso sinistra e vediamo il segnavia 215 a bandierina.
Percorriamo un tratto in discesa e uno in lievissima discesa.
Continuiamo quasi in piano. Il sentiero si divide all'inizio di una curva destrorsa molto ampia. Prendiamo quello più basso, alla destra (m. 1855).
Al termine della curva lasciamo a sinistra un grande masso.
Alterniamo due tratti in salita a uno con poca pendenza.
Lasciamo a destra il sentiero, lungo circa trenta metri, che conduce alla Baita delle Foppe (m. 1862). La scritta "Gemelli" e una freccia bianca su di un masso invitano a proseguire diritto.
Percorriamo un tornante destrorso volgendo le spalle alla baita.
Proseguiamo con delle serpentine: sx-dx-sx.
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire (m. 1875).
Ad una biforcazione prendiamo il sentiero più largo, quello alla destra (m. 1885). In basso a destra vediamo una pozza e la tettoia di una pensana.
Presso un tornante sinistrorso molto ampio, su di una roccia vediamo il segnavia 215 a bandierina (m. 1900).
Subito dopo, passiamo tra due massi oppure li aggiriamo alla destra.
Proseguiamo quasi in piano con delle serpentine appena accennate.
In leggera salita percorriamo una curva verso destra camminando tra due dossi rocciosi coperti dall'erba e seguendo il letto di un torrente asciutto che ci accompagna alla destra.
Dopo una semicurva verso destra riprendiamo a salire (m. 1910).
Alcune pietre formano dei rudimentali gradini.
Continuiamo su fondo roccioso.
Il sentiero si sdoppia e dopo un tratto con poca pendenza si ricompone (m. 1925).
Quasi in piano attraversiamo il pianoro al centro della quale è situato il Bivacco Mezzeno (m. 1933). Davanti è ben visibile la croce in cima al Passo Mezzeno mentre alle
spalle vediamo il versante settentrionale del Monte Arera. Il sentiero passa alla sinistra del bivacco, a una diecina di metri di distanza.
Proseguiamo con poca pendenza. Un tubo blu affiora dal sentiero che in questo tratto è diviso in due. Riunitesi le due tracce, attraversiamo un rivolo.
Attorno abbiamo ciuffi d'erba, arbusti, alcuni massi e delle pietre.
Continuiamo in salita (m. 1950).
Pieghiamo a sinistra. Con pochissima pendenza superiamo un tratto erboso tra due dossi (m. 1970).
Ad un bivio troviamo: una pietra sormontata da altre più piccole, il segnavia 215 a bandierina e una freccia. Lasciamo il sentiero che continua diritto e prendiamo quello a sinistra in salita.
Troviamo alcuni rudimentali gradini di pietra che terminano presso una curva verso destra (m. 1975).
Continuiamo in salita su un costolone tra due vallette. La pendenza ben presto diventa abbastanza ripida.
Dalla destra si immette l'altro sentiero che avevamo lasciato al precedente bivio (m. 1980).
Aggiriamo un masso (m. 2005).
Pieghiamo a destra e camminiamo sopra una lastra di roccia obliqua.
Subito dopo il sentiero si divide solo per aggirare una roccetta (m. 2015).
Ad una biforcazione teniamo la sinistra come indicato da un segnavia bianco-rosso ricurvo.
Continuiamo su due tracce parallele (m. 2030). Entrambe girano e sinistra. Poi si riuniscono (m. 2040).
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra tra rocce brune (m. 2065).
In leggera salita percorriamo una curva verso sinistra (m. 2070).
Continuiamo in salita. Il sentiero si divide e dopo una diecina di metri si ricompone.
In modo abbastanza ripido saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra (m. 2085).
La pendenza diminuisce un poco.
Percorriamo un tornante sinistrorso (m. 2095).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido. Di tanto in tanto troviamo qualche gradino di pietra.
Dopo uno zig-zag destra-sinistra il sentiero si divide e andiamo a destra dove il cammino è più agevole (m. 2115).
Il sentiero si divide nuovamente ed entrambe le tracce effettuano un tornante sinistrorso (m. 2120).
La pendenza diminuisce.
Dopo un breve tratto quasi in piano gli altri sentieri rientrano (m. 2130).
Torniamo a salire lasciando a sinistra la croce accanto alla quale ci sono una santella e delle targhe in memoria di alcuni escursionisti.
Con poca pendenza raggiungiamo il passo. I segnavia indicano: Passo Mezzeno 2142 m; davanti: Rifugio Laghi Gemelli a ore 0.30, Carona a ore 2.30 (sentiero 211),
Rifugio Calvi a ore 4.30 (sentiero 213); dietro: Baite Mezzeno a ore 1, Incr. 217 per Tre Pizzi a ore 0.45, Roncobello.
2a) Prosecuzione con neve primaverile
Iniziamo a scendere lungo il versante nord. Il sentiero è sparito sotto l'abbondante neve. Seguiamo pertanto le tracce lasciate da chi ci ha preceduto.
Dopo una breve discesa, continuiamo in piano passando accanto a una palina segna neve. In basso a destra vediamo i Laghi Gemelli coperti da una coltre nevosa.
Continuiamo in leggera discesa, poi la pendenza aumenta. A sinistra vediamo una cascata.
Con pochi passi in salita arriviamo in cima a un dosso e poi ne scendiamo l'opposto versante.
In basso a destra cominciamo a vedere il sentiero 216 che costeggia il lago.
Decidiamo pertanto di scendere tra la neve e, raggiuntolo, lo seguiamo verso sinistra con percorso quasi pianeggiante.
Il sentiero alterna tratti su sterrato ad altri ancora ricoperti di neve e, percorrendo questi ultimi, procediamo con la dovuta cautela per non correre il rischio di scivolare verso il lago.
Lasciamo a sinistra una baita. Su di un masso vediamo i segnavia 215-216.
Continuiamo quasi in piano e raggiungiamo una croce in ferro a ricordo di un giovane escursionista. Più sotto, sulla destra c'è una casa in riva al lago.
Poco dopo cominciamo a vedere il rifugio davanti a noi. Su un masso, una freccia rossa indica alle nostre spalle il Passo Mezzeno e il Passo Gemelli.
Il sentiero si divide e, ignorato il ramo di destra che si dirige verso la diga, continuiamo diritto verso una baita poco dopo la quale raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 2 - Dislivello m. 555 -187
Data escursione: maggio 2009
2b) Prosecuzione su sentiero estivo
Cominciamo a scendere lungo il versante nord.
Percorriamo un tratto in leggera discesa e cominciamo a vedere i Laghi Gemelli.
Riprendiamo a scendere (m. 2135).
Un rivolo attraversa il sentiero.
Vediamo il segnavia 215. Proseguiamo con un tratto in discesa e uno con minore pendenza. Il sentiero si divide in varie tracce.
Continuiamo in discesa.
Quasi in piano attraversiamo un ruscello. Il sentiero si biforca e teniamo la destra (m. 2095).
Poco dopo, su fondo roccioso, superiamo anche un suo esiguo affluente.
Proseguiamo in leggera discesa. L'altro sentiero rientra.
In discesa superiamo uno zig-zag destra-sinistra e vediamo un segnavia ricurvo (m. 2080).
Percorriamo una curva verso destra seguita, poco dopo, da una verso sinistra (m. 2075).
In leggera discesa superiamo altre due curve destra-sinistra (m. 2065).
Proseguiamo in discesa. Camminiamo su di una liscia roccia obliqua.
Continuiamo con delle serpentine e con il sentiero diviso in più tracce (m. 2050).
Presso un tornante destrorso vediamo un segnavia ricurvo (m. 2045).
Proseguiamo in discesa e percorriamo un tornante sinistrorso (m. 2035).
Il sentiero torna a dividersi in tracce. Un rivolo lo attraversa (m. 2030).
Ora il sentiero è diviso in due tracce (quella più alta è bagnata da un rivolo) che si riuniscono poco prima di arrivare alla confluenza con il sentiero 216 (m. 1995).
Al bivio i segnavia indicano, diritto con il sentiero 216: Rifugio Laghi Gemelli a ore 0.15; dietro verso destra con il sentiero 216: Passo dei Laghi Gemelli a ore 0.25, Rifugio Alpe Corte a ore 1.45,
Valcanale a ore 2.30; dietro con il sentiero 215: Passo di Mezzeno a ore 0.25, Baite di Mezzeno a ore 1.20. Un cartello formato da assi di legno fissate a due pali ribadisce le stesse destinazioni.
Continuiamo diritto in leggera discesa e attraversiamo un torrente in secca.
Percorriamo un lungo tratto quasi in piano (m. 1985).
Davanti cominciamo a vedere la diga.
Proseguiamo in leggera discesa. Il sentiero si divide e si ricompone (m. 1980).
Continuiamo quasi in piano con il sentiero attorniato dall'erba.
Alterniamo due tratti in discesa ad altrettanti con minore pendenza.
Il sentiero si sdoppia e si riunisce.
Superiamo una curva verso sinistra.
Quasi in piano, presso un tornante destrorso, attraversiamo il letto di un torrente in secca (m. 1965).
Superiamo un rivolo.
Lasciamo a sinistra una baita e una piccola croce.
Continuiamo quasi in piano.
Su di un masso vediamo il segnavia 216-215 a bandierina.
Alla destra c'è una crocetta infissa nella roccia. Più in basso vediamo due baite.
Percorriamo un breve tratto in discesa. Alla destra troviamo delle protezioni divelte.
Quasi in piano superiamo una semicurva verso sinistra e cominciamo a vedere il rifugio (m. 1960).
Continuiamo in leggera discesa.
Presso un'ampia semicurva verso destra, abbandoniamo il sentiero più largo che si dirige verso la diga e continuiamo diritto con un altro sentiero.
Lasciamo a destra una baita. Proseguiamo in leggera salita per altri quaranta metri e raggiungiamo il rifugio (m. 1968).
Tempo impiegato: ore 1.50 - Dislivello m. 555 -187
Data escursione: settembre 2018
Terzo itinerario: da Branzi
Con la statale 470 percorriamo il fondovalle della Val Brembana fino al bivio di Lenna dove lasciamo a sinistra la provinciale 1 che sale al Passo San
Marco e continuiamo sulla destra con la provinciale 2 in direzione di Foppolo.
Dopo quattro chilometri e mezzo ignoriamo sulla destra la provinciale 3 per Roncobello (vedi l'itinerario dalla Baite di Mezzeno).
Pochi metri prima di arrivare al cartello che da il benvenuto a Branzi, al km. 46.4 della SP 2, prendiamo a destra Via Guardata e attraversiamo il Brembo.
Dopo una curva a sinistra, la strada procede rettilinea e cambia nome in base alle frazioni che attraversa. Dopo Via Guardata diventa Via Dossi, Via
Cagnoli e Via Cascata.
Il sentiero 212 ha due accessi: quello ufficiale inizia un centinaio di metri prima del campo sportivo; l'altro (212/a) seicento metri più avanti poco
prima della Cascata Borleggia.
Lungo la strada ci sono due parcheggi: il più grande subito dopo il campo sportivo e il secondo più avanti.
3a) Sentiero 212
Lasciata la macchina nel parcheggio del Campo Sportivo (m. 830), torniamo indietro, in leggera discesa, fino al civico 5 di Via Cagnoli dove troviamo
i segnavia che indicano con il sentiero 212: strada piana a ore 0.40, Lago di Pian Casere a ore 2.40, Rifugio Laghi Gemelli a ore 3.30, Sentiero
Partigiano Ercole Pedretti Branzi - Laghi Gemelli. Sul muro c'è una grande freccia rossa e la scritta "Gemelli" (m. 820).
Prendiamo una stradina in leggera salita, con il fondo misto di pietre e cemento.
Dopo le prime case (alla sinistra grande insegna: Casa Carletti) proseguiamo con un muretto alla sinistra ed una rete metallica alla destra.
Poco dopo alla sinistra troviamo una fontana con vasca e due panche di pietra.
Sempre alla sinistra, troviamo un edificio che un cartello definisce "stalla della fontana secolo XV" davanti al quale ci sono due panchine di legno
(m. 830).
Continuiamo tra le case. Vediamo il segnavia 212 a bandierina e percorriamo due curve destra-sinistra.
Proseguiamo in salita. Alla sinistra c'è un muro sormontato da una rete; alla destra una vecchia costruzione.
Dopo una curva a destra arriviamo ad un bivio (m. 840). I segnavia indicano a sinistra: parco giochi a ore 0.15, Cascata Borleggia a ore 0.25, Rifugio
Laghi Gemelli (sent. CAI 212) a ore 3.30; a destra: fraz. Gardata a ore 0.15, Isola di Fondra - percorso vita a 0.30, Camping San Simone a ore 0.40;
dietro: fraz. Cagnoli. Andiamo a sinistra.
Subito troviamo una casa alla sinistra ed un segnale stradale che vieta il transito alle biciclette.
Continuiamo con un prato alla sinistra ed il bosco alla destra, poi entriamo nel bosco. Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire. Di
tanto in tanto vediamo un bollo bianco e rosso.
Arriviamo ad un bivio (m. 870). I segnavia indicano a destra con il sentiero 212: strada piana a ore 0.30, Lago di Pian Casere a ore 2.30, Rifugio
Laghi Gemelli a ore 3.25; diritto: parco giochi a ore 0.10, Cascata Borleggia a ore 0.15; dietro: fraz. Cagnoli a ore 0.05, fraz. Gardata a ore 0.20,
Isola di Fondra - percorso vita a ore 0.35. Andiamo a destra.
Subito ignoriamo una scorciatoia che sale a sinistra e proseguiamo diritto tra larici, quercioli e felci.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 880).
La scorciatoia arriva dalla sinistra e riparte dall'altro lato.
Attraversiamo una sterrata inerbita, passando accanto ad un canalino in metallo per lo scolo dell'acqua, e riprendiamo il sentiero. Vediamo il
segnavia 212 a bandierina su di una pietra (m. 900).
Percorriamo un tornante destrorso, una curva a sinistra ed un altro tornante destrorso.
Sbuchiamo nuovamente sulla sterrata inerbita (m. 920). La seguiamo verso sinistra in leggera salita.
Subito percorriamo un tornante destrorso aggirando una roccetta.
Pochi passi più avanti, alla sinistra, riparte il sentiero.
In salita superiamo un tornante destrorso (m. 930).
Torniamo ad immetterci sulla stradina. Andiamo a sinistra e dopo alcuni passi, presso un tornante destrorso, troviamo un cartello di legno che segnale
il Sentiero Partigiano Ercole Pedretti Branzi - Laghi Gemelli (m. 940). Qui termina la stradina e proseguiamo con un sentiero.
Percorriamo due curve sinistra-destra.
La pendenza aumenta.
Presso una curva a sinistra vediamo una freccia rossa. (m. 960).
Il sentiero diventa una mulattiera. Dopo alcuni passi quasi in piano, saliamo in modo abbastanza ripido; alcune pietre fanno da gradino (m. 975).
Con poca pendenza percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio. Alla destra su di un masso vediamo il segnavia 212 a bandierina. Guadiamo un
piccolo torrente che scende dalla destra.
Torniamo a salire. Il sentiero si biforca (m. 990). Un bollo bianco e rosso indica verso sinistra ma in ogni caso, dopo una diecina di metri, i due
sentieri si ricompongono.
Tra pietre e radici affioranti arriviamo ad un tornante destrorso tagliabile con una scorciatoia (m. 1010).
Continuiamo in leggera salita. Una scorciatoia sale a sinistra.
Troviamo delle pietre collocate in diagonale per lo scolo dell'acqua.
Dopo un tornante sinistrorso riprendiamo a salire (m. 1020).
Alcune pietre formano dei rudimentali gradini.
Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire. Alcune pietre fanno da rinforzo sul lato sinistro della mulattiera (m. 1035).
Continuiamo in leggera salita (m. 1050).
In salita raggiungiamo un bivio (m. 1060). Di fronte arriva e si innesta il sentiero 212a che proviene dalla Cascata Borleggia (descritto più sotto
alla voce "Variante"). Una scritta ed freccia rossa su di una pietra indicano dietro: "Trabuchello". Percorriamo un
tornante destrorso. Alla sinistra, alcuni segnavia affissi ad una radice sporgente, indicano davanti con il sentiero 212: Giro della Borleggia, strada piana
a ore 0.10; dietro con il sentiero 212a: Giro della Borleggia, Fraz. Monaci a ore 0.15.
Subito percorriamo un tornante sinistrorso. Una scritta in bianco su di una pietra ribadisce: "Giro della Borleggia".
Presso un tornante destrorso troviamo un grosso masso sporgente che esce verso sinistra dal sentiero. Alla destra, su di un cartello appeso ad un
tronco, leggiamo: "La Preda a Bas" (m. 1065).
Superato il tornante, il sentiero si divide in due tracce parallele che, dopo una ventina di metri, si ricompongono (m. 1080).
Presso un tornante sinistrorso molto ampio, su di una pietra vediamo il segnavia 212 a bandierina.
Con poca pendenza arriviamo ad un tornante destrorso (m. 1095).
Proseguiamo in salita. Il sentiero si divide solo per aggirare un mucchietto di pietre.
Subito dopo incrociamo la "Strada Piana", un sentiero che collega Roncobello a Carona (m. 1105). Vari segnavia indicano davanti con il sentiero 212:
Baita dei Grassi a ore 0.50, Lago di Pian Casere a ore 2, Rifugio Laghi Gemelli a ore 2.50; dietro con il sentiero 212: Giro della Borleggia, Incrocio
sentiero CAI 212a a ore 0.05, Fraz. Monaci a ore 0.20.
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra seguito da un ampio tornante sinistrorso.
Superiamo un tornante destrorso seguito da altri due sinistra-destra vicini tra loro (m. 1120).
Il bosco diventa più rado.
Dopo un tornante sinistrorso il sentiero si divide in tre tracce. Seguiamo quella più a destra che sembra più agevole. Poi il sentiero si ricompone.
Superiamo un tornante destrorso (m. 1145).
Proseguiamo con poca pendenza e troviamo dei cespugli di lamponi.
Vediamo il segnavia 212 all'inizio di un tornante sinistrorso incassato tra la roccia.
Dopo un breve tratto con poca pendenza, in salita percorriamo un ampio tornante destrorso (m. 1155).
Continuiamo in modo abbastanza ripido con un tratto di sentiero incassato nel terreno circostante.
Percorriamo due curve sinistra-destra e saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra.
Proseguiamo con un tornante sinistrorso molto ampio (m. 1170).
Poco dopo superiamo due tornanti destra-sinistra vicini tra loro, seguiti da uno destrorso che aggira una pietra (m. 1180).
Dopo alcuni passi con delle radici che fanno da gradino, percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 1195).
Superiamo un tornante sinistrorso.
Un rivolo bagna il sentiero.
Alla destra c'è una sorgente con un rivolo che esce da una roccia scorrendo in una canalino di legno (m. 1215).
Percorriamo una curva a sinistra tra due rocce. Troviamo diversi cespugli di lamponi. Dopo un tratto con poca pendenza torniamo a salire.
Presso un tornante sinistrorso ignoriamo una traccia che prosegue diritto (m. 1225).
Al successivo tornante destrorso troviamo un masso appuntito sul quale vediamo il segnavia 212.
Percorriamo un tornante sinistrorso.
All'inizio di un ampio tornante destrorso, alla sinistra c'è un tronco collocato raso terra e legato con dei cavi, a rinforzo del sentiero (m. 1240).
Saliamo tra delle roccette, agevolati da rudimentali gradini di pietra.
Tornati su sentiero sterrato, percorriamo un tornante sinistrorso (m. 1250).
In questa zona l'assenza di alberi consente di vedere Branzi in basso a sinistra.
Prima di un tornante destrorso vediamo il segnavia 212 mentre alla fine del tornante troviamo una madonnina tra le radici di un albero (m. 1260).
Percorriamo un ampio tornante sinistrorso incassato nel terreno circostante (m. 1270).
Continuiamo con due tornanti destra-sinistra.
Dopo un breve tratto quasi in piano, in leggera salita percorriamo un tornante destrorso molto ampio.
In salita raggiungiamo una roccia che dobbiamo risalire aiutandoci con le mani (m. 1285).
Subito percorriamo due tornanti sinistra-destra.
Saliamo alcuni gradini di pietra passando tra due roccette.
In leggera salita arriviamo ad un bivio. Tre cartelli di legno indicano diritto: Valle Scura; a sinistra: sentiero 212 Rifugio Laghi Gemelli, Sentiero
Partigiano Ercole Pedretti Branzi - Laghi Gemelli.
Proseguiamo verso sinistra in salita lasciando a destra un masso sotto al quale si apre una cavità (m. 1315).
Subito dopo arriviamo ad un bivio e andiamo a sinistra come indicato da un bollo bianco e rosso.
Torniamo nel bosco.
Percorriamo un tornante destrorso.
Ritroviamo l'altro sentiero che rientra dalla destra.
Continuiamo con un tornante sinistrorso (m. 1325).
Saliamo in modo abbastanza ripido. Diverse radici affiorano dal terreno.
In mezzo al sentiero troviamo una pietra con un bollo bianco rosso (m. 1340).
Alterniamo due tratti quasi in piano ad altrettanti in leggera salita. Vediamo una freccia rossa.
Sentiamo il rumore di un torrente. Dopo un tornante destrorso molto ampio, lo vediamo in basso a sinistra. Usciamo dal bosco (m. 1360).
Camminiamo tra arbusti e vediamo il segnavia 212 su di una bassa pietra.
Giriamo a destra e riprendiamo a salire.
In località "ai Grassi" lasciamo a destra una vecchia baita (m. 1385). Sulle pareti ci sono delle scritte che indicano verso sinistra il
rifugio e dietro Branzi. Un cartello di legno affisso ad un palo indica a sinistra il Sentiero Partigiano Ercole Pedretti Branzi - Laghi Gemelli.
Giriamo a sinistra e proseguiamo tra alberi e alberelli.
Poco dopo torniamo allo scoperto e camminiamo attorniati da erba e felci (m. 1400).
Dopo alcuni passi in discesa, guadiamo un ruscello e torniamo a salire (m. 1420).
Lasciamo a destra una roccetta bassa, liscia ed obliqua.
La pendenza aumenta. Un sentiero si stacca alla destra, si avvicina al ruscello e poi rientra (m. 1450).
Dopo un breve tratto abbastanza ripido proseguiamo in leggera salita. Il solito cartello di legno indica a destra: Sentiero Partigiano Ercole Pedretti
Branzi - Laghi Gemelli.
Davanti vediamo una baita in un praticello. Il sentiero gira a destra, riprende a salire ed entra nel bosco (m. 1470). Su di un cartello leggiamo:
"Zona Alpi 'A' di maggior tutela".
Dapprima quasi in piano e poi con poca pendenza attraversiamo una piccola radura (m. 1480).
In salita rientriamo nel bosco.
Torniamo a sentire il rumore del ruscello che provenire dal basso alla destra.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido camminando su delle radici e salendo due gradini di legno.
Dopo una curva a sinistra la pendenza diminuisce un poco (m. 1500).
Quasi in piano percorriamo un'ampia curva a destra segnalata da un nastro su di un albero e ignorando un altro sentiero che scende a sinistra.
Il sentiero si divide e subito si ricompone. In salita rientriamo nel bosco.
Con poca pendenza percorriamo una curva a sinistra (m. 1520).
Dopo una curva a destra torniamo a salire e percorriamo un tratto allo scoperto.
Il sentiero si divide solo per aggirare due alberelli da entrambi i lati.
Con una curva a sinistra rientriamo nel bosco. Vediamo un bollo rosso e riprendiamo a salire verso una roccia con il segnavia 212. Raggiuntala, la
aggiriamo camminando su fondo roccioso (m. 1545).
Percorriamo una curva a destra tagliabile con una breve scorciatoia (m. 1555).
Usciamo dal bosco e ci avviciniamo al torrente che scorre alla destra.
Quasi in piano lo guadiamo e torniamo a salire (m. 1570).
Percorriamo un tornante destrorso molto ampio verso la fine del quale il sentiero si divide solo per aggirare due alberi.
Ad un bivio andiamo a sinistra. Vediamo il segnavia 212 su di una pietra nel sentiero (m. 1585).
All'esterno di un tornante destrorso scorre il torrente.
Superiamo due curve sinistra-destra vicine tra loro.
Troviamo alcune pietre nel sentiero.
Percorriamo una curva a destra seguita da un ampio tornante sinistrorso (m. 1605).
Ci riavviciniamo al torrente ma subito giriamo a destra con un tornante (m. 1615).
Mentre percorriamo un tornante sinistrorso il sentiero si divide e subito si ricompone.
Continuiamo con un ampio tornante destrorso seguito da un tornante sinistrorso.
Presso un tornante destrorso, una piccola deviazione a sinistra conduce ad un cippo in memoria dell'ing. Rho morto nel 1923 probabilmente a causa di
un infortunio durante la costruzione di una delle dighe (m. 1630).
Percorriamo due tornanti sinistra-destra.
Superiamo due curve verso sinistra e passiamo accanto ad un masso con un bollo e a varie pietre (m. 1650).
Continuiamo con un breve tratto in leggera salita seguito da un altro abbastanza ripido.
Torniamo a camminare in salita. Il sentiero si divide solo per aggirare una pietra e si ricompone (m. 1660).
Poco dopo troviamo una pietra con i bolli in mezzo al sentiero.
Proseguiamo in modo abbastanza ripido. Il sentiero si divide e procede verso sinistra su sterrato e verso destra su radici e pietre. Teniamo la
sinistra sicuramente più agevole. Con minore pendenza percorriamo uno zig-zag sinistra-destra. Poi i due tracciati si ricompongono.
Guadiamo nuovamente il torrente (m. 1675).
Il sentiero si divide e dopo alcuni metri si riunisce.
Pieghiamo a sinistra e percorriamo pochi ripidi passi con il sentiero incassato tra roccia e terreno.
Continuiamo quasi in piano con delle protezioni in legno alla sinistra. Alla destra sale una scorciatoia (m. 1695).
In leggera salita percorriamo un tornante destrorso molto ampio. Vediamo il segnavia 212 a bandierina. Dopo il tornante la scorciatoia rientra.
Continuiamo in salita con due tracce parallele.
Alla destra c'è un masso basso, piatto e con i bolli che si protende verso il sentiero. Possiamo aggirarlo anche verso destra (m. 1720).
Percorriamo un tratto allo scoperto. Poco dopo, con una curva a sinistra, rientriamo nel bosco.
Dopo un paio di ripidi passi continuiamo in salita.
Superiamo un breve ripido tratto, aggirabile alla sinistra (m. 1735).
Proseguiamo tra larici, mughi e rododendri.
Nel sentiero troviamo una roccetta disposta in diagonale (m. 1755) e successivamente una pietra con i bolli (m. 1765).
Percorriamo due curve destra-sinistra mentre camminiamo in un largo corridoio erboso con rododendri ai lati. In lontananza, verso sinistra, vediamo un
cartello che segnala il pericolo di piene improvvise (m. 1770).
Il sentiero si divide e si ricompone.
La pendenza aumenta.
Dopo una curva a sinistra proseguiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Vediamo il segnavia 212 a bandierina.
Camminiamo su delle pietre ben sistemate.
Attraversiamo uno spiazzo, in piano. Davanti vediamo la diga del Lago di Pian Casere. Alla sinistra, sul lato opposto della valletta, un tunnel entra
nella montagna (m. 1805).
Torniamo a salire e riprendiamo il sentiero.
Continuiamo dapprima con poca pendenza e poi in salita.
Quasi in piano attraversiamo un prato (m. 1830).
Vediamo i segnavia 212 e 250.
Raggiungiamo la diga, giriamo a sinistra e ne percorriamo il camminamento. Giunti in fondo, giriamo a destra come indicato da una freccia, dai
segnavia 212-250 e dalla scritta Rifugio Laghi Gemelli.
Dopo una curva a sinistra torniamo a salire. Alla destra ci accompagna un muretto in cemento con delle aperture a semicerchio.
Troviamo un tombino.
Proseguiamo quasi in piano. Alla destra ci sono dei pali di ferro che reggono tre cavi. Troviamo un altro tombino.
Percorriamo una curva a destra costeggiando il lago. Alla destra c'è una vasca in cemento.
Passiamo tra alcune case di servizio alla diga.
Torniamo a salire con il fondo in cemento. Troviamo un altro tombino.
Transitiamo sotto ai cavi dell'alta tensione (m. 1850).
Ora possiamo proseguire verso le case dei custodi delle dighe, oppure prendere un sentiero che si abbassa un poco alla destra e le aggira.
Dalla sinistra arriva il sentiero 211 che sale da Carona e che, dopo aver costeggiato il Lago Marcio, si unisce al nostro. Lasciamo a sinistra uno scolmatoio di
questo lago.
In piano attraversiamo un ponticello oltre il quale troviamo delle scritte che indicano: Carona dietro, Laghi Gemelli davanti verso destra, Lago Becco
davanti verso sinistra. Passiamo accanto alla piazzola per l'atterraggio dell'elicottero.
In basso alla destra c'è il Lago di Pian Casere. In alto a sinistra vediamo un rudere.
Alla sinistra del sentiero ci sono alcuni pali. Un cartello segnala il Sentiero Partigiano Ercole Pedretti Branzi - Laghi Gemelli.
Proseguiamo con delle protezioni alla destra realizzate con paletti di ferro che reggono due cavi.
Ora scendiamo verso il Rio Gorno, immissario del Lago di Pian Casere. Lo attraversiamo su di un ponte con le sponde di ferro.
Costeggiamo il lago girando a destra in salita (m. 1825).
Il sentiero si divide e poco dopo si ricompone (m. 1835).
Passiamo tra dei massi. Saliamo un gradino di legno. Una freccia bianca e rossa invita a proseguire.
Saliamo ripidamente camminando su di un liscio fondo roccioso.
Dopo un tratto quasi in piano continuiamo con poca pendenza (m. 1855). Alla destra vediamo una lunga stalla.
Percorriamo un tratto di sentiero bagnato da un rivolo.
Alla destra c'è una casa.
Con una curva a destra riprendiamo a salire. Vediamo i bolli su di un tombino chiuso con un lucchetto (m. 1865).
Un rivolo scorre in un valloncello alla destra. Vediamo il segnavia 211 su di una grande roccia leggermente sporgente verso il sentiero (m. 1880).
Saliamo diversi gradini di legno e di pietra (m. 1895).
Proseguiamo su sterrato, in leggera salita (m. 1910).
Saliamo poi altri gradini di pietra. Davanti vediamo il rifugio (m. 1925).
Continuiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Il sentiero si scompone (la traccia alla sinistra scorre più in alto) e si ricompone.
Passiamo accanto alla base di un traliccio e risaliamo una lunga placca rocciosa (m. 1940).
Continuiamo dapprima in leggera salita lasciando a destra un traliccio e poi quasi in piano con una casa alla sinistra. Transitiamo sotto ai cavi
dell'alta tensione.
Alla sinistra c'è una cabina.
Dopo un breve tratto in salita, quasi in piano arriviamo al rifugio
Tempo impiegato: ore 3.20 - Dislivello: m. 1175 -37
Data escursione: luglio 2016
3b) Variante dalla Cascata Borleggia (sentiero 212a)
In questo caso iniziamo la nostra camminata al termine di Via Cascata, prendendo la mulattiera che parte tra una cabina dell'Enel e la Cascata
Borleggia (m. 855). Su di un palo ci sono: il segnavia 212 e una freccia rossa; su di un muretto a secco: un segnavia a bandierina ed una freccia
bianca; su di un cartello di legno: la scritta bianca: 212 Rifugio Laghi Gemelli; alcuni segnavia indicano con il sentiero 212a: Giro della Borleggia,
incrocio con il sentiero CAI 212 a ore 0.25, Strada Piana a ore 0.35.
Superiamo una grata per lo scolo dell'acqua e ci incamminiamo in salita tra alcune case.
Saliamo dei gradini. Troviamo un corrimano dipinto di rosso fissato ad una casa alla destra.
Pieghiamo a sinistra e proseguiamo con un sentiero incassato tra un muretto ed un masso che aggiriamo con una curva a destra.
Continuiamo con poca pendenza. Alla sinistra c'è il bosco; alla destra un basso muretto coperto dal muschio oltre al quale vediamo alcune case.
Proseguiamo in salita (m. 875).
Dopo un breve tratto quasi in piano torniamo a salire. Entriamo nel bosco. Alla destra c'è una protezione con pali di ferro che reggono un asse di legno.
Quasi in piano attraversiamo un piccolo avvallamento che potrebbe essere il letto di un ruscello asciutto (m. 885).
Continuiamo con poca pendenza. Alla destra c'è un muretto coperto dal muschio.
Presso una semicurva a sinistra vediamo il segnavia 212 a bandierina. Un altro sentiero si immette salendo dalla destra.
Torniamo a salire e lasciamo a sinistra una vecchia presa d'acqua (m. 900).
Percorriamo pochi passi allo scoperto. Ignoriamo un sentiero che alla sinistra si dirige verso un tavolo con relative panche.
In salita rientriamo nel bosco.
Dopo un breve tratto quasi in piano riprendiamo a salire (m. 910).
Incrociamo due rivoli.
Un altro sentiero sale dalla destra. Proseguiamo girando a sinistra e subito troviamo una freccia rossa con due punte che segnala le due corrette direzioni (m. 930).
La pendenza diventa abbastanza ripida. Alcune pietre fanno da gradino.
Vediamo il segnavia 212 a bandierina su di una pietra in mezzo al sentiero (m. 940).
Superiamo uno zig-zag sinistra-destra.
Percorriamo due curve sinistra-destra vicine tra loro (m. 955).
Con poca pendenza arriviamo ad una curva a sinistra e torniamo a camminare in salita (m. 970).
Continuiamo con due tornanti destra-sinistra.
Con un breve tratto in leggera salita arriviamo ad un tornante destrorso dove vediamo una freccia rossa con due punte.
Torniamo a salire. Alcune pietre formano dei rudimentali gradini.
Dopo alcuni passi quasi in piano riprendiamo a salire. Pietre e radici affioranti formano dei gradini.
Proseguiamo quasi in piano (m. 995).
Riprendiamo a salire. Sentiamo il mormorio di un torrente che scorre alla destra tra gli alberi.
Poco dopo lo raggiungiamo e lo seguiamo per alcuni metri tra alberi radi. Su di un masso leggiamo: "Al de le Reene".
Lo attraversiamo con una passerella realizzata con quattro tronchi.
Subito dopo alla sinistra c'è una panca di legno (m. 1005).
Con un tornante sinistrorso rientriamo nel bosco.
Dopo un tornante destrorso, alla sinistra vediamo il segnavia 212 a bandierina su di una roccia.
In modo abbastanza ripido saliamo alcuni rudimentali gradini di pietra e percorriamo uno zig-zag sinistra-destra su di una roccetta nella quale sono
stati incisi dei gradini.
La pendenza diminuisce un poco. Un'apertura nel bosco consente di vedere Branzi alla destra (m. 1025).
Saliamo altri gradini e percorriamo un tornante sinistrorso.
Poco dopo, su fondo sterrato arriviamo ad un tornante destrorso che superiamo con dei gradini.
Su fondo roccioso saliamo in modo abbastanza ripido con alcuni zig-zag: sx-dx-sx-dx.
Riprendiamo il sentiero sterrato e percorriamo due tornanti sinistra-destra vicini tra loro (m. 1040).
La pendenza diminuisce un poco.
Passiamo accanto ad un pannello di legno con un cartellone che parla della cinciarella (m. 1050).
Ci immettiamo sul percorso ufficiale, più largo (m. 1060). I segnavia indicano a destra in discesa: Via Cagnoli; dietro Via Monaci. Giriamo a sinistra
e proseguiamo come descritto nel precedente itinerario.
Tempo impiegato: ore 3.20 - Dislivello: m. 1165 -27
Data escursione: luglio 2016
Escursioni partendo dal Rifugio:
- al Rifugio Calvi (m. 2015) in ore 4 (sent. 213)
- al Passo di Aviasco (m. 2289) in ore 1.30 (sent. 214)
- al Passo Gemelli (m. 2139) (sent. 216)
- al Rifugio Alpe Corte (m. 1410) in ore 2 (sent. 216)
- al Passo Mezzeno (m. 2142) in ore 0.45 (sent. 215)
- alla Valsanguigno-Valgoglio in ore 3.30 (sent. 232)
- giro dei laghi in ore 2.30 (sent. 250)
- alla Baita Cernello (m. 1956) in ore 3 (sent. 214-229)
- alla Baita Ca Bianca (m. 2153) in ore 2.30 (sent. 214-236)
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