Rifugio Il Biondo
- Altezza: m. 1322
- Gruppo: Val Chiavenna
- Ubicazione: Prà Baffone
- Comune: Prata - SO
- Carta Kompass: 92 B5
- Coordinate Geo: 46°17'29.50"N 9°26'28.80"E
- Gestore: Consorzio forestale di Prata Camportaccio e CAI di Barzanò
- Telefono gestore: 0343 37369 - 039 9211003
- Telefono rifugio: -
- Posti letto: 14
- Apertura: previo ritiro chiavi
- Pagina aggiornata il: 09/11/2014
Il Rifugio Il Biondo è situato in località Sotto il Pizzo - Prà Baffone, in Val Schiesone.
Il rifugio è una costruzione in muratura a due piani. Al piano terra ci sono la cucina con fornello e bombola, lavandino, stufa, camino, legna, tavolo
con quattro panche, quattro sedie, mobile con stoviglie e cassetta per le offerte. Una porta alla destra conduce nel bagno dove c'è la possibilità di
farsi una doccia calda. Al piano superiore, divisi in due stanze, ci sono 14 posti letto con materassi, due armadi che contengono cuscini e coperte e
infine tre sgabelli. Illuminazione da pannello solare. All'esterno ci sono una fontana con vasca scavata nella pietra ed un tavolo in legno con relative panche.
Alle spalle del rifugio si impone il Pizzo di Prata (m. 2727) con le sue pareti a strapiombo, una delle montagne che contano più tentativi falliti di
scalata che successi.
In uno di questi tentativi, nel 1994, perse la vita lo scalatore Luigi Viganò detto "Il Biondo". A lui venne dedicato il rifugio, ottenuto nel 2001
dalla ristrutturazione di una preesistente baita.
La Val Schiesone si divide in due parti nettamente contrastanti. Piacevole e rassicurante con i suoi verdi boschi punteggiati di maggenghi tuttora in
parte abitati (perlomeno nei giorni festivi), si incarognisce notevolmente man mano che la si addentra seguendo a mezzacosta le sue fiancate scoscese:
tratti esposti, a volte (ma non sempre) protetti con staccionate o assistiti da un cavo passamano, frane, guadi (l'ultimo dei quali, poco prima del
rifugio per chi arriva seguendo il primo itinerario, potrebbe essere difficoltoso o addirittura impraticabile in caso di acqua abbondante).
Aggiungiamo che, per diversi mesi all'anno, la zona circostante il rifugio e la parte terminale della valle rimangono in ombra. Va da se che pochi
siano gli escursionisti che si spingono oltre gli ultimi luoghi abitati. La valle però ha un suo grande fascino e la vista del Pizzo e delle taglienti
cime dietro al rifugio ben merita questa escursione che è consigliabile percorrere nella bella stagione.
Il rifugio è incustodito. Per informazioni, per prenotare e per ritirare gratuitamente le chiavi occorre rivolgersi a Prata al Consorzio Forestale
(tel.: 0343 37369); al bar Nandino, via Roma 35 (tel.: 0343 32182); e al negozio alimentari CRAI (tel.: 0343 34890) oppure al CAI di Barzanò (039
9211003 - 9466834).
Segnalo che, tra i due possibili itinerari, il più impegnativo è quello descritto nel primo itinerario lungo la sinistra orografica della Val
Schiesone (lato destro per chi sale).
Primo itinerario: da Prata lungo la sinistra orografica della Val Schiesone (EE)
Percorrendo la statale 36 da Colico a Chiavenna arriviamo fino al km. 117.5 dove deviamo a destra verso Prata passando sotto al ponte della ferrovia.
Saliamo (Via della Michela) verso la chiesa e continuiamo sulla destra (Via Molino) fino ad un bivio presso il Torrente Schiesone dove lasciamo la macchina (m. 395).
All'inizio del ponte alcuni segnavia indicano diritto: Dona, Lottano, Uschione, Monti di Lottano, Rifugio Il Biondo, Passo Baleniga; a destra passando
sul ponte: Stovano, Pratella a ore 1.15, Pratella Züra, Sentiero degli antichi nuclei ore 1.05, Sentiero del Castagneto ore 1.20; dietro: Crotti di
Prata, Prata Camportaccio-Stazione, Chiavenna.
Andiamo a destra.
Attraversato il ponte, troviamo due bacheche con cartelloni che parlano dei "sentieri storico-culturali" e degli "interventi prioritari nel SIC Piano
di Chiavenna IT2040041", Qui comincia la mulattiera indicata da alcuni segnavia: Stovano a ore 0.45, Pratella a ore 1.30, Pratella Züra a ore 1.50.
Lasciamo la strada (pista forestale della Rebbia) con la quale è possibile salire in auto fino a Pratella (m. 1000). Occorre però ritirare, al costo
di sei euro, presso le stesse strutture sopra elencate, le chiavi per alzare le due sbarre che ne bloccano l'accesso all'inizio e alla fine.
Prendiamo invece la bella mulattiera, coperta da ciottoli e con un gradino appena accennato ogni metro, che sale nel bosco accompagnata da segnavia a
bandierina di colore rosso bianco rosso.
All'esterno del primo tornante sinistrorso ignoriamo un sentiero che prosegue diritto passando accanto ad un baitello (m. 410).
Ai lati della mulattiera ci sono due file di pietre.
Dopo uno zig-zag destra-sinistra la pendenza aumenta e i gradini di pietra diventano più evidenti (m. 420).
Superiamo una curva a destra e poi, quasi in piano, arriviamo davanti ad un rudere dove giriamo a destra ignorando un sentiero che prosegue diritto (m. 440).
Torniamo a salire. Passiamo accanto ad un vecchio cartello arrugginito. Le pietre attorno alla mulattiera sono coperte dal muschio.
Attraversiamo la strada asfaltata e, seguendo una freccia bianca, riprendiamo la mulattiera (m. 460).
Alla sinistra troviamo una grotta sotto ad un masso, modificata con dei muretti di pietra alla destra e all'interno (m. 465).
Poi vediamo un muretto alla sinistra, un po' in dentro (m. 475).
Più avanti un altro muretto accompagna la mulattiera alla sinistra (m. 495).
Lasciamo a sinistra un rudere, in una fessura del quale è stato collocato un quadretto raffigurante la Sindone (m. 505).
Notiamo che alcuni alberi recano un cartellino con un numero.
All'interno di una curva a sinistra c'è un muretto di rinforzo.
Alla destra vediamo due vecchie case; la prima ha tre piani e la seconda quattro.
Poco dopo giriamo a destra e arriviamo ad un bivio (m. 530). Davanti c'è un rudere e alla destra le due grandi case. Seguendo un segnavia bianco rosso,
andiamo a sinistra.
Un cartello su di un albero reca la scritta: "Berlinghero". Alla sinistra vediamo la strada asfaltata compiere un tornante sinistrorso.
Percorriamo un tornante destrorso subito seguito da un altro sinistrorso all'esterno del quale ci sono una vecchia casa ed un rudere.
Incrociamo un sentiero e su di una palina vediamo dei segnavia che indicano: "Bilinghero 540 m."; a sinistra: Sentiero degli antichi nuclei, Alle
selve a ore 0.05, Cà Franscini a ore 0.15; dietro: Sentiero degli antichi nuclei, Campanile nero a ore 0.20, Prata crotti a ore 0.30.
Pochi passi più avanti, presso un tornante destrorso, un altro cartello segnala seguendo la mulattiera: Sentiero del castagneto, Stova all'Orlo a ore
0.05, Pratella a ore 0.45.
Aggiriamo le ultime case appena superate lasciandole alla destra.
Poi in leggera salita attraversiamo un prato. Alla sinistra ci sono altre vecchie costruzioni e alcuni ruderi.
Giriamo a sinistra passando tra una palina, con un cartello che indica: "Cios 560 m.", e un masso.
Subito dopo ignoriamo un sentiero che alla sinistra si addentra tra le case del piccolo borgo e, in leggera salita, proseguiamo diritto con un muro di
pietre alla sinistra.
Con uno zig-zag sinistra-destra lasciamo alla sinistra due case ben ristrutturate e rientriamo nel bosco.
Alla sinistra troviamo dei ruderi e poco dopo raggiungiamo un altro abitato.
Accanto ad una fontana con vasca in cemento i segnavia indicano: "Stova all'Orlo 580 m."; a sinistra: Pratella; alla destra: Bagno Consorziale, Grèe.
Andando alla destra possiamo visitare altre baite alcune delle quali ben ristrutturate. Proseguiamo verso sinistra e poi giriamo a destra percorrendo
quasi in piano la Via Maestra. Qui le vecchie case sono tutto in ottimo stato. Troviamo una fontana, insegne, vasi di fiori alle finestre e sui
balconi. Sicuramente questo piccolo borgo è ancora abitato per lo meno nei fine settimana e nel periodo estivo.
Dopo le ultime case, passiamo tra due prati e rientriamo nel castagneto (m. 585).
La stradina gira a sinistra e, seguendo una freccia bianca, proseguiamo diritto con un sentiero in leggera salita.
Ritroviamo la strada asfaltata (m. 595). Alcuni segnavia indicano con il sentiero del castagneto: Area di Sosta, Prata crotti a ore 0.35; dietro:
Stova all'Orlo a ore 0.05, Bilinghero a ore 0.15.
Seguiamo la strada verso destra solo per pochi metri e poi prendiamo il sentiero, che riparte alla destra, incassato tra due muretti di pietre.
Poi torniamo a salire con una mulattiera a gradini e con un muretto alla sinistra, oltre il quale ne vediamo altri che probabilmente segnano dei
confini di proprietà (m. 605).
Continuiamo con maggiore pendenza (m. 620). Sui gradini vediamo dei bolli e delle frecce bianche.
Sfioriamo un tornante sinistrorso della strada asfaltata, raggiungibile con pochi passi in salita verso sinistra (m. 640).
Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 650).
Alla destra esce un sentiero che scorre parallelo per alcuni metri e poi rientra presso una curva a sinistra.
In leggera salita arriviamo ad un bivio (m. 665). Qui troviamo un segnavia a bandierina e una freccia che indicano a sinistra, mentre un'altra freccia
bianca indica diritto. Scegliamo il percorso che sale a sinistra.
Dopo una curva a destra la pendenza diminuisce (m. 675). Alla sinistra tra gli alberi riusciamo a intravedere il fondovalle.
Percorriamo una curva a destra. Dopo un tratto quasi in piano continuiamo in leggera salita.
Alla destra troviamo un prato in fondo al quale vediamo una casa.
Poco dopo raggiungiamo altre case e le lasciamo alla destra (m. 695).
Seguendo una stradina sterrata ci riportiamo sulla strada asfaltata. Un cartello indica: "Stovano".
Attraversiamo la strada e dopo pochi passi verso destra, troviamo sulla sinistra una sterrata ed un sentiero. Prendiamo il sentiero che sale parallelo
alla strada asfaltata.
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire (m. 745).
Percorriamo una curva a destra all'interno della quale ci sono pochi alberi ma parecchie felci (m. 760).
Rientriamo nel bosco.
Percorriamo un tornante sinistrorso molto ampio. In basso a destra vediamo la strada (m. 775).
Troviamo un masso alla destra; per alcuni passi il sentiero si restringe passandogli accanto (m. 795).
Poco dopo troviamo un altro masso nel mezzo del sentiero che possiamo comodamente aggirare da entrambi i lati (m. 800).
Dopo due coppie di zig-zag sinistra-destra (m. 810), saliamo in modo abbastanza ripido. Il sentiero è più stretto e ci sono alcuni gradini dapprima di
terra e poi di legno.
Raggiungiamo nuovamente la strada asfaltata nel punto in cui compie un tornante destrorso. La sfioriamo soltanto lasciandola alla destra (m. 825).
Quasi in piano scavalchiamo una cunetta in cemento per lo scolo dell'acqua e rientriamo nel bosco.
Presso un tornante destrorso un cartello e una freccia indicano Pratella.
In salita percorriamo tre tornanti sx-dx-sx, a poca distanza l'uno dall'altro, camminando tra alcuni massi coperti di muschio (m. 835).
Alcune pietre fanno da gradino.
Tra le felci percorriamo un tornante destrorso (m. 850).
Trascuriamo un sentiero che, all'esterno di un tornante sinistrorso, si dirige verso una baita.
Saliamo alcuni gradini poi giriamo a sinistra ignorando un sentiero che scende a destra (m. 855).
Troviamo altre pietre disposte a gradino.
La pendenza aumenta, ma solo per un tratto.
In un anfratto vediamo un quadretto raffigurante una madonna con bambino (m. 870).
In leggera salita percorriamo un tornante destrorso con delle protezioni in legno raso terra come rinforzo.
Proseguiamo in salita e percorriamo un tratto con il sentiero incassato nel terreno.
Poi la pendenza aumenta e saliamo dei gradini di pietra.
Troviamo una pietra, con una freccia bianca, in mezzo al sentiero (m. 890).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra.
In modo abbastanza ripido, con dei gradini, superiamo un tornante destrorso (m. 905).
Troviamo poi dei rinforzi raso terra alla sinistra.
Subito dopo percorriamo uno zig-zag destra-sinistra. La pendenza diminuisce un poco.
Dopo un tornante sinistrorso, troviamo altre pietre disposte a gradino (m. 925).
Alla destra vediamo una baita in un prato (m. 940).
Proseguiamo in modo abbastanza ripido. Accanto al sentiero ci sono alcuni massi, coperti dal muschio, uno dei quali molto grande alla destra (m. 950).
Subito dopo giriamo a sinistra passando tra un masso ed un albero.
Ora alla destra c'è un muretto di pietre.
Continuiamo in modo abbastanza ripido tra pietre abbondantemente coperte da muschio.
Usciamo dal bosco. Alla destra c'è il primo edificio di Pratella: una chiesetta davanti alla quale ci sono delle panchine di legno e di pietra (m. 985).
A seguire ci sono le altre case sparse sull'altipiano. Su di un cartello leggiamo: "Strecc".
Incrociamo un altro sentiero. Lasciamo quello che prosegue diritto in leggera salita tra le case fino al "Belvedere" dove termina la strada e
dove da un panchina in un prato è possibile ammirare le cime sull'altro lato della valle. Andiamo invece a sinistra seguendo l'indicazione di un
cartello: "Rifugio". Alla destra su di un altro cartello leggiamo: "attenzione: cane cagnante".
Camminando quasi in piano, alla destra troviamo una bacheca con una cartina del percorso botanico, un tavolo in legno con relative panche, una fontana
l'acqua della quale cade in un tronco di legno e un casello dell'acquedotto.
Poi giriamo a sinistra passando tra altre case.
Arriviamo ad un bivio dove i segnavia indicano: Pratella 999 m.; diritto: Monti di Lottano a ore 1, Prà Baffone - Rifugio Il Biondo a ore 2, Bocchetta
della Baleniga a ore 4; a destra: Pratella di sopra a ore 0.15/0.20, Monte Matra a ore 1.45, Pizzo di Prata a ore 5; dietro: Stovano a ore 0.30,
Berlinghero a ore 0.40, Prata Camportaccio a ore 1. C'è anche un altro ottimistico cartello che indica il Rifugio Il Biondo a ore 1.15.
In leggera salita passiamo tra le ultime case. Quasi tutte recano inciso il nome del proprietario: "Casina di Ciapusc", "Vallano" (davanti
alla quale c'è una fontana con vasca di legno), "Baita Brambilla", "Baita Marangun".
Alla sinistra abbiamo una bella veduta della vallata e delle cime sul lato opposto.
Entriamo nel Bosco Gualdo. Da questo punto il sentiero si snoda a mezza costa, sovente esposto alla sinistra dove scende un ripido pendio alberato.
Passando tra due corti muretti, lasciamo alla sinistra una bacheca alla quale sono appesi dei cartelli che parlano delle conifere, delle latifoglie e del castagno (m.1015).
Alterniamo due tratti quasi in piano ad uno con poca pendenza.
Percorriamo una curva a sinistra assecondando un'ansa della montagna.
Proseguiamo con lievi saliscendi e percorriamo una curva a sinistra (m. 1025).
Presso un tratto quasi in piano, alla sinistra c'è un muro che scende a sostegno del sentiero.
Torniamo a camminare in leggera salita. Alla sinistra troviamo un tronco collocato raso terra come rinforzo.
Alternando tratti quasi in piano ad altri con poca pendenza, percorriamo due curve a destra.
Alla sinistra del sentiero troviamo un altro tronco raso terra.
Passiamo accanto ad una bacheca con un cartello che parla dell'abete rosso (m. 1045).
Dopo un tratto in leggera discesa, proseguiamo quasi in piano.
Arriviamo ad un bivio dove una palina reca dei segnavia che indicano diritto: Prà Baffone - Rifugio Il Biondo a ore 1.30, La Curlegia a ore 2,
Belvedere a ore 2.10; a sinistra: Mont di Bech "Chiesetta" a ore 0.30, Pradotti a ore 0.40, Lottano a ore 1.10; dietro: Pratella a ore 0.20, Prata
Camportaccio a ore 1.20. Proseguiamo diritto in salita.
In discesa raggiungiamo e guadiamo un ruscello (m. 1055). Alla sinistra c'è un tronco raso terra.
Dopo il guado proseguiamo in leggera salita.
Superiamo una curva a destra e poi, quasi in piano, un'altra alla sinistra.
Troviamo un albero sradicato caduto sopra al sentiero e lo aggiriamo risalendo un poco alla destra.
In salita arriviamo fino ad una curva a destra oltre la quale continuiamo quasi in piano. Alla sinistra ci sono dei pali di rinforzo collocati raso terra.
Alla destra troviamo il primo cavo passamano (m. 1065). Camminiamo in leggera salita. Poco dopo alla sinistra c'è una corta protezione.
Giriamo a destra e sotto ad un masso vediamo un quadretto raffigurante una madonnina con bambino.
Dopo una curva a sinistra torniamo a salire agevolati da alcuni gradini di pietra.
Quasi in piano, percorriamo una curva a destra con delle protezioni di legno sul lato a valle.
Dopo alcuni lievi saliscendi, tra i massi arriviamo ad un altro torrente.
Lo guadiamo e proseguiamo in salita, inizialmente agevolati da alcuni gradini (m. 1080).
Arriviamo al secondo cavo passamano. Lo seguiamo quasi in piano e poco dopo troviamo anche delle protezioni in legno alla sinistra.
Attraversiamo una zona con delle pietre franate. Poi torniamo a salire (m. 1090).
Alla sinistra ci sono delle protezioni realizzate con paletti di ferro che reggono due cavi di acciaio. Alla destra c'è il terzo cavo passamano.
Giriamo a destra e dopo un tratto quasi in piano proseguiamo in leggera salita.
Arriviamo al quarto cavo passamano che all'inizio è fissato ad un masso. Saliamo con dei gradini (m. 1100).
Troviamo poi un tronco collocato raso terra a rinforzo del sentiero. Il cavo termina presso un tornante destrorso.
Dopo un tratto quasi in piano, proseguiamo con poca pendenza.
Percorriamo una curva a destra e troviamo un altro tronco raso terra.
Proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in salita.
Con pochi ripidi passi e con uno zig-zag destra-sinistra, saliamo verso destra. Alla sinistra ci sono delle protezioni (m. 1115).
Percorriamo un altro tratto quasi in piano poi riprendiamo a salire e troviamo altri tronchi raso terra a rinforzo del sentiero e alcuni gradini.
Superiamo uno zig-zag destra-sinistra (m. 1120).
Percorriamo una curva a sinistra con tronchi raso terra di rinforzo.
Quasi in piano, raggiungiamo una frana dove, per un breve tratto, il sentiero si è abbassato di un metro. Non ci sono protezioni per cui scendiamo e
risaliamo con la dovuta calma (m. 1130).
Assicurati dal quinto cavo passamano, scendiamo ripidamente verso un torrente. Prima di raggiungerlo però, terminato il cavo, scavalchiamo un rivolo e
riprendiamo a salire (m. 1120).
Dopo alcuni passi quasi in piano, torniamo a scendere con dei gradini e raggiungiamo il torrente. Lo guadiamo e proseguiamo in salita.
Poi, quasi in piano, percorriamo una curva a destra.
Aggiriamo una roccia passandole alla sinistra.
Saliamo dei gradini di pietra.
Inizia qui una ripida serie di zig-zag. In alcuni punti ci aggrappiamo agli alberi o a delle radici affioranti per salire in modo più agevole.
Superiamo un tornante destrorso.
Ad una biforcazione scegliamo il sentiero alla destra (m. 1155).
Percorriamo un tornante sinistrorso.
Al successivo tornante destrorso l'altro sentiero rientra (m. 1165).
Dopo una curva a sinistra e fino alla successiva curva a destra troviamo alla sinistra dei rami inchiodati orizzontalmente ai tronchi degli alberi
in modo da formare delle protezioni (m. 1170).
Vediamo un altro tronco collocato raso terra a rinforzo del sentiero e subito dopo percorriamo uno zig-zag sinistra-destra.
Superiamo un tornante destrorso seguito da uno sinistrorso.
Con poca pendenza arriviamo fino ad una curva a destra oltre la quale riprendiamo a salire.
Percorriamo un tornante destrorso.
Dopo una curva a sinistra, alcune radici formano dei gradini (m. 1195).
Continuiamo con una curva a sinistra e poi con un tornante destrorso subito seguito da uno sinistrorso.
La pendenza aumenta.
Dopo un tornante destrorso la pendenza diminuisce un poco (m. 1220).
Superiamo un altro tornante sinistrorso e vediamo delle radici affioranti.
Proseguiamo con serpentine abbastanza ripide.
Dopo una curva a sinistra saliamo ripidamente (m. 1235).
Sotto ad una pietra vediamo un quadretto raffigurante la Sindone (m. 1245).
La pendenza diminuisce un poco.
Percorriamo un tornante destrorso e poi uno sinistrorso (m. 1270).
Poi, in leggera salita, lasciamo a destra un piccolo slargo.
Proseguiamo in salita con dei gradini di pietra.
Superiamo un ripido tratto.
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra in modo abbastanza ripido (m. 1285).
Dopo un tratto quasi in piano giriamo a destra.
Proseguiamo dapprima in leggera salita e poi quasi in piano.
Scendiamo per alcuni metri con dei gradini.
Quasi in piano camminiamo su di una passerella formata da tre tronchi (m. 1290).
Dopo un tratto in salita, proseguiamo quasi in piano e superiamo un'altra passerella formata da tronchi coperti da lastre di pietra.
Saliamo ripidamente con dei gradini di pietra.
Quasi in piano attraversiamo una zona con delle pietre franate (m. 1300).
Una dopo l'altra, percorriamo due serie di zig-zag destra-sinistra tornando a salire.
La pendenza diventa abbastanza ripida (m. 1315). Poi diminuisce un poco.
Dopo una curva a destra, percorriamo un tratto in discesa.
Superiamo una lastra di roccia obliqua, leggermente scolpita in modo da agevolarne l'attraversamento (m. 1310).
Dopo un tratto con poca pendenza, saliamo ripidamente.
Cominciamo a vedere il rifugio in basso alla sinistra. Qui il sentiero è largo ma il precipizio alla sinistra scende a piombo per un centinaio di
metri. Alla destra c'è una parete di roccia.
Proseguiamo in leggera salita. In basso vediamo il Torrente Schiesone (m. 1340).
Percorriamo un altro tratto in salita con delle rocce alla destra.
Quasi in piano passiamo tra due roccette (m. 1350).
Torniamo a salire. Sotto una roccia vediamo un quadretto raffigurante una madonna con bambino.
Superata una roccetta, percorriamo un tratto in discesa.
Dopo un tratto quasi in piano, giriamo a destra. Riprendiamo a scendere ma con minore pendenza.
Percorriamo una curva a sinistra e poi quasi in piano guadiamo un ruscello.
Poi in modo abbastanza ripido continuiamo in discesa fino ad arrivare tra massi e pietre all'alveo del Torrente Schiesone (m. 1320).
Ora dobbiamo cercare il punto migliore per effettuare il guado che in caso di acqua abbondante può risultare difficoltoso se non addirittura
impossibile. Scegliamo un punto in cui il torrente si allarga occupando tutto lo spazio disponibile in modo da non avere tratti particolarmente
profondi. Ciò nonostante dobbiamo sfilarci scarponi e calze. Dopo un primo breve tratto con l'acqua a mezza coscia, possiamo approfittare di alcune
pietre affioranti e proseguire senza grossi problemi.
Sulla sponda opposta rimettiamo calze e scarponi. Delle frecce azzurre dipinte su di una roccetta indicano la via di risalita per uscire dal letto del torrente.
Saliamo aiutati da una corda plastica nera fissata alla parete.
Giriamo a sinistra e, quasi in piano tra l'erba, seguiamo la sponda del torrente.
Alla destra troviamo un baitello di pietre.
In leggera salita, superiamo un cartello che segnala "Belvedere a ore 0.40".
Arrivati davanti ad un'altra vecchia baita, giriamo a destra e raggiungiamo il rifugio.
Tempo impiegato: ore 3.30 - Dislivello: m. 1000 -63 Difficoltà: Escursionisti Esperti
Data escursione: maggio 2014
Invece salendo in auto fino a Pratella, per arrivare al Rifugio Il Biondo bastano 2 ore superando un dislivello di m. +420 -63
Secondo itinerario: da Prata lungo la destra orografica della Val Schiesone
Percorrendo la statale 36 da Colico a Chiavenna arriviamo fino al km. 117.5 dove deviamo a destra verso Prata passando sotto al ponte della ferrovia.
Saliamo (Via della Michela) verso la chiesa e continuiamo sulla destra (Via Molino).
Al bivio presso il Torrente Schiesone (m. 395), all'inizio del ponte alcuni segnavia indicano diritto: Dona, Lottano, Uschione, Monti di Lottano,
Rifugio Il Biondo, Passo Baleniga; a destra passando sul ponte: Stovano, Pratella a ore 1.15, Pratella Züra, Sentiero degli antichi nuclei ore 1.05,
Sentiero del Castagneto ore 1.20; dietro: Crotti di Prata, Prata Camportaccio - Stazione, Chiavenna. Oltre il ponte prende avvio il percorso descritto
nel primo itinerario.
Senza attraversare il torrente proseguiamo con Via Dona e in salita arriviamo ad un bivio dove la segnaletica stradale indica a sinistra: Dona, Case
dei Conti, al Palazzo, Lottano, Uschione, Nirola, al Monte; e diritto: Ca' Bianca, Pradelli, Val Boera. Qui abbiamo tre possibilità:
- proseguire diritto per arrivare, poco dopo, allo slargo dove inizia la mulattiera (questo è il percorso interamente a piedi di seguito descritto)
- girare a sinistra e salire con alcuni tornanti fino ad un altro bivio dove andando a destra si arriva a Lottano (m. 654) dove ci si immette sulla
mulattiera accorciando un poco il cammino
- girare a sinistra e salire con alcuni tornanti fino ad un altro bivio dove andando a sinistra continuiamo fino a trovare uno slargo (m. 775) dove
c'è posto per parcheggiare una diecina di auto. Sulla destra prende avvio la strada, quasi interamente asfaltata tranne che nell'ultimo tratto, che
sale a Belvedere (m. 1250). Occorre però ritirare, al costo di undici euro, presso le stesse strutture elencate a inizio pagina, la chiave per aprire
la sbarra che ne blocca l'accesso. Da Belvedere si prosegue con il sentiero.
Andiamo diritto.
Poco più avanti l'asfalto termina in uno slargo nei pressi di una vecchia casa. La strada continua sterrata, a volte chiusa da una stanga (m. 475).
A sinistra sale una bella mulattiera a gradini all'inizio della quale i segnavia indicano: Lottano - Monti di Lottano a ore 0.15, Rifugio Il Biondo a
ore 2.10, Uschione a ore 1; dietro: Dona a ore 0.05, Prata Camportaccio a ore 0.15, Chiavenna a ore 0.30.
Prendiamo la mulattiera che sale nel bosco. Alla sinistra c'è un muretto di pietre oltre il quale vediamo dei terrazzamenti con alberi da frutta. Alla
destra, al di là di una piccola roggia che inizialmente segue la mulattiera, c'è il bosco.
Dopo una curva a sinistra, troviamo un sentiero che, seguendo un muro di pietre a secco, arriva dalla sinistra (m. 490).
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra e vediamo un bollo rosso. La roggia attraversa la mulattiera passandole sotto. Alla destra ci sono delle
vecchie case (m. 505).
Ignoriamo un sentiero che, tramite una passerella di legno, si stacca alla sinistra e giriamo a destra tra le case (m. 520).
Subito percorriamo un tornante sinistrorso. Alla sinistra c'è un grande masso al quale è agganciata una teleferica che da qui scende.
Percorriamo uno zig-zag destra-sinistra con la mulattiera incassata tra due massi.
Poi giriamo dapprima a destra e poi a sinistra.
Entriamo in un castagneto (m. 540). Alla destra troviamo un masso con una piccola apertura in basso.
Dopo un altro zig-zag destra-sinistra, la pendenza aumenta (m. 560).
Alla sinistra ci accompagna un ruscello.
Arrivati ad una doppia curva destra-sinistra, vediamo in alto un baitello. Un sentiero si stacca sulla destra e sale a raggiungerlo (m 580).
La pendenza diminuisce un poco. Percorriamo un'ampia curva a sinistra. Alla destra c'è un casello dell'acquedotto dal quale esce dell'acqua che
attraversa la mulattiera (m. 595).
Continuiamo con maggiore pendenza e con un muro di pietre alla destra.
Raggiungiamo le prime case di Lottano e un bivio (m. 645). Seguendo un segnavia a bandierina, andiamo a destra mentre l'altro sentiero prosegue
diritto tra le case.
Lasciamo a sinistra un orto recintato e una fontana.
Davanti alla vecchia osteria troviamo un bivio dove i segnavia indicano: Lottano 654 m.; a destra: Nirola a ore 0.30, Pradotti a ore 0.50, Rifugio Il
Biondo a ore 2, Mont di Bech "Chiesetta" a ore 1.10, Val Schiesone a ore 1.30, Pratella a ore 2.10; a sinistra: Chiavenna a ore 1, Uschione a ore
0.40; dietro: Dona a ore 0.20, Prata Camportaccio - Stazione a ore 0.40. Alla sinistra c'è una fontana, con doppia vasca in cemento, che può fungere
da lavatoio.
Andiamo a destra, quasi in piano, tra ruderi e case, qualcuna ben ristrutturata.
Poi giriamo a sinistra. Su di una casa è indicato l'anno di costruzione: 1758.
Proseguiamo tra le case in leggera salita seguendo bandierine orizzontali di colore rosso-bianco-rosso.
Alla fine del borgo riprendiamo la mulattiera che sale tra i castagni. Ci accompagnano alla sinistra un muretto e alla destra una bassa fila pietre.
In leggera salita percorriamo una curva a sinistra (m. 685).
Proseguiamo quasi in piano.
Un ruscello attraversa il percorso.
Continuiamo in salita dapprima con dei rudimentali gradini in pietra e poi con altri gradini perfettamente realizzati. Alla sinistra c'è un tubo nero
mentre alla destra ci sono delle protezioni di legno.
Subito dopo percorriamo un breve tratto in piano passando tra l'acquedotto alla sinistra e una rudimentale panca di legno a destra (m. 695).
Scendiamo con alcuni gradini e attraversiamo un rivolo.
Poi, quasi in piano, ne attraversiamo altri due.
Continuiamo in leggera salita con un muro di pietre alla sinistra.
Dopo una curva a sinistra, troviamo delle transenne a protezione sul lato destro.
Superiamo tre gradini e guadiamo un ruscello (m. 710).
Proseguiamo in salita. Poi la pendenza aumenta.
Guadiamo un torrente che, con alcuni saltelli, scende dalla sinistra. In questo punto alla sinistra ci sono alcune gabbie contenenti delle pietre, con
funzione di argine (m. 735).
Proseguiamo in salita.
Dopo una semicurva a sinistra, passiamo tra un muretto e una grande pietra (m. 745)
Percorriamo un breve tratto quasi in piano e riprendiamo a salire.
Un cartello avverte che stiamo per transitare sotto ai cavi di una teleferica; pertanto è opportuno non sostare (m. 770).
Poco dopo alla sinistra troviamo i due tralicci che reggono i cavi e, a seguire, un altro cartello che avverte coloro che provengono dall'opposta
direzione.
Superiamo un tornante sinistrorso (m. 785).
Subito dopo il successivo tornante destrorso, alla destra troviamo una fontanella e una piccola vasca di pietra (m. 795).
Pochi passi più avanti, sempre alla destra, c'è un casello dell'acquedotto, interrato.
Raggiungiamo per la prima volta la strada asfaltata (m. 805). Un cartello indica a destra il Rifugio Il Biondo a ore 1.40 e dietro Lottano a ore 0.15.
In leggera salita andiamo a destra seguendo l'asfalto e subito percorriamo una curva a sinistra dove troviamo una presa d'acqua per i pompieri.
Continuiamo con un muretto alla sinistra. Qui il bosco è formato in prevalenza da betulle.
Percorriamo un tornante sinistrorso all'esterno del quale c'è un muro (m. 815).
Dopo il tornante, troviamo un palo, con dipinto il segnavia bianco-rosso, che indica un sentiero che sale a destra. Prendiamo questo sentiero.
Con minore pendenza percorriamo una curva a sinistra.
Ci immettiamo per la seconda volta sulla strada asfaltata, che in questo punto effettua un tornante sinistrorso. All'esterno del tornante il palo con
i segnavia indica la ripartenza del sentiero (m. 835).
Subito il sentiero si divide solo per aggirare tre alberi.
Proseguiamo in salita. Dopo una curva a sinistra, la pendenza aumenta.
Percorriamo un ampio tornante destrorso con alcuni gradini sia in legno che in pietra.
Raggiunta per la terza volta la strada, andiamo a destra in leggera salita (m. 850).
Subito percorriamo un tornante sinistrorso con un muro di pietre all'esterno.
Alla destra il solito palo con i bolli indica la ripartenza del sentiero.
Saliamo con delle protezioni di legno alla destra, terminate le quali, percorriamo due tornanti sinistra-destra (m. 865).
Per la quarta volta ci immettiamo sulla strada asfaltata e la seguiamo verso destra in leggera salita (m. 885).
Poco dopo ignoriamo una sterrata che si stacca a destra e si dirige verso la Loc. Nirola segnalata da un cartello.
Troviamo poi, alla destra, un tavolo e una panca con vista sulle due case ed un baitello che formano il piccolo nucleo di Nirola.
Al successivo tornante sinistrorso della strada, proseguiamo diritto con il sentiero nel bosco. Qui troviamo il solito palo con i bolli e una palina
con dei segnavia che indicano: Nirola 900 m.; davanti: Pradotti, Belvedere, Rifugio Il Biondo; dietro: Lottano, Dona, Prata Camportaccio.
Dopo un tratto in salita, scavalchiamo un rivolo.
Poco dopo guadiamo un ruscello.
Alla destra c'è una vecchia stalla. Percorriamo uno zig-zag sinistra-destra (m. 910).
Poi continuando a zig-zag, usciamo dal bosco in una radura. La pendenza aumenta. In alto vediamo delle vecchie costruzioni.
Con un sentiero tra due file di pietre le raggiungiamo; alla destra c'è una baita e alla sinistra una stalla e un baitello. C'è anche una fontana con
vasca in cemento (m. 935).
Dietro alla baita giriamo a destra e proseguiamo con poca pendenza tra castagne, betulle e faggi.
Percorriamo una curva a sinistra e riprendiamo a salire (m. 945).
Dopo un tornante sinistrorso la pendenza aumenta.
Superiamo un tornante destrorso (m. 960) ed uno sinistrorso.
Percorriamo pochi metri incassati tra pietre e un muretto (m. 970).
Vediamo un bollo su di una pietra nel mezzo del sentiero. In questa zona il bosco e composto in prevalenza da betulle.
Dopo uno zig-zag destra-sinistra, saliamo in modo abbastanza ripido (m. 995).
Al termine della salita, percorriamo una curva a destra e proseguiamo quasi in piano (m. 1010).
Scavalchiamo un rivolo e continuiamo in leggera salita. Ora il bosco e formato in prevalenza da faggi.
Dopo una curva a destra riprendiamo a salire (m. 1020).
Il sentiero si divide per aggirare delle pietre affioranti e subito si ricompone (m. 1025).
La pendenza aumenta ma solo per un breve tratto.
Percorriamo un ampio tornante destrorso con un sentiero che sale dalla sinistra. Ora il bosco è formato da alberi di diverso genere (m. 1040).
Arriviamo ad un bivio. I segnavia indicano: Pradotti 1050 m.; a sinistra: Belvedere a ore 0.30, Rifugio Il Biondo a ore 1.20, Passo Baleniga a ore 4;
a destra: Mont di Bech "chiesetta" a ore 0.20, Val Schiesone a ore 0.40, Pratella a ore 1.20; dietro: Nirola a ore 0.15, Lottano a ore 0.40, Prata
Camportaccio a ore 1. Andiamo a sinistra.
Alla destra vediamo un basso muretto crollato.
Dopo una curva a sinistra, giriamo a destra e qui troviamo alcuni legni collocati raso terra a rinforzo del sentiero.
Sbuchiamo su di una stradina sterrata accanto ad un palo con i bolli bianco-rossi. Su di un albero vediamo le seguenti indicazioni: Loc. Pradotti a
destra e Lottano dietro. Andiamo invece a sinistra e subito, per la quinta volta, ritroviamo la strada asfaltata (m. 1065). La sterrata continua
diritto. Seguiamo invece l'asfalto verso destra in leggera salita. I segnavia infatti indicano a destra: Belvedere, Rifugio Il Biondo, Passo Baleniga;
dietro: Nirola, Lottano, Prata Camportaccio.
Con la strada, pochi passi più avanti, percorriamo un tornante sinistrorso lasciando a destra una stradina sterrata all'inizio della quale un cartello
indica: Chiesetta Santo L. Guanella.
Seguendo l'asfalto, poco dopo, troviamo sulla destra il solito palo di legno con la bandierina bianco-rossa che indica la prosecuzione del sentiero.
Inizialmente c'è una breve protezione sulla destra. Poi saliamo nel bosco con alcune serpentine.
Ad un bivio lasciamo a destra alcune baite e proseguiamo diritto (m. 1095).
Poi, in leggera salita, passiamo a monte delle baite. Possiamo vederle dall'alto in quanto, in questo punto, alla destra non ci sono alberi (m. 1110).
Rientriamo nel bosco.
Lasciamo a destra una baita e una fontana e, girando a sinistra, quasi in piano, andiamo ad immetterci per la sesta volta sulla strada asfaltata che
in questo punto effettua un tornante sinistrorso (m. 1115).
Seguiamo la strada in leggera salita.
Percorriamo un tornante destrorso all'esterno del quale c'è un muro realizzato con grosse pietre (m. 1125).
Superiamo una curva a sinistra.
Quasi in piano arriviamo ad un tornante sinistrorso. Qui lasciamo la strada per proseguire con il sentiero segnalato dal solito palo. Alla destra
invece scende un'altra stradina chiusa da una catena (m. 1150).
Saliamo a zig-zag, percorriamo un tratto in piano e riprendiamo a salire.
Lasciamo delle case all'esterno di un tornante sinistrorso.
Con dei gradini di legno ci riportiamo, per la settima volta, sulla strada che in questo punto è sterrata (m. 1175). Un sentiero prosegue diritto
attraversando la strada. I segnavia indicano diritto con il sentiero: Prato del Conte, Alpe Damino; a destra seguendo la strada: Belvedere, Rifugio Il
Biondo, Passo Baleniga; dietro con il sentiero: Pradotti, Lottano, Prata Camportaccio.
Andiamo a destra con la strada che subito ridiventa asfaltata.
Alla destra, in basso, torniamo a vedere le case accanto alle quali eravamo precedentemente passati.
Percorriamo un'ampia curva a destra (m. 1195).
Presso un tornante sinistrorso troviamo delle pietre dentro alcune gabbie, allo scopo di prevenire eventuali smottamenti del terreno (m. 1205).
Poco dopo sulla destra riprendiamo il sentiero, come al solito ben segnalato, dopo aver scavalcato con una corta passerella in cemento un mezzo tubo
metallico che fa da canale di scolo a lato della strada.
Saliamo alcuni gradini di pietra e rientriamo nel bosco.
Dopo un tratto in salita, la pendenza diminuisce.
Ignoriamo un sentiero che si stacca alla sinistra (m. 1225).
Scavalchiamo un rivolo.
Passando tra due massi, attraversiamo il letto di un torrente in secca.
Percorriamo un tratto in salita seguito da un altro quasi in piano.
Poi in leggera salita usciamo dal bosco.
Su di un albero vediamo un cartello che indica: "Loc. Belvedere".
Subito raggiungiamo l'alpeggio. I segnavia indicano: Belvedere 1250 m.; diritto: Rifugio Il Biondo a ore 0.40, Pratella a ore 2, Passo Baleniga a ore
3.30; dietro: Pradotti a ore 0.20, Lottano a ore 1, Prata Camportaccio a ore 1.40; a sinistra: Piazlong a ore 0.30, Pesceda a ore 1, Prato del Conte a
ore 1.20.
Le case sono allineate sulla sinistra in posizione solatia. Sono tutte quante ben conservate. Sulla destra si gode di un bel panorama su Pratella,
sulla vallata e sui monti.
Attraversiamo tutto l'alpeggio camminando alla destra delle case. Troviamo alcune fontane e dei tavoli con panche.
Arriviamo alla teleferica e transitiamo sotto ai cavi.
Poi passiamo tra due massi. Un cartello indica davanti il rifugio.
Frattanto la strada termina in uno slargo a monte delle case. Un sentiero scende dal parcheggio e raggiunge l'alpeggio.
Troviamo una palina con segnavia che indicano: Belvedere 1250 m; diritto: Rifugio Il Biondo a ore 0.40, Pratella a ore 1.50, Passo Baleniga a ore
3.30; a destra: Pradotti a ore 0.20, Lottano a ore 1, Prata Camportaccio a ore 1.40; a sinistra: Piazlong a ore 0.30, Pesceda a ore 1, Prato del Conte
a ore 1.20.
Superate tutte le case, dopo un'ultima fontana con vasca in legno, rientriamo nel bosco.
Un rivolo, che scavalchiamo, alla sinistra forma una pozza. Un cartello su di un albero indica il rifugio.
Percorriamo una breve discesa. Un rivolo attraversa il sentiero (m. 1240).
Dopo un tratto con poca pendenza, ne percorriamo un altro quasi in piano e torniamo a salire (m. 1250).
Quasi in piano passiamo tra una vasca di legno, alla quale arriva l'acqua tramite un tubo nero, alla sinistra e un rudere alla destra.
Continuiamo in salita.
Quasi in piano, lasciamo a sinistra un vecchio baitello con un segnavia a bandierina, e vediamo una casa più in basso a destra. Sulla destra non ci
sono alberi e possiamo così vedere il panorama sulla vallata.
Proseguiamo in leggera salita e rientriamo nel bosco (m. 1265).
Dopo alcuni passi in discesa troviamo alla sinistra un casello dell'acquedotto.
Continuiamo quasi in piano, a mezza costa, nel bosco.
Giunti al termine del bosco, un cartello di legno informa che siamo arrivati a "Curlegia".
Alla sinistra c'è un rudere.
Poco più avanti troviamo una fontana, l'acqua della quale cade in un tronco scavato, e due baite. Davanti cominciamo a vedere il Pizzo di Prata. Alla
destra vediamo un bel panorama sulla vallata.
Proseguiamo quasi in piano, tra i prati, con un piccolo sentiero a valle delle due baite (m. 1255).
Troviamo poi un'altra baita in basso a destra. Alla sinistra invece ci sono un rudere e, a seguire, un tavolo con panche in legno.
Lasciamo a destra dei massi accatastati.
Rientriamo nel bosco. Un cartello indica la "Loc. Curlegia" a chi proviene dall'opposta direzione.
Ora scendiamo. Alla destra del sentiero precipita un alberato pendio.
Dopo tre gradini di legno, percorriamo un tratto quasi in piano fino ad una curva a sinistra oltre la quale torniamo a scendere.
Percorriamo un tratto in leggera discesa, seguito da uno in leggera salita (m. 1235).
Nuovamente in leggera discesa percorriamo una semicurva a destra con un masso alla destra.
Continuiamo alternando quattro tratti quasi in piano ad altrettanti in salita.
Dopo un altro tratto quasi in piano ne percorriamo uno in leggera discesa (m. 1255).
Poi, quasi in piano, aggiriamo una parete rocciosa.
Percorriamo un tratto in discesa, seguito da uno in salita e da un altro con poca pendenza.
Quasi in piano giriamo a sinistra e proseguiamo con una breve discesa.
Ora alla sinistra c'è una liscia parete. Riprendiamo a salire e ben presto ripidamente (m. 1260).
Lasciamo a destra un grande masso.
Poi la pendenza diminuisce un poco (m. 1270).
Quasi in piano passiamo tra una roccia ed una roccetta.
Riprendiamo a salire. Alla destra troviamo un masso (m. 1280).
Usciamo dal bosco.
Raggiungiamo la zona interessata da una frana risalente al 2008. Ora un sentiero la attraversa inizialmente in salita e poi quasi in piano. Passiamo
con cautela e poi rientriamo nel bosco (m. 1300).
Torniamo a salire, camminando sempre a mezza costa e con un ripido pendio alberato che precipita alla destra del sentiero.
Quasi in piano percorriamo due curve sinistra-destra.
Dopo un breve tratto in leggera salita seguito da un altro in leggera discesa, giriamo a sinistra.
Per un breve tratto camminiamo su fondo roccioso.
Continuiamo dapprima con poca pendenza, poi in salita e poi in leggera discesa.
In leggera salita superiamo un tratto protetto. Alla destra ci sono dei paletti di ferro che reggono due cavi di acciaio mentre alla sinistra c'è un
cavo passa mano fissato alla parete (m. 1305).
Terminate le protezioni, proseguiamo dapprima quasi in piano e poi in leggera salita.
Percorriamo un breve tratto attorniati da pietre franate (m. 1310).
Proseguiamo quasi in piano e, dopo una curva a sinistra, riprendiamo a salire. Il tratto esposto termina.
Quasi in piano, passiamo tra due massi.
Dopo un tornante sinistrorso camminiamo dapprima in lieve discesa e poi quasi in piano.
Presso una curva a destra vediamo un cartello che invita a portare a valle i propri rifiuti.
Un altro cartello segnala che siamo arrivati a "Prà Baffone".
Passiamo accanto ad una bacheca con tettuccio alla quale sono affissi due cartelli che parlano della Betulla e del Larice.
Subito dopo arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 3 - Dislivello: m. 912 -65
Data escursione: ottobre 2014
Partendo da Lottano occorrono ore 2.30 e il dislivello diventa di m. 733 -65
Partendo da Belvedere bastano ore 0.50 e il dislivello si riduce a m. 135 -65
Escursioni partendo dal Rifugio:
- in Val Codera attraverso il Passo della Belèniga (m. 2375) in ore 5 (EE)
- al Pizzo di Prata (m. 2727)
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