Rifugio Gheza
- Altezza: m. 2087
- Gruppo: Valli Bresciane
- Ubicazione: Alta Val Braone
- Comune: Braone - BS
- Carta Kompass: 71 A8 - 94 C8 - 103 F1
- Coordinate Geo: 45°57'45.70"N 10°24'59.00"E
- Gestore: CAI Darfo
- Telefono gestore: 338 4303123
- Telefono rifugio: -
- Posti letto: 35
- Apertura: fine settimana luglio-agosto; negli altri periodi occorre richiedere le chiavi
- Pagina inserita il: 13/07/2012
Il Rifugio Gheza è situato nella parte alta della Valle di Braone, circondato dalle cime dei monti Listino (m. 2746), Laione (m. 2757), Terre Fredde
(m. 2645), Frerone (m. 2673) e Stabio (m. 2536) che verso sudest ne chiudono la testata.
Il rifugio, all'ombra di quattro larici, consta di due edifici attaccati tra di loro, il primo dei quali risalente all'anno 1909 e l'altro al 1921.
In origine era il casello di caccia dell'Avv. Maffeo Gheza. Dal 1980 è gestito dal CAI Darfo che la seconda domenica di luglio vi celebra una festa.
Il rifugio è aperto e gestito solo nei fine settimana di luglio e agosto. Negli altri periodi, chi volesse utilizzarlo deve richiederne le chiavi al
CAI Darfo (tel 338 4303123).
Itinerario da Braone-Piazze (sentieri 38-79)
Lasciamo la statale 42 della Valle Camonica in Località Badetto di Ceto, tra Breno e Capo di Ponte, e prendiamo la strada che dopo un paio di
chilometri arriva a Ceto.
All'inizio dell'abitato, con un tornante accanto a due fontane, prendiamo sulla destra la strada della Val Paghera. Questa strada è stretta e consente
il passaggio di una sola vettura per volta. Ci sono comunque degli slarghi e delle piazzole per lo scambio. E' asfaltata ma in alcuni punti il fondo è
sconnesso. La percorriamo per km. 5.1 fino ad arrivare ad un tornante sinistrorso all'esterno del quale si diparte una stradina. Qui lasciamo la
macchina in uno spiazzo erboso di fronte ad una vecchia baita (m. 970). Un cartello informa che ci troviamo in Località Piazze e segnala il Rifugio
Prandini verso destra a 3 ore di cammino. Girandoci verso la direzione dalla quale proveniamo già possiamo vedere il Pizzo Badile Camuno che ci farà
compagnia nella prima parte dell'escursione.
Ci incamminiamo nel bosco in salita lungo la stradina ancora asfaltata ma piuttosto sconnessa.
Alla sinistra c'è un corto muretto e alla destra una protezione in legno. In basso a destra sentiamo lo scroscio del Torrente Palobbia.
Poco dopo troviamo un segnavia della Bassa Via dell'Adamello che indica nella direzione dalla quale proveniamo: Braone-Piazze e Cimbergo (m. 990).
Un sentiero sale da destra.
Dopo una curva a sinistra, sulla sinistra troviamo delle pietre chiuse in reti, allo scopo di impedire un possibile smottamento del terreno.
Quasi in piano arriviamo ad un ponte con il quale superiamo il torrente che scende dalla sinistra (m. 1005).
Proseguiamo con una curva a destra e con un muretto di pietre alla sinistra.
Dopo una curva a destra arriviamo ad un bivio. Alla destra c'è un cancelletto. Ignoriamo la sterrata che prosegue diritto in discesa e continuiamo
verso sinistra con la stradina asfaltata (m. 1010).
Torniamo a salire e arriviamo ad un altro bivio. Un cartello indica nella direzione dalla quale proveniamo le Case di Parnevale. Ignoriamo una
stradina a destra in discesa e giriamo a sinistra (m. 1020). Altri cartelli indicano un'area pic-nic 500 metri più avanti e il sentiero 38 per il Rifugio Prandini.
Alla destra ci sono una fontana e una casa sulla quale leggiamo la scritta "La Baracca".
Proseguiamo quasi in piano. Alla sinistra ci sono dapprima un prato e poi un'altra casa con bella vista sul Pizzo Badile.
Torniamo a salire accompagnati da una fila di pietre alla sinistra e rientriamo nel bosco. La stradina alterna due tratti con il fondo lastricato ad
altri sterrati. Alcune canaline di metallo per lo scolo dell'acqua la attraversano.
Proseguiamo con poca pendenza. Alla sinistra c'è una corta protezione e in basso vediamo il torrente (m. 1060).
Dopo pochi passi in salita torniamo a camminare quasi in piano e con un muro di pietre alla destra.
Percorriamo una curva a sinistra guadando un ruscello.
Arriviamo all'area pic-nic, situata alla sinistra del percorso. Alla destra invece prende avvio il sentiero 38A, descritto più sotto, che transita nel
pressi della Cascata "Salt de Rébét" e poi rientra nel percorso principale. Un cartello informa che siamo in Località Case Scalassone. Qui i Rifugi
Prandini e Gheza vengono indicati sulla destra. Proseguiamo diritto.
Poco più avanti troviamo un cartellone a cura del Parco dell'Adamello che parla delle Foppe di Braone e mostra una cartina con il classico "voi siete
qui".
Usciamo dal bosco e superiamo l'ampio letto del torrente che invade la stradina, camminando su delle pietre, ben sistemate, sul lato destro.
Proseguiamo in leggera salita, inizialmente con un robusto rinforzo di pietre alla destra. Poi quasi in piano rientriamo nel bosco.
Ignorato a destra un sentiero tra due muretti, in leggera discesa raggiungiamo una cascina (m. 1066) dove lasciamo la stradina che continua in discesa
e prendiamo un sentiero sulla destra che in leggera salita rientra nel bosco. Qui i segnavia indicano il Rifugio Prandini a ore 2.45 e il Rifugio Gheza a ore 3.05.
Più avanti il sentiero si biforca e andiamo a destra, in salita (m. 1080).
Inizia ora una sequenza di tornanti. Cominciamo con uno destrorso dove ignoriamo un sentiero che prosegue diritto (m. 1090).
Ne percorriamo poi altri cinque sx-dx-sx-dx-sx, prima di immetterci su di un altro sentiero, contrassegnato dal n. 79, andando a destra (m. 1145).
Ignoriamo un sentiero che sale a sinistra, poco prima di una roccia che sembra l'apertura di una grotta.
Proseguiamo quasi in piano fino ad una curva a sinistra dove riprendiamo a salire.
Ora alla destra non ci sono alberi ma una colata di pietre franate (m. 1165). Più avanti ne troviamo un'altra (m. 1185).
Superato un altro tornante, passiamo accanto ad un masso liscio sul quale vediamo un bollo (m. 1210).
Con maggiore pendenza arriviamo ad un tornante sinistrorso (m. 1225). Attorno vediamo le rocce coperte di muschio che testimoniamo quanto il luogo sia
fresco e umido tutto l'anno.
Presso un tornante destrorso su di una roccia vediamo il segnavia 79 (m. 1230).
Dopo un tratto quasi in piano, in leggera salita usciamo dal bosco e attraversiamo un'altra zona con pietre franate (m. 1250).
Incontriamo un sentiero che sale dalla destra. Alla sinistra c'è un grosso masso (m. 1260).
Dopo un tornante sinistrorso continuiamo con poca pendenza. Ne superiamo uno destrorso e poi riprendiamo a salire (m. 1285).
Il successivo tornante sinistrorso è tagliabile con una scorciatoia (m. 1310).
Superiamo altri tre tornanti: destra (m. 1340), sinistra (m. 1375), destra (m. 1385).
Arriviamo ad un bivio (m. 1425). Dalla destra rientra la variante della cascata 38A. I segnavia indicano a sinistra con il sentiero 38-79: Località
Foppe, Rifugio Prandini a ore 1.40, Rifugio Gheza a ore 2, Porte di Stabio a ore 3.35; a destra con il sent. 38A: Piazze a ore 1, Case Scalassone a
ore 0.45; dietro con il sentiero 38: Case Scalassone a ore 0.50, Laen a ore 1.10.
Andiamo a sinistra e subito su di una roccia, che sembra l'ingresso di una caverna, troviamo un cartello che parla della cascata.
Poco più avanti alla destra, da un tubicino bianco esce l'acqua di una sorgente. Un cartello informa che si tratta del "Funtanì dè Lesplase"
Superiamo un tornante destrorso (m. 1440). Percorriamo un tratto allo scoperto (m. 1470).
Poi rientriamo nel bosco e all'esterno di un tornante sinistrorso riusciamo a intravedere tra gli alberi un salto del torrente.
In leggera salita raggiungiamo un masso erratico segnalato anche da un cartello. Un altro cartello indica la Località Foppe davanti a noi (m. 1475).
Dopo due tornantini riprendiamo a salire e superiamo un tornante sinistrorso (m. 1490) oltre il quale due pietre sovrapposte formano una piccola grotta.
Continuiamo con un tornante destrorso e poi con alcune curve (m. 1500). Il bosco è meno fitto e in alto sopra di noi riusciamo a vedere il cielo.
Presso un tornante sinistrorso passiamo accanto ad un ruscelletto.
Passiamo poi sotto un larice nato alla destra e poi cresciuto sopra al sentiero.
Con vista su di un torrione roccioso percorriamo un tornante destrorso e proseguiamo in leggera salita (m. 1525).
Vediamo un segnavia n. 38. Alterniamo tratti all'ombra del bosco ad altri nei quali sopra di noi vediamo il cielo.
Accanto ad un masso incontriamo un rivolo che attraversa il sentiero. Poco dopo ne troviamo altri due (m. 1550).
Riprendiamo a salire e percorriamo un tornante sinistrorso sentendo il fragore del torrente (m. 1560).
Passiamo sotto un larice obliquo e, presso una curva a sinistra, davanti torniamo a vedere il torrione.
Superiamo un tornante destrorso con il fondo bagnato (m. 1575).
Il successivo, sinistrorso, è ampio e all'esterno intravediamo il torrente (m. 1585).
Proseguiamo con un tornante destrorso, seguito da uno sinistrorso accanto al torrente (m. 1600).
Continuiamo con un tratto quasi in piano e con vista sulla vallata alla sinistra.
Torniamo poi a salire con altri due tornanti destra-sinistra (m. 1625).
Al successivo tornante destrorso torniamo a vedere il torrione.
Ne percorriamo poi uno sinistrorso camminando su fondo roccioso (m. 1640).
Arriviamo ad un bivio (m. 1650). I segnavia indicano a destra: Rifugio Prandini a ore 1.10, Rifugio Gheza a ore 1.30, Porte di Stabio a ore 3.
Percorriamo un tratto quasi in piano seguito da un altro con poca pendenza poi, dopo una curva a destra, continuiamo dapprima in leggera discesa e poi
quasi in piano. Superiamo altre curve. Ora alla destra scorre il torrente.
Sulla roccia alla sinistra vediamo la statuetta di una madonna.
Superiamo un ponte di legno con delle stanghe da sfilare e riposizionare dopo il passaggio.
Oltre il torrente, alla destra troviamo una cappelletta con la statua di una madonna (m. 1655).
Attraversiamo un prato in piano. Alla sinistra scorre il torrente.
Troviamo dei segnavia che indicano davanti con il sentiero 38-79: Rifugio Prandini a ore 1, Rifugio Gheza a ore 1.20, Porte di Stabio a ore 2.50.
Camminiamo tra radi larici e rododendri e poi, in leggera salita, tra le pietre.
Arriviamo all'inizio della grande piana delle Foppe (m. 1675) nella quale il Palobbia si adagia con alcuni meandri e in fondo alla quale vediamo due baite.
Con un ponticello di legno passiamo alla sinistra del torrente e poi attraversiamo una zona acquitrinosa dove delle pietre ben sistemate consentono di
camminare senza bagnarsi.
Con un altro ponticello identico al precedente torniamo poi sull'altra sponda.
Ora seguiamo i bolli bianco-rossi dipinti su alcune pietre che invitano a rimanere alla destra del torrente.
Su di un masso vediamo due alberelli, un pino ed una betulla, cresciuti sulla roccia affondando le loro radici chissà dove (m. 1690).
Giunti in fondo al pianoro, con un altro ponticello è possibile attraversare nuovamente il torrente verso sinistra e raggiungere le due baite che
formano la Malga Foppe di Sotto (m. 1700), cosa che non facciamo perché due cartelli su un palo, che segnalano i Rifugi Prandini e Gheza, invitano ad
andare a destra.
Proseguiamo in leggera salita tra erba e pietre seguendo i bolli bianco-rossi e, giunti in fondo, troviamo altri segnavia che indicano: Rifugio
Prandini a ore 0.45, Rifugio Gheza a ore 1.05, Porte di Stabio a ore 2.35.
Proseguiamo in salita tra alberelli, cespugli, erba e pietre.
Alla sinistra scorre un ruscelletto. Saliamo alcuni gradini di pietra (m. 1725).
Guadato un ruscello proseguiamo con alcuni zig-zag (m. 1745).
Con pochi passi quasi in piano attraversiamo un piccolo slargo erboso e continuiamo con poca pendenza tra alberelli (m. 1765).
Nuovamente con percorso quasi pianeggiante attraversiamo un altro prato poi giriamo a sinistra e con una passerella formata da cinque tronchi
attraversiamo verso sinistra il ruscello (m. 1775).
Riprendiamo a salire con alcuni zig-zag.
Poi camminiamo sopra una grande pietra liscia obliqua (m. 1785).
Dopo un tratto tra l'erba superiamo un altro lastrone.
Con pochi passi ci abbassiamo per raggiungere e superare un rivolo e poi torniamo a salire.
La pendenza diventa ripida. Il sentiero è bagnato. Attorno ci sono dei larici.
Giunti in cima, in piano percorriamo una ampia curva a sinistra (m. 1840). Il sentiero si divide e scegliamo di andare a sinistra.
Risaliamo un ripido canalino roccioso poi proseguiamo a zig-zag tra alberelli e cespugli.
Il fondo torna ad essere roccioso (m. 1855) e il sentiero è sempre ripido.
Attorniati da larici percorriamo un tratto bagnato da un rivolo che invade il percorso.
Ritroviamo poi l'altro sentiero che rientra dalla destra (m. 1880).
La pendenza diminuisce poi, quasi in piano, passiamo in un piccolo intaglio tra due rocce e superiamo un tratto infangato.
Riprendiamo a salire dapprima su fondo roccioso e poi tra l'erba.
Superiamo agevolmente una roccetta (m. 1905) e continuiamo alternando tratti su erba e su roccia.
Proseguiamo con poca pendenza tra erba e cespugli di rododendro poi riprendiamo a salire (m. 1910).
Su di un dosso davanti a noi vediamo sventolare la bandiera del Rifugio Prandini (m. 1920).
Dopo un tratto con poca pendenza giriamo a destra e torniamo a salire in modo abbastanza ripido. Il fondo è roccioso e bagnato.
Arrivati in cima davanti vediamo il Rifugio Prandini. Ora camminiamo quasi in piano tra l'erba (m. 1935).
Superiamo dapprima un rivolo e poi un ruscello. Poi riprendiamo a salire e passiamo tra due pali squadrati.
Poco dopo raggiungiamo le due costruzioni della Malga Foppe di Sopra, che ora formano il Rifugio Prandini davanti al quale c'è una grande fontana con vasca (m. 1950).
Il sentiero passa dietro al rifugio. I segnavia indicano: Rifugio Gheza a ore 0.20, Porte di Stabio a ore 1.50.
Continuiamo in salita con un sentierino tra l'erba poi, seguendo i bolli, risaliamo una roccetta.
Proseguiamo tra rocce, erba e rododendri dapprima quasi in piano e poi in salita (m. 1985).
Attraversiamo un prato in leggera discesa e, giunti in fondo, riprendiamo a salire ripidamente tra rocce, erba e cespugli.
Passiamo tra due pareti di roccia (m. 2015) poi giriamo a destra e proseguiamo in salita su fondo roccioso. Davanti vediamo la bandiera del Rifugio Gheza.
Arriviamo su un poggio erboso dal al quale vediamo il torrente passare in una gola e compiere un bel salto (m. 2035).
Riprendiamo a salire ripidamente. Al termine della salita proseguiamo con poca pendenza. Oltre il torrente vediamo il Rifugio Gheza.
Torniamo a salire tra pietre, erba e rododendri e raggiungiamo un ometto (m. 2060).
Proseguiamo oltre il rifugio poi scendiamo a sinistra e con una passerella realizzata con tre tronchi attraversiamo il torrente.
Sull'altra sponda risaliamo tra i prati con un rivolo che ci accompagna alla sinistra.
Proseguiamo tra erba e pietre poi, guadato un torrente, pieghiamo a sinistra e arriviamo al rifugio.
Tempo impiegato: ore 3.20 - Dislivello: m. 1117
Data escursione: luglio 2012
Variante Sentiero della Cascata (38A)
Come descritto nella prima parte del precedente itinerario arriviamo fino al bivio presso l'area pic-nic alle Case Scalassone (m. 1066) dove i
segnavia indicano verso destra: Salt dè Rèbèt, Località Foppe, Rifugi Prandini e Gheza.
Lasciamo la stradina e prendiamo questo sentiero che sale nel bosco con poca pendenza e lastricato fino al primo tornante destrorso.
Dopo il successivo tornante, sinistrorso, proseguiamo in modo abbastanza ripido (m. 1095).
Percorriamo altri due tornanti destra-sinistra (m. 1120).
Dopo un tratto con poca pendenza riprendiamo a salire ripidamente (m. 1140).
Presso un tornante destrorso un cartello segnala la deviazione che porta al "Funtanì dè l'aiva frèda" (m. 1155).
Superiamo un altro tornante sinistrorso e poi, in leggera salita, come indicato da un cartello, arriviamo a "Cèsa Buna" (m. 1180). Siamo in una fitta
e fresca pineta.
Riprendiamo a salire. Poi con minore pendenza percorriamo un ampio tornante sinistrorso (m. 1225).
Superiamo un rivolo. Subito dopo, con una passerella formata da due tronchi e con un corrimano alla sinistra, superiamo un ruscello che scende dalla destra (m. 1240).
Torniamo a salire con due tornantini.
Arriviamo al tornante destrorso all'esterno del quale si stacca il sentiero che conduce alla cascata. Un cartellone la illustra e descrive (m. 1250).
Vale sicuramente la pena di impiegare pochi minuti per raggiungerla con un sentiero a saliscendi e poter così ammirare tre salti del Torrente Palobbia.
Tornati sui nostri passi riprendiamo il sentiero.
Percorriamo un tornante sinistrorso tagliabile con un sentierino (m. 1255) e, dopo un tratto con poca pendenza, riprendiamo a salire in modo abbastanza ripido.
Superiamo altri tre tornanti: destra (m. 1280), sinistra (m. 1290), destra (m. 1305).
Poi in leggera salita arriviamo ad un tornante sinistrorso dove, tra i rami degli alberi, riusciamo a vedere il Pizzo Badile (m. 1315).
Percorriamo pochi passi in leggera salita e poi in leggera discesa raggiungiamo una passerella di tronchi sulla quale transitiamo agevolati da una catena sulla destra.
Dopo pochi passi in piano attraversiamo un torrente con un'altra passerella di tronchi. Anche qui alla destra c'è una catena (m. 1320).
Riprendiamo a salire con due tornanti destra-sinistra (m. 1340).
Percorriamo un tratto con poca pendenza. Passiamo sotto un albero che si sporge di traverso sopra al sentiero e riprendiamo a salire ripidamente con
quattro tornanti dx-sx-dx-sx (m. 1360).
Con minore pendenza percorriamo un ampio tornante destrorso tra le erbacce, scavalcando un rivolo (m. 1380).
Continuiamo quasi in piano con un tornante sinistrorso.
Passiamo su un ponticello realizzato con quattro tronchi. Un cartello informa che siamo in Località "Arsèla dè la bòra" (m. 1395).
Riprendiamo a salire e lasciamo a destra una liscia e obliqua parete rocciosa (m. 1400).
Poi con minore pendenza arriviamo al ponte con il quale attraversiamo il Torrente Palobbia (m. 1415).
Tornati a salire, raggiungiamo il bivio dove ci immettiamo sul sentiero principale 38-79 che arriva dalla sinistra (m. 1425).
Proseguiamo poi come precedentemente descritto fino al rifugio.
Tempo impiegato: ore 3.20 - Dislivello: m. 1117
Data escursione: luglio 2012
Escursioni partendo dal Rifugio:
- al Rifugio Prandini (m. 1950) in ore 0.15
- al Forcellino di Mare (m. 2191) in ore 0.20
- al Laghetto di Mare (m. 2122) in ore 0.30
- alla Malga Listino (m. 1939) in ore 1.30
- alla Baita Rossa Val Paghera in ore 2.30
- al Passo Frerone (m. 2444) in ore 1.45
- al bivio col sentiero 18 in ore 2.30
- alle Porte di Stabio (m. 2508) in ore 1.40
- alla Cima Terre Fredde (m. 2645) in ore 2
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